Una storia come tante altre
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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 8 - Il Salotto
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Re: Una storia come tante altre
Intanto la scrittura è molto curata, pulita, per cui la lettura risulta scorrevole e veloce.
Ritengo che questo racconto sia una sorta di prodotto finito immodificabile, come un oggetto. Mi spiego meglio: bisognerebbe riscriverlo completamente, che so, partendo dall'omicidio, magari considerandolo un cold case, che viene risolto dopo un po' di anni.
Dico questo perché in effetti, come notato, il racconto è veramente una storia come tante, che non ha nulla di particolare tale da farlo apprezzare pienamente. Caro Autore, come sai, qui i lettori sono molto esigenti, difficili da accontentare.
Quanto alla trama, leggendo, ho immaginato vari scenari, ma uno è rimasto costante fino alla fine: il tuo arbitro era un po' un pervertito. Nel tentativo di salvarlo moralmente ho pensato che alla fine s'accontentasse della madre di lei, in modo da tenere comunque sotto costante controllo la sua preda. E magari farsi una pippetta a tempo perso.
D'altronde aveva aspettato mesi prima di concretizzare il suo approccio con lei, prima di costruire il "rapporto" con lei, perciò il raptus omicida mi ha un po' deluso in rapporto alla perversione. Non so, poteva violentarla e poi ucciderla, sarebbe stato più logico.
In ogni caso un testo che ho letto con piacere.
Grazie
Ritengo che questo racconto sia una sorta di prodotto finito immodificabile, come un oggetto. Mi spiego meglio: bisognerebbe riscriverlo completamente, che so, partendo dall'omicidio, magari considerandolo un cold case, che viene risolto dopo un po' di anni.
Dico questo perché in effetti, come notato, il racconto è veramente una storia come tante, che non ha nulla di particolare tale da farlo apprezzare pienamente. Caro Autore, come sai, qui i lettori sono molto esigenti, difficili da accontentare.
Quanto alla trama, leggendo, ho immaginato vari scenari, ma uno è rimasto costante fino alla fine: il tuo arbitro era un po' un pervertito. Nel tentativo di salvarlo moralmente ho pensato che alla fine s'accontentasse della madre di lei, in modo da tenere comunque sotto costante controllo la sua preda. E magari farsi una pippetta a tempo perso.
D'altronde aveva aspettato mesi prima di concretizzare il suo approccio con lei, prima di costruire il "rapporto" con lei, perciò il raptus omicida mi ha un po' deluso in rapporto alla perversione. Non so, poteva violentarla e poi ucciderla, sarebbe stato più logico.
In ogni caso un testo che ho letto con piacere.
Grazie
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"Già credo che in qualunque punto dell'universo ci si stabilisca si finisce coll'inquinarsi. Bisogna moversi. La vita ha dei veleni, ma anche degli altri veleni che servono di contravveleni. Solo correndo si può sottrarsi ai primi e giovarsi degli altri."
Italo Svevo - La coscienza di Zeno
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Molli Redigano- Cavaliere Jedi
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Re: Una storia come tante altre
Sono combattuta dalla prima lettura, su questo racconto.
L'inizio presenta una scena quasi poetica, poi invece il tono diventa più impersonale con qualche rara incursione di pensieri di lei che non mi hanno convinta molto.
Mi chiedo se ci sia bisogno che una storia del genere ci venga raccontata in maniera coinvolgente per sentirci coinvolti. Io penso di no, e su questo aspetto mi hai convinta.
Avrei calcato la mano ancora di più sulla parte asettica del registro narrativo, spingendola al limite.
Un racconto che non incontra i miei gusti personali ma che ritengo un lavoro interessante ma migliorabile. Il coltello sul finale, per esempio, non mi ha convinta. Volevi farmi capire che lui aveva premeditato tutto, ok. Trova un altro modo, secondo me.
Ele
L'inizio presenta una scena quasi poetica, poi invece il tono diventa più impersonale con qualche rara incursione di pensieri di lei che non mi hanno convinta molto.
Mi chiedo se ci sia bisogno che una storia del genere ci venga raccontata in maniera coinvolgente per sentirci coinvolti. Io penso di no, e su questo aspetto mi hai convinta.
Avrei calcato la mano ancora di più sulla parte asettica del registro narrativo, spingendola al limite.
Un racconto che non incontra i miei gusti personali ma che ritengo un lavoro interessante ma migliorabile. Il coltello sul finale, per esempio, non mi ha convinta. Volevi farmi capire che lui aveva premeditato tutto, ok. Trova un altro modo, secondo me.
Ele
Hellionor- Admin
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Re: Una storia come tante altre
Eccomi qui, non è mai facile commentare uno "zero", soprattutto se il racconto è scaturito da "dentro" come questo.
È un racconto che ho scritto di getto e frutto della rabbia interiore che una serie continua di femminicidi avvenuti proprio nei giorni di inizio step aveva provocato in me.
L'uso di lui e lei anonimi è voluto così come la scrittura asettica, quasi a livello giornalistico, come molti hanno fatto notare: non volevo che ka storia si potesse identificare nemmeno lontanamente con qualche d'atto realmente avvenuto, volevo che fosse un atto d'accusa nei confronti di un atteggiamento di possesso maschile e maschilista troppo diffuso.
L'errore più grave è stato il coltello che nella prima versione non era previsto; avevo scritto che lui la uccideca alle spalle con un oggetto trovato lì per lì mentre lei si dirigeva verso la porta. Poi, per dare centralità maggiore al salotto, ho cambiato il finale facendo una schifezza e, probabilmente, rovinando il racconto. So che a molti la frase finale non è piaciuta, troppo moralista, ma tutto il senso del racconto, mentre lo scrivevo, era racchiuso in quella frase, sono convinto che si deve parlarne, scriverne e continuare a combattere contro questi atti, veri e propri crimini e sono convinto che, a partire dalla stampa, non lo di faccia ancora abbastanza.
Ringrazio coloro che hanno trovato del buono in questo racconto e, come sempre, le tante critiche costruttive che mi aiutano a crescere ( vedo che a livello di scrittura ormai i lati positivi superano parecchio quelli negativi).
Non vedo l'ora di rimettermi a scrivere!
P.S. mi scuso se non rispondo a tutti personalmente come al solito, ma con i mezzi a disposizione in questi giorni, di più non riesco a fare.
È un racconto che ho scritto di getto e frutto della rabbia interiore che una serie continua di femminicidi avvenuti proprio nei giorni di inizio step aveva provocato in me.
L'uso di lui e lei anonimi è voluto così come la scrittura asettica, quasi a livello giornalistico, come molti hanno fatto notare: non volevo che ka storia si potesse identificare nemmeno lontanamente con qualche d'atto realmente avvenuto, volevo che fosse un atto d'accusa nei confronti di un atteggiamento di possesso maschile e maschilista troppo diffuso.
L'errore più grave è stato il coltello che nella prima versione non era previsto; avevo scritto che lui la uccideca alle spalle con un oggetto trovato lì per lì mentre lei si dirigeva verso la porta. Poi, per dare centralità maggiore al salotto, ho cambiato il finale facendo una schifezza e, probabilmente, rovinando il racconto. So che a molti la frase finale non è piaciuta, troppo moralista, ma tutto il senso del racconto, mentre lo scrivevo, era racchiuso in quella frase, sono convinto che si deve parlarne, scriverne e continuare a combattere contro questi atti, veri e propri crimini e sono convinto che, a partire dalla stampa, non lo di faccia ancora abbastanza.
Ringrazio coloro che hanno trovato del buono in questo racconto e, come sempre, le tante critiche costruttive che mi aiutano a crescere ( vedo che a livello di scrittura ormai i lati positivi superano parecchio quelli negativi).
Non vedo l'ora di rimettermi a scrivere!
P.S. mi scuso se non rispondo a tutti personalmente come al solito, ma con i mezzi a disposizione in questi giorni, di più non riesco a fare.
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paluca66- Maestro Jedi
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A Achillu, caipiroska e Susanna garba questo messaggio
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