Il bunker
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Il bunker
Ehmm… allora… Oggi è il 28 aprile, io sono Fabiano Colasanti e… mmh… Sì, questo è il video numero uno. Dietro di me vedete, ecco… (si sposta di lato per mostrare le persone alle sue spalle) mia moglie Marta, la vedete che fa “ciao ciao” con la mano. Poi, lì sul divano il mio amico Frank con sua moglie Rose e la loro figlia Elena di quindici anni. Bene. Allora… Abbiamo deciso di lasciare una testimonianza, forse dovrei dire semplicemente un diario, non so, comunque il racconto di questa… stavo per dire “avventura” ma non mi sembra il caso… (voce di Marta, da lontano); ah sì, Marta suggerisce “tragedia” e ha ragione… Non per noi, comunque. Io mi sono chiesto… Noi ci siamo chiesti, per molte settimane, quale sentimento animasse questa nostra decisione: sì, certo, tragedia; ci mancherebbe! Un’immane tragedia, ma di più ancora, se solo mi venisse la parola giusta… Ma la vera parola, alla fine abbiamo deciso (si gira verso l’altro uomo), vero Frank? La vera parola è speranza. A cominciare da noi cinque, qui in questo bunker, e alle centinaia, speriamo migliaia che nel mondo hanno trovato un rifugio sicuro, come il nostro. E… ecco… Allora: questo è il nastro numero uno, ed è necessario fare un breve riepilogo, a favore di chi, eventualmente, troverà il video. Preciso che spero che nessuno lo veda perché vorrebbe dire che siamo morti ma, nel caso… boh?
Dell’asteroide ovviamente sapete. Per placare l’ansia, all’inizio, eruditi parrucconi ci hanno spiegato la fascia degli asteroidi tra Marte e Giove, e la sporadica e casuale uscita dall’orbita di alcuni di essi a causa dell’azione congiunta dell’attrazione dei due pianeti. Questo l’ho capito anch’io che sono solo un carrozziere; che poi quel cazzo di asteroide (voce di Marta, poco comprensibile)… scusa cara, m’è scappata. Insomma quel sasso s’è spostato e ha deciso di venire sulla Terra. Peccato che abbia un diametro di un chilometro e mezzo, il maledetto (risatina nervosa). Non devo riepilogare qui il significato di un impatto di tale genere perché fra pochi giorni lo scopriremo tutti e, se state vedendo questo nastro, vuol dire che l’avete vissuto anche voi e ne siete sopravvissuti.
Arrivo al sodo, dai, che qui c’è da fare per prepararsi all’ora X ed è inutile dire cose che tutti voi già sapete. Questo è solo il nastro uno con la nostra presentazione, e quindi concludo: io ho speso gli ultimi quindici anni della mia vita a prepararmi. Frank, che ho conosciuto cinque anni fa, dice che in America quelli che si preparano ai grandi disastri si chiamano prepper. Bene: sono un prepper; sempre stato. Frank fa il veterinario. Ha studiato in Italia, poi ha conosciuto Rosa, che lui chiama Rose, e si è fermato qui; anche lui la pensava come me e alla fine abbiamo deciso di metterci assieme, e il suo contributo è stato prezioso. Qui abbiamo tutto. Il bunker è solidissimo, abbiamo un grande magazzino pieno di cibo, una sorgente d’acqua con purificatore, attrezzi, armi, tutto. E a quegli stronzi che mi prendevano per il culo, che dicevano che ero un fanatico complottista, che buttavo via i soldi, dico solo: adesso voi crepate, io mi salverò (voce di Marta, singhiozzi di Elena); sì Marta, che si fottano! Anni a mangiare merda per quel branco di idioti… (si vede Marta che si alza e si avvicina allo schermo. La registrazione viene interrotta).
È sempre il 28 aprile. Insomma, ho un po’ esagerato, mi scuso. Sono umano, sento anch’io la tensione. Marta mi ha sgridato per le ultime parole che ho detto prima (voce di Marta); sì cara, te l’ho detto, hai ragione. Diciamo allora: mi dispiace moltissimo per tutti perché stanno per morire. I simpatici e gli antipatici, i buoni e i cattivi, i tanti amici che lasciamo indietro e anche quegli stronzi che mi hanno sempre preso in giro. Va bene così, Marta? Mi dispiace! È naturale, no? Moriranno tutti, certo che mi dispiace! Ma noi vivremo. E vivremo grazie al fatto che io e Frank abbiamo costruito questo bunker, l’abbiamo attrezzato e sistemato. Qui ci potremmo stare mesi, belli tranquilli. Sono un po’ preoccupato per Elena, poverina… Lei è piccola è capisce meno queste cose. Ehi, Elena, vieni qui, fatti fare un primo piano, dai! (Si avvicina la ragazzina e si mette di fronte al monitor del computer; ha un viso spaventato). Visto com’è bellina la nostra Elena? Dai, Elena, tranquilla, qui sei con mamma e papà e tutto andrà bene.
Beh… Mancano quattro giorni all’impatto e siamo pronti. Siamo pronti. Il bunker è chiuso e devo dire che abbiamo fatto benissimo ad arrivare per tempo, che qualcuno che lo sapeva ha incominciato a supplicarci, poi a minacciarci, che dovevamo portarli qui con noi e altre stronzate simili. Ci minacciavano, capite? Poi io ho tirato fuori la mia Browning Buckmark 22 e ho sparato tre colpi in aria; non è una gran pistola, secondo me, ne ho di migliori e più letali, ma questa ha un’aria cattivissima; e quegli stronzi… (si guarda intorno, per vedere se Marta è nei paraggi), insomma: la gente sa che vado regolarmente al poligono, è una cosa che da tempo faccio sapere a tutti; come si dice? “Uomo avvisato…”. E siamo arrivati qui, ci siamo chiusi dentro e buona notte. Adesso finiamo di sistemare un po’ le ultime cose ma, onestamente, è già tutto abbastanza a posto. Vuol dire che cercheremo di passare il tempo. Abbiamo anche la Playstation! (Sorride). Cazzo, ho pensato davvero a tutto!
2 maggio. Mancano tre ore all’impatto. Noi guardiamo da uno schermo tivù quel coso che si avvicina. Fa impressione. A trenta chilometri al secondo… Pare che prima dello schianto già lo spostamento d’aria, tremendo, ucciderà decine di migliaia di persone.
Allora… Elena non la vedete, in questo video, perché le abbiamo dato dei tranquillanti; adesso dorme in cameretta, sua madre la vigila… poverina, pensa alle amichette che non vedrà più… è piccola, non può capire. Mi ringrazierà.
Ieri abbiamo sentito bussare alla porta esterna del bunker, poi dei colpi più secchi, cadenzati; credo che abbiano cercato di entrare usando i picconi. Stanno freschi! Ti pare che non abbia pensato che al momento critico quegli imbecilli non capissero l’errore che avevano fatto? Di sottovalutare il pericolo, di prendermi per il culo! Hai voglia di picconare! Sotto il cemento c’è una lastra d’acciaio di un centimetro. Piccona, piccona…
Adesso metto in pausa. Riprenderò al momento dell’impatto.
(Pausa)
Eccoci. Vi giuro che sento le pulsazioni a mille. Anche Frank, lo vedete, non ha proprio la faccia rilassata, eh Frank? Rose ha detto che non vuole comparire in questo video, è nella sua stanza che prega. Sì, forse si dovrebbe pregare ma… come devo dire? Io non sono molto bravo in queste cose. Mi andrebbe una sigaretta, cazzo, ma qui dentro non si può. Quanto manca, Frank? (voce di Frank) Sì sì, lo so, c’è il contatore qui… (Lunga pausa).
Eccoci. Dieci secondi.
Nove.
Otto.
Sette.
Beh, ve lo dico… mi sento quasi male…
Quattro.
Tre.
Due.
Uno.
(Lunga pausa).
Frank, tu senti nulla? Marta, hai sentito qualcosa?
(Pausa).
Sento un tremito. Come un brontolio. Lo senti, Frank? Sì, ecco le onde d’urto…
(Pausa. Le immagini si fanno leggermente tremolanti).
Sì, ecco. Adesso lo sentiamo bene. Un tremito… Direi che sta crescendo di intensità… La fine del mondo in diretta. Là fuori sono già tutti morti. Tutti. Tutti quei cazzoni che non ci hanno pensato, che non ci hanno creduto. Adesso chiudo, scusate ma la tensione mi opprime.
Siamo vivi. Come vedete. Mmh… sì… è il 3 maggio ed è tutto finito. Il tremito, il terremoto, quel che era, è durato ore. Non credevo. Qui nessun danno. Siamo vivi e vegeti, tutto funziona normalmente. Ogni comunicazione con l’esterno è ovviamente interrotta. E… niente, che devo dire? Adesso stiamo vedendo come organizzarci, qui sotto, quanto aspettare prima di andare a vedere di sopra come sta il mondo… Vi farò sapere.
Beh, è dura. Cazzo, gente, è davvero dura. Non lo immaginavo, sarò sincero.
Io e Frank abbiamo aspettato una decina di giorni per sicurezza, perché ovviamente ci siamo informati sui detriti, i fumi, insomma: non è che ti arriva in testa un affare del genere e tu due ore dopo esci e ti fai una passeggiata. Ma… Cazzo, non immaginavo…
Ho dimenticato di dire che oggi è il 27 maggio. Insomma, il 13 io e Frank abbiamo aperto l’oblò in cima al pozzo, che dà accesso a una specie di vestibolo con una porta per la quale si esce all’aperto. Quella che avevano cercato di sfondare, ne ho parlato in uno dei primi video. Questo vestibolo è interrato su tre lati, fra rocce e protezioni naturali. Lo sapevo che avrebbe retto. Io e Frank avevamo le maschere con l’ossigeno, ovviamente, per via delle polveri che sapevamo avrebbero saturato l’aria. Abbiamo aperto.
Dio mio! Ero preparato al peggio. Credevo di esserlo. Anche se era tarda mattina, il cielo era oscuro come nelle peggiori giornate invernali, quando gli stratocumuli incombono, neri e minacciosi, oscurando il Sole; l’aria medesima era… grigia! L’aria grigia per la sospensione di polveri che impiegheranno chissà quanto per depositarsi. E il paesaggio! Non un albero era più visibile, non una pianta, costruzioni vicine, niente. Solo una coltre polverosa che ricopriva tutto. Il vento fischiava sollevando continui mulinelli di materiale. Io e Frank ci siamo guardati e siamo immediatamente rientrati.
Abbiamo deciso di lasciar passare un altro paio di settimane prima di tornare fuori di nuovo. È stato questa mattina. Abbiamo fatto fatica ad aprire la porta esterna perché si è depositata moltissima terra, sottile più della sabbia marina, contro l’ingresso. Merda, se ci penso… Potevamo fare la fine del topo… Abbiamo pulito per bene tutto lo spiazzo davanti al bunker, e deciso che ogni tre o quattro giorni saremmo usciti per ripulire e controllare se l’aria fosse diventata respirabile.
Per il resto, nulla. Elena mi preoccupa perché è molto apatica. Rose continua a passare le giornate in camera sua a pregare. Fortuna che c’è Marta che tiene un po’ in ordine il bunker. E per oggi è tutto.
Sono davvero stanco. Sono passate altre tre settimane, oggi è… vediamo… il 18 giugno.
Madonna! Mi vedo in video mentre faccio questa registrazione e faccio paura; bianco, con la barba lunga; credo di avere perso anche un paio di chili. Lo so che è passato un sacco di tempo dall’ultimo video ma, onestamente, non c’è molto da dire.
Ogni qualche giorno usciamo. La polvere continua a galleggiare nell’aria rendendola irrespirabile; io e Frank dobbiamo usare le maschere, di ossigeno ne abbiamo ancora un po’… Puliamo lo spiazzo verso cui si apre la porta del bunker, per non restare bloccati, ve l’ho già raccontato, no? Però non ci sono più grossi mucchi di sabbia e polvere. Credo che sarebbe meglio uscire più di rado e risparmiare le bombole d’ossigeno. Beh… ecco… vi aggiornerò presto.
Eccoci. Questo è il quinto video. O il sesto, boh? Siamo al 25 luglio e la situazione è quella già detta. Fuori l’aria è irrespirabile e il cielo nero. Credo che la polvere stia diminuendo, o almeno lo spero. Ma certo che il Sole non si vede e che il paesaggio attorno a noi è davvero scoraggiante. Non mi chiedo neppure che fine abbiano fatto le case, le città; la risposta la conosco. Mi preoccupa Frank. Sua moglie Rose passa le giornate a pregare. Bah! Sua figlia è gravemente depressa, credo. Prende tranquillanti come se fossero mentine ma non è che ne avessimo una grande scorta, per la misera! E Frank… È sempre più apatico. Fa quello che deve fare ma in maniera automatica, senza slancio. Non è più il Frank che conoscevo. Io, invece, ho i nervi saldi. So cosa voglio. È quello per cui mi sono sempre preparato in questi anni. Questa disgrazia è stata la mia occasione per mettermi alla prova e io, ve lo assicuro, non cedo. Io, non, cedo. Fortunatamente Marta regge bene, anche se la vedo pensierosa; beh, certo, la capisco.
Quel cazzone di Frank sta mollando. Sta seduto sul divano e gioca con la Play. Almeno tiene le cuffie. Mi sa che gli devo fare un discorsetto… Rose passa la giornata in camera con quella zombie di Elena (voce di Marta). Ma sì, Marta! Ho capito che ha solo quindici anni, ma pare una zombie! Neppure per mangiare si fa vedere; quel coglione di Frank è inutile quanto la figlia e qui devo fare tutto io (voce di Marta). Ma piantala un po’, pure tu! (Il video finisce bruscamente).
Salve! Mi dispiace trascurare questo diario, o come lo volete chiamare, ma qui nel bunker non è che succedano cose eccitanti che valgano la pena di essere raccontate. Ci si alza, si mangia, ci si stravacca sul divano… Nessuno parla, nessuno ha voglia di fare un cazzo… Ah, la data, già… Vediamo… Siamo al 12 settembre. Però! Più di quattro mesi.
Allora, vediamo… Qui dentro le cose vanno male.
Frank è totalmente apatico. Mi preoccupa. Sì, insomma… all’inizio pensavo fosse una risorsa, ma adesso… Neppure risponde se gli parli e, ve lo dico, la cosa mi fa veramente incazzare. Sua figlia sta chiusa in camera con la madre. Prima pregavano, adesso… che ne so? Marta non lo so… dice che ho ragione e che devo avere pazienza con gli altri… Ma come sarebbe a dire? Qui se non ci fossi io andrebbe tutto in malora. E anche Marta, adesso è di là che dorme, potrebbe appoggiarmi di più. Boh? Io sono fatto con un’altra stoffa. Esco ogni tanto; da solo, perché Frank non fa più un cazzo. La polvere diminuisce, almeno a quanto capisco, ma serviranno altri mesi prima di poter respirare senza maschere. La sabbia non si accumula più contro la porta, e io posso diradare le mie uscite.
Miracolo! Elena è emersa dalla sua reclusione volontaria e si è fatta vedere a pranzo. “Pranzo” è un eufemismo per dire che ciascuno mangia le sue razioni in un diverso angolo della sala comune, quella che vedete qui nei video. Musi lunghi, ruminare di mascelle. Però sono contento per Elena; è proprio una bella ragazzina. Sì, proprio bellina, sono contento che si faccia vedere.
Frank è sbroccato. Non potete capire, ha proprio dato di matto. Abbiamo litigato, mi ha minacciato… Non potevo permetterglielo, siete d’accordo? Qui si sopravvive se tutti siamo presenti, consapevoli, collaborativi. Gli ho fracassato una bottiglia in testa e lui è stramazzato. L’ho dovuto fare, ci minacciava, gridava cose senza senso. Gli ho legato le mani e l’ho trascinato in camera. Voglio che si sappia che è stata tutta colpa sua. Marta mi è testimone, vero Marta? (Marta tiene gli occhi bassi). Sono molto deluso. Mi aspettavo di più da lui. È crollato come un bambino spaurito, gli è venuta una crisi isterica. Rose è intervenuta a difesa del marito ma le ho mollato un pugno in faccia; cosa dovevo fare? Ma vi rendete conto? Viviamo in un bunker, cristodidio, bisogna mantenere la calma, ragionare, stare tranquilli… e questi perdono la testa, mettendo in pericolo anche me, anche Marta. Non posso permetterlo. Elena, poverina, ha visto tutto ed è corsa in camera a piangere. Vedrò di parlarle…
Oggi è il primo ottobre. Io non sono una psicologo. Ho sempre fatto il carrozziere cercando di informarmi, di capire con la mia testa, di studiare. Ma non sono uno psicologo. Non posso comprendere cosa sia passato per le loro teste. Insomma, Frank è scappato. Senza maschera, senza bombola d’ossigeno. Secondo me è morto soffocato nel giro di dieci minuti. Una volta che usciremo da qui troveremo il suo cadavere non tanto lontano. Cazzi suoi. Dico male? Il problema è che Rose si è messa a fare un gran casino, strilli, urla, insensate accuse a me, dico: a me! Ma se è grazie a me se è ancora viva! E la sapete la cosa paradossale? Marta non si è messa a dare ragione a Rose? Credo siano comportamenti da donne, cazzo ne so? Si mettono a strillare contro il maschio Alfa per ripicca, credo, per invidia, per stupidità femminile. Ma non devono esagerare. Lo dico qui, in questo video, e vi chiamo a testimoni: io ho fatto il mio dovere, io ho salvato Marta, e Frank e la sua famiglia; ma attenzione che c’è un limite, e sono a un passo dal superarlo.
No, no, no… pure Marta a rompere il cazzo. Ma cosa vogliono, queste femmine rompicoglioni? (Si sente la voce concitata di Marta in lontananza. Il video viene interrotto).
Siamo arrivati al 15 ottobre e sta andando tutto a puttane. Ho dovuto chiudere a chiave Rose con Elena nella loro stanza, e Marta nella sua. Capite? Devo uscire per vedere se l’ingresso è sgombro, se l’aria va ripulendosi e quelle cose lì, ma ho paura che le donne mi vogliano chiudere fuori. Teste di cazzo! In particolare Rose, che continua a dire che le ho ucciso il marito, con quella vocina isterica che mi fa uscire matto. Marta… non so… Lei non dice molto ma non sono più molto sicuro di lei. E dire che ho fatto tutto questo per loro. Io, solo io! Mi dispiace per Elena, carina, lei non c’entra nulla ma, capite? Non potevo rischiare. Comunque devo fare un discorsetto con la ragazza, sono sicuro che mi capirà. È ormai una donnina, lei, sono sicuro di poterle parlare.
Che vadano a fare in culo. Mi frega una sega di Rose, ma sono stupito per Marta. Ma cosa le è preso? Ma sapete cosa vi dico? La legge della sopravvivenza. Sì. Le ho cacciate fuori, quelle due pazze isteriche. Ho preso la pistola e glie l’ho sventolata sotto il naso. Brutte stronze puttane. Via dai coglioni. Non vi va bene tutto quello che ho fatto per voi, brutte troie? Allora fuori! Ho dato loro le maschere, un po’ di cibo, che si arrangino! Non vi va bene come gestisco il bunker? Non ci sono problemi, fuori avete tutto lo spazio che volete. Teste di cazzo di donne stronze.
Elena no.
Elena no, carina. Perché mai?
Elena starà qui con me.
Non ci avevo fatto caso ma, sapete? È già sviluppatella… Incomincia a essere davvero bellina. Mi farà compagnia e si occuperà di me. E adesso che siamo soli abbiamo tutte le provviste per noi. Possiamo stare qui sotto un sacco di tempo. Davvero! Adesso vado da lei. Solo per parlarle.
29 aprile 2024
Dell’asteroide ovviamente sapete. Per placare l’ansia, all’inizio, eruditi parrucconi ci hanno spiegato la fascia degli asteroidi tra Marte e Giove, e la sporadica e casuale uscita dall’orbita di alcuni di essi a causa dell’azione congiunta dell’attrazione dei due pianeti. Questo l’ho capito anch’io che sono solo un carrozziere; che poi quel cazzo di asteroide (voce di Marta, poco comprensibile)… scusa cara, m’è scappata. Insomma quel sasso s’è spostato e ha deciso di venire sulla Terra. Peccato che abbia un diametro di un chilometro e mezzo, il maledetto (risatina nervosa). Non devo riepilogare qui il significato di un impatto di tale genere perché fra pochi giorni lo scopriremo tutti e, se state vedendo questo nastro, vuol dire che l’avete vissuto anche voi e ne siete sopravvissuti.
Arrivo al sodo, dai, che qui c’è da fare per prepararsi all’ora X ed è inutile dire cose che tutti voi già sapete. Questo è solo il nastro uno con la nostra presentazione, e quindi concludo: io ho speso gli ultimi quindici anni della mia vita a prepararmi. Frank, che ho conosciuto cinque anni fa, dice che in America quelli che si preparano ai grandi disastri si chiamano prepper. Bene: sono un prepper; sempre stato. Frank fa il veterinario. Ha studiato in Italia, poi ha conosciuto Rosa, che lui chiama Rose, e si è fermato qui; anche lui la pensava come me e alla fine abbiamo deciso di metterci assieme, e il suo contributo è stato prezioso. Qui abbiamo tutto. Il bunker è solidissimo, abbiamo un grande magazzino pieno di cibo, una sorgente d’acqua con purificatore, attrezzi, armi, tutto. E a quegli stronzi che mi prendevano per il culo, che dicevano che ero un fanatico complottista, che buttavo via i soldi, dico solo: adesso voi crepate, io mi salverò (voce di Marta, singhiozzi di Elena); sì Marta, che si fottano! Anni a mangiare merda per quel branco di idioti… (si vede Marta che si alza e si avvicina allo schermo. La registrazione viene interrotta).
È sempre il 28 aprile. Insomma, ho un po’ esagerato, mi scuso. Sono umano, sento anch’io la tensione. Marta mi ha sgridato per le ultime parole che ho detto prima (voce di Marta); sì cara, te l’ho detto, hai ragione. Diciamo allora: mi dispiace moltissimo per tutti perché stanno per morire. I simpatici e gli antipatici, i buoni e i cattivi, i tanti amici che lasciamo indietro e anche quegli stronzi che mi hanno sempre preso in giro. Va bene così, Marta? Mi dispiace! È naturale, no? Moriranno tutti, certo che mi dispiace! Ma noi vivremo. E vivremo grazie al fatto che io e Frank abbiamo costruito questo bunker, l’abbiamo attrezzato e sistemato. Qui ci potremmo stare mesi, belli tranquilli. Sono un po’ preoccupato per Elena, poverina… Lei è piccola è capisce meno queste cose. Ehi, Elena, vieni qui, fatti fare un primo piano, dai! (Si avvicina la ragazzina e si mette di fronte al monitor del computer; ha un viso spaventato). Visto com’è bellina la nostra Elena? Dai, Elena, tranquilla, qui sei con mamma e papà e tutto andrà bene.
Beh… Mancano quattro giorni all’impatto e siamo pronti. Siamo pronti. Il bunker è chiuso e devo dire che abbiamo fatto benissimo ad arrivare per tempo, che qualcuno che lo sapeva ha incominciato a supplicarci, poi a minacciarci, che dovevamo portarli qui con noi e altre stronzate simili. Ci minacciavano, capite? Poi io ho tirato fuori la mia Browning Buckmark 22 e ho sparato tre colpi in aria; non è una gran pistola, secondo me, ne ho di migliori e più letali, ma questa ha un’aria cattivissima; e quegli stronzi… (si guarda intorno, per vedere se Marta è nei paraggi), insomma: la gente sa che vado regolarmente al poligono, è una cosa che da tempo faccio sapere a tutti; come si dice? “Uomo avvisato…”. E siamo arrivati qui, ci siamo chiusi dentro e buona notte. Adesso finiamo di sistemare un po’ le ultime cose ma, onestamente, è già tutto abbastanza a posto. Vuol dire che cercheremo di passare il tempo. Abbiamo anche la Playstation! (Sorride). Cazzo, ho pensato davvero a tutto!
2 maggio. Mancano tre ore all’impatto. Noi guardiamo da uno schermo tivù quel coso che si avvicina. Fa impressione. A trenta chilometri al secondo… Pare che prima dello schianto già lo spostamento d’aria, tremendo, ucciderà decine di migliaia di persone.
Allora… Elena non la vedete, in questo video, perché le abbiamo dato dei tranquillanti; adesso dorme in cameretta, sua madre la vigila… poverina, pensa alle amichette che non vedrà più… è piccola, non può capire. Mi ringrazierà.
Ieri abbiamo sentito bussare alla porta esterna del bunker, poi dei colpi più secchi, cadenzati; credo che abbiano cercato di entrare usando i picconi. Stanno freschi! Ti pare che non abbia pensato che al momento critico quegli imbecilli non capissero l’errore che avevano fatto? Di sottovalutare il pericolo, di prendermi per il culo! Hai voglia di picconare! Sotto il cemento c’è una lastra d’acciaio di un centimetro. Piccona, piccona…
Adesso metto in pausa. Riprenderò al momento dell’impatto.
(Pausa)
Eccoci. Vi giuro che sento le pulsazioni a mille. Anche Frank, lo vedete, non ha proprio la faccia rilassata, eh Frank? Rose ha detto che non vuole comparire in questo video, è nella sua stanza che prega. Sì, forse si dovrebbe pregare ma… come devo dire? Io non sono molto bravo in queste cose. Mi andrebbe una sigaretta, cazzo, ma qui dentro non si può. Quanto manca, Frank? (voce di Frank) Sì sì, lo so, c’è il contatore qui… (Lunga pausa).
Eccoci. Dieci secondi.
Nove.
Otto.
Sette.
Beh, ve lo dico… mi sento quasi male…
Quattro.
Tre.
Due.
Uno.
(Lunga pausa).
Frank, tu senti nulla? Marta, hai sentito qualcosa?
(Pausa).
Sento un tremito. Come un brontolio. Lo senti, Frank? Sì, ecco le onde d’urto…
(Pausa. Le immagini si fanno leggermente tremolanti).
Sì, ecco. Adesso lo sentiamo bene. Un tremito… Direi che sta crescendo di intensità… La fine del mondo in diretta. Là fuori sono già tutti morti. Tutti. Tutti quei cazzoni che non ci hanno pensato, che non ci hanno creduto. Adesso chiudo, scusate ma la tensione mi opprime.
Siamo vivi. Come vedete. Mmh… sì… è il 3 maggio ed è tutto finito. Il tremito, il terremoto, quel che era, è durato ore. Non credevo. Qui nessun danno. Siamo vivi e vegeti, tutto funziona normalmente. Ogni comunicazione con l’esterno è ovviamente interrotta. E… niente, che devo dire? Adesso stiamo vedendo come organizzarci, qui sotto, quanto aspettare prima di andare a vedere di sopra come sta il mondo… Vi farò sapere.
Beh, è dura. Cazzo, gente, è davvero dura. Non lo immaginavo, sarò sincero.
Io e Frank abbiamo aspettato una decina di giorni per sicurezza, perché ovviamente ci siamo informati sui detriti, i fumi, insomma: non è che ti arriva in testa un affare del genere e tu due ore dopo esci e ti fai una passeggiata. Ma… Cazzo, non immaginavo…
Ho dimenticato di dire che oggi è il 27 maggio. Insomma, il 13 io e Frank abbiamo aperto l’oblò in cima al pozzo, che dà accesso a una specie di vestibolo con una porta per la quale si esce all’aperto. Quella che avevano cercato di sfondare, ne ho parlato in uno dei primi video. Questo vestibolo è interrato su tre lati, fra rocce e protezioni naturali. Lo sapevo che avrebbe retto. Io e Frank avevamo le maschere con l’ossigeno, ovviamente, per via delle polveri che sapevamo avrebbero saturato l’aria. Abbiamo aperto.
Dio mio! Ero preparato al peggio. Credevo di esserlo. Anche se era tarda mattina, il cielo era oscuro come nelle peggiori giornate invernali, quando gli stratocumuli incombono, neri e minacciosi, oscurando il Sole; l’aria medesima era… grigia! L’aria grigia per la sospensione di polveri che impiegheranno chissà quanto per depositarsi. E il paesaggio! Non un albero era più visibile, non una pianta, costruzioni vicine, niente. Solo una coltre polverosa che ricopriva tutto. Il vento fischiava sollevando continui mulinelli di materiale. Io e Frank ci siamo guardati e siamo immediatamente rientrati.
Abbiamo deciso di lasciar passare un altro paio di settimane prima di tornare fuori di nuovo. È stato questa mattina. Abbiamo fatto fatica ad aprire la porta esterna perché si è depositata moltissima terra, sottile più della sabbia marina, contro l’ingresso. Merda, se ci penso… Potevamo fare la fine del topo… Abbiamo pulito per bene tutto lo spiazzo davanti al bunker, e deciso che ogni tre o quattro giorni saremmo usciti per ripulire e controllare se l’aria fosse diventata respirabile.
Per il resto, nulla. Elena mi preoccupa perché è molto apatica. Rose continua a passare le giornate in camera sua a pregare. Fortuna che c’è Marta che tiene un po’ in ordine il bunker. E per oggi è tutto.
Sono davvero stanco. Sono passate altre tre settimane, oggi è… vediamo… il 18 giugno.
Madonna! Mi vedo in video mentre faccio questa registrazione e faccio paura; bianco, con la barba lunga; credo di avere perso anche un paio di chili. Lo so che è passato un sacco di tempo dall’ultimo video ma, onestamente, non c’è molto da dire.
Ogni qualche giorno usciamo. La polvere continua a galleggiare nell’aria rendendola irrespirabile; io e Frank dobbiamo usare le maschere, di ossigeno ne abbiamo ancora un po’… Puliamo lo spiazzo verso cui si apre la porta del bunker, per non restare bloccati, ve l’ho già raccontato, no? Però non ci sono più grossi mucchi di sabbia e polvere. Credo che sarebbe meglio uscire più di rado e risparmiare le bombole d’ossigeno. Beh… ecco… vi aggiornerò presto.
Eccoci. Questo è il quinto video. O il sesto, boh? Siamo al 25 luglio e la situazione è quella già detta. Fuori l’aria è irrespirabile e il cielo nero. Credo che la polvere stia diminuendo, o almeno lo spero. Ma certo che il Sole non si vede e che il paesaggio attorno a noi è davvero scoraggiante. Non mi chiedo neppure che fine abbiano fatto le case, le città; la risposta la conosco. Mi preoccupa Frank. Sua moglie Rose passa le giornate a pregare. Bah! Sua figlia è gravemente depressa, credo. Prende tranquillanti come se fossero mentine ma non è che ne avessimo una grande scorta, per la misera! E Frank… È sempre più apatico. Fa quello che deve fare ma in maniera automatica, senza slancio. Non è più il Frank che conoscevo. Io, invece, ho i nervi saldi. So cosa voglio. È quello per cui mi sono sempre preparato in questi anni. Questa disgrazia è stata la mia occasione per mettermi alla prova e io, ve lo assicuro, non cedo. Io, non, cedo. Fortunatamente Marta regge bene, anche se la vedo pensierosa; beh, certo, la capisco.
Quel cazzone di Frank sta mollando. Sta seduto sul divano e gioca con la Play. Almeno tiene le cuffie. Mi sa che gli devo fare un discorsetto… Rose passa la giornata in camera con quella zombie di Elena (voce di Marta). Ma sì, Marta! Ho capito che ha solo quindici anni, ma pare una zombie! Neppure per mangiare si fa vedere; quel coglione di Frank è inutile quanto la figlia e qui devo fare tutto io (voce di Marta). Ma piantala un po’, pure tu! (Il video finisce bruscamente).
Salve! Mi dispiace trascurare questo diario, o come lo volete chiamare, ma qui nel bunker non è che succedano cose eccitanti che valgano la pena di essere raccontate. Ci si alza, si mangia, ci si stravacca sul divano… Nessuno parla, nessuno ha voglia di fare un cazzo… Ah, la data, già… Vediamo… Siamo al 12 settembre. Però! Più di quattro mesi.
Allora, vediamo… Qui dentro le cose vanno male.
Frank è totalmente apatico. Mi preoccupa. Sì, insomma… all’inizio pensavo fosse una risorsa, ma adesso… Neppure risponde se gli parli e, ve lo dico, la cosa mi fa veramente incazzare. Sua figlia sta chiusa in camera con la madre. Prima pregavano, adesso… che ne so? Marta non lo so… dice che ho ragione e che devo avere pazienza con gli altri… Ma come sarebbe a dire? Qui se non ci fossi io andrebbe tutto in malora. E anche Marta, adesso è di là che dorme, potrebbe appoggiarmi di più. Boh? Io sono fatto con un’altra stoffa. Esco ogni tanto; da solo, perché Frank non fa più un cazzo. La polvere diminuisce, almeno a quanto capisco, ma serviranno altri mesi prima di poter respirare senza maschere. La sabbia non si accumula più contro la porta, e io posso diradare le mie uscite.
Miracolo! Elena è emersa dalla sua reclusione volontaria e si è fatta vedere a pranzo. “Pranzo” è un eufemismo per dire che ciascuno mangia le sue razioni in un diverso angolo della sala comune, quella che vedete qui nei video. Musi lunghi, ruminare di mascelle. Però sono contento per Elena; è proprio una bella ragazzina. Sì, proprio bellina, sono contento che si faccia vedere.
Frank è sbroccato. Non potete capire, ha proprio dato di matto. Abbiamo litigato, mi ha minacciato… Non potevo permetterglielo, siete d’accordo? Qui si sopravvive se tutti siamo presenti, consapevoli, collaborativi. Gli ho fracassato una bottiglia in testa e lui è stramazzato. L’ho dovuto fare, ci minacciava, gridava cose senza senso. Gli ho legato le mani e l’ho trascinato in camera. Voglio che si sappia che è stata tutta colpa sua. Marta mi è testimone, vero Marta? (Marta tiene gli occhi bassi). Sono molto deluso. Mi aspettavo di più da lui. È crollato come un bambino spaurito, gli è venuta una crisi isterica. Rose è intervenuta a difesa del marito ma le ho mollato un pugno in faccia; cosa dovevo fare? Ma vi rendete conto? Viviamo in un bunker, cristodidio, bisogna mantenere la calma, ragionare, stare tranquilli… e questi perdono la testa, mettendo in pericolo anche me, anche Marta. Non posso permetterlo. Elena, poverina, ha visto tutto ed è corsa in camera a piangere. Vedrò di parlarle…
Oggi è il primo ottobre. Io non sono una psicologo. Ho sempre fatto il carrozziere cercando di informarmi, di capire con la mia testa, di studiare. Ma non sono uno psicologo. Non posso comprendere cosa sia passato per le loro teste. Insomma, Frank è scappato. Senza maschera, senza bombola d’ossigeno. Secondo me è morto soffocato nel giro di dieci minuti. Una volta che usciremo da qui troveremo il suo cadavere non tanto lontano. Cazzi suoi. Dico male? Il problema è che Rose si è messa a fare un gran casino, strilli, urla, insensate accuse a me, dico: a me! Ma se è grazie a me se è ancora viva! E la sapete la cosa paradossale? Marta non si è messa a dare ragione a Rose? Credo siano comportamenti da donne, cazzo ne so? Si mettono a strillare contro il maschio Alfa per ripicca, credo, per invidia, per stupidità femminile. Ma non devono esagerare. Lo dico qui, in questo video, e vi chiamo a testimoni: io ho fatto il mio dovere, io ho salvato Marta, e Frank e la sua famiglia; ma attenzione che c’è un limite, e sono a un passo dal superarlo.
No, no, no… pure Marta a rompere il cazzo. Ma cosa vogliono, queste femmine rompicoglioni? (Si sente la voce concitata di Marta in lontananza. Il video viene interrotto).
Siamo arrivati al 15 ottobre e sta andando tutto a puttane. Ho dovuto chiudere a chiave Rose con Elena nella loro stanza, e Marta nella sua. Capite? Devo uscire per vedere se l’ingresso è sgombro, se l’aria va ripulendosi e quelle cose lì, ma ho paura che le donne mi vogliano chiudere fuori. Teste di cazzo! In particolare Rose, che continua a dire che le ho ucciso il marito, con quella vocina isterica che mi fa uscire matto. Marta… non so… Lei non dice molto ma non sono più molto sicuro di lei. E dire che ho fatto tutto questo per loro. Io, solo io! Mi dispiace per Elena, carina, lei non c’entra nulla ma, capite? Non potevo rischiare. Comunque devo fare un discorsetto con la ragazza, sono sicuro che mi capirà. È ormai una donnina, lei, sono sicuro di poterle parlare.
Che vadano a fare in culo. Mi frega una sega di Rose, ma sono stupito per Marta. Ma cosa le è preso? Ma sapete cosa vi dico? La legge della sopravvivenza. Sì. Le ho cacciate fuori, quelle due pazze isteriche. Ho preso la pistola e glie l’ho sventolata sotto il naso. Brutte stronze puttane. Via dai coglioni. Non vi va bene tutto quello che ho fatto per voi, brutte troie? Allora fuori! Ho dato loro le maschere, un po’ di cibo, che si arrangino! Non vi va bene come gestisco il bunker? Non ci sono problemi, fuori avete tutto lo spazio che volete. Teste di cazzo di donne stronze.
Elena no.
Elena no, carina. Perché mai?
Elena starà qui con me.
Non ci avevo fatto caso ma, sapete? È già sviluppatella… Incomincia a essere davvero bellina. Mi farà compagnia e si occuperà di me. E adesso che siamo soli abbiamo tutte le provviste per noi. Possiamo stare qui sotto un sacco di tempo. Davvero! Adesso vado da lei. Solo per parlarle.
29 aprile 2024
Different Staff- Admin
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Re: Il bunker
Lettura piacevole, svelta, un buon lavoro. Interessante come è stato gestito il linguaggio, che risulta sì a tratti concitato e ingarbugliato come in una registrazione, ma comunque mantiene la solidità di un'opera letteraria. Non ho apprezzato invece il corsivo tra parentesi a mostrare ciò che stava succedendo in scena, fa un effetto sceneggiatura che disturba, non lo trovo poi neanche così utile, quindi lo avrei evitato. Sulla trama niente da eccepire, è condotta bene, il fatto che sia lievemente scontata non la rende meno avvincente. I percorsi psicologici dei personaggi hanno invece, secondo me, bisogno di un'aggiustatina, tranne il protagonista (che in realtà svela subito il suo precario equilibrio mentale) gli altri hanno dei comportamenti che non sempre sono giustificati, mi sembrano insomma che piovano dal cielo un po' troppo all'improvviso, soprattutto Frank, che sì, è depresso, ma perché scappa? E perché Rose dà la colpa a Fabiano? Non c'è un episodio chiaro in cui Fabiano provoca la fuga di Frank.
Per il resto è davvero un bel pezzo. A rileggerci!
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Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Il bunker
Inizio complimentandomi con l'autore. Il testo ha un taglio cinematografico ed è reso in maniera egregia. Le registrazioni sono uno spasso, divertenti e realistiche, anche il linguaggio è appropriato. Fabiano mi ha ricordato alla lontana il personaggio di Furio in "Bianco, rosso e Verdone"; ovviamente nel nostro racconto Marta è Magda, una donna sempre prossima ad avere una crisi di nervi.
Cosa non ho apprezzato pienamente? I numerosi e ripetuti puntini di sospensione e la lunghezza causata dalla ripetizione delle registrazioni, non tutte a valore aggiunto per la narrazione. Inoltre, mi aspettavo un finale diverso, più sorprendente, una ciliegina sulla torta gustosa come la trama.
Detto ciò rinnovo il mio plauso. Ho letto un racconto quasi da fine del mondo...
Cosa non ho apprezzato pienamente? I numerosi e ripetuti puntini di sospensione e la lunghezza causata dalla ripetizione delle registrazioni, non tutte a valore aggiunto per la narrazione. Inoltre, mi aspettavo un finale diverso, più sorprendente, una ciliegina sulla torta gustosa come la trama.
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Giammy- Younglings
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Re: Il bunker
l'idea del videomessaggio mi è piaciuta di più rispetto al messaggio audio registrato dall'ultimo superstite.
Ha dato molta più vivacità alla storia.
Concordo con chi ha detto che le didascalie potevano essere tranquillamente omesse, ho riletto saltandole e l'effetto è ancora più realistico.
Per i puntini di sospensione, stessa considerazione. Qualche volta possono dare l'idea della pausa ma molte volte si potevano evitare.
Per il resto devo dire che ho trovato il racconto ben scritto. E' scorrevole e cattura l'attenzione fino alla fine.
Piccoli appunti personali:
- la quindicenne mi sembra poco quindicenne, avrei abbassato un po' l'età.
- il "nastro" (ripetuto più di una volta) mi sembra un termine poco appropriato, visto che il racconto è ambientato ai nostri giorni.
Grazie
Ha dato molta più vivacità alla storia.
Concordo con chi ha detto che le didascalie potevano essere tranquillamente omesse, ho riletto saltandole e l'effetto è ancora più realistico.
Per i puntini di sospensione, stessa considerazione. Qualche volta possono dare l'idea della pausa ma molte volte si potevano evitare.
Per il resto devo dire che ho trovato il racconto ben scritto. E' scorrevole e cattura l'attenzione fino alla fine.
Piccoli appunti personali:
- la quindicenne mi sembra poco quindicenne, avrei abbassato un po' l'età.
- il "nastro" (ripetuto più di una volta) mi sembra un termine poco appropriato, visto che il racconto è ambientato ai nostri giorni.
Grazie
AurelianoLaLeggera- Younglings
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Re: Il bunker
Lettura piacevole, narrazione scorrevole e fluida. Nel complesso un giudizio positivo. Il solo fatto che non usi la fantascienza è un plus positivo.
Le obiezioni principale che io sollevo, riguardano due aspetti abbastanza importanti almeno a mio avviso. La mancata profondità psicologica dei personaggi. Non paiono uomini e donne ma semplici caratteri, se non maschere.
La seconda la difficoltà che il racconto a trasmettere la tenzione crescente tensione. Manca la corda vero un climax che nel racconto manca.
Grazie comunque e alla prossima.
Le obiezioni principale che io sollevo, riguardano due aspetti abbastanza importanti almeno a mio avviso. La mancata profondità psicologica dei personaggi. Non paiono uomini e donne ma semplici caratteri, se non maschere.
La seconda la difficoltà che il racconto a trasmettere la tenzione crescente tensione. Manca la corda vero un climax che nel racconto manca.
Grazie comunque e alla prossima.
gipoviani- Padawan
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Re: Il bunker
La narrazione mi è piaciuta, e rende bene il degenero del protagonista. All'inizio fa perfino sorridere, ma la sensazione di soddisfazione (la rivalsa verso chi gli dava del complottista) lascia via via lo spazio ad atmsfere sempre più cupe. La escalation di delirio del protagonista è dosata con cura, fino al finale, che lascia il lettore in una situazione quantomeno ansiogena e inquietante. Ci sono un po' di refusi e avrei evitato le spiegazioni tra parentesi dei movimenti di camera, perché spezzano il ritmo. Nel complesso mi è piaciuto e mi ha lasciato le giuste vibrazioni.
ceo- Viandante
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Re: Il bunker
Letto tutto d'un fiato, piaciuto.
Idea non originalissima, ma sviluppata bene, tanto che in realtà, mentre leggevo, vedevo realmente davanti a me lo snocciolarsi delle scene a ripresa fissa sul volto del protagonista in un delirio progressivo. Merito dell'autore/autrice.
Diversamente da altri, non mi hanno disturbata i puntini di sospensione, proprio perchè secondo me scandiscono il ritmo di un dialogo molto realistico davanti alla registrazione. Seguendo quel ritmo, le scene che avevo davanti agli occhi si animavano del sonoro in un ritmo molto verosimile.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, credo che il meglio riuscito ovviamente sia il protagonista, mentre gli altri restano sullo sfondo. Sulla verosimiglianza del mutamento di carattere delle "comparse", non saprei esprimere un giudizio, perché credo che nella realtà una simile situazione comporterebbe uno stress tale per chiunque, che il comportamento di poche persone resterebbe coerente e prevedibile.
Se ci sono stati refusi non li ho notati, presa dalla lettura.
Complimenti.
Idea non originalissima, ma sviluppata bene, tanto che in realtà, mentre leggevo, vedevo realmente davanti a me lo snocciolarsi delle scene a ripresa fissa sul volto del protagonista in un delirio progressivo. Merito dell'autore/autrice.
Diversamente da altri, non mi hanno disturbata i puntini di sospensione, proprio perchè secondo me scandiscono il ritmo di un dialogo molto realistico davanti alla registrazione. Seguendo quel ritmo, le scene che avevo davanti agli occhi si animavano del sonoro in un ritmo molto verosimile.
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, credo che il meglio riuscito ovviamente sia il protagonista, mentre gli altri restano sullo sfondo. Sulla verosimiglianza del mutamento di carattere delle "comparse", non saprei esprimere un giudizio, perché credo che nella realtà una simile situazione comporterebbe uno stress tale per chiunque, che il comportamento di poche persone resterebbe coerente e prevedibile.
Se ci sono stati refusi non li ho notati, presa dalla lettura.
Complimenti.
Albemasia- Padawan
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Re: Il bunker
bello.
ottimamente scritto e scorrevole fino all'ultima riga.
personaggi ben caratterizzati, se escludiamo Elena (una quindicenne di oggi non credo si comporti così da bambina).
idea ottimamente sviluppata e con un finale in crescendo che dà ancora più carica alla storia.
piaciuto
ottimamente scritto e scorrevole fino all'ultima riga.
personaggi ben caratterizzati, se escludiamo Elena (una quindicenne di oggi non credo si comporti così da bambina).
idea ottimamente sviluppata e con un finale in crescendo che dà ancora più carica alla storia.
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Re: Il bunker
Non riscontro originalità nella storia: un gruppo di persone chiuse in un bunker, in attesa di una catastrofe, prima o poi finiscono per dare di matto. Se si fosse approfondita la psicologia dei personaggi la storia avrebbe potuto avere un intreccio più articolato, invece i personaggi sembrano ombre che appaiono e scompaiono e non dialogano tra loro.
L’unico di cui si dice qualcosa di più è il narratore, ossia colui che registra i video. E non mi sembra un soggetto che possa suscitare la simpatia del lettore.
La pecca più grossa, a parer mio, è il linguaggio. Parentesi, interruzioni della registrazione e successive riprese, pause : “Ora interrompo” ”Adesso metto in pausa. Riprenderò all’impatto” Beh, Boh, puntini di sospensione a bizzeffe.
Le emozioni sono affidate alle esclamazioni: “Mio Dio!” “Madonna!”
Poi la notizia: “Siamo vivi ed è tutto finito”.
A questo punto poteva esserci una svolta. Invece no.
I giorni passano e non succede quasi niente e quando succede qualcosa – la lite con Frank o la cacciata di Marta – vi si accenna appena.
Mi scuso con l’autore, ma non posso dire d’avere apprezzato questo racconto né sotto il profilo della storia e dei personaggi né come modalità di scrittura e stile.
La forma diaristica non è stata una scelta felice: ha appiattito tutto.
L’unico di cui si dice qualcosa di più è il narratore, ossia colui che registra i video. E non mi sembra un soggetto che possa suscitare la simpatia del lettore.
La pecca più grossa, a parer mio, è il linguaggio. Parentesi, interruzioni della registrazione e successive riprese, pause : “Ora interrompo” ”Adesso metto in pausa. Riprenderò all’impatto” Beh, Boh, puntini di sospensione a bizzeffe.
Le emozioni sono affidate alle esclamazioni: “Mio Dio!” “Madonna!”
Poi la notizia: “Siamo vivi ed è tutto finito”.
A questo punto poteva esserci una svolta. Invece no.
I giorni passano e non succede quasi niente e quando succede qualcosa – la lite con Frank o la cacciata di Marta – vi si accenna appena.
Mi scuso con l’autore, ma non posso dire d’avere apprezzato questo racconto né sotto il profilo della storia e dei personaggi né come modalità di scrittura e stile.
La forma diaristica non è stata una scelta felice: ha appiattito tutto.
mirella- Padawan
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Re: Il bunker
Racconto che scorre veloce ma che anziché trasmettermi l’ansia del momento mi ha fatto a tratti sorridere. Ho detestato la quantità abnorme di punti di sospensione. Non saprei definirlo. Nonostante l’argomento, non è “catastrofico”, direi più un genere assurdo quasi una parodia.
Per certi aspetti mi è piaciuto ma nell’insieme non più di tanto.
Personaggi formato “cartonato” e follia che infetta più delle polveri sollevate dall’asteroide. Nessuno si salverà, neppure la bella Elena.
Per certi aspetti mi è piaciuto ma nell’insieme non più di tanto.
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Petunia- Moderatore
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Re: Il bunker
In questo step non mi aspettavo racconti così potenti, così coinvolgenti, piccoli capolavori. Lo dico con tutta onestà, l'idea da seguire, la 'fine del mondo', era quasi impossibile.
Tu, autore, sembri cavartela facilmente. Sicuramente è pane per i tuoi denti, sei abituato al genere catastrofico, non sei una mammoletta. Sei nel mio podio.
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tommybe- Maestro Jedi
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Re: Il bunker
Inizio dal titolo: è quasi scontato dato lo sviluppo del racconto, si poteva davvero osare di più.
Il racconto si sviluppa bene, rende quella che sarebbe la cinematografia dei momenti, visti attraverso le inquadrature di un monitor. Quindi i puntini di sospensione dovrebbero dare l’idea delle inevitabili pause. Però sono troppi: magari all’inizio vanno bene, ma quando poi il protagonista prende dimestichezza col mezzo di registrazione ma soprattutto quando la situazione diventa più dura, lo vedrei più sicuro e quindi meno necessario l’uso dei puntini. Anche perché lui è assolutamente sicuro di avere ogni ragione di questo mondo, quindi non ha più tentennamenti.
La storia: direi che è già decisa dall’inizio. Un piccolo gruppo di persone in un bunker, con l’aspettativa di rimanerci chissà quanto (neanche tanto ipoteticamente fino alla fine dei viveri) non possono essere la famiglia del Mulino Bianco, prima o poi qualcuno crolla.
Comunque resta un racconto che si legge bene, pur con le ripetizioni necessarie per fari vivere al lettore l’andamento delle giornate fino all’epilogo.
Il racconto si sviluppa bene, rende quella che sarebbe la cinematografia dei momenti, visti attraverso le inquadrature di un monitor. Quindi i puntini di sospensione dovrebbero dare l’idea delle inevitabili pause. Però sono troppi: magari all’inizio vanno bene, ma quando poi il protagonista prende dimestichezza col mezzo di registrazione ma soprattutto quando la situazione diventa più dura, lo vedrei più sicuro e quindi meno necessario l’uso dei puntini. Anche perché lui è assolutamente sicuro di avere ogni ragione di questo mondo, quindi non ha più tentennamenti.
La storia: direi che è già decisa dall’inizio. Un piccolo gruppo di persone in un bunker, con l’aspettativa di rimanerci chissà quanto (neanche tanto ipoteticamente fino alla fine dei viveri) non possono essere la famiglia del Mulino Bianco, prima o poi qualcuno crolla.
Comunque resta un racconto che si legge bene, pur con le ripetizioni necessarie per fari vivere al lettore l’andamento delle giornate fino all’epilogo.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
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Re: Il bunker
Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…): Buona: riscontrato un piccolo errore: “Io non sono una psicologo”; ovviamente è ‘uno’. Inoltre: a volte si parla di video, qualche volta di nastri. Nastri? In che senso?
Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, finale…): asteroide, bunker e sociopatico: elementi un po’ scontati e poco originali che probabilmente vanno letti in chiave simbolica: l’apocalisse planetaria come metafora di quella interiore del protagonista, devastato dalla cattiveria e dall’egoismo.
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): L’incalzare della follia egotica del protagonista è resa con un ritmo crescente fino al tragico epilogo, probabilmente abbastanza prevedibile.
Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, finale…): asteroide, bunker e sociopatico: elementi un po’ scontati e poco originali che probabilmente vanno letti in chiave simbolica: l’apocalisse planetaria come metafora di quella interiore del protagonista, devastato dalla cattiveria e dall’egoismo.
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): L’incalzare della follia egotica del protagonista è resa con un ritmo crescente fino al tragico epilogo, probabilmente abbastanza prevedibile.
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L'uomo fa il male come l'ape il miele (William Golding).
Re: Il bunker
Ciao Autore.
Ben fatto. il tuo racconto mi è piaciuto molto.
All’inizio mi ha fatto pensare all’ultimo film della Cavani, L’ordine del tempo, stessa atmosfera e stessa attesa. Poi, dopo lo schianto (nel film non avviene) il tuo racconto prende un’altra linea, anche se prevedibile: la follia dei sopravvissuti o meglio dell'unico che conserva la malvagia lucidità fino alla fine. Gestito molto bene, l'ho letto con crescente apprensione. Complimenti.
Spero che la terra non si ripopoli grazie ai due superstiti, essere i "figli" di un padre così stronzo forse a tutti non piacerebbe.
Non ho capito le date: Oggi è il 28 aprile
l’ultima che dice è Siamo arrivati al 15 ottobre
finisce con :29 aprile 2024
quanto è passato un anno? Un giorno o non c’è più la concezione del tempo?
Ben fatto. il tuo racconto mi è piaciuto molto.
All’inizio mi ha fatto pensare all’ultimo film della Cavani, L’ordine del tempo, stessa atmosfera e stessa attesa. Poi, dopo lo schianto (nel film non avviene) il tuo racconto prende un’altra linea, anche se prevedibile: la follia dei sopravvissuti o meglio dell'unico che conserva la malvagia lucidità fino alla fine. Gestito molto bene, l'ho letto con crescente apprensione. Complimenti.
Spero che la terra non si ripopoli grazie ai due superstiti, essere i "figli" di un padre così stronzo forse a tutti non piacerebbe.
Non ho capito le date: Oggi è il 28 aprile
l’ultima che dice è Siamo arrivati al 15 ottobre
finisce con :29 aprile 2024
quanto è passato un anno? Un giorno o non c’è più la concezione del tempo?
Resdei- Maestro Jedi
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Re: Il bunker
Tanti racconti letti in realtà hanno rielaborato quel flusso di coscienza che è la paura della fine.
Certamente incidono le visioni viste e lette sul genere apocalittico e questo si sente.
Ho visto recentemente un vecchio film americano di fantascienza che in definitiva ricalca la trama di questo racconto mettendo a nudo tutte le priorità dell'uomo di famiglia nella difesa del suo territorio e nella sopravvivenza salvo poi fare i conti con la clausura e la fragilità umana.
Le sequenze narrative sono ben articolate e l'intreccio del racconto segue una precisa struttura.
Ben scritto e pensato, lineare nella lettura.
In realtà credo che un asteroide di quelle dimensioni non lasci scampo alcuno se non a qualche bagherozzo o molluschetto, anzi...
difficilmente prima di qualche migliaia di anni il clima possa tornare "normale". Certo noi cerchiamo di immaginare e pensare...
Mi è piaciuta molto questa prova perché ha espresso in definitiva ciò che in larga scala succederebbe se...
Complimenti
Certamente incidono le visioni viste e lette sul genere apocalittico e questo si sente.
Ho visto recentemente un vecchio film americano di fantascienza che in definitiva ricalca la trama di questo racconto mettendo a nudo tutte le priorità dell'uomo di famiglia nella difesa del suo territorio e nella sopravvivenza salvo poi fare i conti con la clausura e la fragilità umana.
Le sequenze narrative sono ben articolate e l'intreccio del racconto segue una precisa struttura.
Ben scritto e pensato, lineare nella lettura.
In realtà credo che un asteroide di quelle dimensioni non lasci scampo alcuno se non a qualche bagherozzo o molluschetto, anzi...
difficilmente prima di qualche migliaia di anni il clima possa tornare "normale". Certo noi cerchiamo di immaginare e pensare...
Mi è piaciuta molto questa prova perché ha espresso in definitiva ciò che in larga scala succederebbe se...
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Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.
Flash Gordon- Padawan
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Re: Il bunker
Non mi ha esaltato questo pezzo ma non mi è neppure dispiaciuto.
Per intenderci è quello che si può definire un lavoro onesto, che non impressiona più di tanto ma che ha un suo spessore.
La deriva mentale di Fabiano a me ha ricordato quella di Jack Torrance in Shining.
D'altra parte il tema è quello: l'isolamento, nessuna possibilità di evadere, essere a contatto sempre con le stesse persone per un lungo periodo.
Comunque credo che tu sia riuscito a rendere bene, a dosare con una certa bravura la progressiva calata del tuo protagonista nel vortice della follia.
Per ora, a poco più di un terzo delle letture, è quello che mi ha convinto di più.
Per intenderci è quello che si può definire un lavoro onesto, che non impressiona più di tanto ma che ha un suo spessore.
La deriva mentale di Fabiano a me ha ricordato quella di Jack Torrance in Shining.
D'altra parte il tema è quello: l'isolamento, nessuna possibilità di evadere, essere a contatto sempre con le stesse persone per un lungo periodo.
Comunque credo che tu sia riuscito a rendere bene, a dosare con una certa bravura la progressiva calata del tuo protagonista nel vortice della follia.
Per ora, a poco più di un terzo delle letture, è quello che mi ha convinto di più.
Byron.RN- Maestro Jedi
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Re: Il bunker
Un racconto con spunti interessanti.
Innanzitutto il crescendo di tensione, che si sposa bene con il crescendo di confusione nella mente del protagonista, nel comportamento degli altri personaggi.
Gestito molto bene lo sviluppo del racconto attraverso videomessaggi, coinvolgendo direttamente il lettore.
Anche i continui riporti alla moglie sono risultati azzeccati e ironici.
Qualche neo? I cambiamenti interiori dei personaggi avrebbero dovuto essere giustificati con più precisione.
La ragazzina sembra molto più piccola di una quindicenne.
Comunque, proprio un bel lavoro.
Innanzitutto il crescendo di tensione, che si sposa bene con il crescendo di confusione nella mente del protagonista, nel comportamento degli altri personaggi.
Gestito molto bene lo sviluppo del racconto attraverso videomessaggi, coinvolgendo direttamente il lettore.
Anche i continui riporti alla moglie sono risultati azzeccati e ironici.
Qualche neo? I cambiamenti interiori dei personaggi avrebbero dovuto essere giustificati con più precisione.
La ragazzina sembra molto più piccola di una quindicenne.
Comunque, proprio un bel lavoro.
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: Il bunker
Ho amato molto questo racconto perché mi ha tenuto incollato allo schermo. Ero quasi sicuro che sarebbe arrivato il momento in cui qualche scelta mi avrebbe deluso e invece non è successo. Il racconto ha ritmo, stile e tiene incollati con l'aggiunta di una vena sarcastica che non guasta, anzi aggiunge pepe.
L'unica nota stonata sono le azioni tra parentesi, quelle mi hanno disturbato e non poco. Consiglio di toglierle perché l'effetto sarebbe comunque assicurato. Ottimo, ottimo lavoro.
L'unica nota stonata sono le azioni tra parentesi, quelle mi hanno disturbato e non poco. Consiglio di toglierle perché l'effetto sarebbe comunque assicurato. Ottimo, ottimo lavoro.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Il bunker
Confesso che ho avuto qualche difficoltà a commentare questo pezzo.
È scritto molto bene (ho trovato solo un refuso, "Lei è piccola è capisce": e capisce) e ha il giusto ritmo per trascinare il lettore verso l'esplosione del già precario equilibrio mentale di Fabiano. Quindi, da questo punto di vista, direi che ci siamo.
Ma ci sono anche tanti particolari, tante stonature, che diminuiscono le capacità di impatto (è proprio il caso di dirlo) del testo.
Penso per esempio alle sequenze fra parentesi e in corsivo, in stile sceneggiatura, che mi sembra non servano ad altro che spezzare il ritmo.
E poi, alla quantità industriale di puntini di sospensione: va bene voler sottolineare le pause, ma qui sono davvero tanti e, pure questi, sono degli inciampi.
Anche i personaggi, a parte Fabiano, sono troppo poco caratterizzati, restano delle sagome sullo sfondo, e tutto ciò che ne sappiamo ci arriva dal narratore e, visto il soggetto, non so quanto possa essere attendibile la descrizione dei loro comportamenti.
Altre piccole inesattezze costellano la storia, come per esempio la registrazione stessa, che a volte viene chiamata "video", altre volte "nastro". E il diametro del meteorite appare un po' esagerato: dopo una botta del genere non credo che sia questione di pochi anni riuscire a mettere il naso fuori dal bunker; quindi, probabilmente, neppure le provviste accumulate sarebbero state sufficienti (sempre che nel frattempo quel simpaticone di Fabiano non avesse messo mano alla pistola).
L'epilogo, poi, era prevedibile, con tutti quei "bellina", "carina", "donnina" spesi allegramente nei confronti di Elena.
Luci e ombre, in un lavoro che resta comunque molto valido.
Grazie
M.
È scritto molto bene (ho trovato solo un refuso, "Lei è piccola è capisce": e capisce) e ha il giusto ritmo per trascinare il lettore verso l'esplosione del già precario equilibrio mentale di Fabiano. Quindi, da questo punto di vista, direi che ci siamo.
Ma ci sono anche tanti particolari, tante stonature, che diminuiscono le capacità di impatto (è proprio il caso di dirlo) del testo.
Penso per esempio alle sequenze fra parentesi e in corsivo, in stile sceneggiatura, che mi sembra non servano ad altro che spezzare il ritmo.
E poi, alla quantità industriale di puntini di sospensione: va bene voler sottolineare le pause, ma qui sono davvero tanti e, pure questi, sono degli inciampi.
Anche i personaggi, a parte Fabiano, sono troppo poco caratterizzati, restano delle sagome sullo sfondo, e tutto ciò che ne sappiamo ci arriva dal narratore e, visto il soggetto, non so quanto possa essere attendibile la descrizione dei loro comportamenti.
Altre piccole inesattezze costellano la storia, come per esempio la registrazione stessa, che a volte viene chiamata "video", altre volte "nastro". E il diametro del meteorite appare un po' esagerato: dopo una botta del genere non credo che sia questione di pochi anni riuscire a mettere il naso fuori dal bunker; quindi, probabilmente, neppure le provviste accumulate sarebbero state sufficienti (sempre che nel frattempo quel simpaticone di Fabiano non avesse messo mano alla pistola).
L'epilogo, poi, era prevedibile, con tutti quei "bellina", "carina", "donnina" spesi allegramente nei confronti di Elena.
Luci e ombre, in un lavoro che resta comunque molto valido.
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M.
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M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Re: Il bunker
Il caso, sotto forma di ordine alfabetico dei titoli, mi ha fatto leggere uno dopo l'altro due racconti ambientati in posti chiusi senza via di fuga con persone costrette a conviverci.
Qui, il narratore, colui che si vede come "normale", appare come il personaggio che va via con la testa; mi ha ricordato un autista in contromano che impreca contro tutti quei folli che gli vengono contro puntandogli addosso le luci.
Secondo me l'aut* ha condotto bene il racconto svelandoci un po' alla volta lòa follia del protagonista in un crescendo via via sempre più fuori controllo fino a quel finale che ho trovato agghiacciante nella sua "ovvietà".
L'idea di raccontare attraverso i video mi è sembrata congeniale al tipo di storia e anche costruita correttamente con una scrittura pulita nella quale ho trovato solo un eccesso nell'utilizzo dei famigerati puntini di sospensione dei quali, a un certo punto, sembri aver perso il controllo.
A livello di revisione ti segnalo soltanto un paio di refusi:
Qui, il narratore, colui che si vede come "normale", appare come il personaggio che va via con la testa; mi ha ricordato un autista in contromano che impreca contro tutti quei folli che gli vengono contro puntandogli addosso le luci.
Secondo me l'aut* ha condotto bene il racconto svelandoci un po' alla volta lòa follia del protagonista in un crescendo via via sempre più fuori controllo fino a quel finale che ho trovato agghiacciante nella sua "ovvietà".
L'idea di raccontare attraverso i video mi è sembrata congeniale al tipo di storia e anche costruita correttamente con una scrittura pulita nella quale ho trovato solo un eccesso nell'utilizzo dei famigerati puntini di sospensione dei quali, a un certo punto, sembri aver perso il controllo.
A livello di revisione ti segnalo soltanto un paio di refusi:
Lei è piccola è capisce meno queste cose. - e
Io non sono una psicologo. - uno
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paluca66- Maestro Jedi
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Re: Il bunker
Ciao, Penna.
Ho trovato solo un refuso che però ti hanno fatto già notare. Nessun altro inciampo nella lettura. Ho trovato poco narrativa la tecnica usata, che somiglia molto di più a una sceneggiatura che a un racconto. Questo ha il vantaggio di rendere più fruibile il contenuto, ma lo svantaggio di renderlo meno discorsivo.
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai presentato l'evoluzione del protagonista, la sua spirale discendente. Diciamo che alcune cose mi sono sfuggite, ma me ne do la colpa perché non mi sono preso il tempo di annotarmi quali sono/potrebbero essere i fatti oggettivi e quale invece è l'interpretazione aberrata che ne dà il narratore.
Grazie e alla prossima.
Ho trovato solo un refuso che però ti hanno fatto già notare. Nessun altro inciampo nella lettura. Ho trovato poco narrativa la tecnica usata, che somiglia molto di più a una sceneggiatura che a un racconto. Questo ha il vantaggio di rendere più fruibile il contenuto, ma lo svantaggio di renderlo meno discorsivo.
Mi è piaciuto molto il modo in cui hai presentato l'evoluzione del protagonista, la sua spirale discendente. Diciamo che alcune cose mi sono sfuggite, ma me ne do la colpa perché non mi sono preso il tempo di annotarmi quali sono/potrebbero essere i fatti oggettivi e quale invece è l'interpretazione aberrata che ne dà il narratore.
Grazie e alla prossima.
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Re: Il bunker
Il racconto mi ha colpito per il suo stile cinematografico e la fluidità narrativa. Il linguaggio adottato è dinamico e realistico. Tuttavia, l'uso delle spiegazioni tra parentesi per i movimenti di scena mi sembra che interrompa il flusso della narrazione, preferirei una soluzione meno invasiva. L'impiego frequente dei puntini di sospensione risulta eccessivo. Anche se il protagonista è ben delineato, personaggi secondari come Frank e Rose appaiono meno convincenti nelle loro azioni, privi di una delineata psicologia. La trama è coinvolgente e ben sviluppata. Nel complesso, il racconto è ben scritto e riesce a catturare l'attenzione.
Gimbo- Padawan
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Re: Il bunker
Piaciuto. Molto. Ben scritto e funziona davvero bene. Tiene il lettore attaccato alle pagine (o allo schermo) anche se qualche ipotesi su come andrà a finire si incomincia a fare già dalle prime righe (diciamo che la stabilità mentale del protagonista non appare subito molto ferrea). Io avrei detto qualcosa alla shining e alla fine non ci sono andato molto lontano.
Forse le note in corsivo infastidiscono un po' ma non le ho trovate completamente fuori luogo.
Un bel pezzo. Ne terro sicuramente conto al momento di stilare la classifica finale.
Complimenti
Forse le note in corsivo infastidiscono un po' ma non le ho trovate completamente fuori luogo.
Un bel pezzo. Ne terro sicuramente conto al momento di stilare la classifica finale.
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CharAznable- Maestro Jedi
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Re: Il bunker
La voce narrante ovviamente la detesti fin dalla prima riga. O almeno per me è stato così. Ma di certo è voluto. Direi che il delirio crescente è reso davvero bene. Trama un po' telefonata, soprattutto i riferimenti a quanto Elena sia carina, ma mi sembra che l'autore metta le cose in chiaro fin dall'inizio. Non è tanto la meta a essere importante, ma come ci arrivi.
A parte il narratore gli altri personaggi restano davvero sullo sfondo e il loro percorso degenerativo è meno chiaro ed eccessivamente filtrato dal punto di vista del protagonista per essere rilevante. Forse si poteva pensare a una specie di passaggio di testimone e dare a tutti una voce? Non lo so, forse era una strada difficile da percorrere.
Comunque il racconto, fatta salva la sua prevedibilità, funziona davvero bene e si legge di gran corsa. Per quanto riguarda il rivolgersi al lettore direi che ci siamo.
Ottimo lavoro
A parte il narratore gli altri personaggi restano davvero sullo sfondo e il loro percorso degenerativo è meno chiaro ed eccessivamente filtrato dal punto di vista del protagonista per essere rilevante. Forse si poteva pensare a una specie di passaggio di testimone e dare a tutti una voce? Non lo so, forse era una strada difficile da percorrere.
Comunque il racconto, fatta salva la sua prevedibilità, funziona davvero bene e si legge di gran corsa. Per quanto riguarda il rivolgersi al lettore direi che ci siamo.
Ottimo lavoro
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Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: Il bunker
Buona la scrittura, adattata a una versione video da postare sui social. L'idea non è male.
Quanto alla trama, scenario apocalittico per ragioni meno probabili (credo), rispetto ai danni dei cambiamenti climatici, ma parimenti distruttive almeno in termini di conseguenze.
Per forza si finisce per impazzire dopo un po' dentro un bunker di x mq. interrato senza mai poter uscire. Prima Frank, poi le mogli di uno e dell'altro, infine lo stesso narratore e autore dei video, che sembra voler conservare Elena tutta per sè. E lo dice che è "bellina" già quanche riga prima del "vado da lei solo per parlare".
Grazie
Quanto alla trama, scenario apocalittico per ragioni meno probabili (credo), rispetto ai danni dei cambiamenti climatici, ma parimenti distruttive almeno in termini di conseguenze.
Per forza si finisce per impazzire dopo un po' dentro un bunker di x mq. interrato senza mai poter uscire. Prima Frank, poi le mogli di uno e dell'altro, infine lo stesso narratore e autore dei video, che sembra voler conservare Elena tutta per sè. E lo dice che è "bellina" già quanche riga prima del "vado da lei solo per parlare".
Grazie
Molli Redigano- Maestro Jedi
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