La nuova casa

Ricordo struggente di una donna che non c'è più.
Ricordo per nulla triste, quella donna ti fa ancora compagnia.
In modo diverso.

Questo "passo attraverso la pesante porta" mi fa pensare a un'anima defunta che va a trovare la moglie che sta alla finestra guardando il firmamento pensando a lui, nel cuore di chi ama il ricordo non muore mai.

Caro/a Autore/trice,
anche a me è sembrato che il morto sia lui e non la moglie, che lo pensa guardando il cielo.
L'abito doppio petto, l'attraversamento della porta, i nuovi vicini "titubanti" (questo aggettivo però non credo renda molto l'idea corretta) fanno pensare che il morto sia lui che esce in una bara, attraverso la porta del morto e incontra anime già trapassate (i nuovi vicini).
Si deve rileggere più volte per capire a fondo il racconto ma anche questo ha il suo fascino.

Confesso che questo racconto, pur se riletto diverse volte, non l’ho capito o almeno l’ho interpretato, e la Penna mi scuserà se proprio ho toppato, come il narrare di un defunto della partenza per il suo ultimo viaggio con l’ultimo saluto per la donna della sua vita.
Sulla scrittura davvero niente da dire

Ti dico come l'ho intepretato, ma non mi convince del tutto: la voce narrante è un uomo appena defunto, che sta venendo portato, presumo, al funerale (il doppio petto è l'abito elegante che gli è stato messo indosso).
I nuovi vicini potrebbero essere quelli di loculo, fuori perché c'entra il cimitero. Il titolo sembra andare in questa direzione.
Titubanti però non lo so spiegare.
Oggi rivedremo i nostri cari, perché si ricongiunge a quelli che sono già trapassati prima di lui, o anche a quelli che presenzieranno al rito funebre.
Azzardo anche: era in carcere, da qui il "permesso di uscire", la "pesante porta" e la lontananza della moglie che sta in via Napoli.
Però non mi convince del tutto, appunto.

Insomma, autore, forse non ci ho capito nulla, ma esserci stato a rimuginare sopra a lungo me lo ha fatto apprezzare.
Vedi solo di non spiazzarmi troppo quando poi ce lo spiegherai.
Grazie.

Ciao autore, il fatto che ci sia una diatriba su chi sia il defunto (ma se c'è un defunto che c'entra la passione?) e sul significato del testo è un punto che non credo deponga a favore del tuo 100. Nel senso, sarebbe meglio che a fine lettura ci si faccia prendere dalle emozioni o da un pensiero o una fantasia che hai suscitato piuttosto che dal dubbio, o sbaglio? Nonostante questo sarò sincero e ti dico che a me è comunque piaciuto molto, per l'atmosfera creata, per le parole che hai usato, per il tono che hai scelto. Bravo. A rileggerci!

Lascio da parte la diatriba su chi sia il vivo e il defunto e mi concentro sull'atmosfera di magica nostalgia che hai saputo creare.
"Quando siamo lontani ci guardiamo attraverso le stelle".
Non sarà il massimo dell'originalità, ma riesce a evocare belle sensazioni.
M.

Un racconto che vive di atmosfere, ma che non sono riuscita a inquadrare del tutto. Il defunto (o i defunti?) c’è con tanto di funerale, le stelle uniscono cielo e terra. Ma perché la moglie guarda dalla finestra e non partecipa al corteo funebre?

Separazione e ricongiunzione post mortem senza che uno dei due possa saperlo. E nelle stelle spesso noi cerchiamo chi non c'è e lo identifichiamo con un essere al di spora di ogni cosa e speriamo che guardano all'insù si possa ritrovare l'amore. Il concetto elevato d'Amore in definitiva è questo e la tenera immagine dell'uomo in doppio petto da morte che torna a spiare la persona cara fa molta tenerezza al cuore. In fondo la vita è questa... una ricerca tra dimensioni che non si tangono.

Storia delicata di un distacco recente. Ai morti è concesso di vedere i propri cari e uno vede la moglie che forse sta pensando a lui. Tutto il resto conta decisamente meno. Piaciuto.

Trovo che il sentimento che dovrebbe permeare tutto il racconto sia a volte interrotto da frasi come la passione è solo un lontano ricordo o L’astronomia ci ha sempre legati.
Per il resto, personalmente ritengo evidente che il morto sia lui.

L'ho letto in prima battuta senza guardare ai commenti e l'ho trovato abbastanza banale con l'incomprensione del perchè la moglie alla finestra piange allora son andato a vedere cos'avevano commentato prima di me e ho scoperto un morto, un funerale e una vedova piangente. Magari è così ma almeno qualche indizio in più l'avresti dovuto dare.

C'è una parola all'inizio del racconto "permesso" che a mio parere confonde le idee.
Infatti ho letto il racconto immaginando il protagonista che esce da un carcere o da una struttura per anziani come un'ospizio.
E anche dopo varie riletture non sono così certo che a raccontare sia un defunto nonostante i commenti che mi hanno preceduto vadano tutti in tal senso.
Certo è che in cento parole è difficile spiegare tutto, ci si affida alla scrittura e all'atmosfera che si riesce a creare e in merito a entrambe faccio i complimenti all'aut*.

Un bel cento che, purtroppo, inciampa in alcune parole.
Se sono i morti che escono dai sepolcri per visitare i vivi, lo possono fare, per tradizione, solo in una precisa notte dell'anno. Ecco a questo punto che il titolo poteva essere la chiave per interpretare il mini: 31 ottobre.
Poi scrivi titubanti (non possono esserlo, in quanto sanno perfettamente cosa stanno per fare), ci vogliamo bene (scritto al presente non ha senso, perchè è una dimensione che non appartiene più ai defunti).
In definitiva è un morto che non mi convince del tutto perchè ha ancora troppa coscienza, come se fosse ancora vivo e ciò non può essere, altrimenti dove sarebbe la differenza tra vivi e morti?
Hai deciso (e ho molto apprezzato la scelta) di esplorare l'ignoto mondo di ciò che rimane degli affetti dopo aver perso la persona amata: credo però che tu ti sia fermato sulla soglia dell'ovvio (ci siamo amati tanto, ci ameremo così per sempre), ma credo che la questione non sia così semplice e lineare.

La prima frase, per me, ha già svelato tutto. lui è morto. capirlo subito mi ha rovinato la lettura. Mi sembra un pochino tutto prevedibile e quindi il colpo arriva meno incisivo.
Poi nei commenti si crea il dubbio ma io rimango fermo alla mia sensazione iniziale e purtroppo non è così efficace. Mi spiace.

Io non ho avuto dubbi su chi fosse morto, lui. Nemmeno sull'ambientazione.
Mi chiedo perchè specificare che la moglie vive in Via Napoli? questo mi ha spiazzato. Non vivevano insieme? perché?
Buono, ma manca chiarezza.

Parole scelte con cura, si sente. Le domande però restano. Il morto, i vicini, i cari. Ci vogliamo bene? E il legame con le stelle per unire i due temi mi sembra più forzato che il altri racconti. Piacevole da leggere ma un po' troppo distaccato dalla realtà.

Molti pregi in questo breve brano: la scrittura pulita, la capacità di creare un'atmosfera e l'alone di mistero che lo circonda, per fatti appena accennati e mai spiegati fino in fondo. Questo costringe il lettore a farsi delle domande e immaginare risposte; cosa estremamente positiva.
Concludo in leggerezza. Nel giallo classico l'incognita è l'assassino e se c'è una certezza questa è la vittima. A giudicare dalla diatriba sollevata, sei riuscito in 100 parole a rendere incerta la vittima (che per me è comunque il LUI del racconto).

Premetto che ho letto i commenti precedenti. Il morto è lui, anche secondo me. I nuovi vicini sono nuovi perché morti da poco e, azzardo, essendo la prima volta il fatto di far visita ai vivi dopo il trapasso, li rende titubanti. 

La moglie vive in via Napoli, penso, perché ha cambiato casa dopo la morte del marito. Solo così si spiega la specificazione dell'indirizzo, una casa dove il morto non ha mai abitato altrimenti l'avrebbe chiamata "casa nostra". Credo.

Ragionando, ho pensato addirittura un'altra lettura di questo 100: e se fossero tutti morti? Nel senso: lui, i vicini, per dirlo alla ghost whisperer, sono già passati oltre, mentre l'anima della moglie, per qualche motivo, vaga ancora sulla terra.

L'Autore, di certo, ci dirà.

Grazie

Mi dispiace proprio non mi ha preso. Nessuna lacrima neanche ipotetica ha mai pensato di solcare il mio viso a lettura terminata.
Una delle ragioni sta anche nel fatto che alcune frasi, come quella sulla passione orami sfumata, stonano con il resto. Sono delle vero e proprie pietre che inciampano il cammino del lettore-

ciao, autore.
molto romantico questo appuntamento nel firmamento.
loro sanno dove incontrarsi, uno da vivo, l'altro da morto.
e questo basta. a loro e anche a me.
buona prova

Ciao Aut@. Anche io l'ho letto un paio di volte, il tuo racconto e anch'io, come tutti, sono rimasta perplessa dai vicini "titubanti".
Hai detto molto in poche righe e sei riuscito a emozionare.
L'amore tra i protagonisti si percepisce chiaramente e la tua scrittura lineare e pulita ne fa un testo molto piacevole da leggere e da rileggere.

"indosso l’abito doppio petto che mi è sempre piaciuto": c'è un'aria di festa in questa semplice frase: L'incontro dei vivi con i morti, e vice versa, non deve per forza essere una circostanza lugubre, con fatasmi, zombie e ombre varie, e quel che li unisce non è più la passione, che appartiene ai soli vivi, ma un sentimento molto più profondo.

Ciao autore.

Bel cento il tuo. Lineare, pulito, preciso, evocativo. E aggiungerei anche, rubando ad altri prima di me gli aggettivi, malinconico e romantico.
Nonostante sia quasi chiaro che parli di qualcuno che è morto ( lascio a te la spiegazione se lei o lui o l'altro ) non sento la sensazione di viverla pesantemente.

Grazie e a rileggerci.