Il nastro blu - episodio V

Agnese non capiva perché si trovasse in aeroporto.
La maestra le aveva comprato una fetta di torta al cioccolato; il profumo era buonissimo, ma l’unico boccone le si piantò come un sasso alla bocca dello stomaco.
Non due. Una sola valigia. Dentro c’erano le sue cose più amate, eppure l’avrebbe presa a calci se solo avesse trovato il coraggio e un angolo nascosto per farlo.
Gianna le tolse il nastro blu dai capelli e glielo annodò al polso. «Così non lo perderai.»
Agnese lo accarezzò.
Una giovane donna dalla pelle bruna e con la divisa rosso-bianco-blu era al loro tavolo; maneggiava nervosamente lo smartphone e beveva una bibita gassata.
La voce sintetica degli altoparlanti annunciò qualcosa di incomprensibile.
Gianna fece un cenno alla bambina.
Agnese la salutò. «Quindi se non ti vedo più vuol dire che muori?»
La maestra sorrise e scosse la testa. Le mostrò che indossava un nastro bianco identico al suo e ripeté una frase che diceva spesso. «Hai fiducia nel destino?»
Si abbracciarono per l’ultima volta. Agnese girò la testa diverse volte mentre la giovane con la divisa la portava via per mano.
Poco prima di una lunga fila di persone, l’accompagnatrice si mise a fare il ballo della pipì; la bambina si mise a ridere.
La giovane disse qualcosa di incomprensibile poi si accovacciò arricciando il naso. «Aspetta qui, ok?»
Agnese annuì; restò sola davanti al bagno delle donne stringendo forte la maniglia del trolley.
Un uomo con la divisa bianco-blu le si avvicinò.
«Ciao, Agnese.»
Lei non rispondeva mai agli sconosciuti.
Lui scoprì il polso: aveva un nastro rosso identico al suo. «Hai fiducia nel destino?»

Interessante. Bravo Achi (il mio cuginipote si chiama Achille come mio nonno e ormai quando scrivo Achi penso a un frugoletto che spernacchia e ride, scusa).
Dicevo, ottimo lavoro, Achi. Sei riuscito a portare la storia un passetto più vicina al finale, che attendo con trepidazione

L' anima giovane di Achi fa leggere i suoi spezzoni con simpatia e divertimento, una gradevolezza che l'autore ha conquistato nel tempo ispirato da note famigliari.
Il ballo della pipì è troppo forte.
Sorrido.
Agnese, nome promessisposiano fa un po' impallidire la souspence.

Hellionor ha scritto:Interessante. Bravo Achi (il mio cuginipote si chiama Achille come mio nonno e ormai quando scrivo Achi penso a un frugoletto che spernacchia e ride, scusa).
Dicevo, ottimo lavoro, Achi. Sei riuscito a portare la storia un passetto più vicina al finale, che attendo con trepidazione

Ho notato che il nome è tornato di moda anche per gli esseri umani (ho conosciuto tre cani e un gatto che si chiamano Achille, l'ultimo questa estate durante una passeggiata in montagna).
Grazie mille, Hellionor. Il limite di 2000 caratteri in un certo senso mi ha obbligato a tagliare alcune cose che spero siano colte da chi mi seguirà nella staffetta Strano ma vero, avevo un'idea ben precisa su dove portare la storia. Adesso sono davvero curioso di vedere dove andrà.
Alla prossima.

tommybe ha scritto:L' anima giovane di Achi fa leggere i suoi spezzoni con simpatia e divertimento, una gradevolezza che l'autore ha conquistato nel tempo ispirato da note famigliari.
Il ballo della pipì è troppo forte.
Sorrido.
Agnese, nome promessisposiano fa un po' impallidire la souspence.

Caro To'. Ebbene sì, tre figlie bambine aiutano molto a immedesimarmi in una "ottenne". Ci tenevo tanto a riportare il punto di vista su di lei.
Grazie e alla prossima.

La storia è intrigante e mi è piaciuto molto il tuo seguito.
Però ho riletto tutto dall'inizio e trovo il testo molto frammentato e poco coeso.
La storia salta da una parte all'altra apparentemente senza continuità.
Ogni pezzo potrebbe essere il capitolo di un racconto più lungo, ma la brevità del testo di ogni spezzone e il titolo sempre uguale non mi aiutano a "tenere in mano i fili" del racconto.
In quest'ultimo pezzo è apparso, così, dal nulla, un dirigente scolastico che vuole spedire la bambina in America quando, almeno credo, i genitori ce li ha ancora... forse col mal di collo, ma dovrebbe averli ancora...
Cotto e mangiato: se il giudice la dichiara adottabile, questa viene spedita in America; Nel paragrafo successivo sono in aeroporto e lei sta partendo.
Sicuramente sono io poco intuitiva, ma ho avuto l'impressione che tu abbia voluto fare un grande passo per portare la storia dove volevi, a discapito della comprensibilità del testo.

@Stefy Oddio non mi è mai balenato nemmeno minimamente per la testa che si potesse equivocare la questione: non è il dirigente scolastico ma l'avvocata a parlare e a voler spedire la bambina negli Stati Uniti. Forse avrei dovuto evitare di farla parlare in italiano perfetto? Mi dispiace per la squadra se questo equivoco ha rovinato il racconto. Ho pensato che l'atto di alzarsi in piedi fosse sufficiente per capire che il dirigente è dalla parte della maestra e non dell'avvocata.

Quanto alla frammentazione, ho già spiegato nel commento a Danilo che non mi trovo a mio agio con i cambi continui del punto di vista (se non l'ho spiegato bene, ok mi scuso se non era chiaro). Io non ho fatto altro che adattarmi, in realtà come dicevo prima a Tommasino io volevo solo riportare il punto di vista su Agnese, che negli ultimi episodi si era persa.

Grazie e alla prossima.

Achi, non hai rovinato proprio niente a nessuno: sono io che non sono riuscita a entrare in sintonia col racconto.

Invece sì; grazie al tuo commento mi sono accorto di un errore madornale che i miei compagni di squadra non hanno mai commesso. Ho corretto il mio episodio. Adesso sì che è coerente con chi mi ha preceduto.

Ciao @Achillu mi piace molto il fatto che tu abbia recuperato Agnese e quel suo spirito combattivo che dall’incipit si era perso (per esempio ho trovato molto efficace il passaggio in cui avrebbe preso a calci la valigia se avesse potuto) Ora, come tutti, sono curiosa di sapere come andrà a finire…

Ciao Achi. Io sono entusiasta, e non lo dico tanto per, di come hai proseguito il racconto. Non ho letto la "prima" versione, quella di cui discuti con Stefy, quindi non posso dire nulla in proposito. Mi limito a dire che la scena, tutta racchiusa in aeroporto, è (a parte scritta benissimo
che non guasta mai) coerente e lineare, nonostante manchi un "dove". Nel senso, si intuisce che la famiglia di Agnese è scomparsa, diciamo così, e che quindi la bambina debba andare da qualche parte, magari un parente prossimo o affidata in una qualche struttura, ma dove? E quale di queste ipotesi è corretta? Non so, sarebbe bastato un dialogo tra Gianna e l'accompagnatrice, giusto due parole. So che non è fondamentale saperlo per come sta procedendo il racconto, ma avrebbe dato consistenza al modus operandi di Gianna e Luis, che ho sempre immaginato come primo figlio salvato da una famiglia violenta e disfunzionale. Grandiosa l'idea del nastro bianco della maestra/mamma. Non ci avevo pensato e mi è piaciuta moltissimo.

Ciao, Pet.

Grazie.

Ciao, Aki.

In questo periodo sto scrivendo delle ciofeche ma ti ringrazio per la tua bontà nel giudicare il mio frammento.
Io avevo ben chiaro il dove ma l'ho cancellato una volta eliminata la scena sbagliata. E non ho idea di come inserirla nel mio frammento.
Cioè: la bambina dovrebbe avere un porta documenti al collo come tutti i bambini che viaggiano da soli (almeno funzionava così quando viaggiavo io in aereo, prima del 2001). Nella prima versione non ci stava e mi sono dimenticato di metterlo nella seconda.
E comunque non è proprio sola sola, c'è la giovane donna che l'accompagna... insomma ho combinato un casino.

Scusatemi

ciao Achi e benvenuto nella prima corsia (la migliore, sia inteso!)

Ho riletto dall'inizio tutta la faccenda perché nel frattempo mi ero dimenticata un pò di cose. Nel tuo segmento l'azione è andata avanti mantenendo coerenza nello stile. Hai introdotto un nastro bianco al polso della maestra Gianna e un nuovo personaggio, l'accompagnatrice, a cui, per effetto della bevanda gassata, scappa la pipì. Provvidenziale forse, per far incontrare ad Agnese Luis, il figlio, con al polso il nastro rosso. Quindi sei stato davvero bravo! 
Mi sembra che tutto si stia incastrando alla perfezione e che il cerchio si stia per chiudere. Allora avanti così e...alla prossima puntata.  

Ps: non c'è assolutamente nulla di cui tu debba scusarti!

La cosa che mi è piaciuta di più è l'attenzione che si è spostata nuovamente su Agnese, e la cosa bella è che mentre nella prima parte era una figura carica di rabbia e orrore, qui torna a essere la bambina che è, tanto da scapparle persino una risata quando vede il ballo della pipì. 
Trovo che il salto verso la conclusione della storia sia riuscito molto bene.
Io poi sono dell'idea che a volte lasciare alcune domande senza risposta può aggiungere un elemento di mistero e coinvolgere ulteriormente il lettore. Questo tipo di interazione, in cui si dà spazio all'immaginazione del lettore, può arricchire l'esperienza di lettura e stimolare la curiosità.

Ciao, @Resdei

Mi sembra ieri che ho letto "Senza notte" e ho pensato "questa ragazza ha tante potenzialità, prima o poi mi stupirà", sono passati quasi sei anni e con l'ultimo racconto e non solo con quello mi hai stupito tantissimo. Sono davvero felice di questa tua maturazione.

Ciao,  @ImaGiraffe

Grazie, troppo buono.

Alla prossima.

L'ho detto poco fa commentando il pezzo di Aki: sono sicuro che lo staffettista seguente saprà cogliere "il filo della storia" attraverso la sua idea. Ebbene, Achi lo fa benissimo tornando ad Agnese, la nostra protagonista, della quale, come notato, ritroviamo il suo spirito ribelle ma anche la sua vera essenza di bambina. Il merito di questo aspetto è tutto di Achi e mi sento di racchiuderlo nel "ballo della pipì", davvero una bella trovata. 

Condivido con  @Stefy il "dubbio" - le virgolette sono d'uopo - circa un racconto che appare come una sequenza di spezzoni, legati tra loro, ma a sé stanti. Ovviamente è soltanto la mia impressione che non inficia il peso del racconto. Tuttavia, credo che chi scriverà il finale si trovi in una situazione quantomeno scomoda, poiché dovrà saldare definitivamente il legame apparentemente debole tra le varie sezioni.

Grazie

Ho letto solo questa versione, non al precedente, ma secondo me procede tutto molto bene, trovo congruità nella storia, logicità narrativa, per cui, bravo Achi.

Anch'io leggo ora la stesura definitiva e mi sembra che tutto regga piuttosto bene. La storia mi sembra incanalata prevalentemente verso un lieto fine, ma non escluderei anche qualche colpo di scena.
Quanto ai cambi nei punti di vista, come si è capito, non mi disturbano affatto. Anzi, mi dispiace perfino che sia stato abbandonato a sé stesso il fidanzatino Daniele. Forse anche lui avrebbe potuto dire qualcosa di interessante.

Io sono arrivata in tempo a leggere la prima versione, e lì veramente c'era un salto troppo grande rispetto al pezzo precedente: non si capiva perché Agnese stesse parlando con un preside (mi sembra di ricordare...), poi dal nulla l'aeroporto, e Agnese che viene mandata via sembrava in modo legale ma senza che si capisse bene in che modo... Insomma, questa seconda versione invece, pur compiendo anch'essa un salto, fila con il resto. Si capisce appunto che la maestra accompagna Agnese in aeroporto, mentre Luis va a casa dei genitori della bambina a fare qualcosa (solo messi fuori combattimento? Minacciati? Uccisi? Alla fine, l'importante è che lascino in pace Agnese). Immagino poi che la maestra abbia messo qualcosa nella bibita della hostess per costringerla a lasciare qualche minuto da sola Agnese, in modo che Luis, travestito da addetto dell'aeroporto, possa avvicinarla e... a me viene da pensare che la porti via, ma vedremo poi il seguito (credo).

Peccato veramente non aver portato a termine questa corsia che quando sono usciti gli "incipit" era quella che più aveva attirato la mia attenzione.
Sembra banale dirlo, ma senza il finale, senza quei duemila caratteri che, se utilizzati adeguatamente (Susanna lo ha dimostrato egregiamente nella sua corsia) possono dare quel "quid" in più che fa spiccare il volo all'intero racconto, anche dare un giudizio compiuto diventa estremamente difficile.
Il racconto era stato condotto molto bene fino a questo punto anche se come gusto personale avrei dato molto più rilievo a quel "Daniele" inserito un po' timidamente da Resdei e poi perso e dimenticato dagli staffettisti che l'hanno seguita.
Mi sarebbe piaciuto molto vedere tirare le fila alla storia e dare ad Agnese il finale che meritava, ovunque decidesse di virare l'ultimo scrittore: peccato davvero!

Ho letto i vostri commenti e sono molto felice e grato di ciò che ho letto, scusatemi se non riesco a scrivere altro ma è un periodo che mi sento bloccato nel commentare. Passerà.

Grazie e alla prossima.

@Arianna 2016 non ho molto da aggiungere; hai colto molto di ciò che mi è passato per la testa mentre scrivevo il brano. E devo ringraziare sempre @Stefy non tanto per il commento che ha scritto (cioè sì, anche per ciò che ha scritto ma in un certo senso è in secondo piano rispetto a ciò che ha scatenato). Dicevo, devo ringraziare Stefy perché mi ha tirato fuori una frase "io volevo solo riportare il punto di vista su Agnese" e infatti è stata la mia risposta al suo commento a illuminarmi. Così: 🤯 Cioè rileggevo il commento e pensavo: ma davvero l'ho scritto io?
Sì, ricordi bene: c'era un dirigente e anche l'avvocata dell'ambasciata USA. Tutta spazzatura e non me n'ero accorto prima di rispondere a Stefy.

Grazie mille per il commento e alla prossima.