Nerocangiante
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Nerocangiante
Tanto tempo fa, nell’era delle invenzioni scientifiche e della rivoluzione delle macchine, c’era una ragazza di nome Alex. Nata e cresciuta in una grande città moderna, aveva avuto la fortuna di poter sviluppare il suo talento in seno alla corporazione più geniale del tempo: gli Avanguardisti.
Lì le grandi menti potevano dar vita al futuro in ogni campo conosciuto, e anche oltre. Ogni giovane ragazzo brillante poteva trovare la propria strada e studiare fino alla cerimonia dell’investitura. In quel giorno l’apprendista assumeva un titolo che lo avrebbe identificato per tutto il resto della vita, conferendogli prestigio.
Alex, precoce e di talento, fu una dei fortunati su cui la corporazione riponeva molte speranze. Per questo motivo, le fu concesso l'onore di ricevere il suo titolo dal capo della corporazione, l'illustre Benz l’Artefice.
Da quel giorno in poi, fu conosciuta come Alex l’Innovatrice.
Tutto andava per il meglio nella sua vita. I compagni la rispettavano e i mentori elogiavano le sue capacità. Addirittura riuscì a innovare il veicolo a motore che aveva reso Benz l’Artefice conosciuto in tutto il mondo.
Il Velociped era stata la prima carrozza a tre ruote, non spinta da cavalli o dalla forza del vapore, ma da un motore.
Alex l'Innovatrice apportò un miglioramento significativo introducendo un meccanismo innovativo: un sistema di cambio di velocità a due rapporti.
Così, non ancora maggiorenne, salì nell’élite della corporazione e il suo studio divenne in breve molto frequentato.
Viveva la vita all’apice quando le cose cambiarono da un giorno all’altro.
In città si iniziò a parlare di una Maledizione che aveva colpito la ragazza. Con i primi sospetti a risentirne furono gli affari. I cittadini non le commissionavano più nulla e, quando l’effetto della Maledizione si insinuò tra le fila della corporazione, perse il prestigio e ogni persona le voltò le spalle.
La Maledizione era invisibile, e perciò era temuta da tutti. Ogni persona con il terrore di essere colpita da una tale piaga scacciava con rabbia chiunque ne fosse affetto o anche solo sospettato. Per questo l’autorità, anche se non aveva prove certe, decise di bandire Alex l’Innovatrice, per mantenere l’ordine pubblico.
Solo Benz l’Artefice andò a salutarla.
«Lo sai quanto siano suggestionabili le persone. Tu viaggia e poi magari, fra qualche anno, tornerai e nessuno si ricorderà più della tua Maledizione. Anzi, magari non sarai più maledetta.»
«Com’è possibile che, in una città così orientata al progresso, l’autorità permetta a delle persone superstiziose di condizionare la vita delle altre? Se sono stata colpita veramente da questa Maledizione innominabile, questo non offusca il mio spirito brillante. Come possono farmi questo?»
«Mi spiace ragazza, non posso fare nulla. Le regole sono chiare, per ora devi andare.»
Devastata, viaggiò verso nord tra le montagne dove le foreste erano più fitte e i villaggi più piccoli.
Il paese sulla collina la colpì immediatamente per il suo fascino. Le strade lastricate e i congegni sparsi ovunque lasciavano intravedere un luogo in cui il progresso stava prendendo forma, diverso dai tradizionali villaggi.
Per non attirare troppa attenzione, Alex si spostò in periferia e scelse una casa di colore azzurro che emanava un misterioso fascino. Accanto alla dimora, si trovava una stalla con un vecchio calessino e uno spazio per un cavallo.
Prima di arredare la casa, la priorità di Alex fu riprendere il suo vecchio appellativo e innovare la stalla. In pochi mesi, quella che nella grande città veniva chiamata "autorimessa" prese forma, diventando un luogo sicuro per i veicoli a motore.
Dopo aver completato l’autorimessa, Alex iniziò a lavorare sul calessino con l'obiettivo di trasformarlo in un veicolo a motore.
Tuttavia, a causa della Maledizione, scelse di rimanere nell’ombra, non cercò di fare nuove conoscenze o integrarsi con gli abitanti. Questo atteggiamento, però, finì per alimentare le antiche e immutabili tradizioni.
Così, agli occhi della popolazione, Alex l'Innovatrice passò a essere considerata l'Incantatrice.
Un giorno che si era spinta in paese per comprare delle provviste udì questa conversazione:
«È una strega.» disse la donna che vendeva le uova al mercato.
«Tu dici? A me sembra solo una ragazza… moderna. Le piace fare rumore nella stalla.» disse Thilde, la ragazza che vendeva i fiori.
«A proposito di quella stalla. Una volta mio figlio si è avvicinato troppo e per poco non gli viene un accidenti. È tornato a casa strillando di aver sentito strani ululati» disse la moglie del bottegaio. «In più, Gustav dice che l’ha vista di notte aggirarsi per il bosco con il volto coperto di nero.»
«È una megera! Una fattucchiera!» strillò la donna delle uova.
Nel corso dei mesi successivi, Alex si impegnò a dimostrare ai cittadini che non era una strega, bensì una donna di scienza. Lavorò con più ardore e, una volta completato il suo progetto, decise di aprire le porte della casa. Nonostante la Maledizione, desiderava condividere il suo sapere e mostrare il veicolo.
Invitò tutti e, con grande stupore, in molti si radunarono intorno all’autorimessa perché, anche se la consideravano una strega, erano troppo curiosi e volevano saperne di più.
Le porte erano spalancate e tutti ebbero l'opportunità di guardare all'interno. Gli attrezzi sembravano strumenti di tortura, le ampolle contenevano liquidi scuri che richiamavano all'immaginazione pozioni misteriose, e il fuoco che bruciava nell'angolo sembrava emanare un'aura sinistra. Al centro della stanza c'era qualcosa nascosto sotto un telo.
La vista dell’interno dell’autorimessa suscitò una certa apprensione che portò alcune persone, soprattutto donne e bambini, a tornare a casa. Tuttavia, Alex non si lasciò intimidire.
Con calore e passione, spiegò chi era e che cosa aveva realizzato, senza dare la possibilità a nessuno di replicare. Sollevò il telo e mostrò a tutti il vecchio calessino trasformato. Salì agilmente sopra di esso e lo avviò.
I presenti iniziarono a spaventarsi a causa delle continue vibrazioni e dei rumori demoniaci emessi dal veicolo. Effettivamente le vibrazioni erano troppo violente e il motore non funzionava correttamente, ma appena il veicolo sembrò stabilizzarsi, una pietra colpì la fiancata. Alex saltò giù appena in tempo, mentre le persone si scagliarono contro il calessino, distruggendolo. La folla, ormai in delirio, iniziò a devastare ogni cosa, al grido di "strega".
Alex, non vista, riuscì a fuggire tra gli alberi. Rimase nascosta lì nei giorni successivi e solo quando il fumo si dissolse decise di tornare all’autorimessa.
Si avvicinò con cautela e notò che il pavimento di cemento era danneggiato e irregolare. Non c'era più alcuna traccia del calessino, ma al suo posto spiccava una chiazza nera e oleosa.
Sapeva bene che quello era il liquido fuoriuscito dal suo veicolo, ma sembrava che la frenesia della folla inferocita avesse evocato qualcosa da un altro luogo: un portale verso l'abisso, un buco nel tessuto della realtà che attrasse il suo sguardo senza lasciarlo più andare.
Riflessa in quello specchio oscuro, pianse; poi le si sciolse la lingua e rivelò tutti i suoi segreti. Quando la chiazza cominciò a ribollire, Alex chiuse le porte dell’autorimessa alle spalle.
Un giovane uscì dalla bottega del falegname con tre assi di legno e un barattolo di vernice, poi si avviò verso la signora delle uova per comperare la colazione. La donna lo salutò con affetto.
«Ragazzo mio! Devi mettere della ciccia su quelle ossa. Facciamo così, oggi oltre alle uova prenderai anche il formaggio.»
«Ma signora…»
«Insisto. Ora che sei il capo devi essere in forze. Sei tutta testa, vedi di provvedere anche al corpo.»
Leax sorrise e senza replicare afferrò il pacco che la donna le offriva.
La sua pelle era scura e lucente come l'ebano, gli occhi neri profondi e misteriosi, i capelli corvini intrecciati in onde sinuose che accarezzavano il viso. In lui si fondevano eleganza, fascino e un enigma avvolto in un velo di mistero.
Non solo il suo aspetto, ma anche le sue abilità di ingegnere affascinavano tutti. Quando era arrivato in città dieci anni prima, su una draisina mossa da un meccanismo rumoroso, la folla era rimasta incantata e lo aveva accolto con grande entusiasmo. Ogni donna del villaggio aveva adottato Leax come un figlio talentuoso, gli uomini avevano cercato i suoi servigi, le ragazze si erano innamorate di lui, mentre i ragazzi bruciavano d’invidia.
Dopo aver trascorso molti anni nel villaggio, Leax aveva ricevuto l'incarico di dirigere la corporazione degli artigiani, una decisione presa dal consiglio qualche mese prima. Poiché non avevano una corporazione che seguisse le ultime tendenze della città, Leax aveva accettato volentieri. Per adeguare il suo status al nuovo ruolo, i paesani lo avevano aiutato a trovare una nuova casa.
L'istante in cui Leax aveva visto la casa, se ne era innamorato. Anche se i paesani erano stati evasivi sull’incendio che l’aveva colpita, gli avevano dato una mano a sistemarla e ridipingerla di un grazioso rosa. L'unico luogo da cui tutti si tenevano lontani però era l'autorimessa. Anche Leax aveva mantenuto una certa distanza. Ogni volta che ci passava accanto, provava un senso di oppressione.
Nonostante avesse addirittura trasformato la sala da pranzo in uno studio, quella mattina si era deciso a fare qualcosa al riguardo. Le commissioni aumentavano, i suoi veicoli e gli attrezzi avevano bisogno di un posto adeguato per essere riposti: perciò aveva acquistato listelli e vernice, determinato a rimettere mano all’autorimessa.
Le pareti erano spesse e senza finestre. La luce del sole sembrava vietata, sostituita da un’oscurità che si infilava anche attraverso le piccole fessure.
L’ingresso era coperto da una massiccia porta di metallo arrugginito che gracchiò quando provò ad aprirla. Riuscì solo a spostarla di qualche centimetro per sbirciare all’interno. Le pareti, sporche, coperte di umidità e muffa, conferivano all'ambiente un aspetto malato e decadente. Nell'aria aleggiava un odore pungente e acre, che creava un'atmosfera carica di tensione. Nel momento in cui un'eco inquietante si diffuse nell'ambiente, come se l'autorimessa avesse una voce propria, Leax, galvanizzato, forzò la vecchia porta e fece entrare la luce.
L’ambiente era sì fatiscente e sporco, ma c’era qualcosa di diverso. Leax sentiva la tristezza avvolgere ogni cosa.
La chiazza nera al centro del pavimento lo meravigliò. Inspiegabilmente si sentì attratto da quel nero così lucente: voleva avvicinarsi per controllarla meglio quando la vide, in un angolo, come una vecchia bambola di porcellana.
Aveva la carnagione diafana, un fascio di ossa avvolto in una pelle pallida. Gli occhi, due luminosi specchi azzurri, brillarono solo per un’istante. I capelli, ormai sbiaditi, dovevano essere stati biondi e fluenti.
Leax osservò attentamente la ragazza e in un istante si riconobbe in lei, come se fosse il suo riflesso negativo e oscuro.
Un senso di vertigini lo fece cadere in ginocchio e i loro sguardi si incontrarono.
«Allora sei qui.» disse la ragazza con una voce fioca. «Non ti vedo da quel giorno, ma sono sempre stata con te sentendo ogni tuo gesto. A volte ti ho guidato come si fa con un veicolo ma è stato bello. Dimmi. Sei stato felice?»
Leax non aveva la forza di rispondere. Non aveva neanche un ricordo del suo passato prima dell’arrivo in quel paese: quello che ricordava era di essere stato da sempre quello appassionato di meccanica e, quando sentiva di non trovare la strada, qualcosa in lui lo spingeva oltre. Ora iniziava a comprendere.
«Perchè?» fu l’unica cosa che riuscì a dire.
«Io non potevo.» la ragazza sussurrò quelle parole, poi chinò il capo.
Leax ebbe un moto di rabbia, si sentiva usato. Non capiva il perché ma provava una forte rabbia. Urlò contro la ragazza e non smise neanche quando vide il viso di lei riempirsi di lacrime.
«Basta così. Non vedi che sta soffrendo?»
Quella voce lo riscosse: si voltò e vide Thilde.
La incontrava spesso in paese con i calzoni da uomo e le braccia sporche di terra. Lavorava nei campi per coltivare i fiori più belli e colorati da vendere poi al mercato. Leax aveva comperato più di una volta un mazzo di fiori da lei per abbellire il piano di lavoro, e si era preso una bella cotta.
«Thilde. Cosa ci fai qui?»
La ragazza cambiò espressione. Divenne dura e glaciale.
«Cosa ci fai tu qui. Torna alle tue cose, fantoccio.»
Leax rimase di sasso. Dov’era finita la dolce fanciulla che coltivava fiori canticchiando gioiosa?
«Perché mi chiami così?» disse il ragazzo.
Gli afferrò un braccio e una scarica gli arrivò al cuore; anche il corpo di Alex fu scosso da un lieve sussulto. «Scusa! Non so cosa sia successo.»
Thilde lo guardò intensamente negli occhi. La scarica l’aveva percepita anche lei.
Alex era veramente lì, dentro di lui.
«Forse è il caso che ti spieghi.»
Thilde si sedette di fronte a Leax e, con la mano poggiata su quella della ragazza, raccontò ogni cosa.
«Sei nato da quella chiazza lì dietro. Sei il simulacro che Alex ha chiesto alla chiazza per vivere una vita diversa. Bollata come strega, non è riuscita a fare quello che le piaceva e quindi, attraverso di te e i tuoi successi, ha vissuto di riflesso. Io l’ho sempre sostenuta anche prima di tutto questo, quando ancora era brillante come il sole. Dopo mi sono presa cura di lei, ma negli ultimi mesi è peggiorata. Sembra che si stia annullando sempre di più in te, è allo stremo. Il suo corpo sta morendo. Questa autorimessa l’ha protetta come qualcosa di prezioso, ma non si può più andare avanti così. Deve…»
«La Maledizione non verrà mai spezzata.» Alex aveva urlato con una voce roca. Il suo corpo si era scosso e, senza forze, si era accasciato al suolo. «Non mi importa più di vivere. Non voglio più essere accettata come Innovatrice. La Maledizione mi costringerà sempre a vivere la vita nella completa oscurità. Questa chiazza ha esaudito il mio desiderio, ma rimane pur sempre un pozzo oscuro e profondo che risucchia ogni cos…»
Si interruppe quando vide la superficie della chiazza brillare di mille riflessi arcobaleno e cangianti perché un raggio di sole l’aveva colpita.
Tutti e tre la videro.
Thilde sorrise.
Leax pianse.
Alex capì.
«Smettila di chiamarla Maledizione.» urlò Thilde. «Non è una maledizione per una donna amare un’altra donna. Alex è quello che sei. Leax può amare me o chiunque altra, ma non può farlo al posto tuo. Sei Alex l’Innovatrice e, per un cuore come il tuo, non dovrebbe essere difficile dare nuova forma all’amore.»
Thilde aveva parlato accorata.
«Non ho la forza per questo, non ho più niente di mio.» disse Alex.
«Sì che ce l’hai… E sono io. Se non ci fossi più avresti tutta la forza che ti serve.» Leax si asciugò le lacrime.
«No! Non posso farti questo, quando sarò morta sarai libero di amare e fare quello che vuoi. Non posso…»
«Questo me lo devi. Per tutta la mia vita ho accontentato i tuoi desideri, per una volta desidero seguire i miei.»
Il raggio che aveva colpito la chiazza gli aveva scaldato il cuore e ogni pezzo era andato al suo posto. Anche se era stato il fantoccio di Alex, sentiva di aver vissuto un’ottima esistenza ed era ben felice di riversarla su colei che ne era la legittima proprietaria.
Senza esitare, si mosse lentamente verso la chiazza. Appena il suo piede ne lambì i bordi, sentì qualcosa sciogliersi in lui. Non percepiva più le voci delle due donne che stavano urlando ma, per la prima volta, avvertì un bagliore di vita.
Mentre la sua figura si liquefaceva e tornava a essere nulla, volle trasmettere tutta la propria forza ad Alex; la forza di vivere la sua vita.
In paese, per giorni e giorni, si chiesero che fine avesse fatto Leax, ma nessuno osò accusarlo di averli abbandonati.
«Il ragazzo era troppo per noi.» disse la donna delle uova.
«Io ho un’idea su dove possa essere finito.» disse la moglie del bottegaio. «Avete notato che anche Thilde è sparita? Lo dicevo io che tra quei due c’era qualcosa.»
E le donne risero.
Thilde era veramente partita e, se qualcuno l'avesse vista, avrebbe notato una donna dai capelli non più biondi, il viso non più fresco, ma con occhi pieni di innovazione, che sfrecciava al suo fianco su un veicolo a quattro ruote meccanico. Si erano lanciati verso il futuro a una velocità sempre crescente, simile alle macchine che nei successivi anni avrebbero migliorato le proprie prestazioni. Insieme, combatterono il pregiudizio verso ciò che era nuovo e diverso. La maledizione venne spezzata dall’onda di luce che porta nel futuro.
E ancora oggi i loro discendenti lottano e resistono, contro chi ancora vede la diversità come una maledizione, affinché il nero non sia più solo un pozzo profondo, ma un arcobaleno di possibilità.
Different Staff- Admin
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Re: Nerocangiante
In tutta onestà il racconto non mi ha convinto.
Molto raccontato, mi è sembrato molto, troppo lungo.
La trama, a volte arzigogolata, introduce la diversità in maniera forzata.
È una fiaba, ma deve mantenere una credibilità. La Maledizione appare così, dal nulla. Il ragazzo nasce da una macchia d'olio, ma c'è bisogno di spiegare tutto per cercare di farlo capire.
Alla prossima
Molto raccontato, mi è sembrato molto, troppo lungo.
La trama, a volte arzigogolata, introduce la diversità in maniera forzata.
È una fiaba, ma deve mantenere una credibilità. La Maledizione appare così, dal nulla. Il ragazzo nasce da una macchia d'olio, ma c'è bisogno di spiegare tutto per cercare di farlo capire.
Alla prossima
FedericoChiesa- Padawan
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Re: Nerocangiante
Il mio cervello logico ha cercato nella lettura del tuo racconto di comprendere tutti i fatti che hai esposto e sinceramente non ci è arrivato. D'accordo che vada considerata una specia di fiaba ma anche nelle fiabe di solito c'è un certo senso logico che io qui non ho proprio trovato. Non ho capito nemmeno la Maledizione. Ho cercato di interpretarla come la paura del progresso che spinge solo delle menti ottuse a rifiutarlo in toto ma... poi hai anche fatto nascere un amore lesbico che non c'azzecca (una dipietrata) nulle col racconto. Rimango nella mia perplessità.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Nerocangiante
Diverse cose non mi convincono in questa fiaba, autore.
In primis la Maledizione. E' chiaro che rappresenta qualcosa che non so definire bene, forse la paura dell'innovazione?
Ma perché mai colpirebbe solo qualcuno tra i tanti innovatori che la corporazione degli Avanguardisti sforna?
E soprattutto, in cosa consiste? Per come l'ho letta, la Maledizione sembra più una paranoia, un qualcosa che appunto colpisce una persona e le fa credere che tutti la odino e temano. Cosa che poi si traduce in realtà, d'altra parte se uno teme qualcosa, quel qualcosa se lo attira addosso, è quasi scientifico.
Il fatto che la gente della città, quindi in teoria più aperta di mente, si lasci influenzare dalla Maledizione che non si sa che effetto abbia né come mai, lascia più di un dubbio su cosa effettivamente questa rappresenti.
Poi non mi tornano le azioni di Alex appena arrivata in paese. Il suo primo intento è quello di trasformare la stalla in una autorimessa, ma in un posto in cui non ci sono autoveicoli, a che serve?
Perdipiù, il suo atteggiamento schivo ed elusivo finisce per farla ritenere una strega. Vedi che forse la Maledizione è una specie di paranoia?
La parte sulla chiazza è dove la fiaba diventa più forte, ma anche l'atto di fede del lettore, che tra tanta tecnologia alla fine storce un po' il naso all'elemento magico, quasi che, senza magia, il progresso non possa andare avanti.
Il che è un po' un controsenso, ma tant'è.
Infine quell'accenno di storia d'amore tra due donne che non ho capito. Thilde è innamorata di Alex e per questo se ne è presa cura? E allo stesso tempo ama pure Leax? Pur sapendo che è l'avatar di Alex?
Non sono sicuro di aver afferrato.
Lo stile di scrittura per contro è buono, diretto, non si perde in fronzoli e ha un buon ritmo.
E' la storia, forse, a non funzionare bene come un ingranaggio ben oliato dovrebbe.
In primis la Maledizione. E' chiaro che rappresenta qualcosa che non so definire bene, forse la paura dell'innovazione?
Ma perché mai colpirebbe solo qualcuno tra i tanti innovatori che la corporazione degli Avanguardisti sforna?
E soprattutto, in cosa consiste? Per come l'ho letta, la Maledizione sembra più una paranoia, un qualcosa che appunto colpisce una persona e le fa credere che tutti la odino e temano. Cosa che poi si traduce in realtà, d'altra parte se uno teme qualcosa, quel qualcosa se lo attira addosso, è quasi scientifico.
Il fatto che la gente della città, quindi in teoria più aperta di mente, si lasci influenzare dalla Maledizione che non si sa che effetto abbia né come mai, lascia più di un dubbio su cosa effettivamente questa rappresenti.
Poi non mi tornano le azioni di Alex appena arrivata in paese. Il suo primo intento è quello di trasformare la stalla in una autorimessa, ma in un posto in cui non ci sono autoveicoli, a che serve?
Perdipiù, il suo atteggiamento schivo ed elusivo finisce per farla ritenere una strega. Vedi che forse la Maledizione è una specie di paranoia?
La parte sulla chiazza è dove la fiaba diventa più forte, ma anche l'atto di fede del lettore, che tra tanta tecnologia alla fine storce un po' il naso all'elemento magico, quasi che, senza magia, il progresso non possa andare avanti.
Il che è un po' un controsenso, ma tant'è.
Infine quell'accenno di storia d'amore tra due donne che non ho capito. Thilde è innamorata di Alex e per questo se ne è presa cura? E allo stesso tempo ama pure Leax? Pur sapendo che è l'avatar di Alex?
Non sono sicuro di aver afferrato.
Lo stile di scrittura per contro è buono, diretto, non si perde in fronzoli e ha un buon ritmo.
E' la storia, forse, a non funzionare bene come un ingranaggio ben oliato dovrebbe.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Nerocangiante
Ciao Penna. Che bella fiaba ci hai regalato! Formalmente non è ineccepibile. Qualcosa nel vocabolario e nella costruzione non funziona pienamente. Lascio ad altri il lavoro certosino sulle incongruenze. Ma è, pur un poco confuso, molto bello il messaggio che ci proponi. La diversità come condanna sociale ma anche come risorsa. La tua fantasia ci regala una chiazza "nerocangiante" (bellissimo il titolo), che rappresenta la vita vera, quella che forma e trasforma, incurante delle mene del sottoprodotto "uomo". Quella che genera e "con - fonde", che guarda al magnifico, qualunque sia, della personalità. Bello il finale alla Thelma e Louise. Mi hai colpito, spiegato e convinto, cara Penna. Grazie di esistere e di scrivere.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: Nerocangiante
Una fiaba che porta con sé due messaggi molto importanti, soprattutto in questo periodo: il ruolo della donna nella società e quello dell'accettazione di sé stessi. Una tematica intersezionale che spiega tutto senza risultare pesante né dottrinale. Il messaggio arriva in modo naturale e fa centro.
Quello che fa Alex viene considerato stregoneria ma se la stessa cosa la fa Leax diventa geniale, è un tema attualissimo.
La figura della chiazza è quella che maggiormente mi ha affascinato. Non si capisce bene se sia positiva o negativa, sembra malefica all'inizio e quasi stona alla fine. Ma poi, se ci si sofferma, quella macchia è solo uno specchio dei dolori di Alex, tormenti che troppo spesso attanagliano le persone LGBTQ+.
È un altro racconto che andrebbe letto e usato per sensibilizzare.
Quello che fa Alex viene considerato stregoneria ma se la stessa cosa la fa Leax diventa geniale, è un tema attualissimo.
La figura della chiazza è quella che maggiormente mi ha affascinato. Non si capisce bene se sia positiva o negativa, sembra malefica all'inizio e quasi stona alla fine. Ma poi, se ci si sofferma, quella macchia è solo uno specchio dei dolori di Alex, tormenti che troppo spesso attanagliano le persone LGBTQ+.
È un altro racconto che andrebbe letto e usato per sensibilizzare.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Nerocangiante
C'è un messaggio profondo, e poetico, dietro a questo racconto, il cui difetto è solo quello di voler comprimere una storia che avrebbe bisogno di pagine e pagine per poter respirare in modo adeguato. Ma la trama è troppo complessa e articolata per uno spazio così piccolo, per la forma stessa del racconto breve, forma che spesso funziona al suo meglio quando la si spoglia piuttosto che caricarla.
Ma l'autore ha le idee chiare, tanta inventiva, una passione profonda, una visione coinvolgente.
La scrittura è pulita, si appesantisce un po' in certi punti, ma credo che anche lavorandoci sopra il problema stia nella quantità di informazioni che vuoi passare al lettore piuttosto che nella qualità della prosa scelta per farlo.
L'autorimessa c'è sicuramente. E mi azzardo a dire che il racconto abbia avuto la sua buona parte di genesi proprio dalla stanza. Certo poi ha preso altre strade e il risultato finale è tutto tranne che la storia di un autorimessa. Non è necessariamente un male, nel senso che c'è molto di più di una stanza che il lettore si porta via finita la lettura, ma nell'ottica di dover giudicare il racconto per il concorso è sicuramente un elemento importante da valutare.
Ma l'autore ha le idee chiare, tanta inventiva, una passione profonda, una visione coinvolgente.
La scrittura è pulita, si appesantisce un po' in certi punti, ma credo che anche lavorandoci sopra il problema stia nella quantità di informazioni che vuoi passare al lettore piuttosto che nella qualità della prosa scelta per farlo.
L'autorimessa c'è sicuramente. E mi azzardo a dire che il racconto abbia avuto la sua buona parte di genesi proprio dalla stanza. Certo poi ha preso altre strade e il risultato finale è tutto tranne che la storia di un autorimessa. Non è necessariamente un male, nel senso che c'è molto di più di una stanza che il lettore si porta via finita la lettura, ma nell'ottica di dover giudicare il racconto per il concorso è sicuramente un elemento importante da valutare.
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Asbottino- Padawan
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Re: Nerocangiante
Una storia che si propone come momento di riflessione su alcuni argomenti caldi del nostro tempo. Lo fa attraverso un uso quasi smodato della fantasia, ma del resto siamo in un “racconto di genere” sui generi.
La dualità di Alex Leax (suo anagramma) è ben espressa. Il periodo storico è tutto fantasioso si inizia in un “forse” futuro per poi ancorare la storia sul passato e sul presente (non mi riferisco ai tempi verbali).
Se proprio devo dire l’ho trovata un po’ troppo lunga e alla fine mi sono anche un po’ annoiata leggendo, ma il fatto è che resta un racconto che spicca e si fa notare.
La dualità di Alex Leax (suo anagramma) è ben espressa. Il periodo storico è tutto fantasioso si inizia in un “forse” futuro per poi ancorare la storia sul passato e sul presente (non mi riferisco ai tempi verbali).
Se proprio devo dire l’ho trovata un po’ troppo lunga e alla fine mi sono anche un po’ annoiata leggendo, ma il fatto è che resta un racconto che spicca e si fa notare.
Petunia- Moderatore
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Re: Nerocangiante
Il tuo racconto mia cara autrice/autore non è riuscito a coinvolgermi e a interessarmi più di tanto. Molto probabilmente la responsabilità è da ascriversi alla mia ben nota pigrizia che il caldo dell'estate tende a esacerbare.
La trama mi è sembrata oscura, farraginosa e complicata. I personaggi mi sembrano privi di spessore psicologico. L'intero senso del racconto sembra sfuggirmi. Sarà anche una fiaba, ma anche le fiabe devono avere un senso che sia prima o poi decifrabile.
Forse una ulteriore rilettura mi permetterebbe un maggiore coinvolgimento, ma io sono del parere che se un racconto deve essere letto più volte per essere compreso, non è un bel racconto.
La trama mi è sembrata oscura, farraginosa e complicata. I personaggi mi sembrano privi di spessore psicologico. L'intero senso del racconto sembra sfuggirmi. Sarà anche una fiaba, ma anche le fiabe devono avere un senso che sia prima o poi decifrabile.
Forse una ulteriore rilettura mi permetterebbe un maggiore coinvolgimento, ma io sono del parere che se un racconto deve essere letto più volte per essere compreso, non è un bel racconto.
Ultima modifica di gipoviani il Gio Ago 03, 2023 12:01 am - modificato 2 volte.
gipoviani- Padawan
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Re: Nerocangiante
È un racconto particolare questo, una metafora fiabesca che pone l'accento sulla diversità, sull'arretratezza della comunità in senso generale, sulla ritrosia verso il cambiamento che qui è rappresentato dall'innovazione.
Il racconto è particolare e coraggioso, denota fantasia, inventiva e anche un forte e sentito attaccamento alla tematica che si è scelto di affrontare.
Non tutto mi torna, soprattutto quella maledizione che non si sa da dove provenga.
Anche perché le cose per Alex fino a un certo punto andavano bene, era ben vista e godeva di stima e onori, poi d'improvviso lo stigma e la persecuzione.
Non so se alla fine premierò il racconto, dico solo che mi è piaciuto e lo rileggerò ancora, perché ho l'impressione che si tratti di una di quelle storie che arrivano poco a poco e a ogni passaggio si assapora qualcosa di nuovo.
Il racconto è particolare e coraggioso, denota fantasia, inventiva e anche un forte e sentito attaccamento alla tematica che si è scelto di affrontare.
Non tutto mi torna, soprattutto quella maledizione che non si sa da dove provenga.
Anche perché le cose per Alex fino a un certo punto andavano bene, era ben vista e godeva di stima e onori, poi d'improvviso lo stigma e la persecuzione.
Non so se alla fine premierò il racconto, dico solo che mi è piaciuto e lo rileggerò ancora, perché ho l'impressione che si tratti di una di quelle storie che arrivano poco a poco e a ogni passaggio si assapora qualcosa di nuovo.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: Nerocangiante
gipoviani ha scritto:A volte occorre cercare delle cose perdute. Se dopo il primo sforzo la cosa cercata non riappare, si apre un dilemma. Continuare a cercare?
Dipende, direte voi, da quanto la cosa persa vi piaccia/serva. Se vi serve poco smetterete subito di cercare.
Dopo una prima lettura, ho immediatamente smesso di cercare il senso di questo racconto.
Sono un tipo poco paziente, lo so. Ti chiedo scusa.
INTERVENTO DI MODERAZIONE
Caro @gipoviani, il tuo commento non è conforme alle linee guida di DT, che trovi cliccando qui.
Ti invitiamo, pertanto, a integrarlo.
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Re: Nerocangiante
The Raven ha scritto:gipoviani ha scritto:A volte occorre cercare delle cose perdute. Se dopo il primo sforzo la cosa cercata non riappare, si apre un dilemma. Continuare a cercare?
Dipende, direte voi, da quanto la cosa persa vi piaccia/serva. Se vi serve poco smetterete subito di cercare.
Dopo una prima lettura, ho immediatamente smesso di cercare il senso di questo racconto.
Sono un tipo poco paziente, lo so. Ti chiedo scusa.INTERVENTO DI MODERAZIONECaro @gipoviani, il tuo commento non è conforme alle linee guida di DT, che trovi cliccando qui.Ti invitiamo, pertanto, a integrarlo.Lo staff
Chiedo venia. Ho cambiato il commento
gipoviani- Padawan
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Re: Nerocangiante
Questo è stato il primo racconto che ho letto di questo step, attratto dal titolo, ed è l'ultimo che commento.
Il motivo apre una riflessione ampia che non si limita a questo racconto (l'aut* mi perdonerà se utilizzo il suo spazio) ma più in generale al rischio che nel leggere e commentare i racconti si può correre se il tempo a disposizione nopn è adeguato.
Letto la prima volta, il racconto lo avevo bocciato, non ero riuscito a entrarci, troppo lungo e complesso, con alcune parti che non riuscivo a spiegarmi.
Però c'era qualcosa che aveva in qualche modo acceso la mia attenzione, qualcosa nel retro pensiero che mi ha detto di aspettare a commentarlo.
Confesso di essermi preso del tempo che non sempre riesco a dedicare alla lettura dei racconti in gara, l'ho riletto altre tre volte e il giudizio è motlo cambiato.
Quali le conclusioni? Innanzitutto l'aut* ha cosparso il racconto di indizi (uno per tutti quell'"arcobaleno di possibilità" che chiude il racconto e di cui, lo confesso, mi sono accorto solo dopo l'utlima lettura) per aiutare il lettore; ci sono spunti molto interessanti come il dualismo Alex/Leax, come la diffidenza verso il nuovo (all'inizio ho pensato ad Alex come a una novella Galielo Galilei).
Insomma, la luce si è accesa su un racconto che, senza dubbio non è privo di difetti (troppo lungo, troppa carne al fuoco, la Maledizione arriva troppo mrepentinamente senza un'adeguata spiegazione:
Il motivo apre una riflessione ampia che non si limita a questo racconto (l'aut* mi perdonerà se utilizzo il suo spazio) ma più in generale al rischio che nel leggere e commentare i racconti si può correre se il tempo a disposizione nopn è adeguato.
Letto la prima volta, il racconto lo avevo bocciato, non ero riuscito a entrarci, troppo lungo e complesso, con alcune parti che non riuscivo a spiegarmi.
Però c'era qualcosa che aveva in qualche modo acceso la mia attenzione, qualcosa nel retro pensiero che mi ha detto di aspettare a commentarlo.
Confesso di essermi preso del tempo che non sempre riesco a dedicare alla lettura dei racconti in gara, l'ho riletto altre tre volte e il giudizio è motlo cambiato.
Quali le conclusioni? Innanzitutto l'aut* ha cosparso il racconto di indizi (uno per tutti quell'"arcobaleno di possibilità" che chiude il racconto e di cui, lo confesso, mi sono accorto solo dopo l'utlima lettura) per aiutare il lettore; ci sono spunti molto interessanti come il dualismo Alex/Leax, come la diffidenza verso il nuovo (all'inizio ho pensato ad Alex come a una novella Galielo Galilei).
Insomma, la luce si è accesa su un racconto che, senza dubbio non è privo di difetti (troppo lungo, troppa carne al fuoco, la Maledizione arriva troppo mrepentinamente senza un'adeguata spiegazione:
ma che merita attenzione e, soprattutto, a mio parere, merita che l'aut* lo riprenda in mano e ne sviluppi meglio e più ampiamente i tanti spunti interessanti; ne può venire fuori qualciosa di molto, ma veramente molto, interessante.Viveva la vita all’apice quando le cose cambiarono da un giorno all’altro.In città si iniziò a parlare di una Maledizione che aveva colpito la ragazza.)
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Re: Nerocangiante
Un racconto molto sentito. E' chiaro che per l'autore è molto importante il messaggio che vuole lanciare. E posso ammettere che arriva abbastanza al lettore. L'autore stigmatizza le dicerie, i pettegolezzi, visti come una vera e propria maledizione che costringe Alex a lasciare il suo lavoro e il suo mondo per ricostruirsi altrove incontrando anche qui il muro della gente (additata come strega solo in quanto donna).
Caro autore, premesso che la scrittura è personale e che non sta a me consiglare cosa avresti e cosa non avresti dovuto scrive, posso però dire che mi sarebbe piaciuto vedere questa "Maledizione" nascere, crescere, svilupparsi, trasformarsi da venticello a uragano. Invece purtroppo ce la cali dall'alto come deus ex machina e confonde un po' il lettore. Poi avrei visto il riscatto di Alex verso i membri della corporazione, senza la necessità di andare a sbatter il muso altrove.
Però scusami per questo, la fiaba è tua e tu hai scelto di svilupparla così.
Mi piace molto il tema toccato, non mi ha convinto del tutto come è stato sviluppato.
Grazie.
Caro autore, premesso che la scrittura è personale e che non sta a me consiglare cosa avresti e cosa non avresti dovuto scrive, posso però dire che mi sarebbe piaciuto vedere questa "Maledizione" nascere, crescere, svilupparsi, trasformarsi da venticello a uragano. Invece purtroppo ce la cali dall'alto come deus ex machina e confonde un po' il lettore. Poi avrei visto il riscatto di Alex verso i membri della corporazione, senza la necessità di andare a sbatter il muso altrove.
Però scusami per questo, la fiaba è tua e tu hai scelto di svilupparla così.
Mi piace molto il tema toccato, non mi ha convinto del tutto come è stato sviluppato.
Grazie.
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Re: Nerocangiante
Mi scuso per la lunghezza del commento.
Questo è stato uno dei primi racconti che ho letto, incuriosita dal titolo così particolare.
Ad una prima lettura il racconto ricorda molto la trama di “Divergent” e degli altri film della serie, ambientati in un futuro dove il passato si ripete, sia pure in un mondo distopico: una società del futuro fortemente strutturata per “tipologie” di carattere, dove chi è diverso, per certi versi innovativo, e non rientra nella classificazione, non è accettato, non viene ascoltato e deve essere ricondotto nei binari della “normalità”.
Ho dovuto rileggere questo racconto un paio di volte, non tanto per comprenderne il significato nella sua interezza - chiarissimo e di attualità - ma per dare una sorta di ordine, di priorità all’insieme di aspetti che hai trattato.
La scrittura è discreta, sia pure con alcune incertezze lessicali che appesantiscono in certi punti, quasi che non sia stato trovata un’alternativa per esprimere meglio un concetto. Alcuni di questi punti li metto nelle note, ma è un sentire personale ovviamente.
I punti trattati sono tanti, in primis la differenza di approccio che c’è sempre stato e che anche ai giorni nostri, nonostante qualche cambiamento, persiste, tra cose fatte da una donna e le stesse cose fatte da un uomo. Semplifico:
Una donna: stregonerie, sortilegi, traguardi da sminuire se non demolire; prevaricazioni e giudizi lapidari. Rogo e allontanamento, isolamento.
Un uomo: meraviglie, progresso, innovazione. Onori e gloria, inclusione e riconoscimenti.
L’amore tra due donne/due uomini? Un delitto, riprovevole, peccaminoso, inaccettabile e indegno ecc. ecc.: meglio l’ipocrisia di una falsa normalità. Persino una grande amicizia finisce per essere travisata.
I messaggi che questo racconto trasmette sono forti e chiari, e passano attraverso una chiazza che può essere la palude dei preconcetti in cui la società da sempre sguazza, ma anche la fonte per un rinnovamento, per un cambiamento in cui ci sia posto per tutti, alla pari.
Le mie note:
Maledizione: non dici di che cosa tratta, la si può interpretare in tanti modi, anche in senso, per assurdo, positivo. La maledizione di vedere e denunciare i difetti di una società che non riesce a comprendere la necessità di cambiamenti sociali e non solo tecnologici.
Una donna casa azzurra; un uomo casa rosa: un cambio di tradizione.
un accidenti -- un accidente
le porte della casa - anche se è ovvio che si tratti di casa sua, della sua casa renderebbe più forte il significato dell’apertura: la sua è diversa dalle altre, e vi è accoglienza
donne e bambini, a tornare a casa - ad andarsene
solo quando il fumo si dissolse decise - quale fumo? non si parla di incendio, se non dopo, che oltretutto dovrebbe durare giorni, visto il lasso di tempo trascorso
poi le si sciolse la lingua - brutta espressione, il momento lo vedo più come liberatorio, come estrema condivisione di tutto il suo sapere, con l’idea che la pozza e quel in essa vive, ne possa fare miglior uso. È un momento importante: proverei a ragionare su come sostituire questa frase.
Nonostante avesse addirittura trasformato la sala da pranzo in uno studio, quella mattina si era deciso a fare qualcosa al riguardo. A quale riguardo ? Lo si capisce dopo, che ha bisogno di spazio, ma non qui.
ma con occhi pieni di innovazione - non so, il concetto è chiaro ma la frase non gira. Forse negli occhi c’è più speranza, speranza per un futuro in cui le loro potenzialità potranno esprimersi e i progetti (innovazione) prendere vita.
Questo è stato uno dei primi racconti che ho letto, incuriosita dal titolo così particolare.
Ad una prima lettura il racconto ricorda molto la trama di “Divergent” e degli altri film della serie, ambientati in un futuro dove il passato si ripete, sia pure in un mondo distopico: una società del futuro fortemente strutturata per “tipologie” di carattere, dove chi è diverso, per certi versi innovativo, e non rientra nella classificazione, non è accettato, non viene ascoltato e deve essere ricondotto nei binari della “normalità”.
Ho dovuto rileggere questo racconto un paio di volte, non tanto per comprenderne il significato nella sua interezza - chiarissimo e di attualità - ma per dare una sorta di ordine, di priorità all’insieme di aspetti che hai trattato.
La scrittura è discreta, sia pure con alcune incertezze lessicali che appesantiscono in certi punti, quasi che non sia stato trovata un’alternativa per esprimere meglio un concetto. Alcuni di questi punti li metto nelle note, ma è un sentire personale ovviamente.
I punti trattati sono tanti, in primis la differenza di approccio che c’è sempre stato e che anche ai giorni nostri, nonostante qualche cambiamento, persiste, tra cose fatte da una donna e le stesse cose fatte da un uomo. Semplifico:
Una donna: stregonerie, sortilegi, traguardi da sminuire se non demolire; prevaricazioni e giudizi lapidari. Rogo e allontanamento, isolamento.
Un uomo: meraviglie, progresso, innovazione. Onori e gloria, inclusione e riconoscimenti.
L’amore tra due donne/due uomini? Un delitto, riprovevole, peccaminoso, inaccettabile e indegno ecc. ecc.: meglio l’ipocrisia di una falsa normalità. Persino una grande amicizia finisce per essere travisata.
I messaggi che questo racconto trasmette sono forti e chiari, e passano attraverso una chiazza che può essere la palude dei preconcetti in cui la società da sempre sguazza, ma anche la fonte per un rinnovamento, per un cambiamento in cui ci sia posto per tutti, alla pari.
Le mie note:
Maledizione: non dici di che cosa tratta, la si può interpretare in tanti modi, anche in senso, per assurdo, positivo. La maledizione di vedere e denunciare i difetti di una società che non riesce a comprendere la necessità di cambiamenti sociali e non solo tecnologici.
Una donna casa azzurra; un uomo casa rosa: un cambio di tradizione.
un accidenti -- un accidente
le porte della casa - anche se è ovvio che si tratti di casa sua, della sua casa renderebbe più forte il significato dell’apertura: la sua è diversa dalle altre, e vi è accoglienza
donne e bambini, a tornare a casa - ad andarsene
solo quando il fumo si dissolse decise - quale fumo? non si parla di incendio, se non dopo, che oltretutto dovrebbe durare giorni, visto il lasso di tempo trascorso
poi le si sciolse la lingua - brutta espressione, il momento lo vedo più come liberatorio, come estrema condivisione di tutto il suo sapere, con l’idea che la pozza e quel in essa vive, ne possa fare miglior uso. È un momento importante: proverei a ragionare su come sostituire questa frase.
Nonostante avesse addirittura trasformato la sala da pranzo in uno studio, quella mattina si era deciso a fare qualcosa al riguardo. A quale riguardo ? Lo si capisce dopo, che ha bisogno di spazio, ma non qui.
ma con occhi pieni di innovazione - non so, il concetto è chiaro ma la frase non gira. Forse negli occhi c’è più speranza, speranza per un futuro in cui le loro potenzialità potranno esprimersi e i progetti (innovazione) prendere vita.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
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Re: Nerocangiante
Cara autrice hai scritto un manifesto che riscatta la figura femminile, da sempre sottovalutata da un mondo governato dagli uomini. Questo ho capito e il tuo è un bel messaggio che a me piace pure per come è stato scritto.
Nella foga hai messo molta carne al fuoco, ma il tuo impeto è perdonabilissimo e molti di noi ti abbracceranno.
Non solo per tenerezza.
Applausi.
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Re: Nerocangiante
Racconto molto fantasioso, che ho apprezzato, ma dove ho fatto qualche fatica ad entrare. Nella parte iniziale i personaggi mi sfuggivano, non riuscivo a catalogarli, a capire dove andassero inseriti, in che epoca o su quale pianeta. Per cui ho trovato alcuni passaggi poco chiari e confusi.
La maledizione venne spezzata dall’onda di luce che porta nel futuro. Ma qual è la maledizione? Non mi è chiaro.
Bello il titolo, è vero dalle pozze oleose il nero è cangiante e sembra racchiudere tutti i colori.
Il messaggio che alla fine del racconto viene veicolato è condivisibile.
…la diversità come una maledizione, affinché il nero non sia più solo un pozzo profondo, ma un arcobaleno di possibilità.
Quindi è la diversità che è una maledizione…
Non so, ho qualche perplessità…
La maledizione venne spezzata dall’onda di luce che porta nel futuro. Ma qual è la maledizione? Non mi è chiaro.
Bello il titolo, è vero dalle pozze oleose il nero è cangiante e sembra racchiudere tutti i colori.
Il messaggio che alla fine del racconto viene veicolato è condivisibile.
…la diversità come una maledizione, affinché il nero non sia più solo un pozzo profondo, ma un arcobaleno di possibilità.
Quindi è la diversità che è una maledizione…
Non so, ho qualche perplessità…
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Re: Nerocangiante
un racconto che non è riuscito a coinvolgermi più di tanto.
certo, l'intenzione è più che buona, direi meritoria, però il risultato lascia un poco a desiderare, secondo me.
non ci sono refusi o errori particolari, però la storia mi pare un po' troppo lunga e, alla fine, quasi noiosa, nonostante il bel messaggio implicito.
qualche taglio qua e là credo non guasterebbe e renderebbe più snello tutto quanto.
certo, l'intenzione è più che buona, direi meritoria, però il risultato lascia un poco a desiderare, secondo me.
non ci sono refusi o errori particolari, però la storia mi pare un po' troppo lunga e, alla fine, quasi noiosa, nonostante il bel messaggio implicito.
qualche taglio qua e là credo non guasterebbe e renderebbe più snello tutto quanto.
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Re: Nerocangiante
Non è facile mescolare nello stesso testo elementi che appartengono a generi diversi senza generare confusione; talvolta la buona scrittura non basta a coinvolgere il lettore. Personalmente sono rimasta perplessa. L’esordio sembra annunciare un racconto steampunk ma non è così. La storia si ingarbuglia di elementi collegati in modo disomogeneo– corporazioni, superstizione, maledizione - le suggestioni horror e il finale da fiaba . La struttura disarmonica del testo rende faticosa la ricerca del senso, ostacolando il piacere della lettura.
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Re: Nerocangiante
Per circa tre quarti del racconto ho avuto l'impressione di trovarmi davanti a una storia per bambini. Molto bella, scritta bene, candida. Poi il tutto vira rapidamente verso qualcosa di più maturo. Così alla fine non mi pare né una cosa né l'altra e purtroppo la "ramanzina" finale accresce ancora di più questa sensazione. Davvero un peccato, perché anche l'autorimessa è al posto giusto e protagonista e il mondo parallelo, che somiglia tanto al nostro pur nella sua diversità, molto credibile.
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Re: Nerocangiante
Un racconto interessante, che tocca temi importanti, ma che non credo lo faccia nel modo migliore.
L'autore ha ben chiaro l'obiettivo del testo: sollevare il problema della disparità di genere, sull'amore omo, parlarne, intrecciare in una storia che parla d'innovazione e lanciata verso il futuro con le antiche restrizione quasi medioevali che la ancorano al passato. Il tutto contaminando più generi (steam, distopico, realismo magico, fiaba...)
Ci riesce bene?
Secondo me ci riesce in parte: quando si parla di Alex, dei suoi successi e del suo declino la storia rimane interessante e suscita curiosità su come andrà a finire; quando arriva Leax tutto s'ingarbuglia e si complica in una maniera che non giova alla linearità e alla leggerezza del testo (senza contare il pizzico di polemica che questa figura introduce nel testo...).
Visto la complessità dei temi trattati e il poco spazio a disposizione, avrei introdotto solo la disparità di genere, sottolineando come per un uomo sia sempre e comunque tutto più facile. In questo contesto la maledizione che arriva all'improvviso senza una forma e senza un perchè, mi piace e mi convince perchè ci rivedo quello che accade nella realtà: non ha motivo d'esistere la discriminazione in generale! E la nostra Alex, perchè donna e brillante, pare proprio colpita da questa maledizione.
Questa cosa nel testo funziona, ha il suo peso e mette la protagonista in difficoltà (situazione che ci si aspetta in ogni favola che si rispetti!).
Invece di farla salvare da sola, deleghi a Leax e a un amore lesbo che, per mancanza di spazio, appare all'improvviso e non mi convince molto.
Quindi, se il racconto ha un problema, lo trovo proprio qui, in questa abbondanza che, a mio avviso, spostando il focus da un problema all'altro, toglie qualcosa al testo.
La scrittura è pulita, scorrevole e senza difetti.
L'autore ha ben chiaro l'obiettivo del testo: sollevare il problema della disparità di genere, sull'amore omo, parlarne, intrecciare in una storia che parla d'innovazione e lanciata verso il futuro con le antiche restrizione quasi medioevali che la ancorano al passato. Il tutto contaminando più generi (steam, distopico, realismo magico, fiaba...)
Ci riesce bene?
Secondo me ci riesce in parte: quando si parla di Alex, dei suoi successi e del suo declino la storia rimane interessante e suscita curiosità su come andrà a finire; quando arriva Leax tutto s'ingarbuglia e si complica in una maniera che non giova alla linearità e alla leggerezza del testo (senza contare il pizzico di polemica che questa figura introduce nel testo...).
Visto la complessità dei temi trattati e il poco spazio a disposizione, avrei introdotto solo la disparità di genere, sottolineando come per un uomo sia sempre e comunque tutto più facile. In questo contesto la maledizione che arriva all'improvviso senza una forma e senza un perchè, mi piace e mi convince perchè ci rivedo quello che accade nella realtà: non ha motivo d'esistere la discriminazione in generale! E la nostra Alex, perchè donna e brillante, pare proprio colpita da questa maledizione.
Questa cosa nel testo funziona, ha il suo peso e mette la protagonista in difficoltà (situazione che ci si aspetta in ogni favola che si rispetti!).
Invece di farla salvare da sola, deleghi a Leax e a un amore lesbo che, per mancanza di spazio, appare all'improvviso e non mi convince molto.
Quindi, se il racconto ha un problema, lo trovo proprio qui, in questa abbondanza che, a mio avviso, spostando il focus da un problema all'altro, toglie qualcosa al testo.
La scrittura è pulita, scorrevole e senza difetti.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Nerocangiante
Un racconto che ritengo molto attuale per la sua idea di fondo e per il messaggio che vuole lasciare.
La scrittura l'ho trovata fluida e curata: il testo è lungo ma non ci si perde mai, si legge scorrevolmente dall'inizio alla fine.
Il difetto di questo racconto, a mio modesto avviso, sta nel genere scelto. Perché non raccontare questa storia ambientandola ai giorni nostri o magari nel passato a ridosso dell'invenzione del motore a scoppio? Intendo dire che non sarebbe venuta meno la personalità di Alex l'Innovatrice e verosimili sarebbero comunque apparsi i pregiudizi verso la diversità. Forse, e dico forse perché non mi permetto di sostituirmi all'Autore, con un'ambientazione più "reale" il messaggio contenuto nel testo sarebbe arrivato con più forza e intensità.
Non mi fraintendano l'Autore e gli altri commentatori perché secondo me il racconto merita davvero.
Grazie
La scrittura l'ho trovata fluida e curata: il testo è lungo ma non ci si perde mai, si legge scorrevolmente dall'inizio alla fine.
Il difetto di questo racconto, a mio modesto avviso, sta nel genere scelto. Perché non raccontare questa storia ambientandola ai giorni nostri o magari nel passato a ridosso dell'invenzione del motore a scoppio? Intendo dire che non sarebbe venuta meno la personalità di Alex l'Innovatrice e verosimili sarebbero comunque apparsi i pregiudizi verso la diversità. Forse, e dico forse perché non mi permetto di sostituirmi all'Autore, con un'ambientazione più "reale" il messaggio contenuto nel testo sarebbe arrivato con più forza e intensità.
Non mi fraintendano l'Autore e gli altri commentatori perché secondo me il racconto merita davvero.
Grazie
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"Già credo che in qualunque punto dell'universo ci si stabilisca si finisce coll'inquinarsi. Bisogna moversi. La vita ha dei veleni, ma anche degli altri veleni che servono di contravveleni. Solo correndo si può sottrarsi ai primi e giovarsi degli altri."
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Re: Nerocangiante
Ti confesso che la prima lettura, settimane fa, mi aveva lasciato una brutta impressione, di trama o riassunto di un romanzo, più che di un racconto. Per questo motivo ho deciso di aspettare a commentare.
E ho fatto bene, perché la rilettura di oggi mi ha lasciato una sensazione migliore.
Intanto, la scrittura è chiara e scorrevole e la forma è complessivamente corretta. Ti è solo sfuggito qualche refuso (tra l’altro, un paio proprio riguardanti le concordanze di genere).
Poi, la rilettura mi ha permesso di cogliere un’organicità che invece mi era sembrata mancare, la prima volta.
La tua storia è costruita infatti in modo corretto, ha un suo senso e un pensiero che la sostiene dall’inizio alla fine.
Mi rimane un po’ la sensazione, in alcuni punti, che i tanti pezzi diversi siano stati assemblati in modo non del tutto fluido, come i pezzi di un puzzle che più o meno possono andare in quel posto perché si assomigliano, ma che siano incastrati spingendo un po’, per farceli stare. Non credo di essere riuscita a rendere l’idea…
Arianna 2016- Cavaliere Jedi
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Re: Nerocangiante
Il tuo racconto mi ha convinta a metà.
Personalmente ho trovato alcune parti troppo pregne di informazioni, che sono certo assolutamente utili a comprendere la storia, ma sono molto raccontate e questo spezza il ritmo di lettura in alcuni passaggi.
La storia è davvero intrigante, sei riuscit a trattare temi molto profondi in chiave fiaba steampunk, e hai saputo gestire con coerenza l'evoluzione dei personaggi.
Hai scritto davvero un pezzo interessante, brav.
Ele
Personalmente ho trovato alcune parti troppo pregne di informazioni, che sono certo assolutamente utili a comprendere la storia, ma sono molto raccontate e questo spezza il ritmo di lettura in alcuni passaggi.
La storia è davvero intrigante, sei riuscit a trattare temi molto profondi in chiave fiaba steampunk, e hai saputo gestire con coerenza l'evoluzione dei personaggi.
Hai scritto davvero un pezzo interessante, brav.
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Re: Nerocangiante
Sono i pregiudizi che fermano il mondo!
La maledizione è il non accettare la genialità, il chiamare stregoneria ciò che non si comprende, il non rispetto delle personalità di chi è lontano anniluce dalle convenzioni sociali.
Storia avvincente e forma scorrevole.
Ottimo lavoro!
La maledizione è il non accettare la genialità, il chiamare stregoneria ciò che non si comprende, il non rispetto delle personalità di chi è lontano anniluce dalle convenzioni sociali.
Storia avvincente e forma scorrevole.
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