Per Luisa
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Per Luisa
spero di non deluderti, sto cercando di migliorare il mio modo di scrivere, mi dispiace se ultimamente ti lamenti che non so scrivere le lettere.
Io ti voglio tanto bene e mi manchi tanto; sai, dopo il terremoto, ci fanno studiare in delle baracche, o come si dice, e non ho potuto scriverti.
Beh, c'è da dire che sei sempre perfetta tu!
Luisa, sto tanto male, tu come te la passi lì?
Lontana dalla Sicilia intendo, perché io senza te sto impazzendo, eri tu la mia isola, il mio mare preferito.
Penserai che qui a Gibellina non c'è il mare, ma quant'era bello andarci insieme con la mia vespa rossa, la ricordi?
Verrei pure lì da te con la mia vespa per rubarti un bacio, ma dopo tutto quello che è successo, mia Luisa, mia madre non vuole che mi allontano.
Oh Luisa, devo lavorare tutti i pomeriggi, subito dopo scuola, fino a tarda sera, devo aiutare tutti i grandi a risistemare il paese e pare che il tempo non passa più, rimasti fermi a quell'indimenticabile inverno.
Non puoi nemmeno immaginarti da dove ti scrivo, nella stanza, che sembra più una cabina, utilizzata per il bagno.
La scuola non puoi immaginarti com'è cambiata, è stato difficile all'inizio quando faceva ancora freddo e pioveva, dopo il terremoto infatti non abbiamo studiato per un bel po'.
Avevamo così paura, i nostri insegnanti non erano più gli stessi per esempio.
In queste occasioni è difficile essere adulti, devi dire sempre le cose giuste, non devi farti vedere triste ed è assolutamente vietato mostrare le proprie fragilità, ma noi ragazzi queste cose le capiamo lo stesso.
Da quando te ne sei andata dalla nostra isola, io non mi sento più come prima, scusa se ti ho scritto un po' tardi dall'ultima lettera, ma davvero non trovo il tempo, ma soprattutto lo spazio, noi abbiamo un sacco di lavori qui in casa, il terremoto ha distrutto quasi tutto.
Perciò l'unico posto è il bagno, dove posso finalmente trovare degli attimi di intimità ed essere libero di parlarti, come i vecchi tempi...
Ti ricordi quando come i pazzi ci incontravamo nel bagno degli insegnanti e tu mi raccontavi tutto quello che ti era successo fino a quel momento, ma quanto parlavi?
Come avresti sopportato tutto questo, tutti questi cambiamenti?
Ma te l'ho già detto, a volte penso davvero che è una fortuna che non ci sei, hai sofferto sicuramente, ma credo che c'è peggio della morte, per esempio sopportare la tua assenza.
Tuo padre ogni tanto lo vedo, lo incontro che beve, vino penso, ma non ti preoccupare, lui rimarrà ugualmente il banchiere del paese.
Per me che sono cresciuto senza padre, lui è stato un punto di riferimento, ti ricordi quando ti ho raccontato del mio?
Il mio non è mai stato come il tuo, era un mafioso, mi vergogno e ho avuto paura, paura di perderti, ma io non ho mai avuto colpe, né io né mio fratello Giuseppe.
Per fortuna che l'hai capito, Luisa mia, conoscerti è stato il regalo, ma che dico regalo, è stato un miracolo.
Sei stata la parte più pulita e pura in tutta la mia vita e ringrazio a Dio per tutto ciò.
Ti ricordi la prima volta che ci siamo conosciuti?
Tuo padre aveva ottenuto la sede qui a Gibellina, quando vi siete trasferiti vicino la mia umile casa eravamo così piccoli, facevo la terza elementare e tuo padre non voleva farti avvicinare.
Si, lo capisco, quando l'avete saputo sarà stato brutto per te accettarmi però adesso tuo padre mi vuole bene, per fortuna mi sono rimasti loro, mi ricordano te.
Tuo padre mi ricorda i tuoi lineamenti, il tuo colore dei capelli, i tuoi occhi, tua madre mi ricorda il tuo carattere.
A volte, quando posso, passo da casa tua e li saluto e tuo padre sai cosa mi dice?
Mi vorrebbe aiutare, vorrebbe farmi fare il suo lavoro, ma tu mi ci vedi banchiere?
Dovrei studiare tanto.
E io non ci sto più con la testa, non ci sta più nemmeno il mio cuore, te lo sei portata troppo in su.
Devo tanto a tuo padre, non mi fa mancare mai nulla, ogni tanto ci invita a cena, la vostra casa è una delle poche che è rimasta intatta, la mia era invece un po' vecchiotta e si è rotta tutta la cucina e per ora non possiamo ricomprarla.
Devo tanto a lui perché mi ha promesso che farà di tutto per aiutarmi con gli studi e con la mia famiglia, io spero di non deluderlo e riuscire a diventare come lui, un eroe.
Forse è cambiato, un po' come me, lo sai che eri la nostra donna?
Per la tua età eri abbastanza donna e mi dispiace che per un mese non hai potuto festeggiare i tuoi tanto attesi sedici anni.
Ti ricordi cosa avresti voluto fare?
Volevi andare al mare, il 13 febbraio, come una pazza e io ero pazzo di te.
Io sono pazzo di te, della persona che sei sempre stata, come posso dimenticarti?
Mi avevi detto che per il tuo compleanno volevi ballare tutta la notte, ti avrei accontentata, ti avrei portata al mare il 13 febbraio con la mia vespa rossa e avremmo ballato, poi sicuramente avrei baciato le tue carnose labbra.
Ti ricordi il nostro primo bacio?
Scusa, l'avevo scritto nella scorsa lettera, mi dispiace.
Ti ricordi quella sera?
Forse te l'ho scritto pure, ma non riesco a perdonarmi, è tutta colpa mia.
Ti ricordi che sei andata da Anna e mi hai detto che dopo cena dovevo passare a prenderti e riportarti a casa che i tuoi genitori non potevano, te lo ricordi?
Io come uno scemo ti ho detto che avevo la partita di calcetto e finivo tardi, così sei rimasta a dormire lì, poi ti ritrovammo in mezzo alle macerie.
Sai che giorno è oggi?
Certo che lo sai, oggi è il nostro anniversario, ti ricordi lo scorso 20 maggio?
Il nostro quartiere era pieno di rose, stavamo ritornando da scuola insieme, eri bellissima e ti ho detto che maggio era il tuo mese, perché sbocciavi come un fiore.
Ti ho guardata e ti ho detto che ti amavo e tu mi hai lasciato senza parole, perché mi hai rimproverato.
Hai detto che eravamo troppo piccoli per amarci e dovevamo solo volerci bene, ma mi hai rassicurato che eri innamorata di me e che ci saremmo sposati e avremmo avuto due bambini, sicuramente un maschietto e una femminuccia, così presi il tuo volto dolcissimo tra le mani e ti ho detto che ti volevo un sacco di bene.
Ti ricordi che hai fatto?
Ti sei sollevata e mi hai baciato, ma scusa te l'avevo scritto nella scorsa lettera.
Però mi sono sentito mancare il pavimento sotto i piedi e mamma mia non puoi capire cos'ho provato dentro.
Ora ti devo salutare perché qui bussano.
Questo 1968 mi ha portato via tutto, ma maggio sarà sempre il nostro mese, tu che sbocci e io che vivo ricordando il tuo profumo.
Hai lasciato l'isola troppo in fretta e questa senza di te è vuota, un mare senza pesci.
Eri perfetta per questa terra, la tua pelle olivastra, il tuo accento siciliano delicato, strano ma dolce, raffinato e i tuoi occhi azzurri come il Mediterraneo.
Mi manchi, come faccio a continuare così?
Luisa non posso chiederti di tornare, posso solo raggiungerti.
Sai perché non sono ancora passato lì con te?
Lo faccio per Giuseppe e per mia madre, per non essere egoista, non mi uccido anche per non deludere la tua famiglia, non sono nessuno io per spezzare una vita, tanto meno la mia.
Penso che l'amore ti porti un po' a essere egoista, ma io devo essere più forte e anche se passerò tutta la vita a scriverti devo vivere.
Luisa ti voglio bene e se ti capita scrivimi.
Adesso vado, devo andare a lavorare.
Ci sentiamo mia piccola grande donna.
Il tuo Giovanni
sono passati diversi anni dall'ultima, forse una decina.
Dopo che finalmente sono riuscito a laurearmi, come ti ho già detto tempo fa, posso dire che somiglio tanto a tuo padre e questa cosa mi fa sentire davvero fiero.
Lavoro in banca, guadagno bene e finalmente ho una casa tutta mia, ma non ho perso il vizio di scriverti dal bagno.
Pare brutto a dirlo, ma penso che sia una delle stanze che ci ha legato di più e mi manca.
Mi manca quando ti guardavi allo specchio e facevi le facce buffe e io così ti abbracciavo da dietro, proprio come piaceva a te.
Mi manca quando ti pettinavo i capelli e quando volevi farmi la barbetta, ma avevo soltanto qualche pelo sparso qua e là, e finiva che ti mettevi il broncio.
Il bagno, ma tu ci pensi?
Quanto eri sognatrice, quando ci nascondevamo per parlare nel bagno dei professori a scuola, mi dicevi come avresti voluto che fosse quello tuo, perché quella stanza non doveva essere la parte più puzzolente della nostra casa, ma quella più intima e piena di tranquillità.
Lo volevi azzurro, le pareti tutte color pastello, perché non ti piacevano proprio i colori scuri o sgargianti.
E io appena ho comprato casa, ho pensato immediatamente a trasformare il bagno nel colore del cielo, così quando ho bisogno di stare con te vengo qui e ti scrivo.
Sono un banchiere adesso e non so proprio come ringraziare tuo padre, che è come se fosse diventato il mio, loro non ti hanno mai scordata, così come me, anche se mi sono allontanato e non ti ho scritta più.
Ho provato a conoscere gente nuova, magari anche una ragazza, ma nessuna è come te, sarà che l'amore mi ha colpito davvero forte.
Oh Luisa, quando ho finito la scuola è cambiato tutto, sono cambiate le responsabilità, mi è mancato il respiro, lì impari cose che nella vita reale sono solo come degli antipasti, poi quando arriva la portata principale non sai da dove iniziare.
Lo sai, anche se per poco, come funziona la scuola, a vent'anni iniziando l'Università ho colto tante cose dalla vita e ringrazio sempre tuo padre per avermi potuto far provare tutto ciò.
Adesso grazie al lavoro che faccio, credo di poter fare la differenza nel mondo, una piccola parte in un'immensità infinita, con il mio guadagno per esempio ho adottato un bambino a distanza, ci provo a essere come te, buono d'animo.
Poi vorrei dirti ancora una cosa, se potessi tornare indietro nel tempo, vorrei sempre incontrarti, da quel momento io ho capito cosa significasse vivere e altro non potrei fare che amarti, amarti in eterno.
Adesso vado a lavoro, inizio tutte le mattine verso le nove e finisco alle tre del pomeriggio, spero tu sia fiera di me.
Ci sentiamo presto!
Il tuo Giovanni
P.S. Luisa ti amo! ***
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Re: Per Luisa
Come paletti del contest ci siamo e non ci siamo: il banchiere è del tutto effimero e marginale nell'economia del racconto.
Non sono del tutto sicuro neanche della riuscita della suddivisione temporale: due lettere inviate a una Luisa che fu, una a distanza di quattordici anni dall'altra...
C'è anche qualche piccolo refuso che si poteva sistemare e qualche errore di punteggiatura, ma nel complesso è un racconto che si legge bene.
Per me è stata, appunto, una lettura piacevole, e se lo sto commentando tra i primi è proprio perché mi è rimasto un po' nel cuore, tanto che lo ricordo quasi parola per parola: e questo, a circa un mese di distanza dall'invio, è sicuramente un gran bel merito: vuol dire che sai scrivere storie che restano dentro e che, in un certo qual modo, diventano parte di te.
Complimenti, dunque!
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: Per Luisa
Spero non ne avrai, ma ho trovato le lettere troppo stucchevoli. Tutti questi "ti ricordi" non mi hanno entusiasmato.
Qualche refuso e la punteggiatura sarebbero da rivedere.
Il banchiere entra un po' forzatamente nel discorso. Anche dire "ma tu mi ci vedi banchiere" non lo trovo naturale: uno direbbe "ma tu mi ci vedi lavorare in banca?"
Anche in altri punti il discorso mi sembra arrotolato su se stesso.
... certo che il genere epistolare non è proprio facile!
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: Per Luisa
Incastrare genere, stanza, personaggi e ambienti in questo caso è impresa ardua e quindi non me la sento di essere censore oltre modo: mi limito a segnalare che, in questo caso, il personaggio del banchiere entra proprio a fatica, non risultando, peraltro, essenziale alla storia.
E con i paletti mi fermo qui.
La storia mi è piaciuta anche se tra la prima e la seconda lettera c'è tanta differenza.
Nella prima si sente tutta la sofferenza di Giovanni per la perdita dell'amata Luisa, perdita della quale si sente anche colpevole.
La seconda lettera, a distanza di vent'anni, appare molto diversa, quasi un resoconto per dare corpo e senso al racconto, finendo, però, con il risultare superfluo.
Voglio esagerare, per paradosso avrei quasi preferito che con una seconda lettera a pochi mesi di distanza dalla prima, Giovanni avesse comunicato a Luisa che finalmente era pronto a raggiungerla!
Mi è piaciuto il lento disvelarsi, nel corso della prima lettera, di quanto successo realmente dopo che le prime righe lasciano pensare a un trasferimento di Luisa in continente per motivi di studio.
Ci sono svariati refusi ma voglio concederti il beneficio di immaginare che siano voluti, che Giovanni, un po' ignorantello e un po' provato dal dolore l'hai voluto far scrivere di proposito un pochino sgrammaticato.
La frase più bella? questa:
Hai detto che eravamo troppo piccoli per amarci e dovevamo solo volerci bene
paluca66- Maestro Jedi
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Re: Per Luisa
complimenti per aver dato memoria a un evento drammatico come il terremoto del Belice. Lo hai fatto attraverso le parole di Giovanni alla sua amata Luisa.
Ho letto con interesse perché hai saputo dosare bene i tempi di rilascio delle informazioni. All’inizio pensavo che Luisa fosse partita per una scuola “in continente” poi, man mano che si va avanti ho capito la triste verità. Una lettera a un amore ancora acerbo e per questo carico di tutte le emozioni e le aspettative che la prima esperienza e l’età fanno vivere così intensamente.
Mentre la prima lettera è a suo modo appassionante, la seconda l’ho apprezzata di meno. Ci sono molte ripetizioni probabilmente dovute alla ricerca di soddisfare appieno i paletti. Inoltre si perde gran parte della freschezza che c’è nella prima.
In ogni caso questo racconto in qualche modo mi ha coinvolta e, anche se imperfetto, trovo che sia una buona lettura e un 1968 che, oltre al maggio francese, ha altro da raccontare e da non dimenticare.
Complimenti.
Petunia- Moderatore
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Re: Per Luisa
È un pezzo che emoziona, che parla di un evento drammatico e di un amore puro tra due giovani che è stato tragicamente spezzato. Trovo le lettere scritta dal ragazzo coerenti, soprattutto la prima, anche con tutte quelle ripetizioni, quei "ti ricordi", parole scritte di getto per ricordare la propria amata e ciò che facevano insieme. Ricordare è forse l'unico stratagemma che abbiamo per ingannare la morte e parlare con Luisa, ricordare assieme a lei i momenti felici, per Giovanni è la logica conseguenza per non impazzire.
I paletti sono rispettati a parte il bancario, anche perché questo personaggio si rivela nel 1982, fuori dal vincolo temporale del '68.
A proposito, non so se qui il termine viene utilizzato con un significato regionale(ogni regione ha le sue consuetudini e i suoi modi di dire), però banchiere è il proprietario della banca, bancario chi ci lavora.
In sostanza lo trovo un lavoro positivo, che ha una sua coerenza e che è capace di emozionare.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: Per Luisa
Ho molto apprezzato la diversità di forma fra la prima e la seconda lettera. La prima è la lettera di un adolescente ancora acerbo e poco istruito, la secondo è quella di un giovane, molto più maturo che ha fatto esperienze di studi e di lavoro. E questa diversità non è affatto semplice da esprimere nella scrittura e in questo sei stato bravissimo (o bravissima).
Quella che poteva sembrare una lettera alla ragazza amata che si è allontanata, si svela poi, con sorpresa, come un tenero e romantico espediente per sentire ancora vicino a sé l’amore della vita, perduto nella tragedia del terremoto.
Il termine “banchiere” non mi disturba, anche se il termine corretto avrebbe potuto essere “bancario”, ma quante volte da “bancario” mi sono sentito chiamare impropriamente “banchiere” in frasi ricorrenti sul tipo: “beato te che fai il banchiere!”. Inoltre anche negli altri step alcuni termini sono stati giustamente interpretati in modo estensivo. Penso a esempio a infermiere o a disegnatore.
Ripropongo qualche dubbio già espresso altrove sul genere epistolare, trattandosi di lettere scritte dallo stesso mittente (e in questo caso la risposta evidentemente non poteva arrivare).
Per quanto riguarda i tempi, solo la prima è del periodo richiesto, mentre la seconda è di molti anni dopo.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Per Luisa
la storia è bella e gradevole, nulla da eccepire, e narra di un episodio spesso dimenticato o messo in seconda fila come il terremoto del Belice.
non sono riuscito ad apprezzare più di tanto le lettere.
ci sono molti errori nella stesura ma non riesco a capire se sia una cosa voluta o meno.
e me ne rammarico.
Arunachala- Admin
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Re: Per Luisa
e il nostro caro Franco Battiato ti avrebbe applaudito dal cielo.
Giovane autore, hai una scrittura sincera e tu stesso sei sincero, credo che l'adozione a distanza sia vera. Che motivo avresti di mentire? Certo non c'è bisogno di possedere una banca per mollare qualche lira a un moccioso dall'altra parte del mondo, ma se tu l'hai fatto sei un grande.
Una piccola cosa, cerca di essere fiero se somigli a tuo padre, non a quello della tua povera, amata Luisa.
Anche se il tuo fosse un ergastolano.
Ti abbraccio.
Perdonami, tu inventi una storia e io penso che quella sia la tua storia.
Non un'invenzione.
Ospite- Ospite
Re: Per Luisa
Le pulci:
Non entrerò molto, visto il tuo anticipare che la prima lettera è scritta da un adolescente che ancora sta studiando, nei refusi (che ovviamente, visto il personaggio, ci sono).
1. Non sento un cambio di registro tra la prima lettera, scritta da un adolescente, e la seconda datata molti anni dopo, scritta da un adulto scolarizzato.
2. Pur concedendo la "licenza poetica", alcune cose non tornano. Ci sta che lui scriva come se lei fosse in vita, ma non che lei possa interagire. Mi riferisco al lamentarsi di lei che il protagonista non sia capace di scrivere, o nella seconda lettera dove le chiede "se ti capita scrivimi".
3. Partendo dal punto "2", vedo una discordanza di tempi verbali. A volte il protagonista parla al presente, altre volte al passato. Andava fatta una scelta decisa. O è "viva" nel suo immaginario, e sta bene il tempo presente, o è morta e stanno bene le forme del passato.
4. Non è molto plausibile che gli alunni possano trovarsi nel bagno degli insegnanti, normalmente luogo "sacro" e non accessibile a studenti per una questione di igiene.
5. Punteggiatura non sempre...puntuale.
6. "...anche se mi sono allontanato e non ti ho scritta più." Scritto.
Piacevolezza di lettura.
Buona. Infarcita di buoni sentimenti. Mi ritrovo a leggere il secondo racconto dove la funzione primaria del bagno si riduce a scrivere lettere da lì dentro, situazione che non mi convince per l'estrema scomodità e perché è un escamotage per risolvere il problema "stanza". L'argomento è interessante. Il racconto è scritto bene, senza registri faticosi, ma il genere letterario epistolare mi sta effettivamente creando un problema di "appiattimento" di quasi tutti i racconti. Si assomigliano quasi tutti, al momento, se non si toglie quello del meteorite. Stai comunque raccogliendo lodi da molti recensori, pertanto complimenti.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: Per Luisa
hai scritto un racconto piacevole e lineare. Chi mi ha preceduto ha già detto molto ma devo dire la mia.
Ho letto le lettere con trasporto ma poi appena ho finito mi sono reso conto che quelle emozioni quel trasporto era troppo e subito è arrivata la sensazione di aver letto, appunto, una lettera artefatta e scritta per un concorso.
Io credo che lettere di questo genere cariche di emozioni debbano essere ben calibrate per risultare reali.
Alla fine però risulta un buon lavoro quindi ti ringrazio.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Per Luisa
Nel testo della prima lettera mi è apparso netto lo sforzo di “non” scrivere bene, per enfatizzare quanto lui già afferma di suo nella prima frase, ma poi finisci per intervallare frasi più curate e meno naturali.
Il 1968 è ben presente nel terremoto del Belice.
Banchiere mmm... lo vedo più bancario, il padre per via del trasferimento in una piccola realtà, non certo in una sede importante e per il giovane una certa dissonanza sull’età, che avrebbe comportato una carriera davvero folgorante anche per l’epoca, e anche gli orari di lavoro sono un po’ forzati (da x bancaria ti assicuro che i “banchieri” hanno altri orari...).
La prima lettera l’avrei letta meglio suddivisa in più parti: in questo caso le ripetizioni sul suo amore, sul suo dispiacere per l’allontanamento – che poi si palesa nella morte di lei – sulla situazione in paese ecc. ecc. sarebbero state diluite e, se pur ripetute, avrebbero avuto più forza, aiutandoci a comprendere come tutti i suoi sentimenti si siano spostati nel tempo senza mai indebolirsi.
Invece, perdonami, ma così annoiano anziché coinvolgere.
Con una suddivisione, a mio parere, il momento in cui ci fai capire che lei in realtà è morta avrebbe colpito molto maggiormente, perchè inaspettata.
Ho provato a rileggerla più lentamente ma sono rimasta intrappolata.
Nella seconda parte hai riportato il bagno al centro dell’attenzione, come stanza privilegiata per ravvivare il ricordo di lei e per il significato che quella stanza aveva avuto.
Un tema, quella del bagno come stanza rifugio, che ho visto anche in altri racconti.
Anche il finale è un classico: lui che finisce gli studi, grazie al quasi suocero, fa carriera, cerca di rivivere i bei sogni che avevano fatto assieme, mentre la scuola rientra per un attimo, come momento di crescita.
Nonostante gli appunti che ti ho fatto, il tuo è un bel racconto, l’argomento trattato è molto delicato e apprezzo lo sforzo profuso per farci capire quanto un Amore Vero possa davvero durare una vita intera.
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Re: Per Luisa
Ho apprezzato molto il "gioco" con cui hai svelato progressivamente il destino della povera Luisa.
Complimenti
Grazie
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Cavaliere Jedi
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Re: Per Luisa
La seconda lettura mi ha fatto stare in pace con me stesso, e non è stata una fatica, tutt'altro. Ti abbraccio.
La mia non è una campagna elettorale, serve solo a testimoniare la mia stima. Giusta.
Ospite- Ospite
Re: Per Luisa
Limite b): privo di slanci, cambi di passo, sorprese.
Il suo pregio principale coincide con i suoi difetti, come spesso capita.
La vita è spesso così, tranquilla e un po' noiosa. E il tuo racconto lo ricorda.
Ma è sempre bello viverla.
Alla fine leggere questo racconto mi rassicura.
gipoviani- Padawan
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Re: Per Luisa
Comunque, ripeto, è un bel racconto, che ti lascia una patina malinconica non da poco. Complimenti.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Per Luisa
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Per Luisa
Secondo me Luisa è morta. E mi dispiace, sinceramente, soprattutto perché il povero Giovanni sembra non aver elaborato bene il lutto, dato che continua a scriverle lettere così traboccanti di sentimento.
"Luisa, sto tanto male, tu come te la passi lì?"
Eppure non sembra morta. E allora: ma lì dove? Vabbè.
"Penserai che qui a Gibellina non c'è il mare, ma quant'era bello andarci insieme con la mia vespa rossa, la ricordi?"
Se dici "la ricordi?" sembra che la cosa bella sia la vespa e non l'andare insieme al mare.
"devo aiutare tutti i grandi a risistemare il paese e pare che il tempo non passa più,"
"devo aiutare tutti i grandi a risistemare il paese e pare che il tempo non passi più"
"dove posso finalmente trovare degli attimi di intimità ed essere libero di parlarti, come i vecchi tempi..."
"dove posso finalmente trovare degli attimi di intimità ed essere libero di parlarti, come ai vecchi tempi."
"Ti ricordi quando come i pazzi ci incontravamo nel bagno degli insegnanti e tu mi raccontavi tutto quello che ti era successo fino a quel momento, ma quanto parlavi?"
"Ti ricordi quando come i pazzi ci incontravamo nel bagno degli insegnanti e tu mi raccontavi tutto quello che ti era successo fino a quel momento? Ma quanto parlavi?"
Dato che probabilmente Luisa mai potrà rispondere alle domande di Giovanni, ci stava bene anche l'esclamazione: "Ma quanto parlavi!"
"Tuo padre ogni tanto lo vedo, lo incontro che beve, vino penso, ma non ti preoccupare, lui rimarrà ugualmente il banchiere del paese."
Qui s'introduce per la prima volta il banchiere. E ci sta che il padre di Luisa possa esserlo. Nella seconda lettera Giovanni dice lavorare in banca. E' dunque un bancario, non un banchiere. C'è una bella differenza.
"Io come uno scemo ti ho detto che avevo la partita di calcetto e finivo tardi"
"Io come uno scemo ti ho detto che avevo la partita di calcetto e che avrei finito tardi"
"Luisa non posso chiederti di tornare, posso solo raggiungerti."
Ecco il passaggio cardine della non elaborazione del lutto di cui ho già detto. L'istinto suicida di Giovanni, disperato dalla perdita della sua Luisa. Tant'è che lo dice due righe dopo di non uccidersi per rispetto alla famiglia di Luisa e alla sua.
"Luisa ti voglio bene e se ti capita scrivimi."
Altro punto cardine dell'introspezione psicologica del personaggio scrivente. Chiede di scrivere a chi non potrà mai farlo.
Nella seconda lettera, molte cose sono cambiate per Giovanni. Ciò che non è cambiato è il suo status psicologico. Anzi, se dopo così tanto tempo ancora gli viene in mente di scrivere a Luisa, direi che sta proprio messo male. Ecco il pregio di questa corrispondenza a senso unico: a volte è impossibile sfuggire al dolore, ai sensi di colpa, alla morte in un certo senso. E l'Autore ha reso molto bene tutto questo secondo me.
Un altro plauso va, per me, alla spontaneità delle lettere. E allora si possono tranquillamente cestinare le mie segnalazioni circa refusi e concordanze dei tempi verbali.
Per migliorare il tutto. Forse, puntare su più lettere, sempre di Giovanni a Luisa, più brevi, che toccassero gli stessi aspetti e situazioni vissute, ma che, spezzettate, avrebbero migliorato il ritmo che così com'è, a tratti, allontana il lettore. Più empatia, meno disperazione, insomma.
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"Omne tulit punctum qui miscuit utile dulci lectorem delectando pariterque monendo."
"Ottiene il risultato migliore chi - nell'opera letteraria - ha saputo unire l'utile col piacevole, divertendo e ammaestrando nello stesso momento il lettore."
Orazio, Ars Poetica, vv. 343-344
Avei l'amel su i laver e 'l cutel an sacòcia.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Località : Torino
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Re: Per Luisa
Lettura piacevole, ma che mi ha lasciato diversi interrogativi e questo è buono, credo.
Non volermene, ma perché Luisa è andata lontana? E dove?
Luisa, sto tanto male, tu come te la passi lì?
Ho pensato che fosse morta a causa del terremoto, dopo che si erano giurati amore eterno
ma mi hai rassicurato che eri innamorata di me e che ci saremmo sposati e avremmo avuto due bambini
poi che fosse diventata suora
ho adottato un bambino a distanza, ci provo a essere come te, buono d'animo
Luisa non posso chiederti di tornare, posso solo raggiungerti.
Perché non dici dove?
l’eccessiva gratitudine per il padre di Luisa mi sembra esagerata,
ho capito che è riconoscente, gli ha permesso di studiare, ma perché ripeterlo così tante volte?
Forse perché il padre di Giovanni era un mafioso e lui se ne vergogna?
I tre asterischi sopra ti amo, hanno un valore?
Rimane, però, una storia delicata e forse qualche parola in più avrebbe chiarito ogni dubbio.
Resdei- Cavaliere Jedi
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Re: Per Luisa
Troppo severo? Può essere ma è la mia prima reazione. Certamente con questo spunto puoi fare molto di meglio.
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Re: Per Luisa
Non dico niente sulla forma, perché ho il dubbio che tutte le sgrammaticature siano volute, inserite proprio per rendere il modo di esprimersi del ragazzo.
Abbiamo di nuovo uno scrittore in bagno. Il bagno viene collegato agli incontri con Luisa nel bagno degli insegnanti, ma mi chiedo: perché nel bagno degli insegnanti, dove è abbastanza probabile essere sorpresi?
Non è detto che sia un bagno più pulito, e di solito gli adolescenti cercano di nascondersi un po’, non di farsi scoprire. Poi ci spiegherai.
Anche in questo racconto, come in tanti altri (e come anche in tanti commenti), viene usato il termine “banchiere” come sinonimo di bancario.
Nel complesso, un racconto discreto.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Re: Per Luisa
Quindi queste lettere dove vengono sistemate, al cimitero? Il dettaglio, che a qualcuno sembrerà inutile, a me serve per trovare la chiave di lettura di questo racconto.
Le lettere sono piene di sentimenti puliti, di quella ingenuità che scalda il cuore. E questo può andare bene per la prima lettera.
Per la seconda non tanto, alzerei il livello del registro narrativo per far percepire nettamene la differenza tra prima e dopo. Tra adolescenza ed età adulta.
I miei consigli sono di palesare subito che le lettere sono indirizzate a qualcuno che non c'è e non è più, in primis. Poi di differenziare meglio le differenze di linguaggio tra le due lettere.
A rileggerti
Ele
Hellionor- Admin
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Re: Per Luisa
Quando ho letto questa cosa e collegato alle macerie, m'è venuto un groppo.
Per cui possiamo dire che l'effetto sorpresa è venuto bene, perlomeno grazie agli altri commenti, ehm.
A parte questo, sono combattuto nel mio giudizio. Sia perché alla fine la storia che ci racconti è delicata, bella, profonda anche, pur se coperta da una patina di adolescenza che rende tutto più mieloso e infantile.
Il che non è sbagliato, sia chiaro.
Anche lo stile che hai scelto di usare è praticamente perfetto per rappresentare il Giovanni giovane (meno per quello adulto). I tanti errorini di scrittura immagino siano voluti.
Non so come hai fatto, ma in diversi passaggi si percepisce addirittura l'accento siciliano di chi scrive.
Uao.
Il tono di Giovanni adolescente è tanto sdolcinato, con tutte quelle ripetizioni e quelle insistenze, ma proprio per questo secondo me è dannatamente realistico.
Per cui, da parte mia, complimenti per un lavoro che, nella sua semplicità, ha toccato le corde giuste.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Per Luisa
Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: Per Luisa
Grazie, ma comunque è vero, ho fatto un po' di confusione tra banchiere e bancario...Byron.RN ha scritto:A me questo racconto è piaciuto.
È un pezzo che emoziona, che parla di un evento drammatico e di un amore puro tra due giovani che è stato tragicamente spezzato. Trovo le lettere scritta dal ragazzo coerenti, soprattutto la prima, anche con tutte quelle ripetizioni, quei "ti ricordi", parole scritte di getto per ricordare la propria amata e ciò che facevano insieme. Ricordare è forse l'unico stratagemma che abbiamo per ingannare la morte e parlare con Luisa, ricordare assieme a lei i momenti felici, per Giovanni è la logica conseguenza per non impazzire.
I paletti sono rispettati a parte il bancario, anche perché questo personaggio si rivela nel 1982, fuori dal vincolo temporale del '68.
A proposito, non so se qui il termine viene utilizzato con un significato regionale(ogni regione ha le sue consuetudini e i suoi modi di dire), però banchiere è il proprietario della banca, bancario chi ci lavora.
In sostanza lo trovo un lavoro positivo, che ha una sua coerenza e che è capace di emozionare.
miichiiiiiiiiiii- Younglings
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