Tinte di rosso
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Tinte di rosso
Different Staff- Admin
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A miichiiiiiiiiiii garba questo messaggio
Re: Tinte di rosso
Nemmeno posso dare la colpa all'autore, visto che esiste nella traccia da seguire.
Ma lo ribadisco, è un vocabolo assurdo e antiquato, in disuso.
Se dovessi mai dire ai miei amici sono stato con una meretrice, li troverei per terra a spanciarsi dalle risate. Quindi diamo dignità al soggetto e chiamiamola, puttana, prostituta, meretrice no.
Il racconto sembra una bella favola, scritto sicuramente da un'anima buona.
La retorica del finale passa inosservata, o meglio, passa perdonata.
Non c'è ironia nelle mie parole, mi è piaciuto quasi tutto.
I due sognano di essere marito e moglie, cosa semplice.
Noi che ci fracassiamo spesso con litigi e tradimenti, dovremmo apprezzare.
Ospite- Ospite
Re: Tinte di rosso
Ospite- Ospite
Re: Tinte di rosso
Un abbraccio.
Ospite- Ospite
Re: Tinte di rosso
Nel senso: un rosa me lo immagino esattamente così, con i due che si vogliono, prima si trovano poi si lasciano infine, a rischio tragedia, si ricongiungono per restare assieme.
Da questo punto di vista, pollice su.
Stilisticamente c'è invece qualcosa da affinare. Lo stile è un po' acerbo, in qualche passaggio, ci sono un tot di ingenuità sia lessicali che concettuali, ma ha una cosa che non ho visto in altri pezzi finora letti: in questo racconto c'è una potenza emotiva che è un fiume in piena.
Cioè, si sente perfettamente che chi scrive ha provato in qualche modo i tumulti passionali combattuti e, cosa più importante, è riuscito a trasporli nel racconto.
Anche se le descrizioni peccano magari di semplicità o ridondanza, cavoli, io mi sono sentito proprio preso e trasportato dalla veemenza emotiva dei due protagonisti.
In definitiva: racconto non perfetto dal punto di vista formale, ma potente come una slavina.
Io lo promuovo.
Mi togli solo una curiosità? (A giochi fatti, mi raccomando).
Ma il narratore, questo apprendista che viene menzionato, chi sarebbe?
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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A vivonic, Akimizu e miichiiiiiiiiiii garba questo messaggio
Re: Tinte di rosso
Il racconto si legge con gusto e appassiona, l’amore che sboccia e stupisce con la sua potenza è tangibile. La parte che mi ha convinta un po’ meno è stata la confessione di lei nella fase finale nel senso che è un po’ effetto cronaca, ma tuttavia il fatto che tu l’ abbia demandata alla scrittura di una lettera fa sì che risulti comunque più leggera.
A me è piaciuto. E pure tanto.
Petunia- Moderatore
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Re: Tinte di rosso
un racconto rosa in cui però è il rosso il vero protagonista.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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A vivonic garba questo messaggio
Re: Tinte di rosso
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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A Fante Scelto garba questo messaggio
Re: Tinte di rosso
È molto canonico, manca qualcosa di particolare, qualcosa non tanto di originale a tutti i costi, ma qualcosa di frizzante, vivace. Sei voluta rimanere molto sul classico, senza osare nulla e purtroppo io dopo un pò ho avvertito una certa sensazione di pesantezza.
Poi ho avuto anche uno strano senso di deja vu, con un altro racconto che ha vinto uno degli ultimi racconti di sps. È strano perché le ambientazioni sono decisamente diverse; forse le dinamiche sono simili, anche se non uguali, o molto probabilmente lo stile è il medesimo. Insomma, ho avuto come la sensazione di leggere la stessa storia con personaggi completamente differenti, ma comunque la stesa storia. Strano.
Byron.RN- Maestro Jedi
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Re: Tinte di rosso
Ho trovato questo tuo romanzo rosa, molto rosa. Carico di colore specifico, forse anche troppo ( e il titolo ci da una mano in questo ).
Non ho trovato una grossa difficoltà a leggerlo, sintomo che la forma è discreta. Solo nei dialoghi mi sono inceppato un po', artificiosi e alcune volte poco veritieri.
Non spiccaspicca, pur essendo un rosa classicissimo, non ho trovato qualcosa che mi abbia colpito in maniera convinta.
Alcune lacune lessicali unite a uno stile non perfetto (giovane?), ma come altri hanno notato, carico di emozione. A vagoni, anzi a chiatte che navigano sul tuo Tamigi.
Nel complesso, un discreto lavoro. Sicuramente un buon punto di partenza per la tua vita di penna.
Grazie per la lettura.
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Midgardsormr- Padawan
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Re: Tinte di rosso
la storia rosa c'è ed è chiara, pecca con l'esposizione che non sempre riesce a essere coinvolgente.
Non mi è piaciuta l'intrusione dello scrittore che appare all'improvviso col taccuino, forse se ne avessi fatto cenno all'inizio sarebbe stato diverso.
Nella totalità il racconto piace ci sono tutti gli elementi richiesti e necessari per un bel racconto. A rileggerti.
gemma vitali- Padawan
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Re: Tinte di rosso
Magari leggendo altri lavori dell’autore o autrice… se questo è il suo stile ok. Pieno rispetto.
La traccia scelta è delle più classiche: il prete che abbandona la tonaca (il dualismo Alan/Albert) e la prostituta che si redime. E anche la trama, con le motivazioni, i dubbi, le speranze è pure un elemento rodato. Avrebbe comunque funzionato data la cura con cui i personaggi sono stati preparati, ma reso meglio, se le frasi non fossero spesso così lunghe: un bel “.” al posto del ; avrebbe dato più ritmo e articolazione al discorso (ad esempio quando lei/lui parlano di loro stessi).
Quando parlano di loro stessi, la frase sembra più un incipit di un racconto, che poi si sarebbe sviluppato in più punti, oppure il parlare sulla poltrona dello psicologo alla prima seduta.
Al punto “Di lei però non erano solo le labbra, nemmeno le gambe” la frase stride, è interrotta: di lei cosa? Cosa incuriosisce? Cosa colpisce? Cosa stuzzica?
I tempi verbali alcune volte non collimano, rendono faticosa la lettura, soprattutto nella prima parte.
L’inciso in cui l’autore/l’autrice inserisce sé stesso nel racconto ci può stare, il corsivo avrebbe aiutato a capire da subito che non era una frase magari incollata per errore da altro lavoro, ma un elemento voluto. Però rimane isolato, senza sviluppo ulteriore.
Nel complesso non me la sento di “stroncare” il racconto, assolutamente, ma personalmente lo trovo poco curato, buone idee ma non organizzate. Belle fasi ma troppo lunghe e ricche di concetti, cui però non viene dato il giusto risalto che meriterebbero.
La portineria delle pescherie… questo proprio no.
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Susanna- Maestro Jedi
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Re: Tinte di rosso
Quindi, cara autrice (perché credo che tu sia una ragazza), tieniti strette le tue fantasie e i tuoi sogni, che attingono ai tuoi sentimenti e alle tue emozioni, quindi ti porteranno, prima o poi, nel posto giusto.
Al momento, devi prendere in mano con decisione e senza timore il tuo desiderio di scrivere e metterti al lavoro: leggere tanto, libri ben scritti, continuare a metterti in gioco nel confronto con gli altri, o qui su questo forum o in altri contesti, ma comunque in un luogo dove puoi ricevere dei feedback.
Come immagino avrai già capito, ti sto per dire che quello che non va ancora bene è la forma; prendo in prestito le parole di Fante, che mi sembrano centrate: lo stile è acerbo.
Non scendo molto nei particolari, mi fermo solo su alcuni elementi delle prime righe:
- l’incipit sembra quello non di un racconto, ma della narrazione di un racconto, di una trama
- punteggiatura
- tempi dei verbi
- “Katharine le chiese”= gli
- “desiderata di tutti”= o “di tutte” oppure “da tutti”, a seconda di quello che vuoi dire
- “tra le sue carnose”= alle sue
- lessico (“trasandato” si usa ad esempio per una persona, non per un quartiere; “abitudinariamente” è molto pesante e attorciglia la lingua, puoi usare “d’abitudine”; “meretrice” è un termine un po’ ricercato che i nostri amministratori hanno usato – forse anche in modo un po’ scherzoso – per indicarci il personaggio da inserire, ma che è meglio non utilizzare in un racconto, a meno che tu non stia scrivendo un saggio storico o qualcosa del genere).
Mi fermo qui, il resto del lavoro è tuo.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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A vivonic e Akimizu garba questo messaggio
Re: Tinte di rosso
A rileggerti presto.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Tinte di rosso
E' vero che il rispetto dei paletti, la credibilità del racconto, la bellezza della trama sono importanti, ma Personalmente ritengo che non si possa prescindere dal alcune regole basi dell'italiano.
Quando scrivo e pubblico un racconto mi preoccupo molto che non ci siano gravi errori e refusi e desidero innanzitutto che in caso contrario questi mi vengano fatti notare.
Mi scuso per questo lungo preambolo/pippone, ma in questo racconto il problema appena evidenziato non è affatto secondario e credo sia doveroso da parte di chi legge farlo presente, non è questione di scortesia o altro, è un favore allo scrittore/scrittrice.
l'idea del racconto non è affatto male, è un "rosa" centrato con tutti i paletti al loro posto; c'è tanto amore ed è bello leggerlo dopo tanti gialli, sinceramente.
paluca66- Maestro Jedi
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A Arunachala, vivonic, Antonio Borghesi, Akimizu e digitoergosum garba questo messaggio
Re: Tinte di rosso
Bel racconto rosa, un po' rocambolesco.
Ti faccio notare solo alcune frasi:
Don Alan poteva celebrare le messe e persino confessare…è un prete, niente di straordinario.
Questa frase è troppo contorta. Come mi hanno sempre consigliato, prova a rileggerla ad alta voce. Di lei però non erano solo le labbra, nemmeno le gambe, tanto lunghe e magre, coperte e non da un'ampia gonna rossa con un spacco iniziato a quasi mezza coscia, che lasciava libera vista all'esposizione di tutte le sue più belle giarrettiere, era altro.
Poco chiara anche questa: poi nuovamente entrambi si prepararono, le campane, poi la notte.
Credo anch’io che, forse, la scrittura acerba sia dovuta alla tua giovane età, ma ti consiglio, come diceva Arianna, di leggere molto. Cerca di frequentare posti tipo DT e gente che condivida la tua stessa passione, con cui confrontarti e che possa correggerti, perché solo così si impara e si cresce.
spero di non essere stata antipatica, non era nelle mie intenzioni
Piaciuta molto la frase finale:
Lui le passò la mano sul viso per spostarle i capelli e l'abbracciò così forte da sentirsi un tutt'uno, un fondersi di anime libere, ma incatenate al tempo stesso dal sentimento più forte che possa esistere: l'amore.
ciao e a presto
Resdei- Maestro Jedi
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A vivonic e Akimizu garba questo messaggio
Re: Tinte di rosso
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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A vivonic, paluca66 e Akimizu garba questo messaggio
Re: Tinte di rosso
Non va preso alla lettera, non va analizzato, bisogna leggerlo tutto d'un fiato e lasciarsi trasportare dalle immagini.
Alcune pennellate sono splendide: "Un'altra messa, un'altra notte buttata a soddisfare il bisogno altrui, a saziarli, lasciando loro stessi affamati." Uno soddisfa i bisogni spirituali degli uomini, l'altra quelli carnali, entrambi sono infelici.
Altre pennellate sono meno efficaci: "abitudinariamente" non si può sentire. Alcune frasi sono troppo scomposte.
Ma nell'insieme lei che non riesci a confessare un peccato che alla fine rivela nella lettera, il lieto fine, l'amore travolgente e salvatore, la forma espressionista mi sono piaciti
Per me alla fine il pollice è in su.
SuperGric- Padawan
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Re: Tinte di rosso
In effetti, la parola “meretrice” è da ricondurre alla follia di [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] che tenta sempre di alleggerire i toni in maniera amena e spiritosa, ma che non è bene utilizzare davvero in un racconto rosa, come ti hanno spiegato i due amici citati sopra.
Il racconto è rosa esattamente come ci si aspetta che sia un rosa, ma poi l’intreccio è forse troppo lineare e prevedibile e tutta la trama manca di mordente.
Tante cose te le hanno già dette, quindi non mi sento di ripeterle; so che farai tesoro dei consigli ricevuti: se non proprio tutti, almeno quelli che senti essere più utili per te. Sicuramente quello di rileggere e far rileggere è, fra tutti, quello da seguire ciecamente.
Purtroppo questo racconto, così com’è, ha troppe pecche ed è scritto davvero maluccio, però non è niente che non si possa sistemare già dal prossimo step, con impegno e volontà.
Un grosso abbraccio!
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: Tinte di rosso
E qui mi aggancio a quanto già detto da altri, ovvero che la storia di base c'è, il rosa c'è, ma la forma è da migliorare. Sembra che il racconto sia scritto di getto: va bene, ma poi serve uno screening che adatti il tutto a una amplissima platea di lettori. Un racconto rosa deve essere, credo, più commerciale possibile. Passami il termine.
Ottima idea, anche se avresti potuto plasmarla meglio alla protagonista e a tutto il racconto titolo compreso, il fil rouge (guarda un po') che hai utilizzato con il colore rosso. In fin dei conti è il colore dell'amore che trionfa, il vero lieto fine di questo testo.
Una cosa proprio non ho capito: com'è che salta fuori 'sto Albert.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: Tinte di rosso
Si può rispettare il genere, scrivere una trama accettabile e tutto il resto, ma se lo stile non funziona, non ci siamo. Il mio consiglio è, in sostanza, uno solo.
Cara, giovane compagna di penna, cerca di scrivere come parli e se hai annotato le frasi che ti sono sembrate di grande effetto nel corso delle tue letture, straccia il taccuino. Nel tuo testo sento stridere espressioni di una lingua che non ti appartiene. Può darsi che mi sbagli e in tal caso ritratto quanto precede e mi scuso. Vorrei fermarmi qui, ma devo motivare il mio commento, tu però puoi fare a meno di proseguire la lettura, se ti disturba.
Rilevo una forma acerba, stereotipi – tipo sesso e giarrettiere, labbra rosse e l’amore che salva – avverbi, aggettivi prima del sostantivo, ripetizioni.
“Pensava e rifletteva.
Rifletteva e ripensava.”
“Di lei era la differenza tra una bella donna e una donna bella” queste sottigliezze, per me, sono da evitare.
Abbondano le riflessioni e considerazioni sull’amore.
“L'amore è, l'amore fa, crea, ti logora, ti brucia dentro, lo senti?
L'amore lo senti dentro e difficilmente lo vedi fuori, tra sguardi e sorrisi, tra braccia e mani, tra il toccarsi e il percepire.
Illusione e realtà, l'amore, o il pensiero di esso. I tuoi occhi mi hanno parlato, forse persino mi hanno toccata, hanno toccato i miei fondi, i miei abissi." “I miei fondi” non si può sentire.
Tuttavia lo percepisco, chi scrive deve essere una giovane romantica con un gran bisogno di esprimere i sentimenti e le proprie emozioni e sono certa che imparerà a farlo – perché mi pare di capire che la stoffa c’è – quando troverà la sua cifra espressiva e il suo stile.
mirella- Padawan
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A Akimizu garba questo messaggio
Re: Tinte di rosso
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Maestro Jedi
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Re: Tinte di rosso
Credo che il prete e la puttana che s'innamorano (entrambi dal passato tragico e burrascoso) sia quasi un classico e in questo racconto il canovaccio viene seguito fino in fondo.
Forse la cosa che ho meno apprezzato del testo sono le incursioni filosofiche/moraleggianti: non ho trovato ben contestualizzato tutto questo enfatizzare il potere salvifico dell'amore, il suo potere di redenzione, la sua innata consuetudine a trasformare gli uomini in persone migliori.
I protagonisti sono due disgraziati, ognuno rinchiuso nel vicolo cieco dove li ha portati la vita: incontrandosi riconoscono uno negli occhi dell'altra la propria disperazione, le loro anime tormentate si trovano sulla stessa lunghezza d'onda.
Di conseguenza s'innamorano, sfiorano la tragedia che viene scatenata da questa rivelazione e si ritrovano.
Peccato però che tutto il travaglio della nascita di questo amore sia relegato a frasi stereotipate e un pò vuote, come se tutto possa essere riconducibile a qualche frase fatta, senza tutta la disperata tensione di un caso che dovrebbe essere unico.
E poi lei piange, piange troppo.
Nel testo ci sono alcune frasi che, a mio avviso, non funzionano:
In una chiesetta di Londra vi era un prelato in visita... come incipit non è molto accattivante, inoltre introduce un tipo di narrazione poco funzionale e originale.
Poi conobbe una donna molto grande... credo che ci siano parole migliori per indicare questo concetto.
una gonna normale grigia... alcuni commentatori prima di me hanno accennato a uno stile un pò immaturo e ingenuo. Porto questo esempio: in che senso una gonna è "normale"? Nel testo ci sono digressioni sull'amore sul quale si filosofizza a piene mani e poi si legge che la gonna è normale, quando dietro a quel normale si nasconde un mondo che normale non è.
poi verso il pomeriggio... meglio "verso sera" o "poco prima del tramonto".
Usi spesso il "che": prova a riformulare le frasi senza nominarlo.
Non ho trovato ben contestualizzata l'intrusione in più punti dell'autore: li ho percepiti come interventi esterni per sottolineare o rafforzare dei concetti che sarebbe stato più interessante far trapelare da pensieri/azioni dei protagonisti.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Tinte di rosso
Queste sono considerazioni di carattere generale, nello specifico sul racconto faccio mie tutte le osservazioni che ti hanno fatto, ma aggiungo una mia considerazione sulla forma racconto. Un aspetto che spesso si sottovaluta, perché è una di quelle cose che impari a conoscere per poi destrutturare, non so perché. Invece è fondamentale. Una trama semplice ha bisogno di dinamiche semplici tra i personaggi (qui ci sono) e di linearità. Tutto il prodotto finale deve essere in armonia. Invece tu hai organizzato la forma racconto in modo un po' troppo segmentato, con l'introduzione del narratore, la lettera, gli eventi che precipitano senza un adeguato lavoro sul climax. Non presentare mai i personaggi come fai con Kate, lascia che siano loro a farlo, piano piano, durante il racconto. Devi mostrare, non raccontare (frase abusata, ma sempre attuale). Altra cosa, a parte per modificare qualche costrutto un po' ostico, la lettura ad alta voce serve anche per vedere se i dialoghi vanno bene. Te la consiglio, e ti consiglio anche di fare tipo un piccolo metodo Stanislavskij, immedesimati nei tuoi personaggi, dagli una voce e recita. Sembra sciocco lo so, ma ti assicuro che se impari a farlo bene darà un tocco di realismo ai dialoghi.
Chiudo sperando che questo sia il primo di una lunghissima serie di tuoi racconti che avrò il piacere di leggere.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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A vivonic, caipiroska, Danilo Nucci e miichiiiiiiiiiii garba questo messaggio
Re: Tinte di rosso
La cosa che si nota di più in questo racconto è lo stile, più adatto a scrivere una favola che un racconto. Non dico che sia un male, in realtà tra i forum di SPS e DT sono stato abituato a leggere cose molto diverse da questa. Ripenso allora ai libri che ho letto di recente, libri destinati a un pubblico di adolescenti (sono fatto così, anche se ho più di 50 anni), e ho di nuovo la stessa impressione. Eppure la storia regge, non mi sono stancato, sono arrivato fino in fondo. L'unico punto in cui mi sono inceppato è quando Kate decide di cambiarsi d'abito prima di passeggiare con Don Alan, secondo la mia sensibilità è una scena che rallenta il flusso degli eventi, per lo meno lo è nel modo in cui è raccontata.
Faccio notare un punto debole: a un certo punto il narratore si palesa: "sono soltanto un apprendista, mi piace sedermi qui, in un angolino, con un taccuino tra le mani e osservare la gente"; ci può stare, esistono narratori e narratrici che sono anche personaggi pur essendo semplici comparse, però in quanto tali non possono essere onniscienti. Ma il tuo narratore è onnisciente, quindi quelle tre righe vanno senza dubbio rimosse affinché l'impianto del tuo racconto regga.
C'è un altro errore, per lo meno un errore che si fa notare: "si gettò come fece lei diversi anni fa nel mare" si dice "diversi anni prima" perché il racconto è al passato.
Il prelato è un personaggio interessante: cambia nome "Don Alan" rispetto ad "Albert" quindi potrebbe essere in effetti un abate, proprio per l'uso che alcuni monaci hanno di cambiare il nome entrando in monastero; eppure si comporta da semplice prete, che non è sbagliato, anzi: secondo me è proprio quello che dovrebbero fare tutti gli uomini e le donne di chiesa.
I vincoli ci sono: rosa, Docks 1965, portineria, meretrice e pure il prelato.
Grazie e alla prossima.
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