Girotondo (il rosso e il falso)

Un girotondo di pagliacci, intorno 
alla carcassa spigolosa e triste 
d’un cingolato.  Esplodono risate
 fameliche e sfottenti e gli stivali 
s’abbattono con forza sul terreno 
al ritmo di due pifferi e un tamburo. 
Loro son forti e svegli e sanno tutto: 
lo sanno bene che non è il tramonto 
ad arrossare l’aria all’orizzonte; 
lo sanno che non son stelle cadenti 
i graffi luminosi sulla notte. 
E sanno che non è l’autunno a dare 
color granata all’erba violentata.  
          Riflesso cremisi dell’alba ai vetri, 
          e tu, gli occhi sbarrati e il fiato corto, 
          confuso in echi che non son di tuoni, 
          li guardi e ancora attendi di sapere 
          che giostra ti darà l’ultimo giro.

Non è il solito manifesto contro la guerra, è qualcosa di più, molto di più. L'ho capito da quello sguardo atterrito, da quegli occhi sorpresi. e indifesi .

Molto bella questa poesia. Non sono in grado di valutare la metrica, per quello ci sono dei veri esperti fra di noi e sono sicura che sapranno anche dare valore al lavoro di composizione che di sicuro c’è dietro a questi versi.
Nonostante si avverta lo studio e la ricerca, lo scritto non risulta artificioso e regala alcune immagini molto riuscite. (Terribile l’accostamento delle stelle cadenti con le scie delle bombe, immagino). Di certo siamo di fronte a una penna matura.
Mi è piaciuta.

Anch'io, come @Petunia , lascio agli esperti la valutazione tecnica di questa e delle altre poesie in gara. Come ho detto in altro post, commenterò per una lettura emozionale.
Da questa poesia mi arriva tanto dolore, tanta paura e alla fine quasi la rassegnazione di non poter la possibilità di sperare in un epilogo diverso.
Possiamo noi solo immaginare cosa significhi questa rassegnazione, dopo il terrore per le brutture vissute, per quelle immagini di uomini e donne che festeggiano la morte di altri uomini e donne.
Si può dire "mi è piaciuta" di un poesia così difficile? Sì, si può dire, con un senso di sgomento perchè penso a chi quello che ci hai raccontato lo sta vivendo.

Brumosa luce che vela lo sguardo ed il cuore. L'anima
rapita dall'umana stizza che non permette l'ascesa verso 
l'alba, rinnovata speranza.

Thea Matera ha scritto:Brumosa luce che vela lo sguardo ed il cuore. L'anima
rapita dall'umana stizza che non permette l'ascesa verso 
l'alba, rinnovata speranza.

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Efficaci la immagine dell'erba e il finale

Ciao,
mi sembra che il tema affrontato sia la guerra,
ci sono richiami che mi fanno pensare a questo.
Versi liberi per esprimere disappunto contro la
stupidità e l'infamia della guerra che continua a mietere morte.

Bella. Descrittiva ma mostrando i sentimenti. Non amo le poesie senza una speranza, ma è un problema mio.

Pur in presenza di immagini accattivanti, la spezzatura in due tronconi del testo non funziona. Paiono due diverse poesie appiccicate a forza.

Ciao, Penna.

Analisi metrica: endecasillabi sciolti raccolti in due strofe di lunghezza diversa. Accenti sempre su sesta o quarta sillaba come piacevano a Dante e Petrarca. Linguaggio contemporaneo, con l'unica licenza poetica di usare "son" al posto di "sono". Punteggiatura presente. Non ci sono rime evidenti. Gli enjambement favoriscono la lettura ritmata senza essere cantilenante. Complimenti.

Le due strofe sono su piani narrativi diversi. Nella prima strofa la voce narrante è focalizzata su dei personaggi chiamati "pagliacci" in terza persona plurale, un coro senza individualità. Idealmente è divisa in due parti: nella prima si scopre che questi personaggi sono soldati che festeggiano per la battaglia vinta. Nella seconda parte si scopre che i soldati forse sono parte di un corpo scelto. Mi è piaciuto molto il contrasto che porta al colpo di scena; una gioia apparentemente ingenua che si rivela invece essere tutt'altro.
La seconda strofa si rivolge a un narratario in seconda persona singolare, che potrebbe essere di genere maschile se "confuso" è appoggiato a "tu" oppure di genere non specificato se "confuso" è appoggiato a "fiato". La costruzione del periodo con un doppio inciso non risolve il dubbio. Statisticamente maschile al 75%.
Il narratario è un soldato nemico dei personaggi della prima strofa, probabilmente l'ultimo sopravvissuto della battaglia e incerto sul proprio destino.
Di tutto il componimento forse la parte più criptica è il titolo. La metafora della giostra per indicare gli eventi di guerra mi è piaciuta molto, un po' meno il girotondo più che altro perché lo ritrovo anche nel titolo.
Complessivamente un ottimo lavoro; questa è la seconda poesia tra quelle che ho già commentato a convincermi sia dal punto di vista metrico che per il contenuto.

Grazie e alla prossima.

Poesia tutta giocata sull'evocare immagini attraverso la loro negazione. il messaggio arriva, ma forse è troppo carico di non detti.

Lo stacco che c'è a 3/4 della poesia è molto netto, a prima lettura ho fatto fatica a digerirlo. Io adoro i clown, ho gioito quando li hai nominati, però la giostra e i pagliacci li categorizzo in due mondi differenti: da una parte il luna park e dall'altra il tendone da circo, in genere i pagliacci non vanno sulle giostre. Quindi, per me, il collegamento è un po' debole. Poi può darsi che io sia troppo pignolo. In ogni caso complimenti, perchè mi ha stimolato e ci ho dovuto riflettere su.

Ciao autore, hai scritto una poesia a mio modesto parere meravigliosa. L'ho riletta più volte solo per il gusto di farlo. L'immagine di questi pagliacci/soldati (resistenti? Poi ti spiego perché) è portentosa. Ho davvero poco da dire. Tranne un dubbio che mi è balenato, magari mi chiarirai qualcosa a fine contest: ho pensato, volendo fare uno sforzo interpretativo e un parallelismo con la guerra (le guerre) in corso ora, che questi pagliacci in realtà festeggino la liberazione da forze occupanti, visto che danzano attorno a un cingolato, e che sono ormai resi folli dalla guerra, visto che conoscono i perché del cielo rosso, del sangue sull'erba, delle scie delle bombe in cielo. A questo punto, in un ulteriore ribaltamento, il protagonista delle ultime strofe che attende la sua sorte, potrebbe essere vittima di un linciaggio sommario, un'esecuzione.
Ancora complimenti, a rileggerci!

Ciao Penna. Mi piace il tuo lavoro? Si. Funziona ma più come prosa che come poesia. Sai dannatamente scrivere bene, d'effetto. Mi piace il sound, l'invenzione, la "fotografia", il messaggio. Ma se togliamo il finale c'è pochino sul mio concetto limitato di poesia. Questo vuole dire che sono combattutissimo ma è probabile che ti terrò in conto per la mia classifica finale.

Se non riusciremo a tradurre il titolo, non capiremo mai questa poesia.
Semplificando, il rosso è il russo, il falso è l'americano, l' europeo che fa combattere gli altri per mettersi in salvo. Questa è solo la mia interpretazione.
Il girotondo è la festa spietata dei combattenti trasformati in spietati indiani sioux che hanno conquistato lo scalpo di un cingolato. Nessuno conosce come finirà. A nessuno interessa come finirà. Quella che conta è la danza, quella danza senza forze, senza pietà.

Una poesia sugli orrori infiniti della guerra scritta in endecasillabi e con gli accenti impeccabili, gli stessi che, come ha detto Achi, piacevano a Dante e Petrarca.
Una poesia sulla guerra costruita per negazioni (“non è il tramonto”; “non son stelle”; ecc.), in riflesso a ciò che è la guerra stessa: la negazione per antonomasia.
Un girotondo di pagliacci famelici (poco importa se oppressori o liberatori) circondati dal rosso (come il sangue che sempre scorre, nonostante le "bombe intelligenti") e dalla falsità (come certe idee di patria ed eroismo che servono solo ad avvelenare gli animi), mentre, da una parte e dall’altra, si continua a morire.
Non credo resti altro da dire.
M.

mah, a me non è piaciuta più di tanto, perdonami.
fortemente retorica, a mio parere, nonostante esponga un dramma incredibile come la guerra.
no, mi spiace, non riesco ad apprezzarla

ciao
Immagini crude e violente. Situazioni di guerra, qualcuno si diverte, o affoga la disperazione
in una risata sguaiata. Luci che non sono lampi, ma bagliori innaturali. Il rumore degli stivali che battono sul terreno rimane nelle orecchie. Per tutto questo e altro che sei riuscito a trasmettere, complimenti.
piaciuta molto.

Non ho potuto fare a meno di pensare al terribile attacco terroristico di Hamas al Rave leggendo questa tua poesia che mi è piaciuta moltissimo per le immagini chiare e terribili della guerra e per come sa arrivare dritta al cuore suscitando emozioni molto forti seppure negative.
Complimenti.

La poesia mi è piaciuta molto. Si presta a svariate interpretazioni, con il titolo che però rimane oscuro.
In effetti il narratario del componimento potrebbe essere un sopravvissuto ad un attacco, che guarda i nemici (o resistenti) festeggiare sui resti dei suoi commilitoni. Ma potrebbe anche essere un civile preso in mezzo, che non parteggia né per i suoi, i festeggianti, nè per il "nemico", ma si sente un estraneo in un conflitto che non lo riguarda.
Un sentimento diffuso laddove chi combatte sono gruppi di potere più che popoli o nazioni.

Non ho granché da dire in termini di forma, perché la poesia si fa leggere bene, a parte forse qualche espressione un po' troppo ricercata, e si lascia visualizzare con una forza espressiva tutta sua.

Ho notato come due registri diversi tra la prima e la seconda strofa: la prima, più lunga, vicina alla prosa, la seconda invece più aulica e poetica.
È una cosa piuttosto evidente.
Alcune immagini sono belle, ma non riesco a individuare bene il contesto.
Ok, sono immagini di guerra, ma chi sono quei pagliacci? Sono gli opinionisti, i tifosi, i giornalisti, quelli che sfruttano la guerra come mezzo di propaganda?
Oppure sono i soldati? Ma i soldati sono solo carne da macello, ubbidiscono agli ordini e tranne alcuni invasati preferirebbero starsene altrove.
Un buon lavoro ma non tutto mi convince pienamente.

Ciao,
la poesia per me deve suscitare emozioni, far vibrare le corde dei sentimenti e indurre alla riflessione e questa tua poesia, racchiudendo tutto ciò, mi ha toccata nel profondo.
Mi piace la potenza dietro le parole che hai scelto per confezionare questa poesia. Credo che ci sia un giusto equilibrio tra detto e non detto: si capisce il contesto, non si capisce chi siano i protagonisti, ma alla fine mi accorgo che questo dato non è così importante per me perchè traspare tutta la follia esaltata e la cupa rassegnazione di ciò che hai descritto. E questo brivido mi basta e mi appaga.
Terribilmente tristi e vere le metafore che scegli e le immagini che ci mostri.
Terribilmente reale tutta la poesia.
Mi piace il tono disincantato, la volontà di descrivere lo squallore e la follia dell'argomento trattato; mi piace infine il finale senza speranza diretto nell'unica direzione verso cui marcia una guerra: morte e distruzione.
La scelta del rientro la percepisco come la volontà di sottolineare un cambio di registro, come per esaltare l'ultimo capoverso: non ne avverto la necessità in quanto per me la parte descrittiva e quella riflessiva si completano a vicenda.
Sono curiosa di conoscere la tua spiegazione del titolo.

Ammetto senza mezzi termini che la poesia, letta così, in maniera distaccata, mi è piaciutà molto. 

Ammetto senza mezzi termini che la poesia, letta cercando un significato, mi è piaciuta ugualmente, anche se pure io ci vedo un alone di retorica nel quale il Poeta è involontariamente caduto trattando un tema delicato come la guerra. E allora penso: ma che dici Molli, di guerre è pieno il mondo, dove sta la retorica?

Forse sta nel non spiattellare nero su bianco come stanno andando veramente le cose. Mi scuso con il Poeta Autore, questa è un'altra storia che nulla ha a che fare con questi bei versi, assolutamente condivisibili aldilà di tutto.

Grazie