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Messaggio Da Different Staff Lun Giu 07, 2021 12:34 pm

Da Avv. Giorgio Resti a Paola Chieri C/o “Exnews”
Gennaio 2021
Gentile Sig.na Chieri,
ho saputo da una cara amica - Mina, titolare della pensione presso cui Lei ha alloggiato giorni or sono - che sta cercando notizie per un articolo sull’Isola delle Rose, a seguito dell’uscita del film “L’incredibile Storia dell’Isola delle Rose”.
Film in cui gli sceneggiatori, le assicuro, si sono permessi molte libertà narrative.
Avendo letto suoi articoli, mi permetto di sottoporle del materiale dal quale la sua penna arguta saprà sicuramente trarre spunto per qualcosa di diverso dalla mera esposizione dei fatti circa la brevissima storia – 55 giorni come Lei saprà – della micro-nazione proclamata il 1°maggio 1968 al largo di Rimini.
Come vedrà si tratta di alcune lettere che i pochissimi abitanti temporanei dell’Isola inviarono a parenti e amici e di cui venni in possesso in un modo di cui non vado proprio fiero, ma a vent’anni se ne fanno di cose!
In breve: all’epoca dei fatti ero uno studente universitario e nel maggio 1968, Lei m’insegna, il mondo studentesco visse un periodo epocale, a cui avrei voluto partecipare attivamente. Ma, per rispetto dei miei genitori - classe operaia - che per consentirmi gli studi stavano facendo sacrifici enormi, rinunciai a partire per Parigi, avendo anche ottenuto a marzo un incarico temporaneo presso le Poste.
La proclamazione dell’indipendenza di quei 400 mq di metallo mise in fibrillazione la politica, si parlò di cospirazioni, spionaggio, evasione delle accise ecc.
Fin dal primo giorno, dall’Isola delle Rose furono comunque spedite cartoline e lettere, regolarmente affrancate con francobolli emessi dalla micro-nazione, molto belli e ancora adesso ricercati, ma dopo un paio di giorni arrivarono disposizioni dall’alto di trattenere tale corrispondenza, in attesa dell’evolversi della situazione
Fu allora che attuai la mia personale protesta verso il “sistema”: oggi mi solo sorridere, ma all’epoca mi sentii molto cospiratore. Aprii le lettere i cui mittenti risiedevano sull’isola, le fotocopiai e a spese mie (per raccomandata), le inoltrai ai destinatari. Ma potei farlo solo nei primi due o forse tre giorni, poi le lettere da e per l’isola vennero sequestrate e custodite direttamente dal mio responsabile.
Nel frattempo, l’Isola era tenuta sotto stretto controllo dalle forze dell’ordine, nonostante inizialmente fosse permesso ai turisti approdarci. Ne seguì l’occupazione militare e, il 25 giugno, lo sgombero.
Alla fine, quella corrispondenza non fu mai reclamata e quando l’archivio dell’ufficio, tempo dopo, si allagò, mi portai a casa quel poco di essa che si era salvato: dichiarai che, essendo illeggibile, lo avevo inviato al macero, assieme a tutto il resto.
La chiamai corrispondenza monca: a parte le due o tre risposte alla prima lettera, le altre in partenza e in arrivo erano orfane della controparte. Tentai di rintracciare i mittenti, ma senza risultato, non conoscendo i loro veri indirizzi.
Gli studi e vicissitudini famigliari mi fecero dimenticare queste lettere che ora le affido: potrà trarne un articolo, un racconto o forse un romanzo.
Dalla lettura della corrispondenza - anche divertente se vogliamo - penso che pure Lei concorderà che persone fino a quel giorno anonime e invisibili, per qualche settimana vissero da protagonisti l’utopia di un mondo nuovo, libero da pastoie e affidarono a queste lettere la loro idea di futuro.
SalutandoLa cordialmente, rimango a Sua completa disposizione per quanto occorrer possa.
Avvo.to Giorgio Presti
***
Egr. Avvocato,
La ringrazio per il materiale che mi ha inviato.
Le confesso: prima ho riso, poi riflettuto: di sicuro il momento così eccezionale vissuto da persone “normali” ha influito sul tenore delle lettere, sul cosa raccontare. Avrà notato anche Lei che, forse casualmente, tutte queste persone trovarono nel bagno il luogo ideale per scrivere: d'altronde tutti ci rifugiamo in bagno per un pianto, una riflessione o anche per un attimo di pace senza rompiscatole. Un luogo segreto sotto gli occhi di tutti.
Tenterò la strada del romanzo breve e, ne stia certo, La verrò a trovare e col suo prezioso aiuto ricostruirò l’atmosfera sessantottina vista da uno studente-lavoratore.
Cordiali saluti.
Paola
 
****
Da Gino Zambri – cassiere capo – al Direttore della Banca di Rimini fil.le 5
1.5.1968
Egr. Direttore,
la presente per comunicarLe che il 6.5. c.m. non rientrerò dalle ferie, avendo inoltrato all’Uff. Personale le mie dimissioni. Colgo l’occasione per farle, anzi farti notare, nel caso ti sia sfuggito, che lo sciacquone del bagno non perde più. L’ho sistemato io perché mi dava sui nervi, e indovina cosa ho trovato nella vaschetta? La chiave della cassetta di sicurezza nr. 57, che ti sei locato senza registrarla. Tranquillo, la chiave è ancora lì: a mancare sono i 10.000.000 che ci teneva dentro il tuo amico, ancora per poco, Tozzi.
Denunciarmi non puoi, alla banca non ho rubato niente. Tozzi neanche, ma indovina da chi andrà a batter cassa? Una bella grana, direttore. Invece io sto in una botte di ferro, anzi su un’isola di ferro.
La pancia comincia a farti male? Certo, perché pieno di debiti come sei, non riuscirai di certo a racimolare questa somma per la fine del mese, quando passa lo strozzino Tozzi.
Con questi soldi aprirò una mia piccolissima banca all’Isola delle Rose - ormai ne avrai letto sui giornali -: mi è già stato assegnato il locale, pochi giorni e sarà tutto pronto. Per il momento i soldi li tengo in una bella cassetta, nel bagno (pensa che coincidenza!) del mio alloggio, e sai cosa ti dico, pirla? Ogni volta che andrò in bagno, per svago conterò questi soldi, e comodamente seduto sul wc penserò a te, che in bagno ci andrai di certo spesso dopo questa mia.
Con antipatia Zambri Gino - Vojo Bizet 3 - Havena Verde - valico di Rimini (Forlì-Italia).
 
***
Egr. signor Zambri, sono la moglie del suo Direttore che tanto la stima e le chiedo, per piacere, di restituire la cifra sottratta. Scrivo per conto di mio marito, che si è fatto investire da un furgone e ora giace in un letto d’ospedale, con molte ingessature e gli sono rimasti anche pochi denti.
La prego di spedirci i soldi prima della fine del mese, altrimenti dovremo vendere il nostro appartamento al sig. Tozzi, lei sa perché e percome, e anche il mio negozio di profumi, col mutuo, poi saremo senza casa. E Ugo avrà bisogno anche della dentiera, ma i dentisti sono molto cari.
In attesa di ricevere, la saluto.
p.s. Ugo dice che se non ce li ridà indietro di spenderli tutti in medicine, ma io spero che lei non sia tanto malato, che le medicine fanno bene da una parte e male dall’altra.
Lina Fava in Rossi lì 10.5.68
***
Caro ex direttore,
ti scrivo come al solito dal bagno, dove mi sento particolarmente ispirato per risponderti. Ho letto sul giornale dell’incidente. Che coincidenza! Investito da un furgone della ditta Tozzi. Fratture multiple, sdentato, commozione cerebrale. Mi sono commosso pure io, tanto che mi sono chiuso in bagno, a ridere. Ogni tanto una bella notizia, mi sono detto.
Però, come al solito, solo a sentire il tuo nome, il mio intestino è entrato in agitazione e sono qui, a contare i soldini in attesa che mi passi la colite. Sicuramente se non la smetti di scrivermi, più che in medicine i soldi li spenderò in carta igienica.
Inoltre, lo scriverti mi distoglie dallo studio dell’Esperanto e dal lavoro di preparazione della sede della Banca dell’Isola delle Rose, di cui sarò Direttore Generale. Ti ringrazio per questa inaspettata promozione e il sig. Tozzi per il finanziamento a fondo perduto che mi ha concesso. A mai più risentirci.
Rag. Zambri Gino - Ĝenerala direktoro de la Banko de la Rozinsulo
15.5.68
p.s. Dì a tua moglie di ripassare l’italiano.
 
Paola: il signor Ugo Rossi risulta si sia dimesso dalla banca alla fine del 1968 e che abbia lavorato successivamente in una pescheria, mentre la signora è ora sig.ra Tozzi.
Del cassiere non si è saputo più nulla: orfano, senza parenti, abitava in affitto.
 
****
Da Ercole Bui a Ebe Curti - 3.5.1968
Cara mamma,
scrivo a te perché del babbo e del nonno ò un pò paura. Ti scrivo mentre sono in bagno che cè anche il vater e io sono diventato stitico per l’aria del mare. Però sto bene, sono arrivato alla Isola delle Rose, dove mi ha detto il nonno che potevo diventare mercenario. Devi dirci al nonno che è un invurnìd: questa non è una isola di terra, ma di ferro, messa un po' in alto e io la ho tamponata. Dicci al nonno che il gommone era marcito e è andato. Dicci al papà che i soldi che aveva messo nel barrattolo del grasso li ho presi io e appena ci riesco glieli do indietro, ma senza interessi.
Il capo della isola ha detto che posso stare qua, che grande e grosso come sono vado bene per fare un tipo di esercito, insomma devo stare attento che non vengano su dei pericoli e alla fine di ogni mese mi paga. Dicci al nonno che la sua pistola della guerra ce la ho io, in prestito, che per fare il mercenario mi serviva.
Salutami il cane e mandami un pacco con delle mutande e le camicie mimmetiche e anche dei pantaloni e delle calze, ma senza buchi. E anche dei confetti Falcui.
Grazie. Intanto che aspetto il pacco ti dico una cosa molto bella: che vado a scuola. Posso andarci anche se ò 30 anni perché la maestra dice che non è mai troppo tardi però non so dove vede che ore sono perché non cè un orologio in classe.
Tuo figlio Ercole Bui
***
Ciao Ercole sono la mamma che scrive.
Disgraziato. E non dico altro che il prete non vuole che dico parolacce.
Non ti mando un bel niente, sempre a me tocca lavare, stirare, cucire e voi uomini vi piace farvi servire. Hai i soldi e allora compratele le mutande, per te ci vuole la cuinta e anche il lassativo. Il nonno ha detto che vuole un gommone nuovo di pacca, arancione. Tuo padre dice che dei soldi non ne sa niente, ma io lo so che c’erano e sono contenta così adesso vino e puttanne zero al cuoto.
Ho letto sul giornale della tua isola e meno male che ho paura del mare perché se no vengo lì e quello che non ti sei fatto col gommone te lo faccio io col battipanni. Sei fortunato che i Carabinieri stanno attenti.
Sono contenta che vai a scuola e spero che la maestra abbia tanta ma tanta pazienza, non come la maestra Rosa, pace all’anima sua. Impara le operazioni così non ti fregano col resto quando vai a fare la spesa.
Non posso spedirti il pacco, che ho cambiato idea, perché in posta il postino mi ha detto che i Carabinieri gli hanno detto che non possono dartelo. Lo tengo in casa per quando le cose si mettono a posto. Stai attento a non fare la guerra, che in paese dicono che sulla tua isola ci sono i russi, pericolosi.
Il cane che sta benone e il nonno ti saluta, il papà ha detto di no. Ricordai quando vai in bagno di aprire la finestra, che non la fai mica profumata. Ti dico anche che sono nati 12 conigli, che tocca a me curare visto che te non ci sei.
Firmato la mamma
***
Cara mamma
La maestra si chiama Sofia, e ha una stanza dove insegna le cose tipo italiano, ritmetica, geografia e una cosa che mi pare sperandio. Io ci vado dopo pranzo, ci sono tanti libri e anche una ciclopedia. Siccome che sono testone ieri con le tabelline lò fatta arrabbiare e mi ha messo dietro la lavagna ma visto che la lavagna non cè ancora mi ha chiuso in bagno. Ma io ero contento lo stesso perché in bagno ho nascosto dei giornali speciali che tu non devi sapere.
Il lavoro di mercenario va bene, non ci sono grane.
Intanto che aspetto il pacco salutami il nonno, il cane e il papà
Sotto, sul mare, ci sono tante barche con i carabinnieri, la polizia, ma non fanno la guerra e non sparano. Intanto faccio la guardia alla banca del signor Gino, anche lui viene a scuola ma è più bravo e mi fa copiare.
Ercole
***
Cara mamma,
ti scrivo mentre che sono in bagno, che è tutto mio. Ora l’intestino è a posto ma mi piace stare qui a scrivere perché c’è silenzio, fuori ci sono i carabinieri, i soldati e io che sono mercenario devo stare nascosto, che se sanno che ciò una pistola mi mettono in galera. A scuola vado benino, però la maestra lo sperandio non me lo insegna, dice che è troppo difficile per me.
Cara mamma ti dico una cosa ma non dirla al papà. La maestra mi piace molto ma molto, più della Rina e lei diventa tutta rossa quando ci porto i quaderni da correggere, che va nel suo bagno a controllare, perché dice che ci vuole molta calma con i miei compiti.
Si vede che il mare da fastidio a tutti, che sono sempre chiusi in bagno e non rispondono subito se busso alla porta per sapere se va tutto bene.
Per il pacco fa niente.
ciao tuo figlio Ercole Bui.
 
Paola: i signori Bui si sono trasferiti alcuni anni dopo, pare che del figlio abbiano avuto pochissime notizie: si era sposato con un’insegnante e si erano trasferiti nella ex Jugoslavia.
 
****
Da Dora Saporiti a Sofia Toppi
 
Cara Sofia, ti scrivo dall’Isola delle Rose, dove come tu sai ci volevamo trasferire io e Zeno. Ma Zeno ha cambiato idea ed è tornato a casa. Fa niente, è un bambinone. Se lo vedi, digli che il suo parrucchino è rimasto impigliato in un gancio, mente saliva sulla barca: una signora l’ha scambiato per un topo e immagina tu la scena.
Intanto ti dico di una bella novità: il presidente, quando ha saputo che conosco un po’ l’esperanto e che sono maestra, mi ha incaricato di gestire la scuola. Una scuola tutta mia! Dio che gioia! Ora di bambini non ce ne sono, ma intanto posso fare pratica con il sig. Gino, che è il direttore della banca, e con Ercole, un tipo che è arrivato qui con l’idea di fare il mercenario. Tutto muscoli, poco cervello e timido. Sai che roba come soldato!
Mi sono sistemata bene, ho una bella camera con un cucinino, e un bagno tutto per me! Altro che i turni con mammà e con Zeno: adesso posso starci tutto il tempo che voglio. C’è anche un bel tavolino da toeletta, ma penso che lo userò da scrittoio. Lo so che è strano, ma dopo tanto tempo che in bagno ci potevo stare si è no dieci minuti, ora me lo voglio proprio godere.
Dovresti, per favore, farti dare da Zeno i miei quaderni di esperanto, le mie riviste per maestre e la scatola con le lettere dell’alfabeto, i gessi ecc. che avevamo preparato.
Con affetto Dora
Isola delle Rose 3.5.68
***
Cara Dora, come sono contenta per te. Però sono anche preoccupata: alla tele dicono che sull’isola delle Rose forse ci sono i russi con i missili (mio fratello dice invece che ci sono i night con le donne nude), e che forse vi arrestano. Mi raccomando, stai attenta, chiuditi bene in camera e non aprire a nessuno.
Tua suocera ha buttato via tutte le cose che mi hai chiesto, ma un po’ te le compro io, anzi per Natale ti regalo l’abbonamento a una delle tue riviste. Mammà ha comprato subito a Zeno un parrucchino nuovo, solo che hanno sbagliato il colore e glielo hanno fatto biondo. Da morire dal ridere.
Per favore mi mandi qualche francobollo per mio fratello, che fa la raccolta?
Un bacio Sofia
***
Cara Sofia,
purtroppo ci sono problemi per ricevere pacchi e riviste, quindi mi sto arrangiando con quello che c’era già qui: tanti libri, persino l’enciclopedia “Conoscere”, l’ultima edizione che avevo anch’io. La scuola sarà davvero carina quando avrò tutto l’occorrente, ma con solo due allievi, adulti peraltro, non ci sono grossi problemi. Ho tutto il tempo per studiare anch’io e preparare i programmi di studio per i due “scolari”.
Gino è molto bravo, a lui insegno solo l’esperanto, ma Ercole è una tragedia! Testone che non ti dico, però mi fa tenerezza quando mi porta i quaderni da controllare. Li correggo di sera, nel mio studio (in bagno) perché ci vuole molta calma, e un bel bagno caldo con del sapone profumato mi aiuta molto. Sono riuscita a cucirmi delle belle tendine, perché ci sono un sacco di giornalisti che fanno le foto, anche dagli elicotteri.
C’è molta confusione e il bagno è più tranquillo che non in camera.
Tua amica Dora
***
Cara Dora
ti scrivo anche se in Posta mi hanno detto che per adesso non vi consegnano la posta.
Zeno sta bene, se ti interessa, e sta comprando di nascosto quaderni, pastelli e da suo cugino Pino, il bidello, ha avuto anche qualche sussidiario che le maestre buttavano. Meglio di niente. Sui giornali dicono che vi faranno sgombrare e che forse andrete in prigione. Io comunque tutti i giorni passo sul lungomare e ti mando un saluto.
Mi raccomando col mercenario, se ne sentono tante.
La tua amica
***
Cara Sofia
sperando che prima o poi tu possa leggere le mie lettere, ti informo che sto bene e che la scuola va benone, faccio un sacco di esperienza e pensa che anche il Capo dell’Isola forse verrà a farsi dare lezioni di esperanto. Che emozione! Ieri Ercole per la prima volta non ha fatto nessun errore nel dettato ed era tanto contento che mi sono messa a piangere, però in bagno: una maestra non deve farsi vedere in certi momenti. Poi sulla cattedra ho trovato un pacchettino con dentro un portachiavi a forma di rosa. Indovina chi me lo ha regalato?
Sono contenta che Zeno stia bene. Digli di trovarsi un avvocato che voglio la separazione.
Dora
* * *
Cara Sofia
Forse questa è l’ultima lettera dall’Isola delle Rose: non so quando ma dovremo sgombrare perché il progetto purtroppo pare non possa andare avanti, per problemi politici, di sicurezza nazionale, come se una manciata di persone possono essere pericolose. Peccato, l’idea di un posto senza regole assurde, senza burocrazia, dove ricominciare mi aveva dato il coraggio di chiedere la separazione. Ercole mi ha chiesto di sposarlo: lo so che è un uomo molto semplice, ma mica ritardato e gli ho detto di sì. Forse mi porterà dai suoi, ma poi casa per conto nostro, basta suocere. Qui saremmo stati proprio bene: io con la scuola, lui guardia giurata, altro non ci serviva. Magari un paio di bambini.
Intanto vediamo cosa succede.
Sperando di rivederti presto
Dora
20.6.68
Dora ed Ercole si sposarono nel 1972 e si trasferirono a Umago, nell’attuale Croazia.
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Messaggio Da Byron.RN Sab Giu 12, 2021 12:46 pm

Ecco un altro pezzo che parla dell'Isola delle Rose, e, come detto per l'altro, un racconto che abbia la mia città sullo sfondo non può che farmi piacere.
Il pezzo è davvero molto gustoso, scritto bene, costruito bene e pure divertente.
Ho trovato un refuso: quando Ercole scrive a casa e dice che la sua maestra all'isola si chiama Sofia. Dalle lettere successive il nome della maestra dovrebbe essere Dora, Sofia è l'amica.
Se ti devo fare le pulci posso dire che forse hai voluto essere troppo divertente, troppo esagerato: il cassiere capo Gino che si accusa di appropriazione indebito mettendolo nero su bianco, la moglie del direttore di banca che appare troppo ingenua o svampita, i riferimenti di Dora al parrucchino del marito, ecc. E poi c'è il bagno, onnipresente, forse troppo. Forse metterlo dappertutto depotenzia un pò, paradossalmente la sua valenza.
Le lettere più naturali, meno calcate, mi sembrano quelle fra Ercole e la madre, condite con errori grammaticali e storpiature di nomi decisamente plausibili.
Comunque, ti ho fatto le pulci, perché il tuo pezzo mi è davvero piaciuto molto.
Forse(e mi ripeto) hai voluto calcare troppo la mano, essere troppo simpatico e esagerato, perdendo leggermente di vista equilibrio e naturalezza.
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Messaggio Da Fante Scelto Sab Giu 12, 2021 2:03 pm

Ma che bella storia. Veramente.
Non conoscevo questo bizzarro episodio che in effetti un po' fa sorridere e un po' mi turba per tutti gli annessi e connessi.
Tra l'altro dalle foto l'isola sembra veramente piccola, non oso immaginare vivere là sopra in 20 o 30 persone.
Secondo me hai saputo ricostruire questi scambi epistolari in maniera perfetta. Oltre all'espediente dell'avvocato e della giornalista, le vicende degli altri personaggi sono tratteggiate con poche pennellate del tutto sufficienti a inquadrare chi erano e cosa facevano lì, sull'isola.
C'è del vero o li hai inventati di sana pianta?

Mi è piaciuto moltissimo come hai saputo caratterizzare ogni voce scrivente con una sua personalità e delle sue caratteristiche ben precise, persino con gli errori ortografici.
Pur nella brevità, ogni storia trova comunque la sua conclusione grazie alle note finali dell'avvocato.

L'unico aspetto che non mi ha convinto tantissimo è la figura di Ercole come mercenario. Cioè, nell'immaginario di uno stato con pretese di indipendenza non è logico chiamare "mercenario" qualcuno che è stato scritturato per la propria difesa, sarebbe stato più appropriato poliziotto o  guardia giurata, quale Ercole in effetti qua e là viene nominato.
E' un po' forzato dai paletti del concorso.

Ti segnalo altresì che l'avvocato è chiamato Resti nel primo rigo e Presti alla fine della lettera.

A parte questo aspetto del mercenario, il racconto mi è piaciuto moltissimo, complice uno stile di scrittura eccellente e la caratterizzazione perfetta di storia e personaggi.
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Messaggio Da Petunia Dom Giu 13, 2021 2:15 pm

Ciao Autor

Anche nel tuo caso usi un espediente del “presente” per parlare del passato. In un altro racconto ho già commentato che questa cosa non mi convince molto per quanto riguarda il requisito di temporalità richiesto. 
A ogni modo il racconto si fa apprezzare per la scelta del soggetto e per come lo hai impostato.
Non altrettanto riesco ad apprezzare il contenuto delle varie missive. C’è una vena pseudo-umoristica che non mi piace molto. Ad esempio la storia dello strozzino e dell’incidente occorso allo sprovveduto bancario. Ma più o meno questa falsariga di semi umorismo attraversa tutto il testo e, personalmente, trovo che gli conferisca un’aura tutt’altro che veritiera. 
Tipo questo passaggio:
appartamento al sig. Tozzi, lei sa perché e percome, e anche il mio negozio di profumi, col mutuo, poi saremo senza casa. E Ugo avrà bisogno anche della dentiera, ma i dentisti sono molto

Ciò è solo una questione di gusto personale. Per me la storia che hai scelto è validissima come idea e anche ben scritta, per cui ti faccio i complimenti. È solo quella vena di umorismo non ce la vedo proprio, mi pare che “mandi in vacca” come si dice in teatro, un buon lavoro.
Ti segnalo un passaggio dove, forse, manca qualcosa:
protesta verso il “sistema”: oggi mi solo sorridere
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Messaggio Da Antonio Borghesi Dom Giu 13, 2021 6:21 pm

Decisamente interessante questa storia riferita all'Isola delle Rose che mi ha riportato a galla dei ricordi personali. Se non fossi stato in Spagna per lavoro mi sarebbe piaciuto mettere piede su quella piattaforma. Ho fatto un po' di fatica a vedere una certa realtà nel tuo racconto abbastanza ben scritto. Vari refusi che una seconda lettura in bagno avrebbero potuto sparire. L'idea di collegare tutto con le varie lettere mi à sembrata la parte più interessante. I loro contenuti, dovevi senz'altro farlo, sono forzatamente pretestuosi. Quelle del mercenario con gli errori sono  le migliori. Grazie per il ricordo.
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Messaggio Da Arianna 2016 Mer Giu 16, 2021 10:49 pm

Ti ringrazio per avermi fatto conoscere questa stranissima e interessante storia, tra l’altro ambientata nel mare proprio davanti alla nostra riviera.
Ho guardato un po’ su internet e credo di avere capito che, pur mantenendo gli elementi storici realmente accaduti, i personaggi siano di tua invenzione.
Mi è piaciuta la tua costruzione narrativa: con il primo scambio di lettere hai inquadrato le vicende e hai spiegato da dove arrivino le lettere che seguono, poi hai introdotto in modo progressivo i personaggi, che hanno ognuno sia una storia a sé che una storia che si intreccia con quelle degli altri.
Lo scambio di lettere che mi è piaciuto di più e mi sembra funzioni meglio è quello tra Ercole e la mamma: l’ho trovato spassosissimo.
Mi chiedo però perché tu abbia voluto inserire a forza l’elemento del “mercenario”, che io ho trovato stiracchiato: non ne avevi bisogno, avevi già il bancario, e il fatto che Ercole sia il “mercenario” non ha importanza ai fini della relazione con Dora.
I paletti ci sono, anche se, sinceramente, fingere che tutti scrivano nel bagno, se da una parte è un elemento umoristico interessante, dall’altra l’ho percepito un po’ troppo forzato.
Per par condicio, dato che l’ho scritto anche in un altro commento, ti segnalo che “di’” imperativo si scrive con l’apostrofo e non con l’accento.
Ti faccio davvero tanti complimenti per l’inventiva. Ultima cosa: bel titolo!
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Messaggio Da digitoergosum Mer Giu 16, 2021 11:36 pm

Ma grazie! Ma veramente! Mi sono scompisciato dalle risate. (omissis) le pulci, ma chemmefrega! Sono a un terzo dei racconti, non posso prometterti nulla, ma difficilmente non rientrerai tra i miei primi cinque. Sto ancora ridendo.
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Messaggio Da CharAznable Gio Giu 17, 2021 9:51 am

Un raccolto davvero molto bello e con una tematica interessante sviluppata in modo decisamente originale. La missiva introduttiva l'ho trovata abbastnza farraginosa e con qualche passaggio non proprio lineare. Poi il racconto inizia a "correre" e a prendermi maggiormente con le lettere del 68, più fresche e naturali, con errori volutamente credibili.
Nel complesso un ottimo lavoro.
Complimenti
Grazie.

______________________________________________________

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Messaggio Da Ospite Gio Giu 17, 2021 10:26 pm

Troppo forte, autore, sei un comico nato.
L'idea del doppione l'ho abbandonata subito, il tuo racconto è la cosa più divertente del contest.
Errori non c'è ne sono, e pure farei finta di non vederli.
Sei proprio bravo.
Alla prossima rilettura, per ora mi hai fatto perdere la rete dell'Olanda. Ma per te perderei pure quella dell'Italia.
Un abbraccio.

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Messaggio Da Danilo Nucci Gio Giu 17, 2021 11:22 pm

Comincio dal titolo. Poteva essere benissimo un buon titolo di una raccolta di poesie molto tristi di qualche poeta o poetessa esordiente. Sapevo che non avrei letto poesie ma mi aspettavo comunque un contenuto serio, impegnato e triste, triste proprio come povere parole che naufragano. Sono rimasto spiazzato e sorpreso, cosa che ha accentuato gli aspetti umoristici e comici del testo.
Mi ha meravigliato molto il fatto di non ricordarmi la storia dell’Isola delle Rose, eppure all’epoca ero al primo anno di università e la vicenda deve aver destato allora un certo scalpore.
Ho apprezzato molto la vivacità degli scambi epistolari che in realtà diventano piccoli monologhi, visto che nessun destinatario riceve la lettera del mittente.
Lo scambio iniziale si svolge ai nostri giorni e non nel periodo richiesto, ma la maggior parte delle lettere è del maggio 1968, come richiesto.
Il racconto ha momenti veramente comici, ma in altri ho notato una certa forzatura, come nel brano in cui si storpiano le parole (ritmetica, sperandio, ciclopedia, ecc.), espedienti che sono un po’ da avanspettacolo di altri tempi, ma nel complesso mi sono divertito molto a leggerlo.
Segnalo l’Avv.Resti che diventa Presti.
Anche qui come in altri, il bagno non si amalgama molto bene nella storia.      
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Messaggio Da FedericoChiesa Ven Giu 18, 2021 12:02 am

Caro autore,
un racconto divertente, forse troppo in certi punti.
Però se lo si gusta così, senza troppe pretese, fa ridere: d'altronde la lettura serve anche a svagarsi!
Alcuni personaggi sono troppo caricaturati, ma ci stanno, nello stile che hai scelto per il racconto.
Per cui alla fine per me è un bel si.

P.S. Un piccolo refuso, solo se vorrai rimetterlo a posto: oggi mi solo sorridere, ma all’epoca mi sentii molto cospiratore.
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Messaggio Da Susanna Ven Giu 18, 2021 6:25 pm

Poiché nel ’68 avevo undici anni, di quel periodo mi è rimasto solo qualche vago ricordo dei telegiornali dell’epoca – i quotidiani erano un lusso in una famiglia operaia -  e più che altro legati ai disordini che avevano caratterizzato il maggio ’68, nonostante all’epoca abitassi alle porte di Pavia, città universitaria per eccellenza.
Ma dell’Isola delle Rose ho saputo solo dopo aver fatto qualche ricerca dopo aver letto questo racconto.
Prendo per buono l’escamotage della lettera dell’Avvocato per delineare il periodo scelto. Qualcosa da sfrondare per alleggerire.
L’aut* ha inserito il bagno come “stanza rifugio”: capita anche nella realtà di chiudersi in bagno per un bel pianto, per una telefonata privatissima, per stare un attimo in pace. Per pensare a come cavolo far entrare decentemente un bagno in un racconto.
Dall’unica foto della piattaforma che ho trovato, probabilmente c’era poco spazio per tutti e il bagno sopperiva alla necessità di una moderna privacy.
I personaggi li ho visti comunque tutti avulsi dal periodo storico che si stava vivendo un po’ dappertutto: forse l’aut* ha considerato che il desiderio/la possibilità di una vita nuova rapportato nel racconto al brevissimo  periodo di vita della micronazione rendesse il resto “ignorabile”. Il loro futuro lo vedevano già diverso.
Il bancario è un semi Robin Hood: un furto per un po’ di giustizia, anche per sé stesso, con una minima utilità per la comunità. Una banca serve sempre, prima o poi.
La maestra mi ha fatto sorridere: quasi un gioco per lei insegnare. E abbiamo la scuola.
Il mercenario: ecco qui mi sono un po’ bloccata, forse per l’idea che mi sono fatta del mercenario classico.
Qui abbiamo un ragazzone (nonostante l’età) senza un gran futuro, magari avrà letto dei mercenari impegnati in qualche conflitto sparso per il mondo, o in qualche fumetto o in un racconto del nonno e vai con l’idea di diventarlo, salvo poi finire a fare la guardia giurata o sostituirà una banale ronda.
Sulle lettere non ho molto da dire: l’aut* ha cercato di darne uno stile diverso per ciascun mittente, come succede nella realtà della corrispondenza. In certi errori di Ercole ho rivisto il mio nonnino, che scriveva ò al posto di ho: aveva fatto solo la seconda elementare! La mia maestra mi aveva detto che tanto tempo prima non era proprio un errore, ma lei non lo avrebbe accettato.
I refusi sono già stati segnalati, sarebbe bastata una rilettura attenta.
Il tono leggero ci può stare: chi non ha sognato almeno una volta di cambiare vita, magari non su una piattaforma in mezzo al mare, ma... l'utopia esiste.

______________________________________________________
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Messaggio Da Ospite Dom Giu 20, 2021 1:46 pm

Per non fare figuracce, come spesso mi è capitato, su una pagina a parte sto segnando i racconti che voterò.
Mi sono piaciuti quasi tutti, e in ultimo farei confusione.
Segnato.

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Messaggio Da paluca66 Dom Giu 20, 2021 10:13 pm

Secondo racconto che leggo in questo step con riferimento alla storia dell'Isola delle Rose di cui ho visto qualche mese fa il simpatico film con il bravissimo Elio Germano.
In questo racconto la partenza esce un po' dal seminato in quanto una buona fetta dello scritto si svolge ai giorni nostri, ma il discorso è sempre il medesimo, il racconto è stato ammesso per cui per me va benissimo e al massimo potrà essere un punto da prendere in considerazione nella mia valutazione finale.
Il racconto è scritto bene, la parte migliore è quella delle lettere tra Ercole e la mamma anche se a un certo punto ti sei fatt* prendere la mano forse esagerando un pochino con la sgrammaticatura.
Le altre lettere sempre molto umoristiche colpiscono un po' meno il lettore e tra l'altro ti segnalo un refuso (a meno che l'errore non sia voluto, in questo sei stat* molt* brav* a instillare il dubbio) 
ma intanto posso fare pratica con il sig. Gino, che è il direttore della banca
Gino non è il direttore della banca.
Nel complesso un buon lavoro anche se, mi dispiace scriverlo, non penso che riuscirà a entrare in lizza per la mia cinquina (ma c'è ancora tutta la seconda lettura da fare).

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Messaggio Da gipoviani Dom Giu 20, 2021 11:25 pm

Quando finisce questo step non voglio più leggere di gente che scrive lettere chiusa in bagno.
Il racconto ha delle parti interessanti che spesso coincidono con quelle comiche.
Ma al contrario di molti altri non mi ha coinvolto o intrigato più di tanto.
Alla prossima.

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Messaggio Da ImaGiraffe Lun Giu 21, 2021 11:17 am

Ciao Aut*

Hai scritto un racconto particolare e originale. C'è un alone di assurdità che aleggia su ogni personaggio e ogni azione narrata ma forse è questo il suo bello ma anche il suo brutto. Non so ancora pienamente dove collocarmi, forse se volevi essere ironico e assurdo dovevi spingere ancor di più verso la stranezza. 
la prima lettere non mi è piaciuta sembra spiegare le regole del gioco quindi fa perdere di freschezza. soprattutto perchè si fa riferimento a un evento (il film) contemporaneo quindi fonte di distrazione. Se avessi tralasciato quel prima lettera o l'avessi modificata sarebbe stato più efficace. 
Sono ancora indeciso se mi sia piaciuto molto oppure no, intanto ti faccio i complimenti e ti ringrazio per questa lettura senza ombra di dubbio fresca.

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Un caloroso benvenuto alle persone giunte fino a noi dal futuro. 

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Messaggio Da vivonic Mar Giu 22, 2021 3:30 pm

Dei due racconti sull'Isola delle rose questo è quello che mi è piaciuto di più (non me ne voglia l'altro Autore).
Ero molto restio all'idea che uscisse un film sull'argomento, in quanto ho sempre sentito l'Isola un po' mia, quando da bambino nuotavo fino "agli scogli" (la nostra riviera è particolarmente costellata di scogli che delimitano una sorta di confine balneabile, messi in realtà per limitare l'erosione delle spiagge) per poi fingere che essi fossero la mia Isola, in cui solo ai gabbiani era permesso entrare, e sulla quale portavo chi volevo io. Non riesco a raccontarvi cosa significava andare agli scogli per me bambino, figurarsi se volevo che un regista e degli attori qualunque mutassero i miei ricordi e le mie emozioni infantili.
Invece il film mi è piaciuto un sacco, a tratti mi sono commosso, a tratti incazzato, a tratti restavo sognante.
Sarà per questo che il tuo racconto, Autore, non mi ha fatto ridere per niente. Faccio quasi fatica (quasi) a capire perché diversi amici che commentano si siano ammazzati di risate nel leggere il tuo racconto, che invece a me ha dato le stesse emozioni del film.
Ora, non so se il fatto di aver visto il film così recentemente influisca un po' negativamente sul mio giudizio sul tuo testo, ma forse lo hai visto anche tu e ti sei inchiodato troppo su quella narrazione; invece, se non l'hai visto, hai riprodotto bene certe immagini (ma non è comunque un punto a favore, perché manca il guizzo creativo che fa la differenza).
Ti dico che il racconto è scritto bene (molto), che i paletti sono centrati e giustificati e che non ho molte considerazioni da fare, se non questa: quando ho letto il tuo racconto, ho avuto un sussulto! Non avevo minimamente collegato il maggio 1968 alla mia Isola delle Rose, e mi sono proprio chiesto come avessi potuto! Poi ho letto anche l'altro racconto e, come Byron, sono stato davvero felice che abbiate voluto ricordare i bizzarri avvenimenti di quel lontano maggio. 
Ultimamente mi faccio prendere troppo spesso dalla malinconia. 
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link], che ha un abbraccio sempre per tutti, non me ne priverà se gliene chiedo uno qui, in calce al tuo racconto, che ha fatto sorridere tutti e invece a me ha messo addosso una tristezza ineffabile. E magari me ne darai uno anche tu, amico Autore.
Perché sei stato per me un po' come Charlotte: tante risate, sì, ma quanta malinconia...
Complimenti, e grazie.

______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Messaggio Da Arunachala Mar Giu 22, 2021 5:20 pm

sono piuttosto combattuto.
la storia è ben esposta, nonostante i vari refusi, e narra parte di un episodio che, onestamente, non ricordavo.
le lettere sono abbastanza veritiere, come scrittura, con descrizioni semplici.
però c'è qualcosa che non mi soddisfa del tutto.
è vero che alcuni passaggi fanno sorridere, ma alla fine non mi pare che da ridere ci sia molto, anzi, direi l'opposto.
buona l'idea di collegare il 68 a questa repubblica, certamente originale.

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Messaggio Da Hellionor Gio Giu 24, 2021 12:13 pm

Un racconto molto interessante, brav autor.
Non conoscevo questo avvenimento legato all'isola delle Rose e già scoprirlo mi ha affascinata.
La storia ha intenti comici e si sentono, fa ridere e sorridere m anche riflettere sull'animo umano.
Gli autori delle lettere prendono coraggio di vivere e di troncare situazioni che erano pesanti da tempo grazie a questa "occupazione", e lo trovo davvero verosimile come atteggiamento.
La lettera iniziale di presentazione la sfoltirei un po', le spiegazioni sul periodo sono di troppo, secondo me, visto che l'avvocato sta scrivendo a chi è già a conoscenza, ampiamente, dell'argomento. Taglierei un po'.
Resta un testo molto interessante, che di certo un po' risente dei paletti imposti, ma che riesce a raccontare in maniera stuzzicante un evento reale.

Brav.
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Messaggio Da Molli Redigano Gio Giu 24, 2021 5:04 pm

Ti segnalo (forse l'ha già fatto qualcun altro), due imprecisioni nella prima lettera, tra l'altro ravvicinate:

"ma dopo un paio di giorni arrivarono disposizioni dall’alto di trattenere tale corrispondenza, in attesa dell’evolversi della situazione"


Manca il . alla fine della frase.




"Fu allora che attuai la mia personale protesta verso il “sistema”: oggi mi solo sorridere"



"Fu allora che attuai la mia personale protesta verso il “sistema”: oggi mi fa solo sorridere"





Inoltre, non so se è una svista (non credo) ma ti segnalo, visto che si parla di cose del passato, questo particolare nella risposta di Paola all'avvocato Resti / Presti (tra l'altro l'abbreviazione è Avv.to e non Avvo.to. Ma andava bene anche Avv.):


"Tenterò la strada del romanzo breve e, ne stia certo, La verrò a trovare e col suo prezioso aiuto ricostruirò l’atmosfera sessantottina vista da uno studente-lavoratore."



Meglio "vissuta da" che "vista da", secondo me.




Dico subito una cosa: Paola, nel ricevere il materiale, non mi è sembrata molto entusiasta. Eppure ciò che ha per le mani ha una potenzialità narrativa mica da ridere. E si limita a dire che tenterà la strada del romanzo breve. Perciò mi aspettavo, dopo aver letto le corrispondenze, che Paola ci dicesse cosa avesse prodotto. E invece no. Pace.


Trovo che l'idea sia molto originale. Il secondo racconto su questa fantomatica isola delle Rose e sui suoi 55 giorni d'indipendenza. Ho una altro buon motivo per andare a documentarmi. 
Ho particolarmente apprezzato le lettere tra Ercole e la mamma. Mossa molto intelligente quella di scriverle sgrammaticate come Ercole avrebbe fatto. Anche perché, e non è poco, permettono al lettore di conoscere ancor meglio il personaggio. Il quale non può non risultare simpatico nella sua genuina ignoranza. 


Interessante, ancorché meno "potente" a mio avviso, la corrispondenza tra la maestra Dora e l'amica Sofia che dal lungo mare di Rimini le manda un saluto. Emerge secondo me la vera amicizia, poiché Sofia non giudica mai l'amica per quello che sta facendo, anzi la supporta. Lo sapevo già, ma mi è ritornato ancora in mente come io non abbia mai conosciuto la vera amicizia. Anzi no, perché qui siete tutti miei amici, anche se non vi conosco di persona.


Interessante, e chiudo, l'aspetto della "corrispondenza bloccata" all'epoca dei fatti, per cui le lettere emergono soltanto successivamente, dopo molti anni. Un'ingerenza dello Stato bella e buona. Mi fermo qui, perché ho il cellulare in tasca e magari mi sentono.

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Messaggio Da Resdei Gio Giu 24, 2021 10:02 pm

ciao
La parte che mi è piaciuta meno è proprio la parte iniziale, la lettera dell’avvocato che spiega tanto ma non aggiunge molto.
Ho capito che dovevi costruire una storia intorno alle lettere ritrovate, spiegare e giustificare la loro presenza, e questo ci sta, ma avrei sfoltito parecchio.
Anche perché le lettere vere e proprie sono sufficienti per fornire tutte le informazioni.
È proprio quelle che ho trovate perfette, credibili con i tanti personaggi, così ben caratterizzati che ti sembra quasi di conoscerli.
È proprio in quelle hai dato il meglio di te.
Un po' debole la figura di Ercole come mercenario, hai voluto strafare, perché avevi inserito già il banchiere, credo.
In conclusione, il tuo è un buon lavoro.
Non mi è piaciuto moltissimo il titolo. 
Gusti.
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Messaggio Da miichiiiiiiiiiii Dom Giu 27, 2021 6:02 pm

A quanto pare solo io non ho mai sentito parlare dell'Isola delle Rose, ma appena sicuramente finirò di commentare tutti i racconti farò qualche ricerca.
Per quanto riguarda il tuo racconto posso dirti che hai sicuramente centrato il genere e i paletti richiesti, ma non lo so... non mi piacciono alcune parti, che sembrano un po' insensate, come il dipendente che ruba tutti quei soldi e la moglie che gli scrive.
Il titolo invece, secondo me, era più adatto a una storia più tempestosa, più passionale...
Ma comunque non è male nel complesso.
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Messaggio Da gdiluna Dom Giu 27, 2021 7:36 pm

Ho vissuto il periodo dell'Isola delle Rose e, come tanti diciottenni di allora in cerca di un qualcosa, per un attimo ho pensato di emigrarvi. Recentemente ho visto il film, adesso ho letto il tuo racconto. Entrambi sposano la versione dell’avventura inconsapevole piuttosto che quella dell’utopia rivoluzionaria. Non so quale sia la verità ma il tuo racconto ne da una rappresentazione più credibile di quella del film e penso che sia di per sé un grande successo. Forse l’umorismo degli scambi è un po’ forzato, la storia del bancario e dei suoi interlocutori davvero poco credibile come la storia tra la maestra e il “mercenario”. Come in molti dei racconti letti in questo step faccio fatica a giustificare la mia percezione: mi è sembrata una buona idea, scritta bene, molto migliorabile nello sviluppo ma non mi ha preso (e neanche particolarmente divertito). Forse era davvero molto complicato districarsi tra i paletti!
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Messaggio Da caipiroska Lun Giu 28, 2021 1:19 am

L'idea dietro questo racconto epistolare è molto valida e accattivante, ma credo che la struttura che dovrebbe sostenere tutta la storia sia un pò traballante.
A una prima lettura mi ha disturbato il fatto di non aver capito subito dove finisse la corrispondenza attuale con quella dei reperti recuperati: dopo lo scambio epistolare tra l'avvocato e la giornalista avrei preferito trovare qualcosa che mi mettesse nella giusta direzione per capire cosa avrei letto (per esempio: Reperto n.1 con relative risposte, o qualcosa di simile...).
L'avvocato Presti asserisce che, a parte la prima, le altre missive non ottennero risposta perchè vennero sequestrate, mentre successivamente, oltre alla storia di Gino Zambri, possiamo leggere  anche quella di Ercole con la mamma e i Dora con Sofia.

Il testo in generale, suscita in me reazioni contrastanti: da una parte mi sono molto piaciute le storie di quei sognatori che hai deciso di raccontare, dall'altra la forzata vena caricaturale e un pò macchiettistica che hai deciso di dare loro, smorza un pò l'idea (anzi, forse la svilisce anche un pò...) di questi sognatori che avevano scelto d'imbattersi in questa nuova avventura (sembrano un gruppo di sfigati...).
Dalle varie voci, molto ben delineate, si percepisce la voglia di cambiare vita e di darsi nuove opportunità, ma forse hai calcato troppo la mano sul lato comico della questione, quando in realtà, forse, erano solo dei disperati sognatori (anche se dalle poche cose che sono riuscita a trovare in rete, mi sono fatta un'idea un pò diversa sulla questione, perchè sembravano invece persone molto decise, organizzate e che sapevano bene cosa volevano).
Bella e originale l'idea, ben scritto il testo e azzeccate le varie voci, ma è quella vena comica e grottesca che non mi convince del tutto.
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Messaggio Da Akimizu Lun Giu 28, 2021 10:43 am

Con motivazioni ed esiti diversi anche noi qui in Sardegna abbiamo avuto la nostra isola delle rose. Nel 2008 Doddore Meloni proclama la nascita della Repubblica di Malu Entu, un'isola al largo della penisola del Sinis. Le due cose ripeto non sono paragonabili, ma inevitabilmente, dato che ho conosciuto personalmente Doddore, che era di Terralba, il paese di mia madre, ho avuto un rimando continuo alla sua storia. Erano altri tempi, pensa che dopo lo sgombero dell'isola di Malu Entu, tra i capi d'imputazione ricevuti, agli indipendentisti è stato contestato lo smaltimento illegale di rifiuti. E addio poesia e rivoluzione. Anche in questo a testo a dirla tutta poesia e rivoluzione sono molto ai margini, perché seppelliti da un'ironia potente e dissacrante, che, a meno tu non sia Viv che ha i suoi motivi giovanili, non possono che farti sorridere e poco altro. Due secondo me sono le cose migliorabili in questo testo: la prima è l'inserimento di elementi più malinconico, che ti facciano sospirare tipo ah gli anni sessanta come si rideva e quanta nostalgia, ma anche quante speranze disattese. L'altra è la lunga introduzione dell'avv. che sinceramente poteva essere ridotta a un telegramma di presentazione delle lettere e stop.
Detto questo ti faccio i miei sinceri complimenti perché questa è stata una delle letture migliori dello step, quindi ti ringrazio di cuore.
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