Finale
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Resdei
M. Mark o'Knee
Stefy
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Petunia
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Finale
- Ne so quanto prima, ma il fatto che abbiano un nome che li identifica non lo trovo rassicurante.
- Sono mutaforma navajo, cattivi e spietati. Sono qui per me, forse per uccidermi. Ma la verità è che non lo so. So davvero poco di tutta questa storia, so solo che mi riguarda, essendo io stessa della stirpe navajo.
Giulia guarda a lungo l'amica. Sembra più forte, sembra essersi trasformata in un’amazzone in pochi minuti, e questa cosa la spaventa ancora di più.
- Quindi li conosci?
- In un certo senso. I navajo sono una gigantesca famiglia, e loro ne sono le pecore nere. Gli Skinwalkers hanno stretto un patto con il demonio, e la nostra tradizione narra che per unirti a loro devi compiere un sacrificio di sangue.
- Niente corsi di Bon Ton?
- Temo di no. Mia nonna mi ha sempre detto di fare attenzione a loro e, se mai li avessi incontrati, di usare questo amuleto. Non mi ha mai voluto dire cosa ci fosse dentro, polveri sacre le definiva lei. So che posso affrontarli, con questo amuleto. Lui mi guiderà. Sono arrivati fin qui per me, l'unico modo per sfuggirgli è uccidere quella piccola. Lei è il capo.
- Ti preferivo quando ti facevi di coca, a conti fatti. Andiamo dai, vengo anche io.
- Meglio di no. Non vorrei trovarmi costretta a fare qualcosa contro di te. Devo andare sola. Al Café de Paris. Tu aspettami a casa, Giulia. E se non torno, brucia tutto, ok?
Mentre pensa: ma tutto cosa?, Giulia guarda l'amica allontanarsi a passo svelto, e prende una decisione: se ne fotte dei navajo, degli skinwalkers e di tutte quelle cose spaventose. Non può lasciare Bea da sola.
La vede entrare nel locale e la segue, riparandosi nella penombra che sembra avvolgere ogni cosa. Se la sente scivolare addosso come un mantello, pesante e scuro.
Sono loro, pensa, sono già qui.
L’odore fortissimo di urina conferma il suo pensiero
Bea è al centro della sala, le braccia verso l’alto, i capelli smossi da un vento innaturale che sembra arrivare dal pavimento. Canta. Una nenia che sembra partire dal centro del suo corpo, che fende la penombra e mostra il piccolo esercito di mutaforma seduti sopra il bancone, la bambina al centro. Ride, tra gli specchi crepati, facendo oscillare il volto tra forma animale e forma umana, in una smorfia grottesca.
Bea è altrove, e il suo canto piano piano fa breccia nella risata della bambina che si spegne, congelando il suo volto nella forma umana di un piccolo viso innocente inondato di lacrime.
- Abbiamo bisogno di te.
Dice la bambina, con una voce da bambina.
- Si è aperta la crepa, per chiuderla serve sangue. Un sangue prezioso, come il tuo, ultima della tua stirpe. La tua discendenza ti rende la prescelta. Se tu vieni con noi, noi viviamo. Se tu muori, noi viviamo. È semplice, non credi?
Ma Bea non sente o non ascolta, continua a cantare come in una trance antica che non può controllare, e il suo canto agisce come un anestetico su quelli che adesso sembrano solo uomini e donne seduti sul bancone, a circondare una bambina che piange.
Senza fermare la sua nenia, Bea si avventa con un balzo inaspettato verso il bancone, afferra la bambina al collo e le caccia in gola l’amuleto, spingendolo con forza.
Il piccolo corpo sussulta ma cede subito, con un gemito animale.
I corpi degli altri, nel momento in cui la bambina esala l’ultimo respiro, si accasciano come mucchi di stracci, alcuni scivolando giù dal bancone con uno scrocchio.
La voce di Bea è l’unico rumore che si sente nel locale; Giulia esce dalla penombra, che ora è leggera come un velo, e prende sottobraccio l’amica, aiutandola a indietreggiare. Un sentore di Mojave Ghost le avvolge come un abbraccio.
Bea smette di cantare, guarda Giulia negli occhi, e fa un sorriso che sembra quello di una vendicatrice: - E adesso, bruciamo tutto.
Beatrice e Giulia un locale come il Cafè de Paris non lo avevano trovato più. Quell’atmosfera retrò, quel servizio cortese, quella discrezione d’altri tempi, quei deliziosi dettagli liberty.
Un vero peccato.
- Sono mutaforma navajo, cattivi e spietati. Sono qui per me, forse per uccidermi. Ma la verità è che non lo so. So davvero poco di tutta questa storia, so solo che mi riguarda, essendo io stessa della stirpe navajo.
Giulia guarda a lungo l'amica. Sembra più forte, sembra essersi trasformata in un’amazzone in pochi minuti, e questa cosa la spaventa ancora di più.
- Quindi li conosci?
- In un certo senso. I navajo sono una gigantesca famiglia, e loro ne sono le pecore nere. Gli Skinwalkers hanno stretto un patto con il demonio, e la nostra tradizione narra che per unirti a loro devi compiere un sacrificio di sangue.
- Niente corsi di Bon Ton?
- Temo di no. Mia nonna mi ha sempre detto di fare attenzione a loro e, se mai li avessi incontrati, di usare questo amuleto. Non mi ha mai voluto dire cosa ci fosse dentro, polveri sacre le definiva lei. So che posso affrontarli, con questo amuleto. Lui mi guiderà. Sono arrivati fin qui per me, l'unico modo per sfuggirgli è uccidere quella piccola. Lei è il capo.
- Ti preferivo quando ti facevi di coca, a conti fatti. Andiamo dai, vengo anche io.
- Meglio di no. Non vorrei trovarmi costretta a fare qualcosa contro di te. Devo andare sola. Al Café de Paris. Tu aspettami a casa, Giulia. E se non torno, brucia tutto, ok?
Mentre pensa: ma tutto cosa?, Giulia guarda l'amica allontanarsi a passo svelto, e prende una decisione: se ne fotte dei navajo, degli skinwalkers e di tutte quelle cose spaventose. Non può lasciare Bea da sola.
La vede entrare nel locale e la segue, riparandosi nella penombra che sembra avvolgere ogni cosa. Se la sente scivolare addosso come un mantello, pesante e scuro.
Sono loro, pensa, sono già qui.
L’odore fortissimo di urina conferma il suo pensiero
Bea è al centro della sala, le braccia verso l’alto, i capelli smossi da un vento innaturale che sembra arrivare dal pavimento. Canta. Una nenia che sembra partire dal centro del suo corpo, che fende la penombra e mostra il piccolo esercito di mutaforma seduti sopra il bancone, la bambina al centro. Ride, tra gli specchi crepati, facendo oscillare il volto tra forma animale e forma umana, in una smorfia grottesca.
Bea è altrove, e il suo canto piano piano fa breccia nella risata della bambina che si spegne, congelando il suo volto nella forma umana di un piccolo viso innocente inondato di lacrime.
- Abbiamo bisogno di te.
Dice la bambina, con una voce da bambina.
- Si è aperta la crepa, per chiuderla serve sangue. Un sangue prezioso, come il tuo, ultima della tua stirpe. La tua discendenza ti rende la prescelta. Se tu vieni con noi, noi viviamo. Se tu muori, noi viviamo. È semplice, non credi?
Ma Bea non sente o non ascolta, continua a cantare come in una trance antica che non può controllare, e il suo canto agisce come un anestetico su quelli che adesso sembrano solo uomini e donne seduti sul bancone, a circondare una bambina che piange.
Senza fermare la sua nenia, Bea si avventa con un balzo inaspettato verso il bancone, afferra la bambina al collo e le caccia in gola l’amuleto, spingendolo con forza.
Il piccolo corpo sussulta ma cede subito, con un gemito animale.
I corpi degli altri, nel momento in cui la bambina esala l’ultimo respiro, si accasciano come mucchi di stracci, alcuni scivolando giù dal bancone con uno scrocchio.
La voce di Bea è l’unico rumore che si sente nel locale; Giulia esce dalla penombra, che ora è leggera come un velo, e prende sottobraccio l’amica, aiutandola a indietreggiare. Un sentore di Mojave Ghost le avvolge come un abbraccio.
Bea smette di cantare, guarda Giulia negli occhi, e fa un sorriso che sembra quello di una vendicatrice: - E adesso, bruciamo tutto.
Beatrice e Giulia un locale come il Cafè de Paris non lo avevano trovato più. Quell’atmosfera retrò, quel servizio cortese, quella discrezione d’altri tempi, quei deliziosi dettagli liberty.
Un vero peccato.
Hellionor- Admin
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Re: Finale
Un finale davvero coi fiocchi @Hellionor. Mi è piaciuta tantissimo quella “nenia” mi è parso di vedere la scena di sentire la voce insomma, cresco che meglio di così tu non potessi fare. Bravissima, sempre.
Petunia- Moderatore
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Re: Finale
Sì, un finale che si allinea ai precedenti atti. Tutto nella norma, comunque: un finale in cui il bene trionfa sul male, gestito bene relativamente anche al genere impostato.
Un po' cinematografica la scena finale, ma con lo spazio a disposizione e dovendo anche spiegare al lettore gli antefatti ci sta.
Ogni corsia ha riservato sorprese, ma tutti hanno davvero dato il massimo per aggregare e poi chiudere in bellezza.
Brava e bravi gli altri staffettisti.
Un po' cinematografica la scena finale, ma con lo spazio a disposizione e dovendo anche spiegare al lettore gli antefatti ci sta.
Ogni corsia ha riservato sorprese, ma tutti hanno davvero dato il massimo per aggregare e poi chiudere in bellezza.
Brava e bravi gli altri staffettisti.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Finale
Piaciuto.
Un finale in linea con la storia, e con uno stile sufficientemente amalgamato con i pezzi precedenti. Piaciuto
Un finale in linea con la storia, e con uno stile sufficientemente amalgamato con i pezzi precedenti. Piaciuto
Stefy- Padawan
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Data di iscrizione : 07.01.21
Località : Busseto (PR)
Re: Finale
Davvero un bel lavoro Helly. Anche se siamo di fronte al classico trionfo del bene sul male, il tutto è stato gestito ottimamente, facendo rientrare nel limite dei caratteri anche alcune spiegazioni utili per la comprensione dei fatti.
Molto visiva e suggestiva la scena del canto rituale, con lo slancio finale di Bea contro la bambina-coyote. E interessante anche il mutare delle sensazioni che accompagnano l'oscurità, percepita prima pesante "come un mantello" e poi leggera "come un velo", un passaggio che si fa metafora della condizione di Bea (prima e dopo gli skinwalker).
Complimenti a tutti gli staffettisti.
M.
Molto visiva e suggestiva la scena del canto rituale, con lo slancio finale di Bea contro la bambina-coyote. E interessante anche il mutare delle sensazioni che accompagnano l'oscurità, percepita prima pesante "come un mantello" e poi leggera "come un velo", un passaggio che si fa metafora della condizione di Bea (prima e dopo gli skinwalker).
Complimenti a tutti gli staffettisti.
M.
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"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola
M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Età : 68
Località : Prato
Re: Finale
Hellionor chiude il cerchio in modo perfetto, riallaccia i nodi e arriva, a mio avviso, alla giusta
conclusione.
Pur essendo un racconto che mai avrei sognato di scrivere, non essendo il genere tra quelli che preferisco, volevo fare i complimenti ai miei ottimi compagni di squadra.
È venuto fuori un bellissimo pezzo, che ho apprezzato moltissimo e mi ha fatto anche commuovere.
Grazie ragazzi, orgogliosa del vostro ottimo lavoro!
Resdei- Maestro Jedi
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Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 61
Località : Roma
Re: Finale
Che bella chiusura: elegante e piena di emozioni!
Confesso che mi sarei sentita un po' persa nei panni di Ele, invece sei riuscita allo stesso tempo ad amalgamare i brani precedenti e portarlo con delicatezza verso questa bella conclusione.
Si percepisce che sei a tuo agio quando si parla di sentimenti e infatti, dopo la parte centrale più cupa e dinamica, ti riallacci all'incipit con un tono pacato e intimo che ben si adatta a valorizzare l'intenso rapporto di amicizia introdotto da Resdei tra Beatrice e Giulia.
Confesso che mi sarei sentita un po' persa nei panni di Ele, invece sei riuscita allo stesso tempo ad amalgamare i brani precedenti e portarlo con delicatezza verso questa bella conclusione.
Si percepisce che sei a tuo agio quando si parla di sentimenti e infatti, dopo la parte centrale più cupa e dinamica, ti riallacci all'incipit con un tono pacato e intimo che ben si adatta a valorizzare l'intenso rapporto di amicizia introdotto da Resdei tra Beatrice e Giulia.
caipiroska- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 941
Punti : 1002
Infamia o lode : 7
Data di iscrizione : 07.01.21
Re: Finale
Hai una bella scrittura piacevole e scorrevole, fai apparire tutto normale, naturale, nemmeno troppo atroce e impressionante.
Non ho avuto paura.
Vicino a te.
Bravissima.
Non ho avuto paura.
Vicino a te.
Bravissima.
tommybe- Maestro Jedi
- Messaggi : 1417
Punti : 1540
Infamia o lode : 19
Data di iscrizione : 18.11.21
Età : 72
Località : Roma
Re: Finale
La cosa piùimportante che emerge da questo pezzo finale è la capacità di proseguire sullo stesso stile dei precedenti dando all'intero racconto un'uniformità davvero notevole contando i diversi stili di ciascuno.
Dopo il crescendo di tensione dei tre pezzi precedenti hai saputo gestire perfettamente il ritmo facendolo salire ancora un po' prima di cominciare la discesa verso un lieto fine che ho apprezzato particolarmente.
Dopo il crescendo di tensione dei tre pezzi precedenti hai saputo gestire perfettamente il ritmo facendolo salire ancora un po' prima di cominciare la discesa verso un lieto fine che ho apprezzato particolarmente.
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paluca66- Maestro Jedi
- Messaggi : 1468
Punti : 1585
Infamia o lode : 8
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 58
Località : Milano
Re: Finale
Bello. Tutto finisce dove era iniziato, dentro il Cafè de Paris.
Il fuoco esorcizza e purifica quel luogo maledetto.
Faccio i complimenti a Ele per il modo convincente con cui ha gestito il racconto.
Bella prova.
Il fuoco esorcizza e purifica quel luogo maledetto.
Faccio i complimenti a Ele per il modo convincente con cui ha gestito il racconto.
Bella prova.
Byron.RN- Maestro Jedi
- Messaggi : 1074
Punti : 1173
Infamia o lode : 6
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 50
Località : Rimini
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