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Messaggio Da Gianfranco39 Sab Apr 17, 2021 3:54 pm

Da quell’angolo del belvedere di Piazzale Michelangelo domina tutta Firenze.
Vede Santa Croce, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore con la bella cupola di Brunelleschi e il Campanile di Giotto.
Più in là il Battistero di San Giovanni e l’alta torre di Palazzo Vecchio e laggiù Ponte Vecchio e la lunga sequela di ponti a cavallo dell’Arno che, in quella nebbiosa alba di fine ottobre, sembra un nastro d’argento.
Dalla nebbia la vede spuntare come gli era comparsa la prima volta, con l’agile figuretta messa in evidenza dal miniabito color pervinca,  che bene si intonava ai grandi occhi blu e ai lunghi capelli biondi che incorniciavano il perfetto ovale del viso in cui spiccava la bella bocca che, come ricorda, era così dolce da baciare.
Rivive le stesse emozioni di quel primo giorno quando, mano nella mano, erano andati a passeggiare per i vialetti del Giardino di Bòboli dove poi, nelle settimane successive, avevano trascorso lunghe ore intenti a studiare per preparare la maturità…
Seduti su un sedile di pietra, davanti alla grande fontana, pranzavano gustando un lampredotto acquistato da Mario, in Piazzale di Porta Romana.
Ricorda come, dopo pranzo, la bocca e il mento di lei erano unti dal sugo colato dal panino e come lui si divertiva a pulirglieli a suon di baci.
Torna con la memoria ai picnic estivi alle Cascine dove, stesi sui prati ombrosi, pranzavano con un paio di frutti e un gelato, facendo passare il tempo tra baci e coccole…
Ripensa alle due settimane di vacanza trascorse in agosto in Versilia, a Forte dei Marmi, dove avevano conosciuto Ivan e Geraldine, due ragazzi, lui russo e lei francese, che erano a Firenze per studiare all’Univesità, coi quali avevano fatto amicizia.
A settembre si erano iscritti anche loro all’Università e, poiché tutti e quattro non erano residenti a Firenze, avevano affittato un appartamento in un residence, nel quale erano andati a convivere.
Finché era giunta la sera precedente…
Quella sera al Nelson Mandela Forum era in programma il concerto di un violinista rock al quale lui teneva molto.
Da tempo si era procurato i biglietti per tutti e due convinto di farle una gradita sorpresa.
Quando lei, declinando l’invito, gli aveva detto che a quel genere di musica preferiva la musica lirica c’era rimasto male ma, poiché aveva comunque due biglietti, aveva chiesto agli amici se uno di loro voleva fargli compagnia.
All’invito aveva aderito con gioia Geraldine, mentre Ivan si era dimostrato piuttosto freddo.
Arrivato al Nelson Mandela Forum si era accorto che distrattamente, forse a causa del disappunto per il rifiuto ricevuto da lei, aveva dimenticato i biglietti a casa.
Per fortuna era in anticipo per cui, lasciata Geraldine a tenere i posti, era risalito in auto e, riattraversata Firenze, era giunto a casa per prendere i biglietti.
Lo shock era stato fulminante!
Attraverso le lacrime, che gli velano gli occhi, rivede i due corpi, avvinghiati, nudi…
Rivive la sorpresa e la rabbia e rivede il terrore nei loro occhi quando, presa dal cassetto del comò la minuscola S&W 66-3, l’aveva puntata contro Ivan intimandogli di uscire.
Poi, avvicinatosi al letto, l’aveva puntata al seno sinistro di lei e, dopo un lungo, esasperante minuto, durante il quale aveva visto i grandi occhi blu riempirsi di lacrime, sapendo che l’arma era scarica aveva premuto il grilletto mentre lei, emesso un grido soffocato, era svenuta.
Abbandonato l’appartamento si era trascinato da un bar all’altro fino all’ora di chiusura poi, completamente ubriaco, aveva vagato tutta la notte su e giù per i Lungarni fino a ritrovarsi, all’alba, a Piazzale Michelangelo con la sbornia ormai smaltita.
Il ricordo delle belle giornate trascorse gli procura una struggente nostalgia mentre un velo di malinconia gli rattrista l’animo e l’emozione del momento, unita alle conseguenze della notte insonne, gli annebbiano la vista mostrandogli il panorama come attraverso una cortina di vapore.
Dopo essersi asciugato una lacrima ed essersi guardato attorno, estrae di tasca la minuscola S&W 66-3 e, introdotta in bocca la canna, tira il grilletto…
‘Click…’
Rimane un attimo interdetto poi, con un principio di singhiozzo isterico, si avvia verso il loro appartamento…


Ultima modifica di Gianfranco39 il Lun Apr 19, 2021 9:11 am - modificato 1 volta. (Motivazione : Sostituzione di un anglicismo con un termine italiano)
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Messaggio Da Petunia Dom Apr 18, 2021 2:35 pm

Ciao  @Gianfranco39 felice di rileggerti.

È un racconto particolare quello che ci proponi. La parte finale è del tutto inattesa per cui la sorpresa arriva a stupire. Non tanto per il “tradimento” per il quale hai disseminato gli indizi e che si poteva prevedere, ma quanto per la gestione della “rabbia” e della disillusione del protagonista che rimane innominato per tutta la storia. Le domande che balzano alla testa sono tante.
Perchè il ragazzo (uno studente) possedeva una pistola? 
Ha sparato solo per farle paura, con la pistola scarica ed è scappato per poipuntare quella stessa arma contro se stesso (pur sapendo che non sarebbe stato un gesto letale) e allora perché farlo?

Da quell’angolo del belvedere di Piazzale Michelangelo domina tutta Firenze.
Vede Santa Croce, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore con la bella cupola di Brunelleschi e il Campanile di Giotto.
Più in là il Battistero di San Giovanni e l’alta torre di Palazzo Vecchio e laggiù Ponte Vecchio e la lunga sequela di ponti a cavallo dell’Arno che, in quella nebbiosa alba di fine ottobre, sembra un nastro d’argento.

L’incipit cattura l’attenzione (posto splendido I love you), ma il soggetto chi è?
Non ci dici nulla del protagonista è lasci l’incarico alla voce narrante.

Le immagini di un paesaggio suggestivo vengono interrotte da questa frase: “ Dalla nebbia la vede spuntare come gli era comparsa la prima volta, etc...” . Ora mi domando se c’era nebbia come poteva il nostro lui vedere il panorama. Forse con gli occhi dei ricordi...

Qui ti faccio notare una cosa: “ Ricorda come, dopo pranzo, la bocca e il mento di lei erano unti dal sugo colato dallo street-food e come lui si divertiva a pulirglieli a suon di baci.”. L’immagine è senz’altro dolce e piena di poesia, ma forse lo street food ė un vocabolo troppo attuale.

Eppure il Nelson Mandela forum è stato inaugurato negli anni 80, non ricordo esattamente quando, ma la storia mi pare ambientata in un periodo precedente. Però può essere solo un mia sensazione.

Non so, questa storia mi lascia molte domande senza una risposta.  Inizia nel presente con lui che rivede una vecchia fiamma e finisce al passato. È tutto un ricordo?
Confido nella tua spiegazione...
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Messaggio Da Gianfranco39 Lun Apr 19, 2021 8:42 am

Carissima Petunia,
provo a rispondere alle tue perplessità.
Perché possedeva una pistola: è così importante? Tante persone (forse troppe) posseggono una pistola, regolarmente denunciata o no. Basta leggere le cronache...
L'ha puntata sapendo che era scarica? Sì, è detto; l'ha voluta spaventare
Perché poi l'ha puntata contro di sé? È sconvolto, non ci pensa al fatto che è scarica, è un gesto di dolore, irriflesso, il cui esito lo sorprende e lo riporta alla realtà.
Il soggetto chi è? È un lui, uno studente, è detto più avanti. Non mi sembrava necessario riportare gli estremi anagrafici...
La nebbia è quella che vela la sua mente sconvolta; quella fisica è quella leggera, alla quale si accenna nell'incipit, che vela la superficie dell'Arno.
Street-food: parola entrata nell'uso comune, anche se si tratta di un anglicismo. L'ho usata per non ripetere il termine lampredotto, usato al rigo precedente e, francamente 'cibo di strada' non mi piaceva.
Il NMF è stato inaugurato nel 1985, 36 anni fa, non so quali indizi facciano collocare la storia più in là nel tempo...
La storia inizia al presente e finisce al presente e in mezzo ci sono i suoi ricordi, che sono, ovviamente, al passato.
Un caro saluto e un grazie per aver letto e commentato lo scritto.
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Messaggio Da Petunia Lun Apr 19, 2021 8:57 am

Grazie  @Gianfranco39 per le spiegazioni. Tra l’altro non avevo capito che la storia aveva un lieto fine visto che parli di un “loro appartamento”.  
In effetti non so dirti perché l’avevo collocata in un periodo temporale diverso, hai ragione non ci sono indizi al riguardo. Devo farti i complimenti per la scelta dei luoghi. Quel giardino di Boboli ne ha visti di innamorati... e come potrebbe essere il contrario? Ė un luogo magico.
Per quanto riguarda lo street food continuo a pensare che quella parola non sia bella da leggere in un contesto tanto romantico. Se mi viene in mente qualcosa da proporti per sostituirla, te lo dico.
A rileggerci!
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Messaggio Da Gianfranco39 Lun Apr 19, 2021 9:14 am

Carissima Petunia,
ho sostituito street-food con l'italiano panino.
Forse così stona meno.
Ciao e... ancora grazie.
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