E se...
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E se...
Genesi 7
1 Il Signore disse a Noè: «Entra nell'arca tu con tutta la tua famiglia, perché ti ho visto giusto dinanzi a me in questa generazione. 2 D'ogni animale mondo prendine con te sette paia, il maschio e la sua femmina; degli animali che non sono mondi un paio, il maschio e la sua femmina. 3 Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, maschio e femmina, per conservarne in vita la razza su tutta la terra. 4 Perché tra sette giorni farò piovere sulla terra per quaranta giorni e quaranta notti; sterminerò dalla terra ogni essere che ho fatto». 5 Noè fece quanto il Signore gli aveva comandato.
6 Noè aveva seicento anni, quando venne il diluvio, cioè le acque sulla terra. 7 Noè entrò nell'arca e con lui i suoi figli, sua moglie e le mogli dei suoi figli, per sottrarsi alle acque del diluvio. 8 Degli animali mondi e di quelli immondi, degli uccelli e di tutti gli esseri che strisciano sul suolo 9 entrarono a due a due con Noè nell'arca, maschio e femmina, come Dio aveva comandato a Noè.
Diario di bordo
Giorno 1: Signore ha cominciato a piovere come Tu avevi predetto; ho paura, qui sull’arca siamo troppi e il pensiero di quaranta giorni a stretto contatto tra umani e animali mi spaventa.
Mi sono fidato e mi sono affidato a Te – avevo alternative? – ma cosa succederà quando l’acqua comincerà a salire sempre più e non sarà possibile scendere dall’arca nemmeno per cinque minuti?
Gli animali sono tranquilli e noi cerchiamo di sorridere e nascondere i nostri timori per tenerci alto il morale a vicenda.
Oggi ho pregato per quasi un’ora e sono certo che le mie richieste sono giunte alle Tue orecchie.
Giorno 2: Mio Signore, oggi la pioggia è aumentata di intensità e un paio di ruscelli hanno rotto gli argini cosicché l’acqua ha invaso i terreni circostanti.
Ho chiamato mia moglie e i miei figli facendo vedere loro lo spettacolo con il sorriso sulle labbra ma nel cuore avevo un peso enorme.
So che devo fidarmi di Te ma non riesco a non avere paura e spero che questo mio peccato sia da Te perdonato.
Oggi pomeriggio c’è stato un piccolo incidente quando l’ippopotamo ha involontariamente schiacciato la coda alla lince: quest’ultima si è girata e ha azzannato l’ippopotamo sulla zampa, sono intervenuto appena in tempo prima che la situazione si complicasse e ho spostato le linci al piano superiore portando di sotto i leopardi. E siamo solo al secondo giorno… Con la massima umiltà Ti chiedo: sono proprio necessari quaranta giorni di pioggia chiusi sull’arca?
Giorno 3: Signore, nell’angoscia lancio a Te il mio grido! Oggi l’acqua ha invaso tutto, sotto di noi non vedo più terra, solo acqua, dappertutto. Mia moglie ha pianto lunghe ore, non ho trovato le parole per consolarla, lei non ha la mia Fede in Te: l’ho capito, ormai.
Perché non mi parli, perché non riesco più a sentirTi?
Ti cerco di giorno, Ti supplico di notte ma non mi rispondi; dove sei?
Giorno 4: Signore oggi l’arca per la prima volta si è sollevata da terra, dal primo pomeriggio galleggiamo. Gli animali sono tranquilli per la maggior parte del tempo dormono.
Cam stasera mi ha sfidato: «E se Dio non esistesse?» mi ha detto con un mezzo sorriso sul volto. Ho avuto paura, mio Signore; non gli ho risposto, mi sono limitato a invitarlo a coricarsi e a pregare per non perdersi in questo momento difficile.
Signore, mio Dio, dove sei? Perché non Ti fai sentire? Ho paura…
Giorno 5: Stamattina abbiamo trovato il cavallo morto, sbranato dal leone; per fortuna la cavalla è risultata gravida, la specie per il momento è salva. L’abbiamo isolata dal resto degli animali per proteggerla.
Iafet era nero di rabbia, voleva uccidere il leone, l’ho convinto a fermarsi ma l’ho sentito gridare al cielo “Dio dove sei? Perché permetti tutto questo?”.
Stasera ho riunito tutta la famiglia e abbiamo pregato a lungo, apparentemente si sono coricati più tranquilli.
Mia moglie mi ha chiesto se sono sicuro che tutto questo finirà, ho tranquillizzato anche lei anche se ho tanti dubbi; ma so che quel cucciolo dentro la cavalla è un Tuo segnale: da qui prendo forza Signore.
Giorno 8: dopo due giorni tranquilli stamattina sono stato svegliato da un pianto gridato; mi sono alzato e sono accorso verso quel suono straziante e ho trovato Iafet inginocchiato a terra: in mano stringeva un grosso bastone di legno insanguinato.
Accanto a lui c’era la carcassa del leone, lo aveva ucciso a bastonate!
Mi sono inginocchiato accanto a lui e abbiamo pianto assieme.
Ti ho cercato, Signore, ma non ho trovato, per la prima volta, le parole per invocarTi.
La cattiveria è salita sull’arca insieme a noi, il male si sta diffondendo tra uomini e animali, come faremo a sopravvivere fino alla fine del diluvio?
Signore, dove sei? Metti fine a questo strazio, so che puoi farlo!
Giorno 10: Mio Signore la leonessa non è gravida, il primo fallimento ci ha travolti; Iafet non esce da due giorni dalla sua stanza, sua moglie Adataneses piange e si rifiuta di mangiare se io non lo perdono per quello che ha fatto.
Mio Signore tu solo puoi perdonare o condannare! Aiutami a fare la scelta giusta, Iafet ha contravvenuto alle regole dell’arca, ha ucciso senza motivo.
Che cosa devo fare?
Perché non mi rispondi? Dove sei?
Giorno 11: Signore, mio Dio, la pioggia è aumentata di intensità, non lo credevo possibile.
Sull’arca si respira tensione anche se ognuno cerca di stare per conto suo e di interagire il meno possibile con gli altri.
Ho parlato a lungo con mia moglie Emzara, mi dice che non riesce più a parlare con Te a sentirTi, la sua preghiera si è inaridita; allora abbiamo pregato assieme, alla fine mi è sembrata leggermente più serena ma io no.
I miei dubbi stanno aumentando, Ti cerco e non Ti trovo e spesso sto provando gli stessi sentimenti di Emzara.
Perché Dio hai creato il male? Perché hai fatto l’uomo così cattivo? Cerco il senso nel Tuo operato, cerco di comprendere come siamo arrivati qui oggi, il perché del diluvio e non lo trovo.
Troppo spesso mi sento abbandonato… da Te?
Giorno 13: Mio Dio che cosa hai fatto? Perché tutto questo?
Stamattina ho trovato Sem e Ne’elatama’uk, la moglie di Cam, che avevano giaciuto assieme.
Cam credo che non sappia nulla ma temo che presto lo verrà a scoprire e allora che cosa succederà?
Ho perso la ragione, ho gridato contro quei due e ho picchiato Sem come non avevo mai fatto.
Questa arca, questo diluvio sono stati un errore.
Signore perché questa prova? FatTi sentire, ho paura di crollare.
Giorno 14: Anche gli animali danno segnali di eccessiva irrequietezza.
Mentre stavo camminando sono stato travolto dal gatto che sfrecciava con il topo tra le fauci mentre il cane lo inseguiva; nuovamente ho perso la pazienza, li ho raggiunti e li ho picchiati.
Sto diventando cattivo come loro.
Sto perdendo, giorno dopo giorno, pezzi della mia umanità.
È questo che vuoi, mio Signore? Fino a che punto mi vuoi mettere alla prova? L’acqua ha coperto tutto!
Signore, se ci sei, se mi senti, metti fine a tutto questo.
Subito.
Giorno 16: Cam ha ucciso Sem!
Signore sto crollando, lo sento.
Quanto ancora dovrò invocarTi prima che Tu mi risponda?
Distruggerò questa arca prima che finisca il diluvio, tutto questo non ha senso.
Signore mi sento tradito.
Giorno 18: Mia moglie Emzara e Sedeqetelebab, la moglie di Sem, si sono gettate dall’arca e sono scomparse nei flutti.
Signore perché hai permesso tutto questo?
Non riesco più a crederTi, non ho più fiducia in Te, nell’uomo; c’è solo cattiveria, male, ingiustizia e tutto questo non puoi averlo creato Te.
Sto scendendo sotto, in mano un’ascia: distruggerò l’arca e sarà la fine di tutto.
Signore credo che Tu non esista.
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Re: E se...
devo dire dire che l'inizio mi aveva un po' stufato, sinceramente, ma l'evoluzione finale la trovo splendida.
bella revisione di una storia che tutti conoscono avendola letta o sentita, ma che pochi riescono a leggere tra le righe.
ottima caratterizzazione di Noè, che rivela tutto il proprio lato umano e alla fine cede.
bel lavoro.
bella revisione di una storia che tutti conoscono avendola letta o sentita, ma che pochi riescono a leggere tra le righe.
ottima caratterizzazione di Noè, che rivela tutto il proprio lato umano e alla fine cede.
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L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.
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Arunachala- Admin
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Re: E se...
Nel secondo step sto trovando diverse affinità fra i racconti da me letti, parlo de "Il Bunker", ma non solo...
La storia è semplice, la scrittura è fluida, l'idea è buona
Però non mi convince, non scende in profondità, Noè pare un giornalista intento a tenere un diario di bordo. L'involuzione della fede di Noè è poco credibile. Non bastano poche frasi per giustificare un simile colpo di scena. Nel senso, un uomo in base alla Bibbia esegue alla lettera tutto quello che c'è scritto e vede che si compie quanto profetizzato, cioè il diluvio che spazza via tutto. Perfetto. Poi, solo perché gli animali si danno la caccia (come succede sempre in natura), gli uomini e le donne si accoppiano stimolati dalla obbligatoria promiscuità e nasce il desiderio di vendetta tipico degli esseri umani, allora Dio non esiste? A mio modesto parere non regge, o meglio, regge solo a una lettura superficiale.
Comunque grazie, nonostante le mie perplessità è ugualmente un buon lavoro.
La storia è semplice, la scrittura è fluida, l'idea è buona
Però non mi convince, non scende in profondità, Noè pare un giornalista intento a tenere un diario di bordo. L'involuzione della fede di Noè è poco credibile. Non bastano poche frasi per giustificare un simile colpo di scena. Nel senso, un uomo in base alla Bibbia esegue alla lettera tutto quello che c'è scritto e vede che si compie quanto profetizzato, cioè il diluvio che spazza via tutto. Perfetto. Poi, solo perché gli animali si danno la caccia (come succede sempre in natura), gli uomini e le donne si accoppiano stimolati dalla obbligatoria promiscuità e nasce il desiderio di vendetta tipico degli esseri umani, allora Dio non esiste? A mio modesto parere non regge, o meglio, regge solo a una lettura superficiale.
Comunque grazie, nonostante le mie perplessità è ugualmente un buon lavoro.
Giammy- Younglings
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Re: E se...
L'idea mi è piaciuta, l'ho trovata decisamente originale e perfettamente in linea con il tema del contest e con i paletti proposti.
Il testo ben formattato e formalmente corretto e lo stile fluido consentono una lettura agevole.
Forse, se devo muovere una critica, il cambiamento che si genera all'interno del personaggio di Noè è un po' troppo repentino, visto che in 18 giorni decide di farla finita..., anche se in effetti il germe del dubbio compare fin dal primo giorno, quando esprime paura e perplessità circa l'esito dell'impresa.
Nel complesso un buon lavoro e originale.
Bravo/a.
Il testo ben formattato e formalmente corretto e lo stile fluido consentono una lettura agevole.
Forse, se devo muovere una critica, il cambiamento che si genera all'interno del personaggio di Noè è un po' troppo repentino, visto che in 18 giorni decide di farla finita..., anche se in effetti il germe del dubbio compare fin dal primo giorno, quando esprime paura e perplessità circa l'esito dell'impresa.
Nel complesso un buon lavoro e originale.
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Albemasia- Padawan
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Re: E se...
Una ucronia distopica sull’episodio biblico dell’arca me l’aspettavo ed eccola qua. Dio sordo alle preghiere (forse Dio non esiste?) Noè un uomo dubbioso e in preda alla paura (forse pazzo?) gli animali (compresi gli uomini) che si sbranano tra loro… e alla fine la FINE, con distruzione dell’arca e di qualsiasi speranza.
Il testo è corretto, la citazione biblica è funzionale.
Penso che in fase di una futura rielaborazione potrebbe essere meglio dosata la “sorpresa” perché a partire dal titolo si capisce subito dove si andrà a parare. Noè fin dalle prime battute si mostra come un uomo fragile e dubbioso e questo imbecca già il lettore sul prosieguo del viaggio di salvezza. Alcuni passaggi successivi sono formalmente corretti ma senza quel “nerbo” che mantenga alta la tensione narrativa. Appare tutto un po’ telefonato, questo intendo.
Bene la parte conclusiva che, nonostante fosse la conclusione attesa, la trovo meglio gestita e più sferzante.
Resta una lettura piacevole che scorre sui binario senza scosse.
Comunque bene.
Il testo è corretto, la citazione biblica è funzionale.
Penso che in fase di una futura rielaborazione potrebbe essere meglio dosata la “sorpresa” perché a partire dal titolo si capisce subito dove si andrà a parare. Noè fin dalle prime battute si mostra come un uomo fragile e dubbioso e questo imbecca già il lettore sul prosieguo del viaggio di salvezza. Alcuni passaggi successivi sono formalmente corretti ma senza quel “nerbo” che mantenga alta la tensione narrativa. Appare tutto un po’ telefonato, questo intendo.
Bene la parte conclusiva che, nonostante fosse la conclusione attesa, la trovo meglio gestita e più sferzante.
Resta una lettura piacevole che scorre sui binario senza scosse.
Comunque bene.
Petunia- Moderatore
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Re: E se...
Ciao, Penna.
Non ricordo di aver trovato problemi formali o refusi. La lettura è filata liscia come l'olio.
Di negativo ho notato solo una cosa: secondo la mitologia giudaico-cristiana, tutti gli animali erano vegetariani prima del diluvio, e anche agli esseri umani era concesso di mangiare solamente dei frutti della terra. La nota stonata mi è venuta fuori leggendo dell'attacco del leone; trattandosi però della riscrittura di un mito, alla fine ho sorvolato sulla questione.
Devo riconoscere che creare una ucronia su un fatto conosciutissimo, almeno per la nostra cultura, mi ha tenuto sulle spine oltre quello che mi potessi aspettare. Anche se non so se si possa trattare di ucronia, dato che si parla di un fatto leggendario/mitologico.
L'obiettivo del racconto è quello di raccontare il risvolto psicologico dei personaggi, che non vengono introdotti dato che ti appoggi al mito. E secondo me l'obiettivo è riuscito, soprattutto per i personaggi raccontati dal narratore Noè. Non ho avuto modo di dubitare della verosimiglianza di quanto viene raccontato. Anche la perdita di fede di Noè la ritengo verosimile. Il risultato è un mito alternativo, che può rappresentare una delle tante estinzioni di massa avvenute durante la vita della Terra.
Grazie e alla prossima.
Non ricordo di aver trovato problemi formali o refusi. La lettura è filata liscia come l'olio.
Di negativo ho notato solo una cosa: secondo la mitologia giudaico-cristiana, tutti gli animali erano vegetariani prima del diluvio, e anche agli esseri umani era concesso di mangiare solamente dei frutti della terra. La nota stonata mi è venuta fuori leggendo dell'attacco del leone; trattandosi però della riscrittura di un mito, alla fine ho sorvolato sulla questione.
Devo riconoscere che creare una ucronia su un fatto conosciutissimo, almeno per la nostra cultura, mi ha tenuto sulle spine oltre quello che mi potessi aspettare. Anche se non so se si possa trattare di ucronia, dato che si parla di un fatto leggendario/mitologico.
L'obiettivo del racconto è quello di raccontare il risvolto psicologico dei personaggi, che non vengono introdotti dato che ti appoggi al mito. E secondo me l'obiettivo è riuscito, soprattutto per i personaggi raccontati dal narratore Noè. Non ho avuto modo di dubitare della verosimiglianza di quanto viene raccontato. Anche la perdita di fede di Noè la ritengo verosimile. Il risultato è un mito alternativo, che può rappresentare una delle tante estinzioni di massa avvenute durante la vita della Terra.
Grazie e alla prossima.
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Re: E se...
In genere l’ucronia si riferisce ai fatti storici, ma penso che il racconto si possa considerare ucronico in quanto lo svolgimento si discosta dal fatto biblico.
Disgustato da quanto accade all’interno dell’arca, Noé perde la fiducia in Dio. Si dispera, prega, e alla fine “ getta la spugna”.
Solo diciotto giorni bastano a trasformare la fede in ribellione. Noé distrugge l’arca che da strumento di salvezza, contravvenendo al volere divino, diviene mezzo di distruzione.
Disgustato da quanto accade all’interno dell’arca, Noé perde la fiducia in Dio. Si dispera, prega, e alla fine “ getta la spugna”.
Solo diciotto giorni bastano a trasformare la fede in ribellione. Noé distrugge l’arca che da strumento di salvezza, contravvenendo al volere divino, diviene mezzo di distruzione.
mirella- Padawan
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Re: E se...
Questo è il secondo racconto, tra quelli che ho letto finora, che si rivolge a Dio come lettore. Una interpretazione del "paletto" che non mi convince, se non altro perché il lettore sembra del tutto assente, anzi, considerando la conclusione, non esiste proprio.
Comunque era solo per dire che questo paletto, che mi sembrava tanto innocuo, si è rivelato infido.
Nel merito della scrittura ho pochissimo da dire, l'idea non è male, anche se trovo lo sviluppo poco credibile.
Non sono un esperto ma Dio ha parlato a Noè, il dubbio non dovrebbe riguardare la sua esistenza, semmai il fatto che le cose sull'Arca non siano andate come previsto.
Ad ogni modo lo ritengo un buon lavoro.
Grazie
Comunque era solo per dire che questo paletto, che mi sembrava tanto innocuo, si è rivelato infido.
Nel merito della scrittura ho pochissimo da dire, l'idea non è male, anche se trovo lo sviluppo poco credibile.
Non sono un esperto ma Dio ha parlato a Noè, il dubbio non dovrebbe riguardare la sua esistenza, semmai il fatto che le cose sull'Arca non siano andate come previsto.
Ad ogni modo lo ritengo un buon lavoro.
Grazie
AurelianoLaLeggera- Younglings
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Re: E se...
L'unico grande difetto che ho riscontrato nel testo è la scarsa presenza di tensione. Il diario era la forma adatta per lasciarsi andare a sfoghi ben più emotivi. Invece, Noè sembra solo descrivere i fatti come se non ci credesse neanche lui.
Il racconto però rimane piacevole, anche se il titolo è uno spoiler non da poco.
P.S. Il titolo è una citazione a 'What If...?' della Marvel? Perché io il racconto me lo sono immaginato come una serie animata
Il racconto però rimane piacevole, anche se il titolo è uno spoiler non da poco.
P.S. Il titolo è una citazione a 'What If...?' della Marvel? Perché io il racconto me lo sono immaginato come una serie animata
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: E se...
Ho appena commentato “Il bunker” e mi ritrovo in un altro racconto dalla location stretta e con il crollo emotivo dei protagonisti, per di più ambientato nel momento della prima messa alla prova dell’uomo di fronte alla possibile distruzione della Terra. Il titolo: alla fine è sì un diario di bordo, ma all’epoca o anche quando i Vangeli hanno trattato questo episodio non penso si sarebbe usato il termine diario. Il racconto si lascia leggere bene fin dall’inizio, anche se l’insieme sa di freddezza, non mi viene trasmessa l’ansia o la preoccupazione per quello che sta accadendo. Ecco che allora il “diario” funziona, perché semplicemente racconta qualcosa che è accaduto, un po’ come un diario di un bambino: mi sono alzato, ho fatto colazione, il gatto ha rovesciato la ciotola ecc. ecc. Anche l’insieme dei dubbi che si insinuano in Noè non arrivano con lo spirito giusto, soprattutto perché il finale avrebbe davvero meritato maggior tensione nella sua preparazione.
Le mie personalissime note
Sull’arca si respira tensione anche se ognuno cerca di stare per conto suo e di interagire...
Questa frase mi pare troppo moderna, così come lo stile adottato nell'insieme.
Le mie personalissime note
Sull’arca si respira tensione anche se ognuno cerca di stare per conto suo e di interagire...
Questa frase mi pare troppo moderna, così come lo stile adottato nell'insieme.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: E se...
Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…): Corretta. Segnalo solo una piccolezza:; “quel cucciolo dentro la cavalla è un Tuo segnale”; è un segno, non un segnale (sotto il profilo linguistico-semantico è differente).
Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, finale…): I racconti basati su rivisitazioni della Bibbia, specie la Genesi, se ben scritti sono interessanti; e se si concedono un po’ di blasfemia possono diventare divertenti. Questo lo è sicuramente, mi è piaciuto. Un suggerimento: cambia il titolo, davvero brutto. Un dubbio: la cavalla è risultata gravida, la leonessa non è gravida… Non ho cognizioni veterinarie ma la domanda è: a distanza di uno/due giorni dall’eventuale accoppiamento, come si fa a sapere se le femmine sono gravide?
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): Nel complesso buona, anche se l’Autore/trice non ha sempre saputo mantenere un registro omogeneo nel linguaggio, solitamente austero e aulico, tipico delle Sacre Scritture; esempi: “…scendere dall’arca nemmeno per cinque minuti”; forse Noè non avrebbe parlato di 5 minuti, unità di misura del tempo inventata dagli Egizi assai dopo. “Tenerci alto il morale a vicenda”; il concetto di ‘morale alto’ è contemporaneo, forse Noè avrebbe detto “darci conforto l’un l’altro”, “mantenere tutti la fiducia nella Tua volontà” o cose di questo genere. “Sull’arca si respira tensione”; forse Noè avrebbe detto “Sull’arca aleggia lo scoramento”, oppure “Il demonio semina discordia” o altro. Eccetera. Questo, per me, non è un difetto secondario perché spezza - nel corso della lettura - la sospensione di credibilità necessaria. Come in un film in cui, per sciatteria della ripresa e trascuratezza del successivo montaggio, vedi comparire il microfono, o l’ombra della cinecamera, che ti fa uscire dall’immedesimazione creata dalla vicenda e ti grida “È tutta una finzione!”.
Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, finale…): I racconti basati su rivisitazioni della Bibbia, specie la Genesi, se ben scritti sono interessanti; e se si concedono un po’ di blasfemia possono diventare divertenti. Questo lo è sicuramente, mi è piaciuto. Un suggerimento: cambia il titolo, davvero brutto. Un dubbio: la cavalla è risultata gravida, la leonessa non è gravida… Non ho cognizioni veterinarie ma la domanda è: a distanza di uno/due giorni dall’eventuale accoppiamento, come si fa a sapere se le femmine sono gravide?
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): Nel complesso buona, anche se l’Autore/trice non ha sempre saputo mantenere un registro omogeneo nel linguaggio, solitamente austero e aulico, tipico delle Sacre Scritture; esempi: “…scendere dall’arca nemmeno per cinque minuti”; forse Noè non avrebbe parlato di 5 minuti, unità di misura del tempo inventata dagli Egizi assai dopo. “Tenerci alto il morale a vicenda”; il concetto di ‘morale alto’ è contemporaneo, forse Noè avrebbe detto “darci conforto l’un l’altro”, “mantenere tutti la fiducia nella Tua volontà” o cose di questo genere. “Sull’arca si respira tensione”; forse Noè avrebbe detto “Sull’arca aleggia lo scoramento”, oppure “Il demonio semina discordia” o altro. Eccetera. Questo, per me, non è un difetto secondario perché spezza - nel corso della lettura - la sospensione di credibilità necessaria. Come in un film in cui, per sciatteria della ripresa e trascuratezza del successivo montaggio, vedi comparire il microfono, o l’ombra della cinecamera, che ti fa uscire dall’immedesimazione creata dalla vicenda e ti grida “È tutta una finzione!”.
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L'uomo fa il male come l'ape il miele (William Golding).
Re: E se...
Questo è il secondo racconto (almeno fra quelli che ho letto finora) nel quale il "lettore" oggetto del paletto è rappresentato da Dio. E, come per l'altro, mi sembra di rilevare più o meno le stesse incongruenze che definirei "da preghiera inascoltata". Ma in questo caso c'è almeno l'atto finale di ribellione che rende il vecchio Noè un po' più umano dell'altro protagonista, a tutto vantaggio della storia.
Ci sono comunque altre imprecisioni e criticità, soprattutto a livello di registro narrativo.
Si nota bene il tentativo di mantenere un tono che sia il più vicino possibile alla preghiera o a locuzioni bibliche, ma non sempre il tentativo va in porto ed escono fuori espressioni anacronistiche come "tenerci alto il morale", "si respira tensione", "interagire"... Anche la scansione temporale, in alcuni casi ("cinque minuti", "quasi un’ora") è troppo moderna, dato che, se non ricordo male, a quei tempi la suddivisione del giorno non andava al di sotto delle due ore.
Anche a livello di plausibilità qualcosa lascia a desiderare.
Per esempio, tutti i "fallimenti" a cui Noè va incontro e la conseguente decisione finale ("Sto scendendo sotto, in mano un’ascia: distruggerò l’arca e sarà la fine di tutto") appaiono come reazioni a dir poco esagerate verso il comportamento di animali e uomini che, semplicemente, da animali e uomini si comportano: lo spazio fisico è quello che è, e non credo ci siano sbarre o gabbie stile zoo.
Il testo è corretto e il lavoro non è male, ma non è riuscito a coinvolgermi.
Grazie
M.
Ci sono comunque altre imprecisioni e criticità, soprattutto a livello di registro narrativo.
Si nota bene il tentativo di mantenere un tono che sia il più vicino possibile alla preghiera o a locuzioni bibliche, ma non sempre il tentativo va in porto ed escono fuori espressioni anacronistiche come "tenerci alto il morale", "si respira tensione", "interagire"... Anche la scansione temporale, in alcuni casi ("cinque minuti", "quasi un’ora") è troppo moderna, dato che, se non ricordo male, a quei tempi la suddivisione del giorno non andava al di sotto delle due ore.
Anche a livello di plausibilità qualcosa lascia a desiderare.
Per esempio, tutti i "fallimenti" a cui Noè va incontro e la conseguente decisione finale ("Sto scendendo sotto, in mano un’ascia: distruggerò l’arca e sarà la fine di tutto") appaiono come reazioni a dir poco esagerate verso il comportamento di animali e uomini che, semplicemente, da animali e uomini si comportano: lo spazio fisico è quello che è, e non credo ci siano sbarre o gabbie stile zoo.
Il testo è corretto e il lavoro non è male, ma non è riuscito a coinvolgermi.
Grazie
M.
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Re: E se...
Il finale mi ha sorpreso e questo ha riscattato la monotonia delle ripetizioni della prima metà del testo.
La cosa che più ho apprezzato è l'umanità che permea tutti i personaggi, umani e animali. Non dovrebbe stupire perché nella Bibbia, quella vera, si trovano numerose fugure che devono affrontare dubbi e lotte interiori.
E qui hai reso molto bene l'angoscia che attanaglia l'animo di Noè.
Come in altri racconti, non ho invece avvertito il rivolgersi direttamente al lettore, qui a Dio, ma che rimane distante, se non del tutto assente.
Convinto a metà.
La cosa che più ho apprezzato è l'umanità che permea tutti i personaggi, umani e animali. Non dovrebbe stupire perché nella Bibbia, quella vera, si trovano numerose fugure che devono affrontare dubbi e lotte interiori.
E qui hai reso molto bene l'angoscia che attanaglia l'animo di Noè.
Come in altri racconti, non ho invece avvertito il rivolgersi direttamente al lettore, qui a Dio, ma che rimane distante, se non del tutto assente.
Convinto a metà.
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: E se...
In quell'arca c'è l'uomo e l'uomo non può essere altro che uomo.
Il peccato originale rimane insito nell'uomo e sembra assoggettarsi anche all'agire animale.
L'arca diviene man mano come il vaso di Pandora.
I mali sono racchiusi dentro perché sia l'uomo che gli animali agiscono spinti dal male stesso.
I principi del bene assoluto vengono meno, in questo racconto, proprio quando la clausura mette a confronto il male con il male e ciò che vincerà alla fine sarà il male.
Mancanza assoluta di speranza nella redenzione dell'uomo.
Nuda e cruda prevale la scorza ancestrale dell'istinto di sopravvivenza e di esistenza.
Una volta scoperchiata l'arca i mali si diffonderanno nuovamente e appare voltata la morale biblica descrivendo un Dio creatore che in realtà si dimostra distruttore dell'uomo.
Pesa l'assenza del divino in ogni rigo scritto.
Ben narrato e le sequenze dell'intreccio sono ben collegate.
Scrittura fluida e scorrevole senza sussulti di sorta.
Il senso è svelato alla fine lasciando il lettore nel dubbio dell'esito.
Ottimo lavoro in definitiva.
Il peccato originale rimane insito nell'uomo e sembra assoggettarsi anche all'agire animale.
L'arca diviene man mano come il vaso di Pandora.
I mali sono racchiusi dentro perché sia l'uomo che gli animali agiscono spinti dal male stesso.
I principi del bene assoluto vengono meno, in questo racconto, proprio quando la clausura mette a confronto il male con il male e ciò che vincerà alla fine sarà il male.
Mancanza assoluta di speranza nella redenzione dell'uomo.
Nuda e cruda prevale la scorza ancestrale dell'istinto di sopravvivenza e di esistenza.
Una volta scoperchiata l'arca i mali si diffonderanno nuovamente e appare voltata la morale biblica descrivendo un Dio creatore che in realtà si dimostra distruttore dell'uomo.
Pesa l'assenza del divino in ogni rigo scritto.
Ben narrato e le sequenze dell'intreccio sono ben collegate.
Scrittura fluida e scorrevole senza sussulti di sorta.
Il senso è svelato alla fine lasciando il lettore nel dubbio dell'esito.
Ottimo lavoro in definitiva.
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Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.
Flash Gordon- Padawan
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Re: E se...
L'arca invece di salvare, distrugge, in uno dei racconti più leggibili.
La fragilità del titolo, però, non l'ho capita, avrai speso giorni interi per confermare la bontà di un ottimo racconto, autore, e quando sei arrivato al titolo ti sei affidato a dei punti di sospensione per fare immaginare a noi un titolo possibile. Pazzesco.
Per fortuna la tua penna si è ribellata e ne è uscito uno dei migliori testi, sicuramente il più originale.
La fragilità del titolo, però, non l'ho capita, avrai speso giorni interi per confermare la bontà di un ottimo racconto, autore, e quando sei arrivato al titolo ti sei affidato a dei punti di sospensione per fare immaginare a noi un titolo possibile. Pazzesco.
Per fortuna la tua penna si è ribellata e ne è uscito uno dei migliori testi, sicuramente il più originale.
tommybe- Maestro Jedi
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Re: E se...
Bello, molto bello il finale. La controstoria dell'arca di Noè.
L'inizio è un po' lento e monotono e non sono sicuro che basti il finale per dare un senso a questo racconto.
Non conosco le sacre scritture e quindi poco so della storia colà raccontata. Il problema è che mi sembra tutto molto superficiale e poco profondo da un punto di vista psicologico. Invece qui la psicologia dovrebbe essere tutto.
Un gruppo di umani chiusi in un posto ristretto e davanti a un futuro incerto e che diventa sempre più tale quando la fede vacilla. La ricchezza dell'intreccio psicologico qui manca completamente.
Alla fine, mi dispiace, sono deluso.
L'inizio è un po' lento e monotono e non sono sicuro che basti il finale per dare un senso a questo racconto.
Non conosco le sacre scritture e quindi poco so della storia colà raccontata. Il problema è che mi sembra tutto molto superficiale e poco profondo da un punto di vista psicologico. Invece qui la psicologia dovrebbe essere tutto.
Un gruppo di umani chiusi in un posto ristretto e davanti a un futuro incerto e che diventa sempre più tale quando la fede vacilla. La ricchezza dell'intreccio psicologico qui manca completamente.
Alla fine, mi dispiace, sono deluso.
gipoviani- Padawan
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Re: E se...
Ciao Autore.
Racconto originale e ben gestito. Anche secondo me, il titolo anticipa troppo la tragica conclusione a cui arriva al tuo Noè. Armato, poveretto di una fede passiva, non sa che pesci prendere e fa continue domande. Una fede che secondo me vacilla troppo presto, considerato il fatto che il Signore gli ha pure parlato. Verosimile il casino che possa essersi generato all’interno dell’arca. Mi viene in mente quello splendido sketch televisivo della Smorfia con Troisi.
Ho sentito improbabile questa frase:…Iafet non esce da due giorni dalla sua stanza… più che un’arca mi sembra una nave da crociera.
Nel complesso l'ho letto volentieri, ho apprezzato l'originalità e, con le tue capacità, avresti potuto tranquillamente osare di più.
Racconto originale e ben gestito. Anche secondo me, il titolo anticipa troppo la tragica conclusione a cui arriva al tuo Noè. Armato, poveretto di una fede passiva, non sa che pesci prendere e fa continue domande. Una fede che secondo me vacilla troppo presto, considerato il fatto che il Signore gli ha pure parlato. Verosimile il casino che possa essersi generato all’interno dell’arca. Mi viene in mente quello splendido sketch televisivo della Smorfia con Troisi.
Ho sentito improbabile questa frase:…Iafet non esce da due giorni dalla sua stanza… più che un’arca mi sembra una nave da crociera.
Nel complesso l'ho letto volentieri, ho apprezzato l'originalità e, con le tue capacità, avresti potuto tranquillamente osare di più.
Resdei- Maestro Jedi
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Re: E se...
Ammetto che l'inizio mi ha lasciato perplesso. Stavo leggendo qullo che si prospettava un diario di bordo, biblicamente accurato, del viaggio sull'arca. A un certo punto mi sono chiesto: "Non lo farà mica per 40 giorni?". Poi (per fortuna) il tutto vira inaspettatamente e ironicamente. Il risultato? Un lavoro molto originale e piacevole. Spiazzante e curioso. Ben scritto e intelligentemente accurato.
Ottimo lavoro! Complimenti
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Maestro Jedi
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Re: E se...
Un interessante Noè che sale sull'Arca ai giorni nostri quando ormai la Fede dell'uomo in un possibile Dio è estremamente fragile e bsata su basi niente affatto solide pronte a franare sotto la spinta anche debole di qualsiasi fattore esterno. Sulla Terra è la violenza, il male a prevalere, sia tra gli uomini che tra gli animali sembra dirci l'aut*.
L'esperienza del lockdown causa Covid è ancora abbastanza recente per non ricordarci quanta violenza ha spesso prodotto la convivenza forzata per tanto tempo in spazi stretti.
Una bella scrittura scorrevole e priva di apparenti refusi evidenti accompagna una buona idea che sembra essere stata abbandonata troppo in fretta lasciando al lettore la sensazione di una bella occasione sprecata.
L'esperienza del lockdown causa Covid è ancora abbastanza recente per non ricordarci quanta violenza ha spesso prodotto la convivenza forzata per tanto tempo in spazi stretti.
Una bella scrittura scorrevole e priva di apparenti refusi evidenti accompagna una buona idea che sembra essere stata abbandonata troppo in fretta lasciando al lettore la sensazione di una bella occasione sprecata.
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paluca66- Maestro Jedi
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Re: E se...
Non è male l'idea che hai avuto, con questa rivisitazione di Noè che a un certo punto sbrocca, come Jack Torrance in Shining, e come Jack Torrance afferra un'ascia e si prepara a fare un macello e distruggere tutto.
Poi è interessante anche il dubbio che si insinua nel tuo Noè, la sua fede che crolla, il suo rifiuto verso l'insensatezza che lo, o ci, circonda.
Comunque, per fare un discorso generale, due autori nei loro testi si interrogano su Dio e la sua esistenza, altri due o tre ci parlano di soggetti che hanno subito un torto e si vendicano annientando l'umanità. Sarà un caso, una coincidenza, solo una finzione letteraria, oppure è evidente come in questo mondo ci sia un enorme e sconsiderato deficit di felicità.
Poi è interessante anche il dubbio che si insinua nel tuo Noè, la sua fede che crolla, il suo rifiuto verso l'insensatezza che lo, o ci, circonda.
Comunque, per fare un discorso generale, due autori nei loro testi si interrogano su Dio e la sua esistenza, altri due o tre ci parlano di soggetti che hanno subito un torto e si vendicano annientando l'umanità. Sarà un caso, una coincidenza, solo una finzione letteraria, oppure è evidente come in questo mondo ci sia un enorme e sconsiderato deficit di felicità.
Byron.RN- Maestro Jedi
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Re: E se...
Ho apprezzato il racconto per la sua originalità e per l'abilità nel reinterpretare un episodio biblico noto. La scrittura è fluida e corretta, rendendo la lettura piacevole. Tuttavia, ho alcune perplessità riguardo la caratterizzazione del personaggio e l'evoluzione della trama. Da un lato ho trovato la rappresentazione di Noè umanamente interessante e ben realizzata soprattutto nella prima parte, dall'altro lato ritengo poco credibile la sua rapida perdita di fede. Tutto sommato il racconto è comunque un buon lavoro, con un'idea interessante e una conclusione ben gestita, anche se ritengo poco credibile il passaggio dalla prima alla seconda parte.
Gimbo- Padawan
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Re: E se...
Trovo questo racconto ben scritto e sviluppato in maniera coerente con il testo "principale".
L'aspetto più interessante credo riguardi Noè poiché ci viene presentato come veramente umano al di là del suo rapporto privilegiato con il creatore. E che sia un rapporto privilegiato si evince da tutte le maiuscole utilizzate quando il protagonista gli si rivolge direttamente. Insomma, un dialogo a senso unico visto che l'interlocutore non perviene tanto da far dubitare lo stesso Noè. Personalmente, e lo sapete tutti, non sono molto sensibile a certi temi, però devo dire che questa rivisitazione è molto originale e riesce ad annoverare tra il suo pubblico che gradisce anche i più miscredenti come me.
Ho apprezzato molto anche il titolo che fino alla fine non comprendevo. Con il finale spiazzante il cerchio si è chiuso.
Grazie
L'aspetto più interessante credo riguardi Noè poiché ci viene presentato come veramente umano al di là del suo rapporto privilegiato con il creatore. E che sia un rapporto privilegiato si evince da tutte le maiuscole utilizzate quando il protagonista gli si rivolge direttamente. Insomma, un dialogo a senso unico visto che l'interlocutore non perviene tanto da far dubitare lo stesso Noè. Personalmente, e lo sapete tutti, non sono molto sensibile a certi temi, però devo dire che questa rivisitazione è molto originale e riesce ad annoverare tra il suo pubblico che gradisce anche i più miscredenti come me.
Ho apprezzato molto anche il titolo che fino alla fine non comprendevo. Con il finale spiazzante il cerchio si è chiuso.
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Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: E se...
Ho davvero apprezzato molto il ribaltamento finale del testo: una gran bella idea!
Tra l'altro ben scritta e chiara nei contenuti e nelle scene.
Trovo però che questa bella idea non sia stata gestita alla perfezione: a un certo punto mi sono chiesta anch'io se davvero il testo sarebbe continuato così fino alla fine... La risposta è sì, ma la verve che gli hai dato da un certo punto in poi ripaga il lettore. L'autore non ha avuto il coraggio di fare le cose in grande, perchè questo racconto poteva virare in maniera netta verso un taglio più comico o ironico e sarebbe diventato una vera bomba (due risate a denti stretti me le sono fatte quando lui scende con l'ascia...).
Oppure qualcosa di horror, oppure un giallo alla Dieci piccoli indiani: qualcosa d'inusuale associato al termine Bibbia, insomma, sarebbe stato davvero interessante!
Ricalcare lo stile della bibbia forse non ha rappresentato il contenitore giusto per raccogliere la tua brillante fantasia: la prossima volta crea altro, vai oltre.
Almeno davanti un pc lo possiamo fare...
Tra l'altro ben scritta e chiara nei contenuti e nelle scene.
Trovo però che questa bella idea non sia stata gestita alla perfezione: a un certo punto mi sono chiesta anch'io se davvero il testo sarebbe continuato così fino alla fine... La risposta è sì, ma la verve che gli hai dato da un certo punto in poi ripaga il lettore. L'autore non ha avuto il coraggio di fare le cose in grande, perchè questo racconto poteva virare in maniera netta verso un taglio più comico o ironico e sarebbe diventato una vera bomba (due risate a denti stretti me le sono fatte quando lui scende con l'ascia...).
Oppure qualcosa di horror, oppure un giallo alla Dieci piccoli indiani: qualcosa d'inusuale associato al termine Bibbia, insomma, sarebbe stato davvero interessante!
Ricalcare lo stile della bibbia forse non ha rappresentato il contenitore giusto per raccogliere la tua brillante fantasia: la prossima volta crea altro, vai oltre.
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caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: E se...
Anche qui trovo che interpreti l'imperativo di rivolgersi al lettore a modo suo. Dio dovrebbe essere il lettore delle suppliche di Noè (io avrei usato Noah, ma lasciamo stare...), ma se per un po' sembra davvero parlargli, verso la fine lo informa dei fatti e all'ultimo chiude la comunicazione, sottolineando che ha perso il suo tempo a parlare con qualcuno che nemmeno esiste.
Detto questo il racconto comunque funziona e ha una sua tensione interna, soprattutto quando ti rendi conto che vuole "ucronizzare" la Bibbia. Del resto probabilmente una cronistoria di diluvio e salvezza non avrebbe aggiunto molto all'essenzialità del racconto biblico, a meno di non scavare a fondo nell'animo di Noè. Qui un po' di scavo c'è, ma si tratta più che altro di domande, di dubbi a cui alla fine chi scrive non si preoccupa di dare una risposta, scegliendo la strada della negazione.
Nel complesso un buon lavoro, ma come lettore non mi sento chiamato in causa. Il racconto non si rivolge a me, ecco, quindi nella scelta della cinquina sarà un fattore determinante, credo.
Detto questo il racconto comunque funziona e ha una sua tensione interna, soprattutto quando ti rendi conto che vuole "ucronizzare" la Bibbia. Del resto probabilmente una cronistoria di diluvio e salvezza non avrebbe aggiunto molto all'essenzialità del racconto biblico, a meno di non scavare a fondo nell'animo di Noè. Qui un po' di scavo c'è, ma si tratta più che altro di domande, di dubbi a cui alla fine chi scrive non si preoccupa di dare una risposta, scegliendo la strada della negazione.
Nel complesso un buon lavoro, ma come lettore non mi sento chiamato in causa. Il racconto non si rivolge a me, ecco, quindi nella scelta della cinquina sarà un fattore determinante, credo.
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Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: E se...
E se il puledro fosse una puledra? Per i cavalli sarebbe stata la fine comunque. A me questo racconto è piaciuto, ho apprezzato anche la sua brevità, il suo essere diretto, probabilmente si sarebbe potuto spingere un po' di più sugli aspetti psicologici e la caduta nella follia, ma non sono sicuro che l'effetto finale ne avrebbe giovato. Propendo quindi per la scelta che ha fatto l'autore. Sono invece meno convinto del registro usato, insomma, un tono alto, "biblico", anche mistico perché no, tenuto costante per tutto il testo sarebbe stato perfetto, invece ogni tanto il tono scade, quei 5 minuti, quel colloquiale, nel rivolgersi a Dio poi, hanno rovinato l'atmosfera generale. Una voce più omogenea renderebbe questa ucronia davvero perfetta. A rileggerci!
Akimizu- Cavaliere Jedi
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