La gita di Ferragosto
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La gita di Ferragosto
15 agosto 1960
“Piano, senza fare confusione.”
Alfonso e Gennaro ignorano le parole di papà e corrono verso la stazione della funivia.
“Francesca, vuoi venire avanti? Sempre l’ultima devi essere."
Mia madre mi brontola da stamattina. Per cosa poi? Perché sono stata un po’ troppo in bagno e siamo partiti da casa con una mezz'oretta di ritardo. Come se dovessimo timbrare il cartellino. Il monte sempre qui resta, la chiesa pure.
Mi stringo nel maglioncino di cotone e raggiungo la mia famiglia, riluttante.
È Ferragosto ma quassù sembra che l’autunno sia già arrivato.
Lo spiazzo davanti alla stazione è strapieno di famiglie, gruppi di ragazzi, per lo più maschi, coppie di mezza età e giovani donne con le carrozzine.
Dal caffè che si affaccia sul piazzale, si sente provenire una musica da juke-box a volume altissimo.
Solo a una famiglia di stupidi come la mia poteva venire in mente di fare questa gita sul Faito proprio oggi.
Sbuffo abbastanza forte perché mamma possa sentirmi. Lei mi lancia un’occhiataccia.
E io sbuffo di nuovo.
"È inutile che mo fai ste scene." interviene papà. "Ha fatto bene mamma a farti venire con noi. E basta coi musi lunghi."
Mai che mio padre prenda le difese mie. Sempre a dare ragione a mia madre.
Io nemmeno ci volevo venire a vedere sto santuario. Che noia.
Volevo andare al mare con Maria e gli altri, altro che messa.
Ma mamma non mi ha lasciata andare. Dice che a quindici anni sono ancora piccola per uscire coi ragazzi.
Stringo i pugni dalla rabbia.
Se quella zoccola di mia cugina Maria non avesse detto in giro che nel gruppo della spiaggia c'era anche Michele Giardiello, mia madre non avrebbe avuto niente da ridire.
Però si sa come vanno queste cose. Maria ha detto a zia Assunta che Michele sarebbe venuto con noi, così zia l’ha detto a mamma che si è arrabbiata con me.
Una spia infame. Ecco cos'è Maria.
Lo ha fatto solo perché Michele piace anche a lei. Gli fa la corte dall'inizio dell'estate, quella gattamorta. Tutta sorrisi e moine. Che schifo. Ma tanto Michele non la guarda, grassa com'è. C'ha un culo che fa provincia mia cugina. E poi ormai è vecchia per lui. Hanno la stessa età e Michele le sue coetanee non le guarda.
A me invece, mi guarda eccome.
Una famiglia di tedeschi ci passa accanto. Uno dei ragazzi più grandi, uno spilungone con il collo magro e il pomo d’Adamo sporgente, mi fa un sorriso.
Lo guardo meglio. Avrà circa la mia età. Non fosse così secco, non sarebbe neanche un brutto ragazzo.
Ma non è Michele Giardiello. Io amo solo lui. È troppo bello, uguale uguale a Paul Newman.
L'unico Michele che volevo vedere oggi era lui. Altro che il santuario e la statua di San Michele Arcangelo.
Non è giusto. Maria che ha diciott’anni può andare in giro a fare la sgualdrina come le pare. Io, invece, devo stare ancora appresso a mamma e papà e a sti due mocciosi dei miei fratelli.
Ci mettiamo in coda per il viaggio di ritorno, anche se, a dire il vero, a scendere verso Castellammare non c’è quasi nessuno.
Ancora è presto e la maggior parte dei turisti resterà su fin quasi a sera. Molti stanno arrivando solo adesso, come i tedeschi di prima.
Davanti a noi, ad attendere la cabina che ci riporterà giù, ci sono solo un anziano e un uomo piccolo e tarchiato, insieme a un ragazzino sui dieci anni.
“Dottor Sorrentino, buongiorno. Buongiorno signora!” l’uomo si volta.
Riconosco il signor Cozzolino, il fruttivendolo.
Papà e mamma ricambiano il saluto con un sorriso. “Conoscete Luciano, il mio figliolo? Dovrebbe avere la stessa età dei vostri gemelli.”
Luciano saluta, alzando una mano paffuta.
La panarella arriva, rossa e avorio come quella del viaggio d’andata.
“Giusè, pigliamo quella dopo?” dice mamma, nervosa.
“E perché?” papà la guarda interrogativo.
“Nun ‘o saccio. A me sta cosa di salire sulla corsa numero diciassette non piace”.
Papà ride.
“Ma che dici? Sei diventata pure superstiziosa adesso?”
Mio padre è un medico molto noto a Castellammare e si vanta di essere un uomo razionale, di scienza. Però ai santi Catello e Antonino ci crede. E anche alla storia del miracolo della sudorazione e dell'Arcangelo che scaccia i mori da Castellammare, ci crede eccome. Infatti ci porta in pellegrinaggio qui una volta l’anno.
A me sembrano solo superstizioni anche queste.
Le porte si aprono e l’anziano sale, seguito dal fruttivendolo e dal figlio.
Il manovratore ci guarda.
“Dottò, che facciamo, volete salire o no?”
“Piano, senza fare confusione.”
Alfonso e Gennaro ignorano le parole di papà e corrono verso la stazione della funivia.
“Francesca, vuoi venire avanti? Sempre l’ultima devi essere."
Mia madre mi brontola da stamattina. Per cosa poi? Perché sono stata un po’ troppo in bagno e siamo partiti da casa con una mezz'oretta di ritardo. Come se dovessimo timbrare il cartellino. Il monte sempre qui resta, la chiesa pure.
Mi stringo nel maglioncino di cotone e raggiungo la mia famiglia, riluttante.
È Ferragosto ma quassù sembra che l’autunno sia già arrivato.
Lo spiazzo davanti alla stazione è strapieno di famiglie, gruppi di ragazzi, per lo più maschi, coppie di mezza età e giovani donne con le carrozzine.
Dal caffè che si affaccia sul piazzale, si sente provenire una musica da juke-box a volume altissimo.
Solo a una famiglia di stupidi come la mia poteva venire in mente di fare questa gita sul Faito proprio oggi.
Sbuffo abbastanza forte perché mamma possa sentirmi. Lei mi lancia un’occhiataccia.
E io sbuffo di nuovo.
"È inutile che mo fai ste scene." interviene papà. "Ha fatto bene mamma a farti venire con noi. E basta coi musi lunghi."
Mai che mio padre prenda le difese mie. Sempre a dare ragione a mia madre.
Io nemmeno ci volevo venire a vedere sto santuario. Che noia.
Volevo andare al mare con Maria e gli altri, altro che messa.
Ma mamma non mi ha lasciata andare. Dice che a quindici anni sono ancora piccola per uscire coi ragazzi.
Stringo i pugni dalla rabbia.
Se quella zoccola di mia cugina Maria non avesse detto in giro che nel gruppo della spiaggia c'era anche Michele Giardiello, mia madre non avrebbe avuto niente da ridire.
Però si sa come vanno queste cose. Maria ha detto a zia Assunta che Michele sarebbe venuto con noi, così zia l’ha detto a mamma che si è arrabbiata con me.
Una spia infame. Ecco cos'è Maria.
Lo ha fatto solo perché Michele piace anche a lei. Gli fa la corte dall'inizio dell'estate, quella gattamorta. Tutta sorrisi e moine. Che schifo. Ma tanto Michele non la guarda, grassa com'è. C'ha un culo che fa provincia mia cugina. E poi ormai è vecchia per lui. Hanno la stessa età e Michele le sue coetanee non le guarda.
A me invece, mi guarda eccome.
Una famiglia di tedeschi ci passa accanto. Uno dei ragazzi più grandi, uno spilungone con il collo magro e il pomo d’Adamo sporgente, mi fa un sorriso.
Lo guardo meglio. Avrà circa la mia età. Non fosse così secco, non sarebbe neanche un brutto ragazzo.
Ma non è Michele Giardiello. Io amo solo lui. È troppo bello, uguale uguale a Paul Newman.
L'unico Michele che volevo vedere oggi era lui. Altro che il santuario e la statua di San Michele Arcangelo.
Non è giusto. Maria che ha diciott’anni può andare in giro a fare la sgualdrina come le pare. Io, invece, devo stare ancora appresso a mamma e papà e a sti due mocciosi dei miei fratelli.
Ci mettiamo in coda per il viaggio di ritorno, anche se, a dire il vero, a scendere verso Castellammare non c’è quasi nessuno.
Ancora è presto e la maggior parte dei turisti resterà su fin quasi a sera. Molti stanno arrivando solo adesso, come i tedeschi di prima.
Davanti a noi, ad attendere la cabina che ci riporterà giù, ci sono solo un anziano e un uomo piccolo e tarchiato, insieme a un ragazzino sui dieci anni.
“Dottor Sorrentino, buongiorno. Buongiorno signora!” l’uomo si volta.
Riconosco il signor Cozzolino, il fruttivendolo.
Papà e mamma ricambiano il saluto con un sorriso. “Conoscete Luciano, il mio figliolo? Dovrebbe avere la stessa età dei vostri gemelli.”
Luciano saluta, alzando una mano paffuta.
La panarella arriva, rossa e avorio come quella del viaggio d’andata.
“Giusè, pigliamo quella dopo?” dice mamma, nervosa.
“E perché?” papà la guarda interrogativo.
“Nun ‘o saccio. A me sta cosa di salire sulla corsa numero diciassette non piace”.
Papà ride.
“Ma che dici? Sei diventata pure superstiziosa adesso?”
Mio padre è un medico molto noto a Castellammare e si vanta di essere un uomo razionale, di scienza. Però ai santi Catello e Antonino ci crede. E anche alla storia del miracolo della sudorazione e dell'Arcangelo che scaccia i mori da Castellammare, ci crede eccome. Infatti ci porta in pellegrinaggio qui una volta l’anno.
A me sembrano solo superstizioni anche queste.
Le porte si aprono e l’anziano sale, seguito dal fruttivendolo e dal figlio.
Il manovratore ci guarda.
“Dottò, che facciamo, volete salire o no?”
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Re: La gita di Ferragosto
Un affresco delizioso. Interessante il punto di vista dell’adolescente degli anni sessanta. Mi ci sono rivista in pieno. La scelta del Monte Faito, per il noto fatto di cronaca, mi ha un attimo portata fuori strada, ma è stata questione di un lampo. Le battute concesse non hanno permesso di raccontare il resto della giornata, solo le corse di andata e ritorno e ti invito, fuori dai vincoli del contest, di colorare anche questo spazio con la tua scrittura semplice e godibile. Piaciuto assaie
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Re: La gita di Ferragosto
E tutta la forza del sole del mezzogiorno esplode in questo ritorno alle origini e d'altronde non poteva non essere così. Pulita e diretta questa bella scrittura che ti porta con sé con tutte le note caratteriali e significative del contesto narrativo. La trama si vede oltre che a leggersi e in fondo tutti riviviamo momenti adolescenziali di gite e altro, come quando ero costretto ad andare al mare con tutta la famiglia perché in quel luogo c'erano tutte le amiche di mia sorella, e io che cavolo avrei combinato al mare da solo? Comprai una canna da pesca e qualche esca viva e feci il verme per tutta l'estate facendo finta di pescare sugli scogli. Mi fa morire quel parlare alla "Montalbano sono", appartiene al mio mondo e ne godo.
Invece di "sapore di mare" abbiamo visto "sapore di funivia" e ci è piaciuto e che vogliamo di più?
Invece di "sapore di mare" abbiamo visto "sapore di funivia" e ci è piaciuto e che vogliamo di più?
Ospite- Ospite
Re: La gita di Ferragosto
Lettura piacevole. Argomento semplice, non troppo originale forse, ma godibile.
La scrittura è corretta, i dialoghi sono credibili e le flessioni dialettali che hai voluto inserire, oltre a starci bene, danno quel tocco di napoletanità alla famiglia tanto da farla diventare, almeno per me, ancora più simpatica.
Interessante il punto di vista di Francesca. Attraverso il suo scazzo ci hai fornito un quadro generale che non si ferma soltanto alla gita di Ferragosto, ma si allarga ai suoi sentimenti "buoni", come l'amore per Giardiello e quelli "cattivi" come l'invidia nei confronti della cugina maggiorenne Maria. Ripeto, è interessante perché il personaggio vale veramente e la sua forza, forse, sta proprio nel sua condizione di adolescente, con tutte le conseguenze del caso. Chissà come ci racconterebbe Francesca, che so, un pranzo domenicale a casa Sorrentino.
La scrittura è corretta, i dialoghi sono credibili e le flessioni dialettali che hai voluto inserire, oltre a starci bene, danno quel tocco di napoletanità alla famiglia tanto da farla diventare, almeno per me, ancora più simpatica.
Interessante il punto di vista di Francesca. Attraverso il suo scazzo ci hai fornito un quadro generale che non si ferma soltanto alla gita di Ferragosto, ma si allarga ai suoi sentimenti "buoni", come l'amore per Giardiello e quelli "cattivi" come l'invidia nei confronti della cugina maggiorenne Maria. Ripeto, è interessante perché il personaggio vale veramente e la sua forza, forse, sta proprio nel sua condizione di adolescente, con tutte le conseguenze del caso. Chissà come ci racconterebbe Francesca, che so, un pranzo domenicale a casa Sorrentino.
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"Omne tulit punctum qui miscuit utile dulci lectorem delectando pariterque monendo."
"Ottiene il risultato migliore chi - nell'opera letteraria - ha saputo unire l'utile col piacevole, divertendo e ammaestrando nello stesso momento il lettore."
Orazio, Ars Poetica, vv. 343-344
Avei l'amel su i laver e 'l cutel an sacòcia.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: La gita di Ferragosto
Una fotografia scattata durante una gita fuori porta con tutta la famiglia. Una fotografia a colori vivi, anche se risale agli anni 60. Questo vedo nel tuo racconto. E mi piace parecchio. Anzi, mi viene una gran voglia di vedere tutto l'album fotografico della famiglia Sorrentino. Ovviamente narrato dalla voce di Francesca.
Complimenti.
Grazie.
Complimenti.
Grazie.
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Cavaliere Jedi
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Re: La gita di Ferragosto
Ma quanto mi è piaciuto questo racconto!
Tutto si vede, tutto si mostra, mi cominciavano a stancare i racconti surreali.
Qui c'è la vita, quella semplice, di tutti i giorni, vera.
Michele Giardiello è fantastico come la passione che ha per lui la protagonista adolescente.
Non qui, ma in giro c'è gente che non sa descrivere due alberi e una foglia,
e tu descrivi tutto un mondo con facilità disarmante.
Fai sembrare gli altri scrittori, me compreso, di avere qualcosa sulla punta della lingua e di non saperlo dire.
Bravo, bravissimo.
Tutto si vede, tutto si mostra, mi cominciavano a stancare i racconti surreali.
Qui c'è la vita, quella semplice, di tutti i giorni, vera.
Michele Giardiello è fantastico come la passione che ha per lui la protagonista adolescente.
Non qui, ma in giro c'è gente che non sa descrivere due alberi e una foglia,
e tu descrivi tutto un mondo con facilità disarmante.
Fai sembrare gli altri scrittori, me compreso, di avere qualcosa sulla punta della lingua e di non saperlo dire.
Bravo, bravissimo.
Ospite- Ospite
Re: La gita di Ferragosto
Non conoscendo la vicenda legata alla tragedia della funivia del Monte Fiato stavo per scriverti come unica critica quella data messa all'inizio del racconto.
Poi mi sono documentato e tutto è stato chiaro e il tuo racconto, che resta pur sempre leggero e scanzonato, ha assunto un aspetto diverso.
I pensieri di Francesca sono schietti, sono i pensieri di un'adolescente di quindici anni (lo so bene, mia figlia ha 15 anni...) di ogni epoca e latitudine e tu li hai resi benissimo.
Racconto che si legge volentieri e che scivola via senza alcun intoppo, bravo davvero!
Poi mi sono documentato e tutto è stato chiaro e il tuo racconto, che resta pur sempre leggero e scanzonato, ha assunto un aspetto diverso.
I pensieri di Francesca sono schietti, sono i pensieri di un'adolescente di quindici anni (lo so bene, mia figlia ha 15 anni...) di ogni epoca e latitudine e tu li hai resi benissimo.
Racconto che si legge volentieri e che scivola via senza alcun intoppo, bravo davvero!
paluca66- Maestro Jedi
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Re: La gita di Ferragosto
Be', complimenti, cavolo. Mi è sembrato che questo racconto lo avesse scritto davvero una quindicenne, un'immedesimazione pazzesca. Personalmente poi con me hai fatto doppio centro perché sono molto affezionato a quei luoghi, avendo spesso soggiornato nella penisola sorrentina, a Sant'Agata per la precisione.
Ah, sì, tanto puoi dirlo, ma poi ci sono saliti o no su quella cabina?
Ah, sì, tanto puoi dirlo, ma poi ci sono saliti o no su quella cabina?
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: La gita di Ferragosto
Ho letto molto poco di te, ma hai già guadagnato tutto il mio apprezzamento.
Mi piace come riesci a raccontare le tue storie di vita quotidiana che sottintendono sempre una forte denuncia e un messaggio che, personalmente, mi arriva sempre chiaro e diretto.
Questo racconto ha tutto ciò che posso aspettarmi da questo contest, ed è un piacere avere iniziato le letture proprio da qui. Anche il tema di attualità lo hai reso bene, tornando indietro di oltre mezzo secolo e ricordandoci una tragedia che si è consumata analoga pochi giorni fa. Mi è piaciuta molto questa tua intuizione.
Spettacolari i pensieri della tua protagonista, così come i dialoghi.
Davvero, io ho trovato solo una virgola fuori posto, ma giusto perché così almeno in fase di editing c'è qualcosa che puoi ritoccare; ma è davvero un racconto perfetto.
Complimenti, complimenti davvero!
Mi piace come riesci a raccontare le tue storie di vita quotidiana che sottintendono sempre una forte denuncia e un messaggio che, personalmente, mi arriva sempre chiaro e diretto.
Questo racconto ha tutto ciò che posso aspettarmi da questo contest, ed è un piacere avere iniziato le letture proprio da qui. Anche il tema di attualità lo hai reso bene, tornando indietro di oltre mezzo secolo e ricordandoci una tragedia che si è consumata analoga pochi giorni fa. Mi è piaciuta molto questa tua intuizione.
Spettacolari i pensieri della tua protagonista, così come i dialoghi.
Davvero, io ho trovato solo una virgola fuori posto, ma giusto perché così almeno in fase di editing c'è qualcosa che puoi ritoccare; ma è davvero un racconto perfetto.
Complimenti, complimenti davvero!
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: La gita di Ferragosto
Parlando degli anni 60... un bell'affresco delle vacanze a senso obbligato, con visite al santuario di turno.
Perfetto il quadro che ne esce: le prime pseudocontestazioni giovanili, restituite al mittente, i musi lunghi per le ingiustizie dell'età, le visite obbligate al santuario.
Anch'io in estate mi dovevo sorbire uno o due pellegrinaggi con genitori, sorelle più piccole cui fare da balia, nonne sempre alla ricerca di medagliette, rosari ecc. Pranzo al sacco e mal di pulmann... Mai più, pur con tutto il rispetto per chi ci va per devozione, ovviamente.
Il racconto fila liscio, la scrittura è semplice ma efficace.
Perfetto il quadro che ne esce: le prime pseudocontestazioni giovanili, restituite al mittente, i musi lunghi per le ingiustizie dell'età, le visite obbligate al santuario.
Anch'io in estate mi dovevo sorbire uno o due pellegrinaggi con genitori, sorelle più piccole cui fare da balia, nonne sempre alla ricerca di medagliette, rosari ecc. Pranzo al sacco e mal di pulmann... Mai più, pur con tutto il rispetto per chi ci va per devozione, ovviamente.
Il racconto fila liscio, la scrittura è semplice ma efficace.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: La gita di Ferragosto
Il fascino della semplicità.
Se mi dovessero chiedere se c'è una parte che mi è piaciuta o mi ha impressionato di più non saprei cosa rispondere. Non ho trovato dei picchi in questo racconto, ma è tutto così reale, semplice e naturale che l'intero insieme spicca senza il bisogno di dovere urlare.
Piaciuto parecchio.
Se mi dovessero chiedere se c'è una parte che mi è piaciuta o mi ha impressionato di più non saprei cosa rispondere. Non ho trovato dei picchi in questo racconto, ma è tutto così reale, semplice e naturale che l'intero insieme spicca senza il bisogno di dovere urlare.
Piaciuto parecchio.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Località : Rimini
Re: La gita di Ferragosto
ciao Sisiphe
per l'immedesimazione, il tuo racconto è perfettamente riuscito.
traspare tutta l'insofferenza di un'adolescente che vorrebbe fare tutt'altro che
andare dietro a mamma e papà.
il tono è leggero, come sono i pensieri di una ragazzina di quell'età,
ma tocchi comunque un tema abbastanza discusso,
dove la tradizione popolare si mischia alla religiosità, il sacro che va in processione con il profano.
Il manovratore ci guarda.
“Dottò, che facciamo, volete salire o no?”
secondo me non salgono e aspettano quella successiva!
della serie: non è vero ma ci credo.
per l'immedesimazione, il tuo racconto è perfettamente riuscito.
traspare tutta l'insofferenza di un'adolescente che vorrebbe fare tutt'altro che
andare dietro a mamma e papà.
il tono è leggero, come sono i pensieri di una ragazzina di quell'età,
ma tocchi comunque un tema abbastanza discusso,
dove la tradizione popolare si mischia alla religiosità, il sacro che va in processione con il profano.
Il manovratore ci guarda.
“Dottò, che facciamo, volete salire o no?”
secondo me non salgono e aspettano quella successiva!
della serie: non è vero ma ci credo.
Resdei- Cavaliere Jedi
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Re: La gita di Ferragosto
Un fulmine davvero inaspettato questo.
Innanzitutto ti ringrazio perchè non conoscevo questo disastro: hai fatto bene ad ambientare la tua storia in quel pomeriggio, lasciando che la scia di morte, sangue e dolore riaffiori con rispetto e discrezione.
Molto azzeccata e ben riuscita la scelta di far narrare l'episodio all'adolescente: con i suoi risentimenti, i suoi crucci e le sue fantasie, sottolinea alla perfezione il sottile filo che ci tiene in vita così fragile e delicato da rimanere attaccato anche solo per una scelta giusta o sbagliata.
Ti dico la verità: prima d'informarmi sui fatti il testo per me aveva un sapore un pò insipido, non coglievo una vera meta a cui indirizzare il viaggio di questa lettura.
Dopo ho apprezzato molto di più l'originalità del punto di vista e il modo in cui hai condotto il testo, approvando tutte le tue scelte.
Un fulmine che per un'attimo ha gettato un caldo lampo di luce su quei morti.
Innanzitutto ti ringrazio perchè non conoscevo questo disastro: hai fatto bene ad ambientare la tua storia in quel pomeriggio, lasciando che la scia di morte, sangue e dolore riaffiori con rispetto e discrezione.
Molto azzeccata e ben riuscita la scelta di far narrare l'episodio all'adolescente: con i suoi risentimenti, i suoi crucci e le sue fantasie, sottolinea alla perfezione il sottile filo che ci tiene in vita così fragile e delicato da rimanere attaccato anche solo per una scelta giusta o sbagliata.
Ti dico la verità: prima d'informarmi sui fatti il testo per me aveva un sapore un pò insipido, non coglievo una vera meta a cui indirizzare il viaggio di questa lettura.
Dopo ho apprezzato molto di più l'originalità del punto di vista e il modo in cui hai condotto il testo, approvando tutte le tue scelte.
Un fulmine che per un'attimo ha gettato un caldo lampo di luce su quei morti.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: La gita di Ferragosto
Grazie, prima di tutto, di avermi ricordato questo brutto avvenimento che avevo completamente dimenticato. Sono andato a rivedere la cronaca di quel fatto e ho visto che c’era veramente un commerciante ortofrutticolo fra le vittime del disastro, anche se non si chiamava Cozzolino. Chissà se altri personaggi citati abbiano riscontro nella realtà.
Complimenti per come è scritto il racconto. Tutto è molto vivo e naturale e l’uso del dialetto contribuisce ad aumentare l’efficacia del brano.
Bravissimo. Mi è piaciuto moltissimo.
Complimenti per come è scritto il racconto. Tutto è molto vivo e naturale e l’uso del dialetto contribuisce ad aumentare l’efficacia del brano.
Bravissimo. Mi è piaciuto moltissimo.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: La gita di Ferragosto
Ciao Sisyphe.
La prima cosa che noto è che il racconto funziona lo stesso anche senza la contestualizzazione della corsa numero 17 del Ferragosto 1960. Francesca mi piace molto. L'unica contestualizzazione forse necessaria è proprio quel 1960, perché non riconoscerei la narratrice, né Maria né Michele, se si trattasse di adolescenti ai giorni nostri. Ma comunque mi rileggo volentieri le tue parole. Sono qui che mi chiedo se il fruttivendolo Cozzolino mi è piaciuto oppure no. Il giovane tedesco sì, molto di più, perché interagisce con Francesca e fa partire un pensiero che si collega alla mancata gita in spiaggia.
Grazie e alla prossima.
La prima cosa che noto è che il racconto funziona lo stesso anche senza la contestualizzazione della corsa numero 17 del Ferragosto 1960. Francesca mi piace molto. L'unica contestualizzazione forse necessaria è proprio quel 1960, perché non riconoscerei la narratrice, né Maria né Michele, se si trattasse di adolescenti ai giorni nostri. Ma comunque mi rileggo volentieri le tue parole. Sono qui che mi chiedo se il fruttivendolo Cozzolino mi è piaciuto oppure no. Il giovane tedesco sì, molto di più, perché interagisce con Francesca e fa partire un pensiero che si collega alla mancata gita in spiaggia.
Grazie e alla prossima.
Re: La gita di Ferragosto
Sei riuscita a descrivere uno spaccato di vita vera senza sembrare artefatta. È tutto corretto, tutto rimanda al passato. Io non ho parole che non siano di elogio. Mi viene da pensare che sia una storia autobiografica. Dai... dicci la verità sei una quindicenne.
Brava complimenti soprattutto perché scrivere una storia così semplice e realistica spesso è più complicato.
Bravissima.
Brava complimenti soprattutto perché scrivere una storia così semplice e realistica spesso è più complicato.
Bravissima.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 796
Punti : 866
Infamia o lode : 2
Data di iscrizione : 04.02.21
Età : 37
Re: La gita di Ferragosto
Il tuo bellissimo racconto mi ha messo in crisi. In questo periodo, tra il racconto per l'antologia LeiXLei e il mio romanzo, sto lavorando con diversi personaggi che sono ragazze adolescenti. Ho trovato il tuo personaggio molto tridimensionale, Francesca esce dal foglio perché è mostrata sotto diversi punti di vista; non è stereotipata e sei riuscita a renderla così reale in poche parole.
Ecco, mi hai messo in crisi perché le mie adolescenti mancano di questa tridimensionalità. Mi hai suggerito dei nuovi punti di vista e ti ringrazio tantissimo per questo. Adesso devo mettermi al lavoro, però.
Grazie davvero.
Ecco, mi hai messo in crisi perché le mie adolescenti mancano di questa tridimensionalità. Mi hai suggerito dei nuovi punti di vista e ti ringrazio tantissimo per questo. Adesso devo mettermi al lavoro, però.
Grazie davvero.
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