Il nastro blu - parte 4 -

«Pronto» disse Luis.
C'era una vecchia sedia di legno accanto al telefono, sotto la finestra, e ci si lasciò cadere sopra.
«Ciao tesoro, come stai?»
«Ciao mamma,» allungò un braccio e spalancò la finestra. I boschi bagnati dalla pioggia recente brillavano sotto la luna, «è da un po' che non ci sentiamo.»
«Ho bisogno di un ultimo favore» mormorò sua madre. 
«Era l'ultimo anche la volta scorsa,» ci fu del silenzio, eloquente. Poi, in sottofondo, si sentì la televisione. Delle risa, «ma il bambino è là con te?» chiese Luis, alzando la voce.
«È una bambina. E non l'ho portata io qua, non so come ha fatto, ma ci è arrivata da sola. È stato... il destino.»
«Il destino?»
Luis si ritrovò a sorridere. Il destino, certo. Sua madre aveva il vizio di aiutarlo parecchio, il destino, a compiere il suo dovere.
«È una situazione grave» la sentì bisbigliare.
«Mi ci vorrà qualche ora per scendere in città e... mamma?»
«Sì?»
«Distruggi il telefonino.»


Lasciò la Jeep vicino alla Metro. Nei bagni della stazione trovò l'indirizzo scritto sulla ceramica del secondo orinatoio. Lo cancellò per bene, si cambiò la giacca e i pantaloni, si avvolse le dita col nastro adesivo, stretto. Era meglio dei guanti, come aveva imparato durante l'addestramento in Israele. Si calcò un cappellino in testa e prese il treno. Scese al capolinea e si cambiò nuovamente. Parrucca bionda e barba. Spessi occhiali da vista.
L'ultimo tratto di strada, fino all'indirizzo che gli aveva indicato sua madre, lo fece a piedi.
Si ritrovò davanti a una casa anonima, con le imposte chiuse.
Non notò nessun vicino curioso. Non passavano auto.
Quando sollevò il braccio per suonare il campanello, la manica della giacca si ritrasse e scoprì il polso con un bel nastro rosso che lo avvolgeva. Sorrise, chissà di che colore era quello della bambina.
Il portoncino si aprì e una donna lo squadrò, annoiata. Aveva i capelli unti, un labbro tumefatto e puzzava di fumo. 
«E tu chi saresti?» chiese.
«Sono il destino» rispose calmo Luis, colpendola al collo.

In corsia uno non si scherza davvero!
Questa parte si allaccia perfettamente alla precedente e allo stesso tempo riprende sia il ritmo pacato di Danilo che il senso del dramma introdotto da Resdei.
E poi c'è quel doppio senso introdotto con maestria e per niente forzato: all'inizio pensavo che... e invece lui...
E adesso ho una curiosità incredibile nel leggere il continuo di questa storia!
Sempre perfetto nel descrivere situazioni e personaggi!
Davvero complimenti!

Grande Aki!!!
 
Intanto ringrazio il destino per averti assegnato la corsia 1. Non me ne vogliano gli altri (eheheheh!).
 
La figura di Luis mi piace moltissimo. È uno tosto, addestrato in Israele, abituato al travestimento e alle missioni segrete. Mi dà fiducia. E poi quel nastro rosso avvolto al polso…
Complimenti, che altro devo dire?

Che bel.pezzone, Aki. La storia prende una piega inaspettata e davvero intrigante
Ele

Piaciuto davvero tanto:
Sei riuscito a far fare una inversione a "V"  (perchè a 'U' sarebbe ancora troppo comoda) al racconto destabilizzando la storia che vedevo già tracciata.
Non invidio chi dovrà tirare le fila di questi nastri rossi e blu. 

Da te ci si aspetta tanto, e tanto è arrivato. Il pezzo disegna già di per sé una storia intera: una mamma maestra che ci si chiede che vita abbia avuto, per essere abituata ad aiutare in questo modo il destino, Luis che la chiama "mamma" ma chissà poi in che modo le è diventato figlio, considerato quel braccialetto rosso al polso che fa pensare a una storia simile a quella di Agnese, un uomo che non può girare per il mondo senza cambiare travestimenti, che deve fare buttare via subito i telefoni che servono per contattarlo. Infine, il destino: quale destino? Perché il lettore forse si è creato un'immagine di Luis e di quello che è andato a fare, ma non è detto che questa immagine corrisponda a quello che poi avverrà davvero. Insomma, davvero tante cose interessanti in mano al prossimo staffettista, che si trova però allo stesso tempo tutte le strade aperte per tirare i fili come vuole.
Il tutto, naturalmente, scritto benissimo.

Una svolta che solo un campione come Aki avrebbe gestito così bene. 
Mi piace tantissimo che sia tornata la crudezza iniziale. 
Il personaggio di Luis è stato costruito benissimo, con pochissime battute, ma che hanno già detto molto di lui senza precludere nessuna strada. 
Io ho un'idea, ma non voglio dirlo perché il bello di questo esperimento è scoprire come le persone interpreteranno la storia e la faranno propria. 
Bravo.

Intanto vi ringrazio di cuore per le belle parole! Poi sì, naturalmente io ho un'idea mia che va oltre questo frammento, so chi è Luis, cosa succederà alla famiglia di Agnese e cosa succederà ad Agnese stessa. E non dirò nulla, anche perché il bello di questo esperimento, tra le altre cose, è nel vedere cosa il seme di una tua idea possa fare germogliare nell'immaginazione di qualcun altro.
Una curiosità: il periodo Luis è un semi-omaggio a un personaggio straordinario creato da Sandrone Dazieri nel suo romanzo "Il male che gli uomini fanno". Se vi piace il thriller "all'italiana" è un libro che vi consiglio caldamente eheh

Chissà se è poi veramente sua madre? Grande Aki, ma merito di tutti: questa corsia funziona davvero bene.

Ottima sterzata che lascia comunque varie possibilità all'ultimo frazionista che non hai "colpito al collo". Non voglio dire che sia facile... tutt'altro, ma ci si può ragionare. Sulla scrittura, che dire? Bella, come al solito.

La storia sta acquisendo passaggio dopo passaggio una connotazione che lascia spazio a una certa inquietudine. L’incipit tocca il cuore, poi il racconto diventa crudo e potente, la violenza cede il passo alla speranza e quando il lettore sembra potersi rilassare (che andrà tutto bene) ecco che si cambia di nuovo pelle e ci si ritrova immersi nei dubbi.
@Akimizu hai saputo utilizzare in modo egregio tutte le emozioni ed elaborato un testo che si può adattare a qualsiasi scenario. Resta l’inquitudine e il desiderio di sapere come andrà a finire. Vinceranno i buoni o i cattivi? Oppure sarà il lettore a decidere?
Bella prova, ottima lettura

Mi tocca ripartire da qui, un episodio scritto in modo meraviglioso dal nostro numero uno e con una trama che non mi piace per niente.
Perfetto, direi.
Il mio psicologo ringrazierà.

Interessante. Ci troviamo di fronte a una netta virata, che instrada il racconto verso molteplici scenari. Il personaggio di Luis s'intromette con prepotenza, ma con questo non voglio dire che destabilizza ciò che è successo prima. O se lo fa, è certamente per una buona causa che il prossimo staffettista saprà cogliere.

Akimizu ha lasciato la sua impronta, sviando dal sentiero tranquillizzante che la storia sembrava avere preso?
Ci troviamo al cospetto di trafficanti di bambini come avevo suggerito nel segmento precedente? Non credo, però la storia s icomplica.
E adesso sono fatti di Achillu