La forma scelta, ovvero il metaracconto, a me non è dispiaciuta, ma devo essere sincero, non l'ho trovata funzionale, nel senso, al lato pratico non aggiunge nulla, mi sarei aspettato che tornasse nel finale che so, per chiudere il cerchio, ma tutto rimane solo nell'incipit. Per il resto ho poco da aggiungere a chi mi ha preceduto, il racconto è intriso di buoni sentimenti e spirito natalizio, ma soprattutto la parte più coinvolgente, ovvero la situazione della piccola Cloe, non essendo sviluppata a dovere, non ti porta dentro la storia, ci si commuove poco, ecco. Non dico che bisognava esagerare, perché anche l'esagerazione crea distacco, ma si poteva osare di più, dedicando più spazio alla piccola nella parte iniziale, perché effettivamente entra in scena molto tardi. Ho notato poi diverse imprecisioni con la consecutio e alcune sbavature logiche, come quando Babbo Natale dichiara apertamente a Filippo che nessuno può vederli, ma lui è là e niente è stato fatto per impedirgli di trovarli e vederli. Come mai? La tipica eccezione che conferma la regola e va be', ma una piccola spiegazione, anche sciocca, non avrebbe guastato. O come quando Filippo afferma di non aver mai visto un elfo... ma come? E l'elfo dietro al cespuglio? Davvero riuscita invece la scena dell'ingresso in casa, che mi è piaciuta moltissimo, molto viva e piena d'inventiva.
In definitiva un buon racconto che avrebbe potuto fare davvero il botto con qualche accorgimento in più. A rileggerci!