Nuvole

Righe generose accogliete il mio pensiero 
Decorate la mia mente di vuoti silenzi 
Calmatemi il cuore 
Ghiacciate la valle fonda ch’io possa volarmene via. 
Come corrono le nuvole.

mi perdoni l'autore o l'autrice, ma non sono riuscito a recepirla.
non del tutto, perlomeno.
riesco a leggerla come una preghiera, una richiesta d'aiuto per andarsene da questo mondo, ma non ne comprendo appieno il significato.
chiedo scusa.

Sono avvantaggiato perché l'autore ha la mia stessa disperazione e capisco tutte le ombre, pure quelle che nascondono l'immagine.
Della mia depressione.
A proposito di nuvole sento il bisogno di citare le parole di Pasolini :

(Cosa sono le nuvole)

E tutto il mio folle amore
Lo soffia il cielo
Lo soffia il cielo
Così

Certe poesie non hanno bisogno di cercare una spiegazione. Questi tuoi brevi versi mi hanno molto colpita, come un flash. Emerge il desiderio di distaccarsi dal rumore quotidiano, un desiderio di ritrovare sé stessi, di scendere per un momento dalla giostra, dal “tritacarne” mediatico, dai falsi valori. Un desiderio ascetico di meditazione. Li ho fatti miei i tuoi versi. 
Anch’io ogni tanto sento la necessità di dar pace ai pensieri, cercare l’armonia e ricaricarmi di energia. E le righe generose mi vengono in soccorso. Un bell’inno al potere taumaturgico della scrittura. Grazie.

Il bel commento di Petunia mi ha spintonato verso una seconda e più attenta lettura.
Sono senza parole. 
Questa poesia ti porta in alto senza il bisogno del volo.
È così umana e rassicurante, trita ogni debolezza, ogni problema. Ti fa stare bene. Sono curiosissimo di conoscere l'autore. Lui non chiede aiuto solo per se. Chiede aiuto per tutti noi.
Commosso lo abbraccio

In poche righe hai trasmetto come ognuno di noi talvolta vorrebbe essere:
libero da pensieri ingombranti dopo averli affidati a qualche riga, a un racconto o alla semplice nota di un qualcosa che magari si riprenderà;
leggeri come le nuvole, libere di vagare seppur trasportate dal vento.
Poche righe ma molto efficaci.

Ecco il classico caso di poesia che sento possa trasmettere qualcosa ma per la quale mi accorgo di essere privo degli strumenti necessari a farlo.
Resto spettatore esterno, distante, intuisco la forza della scrittura celata tra le righe ma mi perdo nella "valle fonda" da "ghiacciare".
Come corrono le nuovle mi ricorda il grande De Andrè.
Perdona la mia pochezza aut*

Belle immagini accostate una dietro l'altra, non mi ha convinto del tutto, probabilmente ho bisogno di rileggerla più volte. In ogni caso, grazie e complimenti, perché mi hai stimolato a scavarla di più.

un'altalena di parole per un'altalena di sentimenti. le percepisco come scritte su un pentagramma che invece delle note racconta la vita.
parla di sentimenti tumultuosi ma con una gentilezza che mette serenità. 
bella.

Ciao,
una poesia ermetica in liberi versi,
per esprimere quella sofferenza che pervade
nell'autore e da cui vorrebbe fuggire...

Lapidaria e troppo vaga. Sebbene si colga una indubbia emotività poetica. Tutto sembra restare in superficie, senza muoversi.

Interessanti le sinestesie.

Un buon inno alla scrittura e al suo potere taumaturgico e che fa della brevità un vero punto di forza. Con l’appello alle righe generose, mi ha ricordato le invocazioni degli antichi aedi alle muse: una sorta di “cantami o diva” in chiave contemporanea.
La lettura scorre bene e cattura l’attenzione, almeno fino al quarto verso: un verso che mi è parso eccessivamente lungo e mi ha spiazzato  con quel termine, “ghiacciate”, che trovo davvero fuori contesto a confronto della relativa dolcezza degli altri verbi utilizzati.
In definitiva, un buon lavoro.
M.

MATTERA LUCIA ha scritto:Interessanti le sinestesie.

un po' meno interessante il commento, @MATTERA LUCIA , sarebbe opportuno integrarlo.
te ne saremmo grati.

Ciao Penna. Solo pochi versi ma speranzosi. Quel bisogno, e quella potenza, che sono proprie della poesia, di alleviare il dolore affidandolo alle parole scritte, addirittura a farlo depositare sulla carta (il dolore) mi sembra molto ben descritto nella tua. Non comprendo pienamente quel "ghiacciate" e non trovo corrispondenza tra "volare" e "correre", a mio parere hanno significato differente, ma potrei anche essere in errore. Grazie per avermelo fatta leggere, cara Penna.

Ciao, Penna.

Analisi metrica: cinque versi, alcuni lunghi ma con una struttura apparentemente costante: quattordici sillabe (senario + ottonario) quattordici sillabe (ottonario + senario) senario, diciassette sillabe (ottonario + novenario ma ritmicamente simile a un ottonario per via della parola sdrucciola con accento in quinta) ottonario. Ritmicamente non sarebbe cambiato molto separando i versi doppi, comunque diciamo che potrebbe essere riscritta come una poesia di senari e ottonari.
Non ci sono rime evidenti. Punteggiatura pressoché assente, solo due punti fermi tra cui quello finale.

Nella poesia c'è una voce narrante in prima persona singolare di genere non specificato e si rivolge come narratarie alle "righe generose" che sembrano proprio essere la personalizzazione del "foglio bianco dell'autore*" che tutte noi Penne abbiamo più volte affrontato. È un'invocazione simile agli incipit dei poemi greci e latini, in cui la voce narrante si rivolge agli Dei per invocare l'ispirazione. L'unica metafora presente è "Ghiacciate la valle fonda ch’io possa volarmene via" che si conclude con "Come corrono le nuvole" e quindi l'immagine è più quella di un trampolino piuttosto che di uno scivolo come poteva sembrare alla prima lettura.
Trovo interessante che la voce narrante chieda lo svuotamento della mente e la calma del cuore per trovare l'ispirazione; diciamo che non lo riconosco come mio procedimento produttivo, se non per il fatto che a volte faccio una cosa del genere per tornare in contatto con esperienze dirette del mio passato e recuperarne le emozioni. Non è importante che io mi ci riconosca, ma secondo me è importante aver capito l'intenzione dello scritto.

Grazie e alla prossima.

Breve ma intensa, con una scelta di parole secondo me ottimale.
Non so dirti il perché ma quella "valle fonda" ha colpito i miei sensi, e ancora più l'espressione "come corrono le nuvole."
Trovo che questo breve componimento abbia il potere, raro, di suscitare immediatamente qualcosa dentro. Emozione? Immaginazione? Non lo so, ma colpisce e rimane per forza impresso.
Non era neanche chiarissimo, per me, alla prima lettura, che fosse un appello scrittorio all'ispirazione, allo sfogo letterario, ma questo dipende dal fatto che le immagini mentali suscitate sono state così forti da sovrascrivere il contenuto.
Che non è un difetto, anzi, un invito alla rilettura.

Mi è piaciuta parecchio.

Si avvertono un senso di instabilità ed il relativo desiderio di fuga. condivisibili, tuttavia il paragone con le nuvole distrae dal significato profondo che sembra essere nascosto in questi versi.

Ciao.
Argomento molto difficile da trattare. Mi ha richiamato alla mente Le Nuvole di De Andrè.
Vanno
Vengono
Ogni tanto si fermano…
Anche i tuoi versi fuggono, cambiano senso da una riga all’altra, come le nuvole cambiano forma, secondo l’umore del vento.
E delicatamente sono arrivate a me, effimere come quelle per restare, anche se solo un momento.
Piaciuta.

La poesia mi lascia piuttosto distante.
Non ho le capacità per giudicarla dal puto di vista formale, posso solo dire che emotivamente non mi ha conquistato.
Sarà anche per la sua brevità(e lo so che è un modo sbagliato di pensare), ma come per altri componimenti brevi il tutto mi lascia una sensazione d'incompiuto.

Ciao
E vero che assomiglia più a una preghiera che ad una poesia la quale può essere anche di poche righe ma deve rendere chiara la sua idea.

Ciao autore, complimenti, poco da dire, in cinque versi hai detto moltissimo. Sinceramente non conosco molto di metereologia, ma il quarto verso avrebbe senso con quel "ghiacciate" solo se l'aria fredda in un fondo valle produrrebbe l'alzarsi del vento, il muovere di correnti ascensionali per dire, così da fare correre le nuvole, altrimenti perché "ghiacciare"? Non so, ma è l'unico punto che mi lascia dubbioso e volevo dirtelo. A rileggerci!

L'impressione che ho leggendo questa breve poesia è di quanto sia forte il legame tra il Poeta e le parole. Ancor prima del significato, il quale, come già notato da molti, può essere un desiderio concreto, uno scopo, perché no, un sogno; qui va posto l'accento secondo me sull'immedesimazione dell'Autore con i suoi versi: sono tutt'uno. Lungi dal voler dare giudizi di merito poiché sono l'ultimo che può parlare in tal senso, però credo che qui ci si avvicini molto al concetto di Poesia in senso lato.

Grazie

Ciao,
in questa poesia le parole sono scelte con cura come fossero perle preziose,  disposte poi con tanto sentimento a formare una collana che brilla di emozioni.
Il titolo si riferisce alle nuvole, ma inizialmente la poesia parla d'altro, si riferisce a quelle righe che tanto aiutano gli scrittori a esternare i propri sentimenti e la poesia si riferisce per la maggior parte del testo a questo aspetto, alla capacità che hanno le parole di farci volare via, lontano.