Viaggio nell'oscurità

Mi dispiace, sembra proprio che l'idea buona stavolta non sia arrivata. Sono solo mie considerazioni personali, premetto sempre, ma mi sembra che la storia, così, non stia in piedi. 
Forse è un mio limite ma non mi sembra plausibile che un ragazzo, uno studente, ordinario e immerso nella normalità, riesca a introdursi "nel sito operativo dove sono custodite le armi atomiche".
Oppure che decida di distruggere il mondo per non aver preso una borsa di studio. 
Ci sono, poi, altre piccole incongruenze ma anche il paletto ha creato qualche difficoltà. 
perché sto contattando proprio te, anche se non ci conosciamo?  Effettivamente non viene spiegato il motivo, né viene chiarito con chi stia parlando. 

Per il resto nulla da dire sulla scrittura, ed è originale l'idea dello spoiler finale per aumentare questa interazione con il lettore.

Grazie

La scrittura segue un suo cannone prestabilito.
L'intreccio segue una serie di eventi temporali stabiliti e li rispetta senza sbalzi.
Le sequenze narrative sono ben incastrate e sono di natura riflessiva con un piccolo cenno nelle ultime due alla descrizione.
Il racconto si presenta come un flusso di coscienza e non contiene dialogica.
Non convince il senso della storia... un personale risentimento per una borsa di studio pone il mondo sul bordo del baratro.
Tutto il racconto appare essere "borderline" e non sempre coerente con quanto esposto.
Amo il mondo, la natura ma se non succede quello che dico pigio il bottone rosso della distruzione e perché?
M'hanno fregato la borsa di studio...
Una donna, scelta personale dell'autore ma nell'intreccio appaiono nell'ombra tracce evidenti "d'egoismo".
Ossimori che non si incontrano dunque, che agisce per egoismo non può amare il mondo, solo le parole possono farlo ma a volte le parole restano confinate nel loro mondo.
Se fosse così, nella mia storia personale di vita, avrei dovuto far fuori almeno una dozzina di pianeti.
Ti faccio un cenno se posso, il ministro dei trasporti in una prova mi ha respinto un attestato per un grave errore commesso dalla commissione, e scusa il gioco di parole, non per mia cagione. Il risultato fu una perdita di molti milioni di vecchie lire.
Non sto a tediare, per questo non posso prediligere la fabula di questo racconto in quanto distante dal mio modo d'essere.

ti chiedo scusa in anticipo, ma per me non ci siamo.
protagonista egocentrico al top, invaso da una follia ssurda per un aborsa di studio mancata.
no, mi spiace davvero ma non riesco ad apprezzare lo scritto nonostante non ci siano errori di sorta.
mancano alcune spiegazioni.
dici: perchè mi rivolgo a te ma poi non lo spieghi.
e decidere di schiacciare quel bottone è un pessimo sintomo.

Psicopatici ce n'è parecchi in giro, ma che decidano di distruggere il mondo perché non possono salvarlo mi sembra poco credibile.
Si sente l'unico uomo al mondo in grado di salvare la terra? Va bene, ma con una borsa di studio ci riuscirebbe e senza no?
C'è un sito operativo dove sono custodite le armi atomiche? Forse andrebbe circostanziato.
Simpatica la conclusione.

Una storia “assurda” a iniziare dal principio. Perché il lettore dovrebbe conoscere “quell’Andrea lì?” 
Ci ho intravisto una parte ironica, neppure il racconto di un folle, ma un divertissement che trova l’apoteosi nel gustoso spoiler finale.
Dopo un incipit che lascia appeso il lettore alla domanda “chi diavolo è questo Andrea?” Il racconto prende una strada liscia e piatta “ah, beh è un laureato in scienze ambientali”, poi si entra nei meandri dell’oscurità della mente di questo Andrea deluso per aver perso la borsa di studio soffiatagli sotto il naso e per di più da una donna! Ingiustizia massima e cecità dei professori.
Forse autor avevi qualche sassolino nelle scarpe, forse una esperienza di vita vissuta, un’ingiustizia scolastica subita. Chi, preso dalla rabbia o dalla depressione non sognerebbe di far saltare la testa al proprio aguzzino? Chiedi: “Tu cosa avresti fatto, al posto mio?”.
Io fossi stata Andrea mi sarei messo insieme a Giulia e creato una coppia di scienziati formidabile per salvare la Terra. 
Ma non sono Andrea.

Primo racconto in lettura e incontro subito un personaggio molto particolare, a cui ben si accompagna il titolo, perché l’oscurità è sicuramente ciò che circonda Andrea, anzi la sua mente. Di certo non è una persona a posto: non è solo eccentrico o piena di sé, a mio parere cara Penna, ma per come lo hai ben connotato uno “svalvolato” di brutto. Da che mondo è mondo tipi così ne sono sempre esistiti e tanti han fatto anche dei danni, per cui potrebbe anche essere una storia credibile – compreso il furto del materiale utilizzato per proporsi alla borsa di studio - ma solo fino a quando non lo fai entrare nella sala di controllo di armi nucleari: qui la storia non regge più, mi spiace. Magari è solo nella sua testa, non accade realmente, o forse è la stanza di un ospedale psichiatrico… però non lo lasci intendere, quindi dovrebbe essere quello che racconti.
Niente da dire sullo stile e sul rispetto del paletto “narratore”, però la trama ad un certo punto non tiene più.

Ciao, Penna.

Questo è il racconto di un delirio in cui faccio fatica a capire cosa c'è di vero e cosa invece si sta inventando o immaginando il narratore. Anche se l'idea di fondo è buona, purtroppo rimane solo l'idea perché non trovo indizi che mi facciano capire quale sia la realtà a cui credere. Di coerente, forse, mi resta solo l'inizio in cui mi sembra di capire che Andrea si autodefinisce depresso.
La scrittura è buona e formalmente corretta. Mi piace di più, come ho già detto, la prima parte, non solo per la coerenza di significato ma anche per come è raccontata. Un'altra ottima idea che ho molto apprezzato è lo spoiler finale, in cui (come in un libro game) lasci a me lettore la decisione finale.

Grazie e alla prossima.

Caro autore con quella "oscurità " non si scherza, comincio a conoscerla un po' anch'io, ed è roba seria. Meglio starci lontano.
Sei bravo, sei forte, scrivi bene, non hai motivo di angosciarti.
Poco fa ho portato giù il cane e in mezzo a tanto prato ho trovato due alberi, alberi che stanno lì da un secolo , ma che non avevo mai notato.
Un platano e un salice, diversissimi che un giardiniere incompetente ha collocato uno accanto all' altro.
Bè non ci crederai, le loro foglie hanno assunto lo stesso colore. Grandezza diversa, ma stesso colore.
Perché ti racconto questo?
Perché le storie e gli autori di questo step, almeno nella mia testa, cominciano a somigliarsi e starebbero molto bene in una antologia, tutti insieme.
Il tuo racconto intanto lo assorbo io e lo piazzo nella mia cinquina, secondo o terzo non farà per niente brutta figura e ti abbraccio forte non perché tu abbia bisogno di qualcosa, perché mi sento e ho piacere di fare così.

Caro autore con quella "oscurità " non si scherza, comincio a conoscerla un po' anch'io, ed è roba seria. Meglio starci lontano.
Sei bravo, sei forte, scrivi bene, non hai motivo di angosciarti.
Poco fa ho portato giù il cane e in mezzo a tanto prato ho trovato due alberi, alberi che stanno lì da un secolo , ma che non avevo mai notato.
Un platano e un salice, alberi diversissimi che un giardiniere incompetente ha collocato uno accanto all' altro.
Bè non ci crederai, le loro foglie hanno assunto lo stesso colore. Grandezza diversa, ma stesso colore.
Perché ti racconto questo?
Perché le storie e gli autori di questo step, almeno nella mia testa, cominciano a somigliarsi e starebbero molto bene in una antologia, tutte insieme.
Il tuo racconto intanto lo assorbo io e lo piazzo nella mia cinquina, secondo o terzo non farà per niente brutta figura e ti abbraccio forte non perché tu abbia bisogno di qualcosa, perché mi sento e ho piacere di fare così.

Grazie

Quando leggo nei commenti dei partecipanti ai vari concorsi(qui e altrove) riferimenti alla poca credibilità di una storia, quasi sempre mi trovo in forte disaccordo. Ripeto fino allo sfinimento che una cosa è la credibilità e un'altra è la coerenza. Il mondo oramai è così strano e talmente folle che le cose incredibili sono davvero poche.
In questo caso però devo dire che propendo anch'io verso questa sensazione.
La reazione del protagonista del racconto è spropositata e lascia addosso tanti dubbi. Voglio dire, il mancato ottenimento di una borsa di studio può fare uscire di senno qualcuno, non lo ritengo impossibile, ma ritengo più probabile che la rabbia possa incanalarsi verso un obiettivo più circoscritto. Andrea avrebbe potuto vendicarsi di Giulia, accanirsi contro i docenti, contro l'università, oppure contro perfetti sconosciuti, ma arrivare a odiare l'umanità intera, l'intero pianeta mi pare eccessivo. Ma mettiamo pure che questo possa verificarsi, come può un ragazzo qualunque entrare in un sito dove sono custodite armi atomiche, un sito di massima sicurezza, presidiato e controllato m'immagino, senza nessuna difficoltà? Ecco queste due cose, la sproporzione della reazione e la facilità di esecuzione dell'intento, a mio avviso rendono il tutto molto poco coerente.
Questo per me è il problema più grosso del racconto, tanto da minare tutto l'impianto della storia.

Sono d'accordo con Byron: il racconto non è credibile.
Ma la mia sensazione di disagio è stata così forte da spaventarmi. E non lascerò solo questo autore. Preferisco sbagliarmi, preferisco essere ingannato. Le sue grida di aiuto sono lucide e se io non so stare dalla parte giusta non sarà un problema.
Non sarà demoralizzante sentirmi un idiota.
Da parte mia non desidero entrare nella vita di nessuno, ma nemmeno voglio fare la marionetta indifferente.

Purtroppo il racconto presenta più difetti che pregi. È vero che si legge volentieri e lo stile è godibile, ma dal punto di vista della trama ci sono veramente troppe cose che non vanno. Il difetto maggiore è il protagonista, che risulta bidimensionale e privo di spessore, incapace di sostenere azioni così complesse. Il risultato è che sembra del tutto fuori luogo e assurdo. Un'altra cosa più tecnica: il forum ci permette di aggiungere la sezione "spoiler", ma di fatto non c'è nessuno spoiler perché Andrea fa esattamente ciò che aveva minacciato. Mi sarebbe piaciuta una fine diversa e più sconvolgente, magari anche assurda e irreale.

Ciao Autore.
Sinceramente non ho capito. O meglio non sono riuscito a entrare nella mente disturbata del protagonista. Vuole salvare la terra, ma da cosa? e se non la salva lui, allora la distrugge per una delusione amorosa. Mente contorta. La semplicità di alcuni passaggi, che da una parte è stata un pregio, non ha però fornito spiegazioni. 
Piaciuto molto il finale, tanto sapevi che tutti, curiosi come capre, saremmo andati a leggere a discapito di qualsiasi salvezza. Tutti responsabili, quanto è vero!
Piaciuto anche il titolo.

Un altro racconto verso il quale, pur con tutta la buona volontà possibile, proprio non riesco a sospendere la mia incredulità.
Un altro racconto nel quale "una persona ordinaria, immersa nella normalità della vita quotidiana" riesce a sgattaiolare dentro uno dei luoghi che penso siano i più segreti e impenetrabili al mondo: un "sito operativo dove sono custodite le armi atomiche".
E, ancora, un altro racconto nel quale il frustrato di turno decide di distruggere il mondo per un motivo tanto futile quanto banale: la mancata assegnazione di una borsa di studio ("La borsa di studio era stata assegnata a qualcun altro"). Una borsa di studio che "mi spettava" / "sentivo di avere diritto" / "mi spettava di diritto", ci dice l'autore, ribadendo il concetto nello spazio di poche righe.
“Se non mi darete la possibilità di salvare la Terra, allora non mi resterà che distruggerla.” Dopo una frase così, non credo ci sia bisogno di scomodare Freud.
E, a questo proposito, scusa se mi permetto, potrei suggerire il finale per un'eventuale revisione.
Il tizio non è in un sito di stoccaggio atomico, ma rintanato in casa di fronte al PC, circondato da modellini di missili e bombe e con frammenti della lettera di rifiuto ancora in bocca: così lo trovano gli infermieri che arrivano là a sirene spiegate per un indispensabile quanto inevitabile TSO.
Grazie
M.

Curioso: io insegno in un corso simile a quello da te raccontato!
Per questo quello che sto per dirti mi dispiace un po'. Il racconto penso che sia stato scritto molto velocemente per poter partecipare al contest. 
Forse se anche tu lo rileggessi con attenzione ti renderesti conto che la storia non è molto credibile e non è peraltro supportata da un'analisi psicologica dei personaggi in grado di reggerla. 
La scrittura è di buona qualità, la lettura e piacevole. 
Sono sicuro che tut possa fare meglio.

Be' ho poco da aggiungere a quanto già commentato dai miei esimi colleghi, la storia purtroppo così com'è non regge. Non so se inserendo una parte in cui racconti come Andrea si sia introdotto in questo fantomatico sito aiuti, ma credo di no. Sarebbe stato meglio creare direttamente un personaggio maniaco dell'informatica e fargli hackerare i sistemi di sicurezza da remoto. Una roba impossibile comunque, ma almeno fattibile in teoria. Secondo me il racconto è poi intriso di "americanismo", troppo per l'ambientazione casalinga che si è scelta. Ovvero: le borse di studio date in questa maniera sono tipiche dei college americani, così come i fantomatici siti dove sono custodite le armi nucleari, che in da noi non esistono, e che sono tipiche dell'immaginario USA. A rileggerci!

Di solito sono un contestatore della cosiddetta "mancata verosomiglianza", perché ritengo che nella scrittura possa succedere di tutto, e per fortuna succede di tutto. Un uomo può entrare nella stanza dei bottoni e far saltare tutto, ma il contesto va preparato meglio, così come le sue motivazioni. La successione di eventi, qui, si riduce a: ho perso la borsa di studio = entro nella stanza dei bottoni e distruggo tutto il mondo. Come lettore sono rimasto spiazzato da questo passaggio brutale. Perché quest'uomo ha libero accesso a un posto così importante? La scrittura è buona, non molto la trama. Mi è piaciuto il finale interattivo, e immagino che la curiosità abbia spinto tutti a premere il bottone!

Ho trovato originale l'idea del finale interattivo e ho apprezzano la scrittura fluida e riflessiva. Rimango perplesso sulla credibilità della trama, trovo la storia poco convincente e il comportamento del protagonista troppo egoistico e irrealistico, in particolare il passaggio dentro il sito operativo è incongruo e privo di senso. Avrei preferito una maggiore contestualizzazione e spiegazione delle azioni del protagonista, e una maggiore credibilità nella narrazione.