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Se una rosa recisa rinasce nel bosco

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Messaggio Da Byron.RN Dom Mar 31, 2024 9:22 pm

A me non è dispiaciuto questo racconto, l'ho letto con interesse.
C'è un'atmosfera misteriosa, un evento tragico che ha le sue radici nel passato, una giovane donna coraggiosa, un vecchio custode, burbero ma in fondo generoso.
Forse io avrei puntato ancora di più su questo mistero, avrei prolungato ancora l'attesa, sciogliendo l'incognita soltanto nel finale.
La storia c'è, i personaggi pure.
Forse gli sbalzi temporali poteva essere gestiti meglio, con una separazione nel testo più netta, comunque la reputo una lettura che mi ha soddisfatto.
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Se una rosa recisa rinasce nel bosco - Pagina 2 Empty Re: Se una rosa recisa rinasce nel bosco

Messaggio Da Susanna Dom Mar 31, 2024 10:52 pm

Un racconto che volendo ne contiene due, che - per me ovviamente - avrebbero funzionato bene anche separatamente, grazie anche a una davvero bella scrittura, solo in apparenza semplice, perché ha una musicalità che sorregge la trama - anzi le trame -  dall’inizio alla fine, senza perdere di spessore e di ritmo.
La prima parte, il primo racconto, per me avrebbe potuto chiudersi con “Ciao nonno.” e il resto me lo sarei costruito giocando con quello che mi hai raccontato dei personaggi, con l'atmosfera misteriosa che si presta a tante interpretazioni, magari proseguendo sull’onda emotiva di una bella giornata o con un ricordo triste di cui a volte non si riesce a liberarsi. Forse qualcuno avrebbe detto: «E quindi? Niente spiegazioni? Ma non esiste!» cassando quella che sarebbe una scelta coraggiosa che in realtà consentirebbe al lettore di lavorare di fantasia, con la sua fantasia.
L’altro racconto - la storia di Rosa - beh, un argomento tanto di attualità, su cui - per un progetto cui abbiamo e stiamo lavorando con @CARLA EBLI - ho tanto riflettuto, letto, ragionato. La violenza sulle donne ha tanti gradi, come le ustioni: le parole, la manipolazione e la violenza fisica spesso venivano/vengono vissute nel silenzio, al cospetto di persone (anche famigliari) che per ataviche ragioni ancora oggi radicate - e la Penna le ha ben individuate collegandole all’epoca ma è attualità - preferiscono voltarsi dall’altra parte, salvo poi dover convivere col rimorso di non essere intervenute.
Ecco, anche questo sarebbe stato un racconto forte, ben costruito a tutto tondo, cui non sarebbe mancato nulla per essere indipendente.
La parte centrale... beh, fa da collegamento e ha consentito così di spiegare i salti temporali, che personalmente non mi danno fastidio, purché alla fine l’insieme si completi.
Quindi tanti complimenti, anche per il titolo, assolutamente non banale.

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Se una rosa recisa rinasce nel bosco - Pagina 2 Empty Re: Se una rosa recisa rinasce nel bosco

Messaggio Da Fante Scelto Lun Apr 01, 2024 10:37 pm

C'è tanto da dire su questo racconto, e nel farlo dimenticherò sicuramente qualcosa.
Faccio una premessa, autore: ho apprezzato molto, davvero molto, l'idea della struttura circolare della storia. Non era assolutamente facile, specie in 18.000 caratteri, per quasi tutto il tempo ho pensato che il racconto non avesse né capo né coda, poi, nelle ultime righe, hai riannodato tutti i fili con una semplicità disarmante e reso tutto comprensibile.
Non so bene come ci sei riuscito, a dire il vero, ma tant'è.
Non ho neanche avuto bisogno di rileggere il racconto, perché ho ben chiara la timeline degli eventi. E funziona.
Quindi 1-0 per te.
Ma non cantar vittoria troppo presto.

Per ottenere questo effetto circolare hai dovuto sacrificare la fruibilità del racconto, un espediente rischioso che può portare il lettore a perdere concentrazione e voler solo arrivare alla fine per vedere come si conclude. E se perdi il lettore, poi rischi di non recuperarlo neanche quando chiudi il giro con un colpo di bravura, come hai saputo fare qui.
Tante cose si susseguono nella prima metà dello scritto senza una logica apparente. Anche i comportamenti dei personaggi, i loro pensieri, sembrano andare in tutt'altra direzione, non capisci se stai leggendo un horror, un supernatural, un fantasy, non si capisce. I personaggi sembrano sapere qualcosa che al lettore non viene detto, neppure dal narratore, che diventa omni-onnisciente solo dopo la metà.
I lui, lei, loro, quello ha detto, l'altro ha pensato, si affastellano in sequenza e io lettore rinuncio a capire dopo un po', perché davvero non hanno senso.
Un attimo sto leggendo di Silvana che guarda dal promontorio e l'attimo dopo "Bastardo d'un cane che non sei altro."
Ecco, non va bene.
A fine racconto poi tutto si riconcilia, ribadisco il rischio del confondere così tanto il lettore, ma restano comunque alcuni aspetti illogici. 
FONDAMENTALE, secondo me e non solo secondo me, spezzare i paragrafi. Salta una riga quando cambi il personaggio in scena: anche se il racconto appare poi una groviera non importa, meglio la groviera ma comprensibile che il parmigiano di marmo inscalfibile.

Primo errore logico che ho ravvisato.
L'atteggiamento di Mauro. C'è un pezzo, nella prima parte, dove Mauro sembra essere il classico guardiano del faro in una storia horror. Lui sa cosa si nasconde nel bosco, ma non può dirlo, perché sennò il film finisce al minuto 12:00. Si limita pertanto a intimorire gli occasionali visitatori, che in ogni caso se ne battono il belino e vanno incontro al loro destino.
Tutto molto coerente, tranne per il fatto che questa non è una storia horror e il bosco di San Cataldo non nasconde alcun mostro o serial killer.
Nel suddetto bosco una donna, che sarebbe la nuora di Mauro stesso, si è suicidata 22 anni prima. E Mauro sa perfettamente come sono andate le cose. Intendo, non sa che il suicidio non c'è stato, ma sa che Rosa si è tolta la vita.
Ora. Che senso ha la sua frase

Voi cittadini non conoscete le leggi del bosco e della natura. Andatevene al mare, affittate sdraio e ombrellone. Non risvegliate il demone del bosco.


?
Non ha alcun senso. Che cosa sarebbe il demone del bosco? Tua nuora si è suicidata in quel bosco (in realtà giù dalla scogliera ma vabbé) e nel bosco ci sarebbe un demone? Anche se sei stato turbato dalla vicenda, per quale motivo il bosco diventa qualcosa di mostruoso dal quale tenere alla larga i visitatori?

Se Rosa fosse scomparsa in circostanze misteriose è un altro discorso, ma lei si è suicidata, tu Mauro lo sai perfettamente, quindi che senso ha questa cosa?

Come non ha senso che Mauro vada in paranoia quando la ragazza sale il sentiero e poi non ridiscende.
O meglio: avrebbe senso se nel bosco ci fosse davvero qualcosa che preoccupa Mauro, o se temesse per la sua incolumità. Ma noi a fine storia sappiamo che Mauro ha sulle spalle il senso di colpa per il suicidio della nuora, non che sia un altruista o cose del genere: che senso ha tutta la sua costruzione del demone nel bosco?
Si potrebbe obiettare che Mauro teme che altre persone vadano a suicidarsi lassù. Ma ha davvero senso questa paura per UN suicidio che c'è stato, peraltro senza mai trovare il corpo, cosa che qualche dubbio lo lascia sempre, in ventidue anni?

E se anche fosse, la ragazza che lui vede salire di spalle ha uno zaino. Se davvero stesse andando a suicidarsi, si porterebbe lo zaino?
Cioè, mancano le basi per far creare il quiproquo.


Io credo che tu abbia dato questa sterzatina horror nella prima parte per far credere al lettore che la storia vada in una direzione, mentre poi diventa tutt'altro. Che ci sta, ma va fatto in altro modo, cioè creando un equivoco credibile, non forzando la mano e facendo comportare i personaggi in un modo illogico solo per ingannare il lettore. Questo non va bene.


Allo stesso modo, tutto il discorso sul guardiano del bosco non ha senso. Non siamo nella foresta giapponese di un altro racconto, dove la gente va a suicidarsi di continuo: lì avrebbe senso una figura come Mauro che decide, per un lutto che ha subito, di intercettare tutti quelli che ci provano. Ma qui, il guardiano del bosco contro cosa? Chi deve andare a suicidarsi lì? Per un caso che è successo, anche se affettivamente vicino al personaggio.


Seconda cosa, ma è un dettaglio. Cioè, più o meno.

Davvero vuoi vedere per la prima volta tuo nonno e la prima cosa che fai è entrargli in casa mentre lui non c'è e sederti al suo tavolo?
A me sembra un ottimo modo per iniziare subito male una conoscenza, ma magari sbaglio.
Credo che sia una di quelle cose che vediamo succedere nei film e quindi interiorizziamo come plausibili, ma io non credo che qualcuno si piazzerebbe mai dentro casa di uno che non conosce per aspettarne il rientro. Detto inter nos.


Terza forzatura logica che ho ravvisato, ma in realtà non è logica, è più stilistica o concettuale, non so.
Dopo il fatidico "Ciao nonno," la storia cambia registro. Tutto l'alone grigio che aveva ammantato la confusa prima parte viene spazzato via da una tempesta di cose luccicanti che rimettono sì a posto le cose, ma sembrano anche scritte da una mano diversa, non so.
Al di là della vicenda di violenza, tutto è bellissimo, la contrapposizione tra il malvagio Antonio e gli altri personaggi che sono invece buoni, radiosi, felici, scintillanti. Persino il narratore, che si separa dalla moglie dopo 8 anni insieme, è tutto come se fosse una cosa malinconica ma bella, profonda, ammirazione su ammirazione.
Non so, io sarò molto grezzo, ma leggere tutta questa luccicanza mi sommerge di non so, favola, fiaba, bambini che fanno il girotondo, davvero, fa sembrare tutto finto e strappalacrime. Non mi sarò spiegato, ma va bene così.


Allo stesso modo il discorso della violenza di genere. Non voglio dire che sia un problema del tema scelto. A me personalmente non fa impazzire, proprio per i motivi che ravviso qui, cioè la separazione così netta tra bianco e nero, tra giusto e sbagliato: c'è un mondo dietro il conflitto tra due persone che ad ora non ho mai letto un singolo racconto che andasse anche solo vicino a rendere in maniera realistica.

Ma al di là del gusto personale. Il problema, qui, è il modo in cui viene presentata la cosa, finendo sempre nello stesso schema di bianco e nero, con annesso riscatto del buono e fine ingloriosa del cattivo. E' quello che il lettore medio vuole leggere, me ne rendo conto, ma io voglio di più.
Cerco di più.


Ultimo argomento, la possibile veridicità della storia.
Il pensiero l'abbiamo avuto tutti, che ci sia almeno un fondo di verità nella vicenda. Che sia tutto vero non credo, anche solo per la serie di più o meno escamotage che succedono, dal già citato taglio horror del guardiano del bosco, al fatto che volontarie dell'UDI si trovassero "casualmente" da quelle parti e cose così.
Nel caso non ci fosse nulla di vero, tanto di cappello, perché aver insinuato il dubbio è comunque un tocco di fino.


Tirando le somme, ma ho sicuramente scordato qualcosa, direi che il racconto si bilancia abbastanza tra alcuni pregi importanti (su tutti la circolarità ben riuscita, in extremis) e alcuni difetti per me penalizzanti (la già citata storia di violenza resa in questo modo molto didascalico, gli espedienti horror per sviare il lettore).
Complessivamente un racconto che mi ha sorpreso per alcuni versi e un po' deluso per altri.
Ci penserò.


EDIT - ah, ecco. Sistemare le virgole. E' un'ecatombe di virgole sbagliate.
E il titolo non mi piace, è in linea con la luccicanza di cui dicevo prima.
Ho finito.
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Messaggio Da Hellionor Mar Apr 02, 2024 9:12 pm

Car aut,
Il tuo racconto mi ha convinta, sei riuscit a farmi credere alla tua storia un po' per come l'hai narrata e un po' per il registro narrativo, che appare davvero coerente e credibile.
Forse manca quel guizzo aggiuntivo, che hai cercato di dare con l'intervento diretto del narratore nella storia, ma non sono convinta che abbia dato più spessore alla storia, che fila benissimo anche senza quella parte.
Resta un gran bel racconto che mi convince e che ho letto con grande piacere.
Ele
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Messaggio Da Asbottino Mar Apr 02, 2024 10:11 pm

La scrittura si inceppa un po' e l'aggancio al concorso non è poi così chiaro, ma questa struttura in quattro parti l'ho trovata interessante.
Il secondo breve segmento mi aveva lasciato interdetto, sono sincero: lo scrittore che buca il foglio e si rivolge al lettore. Di solito, a meno che tu non sia Collodi, è una cosa che risulta sempre un po' forzata.
Poi torna indietro nel tempo e alla fine di nuovo avanti.
Sembra quasi scritto in modo lineare e poi riorganizzato buttando i pezzi a casaccio, ma è solo un'impressione perché alla fine funziona.
Insomma avrebbe bisogno di ulteriore lavoro, di essere rifinito e raffinato, però ripeto questo muoversi avanti e indietro l'ho trovato intrigante e con un suo perché.

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