Riflessioni pericolose 3

Giulia si ritrova per strada, ma nonostante abbia seguito Beatrice il più in fretta possibile non riesce più a vederla.
Si dirige a destra, in direzione dell’abitazione dell’amica, le sembra la destinazione più logica.
Svolta ancora a destra, imbucando una stradina che prendono sempre per andare a casa e infatti le pare di sentire il suo profumo, un costosissimo Mojave Ghost, impossibile da confondere.
Un grido secco e molto acuto squarcia l’aria, e Giulia non dubita nemmeno per un secondo che si tratti della sua amica. Inizia a correre, l’abitazione di Beatrice è ormai vicina, ma quando gira l’angolo i capelli le si rizzano sulla nuca.
Beatrice è a terra, proprio davanti la porta di casa sua e a un paio di metri di distanza, accovacciata sulle gambe, c’è la bambina che ha visto prima al Café de Paris.
E ci sono anche tutti gli altri, dalla coppia di pensionati alle tre odiose ragazzine.
- Ma cosa cazz…
Beatrice si gira a guardare l’amica, gli occhi solcati dalle lacrime, fa un gesto con la mano come per fermarla.
- Ti prego, Giulia – dice, tirando su col naso e facendosi forza – vai via da qui. Corri, scappa. Loro non sono quello che sembrano.
In pochi, lunghissimi secondi, Giulia capisce che la sua amica non ha avuto nessuna allucinazione, anche se ancora non sa cosa stia succedendo. Ma decide di non indietreggiare.
- Io non vado da nessuna parte senza di te. – risponde, con la voce più ferma che riesce ad avere.
Beatrice guarda la sua migliore amica con riconoscenza.
- Loro non sono…
In quel momento la bambina appoggia le mani a terra, come fosse un cane. Si avvicina alle due donne, si avvicina all’orecchio di Giulia, che cerca di non voltarsi a guardarla. Sente il suo respiro sul collo, e una puzza incredibile di piscio.
- Lei deve venire con noi. – le sussurra, riferendosi a Beatrice – Scappa, sei ancora in tempo.
Poi le lecca l’orecchio, lentamente, con la lingua biforcuta.
Giulia spinge via la bambina e si rizza in piedi, furente.
- Ma che cazzo vuoi? Che cazzo volete, bastardi? Lasciateci in pace, o chiamo la polizia! – urla, con tutte le sue forze, i pugni chiusi fino a diventare bianchi.
La bambina striscia indietro senza cadere, poi si rimette a quattro piedi e inizia a mutare.
Il barman cade in ginocchio e inizia a mutare anche lui, e tutti gli altri fanno la stessa cosa. Si muovono in maniera innaturale, con un gran rumore di giunture e ossa che si spostano.
In meno di un minuto tutti diventano lupi, o qualcosa di molto simile.
La bambina è il più grosso, sta a capo del branco mentre si avvicinano latrando alle due donne.
- Merda! – esclama Giulia, terrea in viso.
Si gira verso la sua amica e la vede in piedi, la mano nel petto, lo sguardo determinato.
Beatrice fa qualche passo avanti, frapponendosi fra i lupi e Giulia.
- È tutto vero allora, figli di puttana!
La bestia che aveva assunto le sembianze di una bambina sembrò sorridere.
- Non puoi più fuggire, Hok’ee. Verrai con noi, o morirai.
Beatrice tira fuori dalla giacca un ciondolo che porta al collo, e lo mostra. Una specie di ampollina con della polvere dentro.
Le bestie fanno qualche passo indietro.
- Io non vengo con voi, brutti stronzi. Se vi avvicinate ancora la uso, potete giurarci. Adesso ricordo, adesso so chi siete.
I lupi ringhiano di rabbia, sbavando ovunque. Ma non attaccano, e infine sembrano rinunciare.
- Forse, ma non puoi fermarci. Devi scegliere, o noi, o muori. – dice il lupo al comando.
Si volta e si allontana, seguito dagli altri.
il fetore di piscio ammorba l’aria. Inizia a piovere.
Pochi secondi ansiosi e Giulia si mette muso a muso con Beatrice:
- Ok, cosa cazzo è appena successo? Cosa è…
- Giulia, calmati!
- Io sono calmissima, Cristo, ma tu devi dirmi cosa succede. Cosa sono quelle cose?
Beatrice fa un sospiro profondo, poi fissa gli occhi in quelli della sua amica.
- Sono Skinwalkers!

Fantastico! Azione e ansia allo stato puro. 
Sono rimasto incollato alla pagina con un misto di orrore e curiosità. 
In poche parole, mi è piaciuto molto. 
Ho apprezzato anche come Ruben abbia inserito l'identità delle creature. Una cosa semplice ma d'effetto e perfettamente in linea con tutto il racconto. Non vedo l'ora di leggere come proseguirà, e concluderà, la storia Eleonora.

Un'ottima terza parte che svela molto di ciò che abbiamo visto nella seconda, lasciando tuttavia ampio spazio di manovra al prossimo (e conclusivo) staffettista.
Ben riuscito il crescendo di tensione e il suo parziale rientro, fino allo svelamento della natura degli uomini-coyote che stanno perseguitando Beatrice-Hok'ee.
Buona anche la scelta del profumo (il Mojave si estende fino alla terra dei Navajo), anche se l'uso di questa costosa fragranza stona un po' con la figura di una Beatrice piuttosto trasandata e trascurata che si presenta agli occhi di Giulia nella prima frazione.
Complimenti a tutti: il racconto si fa sempre più intrigante...
M.

La prima cosa che ho notato è stata l'ora di pubblicazione del frammento di staffetta, le due di notte: considerato come sto io a quell'ora non posso che provare grande ammirazione per l'autore.
Detto questo il pezzo mi è piaciuto moltissimo e considerato che siamo lontanissimi dal mio genere significa soltanto che è scritto molto bene e in perfetta coerenza con quanti ti hanno preceduto.
Non vorrei essere nei panni di chi deve chiudere ma so che lo farà egregiamente.
Ti segnalo solo un "sembrò" nella farse La bestia che aveva assunto le sembianze di una bambina sembrò sorridere. che secondo me dovrebbe essere al presente: sembra.

Molto bello.
Il testo mi ha coinvolto  e calamitato al punto non riuscivo a staccarmene.
Stile congruo con i precedenti.
Una gran bella corsia, la vostra.

Il boss mi sorprende inserendo nel racconto il folclore dei nativi americani coi mutaforma. 
Apprezzo e approvo.
Le circostanze(l'inseguimento) hanno richiesto un cambio di ritmo e Ruben ci sguazza nelle scene adrenaliniche.
Quale sostanza ci sarà nell'ampollina? Cos'è quella polvere?
Voglio saperlo.

Siete gentilissimi. Vi amo.

Una svolta clamorosa e mozzafiato!
Tanta azione e ritmo frenetico: bel pezzo!
In bocca al lupo (o al coyote...) Ele!

Eh la situazione si fa dura.
Non preoccupatevi, ci penso io a rovinare tutto il racconto, daje.

Dopo gli spaghetti di mezzanotte, eccovi servito un bel piatto succulento, meglio dei fagioli con le cotiche!

Pezzo coerente e ben strutturato, molto coinvolgente, (ho sognato nei miei migliori incubi la bambina dalla bocca biforcuta), insomma un ottimo lavoro. 

come si fa a non essere fieri della propria squadra?!
Vai Ele!!!

Gran bel proseguo e da @Phoenix non può che arrivare un pezzo dalla scrittura solida, senza sbavature o eccessi che possano rompere il ritmo.
Una corsia che abbraccia un genere che non a tutti può piacere, e non facile da sviluppare, ma fino ad ora trattato con la bravura che aiuta anche chi non gradisce storie di questo genere.
Bravo @Phoenix , scrittore nottambulo!

Il genere non è il mio preferito, ma ti sei legato benissimo ai pezzi precedenti e all'impronta che @Caipiroska ha deciso di dare alla storia, così che rileggendo tutto ho ritrovato l'insieme avvincente. Hellionor, nella conclusione, saprà mantenere alto livello del racconto, ne sono certo.

Una frazione “tensiva” in cui l’azione domina la scena. È un crescendo di colpi di scena che non danno tregua e tengono il lettore col fiato sospeso fino all’ultimo ululato. Molto intrigante l’aggancio dell’amuleto.Cos’è quella polverina contenuta nella piccola ampolla e perché i mutanti ne hanno paura? Perché Bea si trova in questa situazione? Hai lasciato un sacco di possibilità per una chiusa che si preannuncia sorprendente. Ben fatto,  @Phoenix!

Il collo della maglietta non deve essere mai perfetto, 
largo e sbrindellato affascina di più. Che poi sulla tavola da stiro da bambino ci facevo i compiti e non ho mai amato nulla di stirato.
Questo racconto sgualcito, spiegazzato, sbrindellato 
è stupendo.