La parte meno importante
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La parte meno importante
Era ormai buio quando riuscirono a trascinare a fatica il corpo di Andrea fino all’auto di Emmenberger.
Respirava a fatica. La ferita aveva smesso di sanguinare, ma non aveva un bell'aspetto.
“E ora?” chiese Lisa.
Una parte di lei continuava a sentirsi in colpa per quello che aveva fatto, la parte più debole, quella che aveva perso i suoi poteri e forse per anni li aveva tenuti a distanza, arginati in favore di una vita che rasentasse la normalità.
Ma poi c’era quell’altra Lisa, quella che aveva preso il coltello in mano e ora attendeva una risposta.
“Dobbiamo metterci in viaggio e sperare di arrivare in tempo.”
“Arrivare dove? E in tempo per cosa?”
“All’Istituto. Per provare a salvarlo.”
“Non c’è nessuno là che possa salvarlo, dottore. Lo sa anche lei.”
L’uomo scosse la testa. “La diagnosi non è tutto” disse. “È la parte meno importante.”
Gli chiese cosa intendesse. Ma Emmenberger la convinse a salire in auto. Non c’era tempo per altre spiegazioni. Avrebbe visto con i suoi occhi.
Si sistemò sul sedile posteriore, il corpo freddo del marito appoggiato contro il suo. Continuava a sentire le metastasi. La coltellata non le aveva certo rimosse. La coltellata aveva creato altri danni. Sentiva anche quelli. Sentiva la febbre avvicinarsi, l’inizio di un’infezione. Qualcosa che aveva creato lei.
Il dottore guidò tutta la notte e nessuno dei due disse una parola.
Alle prime luci dell’alba, deviò dalla statale lungo una strada nei boschi.
Lisa ricordò le sagome degli alberi, lo sterrato su cui sobbalzava l’auto, l’odore di resina che entrava dai finestrini. Le sensazioni di quando aveva lasciato l’Istituto Gamma, dopo il black out, quando aveva perso i suoi poteri e le avevano offerto la possibilità di una vita normale, accanto a un uomo che non meritava. Una parentesi che era durata anni e che ora assomigliava alla vita di qualcun altro, una donna che non era lei, per cui la normalità era sempre stata un’illusione.
Il dottore fermò l’auto.
“Aspetta qui”, le disse, poi scese e camminò fino all’ingresso.
Accanto a lei Andrea si agitò. La febbre era arrivata.
Dopo qualche minuto vide il dottore tornare verso la macchina, seguito da due uomini. Presero di peso il marito e lo caricarono su una barella.
“Seguimi ora”, le disse Emmenberger.
Percorsero un lungo corridoio, un tubo trasparente sospeso nel vuoto, seguendo i due uomini e la barella. Sotto di lei Lisa vide gli studi medici, le sale d’attesa, le camerate in cui aveva trascorso migliaia di notti a sognare tutti i mali del mondo agitarsi inquieti sotto le sue mani. E vide i giovani allievi, di ogni età: piccoli come era stata lei nei suoi primi ricordi e grandi, vicini all’età del black out, quando la curiosità di crescere era diventata un ostacolo.
Attraversarono l’intero istituto e arrivarono a una porta. Lisa ricordava anche quella. Le avevano sempre ripetuto che oltre non c’era nulla, solo quel mondo dove, nonostante le loro abilità, la gente avrebbe continuato a morire.
“Andiamo via?” chiese a Emmenberger. “Mi ha portato qui solo per fare una passeggiata sul viale dei ricordi?”
Ma quando la portà si aprì, vide un altro corridoio, identico a quello che avevano percorso. Allora si voltò a guardare indietro e ripensò alle parole del dottore.
La parte meno importante.
“Sei pronta?”
“Per cosa?”
“Per guarire, Lisa.”
Si chiese se parlasse di lei. Se non fosse sempre stata lei, quella malata. Se la guarigione l’avrebbe riportata alla sua illusione di normalità.
Andrea si agitò sulla barella. La ferita aveva ripreso a sanguinare. Non aveva bisogno di toccarlo per sapere che era vicino alla fine.
Fece un passo oltre la soglia e vide altri come lei, che non erano più bambini, che avevano sperimentato il potere e lo avevano dimenticato e ora erano lì in cerca della parte migliore di loro.
“Questo posto ha un nome?” chiese.
Il dottore le sorrise, nonostante la stanchezza della notte passata a guidare.
“Abbiamo appena iniziato. Bisognerà trovarne uno, non credi?”
Respirava a fatica. La ferita aveva smesso di sanguinare, ma non aveva un bell'aspetto.
“E ora?” chiese Lisa.
Una parte di lei continuava a sentirsi in colpa per quello che aveva fatto, la parte più debole, quella che aveva perso i suoi poteri e forse per anni li aveva tenuti a distanza, arginati in favore di una vita che rasentasse la normalità.
Ma poi c’era quell’altra Lisa, quella che aveva preso il coltello in mano e ora attendeva una risposta.
“Dobbiamo metterci in viaggio e sperare di arrivare in tempo.”
“Arrivare dove? E in tempo per cosa?”
“All’Istituto. Per provare a salvarlo.”
“Non c’è nessuno là che possa salvarlo, dottore. Lo sa anche lei.”
L’uomo scosse la testa. “La diagnosi non è tutto” disse. “È la parte meno importante.”
Gli chiese cosa intendesse. Ma Emmenberger la convinse a salire in auto. Non c’era tempo per altre spiegazioni. Avrebbe visto con i suoi occhi.
Si sistemò sul sedile posteriore, il corpo freddo del marito appoggiato contro il suo. Continuava a sentire le metastasi. La coltellata non le aveva certo rimosse. La coltellata aveva creato altri danni. Sentiva anche quelli. Sentiva la febbre avvicinarsi, l’inizio di un’infezione. Qualcosa che aveva creato lei.
Il dottore guidò tutta la notte e nessuno dei due disse una parola.
Alle prime luci dell’alba, deviò dalla statale lungo una strada nei boschi.
Lisa ricordò le sagome degli alberi, lo sterrato su cui sobbalzava l’auto, l’odore di resina che entrava dai finestrini. Le sensazioni di quando aveva lasciato l’Istituto Gamma, dopo il black out, quando aveva perso i suoi poteri e le avevano offerto la possibilità di una vita normale, accanto a un uomo che non meritava. Una parentesi che era durata anni e che ora assomigliava alla vita di qualcun altro, una donna che non era lei, per cui la normalità era sempre stata un’illusione.
Il dottore fermò l’auto.
“Aspetta qui”, le disse, poi scese e camminò fino all’ingresso.
Accanto a lei Andrea si agitò. La febbre era arrivata.
Dopo qualche minuto vide il dottore tornare verso la macchina, seguito da due uomini. Presero di peso il marito e lo caricarono su una barella.
“Seguimi ora”, le disse Emmenberger.
Percorsero un lungo corridoio, un tubo trasparente sospeso nel vuoto, seguendo i due uomini e la barella. Sotto di lei Lisa vide gli studi medici, le sale d’attesa, le camerate in cui aveva trascorso migliaia di notti a sognare tutti i mali del mondo agitarsi inquieti sotto le sue mani. E vide i giovani allievi, di ogni età: piccoli come era stata lei nei suoi primi ricordi e grandi, vicini all’età del black out, quando la curiosità di crescere era diventata un ostacolo.
Attraversarono l’intero istituto e arrivarono a una porta. Lisa ricordava anche quella. Le avevano sempre ripetuto che oltre non c’era nulla, solo quel mondo dove, nonostante le loro abilità, la gente avrebbe continuato a morire.
“Andiamo via?” chiese a Emmenberger. “Mi ha portato qui solo per fare una passeggiata sul viale dei ricordi?”
Ma quando la portà si aprì, vide un altro corridoio, identico a quello che avevano percorso. Allora si voltò a guardare indietro e ripensò alle parole del dottore.
La parte meno importante.
“Sei pronta?”
“Per cosa?”
“Per guarire, Lisa.”
Si chiese se parlasse di lei. Se non fosse sempre stata lei, quella malata. Se la guarigione l’avrebbe riportata alla sua illusione di normalità.
Andrea si agitò sulla barella. La ferita aveva ripreso a sanguinare. Non aveva bisogno di toccarlo per sapere che era vicino alla fine.
Fece un passo oltre la soglia e vide altri come lei, che non erano più bambini, che avevano sperimentato il potere e lo avevano dimenticato e ora erano lì in cerca della parte migliore di loro.
“Questo posto ha un nome?” chiese.
Il dottore le sorrise, nonostante la stanchezza della notte passata a guidare.
“Abbiamo appena iniziato. Bisognerà trovarne uno, non credi?”
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Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: La parte meno importante
L'ho appena letto e devo dire che mi sembra ottimo. Non aggiungo altro, dato che sono parte in causa. Ti segnalo soltanto un refuso: "quando la portà si aprì".
Complimenti Asbo.
M.
Complimenti Asbo.
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M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Re: La parte meno importante
Concordo. Ottima conclusione.
Sfrutterei anche il titolo per l’intero racconto.
Sfrutterei anche il titolo per l’intero racconto.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: La parte meno importante
Volevo proportelo ma non osavoDanilo Nucci ha scritto:Concordo. Ottima conclusione.
Sfrutterei anche il titolo per l’intero racconto.

Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: La parte meno importante
Ciao @Asbottino direi che hai scritto ottimamente la parte più importante!
Concordo per ili titolo trovo che dia un senso speciale alla storia
Bravi tutti, ottima corsia!
Concordo per ili titolo trovo che dia un senso speciale alla storia
Bravi tutti, ottima corsia!
Petunia- Moderatore
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Re: La parte meno importante
Un finale che infonde speranza e contrasta in modo bello con l'inizio del racconto, dove sembrava che tutto fosse perduto.
Un degno finale, bravo.
Quello che mi ha convinto meno è il ritmo, che mi sembra troppo lento per delle scene così movimentate, ma è un piccolo dettaglio che non compromette il racconto
Un degno finale, bravo.
Quello che mi ha convinto meno è il ritmo, che mi sembra troppo lento per delle scene così movimentate, ma è un piccolo dettaglio che non compromette il racconto
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: La parte meno importante
Un bel finale, un pò misterioso, ma gestito bene e impreziosito dalla solita bella scrittura.
Ottima prova.
Ottima prova.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: La parte meno importante
Bello questo finale!
Un pò sospeso, un pò malinconico che si riallaccia alla parte iniziale, ma in maniera più elastica: le considerazioni personali e introspettive di Andrea nella prima parte qui vengono capovolte e diventano quelle di Lisa.
Davvero interessante questo racconto!
Bravi tutti!!!
Un pò sospeso, un pò malinconico che si riallaccia alla parte iniziale, ma in maniera più elastica: le considerazioni personali e introspettive di Andrea nella prima parte qui vengono capovolte e diventano quelle di Lisa.
Davvero interessante questo racconto!
Bravi tutti!!!
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Data di iscrizione : 07.01.21
Re: La parte meno importante
Molto bello questo finale, malinconico e per questo si ricollega alla perfezione con la parte iniziale. La personalità di Lisa, tratteggiata ottimamente da Danilo, viene fuori alla grande e tutto trova una giusta spiegazione. Bravissimo Asbo e complimenti a tutti!
Perfetto anche il titolo.
Perfetto anche il titolo.
Resdei- Cavaliere Jedi
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Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 60
Località : Roma
Re: La parte meno importante
Un altro pezzo di bravura e anche @Asbottino non si smentisce di certo.
Hai gestito bene quel che @Danilo Nucci ti ha lasciato in eredità. Mi piace lo stile, dove c'è spazio per dialoghi e descrizioni con il giusto equilibrio.
Un finale comunque a sorpresa, che lascia al lettore il gusto di immaginare un proseguo suo personale. Forse a qualcuno non piacciono i finali di questo tipo, dove - dopo averti fatto inseguire una storia - non trovi risposte o spiegazioni. A me personalmente non dispiacciono. Peccato il poco spazio a disposizione per sviluppare l'intera storia, ma quest'ultima staffetta riequilibria bene l'intero impianto.
Hai gestito bene quel che @Danilo Nucci ti ha lasciato in eredità. Mi piace lo stile, dove c'è spazio per dialoghi e descrizioni con il giusto equilibrio.
Un finale comunque a sorpresa, che lascia al lettore il gusto di immaginare un proseguo suo personale. Forse a qualcuno non piacciono i finali di questo tipo, dove - dopo averti fatto inseguire una storia - non trovi risposte o spiegazioni. A me personalmente non dispiacciono. Peccato il poco spazio a disposizione per sviluppare l'intera storia, ma quest'ultima staffetta riequilibria bene l'intero impianto.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: La parte meno importante
Ho aspettato qualche giorno a commentare e mi sono concesso, stasera, il tempo di rileggere il tuo pezzo con attenzione e il giudizio, nonm proprio entusiasta dopo la prima lettura è diventato, ora, pienamente positivo.
E, soprattutto, in grado di comprendere perfettamente quella "parte meno importante" che poi è il vero senso di tutto il racconto e, di conseguenza, non può che esserne il titolo.
Corsia in lotta per la vittoria finale.
E, soprattutto, in grado di comprendere perfettamente quella "parte meno importante" che poi è il vero senso di tutto il racconto e, di conseguenza, non può che esserne il titolo.
Corsia in lotta per la vittoria finale.
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paluca66- Maestro Jedi
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