Consapevolezza
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Consapevolezza
In occasione del dibattito in parlamento, nella società e nelle piazze sul DDL Zan, ho deciso di rendere pubbliche le lettere che più di 50 anni fa mi scrisse il mio amico Vittorio. Ho trascritto al meglio correggendo soli i piccoli errori dovuti alla sua lieve dislessia e inserito poche note dove mi sembrava utile per i lettori, soprattutto i più giovani.
14 marzo 1968
Mio caro Giorgio, sei partito solo da due settimane e già mi manchi. A quest’ora saremmo stati in giro a parlare di grandi cose o di cazzate, a ridere magari prendendo in giro gli assenti, che è molto più divertente che prender in giro i presenti, invece me ne qui a scriverti seduto sul water per sfuggire al controllo asfissiante dei miei.
Non sono bravo come te con le parole, sono certo però che capirai anche quello che non sarò capace di scriverti. Ho cominciato in banca, mio padre è contento, non so se perché il comunista se ne è partito lontano o perché il suo inutile figliuolo comincia ad avere un ruolo nella vita.
Se ci pensi ci sarebbe da ridere, io, con tanto di Laurea alla Cattolica di Milano, figlio dell’ex podestà di Biella, famiglia facoltosa e potente, confinato in questo paesino insignificante a fare il passacarte in una banchetta di provincia. Tu figlio orgogliosamente comunista di una famiglia operaia orgogliosamente comunista, a Roma, giornalista alla rivista culturale del Partito! Chissà se mio padre coglierebbe l’ironia di tutto questo.
Comunque in banca non so ancora se mi piace, il direttore mi tratta quasi con deferenza -sai: figlio di tanto padre-, i colleghi stanno a guardare. Sono di gran lunga più giovane di tutti gli altri anche se si dice che a breve arriverà un altro collega, staremo a vedere.
In paese nessuna novità, le notizie che arrivano dal mondo e che ci hanno tanto entusiasmato, sembrano solo un film di fantascienza, nessuno qui sembra poter credere che qualcosa cambierà. Fra due mesi ci sono le elezioni e tutti sono pronti ad accettare un risultato identico alle ultime. Forse eri davvero l’unico a sperare in un futuro diverso, qui nessuno spera e forse nessuno teme.
Mi fermo qui. Sai che forse è la prima lettera che scrivo? A parte le letterine ai miei o a Gesù Bambino che ci facevano scrivere a scuola. Spero davvero che tu mi risponderai e mi racconterai di te. Com’è Roma? E la rivista? La casa che ti hanno trovato? Va be’, quello che vuoi insomma!
Per evitare discussioni magari è meglio se mi indirizzi in banca “Riservata Personale” Cassa di Risparmio di Biella Via Roma, 2
Ti saluto tanto caramente, il tuo amico Vittorio
P.S. Avevo pensato di ricopiare “in bella” magari mettendo in ordine i pezzi, poi ho deciso di lasciare così; scusa disordine, cancellature e correzioni. E errori.
8 aprile 1968
Grazie, grazie, grazie, sono davvero contento che tu mi abbia risposto. Come mi aspettavo la tua lettera è molto più lunga e piena di cose e non so da che parte cominciare.
Quando mi hanno dato la tua lettera il direttore ha voluto parlarmi; chiarito che si trattava davvero di corrispondenza personale, mi ha fatto capire, abbastanza bruscamente, che non era davvero il caso di usare la banca come ufficio postale privato. Quindi per la prossima dovrò pensare qualcos’altro. Il fermo posta è escluso, sarebbe come mettere i cartelli in piazza. So che ci metterò un po’ a finire questa lettera, intanto cerco.
Sono ancora al cesso, mi sono messo qui a leggere la tua lettera e qui sto scrivendo la mia. So che tu troveresti qualcosa di molto arguto da dire su questa situazione -a me vengono solo battute squallide- così mi viene da ridere sulla fiducia.
Mi fa piacere che i tuoi “compagni” di camera e di casa siano in gamba, immagino che potrai fare con loro quei bei discorsi impegnati e profondi che con me non ti riuscivano ma sono anche certo che riderai molto meno.
Non ho capito perché dici che a Rinascita ti senti una puttana, eri così contento! Pavolini era uno dei tuoi miti e da quando è stato condannato una specie di santo martire laico. Mentre il vero martire è sempre stato Don Milani, almeno per me ma tanto non ne siamo mai venuti a capo parlandone, figurati per lettera! 1)
Ti invidio sai, non tanto per la colta compagnia, mi sentirei fuori luogo, quanto per il luogo, vedi sto imparando anche a usare le parole! Quello che mi racconti delle tue passeggiate per le strade di Roma, come vorrei esser con te! Ma mi accontenterei di essere con te qui, in questo posto dimenticato da Dio e anche da Lenin.
Mi dispiace che la tua esperienza al giornale non ti soddisfi pienamente, ci tenevi così tanto. Però dovrai essere d’accordo con me che un po’ ci ho preso. Molte case sono belle da fuori, squallide dentro; molte famiglie sembrano felici a chi non ci vive. Sarà il pessimismo della ragione? 2)
Un abbraccio
Vittorio
P.S. Ho dovuto riaprire la lettera che avevo già chiuso! Puoi spedire le tue prossime lettere a me presso Mirella S***, Via ***, 13843 Pettinengo.
Ti ricordi Mirella? Quella mia lontana cugina un po’ strana. Quella che voleva farci sempre vedere le mutandine in cambio di una cicca, anche già masticata. È sempre più strana ma sono certo che sarà affidabile.
Vittorio
3 maggio 1968
Caro Giorgio, la tua lettera mi ha un po’ rattristato. Davvero sei così a disagio in quel posto? Forse ti eri fatto troppe illusioni -tipico di voi comunisti, direbbe mio padre- ma non devi lasciarti abbattere, sei bravo, sei intelligente, sei onesto. Forse è proprio qui il problema, sei troppo onesto. Ma ne parleremo meglio a voce visto che torni per votare. Riprenderemo per un po’ le nostre passeggiate politico filosofiche.
La tua lettera mi ha così turbato che quando ho finito di leggerla, sempre al cesso, of course, per tirarmi su ho rifatto un gioco che facevo da bambino: mi sono truccato da donna con i trucchi di mia mamma. Non ho capito perché. Mi ricordo che quando l’ho fatto la prima volta tutti ridevano, dopo un po’ di volte hanno cominciato ad arrabbiarsi, alla fine mia mamma ha nascosto tutte le sue cose. Non ci avevo più pensato da allora.
Vorrei anche farti conoscere Pietro, il nostro nuovo collega in banca. È davvero simpatico, è anche un bellissimo ragazzo, non ho ancora capito come la pensa sul mondo. Abbiamo parlato un paio di volte di quello che sta succedendo in Francia e da noi. Mi sembra che non gli importi molto degli aspetti politici, economici e culturali delle rivendicazioni; è piuttosto interessato alle libertà di espressione, quelle che tu definivi rifiuto di riferimenti etici. Però è uno che si interessa delle cose, da questo punto di vista ci assomiglia, legge molto anche in francese. È molto tenero.
Sono dovuto passare cinque volte da Mirella prima di trovare la tua lettera, mi prende in giro, mi dice che aspetto lettere dalla mia fidanzata. Per darmela ha voluto che le toccassi le tette e che promettessi di scrivere (alla fidanzata) che l’avevo fatto. Così, anche se non sei la mia fidanzata, mantengo la promessa. È stato strano sai, come tornare bambino con mia mamma. Ah ecco! Forse è per questo la storia dei trucchi. Deve essere bello avere le tette per tenerci sopra il proprio bambino.
Ma tu non lasciarti abbattere, soprattutto non lasciarti cambiare, resta il mio comunista tutto d’un pezzo, serio e ligio ai dettami dell’etica proletaria. E che ne sa ridere. Ne rideremo insieme tra poco, ti aspetto.
Vittorio
7 maggio 1968
Mi hanno bloccato ai seggi come scrutatore! Sempre colpa di mio padre. Spero che questa mia ti raggiunga in tempo e che tu possa anticipare di un giorno o più il tuo ritorno altrimenti non avremo tempo per chiacchierare. Io sarò impegnato da sabato alle 14.
Spero, spero, spero
Vittorio
22 maggio 1968
Non so se essere più deluso o arrabbiato. Non sei neanche passato a salutarmi al seggio, avrei potuto prendermi un po’ di tempo per stare con te. Mi spiegherai, sono pieno di domande e di dubbi. Ma mi dico che magari non volevi disturbare il mio impegno civico o compromettere la mia reputazione mostrandomi in giro con un comunista. Sono certo che c’è una buona ragione. Ma non mi impedisce di essere deluso. E anche arrabbiato.
Comunque avete vinto! Non so se tu hai accesso ai risultati dettagliati, nel dubbio te ne dico qualcosa: non solo il PCI è il primo partito con il 37 e più percento, con i tre socialisti arrivate quasi al 57. Non ti offendere se vi sommo anche Socialdemocrazia, sempre rossi siete! Sai una cosa divertente? Il PDIUM 3) ha preso tre voti e siccome ci sono sicuramente mio padre, mia madre e mio zio … mio padre sa che l’ho definitivamente tradito. Non può parlarmene perché il voto è segreto e lui ci tiene al rispetto delle regole ma so che ci soffre e ne sono davvero felice. Per una volta tocchi anche a lui.
Alla fine non me la sono sentita di votare dalla vostra parte, naturalmente non DC 4), quindi PRI 5). Ci ho pensato a lungo, anche per questo mi sarebbe piaciuto parlarne con te prima del voto, così mi è sembrato un po’ di tradirti, non avvisandoti prima.
Pietro mi ha aspettato alla fine dello spoglio per sapere com’era andata l’esperienza. È stato molto carino e tenero, intimo. Avrei voluto ci fossi stato tu, sarei meno confuso.
Mi guardo allo specchio, sto piangendo e mi cola il nero degli occhi. Sono bellissimo. Sono bellissimo. 6)
Ti abbraccio
Vittorio.
P.S. Ho deciso che la spedisco. Ti prego rispondimi in fretta.
21 giugno 1968
Lo sapevo che non avresti capito o forse hai capito benissimo, hai capito da sempre, e non vuoi accettare le cose come stanno. Il tuo silenzio parla chiaramente.
Mi piacciono i ragazzi, mi piaci tu, da sempre, ma questo è contrario all’etica proletaria! In fondo siete degli ipocriti, come i preti, tu sei un’ipocrita. Rifiuti di accettarti per quello che sei, prostituisci il tuo talento nel pozzo soffocante del conformismo ideologico. E sei infelice!
Mi dispiace tantissimo per te. Ti voglio bene, sei stato fondamentale nella mia crescita come persona ma non posso restare invischiato nelle stupide regole di alcuna morale. Pietro mi sta aiutando a venirne fuori, ad affidarmi alle sensazioni piuttosto che alla razionalità. Il suo ottimismo della volontà piacerebbe al tuo Gramsci. Ormai ci vediamo spesso, quasi tutti i pomeriggi, usciti dal lavoro, ci troviamo da Mirella che è felicissima di essere nostra complice in questa piccola torbida storia di provincia e forse un po’ invidiosa. Non so come andrà a finire, so che per la prima volta mi sento libero di essere me stesso. Ma non riesco a essere completamente felice, vorrei sempre che fossi tu qui con me a gridare come scemi “Ce - n'est - qu'un début - continuons le – combat” o scrivere sui muri “Il est interdit d'interdire”, rigorosamente in lingua originale!
Giorgio mio, forse non mi risponderai, forse incrociandomi per strada quando tornerai in paese farai finta di non conoscermi o di non riconoscermi, forse ce ne saremo già dovuti scappare travolti dallo scandalo -l’abbiamo messo in conto- ma sappi che ti amo, ancora, da sempre e ti amerò sempre.
Ti bacio con affetto
Vittorio
P.S. Sto scrivendo questa mia ultima(?) lettera in camera mia. Grazie anche a te sono uscito dal cesso della mia vita finta.
Considero il non aver risposto alle ultime lettere di Vittorio uno dei miei più gravi errori politici e personali. Le ho ritirate fuori, molti anni dopo, per aiutare il mio figlio minore a prendere consapevolezza della propria omosessualità. Avevo da tempo preso io consapevolezza dell’omofobia mia personale di allora, del mio partito e in generale di tutta la sinistra che ancora perdura. Non ho più avuto contatti con Vittorio, ho saputo che è morto a Parigi alla fine degli anni ’80, malato di AIDS è stato picchiato a morte da quattro balordi. Ho ritrovato Pietro, che era stato con lui fino alla fine, a Pettinengo una ventina di anni fa, siamo diventati amici. Era Pettinengo, poteva essere ovunque.
Note
1) Luca Pavolini, direttore responsabile di Rinascita, rivista del Partito Comunista Italiano che aveva pubblicato la “Risposta ai cappellani militari” di Don Lorenzo Milani, fu processato insieme all’autore per apologia di reato (incitamento alla diserzione e incitamento alla disubbidienza militare). Assolti in primo grado, Pavolini fu condannato in appello nell’ottobre del 1967, Don Milani era morto nel giugno dello stesso anno.
2) “Pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà.” è un motto utilizzato da Gramsci in molti dei suoi scritti; è spesso malamente citato come “Pessimismo della ragione, ottimismo della volontà.”
3) Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica
4) Democrazia Cristiana
5) Partito Repubblicano Italiano
6) Nell’originale questa frase è stata cancellata poi riscritta 2 volte.
Tabella dei risultati delle elezioni politiche 1968 (camera), nel comune di Pettinengo
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14 marzo 1968
Mio caro Giorgio, sei partito solo da due settimane e già mi manchi. A quest’ora saremmo stati in giro a parlare di grandi cose o di cazzate, a ridere magari prendendo in giro gli assenti, che è molto più divertente che prender in giro i presenti, invece me ne qui a scriverti seduto sul water per sfuggire al controllo asfissiante dei miei.
Non sono bravo come te con le parole, sono certo però che capirai anche quello che non sarò capace di scriverti. Ho cominciato in banca, mio padre è contento, non so se perché il comunista se ne è partito lontano o perché il suo inutile figliuolo comincia ad avere un ruolo nella vita.
Se ci pensi ci sarebbe da ridere, io, con tanto di Laurea alla Cattolica di Milano, figlio dell’ex podestà di Biella, famiglia facoltosa e potente, confinato in questo paesino insignificante a fare il passacarte in una banchetta di provincia. Tu figlio orgogliosamente comunista di una famiglia operaia orgogliosamente comunista, a Roma, giornalista alla rivista culturale del Partito! Chissà se mio padre coglierebbe l’ironia di tutto questo.
Comunque in banca non so ancora se mi piace, il direttore mi tratta quasi con deferenza -sai: figlio di tanto padre-, i colleghi stanno a guardare. Sono di gran lunga più giovane di tutti gli altri anche se si dice che a breve arriverà un altro collega, staremo a vedere.
In paese nessuna novità, le notizie che arrivano dal mondo e che ci hanno tanto entusiasmato, sembrano solo un film di fantascienza, nessuno qui sembra poter credere che qualcosa cambierà. Fra due mesi ci sono le elezioni e tutti sono pronti ad accettare un risultato identico alle ultime. Forse eri davvero l’unico a sperare in un futuro diverso, qui nessuno spera e forse nessuno teme.
Mi fermo qui. Sai che forse è la prima lettera che scrivo? A parte le letterine ai miei o a Gesù Bambino che ci facevano scrivere a scuola. Spero davvero che tu mi risponderai e mi racconterai di te. Com’è Roma? E la rivista? La casa che ti hanno trovato? Va be’, quello che vuoi insomma!
Per evitare discussioni magari è meglio se mi indirizzi in banca “Riservata Personale” Cassa di Risparmio di Biella Via Roma, 2
Ti saluto tanto caramente, il tuo amico Vittorio
P.S. Avevo pensato di ricopiare “in bella” magari mettendo in ordine i pezzi, poi ho deciso di lasciare così; scusa disordine, cancellature e correzioni. E errori.
8 aprile 1968
Grazie, grazie, grazie, sono davvero contento che tu mi abbia risposto. Come mi aspettavo la tua lettera è molto più lunga e piena di cose e non so da che parte cominciare.
Quando mi hanno dato la tua lettera il direttore ha voluto parlarmi; chiarito che si trattava davvero di corrispondenza personale, mi ha fatto capire, abbastanza bruscamente, che non era davvero il caso di usare la banca come ufficio postale privato. Quindi per la prossima dovrò pensare qualcos’altro. Il fermo posta è escluso, sarebbe come mettere i cartelli in piazza. So che ci metterò un po’ a finire questa lettera, intanto cerco.
Sono ancora al cesso, mi sono messo qui a leggere la tua lettera e qui sto scrivendo la mia. So che tu troveresti qualcosa di molto arguto da dire su questa situazione -a me vengono solo battute squallide- così mi viene da ridere sulla fiducia.
Mi fa piacere che i tuoi “compagni” di camera e di casa siano in gamba, immagino che potrai fare con loro quei bei discorsi impegnati e profondi che con me non ti riuscivano ma sono anche certo che riderai molto meno.
Non ho capito perché dici che a Rinascita ti senti una puttana, eri così contento! Pavolini era uno dei tuoi miti e da quando è stato condannato una specie di santo martire laico. Mentre il vero martire è sempre stato Don Milani, almeno per me ma tanto non ne siamo mai venuti a capo parlandone, figurati per lettera! 1)
Ti invidio sai, non tanto per la colta compagnia, mi sentirei fuori luogo, quanto per il luogo, vedi sto imparando anche a usare le parole! Quello che mi racconti delle tue passeggiate per le strade di Roma, come vorrei esser con te! Ma mi accontenterei di essere con te qui, in questo posto dimenticato da Dio e anche da Lenin.
Mi dispiace che la tua esperienza al giornale non ti soddisfi pienamente, ci tenevi così tanto. Però dovrai essere d’accordo con me che un po’ ci ho preso. Molte case sono belle da fuori, squallide dentro; molte famiglie sembrano felici a chi non ci vive. Sarà il pessimismo della ragione? 2)
Un abbraccio
Vittorio
P.S. Ho dovuto riaprire la lettera che avevo già chiuso! Puoi spedire le tue prossime lettere a me presso Mirella S***, Via ***, 13843 Pettinengo.
Ti ricordi Mirella? Quella mia lontana cugina un po’ strana. Quella che voleva farci sempre vedere le mutandine in cambio di una cicca, anche già masticata. È sempre più strana ma sono certo che sarà affidabile.
Vittorio
3 maggio 1968
Caro Giorgio, la tua lettera mi ha un po’ rattristato. Davvero sei così a disagio in quel posto? Forse ti eri fatto troppe illusioni -tipico di voi comunisti, direbbe mio padre- ma non devi lasciarti abbattere, sei bravo, sei intelligente, sei onesto. Forse è proprio qui il problema, sei troppo onesto. Ma ne parleremo meglio a voce visto che torni per votare. Riprenderemo per un po’ le nostre passeggiate politico filosofiche.
La tua lettera mi ha così turbato che quando ho finito di leggerla, sempre al cesso, of course, per tirarmi su ho rifatto un gioco che facevo da bambino: mi sono truccato da donna con i trucchi di mia mamma. Non ho capito perché. Mi ricordo che quando l’ho fatto la prima volta tutti ridevano, dopo un po’ di volte hanno cominciato ad arrabbiarsi, alla fine mia mamma ha nascosto tutte le sue cose. Non ci avevo più pensato da allora.
Vorrei anche farti conoscere Pietro, il nostro nuovo collega in banca. È davvero simpatico, è anche un bellissimo ragazzo, non ho ancora capito come la pensa sul mondo. Abbiamo parlato un paio di volte di quello che sta succedendo in Francia e da noi. Mi sembra che non gli importi molto degli aspetti politici, economici e culturali delle rivendicazioni; è piuttosto interessato alle libertà di espressione, quelle che tu definivi rifiuto di riferimenti etici. Però è uno che si interessa delle cose, da questo punto di vista ci assomiglia, legge molto anche in francese. È molto tenero.
Sono dovuto passare cinque volte da Mirella prima di trovare la tua lettera, mi prende in giro, mi dice che aspetto lettere dalla mia fidanzata. Per darmela ha voluto che le toccassi le tette e che promettessi di scrivere (alla fidanzata) che l’avevo fatto. Così, anche se non sei la mia fidanzata, mantengo la promessa. È stato strano sai, come tornare bambino con mia mamma. Ah ecco! Forse è per questo la storia dei trucchi. Deve essere bello avere le tette per tenerci sopra il proprio bambino.
Ma tu non lasciarti abbattere, soprattutto non lasciarti cambiare, resta il mio comunista tutto d’un pezzo, serio e ligio ai dettami dell’etica proletaria. E che ne sa ridere. Ne rideremo insieme tra poco, ti aspetto.
Vittorio
7 maggio 1968
Mi hanno bloccato ai seggi come scrutatore! Sempre colpa di mio padre. Spero che questa mia ti raggiunga in tempo e che tu possa anticipare di un giorno o più il tuo ritorno altrimenti non avremo tempo per chiacchierare. Io sarò impegnato da sabato alle 14.
Spero, spero, spero
Vittorio
22 maggio 1968
Non so se essere più deluso o arrabbiato. Non sei neanche passato a salutarmi al seggio, avrei potuto prendermi un po’ di tempo per stare con te. Mi spiegherai, sono pieno di domande e di dubbi. Ma mi dico che magari non volevi disturbare il mio impegno civico o compromettere la mia reputazione mostrandomi in giro con un comunista. Sono certo che c’è una buona ragione. Ma non mi impedisce di essere deluso. E anche arrabbiato.
Comunque avete vinto! Non so se tu hai accesso ai risultati dettagliati, nel dubbio te ne dico qualcosa: non solo il PCI è il primo partito con il 37 e più percento, con i tre socialisti arrivate quasi al 57. Non ti offendere se vi sommo anche Socialdemocrazia, sempre rossi siete! Sai una cosa divertente? Il PDIUM 3) ha preso tre voti e siccome ci sono sicuramente mio padre, mia madre e mio zio … mio padre sa che l’ho definitivamente tradito. Non può parlarmene perché il voto è segreto e lui ci tiene al rispetto delle regole ma so che ci soffre e ne sono davvero felice. Per una volta tocchi anche a lui.
Alla fine non me la sono sentita di votare dalla vostra parte, naturalmente non DC 4), quindi PRI 5). Ci ho pensato a lungo, anche per questo mi sarebbe piaciuto parlarne con te prima del voto, così mi è sembrato un po’ di tradirti, non avvisandoti prima.
Pietro mi ha aspettato alla fine dello spoglio per sapere com’era andata l’esperienza. È stato molto carino e tenero, intimo. Avrei voluto ci fossi stato tu, sarei meno confuso.
Mi guardo allo specchio, sto piangendo e mi cola il nero degli occhi. Sono bellissimo. Sono bellissimo. 6)
Ti abbraccio
Vittorio.
P.S. Ho deciso che la spedisco. Ti prego rispondimi in fretta.
21 giugno 1968
Lo sapevo che non avresti capito o forse hai capito benissimo, hai capito da sempre, e non vuoi accettare le cose come stanno. Il tuo silenzio parla chiaramente.
Mi piacciono i ragazzi, mi piaci tu, da sempre, ma questo è contrario all’etica proletaria! In fondo siete degli ipocriti, come i preti, tu sei un’ipocrita. Rifiuti di accettarti per quello che sei, prostituisci il tuo talento nel pozzo soffocante del conformismo ideologico. E sei infelice!
Mi dispiace tantissimo per te. Ti voglio bene, sei stato fondamentale nella mia crescita come persona ma non posso restare invischiato nelle stupide regole di alcuna morale. Pietro mi sta aiutando a venirne fuori, ad affidarmi alle sensazioni piuttosto che alla razionalità. Il suo ottimismo della volontà piacerebbe al tuo Gramsci. Ormai ci vediamo spesso, quasi tutti i pomeriggi, usciti dal lavoro, ci troviamo da Mirella che è felicissima di essere nostra complice in questa piccola torbida storia di provincia e forse un po’ invidiosa. Non so come andrà a finire, so che per la prima volta mi sento libero di essere me stesso. Ma non riesco a essere completamente felice, vorrei sempre che fossi tu qui con me a gridare come scemi “Ce - n'est - qu'un début - continuons le – combat” o scrivere sui muri “Il est interdit d'interdire”, rigorosamente in lingua originale!
Giorgio mio, forse non mi risponderai, forse incrociandomi per strada quando tornerai in paese farai finta di non conoscermi o di non riconoscermi, forse ce ne saremo già dovuti scappare travolti dallo scandalo -l’abbiamo messo in conto- ma sappi che ti amo, ancora, da sempre e ti amerò sempre.
Ti bacio con affetto
Vittorio
P.S. Sto scrivendo questa mia ultima(?) lettera in camera mia. Grazie anche a te sono uscito dal cesso della mia vita finta.
Considero il non aver risposto alle ultime lettere di Vittorio uno dei miei più gravi errori politici e personali. Le ho ritirate fuori, molti anni dopo, per aiutare il mio figlio minore a prendere consapevolezza della propria omosessualità. Avevo da tempo preso io consapevolezza dell’omofobia mia personale di allora, del mio partito e in generale di tutta la sinistra che ancora perdura. Non ho più avuto contatti con Vittorio, ho saputo che è morto a Parigi alla fine degli anni ’80, malato di AIDS è stato picchiato a morte da quattro balordi. Ho ritrovato Pietro, che era stato con lui fino alla fine, a Pettinengo una ventina di anni fa, siamo diventati amici. Era Pettinengo, poteva essere ovunque.
Note
1) Luca Pavolini, direttore responsabile di Rinascita, rivista del Partito Comunista Italiano che aveva pubblicato la “Risposta ai cappellani militari” di Don Lorenzo Milani, fu processato insieme all’autore per apologia di reato (incitamento alla diserzione e incitamento alla disubbidienza militare). Assolti in primo grado, Pavolini fu condannato in appello nell’ottobre del 1967, Don Milani era morto nel giugno dello stesso anno.
2) “Pessimismo dell’intelligenza, ottimismo della volontà.” è un motto utilizzato da Gramsci in molti dei suoi scritti; è spesso malamente citato come “Pessimismo della ragione, ottimismo della volontà.”
3) Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica
4) Democrazia Cristiana
5) Partito Repubblicano Italiano
6) Nell’originale questa frase è stata cancellata poi riscritta 2 volte.
Tabella dei risultati delle elezioni politiche 1968 (camera), nel comune di Pettinengo
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Different Staff- Admin
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Infamia o lode : 7
Data di iscrizione : 26.02.21
Re: Consapevolezza
Questa è stata la lettura più difficile dello step, per quanto mi riguarda.
Innanzitutto il genere epistolare è stato trattato come in un romanzo, con le classiche incursioni esterne del narratore; il romanzo ha, chiaramente, dei tempi più lunghi, ed è pressoché normale che ci siano queste spiegazioni. In un racconto, invece, io preferisco non trovarmele, per quanto esse possano essere funzionali.
Qui c'è uno dei bagni più controversi dello step. Il bagno viene visto come simbolo di oppressione, di vergogna, per poi simboleggiare sul finale proprio il riscatto del protagonista che finalmente scrive da camera sua!
L'atmosfera creata dall'Autore mi ha riportato alla maturità, al mio amato Maurice, ai pianti adolescenziali regalati a Proust e Umberto Saba e sottratti poi al ricordo degli amori della mia vita... Insomma, questo racconto mi è piaciuto in un modo che è talmente ineffabile esprimere che non ci provo neanche. Tutto è equilibrato nella narrazione, l'Autore dimostra una capacità narrativa e una grande sensibilità nel dosare gli elementi descrittivi e la caratterizzazione dei personaggi, e alla fine viene un magone che rende superfluo ogni altro commento, da parte mia.
Mi permetti una battuta? La cosa più bella di questo racconto è che almeno vince il PCI
Scherzi a parte, mi hai lasciato addosso quell'alone di tristezza che io amo moltissimo ritrovarmi addosso dopo la lettura di un racconto.
Credo che il tuo racconto potesse anche essere concepito meglio, con un ritmo diverso, meno incursioni, meno interruzioni nel climax, però in questo momento non mi interessa davvero.
Tanti, tanti complimenti da parte mia!
Un caro abbraccio.
Innanzitutto il genere epistolare è stato trattato come in un romanzo, con le classiche incursioni esterne del narratore; il romanzo ha, chiaramente, dei tempi più lunghi, ed è pressoché normale che ci siano queste spiegazioni. In un racconto, invece, io preferisco non trovarmele, per quanto esse possano essere funzionali.
Qui c'è uno dei bagni più controversi dello step. Il bagno viene visto come simbolo di oppressione, di vergogna, per poi simboleggiare sul finale proprio il riscatto del protagonista che finalmente scrive da camera sua!
L'atmosfera creata dall'Autore mi ha riportato alla maturità, al mio amato Maurice, ai pianti adolescenziali regalati a Proust e Umberto Saba e sottratti poi al ricordo degli amori della mia vita... Insomma, questo racconto mi è piaciuto in un modo che è talmente ineffabile esprimere che non ci provo neanche. Tutto è equilibrato nella narrazione, l'Autore dimostra una capacità narrativa e una grande sensibilità nel dosare gli elementi descrittivi e la caratterizzazione dei personaggi, e alla fine viene un magone che rende superfluo ogni altro commento, da parte mia.
Mi permetti una battuta? La cosa più bella di questo racconto è che almeno vince il PCI
Scherzi a parte, mi hai lasciato addosso quell'alone di tristezza che io amo moltissimo ritrovarmi addosso dopo la lettura di un racconto.
Credo che il tuo racconto potesse anche essere concepito meglio, con un ritmo diverso, meno incursioni, meno interruzioni nel climax, però in questo momento non mi interessa davvero.
Tanti, tanti complimenti da parte mia!
Un caro abbraccio.
______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: Consapevolezza
Ciao Autor
Ho trovato molto coinvolgente la lettura di queste lettere soprattutto perché le ho sentite plausibili e vere. So che sto leggendo solo un racconto, ma fidati se ti dico che l’unico aspetto che mi ha fatto ricordare la “finzione” sono le note che hai inserito.
Sono colpita e ti faccio complimenti sinceri per questo lavoro che trovo rappresenti molto bene lo spaccato di quell’anno di presa di coscienza e voglia di rompere con i vecchi schemi.
L’argomento non era facile da trattare ma lo hai fatto con rispetto ed emozione. Brav
Ti segnalo alcune da cose da rivedere
invece me ne qui a (manca “sto”)
tanto padre-, (toglierei il trattino prima della virgola)
Fra due mesi ci sono le elezioni (Mi suonerebbe meglio Fra due mesi ci saranno le elezioni)
E errori (Non so se sia voluto, ma in questo caso, la eufonica ci vuole. Ed errori)
ottima prova
Ho trovato molto coinvolgente la lettura di queste lettere soprattutto perché le ho sentite plausibili e vere. So che sto leggendo solo un racconto, ma fidati se ti dico che l’unico aspetto che mi ha fatto ricordare la “finzione” sono le note che hai inserito.
Sono colpita e ti faccio complimenti sinceri per questo lavoro che trovo rappresenti molto bene lo spaccato di quell’anno di presa di coscienza e voglia di rompere con i vecchi schemi.
L’argomento non era facile da trattare ma lo hai fatto con rispetto ed emozione. Brav
Ti segnalo alcune da cose da rivedere
invece me ne qui a (manca “sto”)
tanto padre-, (toglierei il trattino prima della virgola)
Fra due mesi ci sono le elezioni (Mi suonerebbe meglio Fra due mesi ci saranno le elezioni)
E errori (Non so se sia voluto, ma in questo caso, la eufonica ci vuole. Ed errori)
ottima prova
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Re: Consapevolezza
Ci risiamo! E' il terzo racconto epistolare che viene scritto nella stanza da bagno...
Anche in questa prova la parte più ardua è stata quella di inserire coerentemente tutti i paletti, in particolare stanza, personaggio e luogo; e, nonostante si potrebbe pensare il contrario, quello più fragile è proprio il personaggio a mio parere, il banchiere.
Perché se è vero che bagno e Pettinengo non sono fondamentali nell'economia del racconto, trovo bellissimo il modo in cui hai aggirato il problema con due frasi banali ma fondamentali:
Il racconto scorre benissimo, coinvolge, guida il lettore verso un finale prevedibile ma non per questo meno doloroso; la scrittura è molto buona, piccoli refusi non inficiano il piacere della lettura.
Un'ottima prova sotto tantissimi punti di vista, complimenti!
Anche in questa prova la parte più ardua è stata quella di inserire coerentemente tutti i paletti, in particolare stanza, personaggio e luogo; e, nonostante si potrebbe pensare il contrario, quello più fragile è proprio il personaggio a mio parere, il banchiere.
Perché se è vero che bagno e Pettinengo non sono fondamentali nell'economia del racconto, trovo bellissimo il modo in cui hai aggirato il problema con due frasi banali ma fondamentali:
Grazie anche a te sono uscito dal cesso della mia vita finta
Sistemati i paletti, passo ai complimenti per aver scritto una bellissima storia: non entro nel merito dei pensieri politici, si può essere d'accordo o meno ma un racconto è per definizione "fiction" e il giudizio,. soprattutto in un concorso come il nostro, dovrebbe prescindere dal proprio sentire (questo, naturalmente è il mio pensiero).Era Pettinengo, poteva essere ovunque.
Il racconto scorre benissimo, coinvolge, guida il lettore verso un finale prevedibile ma non per questo meno doloroso; la scrittura è molto buona, piccoli refusi non inficiano il piacere della lettura.
Un'ottima prova sotto tantissimi punti di vista, complimenti!
paluca66- Maestro Jedi
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Re: Consapevolezza
Secondo me, il pregio principale di questo racconto è che anche adesso continuo a chiedermi se la storia raccontata sia vera o no. Da una parte mi dico che è una costruzione narrativa, in cui le note, la tabella che riporta i dati delle elezioni, sono elementi della realtà usati per reggere la finzione narrativa. Dall’altra, e non so dire perché, il mio cervello continua a pensare che magari la storia è vera. Anche il particolare della dislessia: che senso avrebbe avuto inventarlo? A meno che non serva a giustificare diversi piccoli errori che sembrano essere sfuggiti a una revisione finale. Quindi, avresti inventato il particolare della dislessia, poi appositamente inserito le imprecisioni di forma?
A che fine? Mi sembrerebbe strano.
Boh, non so, ci dirai alla fine.
La storia di per sé non mi ha preso, ma credo che il calo di attenzione sia dovuto alla presenza nel racconto della componente politica. Mi spiego: per me il mondo esterno è difficile e spesso incomprensibile, io vivo di realtà interiori. Ho iniziato a guardare qualche volta il telegiornale verso i quarant’anni, non riesco a capire niente di politica. Ecco, questa componente del racconto mi rimane del tutto indifferente, anzi, mi allontana, ma proprio per come sono fatta io.
Diciamo che il mix “vissuto interiore e riflessioni sul credo politico” non mi ha preso. Al tempo stesso, però, anche questo elemento aumenta il livello di veridicità della storia, proprio perché in questo modo le lettere non sembrano scritte a tavolino, tagliate per il racconto, ma sembrano quelle che davvero una persona può scrivere, mescolando emozioni e mondo esterno. Non so se mi sono spiegata…
Il paletto del bagno è un po’ stiracchiato, sono però d’accordo con chi ha scritto che averlo usato poi in modo metaforico gli fa acquisire un significato centrale.
Se le lettere sono vere, capisco che l’autore abbia voluto lasciarle integre. Se invece sono creazioni letterarie, io le asciugherei un po’.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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A Byron.RN e Fante Scelto garba questo messaggio
Re: Consapevolezza
Ho divorato questa lettura, bella, tenera, vera almeno in quello che mostra.
Ci siamo interrogati tante volte sul valore di quello che scriviamo, se conta poi così tanto scrivere cose vere della nostra vita o se è la stessa cosa inventare. La risposta è : Conta.
La politica di una volta era ben diversa, non c'era finzione, qualunquismo, i ragazzi si sarebbero fatti uccidere per le loro idee. E quelle idee costruirono tutte le nostre convinzioni, le nostre libertà.
Non aggiungo altro, la forza di quelle lettere ne uscirebbe diminuita e non voglio.
Ti abbraccio. Come un fratello.
Ci siamo interrogati tante volte sul valore di quello che scriviamo, se conta poi così tanto scrivere cose vere della nostra vita o se è la stessa cosa inventare. La risposta è : Conta.
La politica di una volta era ben diversa, non c'era finzione, qualunquismo, i ragazzi si sarebbero fatti uccidere per le loro idee. E quelle idee costruirono tutte le nostre convinzioni, le nostre libertà.
Non aggiungo altro, la forza di quelle lettere ne uscirebbe diminuita e non voglio.
Ti abbraccio. Come un fratello.
Ospite- Ospite
Re: Consapevolezza
Anche io come Arianna ho il dubbio se la storia sia autobiografica, inventata di sana piana oppure un mix di verità e immaginazione. Comunque sia poco importa, perché se è vera sei stato bravo a esporla così come hai fatto, se è immaginaria hai creato una storia davvero naturale e genuina.
Il punto forte a mio avviso e l'atmosfera che sei riuscito a creare, con quel fermento, quella voglia di cambiamento che covava sotto lo strato del conformismo e di prassi considerate immutabili.
Per quanto concerne i paletti mi rimane l'incertezza sul bagno e su Pettinengo, molto sullo sfondo.
Un buon racconto, robusto, da tenere in considerazione.
Il punto forte a mio avviso e l'atmosfera che sei riuscito a creare, con quel fermento, quella voglia di cambiamento che covava sotto lo strato del conformismo e di prassi considerate immutabili.
Per quanto concerne i paletti mi rimane l'incertezza sul bagno e su Pettinengo, molto sullo sfondo.
Un buon racconto, robusto, da tenere in considerazione.
Ultima modifica di Byron.RN il Sab Giu 19, 2021 6:04 pm - modificato 1 volta.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: Consapevolezza
Orbene. La costruzione di questo racconto epistolare m'impone di suddividere il mio commento in due parti distinte. Come già notato da [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], la domanda d'uopo è: lettere vere, autentiche oppure pura finzione letteraria? Dico subito che anche per me, la mancanza di questa "certezza" condiziona il mio giudizio, aldilà dei temi morali e politici che il testo tratta. Ma questo lo dirò alla fine.
Se le lettere fossero vere.
Potrei entrare a gamba tesa dicendo che tutto questo non è dunque farina del sacco dell'autore poiché i contenuti non sono inediti ma appartenenti a un passato che ha, in qualche misura, una relazione con l'autore che ha deciso di renderle pubbliche. Intendo dire che io lettore non so se è veramente l'autore ad averle scritte oppure un suo congiunto, un amico o chissà. Ecco dunque come il confine tra realtà e finzione letteraria è labile, comunque. E pur vero, ed è questo il vero pregio del testo a mio avviso, che se si tratta di missive autentiche, la scelta di lasciarle così come sono state riprese, la trovo azzeccata e funzionale. Sarebbe stato un delitto, probabilmente, modificare i testi, anche soltanto dai refusi, poiché tale operazione avrebbe tolto quel fondo di verità che s'intravede tra le parole, dalla storia personale di Vittorio alle vicende politiche e particolari di quel periodo.
Se le lettere fossero inventate.
Beh, complimenti per la costruzione della storia, una trama perfettamente plasmata al periodo storico in cui si collocano i fatti. Con il cesso sullo sfondo. Però, c'è un però. A mio avviso, l'espediente della dislessia non giustifica la poca cura del testo. Ecco alcuni esempi:
"invece me ne qui a scriverti seduto sul water"
"invece me ne sto qui a scriverti seduto sul water"
"Non sono bravo come te con le parole, sono certo però che capirai anche quello che non sarò capace di scriverti. Ho cominciato in banca, mio padre è contento, non so se perché il comunista se ne è partito lontano o perché il suo inutile figliuolo comincia ad avere un ruolo nella vita."
Il mio suggerimento per una maggiore fluidità:
"Non sono bravo come te con le parole, ma sono certo che capirai anche ciò che non sarò capace di scriverti. Ho cominciato in banca e mio padre è contento. Non so se lo è perché tu sei partito oppure perché il suo inutile figliuolo ha cominciato ad avere un ruolo nella vita."
Aggiungo che se il papà è contento, a mio avviso, l'aggettivo "inutile" di figliuolo stona.
"Se ci pensi ci sarebbe da ridere, io,"
"Ci pensi che ridere? Io"
L'utilizzo di una forma interrogativa porrebbe più enfasi alla sorpresa del pensare (e riderne) di qualcosa (ciò che accade dopo). Secondo me, ovviamente.
"P.S. Avevo pensato di ricopiare “in bella” magari mettendo in ordine i pezzi, poi ho deciso di lasciare così; scusa disordine, cancellature e correzioni. E errori."
"P.S.: Avevo pensato di ricopiare "in bella", magari mettendo in ordine i pezzi, ma ho deciso di lasciare così. Scusa il disordine, le cancellature, le correzioni e gli errori."
A parte il mio suggerimento, sempre dal mio punto di vista, per una migliore scorrevolezza, questo periodo finale della prima lettera lo segnalo come punto cardine che insinua il dubbio lettere vere / lettere inventate nella mia mente di lettore.
"Ti invidio sai, non tanto per la colta compagnia, mi sentirei fuori luogo, quanto per il luogo, vedi sto imparando anche a usare le parole!"
"Ti invidio sai, non tanto per la colta compagnia, mi sentirei un estraneo, quanto per il luogo. Vedi? Sto imparando anche a usare le parole!"
Stesso discorso di enfasi di cui sopra. In una lettera è come se si parlasse a quattr'occhi.
"Caro Giorgio, la tua lettera mi ha un po’ rattristato. Davvero sei così a disagio in quel posto?"
Ecco. Usando l'interrogativa hai perfettamente reso il disagio di Giorgio "in quel posto", anche se noi non abbiamo letto la risposta di Giorgio a Vittorio.
"E che ne sa ridere. Ne rideremo insieme tra poco, ti aspetto."
Qui con "E che ne sa ridere" non ho capito sei hai commesso un errore o comunque cosa volessi intendere"
Rileggendo il testo, facendone un'accurata analisi, resto combattuto. Vero o non vero? Le note di testo e la scarsa cura del testo mi fanno propendere per una versione originale delle lettere qui trascritte. La verosimiglianza dei fatti narrati, perfettamente ancorati al periodo storico e la buona caratterizzazione dei personaggi mi fanno invece virare sulla finzione letteraria ben architettata. Ecco il motivo del mio commento binario.
Insomma, una parte del mio commento preso per intero va eliminata. A fine step sarai tu, Autore, a dirmi quale dovrò eliminare.
Se le lettere fossero vere.
Potrei entrare a gamba tesa dicendo che tutto questo non è dunque farina del sacco dell'autore poiché i contenuti non sono inediti ma appartenenti a un passato che ha, in qualche misura, una relazione con l'autore che ha deciso di renderle pubbliche. Intendo dire che io lettore non so se è veramente l'autore ad averle scritte oppure un suo congiunto, un amico o chissà. Ecco dunque come il confine tra realtà e finzione letteraria è labile, comunque. E pur vero, ed è questo il vero pregio del testo a mio avviso, che se si tratta di missive autentiche, la scelta di lasciarle così come sono state riprese, la trovo azzeccata e funzionale. Sarebbe stato un delitto, probabilmente, modificare i testi, anche soltanto dai refusi, poiché tale operazione avrebbe tolto quel fondo di verità che s'intravede tra le parole, dalla storia personale di Vittorio alle vicende politiche e particolari di quel periodo.
Se le lettere fossero inventate.
Beh, complimenti per la costruzione della storia, una trama perfettamente plasmata al periodo storico in cui si collocano i fatti. Con il cesso sullo sfondo. Però, c'è un però. A mio avviso, l'espediente della dislessia non giustifica la poca cura del testo. Ecco alcuni esempi:
"invece me ne qui a scriverti seduto sul water"
"invece me ne sto qui a scriverti seduto sul water"
"Non sono bravo come te con le parole, sono certo però che capirai anche quello che non sarò capace di scriverti. Ho cominciato in banca, mio padre è contento, non so se perché il comunista se ne è partito lontano o perché il suo inutile figliuolo comincia ad avere un ruolo nella vita."
Il mio suggerimento per una maggiore fluidità:
"Non sono bravo come te con le parole, ma sono certo che capirai anche ciò che non sarò capace di scriverti. Ho cominciato in banca e mio padre è contento. Non so se lo è perché tu sei partito oppure perché il suo inutile figliuolo ha cominciato ad avere un ruolo nella vita."
Aggiungo che se il papà è contento, a mio avviso, l'aggettivo "inutile" di figliuolo stona.
"Se ci pensi ci sarebbe da ridere, io,"
"Ci pensi che ridere? Io"
L'utilizzo di una forma interrogativa porrebbe più enfasi alla sorpresa del pensare (e riderne) di qualcosa (ciò che accade dopo). Secondo me, ovviamente.
"P.S. Avevo pensato di ricopiare “in bella” magari mettendo in ordine i pezzi, poi ho deciso di lasciare così; scusa disordine, cancellature e correzioni. E errori."
"P.S.: Avevo pensato di ricopiare "in bella", magari mettendo in ordine i pezzi, ma ho deciso di lasciare così. Scusa il disordine, le cancellature, le correzioni e gli errori."
A parte il mio suggerimento, sempre dal mio punto di vista, per una migliore scorrevolezza, questo periodo finale della prima lettera lo segnalo come punto cardine che insinua il dubbio lettere vere / lettere inventate nella mia mente di lettore.
"Ti invidio sai, non tanto per la colta compagnia, mi sentirei fuori luogo, quanto per il luogo, vedi sto imparando anche a usare le parole!"
"Ti invidio sai, non tanto per la colta compagnia, mi sentirei un estraneo, quanto per il luogo. Vedi? Sto imparando anche a usare le parole!"
Stesso discorso di enfasi di cui sopra. In una lettera è come se si parlasse a quattr'occhi.
"Caro Giorgio, la tua lettera mi ha un po’ rattristato. Davvero sei così a disagio in quel posto?"
Ecco. Usando l'interrogativa hai perfettamente reso il disagio di Giorgio "in quel posto", anche se noi non abbiamo letto la risposta di Giorgio a Vittorio.
"E che ne sa ridere. Ne rideremo insieme tra poco, ti aspetto."
Qui con "E che ne sa ridere" non ho capito sei hai commesso un errore o comunque cosa volessi intendere"
Rileggendo il testo, facendone un'accurata analisi, resto combattuto. Vero o non vero? Le note di testo e la scarsa cura del testo mi fanno propendere per una versione originale delle lettere qui trascritte. La verosimiglianza dei fatti narrati, perfettamente ancorati al periodo storico e la buona caratterizzazione dei personaggi mi fanno invece virare sulla finzione letteraria ben architettata. Ecco il motivo del mio commento binario.
Insomma, una parte del mio commento preso per intero va eliminata. A fine step sarai tu, Autore, a dirmi quale dovrò eliminare.
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"Omne tulit punctum qui miscuit utile dulci lectorem delectando pariterque monendo."
"Ottiene il risultato migliore chi - nell'opera letteraria - ha saputo unire l'utile col piacevole, divertendo e ammaestrando nello stesso momento il lettore."
Orazio, Ars Poetica, vv. 343-344
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A Arunachala garba questo messaggio
Re: Consapevolezza
Prima di tutto. Non facciamo torto all'autore, l'opera è di fantasia. E' stato bravo l'autore (che poi potrebbe essere, sorpresa delle sorprese, anche un'autrice) a farci percepire le vicende narrate come reali e vere.
E' questo è il suo grande merito.
Delle cose però non mi sono molto chiare, colpa mia, immagino. La contrapposizione di Giorgio con i compagni di Rinascita non era per la sua omosessualità? La politica del PCI su questi temi era quella classica dell'esercito americano "Don't ask, don't tell".
Pasolini fu cacciato dal PCI friulano perché non nascondeva la sua omosessualità.
Se invece Giorgio ha troncato i contatti con l'amico perchè egli era omossessuale, e temeva di perdere la reputazione all'interno del PCI per questo, forse lo dovevi descrivere più "uomo di partito/ di apparato, più fedele alla linea.
Insomma il racconto mi è molto piaciuto, ma qualcosa nella sua struttura logico-narrativa non mi convince del tutto. Comunque bravo/a
E' questo è il suo grande merito.
Delle cose però non mi sono molto chiare, colpa mia, immagino. La contrapposizione di Giorgio con i compagni di Rinascita non era per la sua omosessualità? La politica del PCI su questi temi era quella classica dell'esercito americano "Don't ask, don't tell".
Pasolini fu cacciato dal PCI friulano perché non nascondeva la sua omosessualità.
Se invece Giorgio ha troncato i contatti con l'amico perchè egli era omossessuale, e temeva di perdere la reputazione all'interno del PCI per questo, forse lo dovevi descrivere più "uomo di partito/ di apparato, più fedele alla linea.
Insomma il racconto mi è molto piaciuto, ma qualcosa nella sua struttura logico-narrativa non mi convince del tutto. Comunque bravo/a
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Re: Consapevolezza
Arrivata alla fine del racconto, ho volutamente ignorato di leggere le note a piè del testo: avrebbero rovinato l’atmosfera che sai saputo comporre, semplicemente.
In primis faccio mie le perplessità di altri sulla punteggiatura e sui refusi: prendendo spunto dal tuo incipit le ho volute mettere in relazione ad un leggero problema di dislessia, che non impedisce a Vittorio né di comporre le lettere, che verso la fine sono più precise, né di lavorare.
Viceversa, sono davvero imperdonabili se relazionate con un bel racconto, in cui sei riuscito a farmi comprendere, con uno stile pulito e per niente presuntuoso o supponente, oppure aggressivo per difendere la pozione di Vittorio, il difficile percorso di “consapevolezza” che una persona omossessuale purtroppo doveva, e deve ancora oggi – nonostante tutto il bel blaterare - compiere.
E per il quale ti dico che ho il massimo rispetto.
Un racconto che mi ha emozionato: Vittorio cresce nelle sue lettere. Prima trova il coraggio di ammettere di truccarsi, di invidiare il seno delle donne, poi delicatamente introduce l’amico e alla fine scatta la rabbia verso la persona che credeva avesse capito il suo essere diverso, accettandolo e perché no, portandone avanti le lotte. Rabbia anche verso la politica.
Ma il tuo racconto è anche delicato, quasi temessi che affrontando con più ruvidezza l’argomento avresti potuto ferire o imbarazzare chi la pensa diversamente. O forse ad essere delicato è Vittorio.
È un bel racconto davvero: se autobiografico hai avuto coraggio. Se è creazione pura, sai davvero immedesimarti nei personaggi che crei.
I paletti: Pettinengo poteva essere sostituito con qualsiasi cittadina.
Il bancario vale in questo contesto tanto quanto il un geometra in comune o un operaio alle prese con il ’68.
Il bagno dapprima è un posto dove scrivere (ne abbiamo un condominio in questo step di bagni affollati di scrittori) ma poi diventa il rifugio importante in cui Vittorio si protegge dagli sguardi indiscreti quando si trucca e che lo protegge dai giudizi della gente. Poi diventa “cesso” e il termine dispregiativo è perfetto per il suo stato d’animo.
Complimenti sinceri.
In primis faccio mie le perplessità di altri sulla punteggiatura e sui refusi: prendendo spunto dal tuo incipit le ho volute mettere in relazione ad un leggero problema di dislessia, che non impedisce a Vittorio né di comporre le lettere, che verso la fine sono più precise, né di lavorare.
Viceversa, sono davvero imperdonabili se relazionate con un bel racconto, in cui sei riuscito a farmi comprendere, con uno stile pulito e per niente presuntuoso o supponente, oppure aggressivo per difendere la pozione di Vittorio, il difficile percorso di “consapevolezza” che una persona omossessuale purtroppo doveva, e deve ancora oggi – nonostante tutto il bel blaterare - compiere.
E per il quale ti dico che ho il massimo rispetto.
Un racconto che mi ha emozionato: Vittorio cresce nelle sue lettere. Prima trova il coraggio di ammettere di truccarsi, di invidiare il seno delle donne, poi delicatamente introduce l’amico e alla fine scatta la rabbia verso la persona che credeva avesse capito il suo essere diverso, accettandolo e perché no, portandone avanti le lotte. Rabbia anche verso la politica.
Ma il tuo racconto è anche delicato, quasi temessi che affrontando con più ruvidezza l’argomento avresti potuto ferire o imbarazzare chi la pensa diversamente. O forse ad essere delicato è Vittorio.
È un bel racconto davvero: se autobiografico hai avuto coraggio. Se è creazione pura, sai davvero immedesimarti nei personaggi che crei.
I paletti: Pettinengo poteva essere sostituito con qualsiasi cittadina.
Il bancario vale in questo contesto tanto quanto il un geometra in comune o un operaio alle prese con il ’68.
Il bagno dapprima è un posto dove scrivere (ne abbiamo un condominio in questo step di bagni affollati di scrittori) ma poi diventa il rifugio importante in cui Vittorio si protegge dagli sguardi indiscreti quando si trucca e che lo protegge dai giudizi della gente. Poi diventa “cesso” e il termine dispregiativo è perfetto per il suo stato d’animo.
Complimenti sinceri.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
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Re: Consapevolezza
Caro Autore,
i paletti ci sono tutti. Se il bagno per scrivere è stato usatissimo, Pettinengo vi rientra a pieno, anche se hai dovuto certificarlo con il risultato delle elezioni.
Vero o falso? Non mi interessa, almeno per ora. Devo valutare un racconto che è andato al di là dei soliti stereotipi, che ha fatto riflettere, che ha lasciato una traccia.
Bello. Complimenti.
i paletti ci sono tutti. Se il bagno per scrivere è stato usatissimo, Pettinengo vi rientra a pieno, anche se hai dovuto certificarlo con il risultato delle elezioni.
Vero o falso? Non mi interessa, almeno per ora. Devo valutare un racconto che è andato al di là dei soliti stereotipi, che ha fatto riflettere, che ha lasciato una traccia.
Bello. Complimenti.
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: Consapevolezza
L'unica cosa che infastidisce di questo racconto sono la piccola introduzione e le note finali. La chiusa consta, perché chiude in maniera esaustiva e dà un senso di completezza al tutto, che altrimenti rimarrebbe un po' sospeso. L'introduzione tra l'altro sa molto di bugia, perché il DDL Zan c'entra poco con la divulgazione delle lettere, visto che sono state pubblicate per un concorso a tema.
E proprio dal fatto che siamo in un concorso a tema vorrei partire per dire che queste lettere sono palesemente una finzione, o lo sono almeno le parti modificate per rientrare nei paletti. E quindi c'è poco da girarci intorno, tutti i dubbi suscitati sono una vittoria per l'autore, perché oltre a creare una storia solida e convincente, ha costruito anche un personaggio reale, vivo, con cui si riesce a empatizzare molto facilmente. Forse, ma è solo una mia impressione, se le lettere fossero state più brevi l'effetto che le le stesse creano nel lettore sarebbe stato ancora più forte.
Complimenti e alla prossima!
E proprio dal fatto che siamo in un concorso a tema vorrei partire per dire che queste lettere sono palesemente una finzione, o lo sono almeno le parti modificate per rientrare nei paletti. E quindi c'è poco da girarci intorno, tutti i dubbi suscitati sono una vittoria per l'autore, perché oltre a creare una storia solida e convincente, ha costruito anche un personaggio reale, vivo, con cui si riesce a empatizzare molto facilmente. Forse, ma è solo una mia impressione, se le lettere fossero state più brevi l'effetto che le le stesse creano nel lettore sarebbe stato ancora più forte.
Complimenti e alla prossima!
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Consapevolezza
Mi libero subito delle obiezioni sui vincoli della prova. Confesso che se dovessi valutare solo da questo punto di vista il mio giudizio sarebbe nettamente negativo. Il bancario è presente ma privo di significato nella storia, Pettinengo, pure. Il periodo è parzialmente rispettato perché il vincolo prevedeva maggio 1968 e il genere epistolare appare “inquinato” dalla nota introduttiva e, peggio ancora, dalle note finali che sarebbe stato meglio omettere. Infine, il bagno: dopo la lunga serie di scrittori da “toilette” di cui ho letto, confesso che non riesco a non sorridere di questa imbarazzante situazione, anche nei casi più tragici.
Nonostante questo il racconto, valutato fuori dal contesto di DT, mi è piaciuto. Soprattutto ho apprezzato l’intenzione di spiegare il processo tormentato del protagonista per arrivare a prendere coscienza dei propri orientamenti sessuali in una società che, a destra o sinistra, non era ancora pronta ad accettare le diversità, ammesso che lo sia oggi, cosa di cui dubito fortemente. Questa descrizione, corretta o imprecisa che sia, dovuta a esperienza diretta o no, passa indiscutibilmente al lettore e non lascia indifferenti. Per questo: bravo/a
Nonostante questo il racconto, valutato fuori dal contesto di DT, mi è piaciuto. Soprattutto ho apprezzato l’intenzione di spiegare il processo tormentato del protagonista per arrivare a prendere coscienza dei propri orientamenti sessuali in una società che, a destra o sinistra, non era ancora pronta ad accettare le diversità, ammesso che lo sia oggi, cosa di cui dubito fortemente. Questa descrizione, corretta o imprecisa che sia, dovuta a esperienza diretta o no, passa indiscutibilmente al lettore e non lascia indifferenti. Per questo: bravo/a
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Consapevolezza
Ciao
Bella storia!
Buono l’espediente di cercare le lettere per farle leggere al figlio omosessuale perché acquisisca consapevolezza.
Tra le righe leggo anche la necessità di perdonare se stesso per non aver compreso i "bisogni" di un amico, di essere fuggito e sparito senza troppe spiegazioni.
Credibile la storia e il contenuto delle lettere, la graduale rivelazione anche se, da alcuni toni e aggettivi usati, si capiva che Vittorio aveva un’altra sensibilità.
Sei stato bravo a inserire anche Pettinengo,...Era Pettinengo, poteva essere ovunque.
Nel complesso giudico il lavoro molto positivamente.
Bella storia!
Buono l’espediente di cercare le lettere per farle leggere al figlio omosessuale perché acquisisca consapevolezza.
Tra le righe leggo anche la necessità di perdonare se stesso per non aver compreso i "bisogni" di un amico, di essere fuggito e sparito senza troppe spiegazioni.
Credibile la storia e il contenuto delle lettere, la graduale rivelazione anche se, da alcuni toni e aggettivi usati, si capiva che Vittorio aveva un’altra sensibilità.
Sei stato bravo a inserire anche Pettinengo,...Era Pettinengo, poteva essere ovunque.
Nel complesso giudico il lavoro molto positivamente.
Resdei- Cavaliere Jedi
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Re: Consapevolezza
piaciuto.
ben esposto e narrato, nulla da eccepire.
dalle lettere arriva emozione, stupore, rabbia, tutta una serie di emozioni che riesci a trasmettere molto bene.
buone le descrizioni, soprattutto a livello emozionale.
complimenti
ben esposto e narrato, nulla da eccepire.
dalle lettere arriva emozione, stupore, rabbia, tutta una serie di emozioni che riesci a trasmettere molto bene.
buone le descrizioni, soprattutto a livello emozionale.
complimenti
Arunachala- Admin
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Re: Consapevolezza
Questo è il commento che ho più paura di fare ma anche quello a cui tengo di più. Questa volta non ti parlerà la Giraffa ma ti parlerà Paolo, il ragazzo dietro la maschera.
Il tuo racconto l'ho trovato sin dall'inizio disturbante poi andando avanti le cose sono migliorate quando però arriva il finale sono esploso per la rabbia arrivando a sentirmi ferito dal racconto. Ora a mente fredda sono più tranquillo quindi posso liberamente dirti quello che penso senza quella rabbia iniziale.
Non ne faccio mistero faccio parte della comunità LGBTQ+ e con tutta onestà mi sono stufato di essere rappresentato in un certo modo nei testi. Ovviamente parlo a nome di Paolo e non dell'intera comunità.
Io sono stanco di leggere storie con protagonisti omosessuali che vengono sempre ritratti come vittime. Siamo ancora vittime di molte ingiustizie ma se continuiamo a "narrarci" così sarà sempre un cane che si morte la coda. Vittorio da quello che scrivi non sembra una vittima, sembra uno che ha fatto la scelta di vivere al sole fregandosene del giudizio. Poi però veniamo a sapere che è morto di AIDS, come succede troppo spesso in racconti di questo genere. È proprio in quel momento che dipingi la vittima, rendi Vittorio debole, emozionante e da compatire movendo a pietà le persone.
le tue lettere non hanno nulla che non va, la storia è bella ma bastava quella. Se avessi omesso la prima parte e l'ultima il racconto avrebbe avuto una potenza di fuoco. Il riferimento al DDL Zan lo trovo forzato e non ne capisco il senso, mentre il finale mi fa proprio arrabbiare. Ripeto se avessi omesso quelle parti non avrei commentato il tuo racconto in questo modo, anzi.
Quello che mi sarebbe piaciuto leggere erano anche delle lettere di risposta di Giorgio. La mossa di non farlo rispondere mi sembra furba, invece se lui avesse mostrato il suo punto di vista e le sue contraddizioni il testo si sarebbe arricchito portando alla luce il contrasto dei due protagonisti.
Purtroppo io non riesco a dare un giudizio a questo racconto, ha smosso troppo in me per essere lucido e onesto.
Vorrei chiederti una cosa, quando finirà lo step vorrei poterne parlare liberamente e capire il motivo di tali scelte, ma vorrei anche farti capire il mio punto di vista.
In verità vorrei che lo capissero tutti, alleati della comunità e non.
Il tuo racconto l'ho trovato sin dall'inizio disturbante poi andando avanti le cose sono migliorate quando però arriva il finale sono esploso per la rabbia arrivando a sentirmi ferito dal racconto. Ora a mente fredda sono più tranquillo quindi posso liberamente dirti quello che penso senza quella rabbia iniziale.
Non ne faccio mistero faccio parte della comunità LGBTQ+ e con tutta onestà mi sono stufato di essere rappresentato in un certo modo nei testi. Ovviamente parlo a nome di Paolo e non dell'intera comunità.
Io sono stanco di leggere storie con protagonisti omosessuali che vengono sempre ritratti come vittime. Siamo ancora vittime di molte ingiustizie ma se continuiamo a "narrarci" così sarà sempre un cane che si morte la coda. Vittorio da quello che scrivi non sembra una vittima, sembra uno che ha fatto la scelta di vivere al sole fregandosene del giudizio. Poi però veniamo a sapere che è morto di AIDS, come succede troppo spesso in racconti di questo genere. È proprio in quel momento che dipingi la vittima, rendi Vittorio debole, emozionante e da compatire movendo a pietà le persone.
le tue lettere non hanno nulla che non va, la storia è bella ma bastava quella. Se avessi omesso la prima parte e l'ultima il racconto avrebbe avuto una potenza di fuoco. Il riferimento al DDL Zan lo trovo forzato e non ne capisco il senso, mentre il finale mi fa proprio arrabbiare. Ripeto se avessi omesso quelle parti non avrei commentato il tuo racconto in questo modo, anzi.
Quello che mi sarebbe piaciuto leggere erano anche delle lettere di risposta di Giorgio. La mossa di non farlo rispondere mi sembra furba, invece se lui avesse mostrato il suo punto di vista e le sue contraddizioni il testo si sarebbe arricchito portando alla luce il contrasto dei due protagonisti.
Purtroppo io non riesco a dare un giudizio a questo racconto, ha smosso troppo in me per essere lucido e onesto.
Vorrei chiederti una cosa, quando finirà lo step vorrei poterne parlare liberamente e capire il motivo di tali scelte, ma vorrei anche farti capire il mio punto di vista.
In verità vorrei che lo capissero tutti, alleati della comunità e non.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Consapevolezza
Credo che si debba dare credito alla buona fede dell'aut* e considerare il testo originale. Anche io rimango in dubbio sulla opportunità di inserire le note trasformando un potenziale testo emotivamente drammatico in un dramma storico. Resta in ogni caso un racconto estremamente coinvolgente come testimoniano anche i commenti precedenti. Bella prova.
Re: Consapevolezza
Se si potesse fare copierei parola per parola il commento di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] ma visto che non si può non lo faccio e mi dedicherò solo alla forma letteraria. Il fatto che sia un epistolare mi ha portato a credere a una serie di lettere alternate invece di trovarmi con Vittorio che ne spedisce di seguito e io che non capisco fino alla firma di chi si tratti. Ci sta ma io mi bloccavo per andare a capire e poi con il copia/incolla di cui dicevo all'inizio, mi bloccavo ancor di più nella lettura. Ci sono anche tutti quei refusi, mancanze di congiunzioni e errorini già segnalatiti che il fatto tu abbia definito dislessico il protagonista non ti salva dal sistemarli. Il Pettinengo buttato lì solo alla fine mi è sembrato un ottimo escamotage e mi ha fatto sorridere. Tutto il resto no.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Consapevolezza
Ciao, inizio dal titolo: per me è un nì, consapevolezza, mi piace come hai inerito questo tema tanto attuale in questo step, sei stato/a molto vero e così com'è cresciuto il protagonista, siamo cresciuti un po' noi lettori, nel senso che ci hai resi consapevoli.
Per me è un tema complicato, però penso che non accettare se stessi, la propria natura, sia un po' come un autolesionismo.
Io credo che nella vita bisogna avere sempre il coraggio di essere se stessi, ma soprattutto diversi e scoprire la propria identità.
Alcune sviste: "invece me ne qui a scriverti" qui hai scordato il verbo, quindi credo sto e qui "le notizie che arrivano dal mondo e che ci hanno tanto entusiasmato, sembrano solo un film" non va la virgola lì altrimenti separi il soggetto dal predicato.
Comunque nel complesso tutto molto attuale e forte.
Per me è un tema complicato, però penso che non accettare se stessi, la propria natura, sia un po' come un autolesionismo.
Io credo che nella vita bisogna avere sempre il coraggio di essere se stessi, ma soprattutto diversi e scoprire la propria identità.
Alcune sviste: "invece me ne qui a scriverti" qui hai scordato il verbo, quindi credo sto e qui "le notizie che arrivano dal mondo e che ci hanno tanto entusiasmato, sembrano solo un film" non va la virgola lì altrimenti separi il soggetto dal predicato.
Comunque nel complesso tutto molto attuale e forte.
miichiiiiiiiiiii- Younglings
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Re: Consapevolezza
Ciao, grazie. Veramente grazie. Sei in classifica, per quanto mi riguarda.
Le pulci (poche perché ripeterei quanto già detto da altri)
1. La punteggiatura, infarcita anche di trattini a mio parere quasi mai utilizzati bene, è rivedibile.
2. Le note sono giustificabili per come hai congegnato il racconto, ma appesantiscono il testo e allora avresti potuto congegnarlo diversamente.
Piacevolezza di lettura:
Alta. Mi hai coinvolto. Nelle pulci ti ho segnalato le note che appesantiscono la lettura, e lo confermo. Anche col presupposto di un genitore che "usa" le lettere a fini pedagogici potevano essere evitate. E anche tu non ci racconti nulla di nuovo, sono spaccati di vita del periodo, che normalmente non mi attirano. Ma come già ho scritto per un altro racconto di questo step, se un argomento a me ostico riesce invece a prendermi mi levo tanto di cappello perché vuol dire che la capacità di scrivere e la sensibilità dell'autor@ sopperisce alla mia necessità di farmi sorprendere da un racconto. Dammi spazio qui, per cortesia, per dire a Paolo "giraffa" che comprendo il suo punto di vista, che il suo prezioso commento mi ha dato spazio per valutare altre cose del tuo racconto che non vivo come lui e che per questo mi ha arricchito. Voglio anche dire a Paolo che sarò molto interessato a chiacchierarne. Sempre per non cadere in quei comportamenti che potrebbero essere interpretati male da Paolo perché "buonisti" o ipocriti, mi fermo dall'abbracciarlo e con lui bevo (e spero di bere) un buon calice di vino.
Le pulci (poche perché ripeterei quanto già detto da altri)
1. La punteggiatura, infarcita anche di trattini a mio parere quasi mai utilizzati bene, è rivedibile.
2. Le note sono giustificabili per come hai congegnato il racconto, ma appesantiscono il testo e allora avresti potuto congegnarlo diversamente.
Piacevolezza di lettura:
Alta. Mi hai coinvolto. Nelle pulci ti ho segnalato le note che appesantiscono la lettura, e lo confermo. Anche col presupposto di un genitore che "usa" le lettere a fini pedagogici potevano essere evitate. E anche tu non ci racconti nulla di nuovo, sono spaccati di vita del periodo, che normalmente non mi attirano. Ma come già ho scritto per un altro racconto di questo step, se un argomento a me ostico riesce invece a prendermi mi levo tanto di cappello perché vuol dire che la capacità di scrivere e la sensibilità dell'autor@ sopperisce alla mia necessità di farmi sorprendere da un racconto. Dammi spazio qui, per cortesia, per dire a Paolo "giraffa" che comprendo il suo punto di vista, che il suo prezioso commento mi ha dato spazio per valutare altre cose del tuo racconto che non vivo come lui e che per questo mi ha arricchito. Voglio anche dire a Paolo che sarò molto interessato a chiacchierarne. Sempre per non cadere in quei comportamenti che potrebbero essere interpretati male da Paolo perché "buonisti" o ipocriti, mi fermo dall'abbracciarlo e con lui bevo (e spero di bere) un buon calice di vino.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: Consapevolezza
digitoergosum ha scritto:Dammi spazio qui, per cortesia, per dire a Paolo "giraffa" che comprendo il suo punto di vista, che il suo prezioso commento mi ha dato spazio per valutare altre cose del tuo racconto che non vivo come lui e che per questo mi ha arricchito. Voglio anche dire a Paolo che sarò molto interessato a chiacchierarne. Sempre per non cadere in quei comportamenti che potrebbero essere interpretati male da Paolo perché "buonisti" o ipocriti, mi fermo dall'abbracciarlo e con lui bevo (e spero di bere) un buon calice di vino.
SEMI-INTERVENTO DI MODERAZIONE
Premesso che il commento di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] è legittimo e non è il suo comportamento l'oggetto della presente moderazione.
Prima che altri intervengano sul punto, e prima che l'Autore del racconto possa perdere i commenti al racconto in favore di commenti su argomenti sollevati dal racconto, chiedo di non intervenire ulteriormente sul punto ma, in questo momento, di limitarci ai commenti al racconto.
Se l'Autore lo vorrà, a fine step potremmo parlare liberamente anche in calce al suo racconto, e vi assicuro che anch'io parteciperò volentieri alla discussione (non in qualità di moderatore ).
Se l'Autore non dovesse ritenerlo opportuno, ne parleremo in uno spazio apposito, anche in calce al post di proclamazione o in un argomento a parte.
In tutti i casi, per adesso e fino al termine dello step limitiamoci a commentare il racconto.
Grazie!
______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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A Hellionor, Akimizu e digitoergosum garba questo messaggio
Re: Consapevolezza
Sono estremamente combattuta, per questo racconto; nelle lettere hai saputo trasmettere bene il sentire e il pensare dell'epoca ( su errori e altro ti hanno già detto quindi eviterò di ripetermi).
Mi trovo concorde totalmente con il commento di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] , resto dell'idea che tu abbia cercato di gestire tutto in buona fede ma ti consiglierei di lavorarci.
Di togliere l'incipit che, onestamente, non mi predispone al meglio per la lettura.
Di togliere la chiusa o di modificarla, perché io la considero mortificante per tutti i personaggi della storia. Per Vittorio (che senso ha specificare che è malato di AIDS se viene ucciso da 4 balordi? come se tutti gli omosessuali fossero affetti da Aids, questa è la sensazione che mi hai trasmesso, e credo non fosse il tuo intento). Mortificante per Giorgio, che tira fuori le lettere per uno scopo pedagogico non meglio definito. E Pietro, che viene liquidato in due righe, non come un marito ma come uno di passaggio.
Lascerei solo le lettere, in questo racconto.
Il resto diventa spiegone e anche un po' giudizio, e il tuo epistolare non ne ha bisogno.
Bastano le lettere di Vittorio per farmi apprezzare la storia.
Ele
Mi trovo concorde totalmente con il commento di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] , resto dell'idea che tu abbia cercato di gestire tutto in buona fede ma ti consiglierei di lavorarci.
Di togliere l'incipit che, onestamente, non mi predispone al meglio per la lettura.
Di togliere la chiusa o di modificarla, perché io la considero mortificante per tutti i personaggi della storia. Per Vittorio (che senso ha specificare che è malato di AIDS se viene ucciso da 4 balordi? come se tutti gli omosessuali fossero affetti da Aids, questa è la sensazione che mi hai trasmesso, e credo non fosse il tuo intento). Mortificante per Giorgio, che tira fuori le lettere per uno scopo pedagogico non meglio definito. E Pietro, che viene liquidato in due righe, non come un marito ma come uno di passaggio.
Lascerei solo le lettere, in questo racconto.
Il resto diventa spiegone e anche un po' giudizio, e il tuo epistolare non ne ha bisogno.
Bastano le lettere di Vittorio per farmi apprezzare la storia.
Ele
Hellionor- Admin
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A Susanna e ImaGiraffe garba questo messaggio
Re: Consapevolezza
In un primo momento ho pensato anche io che il racconto dovesse avere delle solide basi di vissuto.
Poi ci ho ripensato.
Perché le lettere sono scritte con una delicatezza e una maestria che forse supera il realismo.
Attenzione, questo non è una critica, anzi. Però mi fa abbandonare il dubbio che le lettere siano vere.
Al contrario, sono una costruzione molto ben riuscita: che non era facile.
La storia che ci racconti è interessante, coinvolgente, pur su un tema che non è tra i miei preferiti, ma del quale sono sempre interessato ad approfondimenti, quantomeno per capirne di più.
Forse solo l'apertura l'avrei evitata: al contrario, ci avrei messo parte di quel che hai messo nella chiusa, ossia un "ritiro fuori queste lettere perché siano d'aiuto al mio figlio minore" o qualcosa del genere.
Le note non sono il top, ma alla fine non mi hanno disturbato più di tanto. Geniale l'idea di allegare lo spoglio delle schede.
Azzardo? Secondo me sei partito da quello, cioè aver trovato quel documento ti ha aperto le porte alla storia che hai raccontato.
Stilisticamente ho già citato delicatezza ed espressività della scrittura, molto buone. Non mi spiego i vari refusi, soprattutto nelle primissime lettere. Voluti? Magari per salvare caratteri? Oppure sviste?
Ci dirai.
Infine non mi sono mancate le risposte di Giorgio nello scambio epistolare. Il suo silenzio rende perfettamente il senso di incomunicabilità che Vittorio deve aver provato nonché l'imbarazzo dello stesso Giorgio nel ricevere determinati dettagli sulla vita privata dell'(ex) amico.
...
...
E fu così che:
Poi ci ho ripensato.
Perché le lettere sono scritte con una delicatezza e una maestria che forse supera il realismo.
Attenzione, questo non è una critica, anzi. Però mi fa abbandonare il dubbio che le lettere siano vere.
Al contrario, sono una costruzione molto ben riuscita: che non era facile.
La storia che ci racconti è interessante, coinvolgente, pur su un tema che non è tra i miei preferiti, ma del quale sono sempre interessato ad approfondimenti, quantomeno per capirne di più.
Forse solo l'apertura l'avrei evitata: al contrario, ci avrei messo parte di quel che hai messo nella chiusa, ossia un "ritiro fuori queste lettere perché siano d'aiuto al mio figlio minore" o qualcosa del genere.
Le note non sono il top, ma alla fine non mi hanno disturbato più di tanto. Geniale l'idea di allegare lo spoglio delle schede.
Azzardo? Secondo me sei partito da quello, cioè aver trovato quel documento ti ha aperto le porte alla storia che hai raccontato.
Stilisticamente ho già citato delicatezza ed espressività della scrittura, molto buone. Non mi spiego i vari refusi, soprattutto nelle primissime lettere. Voluti? Magari per salvare caratteri? Oppure sviste?
Ci dirai.
Infine non mi sono mancate le risposte di Giorgio nello scambio epistolare. Il suo silenzio rende perfettamente il senso di incomunicabilità che Vittorio deve aver provato nonché l'imbarazzo dello stesso Giorgio nel ricevere determinati dettagli sulla vita privata dell'(ex) amico.
...
...
E fu così che:
- Spoiler:
- Spoiler:
- Spoiler:
- a fine step venne fuori che le lettere erano vere al 100%.
Aiuto.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Località : Torino
Re: Consapevolezza
Altro racconto non semplice da commentare. Scritto molto bene, mi infastidiscono molto le intromissioni, note comprese. La lettura è pulita e scorrevole. Il tema trattato molto intenso.
Curioso questa figura del bagno onnipresente come luogo di sfogo e di scrittura.
Un buon lavoro che non riesce a catturarmi completamente.
Complimenti.
Grazie.
Curioso questa figura del bagno onnipresente come luogo di sfogo e di scrittura.
Un buon lavoro che non riesce a catturarmi completamente.
Complimenti.
Grazie.
______________________________________________________
I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Cavaliere Jedi
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Re: Consapevolezza
Ovviamente, da ignorante, mi sfuggono tante cose. Quanto fatti e finzione si avvicinino fino a sovrapporsi, quanto siano separati e riconoscibili. Anche io ho avvertito come superflue tante spiegazioni in testa e in coda. Le lettere bastano e avanzano. Il percorso è molto chiaro, fin da quell'accenno ai trucchi della madre, la prima volta che nomini Pietro, i commenti su Mirella. Non dico che sia prevedibile, ma giustamente non fai nulla per nasconderlo. E lo gestisci al meglio, un percorso che ti lascia con una strana tristezza addosso, anche se, come detto all'inizio, non riesco a contestualizzarlo, a collocarlo nello spazio e soprattutto nel tempo. Ma se il racconto funziona anche per me allora significa che è davvero un buon racconto e riesce a parlare e trasmettere qualcosa a chiunque.
Asbottino- Cavaliere Jedi
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