Prima era prima
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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 1 - Portineria
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Prima era prima
Londra, Docks St Katharine – maggio 1965
L’uomo imboccò Morley Street con circospezione: la strada era in realtà un budello tra due edifici ormai abbandonati, tanto stretta che il sole non arrivava ad illuminarla. Trovarla era stata un’impresa: non risultava nelle mappe, eppure le indicazioni erano precise.
Alla fine, dopo due ore di giri a vuoto tra vie semideserte e magazzini in disuso, per la modica cifra di due sterline, un barbone gli indicò quello che sembrava l’imbocco ad un cortile interno.
«Sicuro di voler andare lì? Bah, faccia come vuole, tanto lei l’anima a Dio se la raccomanda tutte le mattine! Saluti al superiore.»
Il prete lo ringraziò, lo benedì, tirò un bel sospiro e si avviò: non poteva maledire nessuno per aver accettato l’appuntamento, sarebbe stato poco professione, quindi…
Sollevando la tonaca per evitare la sporcizia, Monsignor Grady, dopo aver per l’ennesima volta consultato un foglietto, cercò il numero quattro.
«Tre… cinque… e il quattro? Forse qui.»
Il portoncino passava quasi inosservato: bussò e non ottenendo risposta, spinse il battente e, circospetto, entrò.
L’atrio era illuminato da una lampada fioca e sporca: riuscì ad intravedere una porta su cui spiccava un’insegna. “Portineria. Bussare.”
Bussò e non aveva ancora ritirato la mano che la porta si aprì di colpo e sulla soglia comparve una donna… vistosa. Alta, un po’ mascolina, abiti così aderenti che le forme sinuose sembravano voler sfuggire dalle cuciture, trucco pesante e volgare, capelli di un rosso improbabile e sigaretta penzolante. Calze a rete e pantofole con piume.
«Seeee?» Mani sui fianchi.
«Buon giorno, signora. Lei è la portinaia?» chiese il prelato, intimidito.
«Le sembro una portinaia, io?»
«No, non proprio…»
«Appunto, ha occhio lei. Non sono la portinaia, anche perché in un palazzo come questo…E cosa le sembro eh? Dica.» A cinque centimetri dal naso del prelato.
«Beh, non vorrei offenderla, non se ne abbia a male… insomma ognuno si concia… si agghinda come vuole, ma lei ricorda un po’, ma solo un po’, una pr… una signorina…servizievole, ecco.» La professione gli impediva di mentire.
«Ah, io sarei una prostituta!» L’uomo fece un passo indietro perché il successivo, di passo, se lo sentiva, sarebbe stato uno schiaffo da parte della donna.
«Ehmm… potrei parlare con la portinaia, cortesemente?» glissò.
«Dica pure, sono io la portinaia.»
«Ma lei prima ha detto …»
«Prima era prima.»
Il monsignore cercò di assumere un tono autoritario:
«Voglio parlare con mio fratello, dovrebbe essere qui già a quest’ora. Abbiamo un appuntamento.»
«Qui non c’è nessun fratello. E poi, precisi se è fratello di tonaca, perché a meno che non sia reduce da una festa in maschera, lei dovrebbe essere prete o frate, non sono molto pratica, o se è fratello carnale.»
«Fratello carnale, si chiama Eston e…»
«Non conosco nessuno con questo nome, neppure se è suo fratello.»
«… ha frequentato spesso questo… posto.»
«Lei dice posto ma intende bordello. Le sembra un bordello questo? È una casa rispettabile. Questa.»
La donna invitò l’uomo ad entrare, anzi lo spinse nella stanza e lo fece accomodare su uno scomodo divano, con aria minacciosa. Gli mise in mano una tazza di tè.
«Assolutamente no! Cioè, sì è rispet…ima» ansimò lui.
«Come fa a saperlo? È un frequentatore di bordelli, lei? Certo non di questi, con la puzza sotto il naso che ha! Si vergogni? Ma è un bordello serio, sa! E si beva quel tè!»
«Ma prima ha detto che…» Bevve.
«Prima era prima. Allora, questo fratello che non è qui, perché dovrebbe essere qui?»
«Beh, mi ha detto che ha perso qui una cosa giorni fa, e voleva che lo aiutassi a cercarla.»
«Eston, è un nome troppo brutto, Ernest gli si addice di più. Comunque, non lo conosco.» lo interruppe la donna.
«Ma se ha detto prima che…»
«Prima era prima. E poi chi mi dice che lei è il fratello del fratello che non è qui?»
«Glielo dico io, saprò bene se ho un fratello, e ce l’ho.»
«Se lo dice lei, perché chi viene qui, in questa rispettabile casa, di solito è figlio unico, o figlia unica, magari ha una sorella suora o badessa, ma qui non c’è mai stata. Quindi…»
L’uomo ormai era decisamente confuso da quella conversazione surreale e cominciava a sudare, indeciso sul da farsi.
Cercando un appiglio, si guardò attorno: non che frequentasse portinerie o bordelli, ma la stanza gli pareva strana, sembrava arredata con mobili raccolti qua e là, senza criterio. Un divano, una poltrona dalla fodera lisa, una lampada, un tavolino su cui giusto una teiera e una tazza ci potevano stare, e dietro ad un paravento, forse una cucinetta: si sentiva profumo di caffè. Appena dentro, un tappeto, troppo grande per quella stanzetta e che sembrava spazzolato da poco, morbido. Che strano, gli sarebbe piaciuto sdraiarcisi sopra.
«Insomma, signora, mio fratello, che adesso non è qui, ma che è stato qui, dovrebbe aver lasciato un diario o un’agenda, di cui adesso ha bisogno. Mi ha detto che ci stava scrivendo, qui, proprio la sera in cui lo ha perso di vista.»
«Se si mettesse gli occhiali, suo fratello, non perderebbe di vista le cose. E poi non scriveva nessun diario, quando non era qui.»
«Ma se ha detto… va bene, prima era prima.»
Il prelato, ormai stufo di questa situazione, si avviò verso la porta ma la donna, che si era accomodata sulla poltrona con aria da donna fatale, soffiò il fumo della sigaretta e gli disse:
«Se ne va già? Non le piace il tè? Eppure è buono. Non lo ha scritto, suo fratello, sul diario che non si trova?»
«Basta, vorrà dire che andrò alla Po… poli...» farfugliò.
«Magari un altro giorno, monsignore.»
Il tappeto era davvero morbido, quasi come il letto di casa sua, dove si svegliò qualche ora dopo.
Non ricordava come ci era arrivato, ma forse era meglio non chiederselo.
Il giorno dopo tornò in Morley Street, trovando al posto della palazzina un mucchio di ceneri fumanti.
Una bombola del gas – gli disse un pompiere – forse portata da qualche hippie. Sotto un lenzuolo, il corpo di una ragazza dai capelli rossi e, appoggiata ad un muro, la porta della portineria.
«Sì, padre, può darle una benedizione, per quel che serve. Ma è meglio che non sollevi il lenzuolo, si fidi.»
Nessuno si chiese cosa ci facesse lì un prete, in abito borghese e ben lontano anche dalla chiesa più vicina.
Cinque anni dopo, un bell’uomo, dall’aria molto distinta e vestito con un’eleganza discreta che denotava gran classe, bussò ad una porta nell’androne di un vecchio palazzo signorile, da qualche parte a Londra.
Portineria. Bussare.
Quella porta non aveva perso il vizio di mettersi in mezzo!
Ad aprire la porta, questa volta, una bella ragazza, alta e un po’ sofisticata per essere una semplice portinaia. Indossava un abito semplice, alla moda: il filo di perle era forse poco adatto alla sua giovane età, ma ogni personaggio non è ben interpretato se non indossa il costume adatto. Lei trasmetteva discrezione e fermezza.
Anche la scenografia deve essere curata, per essere credibile. La stanza in cui lo fece accomodare era arredata con cura. Signorile come il palazzo. Accogliente. Vissuta, come le stanze in cui devono scorrere giornate tutte uguali, in paziente attesa di qualcosa o di qualcuno.
Si presentarono: un monsignore, una portinaia.
Un messaggio da consegnare.
«Ora lei è libera, è tutto finito, può anche decidere di iniziare un’altra vita, lontano da qui.» L’uomo la fissava apertamente, con un vago sorriso divertito.
«Non se ne parla! Però mi piacerebbe sapere tutta la storia, quella vera. Sa, allora mi consigliarono di non fare domande, ma se è tutto finito…» Anche lei lo fissava, apertamente divertita.
«Glielo devo. Ma cominci lei. Il primo atto è suo.»
Si misero comodi, con una buona tazza di tè e una storia tanto vera quanto assurda.
«Beh, all’epoca io ero una segretaria a ore con il pallino per il teatro, che per sopravvivere si prostituiva. Non ero una squillo d’alto bordo, ma neanche battevo il marciapiede. Uno dei miei clienti un giorno mi confidò di essere un agente dei servizi segreti di sua maestà. Lì per lì la presi come una burla, ma lo scandalo Profumo era ancora nell’aria, eravamo tutti gran patrioti, quindi gli credetti.»
L’agente raccontò di voler incastrare un collega che passava informazione ai russi. Lui, per via della copertura, doveva consegnare il materiale per i suoi superiori tramite quel tizio, che però ne passava copia al fratello monsignore, che a sua volta, viaggiando spesso nei paesi dell’est e godendo dell’immunità diplomatica, poteva trafugarli tranquillamente.
«Io avrei dovuto recitare la parte di una prostituta e sedurre il prelato. Scattate le foto, avrei avuto i miei soldi. Me li mostrò per convincermi che era affidabile. Ero giovane, ma qualche lezione l’avevo imparata: se era tutto vero, probabile che quello, i soldi, se li sarebbe tenuti e io sarei finita nel Tamigi. Quindi diedi una bella dose di sonniferi ad entrambi, mi presi i soldi e decisi di fare le valigie. Le confesso che mi ero divertita molto e che della loro sorte non mi importava granché. Il denaro non era poi tanto, ma per iniziare da qualche altra parte sarebbe bastato. Ma a casa trovai qualcuno che mi convinse che la recita non era finita, e che se avessi voluto festeggiare i miei prossimi compleanni, mi sarebbe convenuto interpretare “la ragazza muta”!»
«E lei l’ha fatto!»
«Certo, ma chiesi di aggregarmi al circo e mi accontentarono. Per le portinaie le case sicure non mancano mai. Non ho mai fatto domande, ma ora vorrei qualche risposta.»
L’uomo sapeva di potersi fidare, ma raccontò solo il raccontabile. Evitò la parte del corpo della ragazza sotto il lenzuolo: non era il caso di dirle che a volte gli obitori si perdono qualche “pezzo”.
Non esistevano un monsignore ed un suo fratello: erano la stessa persona. Abilmente interpretati: qualcosa di vero e qualcosa di costruito a tavolino.
Il Monsignore era davvero un prelato: la sua famiglia, ricchissima e di origini nobili, operava in campi legati alla difesa, forniture governative, sviluppo di armamenti, ma da decenni collaborava anche con i servizi segreti, fornendo preziose coperture. L’incarico in Vaticano, piuttosto nebuloso ma reale, aiutava e non poco.
Ma era anche, all’occorrenza, un “fratello” viziato, ficcanaso e chiacchierone, ben disposto a fornire al sedicente agente segreto dettagli inerenti forniture militari e progetti segreti, che finivano ai russi.
Tutto materiale abilmente preparato: poche verità, spendibili, e molta fantasia futurista.
Ma adesso lui faceva i capricci: il gioco non gli piaceva più.
L’agente, per salvaguardare la sua posizione, decise di coinvolgere il fratello monsignore: due o tre foto compromettenti, la minaccia di uno scandalo colossale, di contratti col governo rescissi e della prigione e la reticenza sarebbe svanita.
In realtà tutta la messinscena serviva a individuare la spia russa a cui l’agente corrotto passava le informazioni, e trasformarla in doppiogiochista, come nel più scontato dei copioni.
Funzionò.
In cambio di informazioni d’oltre cortina, a Mosca non avrebbero mai saputo della enorme e ridicola trappola in cui era incappata la spia: un falso monsignore corriere di segreti militari. Non avrebbe perso solo credibilità, non si sarebbe giocato solo la carriera: la sua utilità da quel momento in poi sarebbe stata quella di concime per il giardino.
«Tutto qua. Semplice, no? Per inciso, lei non ha mai corso pericoli: il barbone e un paio di altri uomini tenevano d’occhio l’edificio da giorni, se ci fossero stati movimenti sospetti… palcoscenico vuoto. Ora il russo è passato a miglior vita, nessuno ne ha reclamato il posto e il dossier è chiuso.»
«Diabolico. Se l’avessi saputo prima, l’avrei sedotta, quel giorno: anche con quel ridicolo travestimento, lei emanava fascino.»
«Eh, ma prima era prima.»
Different Staff- Admin
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Re: Prima era prima
La prima parte mi è piaciuta molto, ci ho visto dentro il miglior Villaggio, un attore che amo. Buffa e divertente scorre che è un piacere. Poi arrivano salti temporali, situazioni esplosive. Troppa carne al fuoco che fa perdere attenzione. Tutto è raccontato, I dialoghi esilaranti iniziali scompaiono.
Non voglio infierire, il racconto resta un buon racconto, e per fare come il buon e commovente Martin: mi scuso per le critiche, e ti abbraccio, autore.
La ripetizione ossessiva del titolo, 'prima era prima', funziona.
Sembra quasi una terapia narrativa, un progetto da seguire.
All'infinito.
Non voglio infierire, il racconto resta un buon racconto, e per fare come il buon e commovente Martin: mi scuso per le critiche, e ti abbraccio, autore.
La ripetizione ossessiva del titolo, 'prima era prima', funziona.
Sembra quasi una terapia narrativa, un progetto da seguire.
All'infinito.
Ospite- Ospite
Re: Prima era prima
Me l'hai fatto leggere due volte per comprendere la trama anche se è pure spiegata dall'agente. E tutt'ora non so nemmeno se l'ho capita! Questa però è solo colpa mia e forse l'imbroglio lo vuoi proprio così e quindi: bravò (alla francese, senza genere). Mi sono pure divertito con quei discorsi un po' da commedia. Sei tra i miei primi racconti e non sono preveggente per il punteggio però ti tengo d'occhio.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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A Arunachala garba questo messaggio
Re: Prima era prima
Perdonami, ho provato a rileggere la parte finale perché sarebbe stato irrispettoso commentare un racconto che ho capito a metà, ma mi sono dovuto arrendere. È talmente un guazzabuglio compresso di stereotipi sullo spionaggio che non riesco a districare la trama. Se poi qualcuno mi facesse un disegnino, sarebbe cosa assai gradita. Comunque, tornando seri, per quanto riguarda i paletti mi sembra che il racconto li rispetti abbastanza. Avrei però preferito non vedere quel marker spazio-temporale che considero un modo un po' furbesco di soddisfare i parametri. Tuttavia, il vero problema di questo testo riguarda il genere, perché secondo me di giallo ha davvero poco o nulla e sembra più la commistione di una prima parte dal tono umoristico e una seconda più sul thriller (nei temi più che nello stile). Quantomeno, la parte iniziale è molto godibile e divertente, ma la trovo più adatta a uno sketch cabarettistico che ad un racconto giallo. Insomma, non è proprio il massimo come racconto, ma almeno coi dialoghi (e l'umorismo) ci sai fare.
Ospite- Ospite
Re: Prima era prima
Un racconto strano. La scelta di due tempistiche diverse, peraltro visto che hai messo la data sulla prima parte potevi anche metterla successivamente anche per agevolare il lettore.
Ti ho seguito nella prima parte e mentre leggevo mi chiedevo dove saresti andato a parare. Poi mi hai fatto fare un balzo in avanti di cinque anni, mi ha cambiato il luogo e stravolto i personaggi.
Con estrema sincerità ho letto tutto con un po’ di fatica. È come se ti fossi perso per la strada. L’inizio era promettente anche se il genere non era ben definito, ma poi tutto si ė confuso.
I dialoghi sono poco naturali sembra che tu ti sia innamorato della frase che hai scelto anche per il titolo. Gli spiegoni contenuti nel dialogo finale sono pesanti.
Mi spiace non voglio essere troppo tranchant, so bene quanto è frustrante dopo aver profuso tanto impegno non raccogliere gradimento. Tutto ciò che ti ho detto è in buona fede sperando di esserti di aiuto e comunque hai una grande dote: una fantasia fervida e invidiabile e anche una buona penna.
La mia valutazione ė basata sul rispetto dei parametri imposti dal contest.
Alla prossima
Ti ho seguito nella prima parte e mentre leggevo mi chiedevo dove saresti andato a parare. Poi mi hai fatto fare un balzo in avanti di cinque anni, mi ha cambiato il luogo e stravolto i personaggi.
Con estrema sincerità ho letto tutto con un po’ di fatica. È come se ti fossi perso per la strada. L’inizio era promettente anche se il genere non era ben definito, ma poi tutto si ė confuso.
I dialoghi sono poco naturali sembra che tu ti sia innamorato della frase che hai scelto anche per il titolo. Gli spiegoni contenuti nel dialogo finale sono pesanti.
Mi spiace non voglio essere troppo tranchant, so bene quanto è frustrante dopo aver profuso tanto impegno non raccogliere gradimento. Tutto ciò che ti ho detto è in buona fede sperando di esserti di aiuto e comunque hai una grande dote: una fantasia fervida e invidiabile e anche una buona penna.
La mia valutazione ė basata sul rispetto dei parametri imposti dal contest.
Alla prossima
Petunia- Moderatore
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Re: Prima era prima
Allora, che dire?
La prima parte è una bomba, con quei dialoghi surreali che mi piacciono un sacco. E lì ti potrei dare il massimo dei voti.
Poi cacchio la seconda parte è molto complessa, arzigogolata, come ha detto Petunia anche troppo spiegone.
Per goderselo pienamente ci vorrebbe una sorta di aiuto da casa(cose del tipo sei hai bisogno chiedi a me, ciao)per potere restare sul pezzo senza perdere concentrazione e immersione nella storia.
Sì, quella seconda parte mi fa arrabbiare.
Comunque lo rileggerò più volte, fino a quando non scorrerà via liscio.
La prima parte è una bomba, con quei dialoghi surreali che mi piacciono un sacco. E lì ti potrei dare il massimo dei voti.
Poi cacchio la seconda parte è molto complessa, arzigogolata, come ha detto Petunia anche troppo spiegone.
Per goderselo pienamente ci vorrebbe una sorta di aiuto da casa(cose del tipo sei hai bisogno chiedi a me, ciao)per potere restare sul pezzo senza perdere concentrazione e immersione nella storia.
Sì, quella seconda parte mi fa arrabbiare.
Comunque lo rileggerò più volte, fino a quando non scorrerà via liscio.
Byron.RN- Maestro Jedi
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A vivonic e ImaGiraffe garba questo messaggio
Re: Prima era prima
Ho letto il racconto per la prima volta ieri notte, poi ho deciso che dovevo aspettare di essere più sveglia, per rileggerlo, quindi l’ho fatto di nuovo oggi. La prima parte mi è piaciuta molto: un dialogo buffo, surreale, con un ottimo ritmo, ben scritto e ben costruito, che lascia nel lettore la voglia di andare avanti, capire chi siano i personaggi, cosa in realtà stia succedendo, perché si percepisce che c’è altro, dietro tutto. Seconda parte. Dalle parole del narratore, a me lettrice sembra di capire che il protagonista sia lo stesso della prima, ma a questo punto tutto si ingarbuglia, almeno nella mia mente. Qui veramente mi scuso e ammetto che – mea culpa – non ho capito niente di tutto l’imbroglio che viene raccontato. Ho letto la spiegazione finale più volte ma non riesco a seguirne il filo. Tra l’altro, anche il fatto che all’inizio del racconto venga sottolineato quanta fatica il personaggio faccia a trovare il posto ha contribuito a mantenere la mia perplessità, dato che invece nel finale sembra che lui fosse al corrente di tutto. Non sono riuscita ad attribuire in modo chiaro le azioni ai personaggi nominati nella spiegazione finale, nemmeno tanto a distinguerli. Dunque, ammetto una mia probabile difficoltà personale, però devo anche dire che forse, il fatto che un racconto crei queste difficoltà a un lettore medio, significa che la narrazione vada in qualche modo rielaborata, per renderla un po’ più fruibile. Ad ogni modo, buona scrittura e bello stile. |
Ok, adesso non ho capito perché il testo sia venuto dentro una cornice: giuro, non ho fatto niente di strano.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Re: Prima era prima
Non ho capito molto , colpa mia probabilmente.
All'inizio è stato simpatico poi è diventato un racconto di spionaggio molto compesso con intrecci e personaggi che recitano parti come in teatro.
Devi essere un gran tessitore di trame, certo per mettere insieme tutti gli elementi richiesti ci voleva fantasia e tu ne hai avuta molta.
A rileggerti.
All'inizio è stato simpatico poi è diventato un racconto di spionaggio molto compesso con intrecci e personaggi che recitano parti come in teatro.
Devi essere un gran tessitore di trame, certo per mettere insieme tutti gli elementi richiesti ci voleva fantasia e tu ne hai avuta molta.
A rileggerti.
gemma vitali- Padawan
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Re: Prima era prima
Sotto il profilo formale, il narratore strizza l’occhio al teatro e questo è l’aspetto – a mio parere – meno riuscito. Il dialogo surreale della prima parte – tutto centrato sul mantra “prima era prima” – mi annoia, distraendomi. Più che a introdurre la storia, ha un effetto fuorviante. Mi spiego: l’incipit dovrebbe delineare ambiente e personaggi, fornire alcuni elementi della storia, indizi atti a incuriosire, ma se diventa un dialogo lungo e senza senso finisce per stancare, prima di iniziare a leggere la storia. Tante battute sprecate che potevano essere utilizzate per articolare in modo più chiaro e disteso l’azione narrativa che risulta contratta nella seconda parte e – in genere – piuttosto confusa.
L’azione narrativa si svolge in tre tempi.
Primo tempo: Monsignor Grady si aggira in un quartiere degradato di Londa in cerca di uno stabile; lo trova, bussa a un portone e sulla soglia compare una donna con la quale ha un dialogo improbabile.
Secondo tempo: Monsignor Grady si sveglia a casa sua, senza ricordare come vi è arrivato, e il giorno dopo ritorna a Morley Street. La palazzina è ridotta in cenere e a terra c’è il cadavere di una ragazza coi capelli rossi.
Terzo tempo: “Cinque anni dopo, un bell’uomo, dall’aria molto distinta e vestito con un’eleganza discreta che denotava gran classe, bussò ad una porta nell’androne di un vecchio palazzo signorile, da qualche parte a Londra. Portineria. Bussare.” La ragazza racconta una storia, il monsignore racconta una spy story.
Le parti mi sembrano slegate e anche se, alla fine, il mosaico si ricompone, rimane l’impressione di una trama gestita con fatica. Peccato, perché l’idea c’era.
Il genere: non proprio giallo.
L’azione narrativa si svolge in tre tempi.
Primo tempo: Monsignor Grady si aggira in un quartiere degradato di Londa in cerca di uno stabile; lo trova, bussa a un portone e sulla soglia compare una donna con la quale ha un dialogo improbabile.
Secondo tempo: Monsignor Grady si sveglia a casa sua, senza ricordare come vi è arrivato, e il giorno dopo ritorna a Morley Street. La palazzina è ridotta in cenere e a terra c’è il cadavere di una ragazza coi capelli rossi.
Terzo tempo: “Cinque anni dopo, un bell’uomo, dall’aria molto distinta e vestito con un’eleganza discreta che denotava gran classe, bussò ad una porta nell’androne di un vecchio palazzo signorile, da qualche parte a Londra. Portineria. Bussare.” La ragazza racconta una storia, il monsignore racconta una spy story.
Le parti mi sembrano slegate e anche se, alla fine, il mosaico si ricompone, rimane l’impressione di una trama gestita con fatica. Peccato, perché l’idea c’era.
Il genere: non proprio giallo.
mirella- Padawan
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Data di iscrizione : 08.01.21
Re: Prima era prima
l'inizio è cosi bello e assurdo che mi ha fatto urlare "tieni tutti i miei soldi e portami dove vuoi"
i personaggi sono così caricaturali e teatrali che funzionano subito. Quel dialogo surreale è una vera perla, mi ha ricordato Beckett, quindi mi hai illuso che sarebbe stato un bel viaggio nell'ignoto.
Peccato però che poi tu mi abbia dato un cazzotto e mi abbia trasportato 5 anni nel futuro e dal lì non c'ho capito più nulla. il racconto non diventa un giallo ma bensì una spy story.
alla fine ero talmente perso da non capire chi facesse chi o cosa. Il che sono tutti elementi che portati all'estremo potevano funzionare ma cosi è solo uno "spiegone", come hanno suggerito gli altri.
Che peccato!
Allora facciamo così, visto che hai ancora i miei soldi, puoi tenerli ma solo se mi prometti che nel prossimo step mi porti ancora nel tuo mondo surreale facendomici restare fino alla fine.
i personaggi sono così caricaturali e teatrali che funzionano subito. Quel dialogo surreale è una vera perla, mi ha ricordato Beckett, quindi mi hai illuso che sarebbe stato un bel viaggio nell'ignoto.
Peccato però che poi tu mi abbia dato un cazzotto e mi abbia trasportato 5 anni nel futuro e dal lì non c'ho capito più nulla. il racconto non diventa un giallo ma bensì una spy story.
alla fine ero talmente perso da non capire chi facesse chi o cosa. Il che sono tutti elementi che portati all'estremo potevano funzionare ma cosi è solo uno "spiegone", come hanno suggerito gli altri.
Che peccato!
Allora facciamo così, visto che hai ancora i miei soldi, puoi tenerli ma solo se mi prometti che nel prossimo step mi porti ancora nel tuo mondo surreale facendomici restare fino alla fine.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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A vivonic garba questo messaggio
Re: Prima era prima
Ciao autor*
Prima parte davvero ben fatta, travolgente, sicura, perfetta. Dialoghi sicuri e centrati. Personaggi in stile teatro che non mi hanno dato fastidio.
La seconda parte mi lascia qualche perplessità, sembra slegata dal resto se non fosse per il richiamo a quello letto fino a quel punto. Nessun refuso da segnalare, forse qualche pecca sulla forma appunto.
Bello il ripetersi del titolo lungo il racconto, non pesa affatto.
Un discreto lavoro alla fine, complimenti.
Grazie della lettura.
Prima parte davvero ben fatta, travolgente, sicura, perfetta. Dialoghi sicuri e centrati. Personaggi in stile teatro che non mi hanno dato fastidio.
La seconda parte mi lascia qualche perplessità, sembra slegata dal resto se non fosse per il richiamo a quello letto fino a quel punto. Nessun refuso da segnalare, forse qualche pecca sulla forma appunto.
Bello il ripetersi del titolo lungo il racconto, non pesa affatto.
Un discreto lavoro alla fine, complimenti.
Grazie della lettura.
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Midgardsormr- Padawan
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Re: Prima era prima
Non è finora uno dei racconti che preferisco di più, l'inizio ti strappa un sorriso, il seguito andava lavorato di più, ma nonostante ciò è scritto bene.
Il titolo invita a leggere questo racconto ed è inserito bene poi tra il testo, cosa che a me piace tantissimo.
Un consiglio: "arrivava ad illuminarla", la d va solo se la parola successiva inizia con la stessa vocale di quella precedente, così come in altre frasi.
Spero di rileggerti con idee magari più chiare e impostate meglio!
Il titolo invita a leggere questo racconto ed è inserito bene poi tra il testo, cosa che a me piace tantissimo.
Un consiglio: "arrivava ad illuminarla", la d va solo se la parola successiva inizia con la stessa vocale di quella precedente, così come in altre frasi.
Spero di rileggerti con idee magari più chiare e impostate meglio!
Ultima modifica di miichiiiiiiiiiii il Mar Mar 16, 2021 11:24 am - modificato 2 volte.
miichiiiiiiiiiii- Younglings
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Re: Prima era prima
INTERVENTO DI MODERAZIONEmiichiiiiiiiiiii ha scritto:Sinceramente non mi fa impazzire, l'inizio ti strappa un sorriso, il dopo poi stufa un po', ma non è un racconto da prendere e buttare, ASSOLUTAMENTE.
Cara [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] , il tuo commento non è conforme a quanto previsto dalle linee guida. Ti rimando qui
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IN GRAN SILENZIO OGNI PARTIGIANO GUARDAVA QUEL BASTONE SU IN COLLINA.
REACH OUT AND TOUCH FAITH! Sembrano di sognante demoni gli occhi, e i rai
del lume ognor disegnano l’ombra sul pavimento,
né l’alma da quell’ombra lunga sul pavimento
sarà libera mai!
Quel vizio che ti ucciderà
non sarà fumare o bere,
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cioè vivere.
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Re: Prima era prima
Fino al risveglio in casa niente da segnalare, salvo la frase “Voglio parlare con mio fratello, dovrebbe essere qui già a quest’ora” che dovrebbe essere: “dovrebbe essere già qui a quest’ora”.
Poi il racconto cambia completamente registro. C’è il ritorno sul luogo del giorno prima.
“Sotto un lenzuolo, il corpo di una ragazza dai capelli rossi…” Passa questa informazione che non sono riuscito a comprendere, visto che la vittima era coperta da un lenzuolo, che nessuno l’ha scoperta e che lo stesso pompiere lo ha sconsigliato di farlo, perché presumibilmente, era ridotta in pessimo stato.
“Nessuno si chiese cosa ci facesse lì un prete, in abito borghese e ben lontano anche dalla chiesa più vicina.” Achille Campanile avrebbe aggiunto: nessuno se lo chiese perché il prete era in borghese e nessuno aveva immaginato che fosse un prete”. Scherzi a parte, il pompiere si era rivolto a lui chiamandolo “padre” e quindi si può immaginare che lui si fosse prima qualificato per tale. Ma allora perché descriverlo poi “in borghese”?
Dopo inizia un turbinio di informazioni che stordisce il lettore. “Lui, per via della copertura, doveva consegnare il materiale per i suoi superiori tramite quel tizio, che però ne passava copia al fratello monsignore, che a sua volta, viaggiando spesso nei paesi dell’est e godendo dell’immunità diplomatica, poteva trafugarli tranquillamente.” Qui confesso che mi sono perso e nemmeno con una doppia rilettura sono riuscite a mettere in fila tutti gli elementi della storia. Non ho capito chi è “lui” né chi è “quel tizio”.
Mi scuso per le osservazioni, probabilmente campate in aria, che ho fatto, soprattutto perché sono certo che c’è un filo logico nel racconto che non sono riuscito a cogliere. Un vero peccato perché la scrittura è gradevole e brillante.
Poi il racconto cambia completamente registro. C’è il ritorno sul luogo del giorno prima.
“Sotto un lenzuolo, il corpo di una ragazza dai capelli rossi…” Passa questa informazione che non sono riuscito a comprendere, visto che la vittima era coperta da un lenzuolo, che nessuno l’ha scoperta e che lo stesso pompiere lo ha sconsigliato di farlo, perché presumibilmente, era ridotta in pessimo stato.
“Nessuno si chiese cosa ci facesse lì un prete, in abito borghese e ben lontano anche dalla chiesa più vicina.” Achille Campanile avrebbe aggiunto: nessuno se lo chiese perché il prete era in borghese e nessuno aveva immaginato che fosse un prete”. Scherzi a parte, il pompiere si era rivolto a lui chiamandolo “padre” e quindi si può immaginare che lui si fosse prima qualificato per tale. Ma allora perché descriverlo poi “in borghese”?
Dopo inizia un turbinio di informazioni che stordisce il lettore. “Lui, per via della copertura, doveva consegnare il materiale per i suoi superiori tramite quel tizio, che però ne passava copia al fratello monsignore, che a sua volta, viaggiando spesso nei paesi dell’est e godendo dell’immunità diplomatica, poteva trafugarli tranquillamente.” Qui confesso che mi sono perso e nemmeno con una doppia rilettura sono riuscite a mettere in fila tutti gli elementi della storia. Non ho capito chi è “lui” né chi è “quel tizio”.
Mi scuso per le osservazioni, probabilmente campate in aria, che ho fatto, soprattutto perché sono certo che c’è un filo logico nel racconto che non sono riuscito a cogliere. Un vero peccato perché la scrittura è gradevole e brillante.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Prima era prima
Ho cercato di evidenziare nel testo i passaggi che mi hanno un pò ingarbugliato la lettura di questo frizzante racconto.Different Staff ha scritto:Non esistevano un monsignore ed un suo fratello: erano la stessa persona. (Qui affermi questo) Abilmente interpretati: qualcosa di vero e qualcosa di costruito a tavolino.Il Monsignore era davvero un prelato (Quindi questo tizio è un monsignore): la sua famiglia, ricchissima e di origini nobili, operava in campi legati alla difesa, forniture governative, sviluppo di armamenti, ma da decenni collaborava anche con i servizi segreti, fornendo preziose coperture. L’incarico in Vaticano, piuttosto nebuloso ma reale, aiutava e non poco.Ma era anche, all’occorrenza, un “fratello” viziato, ficcanaso e chiacchierone, ben disposto a fornire al sedicente agente segreto dettagli inerenti forniture militari e progetti segreti, che finivano ai russi.Tutto materiale abilmente preparato: poche verità, spendibili, e molta fantasia futurista.Ma adesso lui faceva i capricci: il gioco non gli piaceva più. (LUI CHI?)L’agente, per salvaguardare la sua posizione, decise di coinvolgere il fratello monsignore (Fratello di chi? Dell'agente? Ma poco prima hai detto che sono la stessa persona...): due o tre foto compromettenti, la minaccia di uno scandalo colossale, di contratti col governo rescissi e della prigione e la reticenza sarebbe svanita.In realtà tutta la messinscena serviva a individuare la spia russa a cui l’agente corrotto (ma l'agente corrotto è il monsignore?) passava le informazioni, e trasformarla in doppiogiochista, come nel più scontato dei copioni.Funzionò.In cambio di informazioni d’oltre cortina, a Mosca non avrebbero mai saputo della enorme e ridicola trappola in cui era incappata la spia: un falso monsignore corriere di segreti militari. Non avrebbe perso solo credibilità, non si sarebbe giocato solo la carriera: la sua utilità da quel momento in poi sarebbe stata quella di concime per il giardino.«Tutto qua. Semplice, no? Per inciso, lei non ha mai corso pericoli (insomma... una morta c'è stata...): il barbone e un paio di altri uomini tenevano d’occhio l’edificio da giorni, se ci fossero stati movimenti sospetti… palcoscenico vuoto. Ora il russo è passato a miglior vita, nessuno ne ha reclamato il posto e il dossier è chiuso.»«Diabolico. Se l’avessi saputo prima, l’avrei sedotta, quel giorno: anche con quel ridicolo travestimento, lei emanava fascino.» (Quindi questo agente è lo stesso che troviamo nella prima scena? Ma quello non era il monsignore corrotto che cercava suo fratello inesistente e che volevano incastrare? E questa ragazza è la stessa di 5 anni prima? Chi è morta allora?...)«Eh, ma prima era prima.»
Purtroppo non sono sicura di aver capito benissimo come sono andate le cose ( a un certo punto sembra anche che l'uomo - a questo punto non so se l'agente o il monsignore...- svenga, ma non ho ben capito se è solo una mia impressione o se ciò avviene davvero...).
Rimango un pò perplessa perchè la penna è davvero buona e la scrittura matura e corretta: credo che probabilmente un passaggio chiave della storia sia rimasto impigliato nella tastiera, anche se ciò stona con la cura con cui è stata scritta la prima parte (davvero notevole).
Dopo diverse letture il testo mi rimane ancora troppo vago.
Attenzione alle D eufoniche.
Lo rileggerò tra qualche giorno...
caipiroska- Cavaliere Jedi
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A vivonic garba questo messaggio
Re: Prima era prima
Alla fine è arrivato il momento di commentare questo racconto, lasciato volutamente per ultimo o quasi perché mi ha fatto davvero tribolare, ma tanto, e per diverse ragioni:
- capire l’intreccio della storia, dalla partenza semplice e poi tanto complesso da esigere uno schema per saltarci fuori, ammesso che ci sia riuscita;
- redigere un commento equo, con un minimo di contenuto che non fosse frettoloso e buttato lì, tanto per dire l’ho fatto: non mi sarebbe parso corretto;
- non ammettere che “non ci ho capito niente”.
Mi scuserete per la lunghezza del commento. Prometto che in futuro mi limiterò. Forse.
Elementi obbligatori
I docks ci sono, anche se solo vagamente accennati. La portineria c’è: una descrizione minimal ma c’è.
Prima parte: con il dialogo si è voluto sopperire alla narrazione? Ci sta, ognuno ha uno stile suo per introdurre alla storia e se funziona – (stante qualche commento, funziona ed è anche stato gradito) – tutto di guadagnato. De gustibus.
Però non lascia intravedere se si tratti di un racconto giallo o romantico, ma capita che gli inizi di un romanzo siano qualcosa di diametralmente opposto al genere poi sviluppato. (vedi Andre G. Pinketts)
Il dialogo sembra inoltre essersi impadronito della storia, lasciandola poi andare per altra via.
La prostituta c’è, classica dell’immaginario collettivo.
Il prelato, il nostro mons., c’è. Nessuna descrizione fisica ma comunque come figura emerge.
Nelle numerose riletture il mons. me lo sono immaginato come una Pantera Rosa evoluta, recitata da un Peter Sellers nella sua forma migliore. La prostituta un’Anna Marchesini esplosiva. Con qualche chilo in più.
La seconda parte mi ha fatto pensare ad un romanzo di John Le Carrè: l’autore/autrice si è fiondato nel genere, ma lo spazio per uscirne degnamente, e fornire spiegazioni che finalmente tolgano i dubbi, forse non bastava?
Confesso che piuttosto che dire non ci ho capito nulla, alle due di notte – visto che il mons continuava a girarmi per il letto – mi sono alzata e mi sono fatta uno specchietto.
Il fine ultimo – scaturito dopo tante linee che si intrecciavano – poteva essere quello di tenere in pugno una spia russa, costringendola a passare informazioni agli inglesi?
Il tutto sarebbe stato plausibile: attraverso le foto compromettenti del monsignore e la convinzione – per la spia russa – di aver ingegnosamente predisposto il relativo ricatto al fratello laico.
Io tengo foto ben custuodite, tu dai me belle nuotizie segriete.
Peccato, per la spia, che fosse una bella e complicata (o forse semplice) trappola confezionata ad hoc dai servizi segreti british: se i russi avessero saputo che la loro spia si era fatta infinocchiare da una recita così assurda… beh, non avrebbe fatto carriera se non come “concime per il giardino”, quindi qualcosa avrebbe passato pur di..
Se questa era la trama prevista (per favore ditemelo!) - perché non spezzettarla in un altro dialogo, tra la prostituta – diventata agente segreto a sua volta – e un cardinal Gray rientrato nel suo ruolo ecclesiastico?
Ma caro autore, hai mai pensato ai salti mortali tripli che doveva fare il pover’uomo per interpretare i due ruoli? Ma nei romanzi tutto è plausibile, alla fine.
E l’agente doppiogiochista inglese che assolda la prostituta, poverino? Mah potrebbe essere realmente un doppiogiochista in odor di smascheramento, oppure è a sua volta una inconsapevole pedina, cui è stato fatto credere ecc, ecc,. ?
Tutti gli uomini di Smiley… qualcuno è ancora in giro a cercare il suo ruolo. Io mi arrendo.______________________________________________________
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A Arunachala e Akimizu garba questo messaggio
Re: Prima era prima
Per fortuna non sono l'unico a non aver capito. Fiù, mi sentivo un po' un ciula.
Il mio commento ricalca molti dei precedenti, mi dispiace autore se non ho molto da aggiungere.
La prima parte è ottima. Quel "«Seeee?» Mani sui fianchi." è esplosivo: fa subito inquadrare il personaggio comico surreale della prostituta matrona e ti trascina dentro un dialogo comicissimo e incalzante.
Fino alla palazzina incendiata tutto ok. L'aspettativa era altissima per un finale rivelatore, dove il giallo della morte della ragazza con i capelli rossi (o del fratello) veniva risolto in maniera esplosiva.
Invece tutto implode in una spiegazione che non spiega ma ingarbuglia ulteriormente. Peccato! ma aspetto una riscrittura del finale che sia al livello del resto del racconto. Basta poco per renderlo un gran bel pezzo.
Il mio commento ricalca molti dei precedenti, mi dispiace autore se non ho molto da aggiungere.
La prima parte è ottima. Quel "«Seeee?» Mani sui fianchi." è esplosivo: fa subito inquadrare il personaggio comico surreale della prostituta matrona e ti trascina dentro un dialogo comicissimo e incalzante.
Fino alla palazzina incendiata tutto ok. L'aspettativa era altissima per un finale rivelatore, dove il giallo della morte della ragazza con i capelli rossi (o del fratello) veniva risolto in maniera esplosiva.
Invece tutto implode in una spiegazione che non spiega ma ingarbuglia ulteriormente. Peccato! ma aspetto una riscrittura del finale che sia al livello del resto del racconto. Basta poco per renderlo un gran bel pezzo.
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A Arunachala garba questo messaggio
Re: Prima era prima
ciao
ti hanno detto praticamente tutto, credo.
La prima parte è perfetta, la sceneggiatura per una commedia,
i personaggi sono spassosi e cinguettano battute e doppi sensi.
Nella seconda parte, forse pres@ dalla fretta di concludere e dai pochi caratteri, c’è troppa spiegazione e poco vissuto.
Spieghi o dai per scontate cose che io, piccolo lettore, non so e questo, invece di svelarmi il mistero, mi confonde le idee.
spero e credo che scrivere un racconto del genere, così arzigogolato e fantasioso, ti abbia molto divertito
ciao e a presto
ti hanno detto praticamente tutto, credo.
La prima parte è perfetta, la sceneggiatura per una commedia,
i personaggi sono spassosi e cinguettano battute e doppi sensi.
Nella seconda parte, forse pres@ dalla fretta di concludere e dai pochi caratteri, c’è troppa spiegazione e poco vissuto.
Spieghi o dai per scontate cose che io, piccolo lettore, non so e questo, invece di svelarmi il mistero, mi confonde le idee.
Ti segnalo solo un errore di battitura sarebbe stato poco professione,
spero e credo che scrivere un racconto del genere, così arzigogolato e fantasioso, ti abbia molto divertito
ciao e a presto
Resdei- Maestro Jedi
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Re: Prima era prima
Se due indizi fanno una prova qui di indizi ne abbiamo davvero tanti! Car* aut* siamo sicuri che la prima e la seconda parte siano state scritte dalla stessa persona? Tanto brillante ed esplosiva la parte "dialogata" (al netto di qualche refuso) quanto confusa e di complessa lettura la seconda parte.
Anche per quanto riguarda i paletti mi permetto di manifestare qualche dubbio, il più rilevante in merito al genere: a mio parere non siamo ne "gialli" ne "rosa" (per dirla alla "Covid").
Però, siccome non voglio solo criticare voglio dirti che il passaggio
Anche per quanto riguarda i paletti mi permetto di manifestare qualche dubbio, il più rilevante in merito al genere: a mio parere non siamo ne "gialli" ne "rosa" (per dirla alla "Covid").
Però, siccome non voglio solo criticare voglio dirti che il passaggio
é il più grandioso tra tutto ciò che ho letto in questo step fino ad ora.«Seeee?» Mani sui fianchi.
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Re: Prima era prima
Ci son cascato di nuovo, riletto.
E il racconto somiglia sempre più a una rappresentazione
teatrale. Peccato che sia in competizione, funziona benissimo da solo, non ha bisogno di avversari.
L' autore si è divertito molto a scriverlo e a interpretarlo.
Secondo me è più bravo come attore/attrice.
Le battute della portinaia prostituta, con la loro demenzialita' sono le più divertenti del lotto di racconti.
Sei geniale, autore, questa è la realtà. Hai bisogno solo di tempo e su different spaccherai.
Mezzo scemo come sono ho già nominato due, tre vincitori. Li farò stringere e li in mezzo ficco pure te.
Perché hai grande talento.
E prima era prima.
E il racconto somiglia sempre più a una rappresentazione
teatrale. Peccato che sia in competizione, funziona benissimo da solo, non ha bisogno di avversari.
L' autore si è divertito molto a scriverlo e a interpretarlo.
Secondo me è più bravo come attore/attrice.
Le battute della portinaia prostituta, con la loro demenzialita' sono le più divertenti del lotto di racconti.
Sei geniale, autore, questa è la realtà. Hai bisogno solo di tempo e su different spaccherai.
Mezzo scemo come sono ho già nominato due, tre vincitori. Li farò stringere e li in mezzo ficco pure te.
Perché hai grande talento.
E prima era prima.
Ospite- Ospite
Re: Prima era prima
Anch'io molti raccolti li ho letti e riletti: in vista del giudizio finale mi piacerebbe poter mettere tutti in lizza, per ricompensare chi ce la mette tutta per scrivere, per far comprendere stati da'animo o semplicemente un paesaggio. Vorrei non dover eliminare nessuno, ma non sarà possibile. Comunque un paio di racconti li ho rivalutati.tommybean ha scritto:Ci son cascato di nuovo, riletto.
E il racconto somiglia sempre più a una rappresentazione
teatrale. Peccato che sia in competizione, funziona benissimo da solo, non ha bisogno di avversari.
L' autore si è divertito molto a scriverlo e a interpretarlo.
Secondo me è più bravo come attore/attrice.
Le battute della portinaia prostituta, con la loro demenzialita' sono le più divertenti del lotto di racconti.
Sei geniale, autore, questa è la realtà. Hai bisogno solo di tempo e su different spaccherai.
Mezzo scemo come sono ho già nominato due, tre vincitori. Li farò stringere e li in mezzo ficco pure te.
Perché hai grande talento.
E prima era prima.
Devo dire che è stata un bella lavorata, ho fatto anche mezzanotte, ma ne è valsa la pena. Penso di aver trovato un posto giusto per dare aria ai miei scritti. Toglierò un po' di polvere e di ragnatele.
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A Petunia e caipiroska garba questo messaggio
Re: Prima era prima
Rileggendo alcuni passaggi come: "il filo di perle era forse poco adatto alla sua giovane età, ma ogni personaggio non è ben interpretato se non indossa il costume adatto. Lei trasmetteva discrezione e fermezza.tommybean ha scritto:Ci son cascato di nuovo, riletto.
E il racconto somiglia sempre più a una rappresentazione
teatrale. Peccato che sia in competizione, funziona benissimo da solo, non ha bisogno di avversari.
L' autore si è divertito molto a scriverlo e a interpretarlo.
Secondo me è più bravo come attore/attrice.
Le battute della portinaia prostituta, con la loro demenzialita' sono le più divertenti del lotto di racconti.
Sei geniale, autore, questa è la realtà. Hai bisogno solo di tempo e su different spaccherai.
Mezzo scemo come sono ho già nominato due, tre vincitori. Li farò stringere e li in mezzo ficco pure te.
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Anche la scenografia deve essere curata, per essere credibile." in effetti l'interpretazione teatrale di Tom non è affatto campata in aria.
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Re: Prima era prima
Dunque. Il racconto è suddiviso in tre parti.
1- Il prete (ok) che cerca un posto (nei docks, ok) e lo trova; suona a una portineria (ok) e gli apre una puttana (ok, ha i capelli rossi?).
Tra il prete e la puttana avviene una sorta di contrasto, molto piacevole da leggere, che però appare subito inadeguato al lettore, se dentro al suo cervello sono piantati i paletti di genere del contest.
2- E' la parte centrale di sole sei righe. Il prete si ritrova a casa, non si ricorda niente e ritorna alla palazzina. La palazzina è incenerita e c'è il cadavere di una ragazza dai capelli rossi. Che sarà morta soffocata se ha ancora i capelli. Non è omicidio. Ecco il particolare: è la stessa con cui il prete parlava il giorno prima? Se sì, perché non l'hai detto subito? E perché il prete non si accerta della sua identità? Il pompiere lo ha solo sconsigliato di guardarla, non gliel'ha proibito.
Mi ha fatto sorridere: "Una bombola di gas [...] forse portata da qualche Hippy."
3- Inizia la spy story che sconvolge tutto. Per il grado di contorsione di personaggi (prima sconosciuti) e della trama, forse non ti sarebbero bastati 12000 caratteri in più per districare la storia e renderla più comprensibile a un lettore ancora basito dopo dieci passaggi. E' veramente ostico ricollegare tutto.
La trama si accartoccia su se stessa. E con il genere si vira su una sorta di spy thriller.
Ora, non esiste niente che non si possa sistemare. Per questo contest è andata, per cui il mio consiglio è: da questo racconto fanne due. Uno umoristico che, come notato, potrebbe essere una mini pièce teatrale, un altro thriller, spy story, intrigo internazionale. Gli ingredienti ci sono, la creatività pure.
1- Il prete (ok) che cerca un posto (nei docks, ok) e lo trova; suona a una portineria (ok) e gli apre una puttana (ok, ha i capelli rossi?).
Tra il prete e la puttana avviene una sorta di contrasto, molto piacevole da leggere, che però appare subito inadeguato al lettore, se dentro al suo cervello sono piantati i paletti di genere del contest.
2- E' la parte centrale di sole sei righe. Il prete si ritrova a casa, non si ricorda niente e ritorna alla palazzina. La palazzina è incenerita e c'è il cadavere di una ragazza dai capelli rossi. Che sarà morta soffocata se ha ancora i capelli. Non è omicidio. Ecco il particolare: è la stessa con cui il prete parlava il giorno prima? Se sì, perché non l'hai detto subito? E perché il prete non si accerta della sua identità? Il pompiere lo ha solo sconsigliato di guardarla, non gliel'ha proibito.
Mi ha fatto sorridere: "Una bombola di gas [...] forse portata da qualche Hippy."
3- Inizia la spy story che sconvolge tutto. Per il grado di contorsione di personaggi (prima sconosciuti) e della trama, forse non ti sarebbero bastati 12000 caratteri in più per districare la storia e renderla più comprensibile a un lettore ancora basito dopo dieci passaggi. E' veramente ostico ricollegare tutto.
La trama si accartoccia su se stessa. E con il genere si vira su una sorta di spy thriller.
Ora, non esiste niente che non si possa sistemare. Per questo contest è andata, per cui il mio consiglio è: da questo racconto fanne due. Uno umoristico che, come notato, potrebbe essere una mini pièce teatrale, un altro thriller, spy story, intrigo internazionale. Gli ingredienti ci sono, la creatività pure.
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Re: Prima era prima
Forse, dico forse, son l'unico che ha grossomodo capito la trama al primo colpo senza riletture.
Certo, qualche espressione nel riepilogo finale può lasciare dubbi (vedi commento di caipi), ma se la si legge in senso lato mi sembra inquadrabile.
Non nel dettaglio, perché c'è sicuramente qualcosa che non ho colto appieno, ma ogni volta che ci provo vedo Alexis ballarmi nella testa, quindi capisco che sto frullando molto, troppo.
Tornando a noi.
Confermo l'impressione che il racconto sembri spezzato in due.
Andrò controcorrente, dicendo che la girandola di eventi improbabili della seconda mi ha preso e ammaliato di più rispetto alla prima, troppo caricaturale, troppo teatrale. Anche il dialogo tra Monsignore e ragazza rossa mi è sembrato artefatto, teatrale ma non nel modo migliore, ha qualche battuta che stride. Però te lo hanno apprezzato in tanti, per cui dev'essere una mia forma mentis.
Sono anche piuttosto stupito che tu abbia fatto stare così tanta roba in 12000 battute, per cui tanto di cappello.
Soprattutto per l'idea: aveva un potenziale esplosivo, che forse non si è espresso nel modo migliore.
Avrei asciugato la prima parte per rendere meno caleidoscopica la seconda.
A prescindere, un buon lavoro.
Certo, qualche espressione nel riepilogo finale può lasciare dubbi (vedi commento di caipi), ma se la si legge in senso lato mi sembra inquadrabile.
Non nel dettaglio, perché c'è sicuramente qualcosa che non ho colto appieno, ma ogni volta che ci provo vedo Alexis ballarmi nella testa, quindi capisco che sto frullando molto, troppo.
Tornando a noi.
Confermo l'impressione che il racconto sembri spezzato in due.
Andrò controcorrente, dicendo che la girandola di eventi improbabili della seconda mi ha preso e ammaliato di più rispetto alla prima, troppo caricaturale, troppo teatrale. Anche il dialogo tra Monsignore e ragazza rossa mi è sembrato artefatto, teatrale ma non nel modo migliore, ha qualche battuta che stride. Però te lo hanno apprezzato in tanti, per cui dev'essere una mia forma mentis.
Sono anche piuttosto stupito che tu abbia fatto stare così tanta roba in 12000 battute, per cui tanto di cappello.
Soprattutto per l'idea: aveva un potenziale esplosivo, che forse non si è espresso nel modo migliore.
Avrei asciugato la prima parte per rendere meno caleidoscopica la seconda.
A prescindere, un buon lavoro.
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Re: Prima era prima
che dire, mi collego a tanti altri.
ossia, la prima parte della storia splendida, ben raccontata ed esposta, e riempie di aspettative per il finale.
e invece la seconda parte va in calando costante, purtroppo, deludendo quelle aspettative.
peccato davvero, la storia è partita in maniera ottimale manon si è completata allo stesso modo.
non è un gillo puro, è una storia di spie, ramo laterale del giallo, ma ci può stare.
sono convinto che ne possa uscire addirittura un romanzetto, se ci si lavora bene.
ossia, la prima parte della storia splendida, ben raccontata ed esposta, e riempie di aspettative per il finale.
e invece la seconda parte va in calando costante, purtroppo, deludendo quelle aspettative.
peccato davvero, la storia è partita in maniera ottimale manon si è completata allo stesso modo.
non è un gillo puro, è una storia di spie, ramo laterale del giallo, ma ci può stare.
sono convinto che ne possa uscire addirittura un romanzetto, se ci si lavora bene.
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