Ultimi argomenti attivi
Salvatore Quasimodo, Alle fronde dei salici
2 partecipanti
Pagina 1 di 1
Salvatore Quasimodo, Alle fronde dei salici
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Different Staff- Admin
- Messaggi : 517
Punti : 1496
Infamia o lode : 5
Data di iscrizione : 26.02.21
Re: Salvatore Quasimodo, Alle fronde dei salici
Quando un poeta riesce a usare parole semplici con una tale efficacia dirompente, non può che essere definito Poeta.
Con una sintesi lucida e potente il poeta descrive la condizione in cui sono venuti a trovare gli artisti (poeti) in tempo di guerra. La scelta della pianta che per antonomasia richiama il pianto, il salice piangente appunto, che diventa luogo ove appendere le certe alla stregua di quanto avevano fatto gli ebrei prigionieri del faraone in Egitto. La prigionia aveva rubato la loro gioia di cantare, proprio quello che accade al poeta che ha il cuore schiacciato dal peso del piede straniero.
Tra le varie immagini mi ha davvero colpita l’urlo nero della madre. Potente.
Una poesia che il trascorrere del tempo non ha scalfito neanche un po’ e che potrebbe essere stata scritta oggi.
Bella scelta @Different Staff
Con una sintesi lucida e potente il poeta descrive la condizione in cui sono venuti a trovare gli artisti (poeti) in tempo di guerra. La scelta della pianta che per antonomasia richiama il pianto, il salice piangente appunto, che diventa luogo ove appendere le certe alla stregua di quanto avevano fatto gli ebrei prigionieri del faraone in Egitto. La prigionia aveva rubato la loro gioia di cantare, proprio quello che accade al poeta che ha il cuore schiacciato dal peso del piede straniero.
Tra le varie immagini mi ha davvero colpita l’urlo nero della madre. Potente.
Una poesia che il trascorrere del tempo non ha scalfito neanche un po’ e che potrebbe essere stata scritta oggi.
Bella scelta @Different Staff
Petunia- Moderatore
- Messaggi : 1806
Punti : 1970
Infamia o lode : 26
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 59
Località : Prato
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|
» La ballata del somaro
» Sempre due per paio
» Il collier di Montezuma
» La nuova casa
» E io che volevo morire
» Il primo conquistador
» Il dono - Fuori Concorso
» Semi di datura