D'amor folle
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M. Mark o'Knee
tommybe
Flash Gordon
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D'amor folle
D’amore in sol mia aura m’appar
in te maraviglie tutte di monno
da portarme teco allo tuo sonno
che sentimenta per altri son volgar.
Come gesto uno per tua coscienza par
che mani tue accarezzar non vonno
pria s’apra in terra lo sprofonno
per abito bianco in tuo pur altar.
Spirto nell’attender è disatteso
in tal loco mai fue peso cotanto
nello perdere pur prezioso dono.
O folle sarò ‘sì che tuo non sono
chiedendo te in vero tanto affranto
e se alcuno pur già invero fu atteso.
in te maraviglie tutte di monno
da portarme teco allo tuo sonno
che sentimenta per altri son volgar.
Come gesto uno per tua coscienza par
che mani tue accarezzar non vonno
pria s’apra in terra lo sprofonno
per abito bianco in tuo pur altar.
Spirto nell’attender è disatteso
in tal loco mai fue peso cotanto
nello perdere pur prezioso dono.
O folle sarò ‘sì che tuo non sono
chiedendo te in vero tanto affranto
e se alcuno pur già invero fu atteso.
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Quando il tempo sembra esser finito,
allora volta la tua clessidra...
Flash Gordon- Younglings
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Re: D'amor folle
Per fiducia dico che è bella.
Per onestà dico che non ho capito niente.
Un abbraccio, Gian.
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Un abbraccio, Gian.
tommybe- Cavaliere Jedi
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Re: D'amor folle
Che dire? Pietro Aretino era un ragazzo...
M.
M.
M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Re: D'amor folle
Il pretendente in amore si dichiara all'amata.
(D'amor in sol mia aura m'appar)
Lasciando intendere di sognarla
in vesti di puro amore
che semmai vi fossero altri pretendenti sarebbero latori di sentimenti volgari.
Ma l'amata non corrisponde.
(... che tue mani accarezzar non vonno...)
Ecco allora che lo spirito è disatteso...
E l'innamorato si sente scendere dentro il cuore un peso enorme.
(Pria s'apra in terra lo sprofonno).
Egli teme infine la sua morte...
Se ella non lo dovesse sposare.
(Per abito bianco in tuo pur altar).
Ecco allora lo spettro della follia avanzare
nel sol pensare che il rifiuto sia dovuto
all'amore della amata donna per un altro.
(chiedendo te in vero tanto affranto
e se alcuno pur già invero fu atteso).
(D'amor in sol mia aura m'appar)
Lasciando intendere di sognarla
in vesti di puro amore
che semmai vi fossero altri pretendenti sarebbero latori di sentimenti volgari.
Ma l'amata non corrisponde.
(... che tue mani accarezzar non vonno...)
Ecco allora che lo spirito è disatteso...
E l'innamorato si sente scendere dentro il cuore un peso enorme.
(Pria s'apra in terra lo sprofonno).
Egli teme infine la sua morte...
Se ella non lo dovesse sposare.
(Per abito bianco in tuo pur altar).
Ecco allora lo spettro della follia avanzare
nel sol pensare che il rifiuto sia dovuto
all'amore della amata donna per un altro.
(chiedendo te in vero tanto affranto
e se alcuno pur già invero fu atteso).
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Flash Gordon- Younglings
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Re: D'amor folle
Grazie per la "traduzione".
Mi inchino, cosa altro posso fare di fronte a cotanta bravura?
Mi inchino, cosa altro posso fare di fronte a cotanta bravura?
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paluca66- Maestro Jedi
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Re: D'amor folle
Mi tengo a braccetto con @tommybe : ho gustato meglio il sonetto con l'aiuto della traduzione. Bravissimo come al solito in modo superoriginale.
Grande prova, riletta dopo aver preso atto delle spiegazioni, "che è meglio" (Puffo Quattrocchi docet)
Grande prova, riletta dopo aver preso atto delle spiegazioni, "che è meglio" (Puffo Quattrocchi docet)
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: D'amor folle
Oh, un bel sonetto fatto alla vecchia maniera, con il tema collaudato dell'amore non corrisposto e corredato da parafrasi.
Questo sonetto in realtà è quello che mi ha colpita più di tutti, per la volontà di lasciare tutto com'è, senz'altro rigido e corretto ma comandato dall'imposizione di non inserire niente di moderno, attenendosi rigidamente alle regole di un lontano passato.
Mi chiedo: ha ancora un senso questo? A chi parla questo sonetto?
Questo sonetto in realtà è quello che mi ha colpita più di tutti, per la volontà di lasciare tutto com'è, senz'altro rigido e corretto ma comandato dall'imposizione di non inserire niente di moderno, attenendosi rigidamente alle regole di un lontano passato.
Mi chiedo: ha ancora un senso questo? A chi parla questo sonetto?
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: D'amor folle
Hai ragione Caipi...
Preferisco di gran lunga la prosa poetica come vento di scrittura che coltiva i campi dell'anima e descrive raccontando in forma romantica.
Anch'essa desueta ma viva dentro nel trasporre ciò che si è dentro.
Il metro che governa il sonetto classico e che nacque per primo in Italia nella Sicilia federiciana è figlio di quell'idealizzazione della figura femminile che divenne nel dolce stil novo toscano la raffigurazione di quell'amore quasi irraggiungibile per la purezza della amata o per ragioni che ergono la donna su un piano superiore alla realtà stessa. In quelle liriche vi è comunque la sofferenza della distanza che mai verrà colmata e da questa consapevolezza trae linfa la scrittura. La rigidità della metrica e lo studio che si deve porre dietro la scrittura stessa per ottemperare alle regole slegava il pulsare sanguigno della scrittura d'amore che seppur vera veniva imprigionata nella forma che io non amo assolutamente essendo e concependo la scrittura come elemento di pura creatività libera.
Ciao da Gian.
Preferisco di gran lunga la prosa poetica come vento di scrittura che coltiva i campi dell'anima e descrive raccontando in forma romantica.
Anch'essa desueta ma viva dentro nel trasporre ciò che si è dentro.
Il metro che governa il sonetto classico e che nacque per primo in Italia nella Sicilia federiciana è figlio di quell'idealizzazione della figura femminile che divenne nel dolce stil novo toscano la raffigurazione di quell'amore quasi irraggiungibile per la purezza della amata o per ragioni che ergono la donna su un piano superiore alla realtà stessa. In quelle liriche vi è comunque la sofferenza della distanza che mai verrà colmata e da questa consapevolezza trae linfa la scrittura. La rigidità della metrica e lo studio che si deve porre dietro la scrittura stessa per ottemperare alle regole slegava il pulsare sanguigno della scrittura d'amore che seppur vera veniva imprigionata nella forma che io non amo assolutamente essendo e concependo la scrittura come elemento di pura creatività libera.
Ciao da Gian.
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Flash Gordon- Younglings
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Re: D'amor folle
Sai tantissime cose Gian, è un piacere chiacchierare con te!
La mia domanda, da profana, verte proprio su questo: lasciando intatta la finalità del sonetto, non è possibile scriverlo con parole correnti e non desuete?
Ehi bro e ciaone si possono inserire in un sonetto?
La mia domanda, da profana, verte proprio su questo: lasciando intatta la finalità del sonetto, non è possibile scriverlo con parole correnti e non desuete?
Ehi bro e ciaone si possono inserire in un sonetto?
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: D'amor folle
Tutto è possibile Caipi, certamente possiamo applicare le regole della metrica all'italiano corrente e tenuto conto però che la suddivisione in sillabe in metrica è diversa, la duttilità del linguaggio trecentesco risulta maggiore perché ha una musicalità elevata nella troncatura dei termini e nell'uso di sinafele o anafele e dobbiamo anche tener conto dove cade l'accento, che va sulla penultima.
In realtà molti grandi, fra cui Dante, hanno assoggettato spesso termini piegandoli a loro uso per realizzare il verso e le rime.
Un po' come Camilleri con i suoi tanti neologismi creati della lingua siciliana.
E sarebbe come fare il paragone tra cantare in Inglese e in Italiano. Sappiamo benissimo come la musicalità inglese dei vocaboli rende meglio nella canzone. Di contro invece la nostra amata lingua è insuperabile nella poesia classica e te ne accorgi recitandola con il suo soave andare.
Se io scrivessi per esempio una frase:
"Si del ramingo ire mio luce fusse
che 'n cor alma negra mai condusse"
E poi recitassi questa frase mi accorgerei della sua notevole differente musicalità se scritta e recitata in Italiano.
"Se del mio andare solitario luce fosse
che nel cuore l'anima nera mai condusse"
Si vede già la differenza.
Altro "trucco" e tralasciare gli articoli davanti ai nomi e nel linguaggio trecentesco funziona bene. L'articolo davanti al sostantivo a parer mio leva musicalità nel ritmo quando si recita.
Le regole metriche furono proprio scritte perché l'arte della "poiesis" andava a braccetto con la recitazione e quindi il tutto doveva avere scorrevolezza e dar piacere nella declamazione.
Ovvio comunque che ognuno di noi può trovare quel che cerca nello scrivere a modo suo.
Io, nel massimo rispetto delle regole di sintassi, concordo assolutamente in una corretta esposizione d'un testo raccontato.
Ma spesso mi rifugio nel mio mondo perché riesco a creare molto meglio e "la poesis" è appunto ars creandi.
In realtà molti grandi, fra cui Dante, hanno assoggettato spesso termini piegandoli a loro uso per realizzare il verso e le rime.
Un po' come Camilleri con i suoi tanti neologismi creati della lingua siciliana.
E sarebbe come fare il paragone tra cantare in Inglese e in Italiano. Sappiamo benissimo come la musicalità inglese dei vocaboli rende meglio nella canzone. Di contro invece la nostra amata lingua è insuperabile nella poesia classica e te ne accorgi recitandola con il suo soave andare.
Se io scrivessi per esempio una frase:
"Si del ramingo ire mio luce fusse
che 'n cor alma negra mai condusse"
E poi recitassi questa frase mi accorgerei della sua notevole differente musicalità se scritta e recitata in Italiano.
"Se del mio andare solitario luce fosse
che nel cuore l'anima nera mai condusse"
Si vede già la differenza.
Altro "trucco" e tralasciare gli articoli davanti ai nomi e nel linguaggio trecentesco funziona bene. L'articolo davanti al sostantivo a parer mio leva musicalità nel ritmo quando si recita.
Le regole metriche furono proprio scritte perché l'arte della "poiesis" andava a braccetto con la recitazione e quindi il tutto doveva avere scorrevolezza e dar piacere nella declamazione.
Ovvio comunque che ognuno di noi può trovare quel che cerca nello scrivere a modo suo.
Io, nel massimo rispetto delle regole di sintassi, concordo assolutamente in una corretta esposizione d'un testo raccontato.
Ma spesso mi rifugio nel mio mondo perché riesco a creare molto meglio e "la poesis" è appunto ars creandi.
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Flash Gordon- Younglings
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Re: D'amor folle
Che bella risposta, grazie!
Adesso mi è tutto più chiaro.
Adesso mi è tutto più chiaro.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: D'amor folle
Ciao, Gian.
Approfitto della mia capacità di analisi tecnica, visto che gli altri hanno già commentato dagli altri punti di vista.
La struttura rimica è ABBA ABBA CDE EDC quindi è perfetta. La rima "A" è tronca ma può essere sostituita senza problemi dalle parole piane perché tutte terminano normalmente per "are".
in tal loco mai fue peso cotanto OK
Linguisticamente è volutamente "antico" sia per il troncamento delle parole sia per il lessico. Anche la struttura ritmica chiede uno sforzo al lettore, un po' come faceva Dante che alternava versi con dieresi e dialefi a versi con sineresi e sinalefi. Stilisticamente è allineato con la tua produzione, quindi non ho nient'altro da aggiungere.
Buon lavoro.
Grazie e alla prossima.
Approfitto della mia capacità di analisi tecnica, visto che gli altri hanno già commentato dagli altri punti di vista.
La struttura rimica è ABBA ABBA CDE EDC quindi è perfetta. La rima "A" è tronca ma può essere sostituita senza problemi dalle parole piane perché tutte terminano normalmente per "are".
- Codice:
D’amore in sol mia aura m’appar OK
- Codice:
in te maraviglie tutte di monno quasi OK
- Codice:
da portarme teco allo tuo sonno OK
- Codice:
che sentimenta per altri son volgar. KO
- Codice:
Come gesto uno per tua coscienza par KO
- Codice:
che mani tue accarezzar non vonno OK
pria s’apra in terra lo sprofonno OK
- Codice:
per abito bianco in tuo pur altar. quasi OK
- Codice:
Spirto nell’attender è disatteso quasi OK
in tal loco mai fue peso cotanto OK
- Codice:
nello perdere pur prezioso dono. quasi OK
- Codice:
O folle sarò ‘sì che tuo non sono OK
chiedendo te in vero tanto affranto OK
e se alcuno pur già invero fu atteso. OK
Linguisticamente è volutamente "antico" sia per il troncamento delle parole sia per il lessico. Anche la struttura ritmica chiede uno sforzo al lettore, un po' come faceva Dante che alternava versi con dieresi e dialefi a versi con sineresi e sinalefi. Stilisticamente è allineato con la tua produzione, quindi non ho nient'altro da aggiungere.
Buon lavoro.
Grazie e alla prossima.
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Re: D'amor folle
Grazie Achi sempre perfetto nelle tua analisi che tanto aiutano!
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Flash Gordon- Younglings
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