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Messaggio Da Different Staff Gio Dic 16, 2021 1:38 pm

C’era una volta, là dove d’inverno il sole non fa capolino, una donna conosciuta in tutto il mondo come “La madre degli alberi di Natale”.
Madre Gherda viveva in una capanna circondata dagli abeti e ogni anno, per Natale, confezionava decorazioni luminose che appendeva agli alberi della foresta per rischiarare il buio delle lunghe notti del nord. Quando le notti sulla Terra divennero sempre più tenebrose, i suoi abeti brillarono così tanto da essere notati dagli abitanti delle città vicine, i quali presero l’abitudine di richiedere a Madre Gherda sempre nuovi alberi decorati. Lei, che era buona, non osava mai dire di no; così, Natale dopo Natale, per molti anni si dedicò al suo compito con gran passione fino a diventare, appunto, “La Madre degli alberi di Natale”.
Madre Gherda era sicuramente stata, in passato, una donna alta e fiera, ma era ormai invecchiata: la schiena ripiegata su se stessa, i capelli candidi tirati in una crocchia severa, il viso segnato da molte rughe e labbra sottili, sempre allungate in un lieve sorriso, gli occhi lunghi e penetranti, le mani un tempo grandi e affusolate ora rachitiche ma sempre in movimento.
Viveva sola e nessuno sapeva nulla di lei. Soltanto durante il periodo di Natale riceveva le visite degli abitanti di tutto il mondo, ma per il resto dell’anno nessuno si faceva domande.
Ogni anno, puntuale, il primo di Dicembre, la foresta veniva rischiarata dalla luce degli alberi addobbati da Madre Gherda. Era quello il segnale che tutti aspettavano per recarsi da lei e prendere uno di quegli splendidi alberi.
Le Nazioni, per preservare quella tradizione, iniziarono a piantare due abeti per ogni abete che veniva decorato, in un ciclo continuo che permetteva alla Madre di avere sempre nuovi alberi da addobbare ogni anno.
«Scusa papà, ma Madre Gherda è felice?»
«Mio piccolo Poika. Ma che domande fai. Certo che è felice. Non vedi come brillano le sue decorazioni? Gherda è la madre degli alberi di Natale e ama ognuno di loro come un figlio.
Noi, quando li portiamo in giro per il mondo, spandiamo la sua luce ovunque, rendendo le nostre feste serene. Questo deve senz’altro renderla felice, non trovi? Ora andiamo, scegliamo il nostro albero di Natale, è tardi.»
«Papà, io voglio dirle grazie.»
Poika aveva lasciato la mano del padre e si era fermato nel mezzo della via con le braccia conserte e il viso imbronciato. Hans sapeva che quando faceva così non cedeva facilmente. Mancavano pochi giorni a Natale e il viaggio per arrivare fin lì era stato più faticoso del previsto.
Erano stanchi, e i loro cuori pieni di tristezza. Le notti erano così scure che i due si erano trovati spesso a singhiozzare per il dolore, ma nessuno era deciso a mostrarsi sofferente. Avevano intrapreso quel viaggio in onore di Leea, madre di Poika, venuta a mancare l’anno precedente.
La donna, che aveva sempre amato il Natale, negli ultimi anni della sua vita non aveva mai smesso di parlare degli alberi di Madre Gherda. Sentiva che splendevano di una luce particolare, ma purtroppo la sua prematura scomparsa non le aveva permesso di assistere a una tale meraviglia.
Era per quella ragione che Hans aveva speso molti risparmi per permettere a Poika di esaudire l’ultimo desiderio della madre, sicuro di farlo per aiutare anche se stesso.
Il viso corrucciato del ragazzo ricordò ad Hans la moglie e, intenerito dalla gentilezza del figlio, lo prese per mano e lo condusse nel folto della foresta.
Gli abeti decorati erano splendidi: ognuno era speciale e diverso dall’altro. In giro c’erano molte persone felici e sognanti, ma la luce non era così brillante come tutti avevano sempre decantato. Anzi, era così ambrata e calda che in poco tempo Hans sentì il cuore riempirsi di malinconia.
«Papà. Eccola là, la capanna di Madre Gherda!»
Poika corse alla porta e bussò con molto ardore. Quando il padre gli andò vicino, lo vide battere i piedi a terra agitato per l’attesa.
«Perché non viene ad aprire la porta?»
«Mancano pochi giorni alle feste… Forse è impegnata.»
Poika scosse la testa, raggiunse la finestra e, alzandosi sulle punte dei piedi, diede un’occhiata alla casa.
Il focolare era acceso e Madre Gherda sedeva su di una grossa sedia di legno con lo schienale alto. Rivolta verso il camino, con la testa china lavorava con solerzia. Ogni tanto si fermava, perché le sue mani erano scosse da tremori; allora lei le portava alla bocca, ci soffiava dentro, e poi tornava a lavoro senza cedere alla stanchezza.
«Poika. È tardi, è ora di andare.»
«Ma Papà… Io volevo parlare con Madre Gherda. Anche solo per dirle grazie.»
Nel momento in cui Hans lo portava via, il ragazzo, voltandosi un’ultima volta verso la capanna, gridò: «Grazie, Madre Gherda! Grazie per rendere i nostri Natali più luminosi.»
Se Poika avesse potuto vedere dentro la piccola casa, avrebbe sicuramente visto il viso della donna distendersi mentre la decorazione su cui lavorava le scivolava dalle mani.
Quel Natale, Hans e Poika trascorsero le feste rischiarati da un magnifico abete decorato con piccole palline rosse e brillanti nastri dorati. Il padre regalò al figlio due gatti, certo che gli avrebbero fatto compagnia. Anche se erano sereni, nel loro cuore il dolore e la mancanza di Leea erano troppo grandi per essere sopiti. Fecero del loro meglio ma, dopo un anno, si ritrovarono a essere più distanti che mai e chiusi nel loro dolore.
Hans, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per vedere Poika felice, ebbe un’idea.
«Cosa ne pensi se quest’anno andassimo prima a trovare Madre Gherda? Potremmo scegliere l’albero più bello di tutti e in più potrai ringraziarla per il suo duro lavoro.»
Gli occhi del ragazzo, per la prima volta dalla morte di Leea, brillarono all’istante e, senza dire una parola, organizzarono il viaggio.
Arrivarono ai margini della grande foresta con largo anticipo e notarono, con stupore, che non erano stati gli unici ad avere quell’idea. Molte persone erano già radunate in attesa che il bosco si rischiarasse con la luce degli alberi di Madre Gherda.
Poika, per l’attesa, non la smetteva di battere i piedi per terra. Vide al suo fianco una ragazza infagottata in un grande cappotto bordato di pelliccia: aveva lo sguardo fisso sulla foresta.
Curioso, le chiese: «Anche tu sei arrivata così presto per avere l’occasione di ringraziare Madre Gherda?»
«… Come scusa?»
«Ti stavo chiedendo se anche tu quest’anno abbia deciso di arrivare prima degli altri per incontrare Madre Gherda e dirle grazie per lo splendido lavoro che fa.»
«Sì, certo, per dirle grazie… E per accaparrarmi un albero grande con le decorazioni di vetro rosa e quei magnifici fiori di stoffa turchese. Sono anni che sogno così il mio albero. Sono voluta venire prima perché l’anno scorso gli alberi non sono bastati per tutti, sai? Sembra che la nostra Madre Gherda, raggiunto il successo, si sia stancata di lavorare. Mia madre dice che è un’egoista e che dovrebbe assumere degli assistenti… È così triste che per colpa sua qualcuno debba rinunciare a un albero di Natale splendente.»
Poika rimase senza parole. Guardò la ragazza incredulo e poi rivolse lo sguardo agli altri presenti. Non sapeva cosa pensassero, ma i loro sguardi erano avidi e ingordi.
«Poika, vieni qui tesoro. Manca poco.»
I grandi guardavano gli orologi, mentre i ragazzi la foresta; i minuti passarono e, allo scoccare della mezzanotte, tutti trattennero il respiro, ma nessuna luce si accese.
Lo splendore che tutti aspettavano non si manifestò. In breve, nel circondario si levarono grida di dissenso. Quell’evento scosse tutto il mondo e da ogni dove si presentarono i curiosi.
La misteriosa scomparsa della “Madre degli alberi di Natale” era su ogni telegiornale e tutti si chiedevano che fine avesse fatto.
La foresta non poteva essere setacciata tanto era buia in quel periodo dell’anno; quindi, dopo i primi giorni di gran clamore, tutti tornarono alle loro vite.
I più, con l’approssimarsi delle feste, per salvare il salvabile si recarono nei negozi e comprarono le solite decorazioni e le luci colorate. La ragazza ebbe il suo albero rosa e turchese ma si lamentò con la madre ugualmente perché non brillava come quelli di Madre Gherda.
Insomma, tutti erano scontenti e arrabbiati perché credevano che “la Madre degli alberi di Natale” li avesse abbandonati nel momento peggiore, rovinando loro le feste.
Solo Poika se ne stava chiuso in camera sua a piangere per la scomparsa della donna.
Si arrabbiava perché vedeva che era l’unico a cui interessasse davvero, mentre gli altri erano intenti a lamentarsi per il nulla. Era triste perché era certo che fosse successo qualcosa a Gherda e voleva sapere a tutti i costi la verità. Non chiese nulla per regalo al padre, che si sentì impotente. Non aveva voluto neanche comprare una singola decorazione.
Sarebbe stato il Natale più buio di sempre.
La notte della vigilia, Poika era disteso a letto insieme al padre in silenzio, quando udirono una voce acuta.
«Che si siano di già addormentati?»
«Fai piano e non parlare ad alta voce. Non lo sappiamo ancora se sono svegli o meno.»
«Chi è la?» Disse Hans preoccupato.
«Cavolo! Ci hanno scoperto… scappa!»
Un rumore assordante venne dal corridoio. Poika si precipitò in salotto e accese la luce.
Kissa e Kisu, i loro gatti, erano sdraiati sul divano, ma sembravano affannati. Le finestre e la porta d’ingresso erano chiuse. Il ragazzo continuava a guardare i gatti ansimare e chiese loro: «Eravate voi a parlare poco fa?»
Hans lo raggiunse dopo aver controllato ogni altra stanza. Poika era seduto sul divano con i gatti in grembo: stavano parlando.
«…in teoria voi non dovreste ascoltarci mentre parliamo. Ma possiamo farlo solo nella notte di Natale, quindi c’è sempre una certa eccitazione.»
L’uomo, senza parole, rimase in disparte a riflettere mentre teneva lo sguardo posato sul figlio che sembrava leggermente meno triste. Tempestava i gattini di domande, mentre sul viso comparve l’ombra di un sorriso.
«Ora vorrei farti io una domanda» chiese Kissa che era il gatto più anziano. «Per quale motivo eravate svegli al buio in una notte tanto speciale?»
«Io? Non lo so con precisione. Sento un vuoto dentro e credo che questo buio si addica al mio stato… E poi Madre Gherda è scomparsa. Nessuno sa nulla di lei o se stia bene. Anche lei vive al buio in questo periodo. Come mai? Perché nessuno fa niente per scoprirlo?»
«Mi stai dicendo che nessuno conosce la sua vera storia?» esclamò stupefatto Kisu, saltando giù dal divano.
«Noi credevamo che ogni singolo umano conoscesse il suo passato. In fondo ogni anno avete decorato le vostre case con i suoi alberi. Veramente non avete mai sentito la sua storia?»
«Quale storia? No. Non conosciamo nulla su di lei… Io voglio saperla.»
Anche Poika si era sollevato dal divano, mentre Hans si era avvicinato per ascoltare meglio.
«Bene.» Kissa scese sul tappeto, si sedette al centro e iniziò il racconto.
«Molto tempo fa, prima di diventare la Madre degli alberi di Natale, era semplicemente la mamma di due bambini e la moglie di un bravo boscaiolo. Erano poveri e vivevano isolati nella foresta. Ogni Natale, per non far mancare nulla ai suoi piccini, Gherda confezionava delle bellissime decorazioni con quello che trovava. Le appendeva a un grande abete e poi la notte di Natale tutta la famiglia ci danzava intorno per festeggiare. Ma un terribile inverno una malattia misteriosa si portò via la sua famiglia. Il marito prima, e poi i due bambini. La donna venne avvolta da un’oscurità che la fece vivere nell’ombra per molti anni a seguire. Il dolore di Gherda non si placò finché un giorno, mentre camminava per l’oscura foresta, vide appeso a un abete un fiocco ricoperto di ghiaccio. Quella semplice decorazione le fece ricordare il passato con la sua famiglia. Tornata a casa, iniziò a fare delle decorazioni con una vecchia coperta. Piangeva, e le lacrime che cadevano sul tessuto lo illuminarono. Le mani di Gherda non si fermarono, e neanche i suoi occhi. Quelle decorazioni intrise di lacrime splendevano più che mai, e pruficavano la sua anima. Il buio in cui era vissuta Gherda venne rischiarato dalla luce del suo albero per prepararla al nuovo anno. E così, per tutto il corso della sua vita, con il suo lavoro manuale e costante ha continuato a riversare il dolore in ogni singola decorazione, fino a diventare la “Madre degli alberi di Natale” che tutti conoscete.»
«Ma questo non spiega dove sia finita!»
«Questo non lo so, caro ragazzo. Forse il suo cuore è libero dal dolore, o forse vuole che ognuno faccia la sua parte, non lo so.»
Poika, con lo sguardo fisso nel vuoto, capì ogni cosa. Dentro di lui sentiva la mancanza della mamma e il suo cuore era colmo di tristezza. Quando la prima lacrima scese dagli occhi, vide il nastrino colorato al collo di Kisu illuminarsi. Hans si unì presto al figlio, e insieme lavorarono con le mani mentre piangevano. Dopo molte ore avevano confezionato svariate decorazioni meravigliose che appesero alla finestra, visto che non avevano un albero.
La loro casa non era mai stata più luminosa di così; padre e figlio si abbracciarono e danzarono felici nel ricordo di Leea, certi che, ogni anno per il resto dei loro giorni, avrebbero onorato e diffuso questa nuova tradizione lasciata da Madre Gherda.
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Messaggio Da vivonic Ven Dic 17, 2021 11:43 pm

Trama (intreccio, coerenza, originalità, gusto personale) 0-10
Caratterizzazione dei personaggi 0-5
Scrittura (grammatica, ortografia, scorrevolezza) 0-10
Ambientazione natalizia (must del concorso) 0-6
 
Ciao Autore, comincio con te i miei commenti natalizi. Potrò sembrare meno emotivo del previsto, ma con la mole di racconti che c’è è importante anche essere schematici; ad ogni modo, farò sempre capire cosa mi è piaciuto e cosa no, cercando di essere utile (soprattutto nel secondo caso).
Il tuo racconto è costruito con un intreccio chiaro e coerente e un messaggio anticonsumistico e antiutilitaristico molto forte, che mi colpisce molto e me lo rende molto vicino al mio gusto personale, in quanto pienamente inserito nel mio sistema axiologico. Hai scelto di raccontare una favola, e il tuo racconto è esattamente questo: quindi impeccabile la coerenza narrativa nel rispetto del genere che hai optato per utilizzare. Una storia molto originale, con dei personaggi tratteggiati sapientemente che si fanno conoscere e riconoscere. La scrittura è pulita, fluida, senza errori o refusi, quindi perfetta. L’ambientazione natalizia c’è in pieno, partendo da un aspetto della tradizione e trasformandolo in qualcosa di originale.
In conclusione, questa è una favola che non può mancare nell’antologia di NB. Per quanto mi riguarda, promosso a pieni voti.
Complimenti!  Madre Gherda 1845807541 Madre Gherda 1845807541 Madre Gherda 1845807541

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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Messaggio Da paluca66 Sab Dic 18, 2021 5:32 pm

Ho riletto due volte attentamente il tuo racconto perché mi sembrava impossibile non aver trovato nemmeno un piccolo refuso, ma è proprio così.
E in un contest letterario questo per me continua a essere un valore aggiunto molto importante a prescindere da tutto il resto.
Resto che c'è, comunque, in abbondanza.
Hai deciso di raccontare una favola e proprio una serie di favole ho immaginato che avrei letto nella sezione per ragazzi: non ho potuto fare a meno di pensare a "Rapunzel" con il fiore che si illumina e dà l'eterna giovinezza e le lacrime della ragazza che salvano l'amato.
Lettura scorrevole, gradevole, Poika è un personaggio bellissimo e molto indovinato, i due gatti del finale della storia sono quel guizzo in più da ver* scritt*.
Una piccola notazione a margine, è il secondo racconto che leggo della sezione ragazzi e in entrambi si legge di mamme che non ci sono più... come nella migliore tradizione disneyana (Bambi, Biancaneve, Cenerentola...)

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Messaggio Da Petunia Lun Dic 20, 2021 12:14 pm

Caro autor@ leggendo questa fiaba sono tornata bambina. Cosa chiedere di meglio a un racconto natalizio?  
La storia è magica, l’atmosfera è incantata e incantevole, il messaggio è profondo ma espresso in modo semplice tanto che penso possa raggiungere anche i più piccoli lettori.
La scrittura è ottima e la trama originale. Hai creato una vera nuova favola di Natale. Mi sono piaciuti tanto anche i nomi che hai scelto Madre Gherda su tutti. 
Le lacrime che nascono dalla sofferenza per la mancanza delle persone care si trasformano in fantastici decori luminosi che scaldano il cuore e illuminano la festa. Le persone avide e grette che non pensano altro che al loro egoismo e alla voglia di apparire, condannate a rimanere al buio.
Bella, Bella, Bella. Complimenti e grazie per le belle sensazioni che mi hai fatto ritrovare.
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Messaggio Da SisypheMalheureux Gio Dic 23, 2021 12:00 pm

Caro autore (o autrice),
Il tuo racconto mi ha fatto pensare a quanto sarebbe bello se quello che succede nella tua favola fosse vero, se il dolore e le lacrime si trasformasse davvero in qualcosa di così magico da illuminare il cuore e la vita del prossimo. Allora, forse, il dolore avrebbe un senso. Ma si sa, le favole purtroppo sono solo favole, la realtà purtroppo è ben diversa.
Ma parte il mio cinismo, che non mi abbandona mai, devo riconoscere che il tuo è uno splendido racconto, scritto benissimo ed è anche uno dei più originali di questa sezione. Adattissimo a un pubblico di bambini, proprio perché spiega il dolore per lutti così importanti come la perdita di una madre o di un figlio, con un linguaggio semplice e un messaggio di speranza: da eventi così drammatici possono nascere anche cose belle. Per me il tuo racconto è promosso a pieni voti e merita decisamente un posto nella parte più alta della classifica. Complimenti!
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A Petunia garba questo messaggio

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Messaggio Da Antonio Borghesi Gio Dic 23, 2021 2:47 pm

Più mi inoltro nei racconti per ragazzi e più scopro delle bellissime fiabe che veramente si possono raccontare ai nipotini. Il tuo è speciale soprattutto nell'idea di base. Non mi ha riportato alla mente nessun altro racconto e questo ti da qualche punto supplementare. Ho inciampato solo in questa frase: Le notti erano così scure che i due si erano trovati spesso a singhiozzare per il dolore, perchè non l'ho capita anche se in seguito tratti il buio come una cosa abbastanza negativa. A parte ciò che riguarda solo i miei due neuroni, tutto fila liscio e la lettura è facile. Bravo/a.
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Messaggio Da Molli Redigano Gio Dic 23, 2021 10:50 pm

Un refuso c'é:

"e pruficavano la sua anima."


"e purificavano la sua anima."



Testo curato e ben scritto, nulla da dire.


Una fiaba a tutto tondo che mi piace per un motivo molto semplice: io non riuscirei a scriverla. D'altronde ognuno ha i suoi orientamenti circa il genere, o no? Detto questo, nella sua originalità, ho molto apprezzato il passaggio di consegne, passatemi il termine, tra Madre Gherda e il piccolo Poika. Confesso che mi ha lasciato perplesso non sapere perché c'è stato questo passaggio, oltre al fatto che non mi spiego l'uscita di scena della protagonista, se non per "anzianità". Oppure, e allora non avrei capito niente, le lacrime di ciascun uomo, nell'elaborazione di un grave lutto che l'ha colpito, possono trasformarsi in luminosissime decorazioni durante il magico (perché è proprio così) periodo natalizio.


Attenzione: le mie considerazioni interpretative non vogliono togliere nulla alla validità di questa bella fiaba, ho cercato soltanto di guardarla con occhio critico, ma senza pretese.


Grazie e Buon Natale!

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Orazio, Ars Poetica, vv. 343-344


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Messaggio Da Susanna Sab Dic 25, 2021 12:05 am

Concordo con gli altri commentatori che questa sia una bella favola, il tema natalizio centrato in pieno e molto adatta ai bambini. Hai inserito anche il richiamo alla necessità di preservare gli alberi, cercando di non “infierire” sul nostro povero pianeta.
Un tema questo che si può tranquillamente affrontare con i nostri piccoli, sempre più ricettivi, piccole spugne per tutto ciò che gli viene presentato in modo adeguato all’età. Non da ultimo il rispetto per la natura.

Il linguaggio è semplice, adatto appunto alla narrazione, e trasporta in un mondo davvero fantastico, dove non è necessario chiedersi con cosa la donna fabbricasse le decorazioni, si passa anche sopra al fatto che comunque gli alberi vanno trasportati, la gente che si muove alla fine inquina. Insomma si entra in una favola e basta. La racconterò volentieri alla mia nipotina.
C’è poi una favola nella favola: le ragioni che portano Gherda a fare quello che fa. Già questa è una piccola storia a sé stante.
Trovo che tu abbia un buon stile, in alcuni punti un po’ ripetitivo (il dolore per la morte di Leea più volte richiamato, così come il fatto che ogni anno si rinnovi il rito della distribuzione degli alberi), ma non sono difetti che abbiano inficiato il buon giudizio su questo racconto.
 
Di note ne ho proprio pochine, sono davvero bazzecole in un testo scritto così bene. Ai refusi ci si passa sopra che è un piacere.
foresta, per rischiarare... inserirei una virgola, la frase è piuttosto lunga
 ripiegata su se sé stessa, poi c’è anche un se stesso
con molto ardore... ardore stona un po’, lo vedo più adatto ad un sentimento; forse “bussò alla porta, eccitato.” rende ugualmente l’idea.
pruficavano  purificavano
Quando la prima lacrima scese dagli occhi, vide il nastrino colorato al collo di Kisu illuminarsi.
Hans si unì presto al figlio, e insieme lavorarono con le mani mentre piangevano. Dopo molte ore avevano confezionato svariate
Hans e il figlio, piangendo, si misero al lavoro e dopo molte ore avevano confezionato numerose... 
questa nuova tradizione lasciata da Madre Gherda  La tradizione di Madre Gherda era già consolidata, quindi il ragazzo la porterà avanti, ma non come novità.


Ultima modifica di Susanna il Mar Dic 28, 2021 10:15 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Byron.RN Sab Dic 25, 2021 7:25 pm

Un bel pezzo, d'atmosfera e anche toccante.
Mi è piaciuto, è scritto bene, senza errori formali.
Questo è l'ultimo racconto che leggo in questa sezione, perciò posso dire che anche per me è uno dei migliori dei racconti per i non adulti.
Qualcuno ha detto che è una fiaba per bambini, io direi per ragazzi.
Mi è piaciuta la storia, però l'argomento della perdita che trapela nella narrazione, la tristezza che comunque può essere trasformata col tempo in calore e luminosità grazie al ricordo, non so quanto sia adatta per un bambino piccolo. Per un ragazzo perfetto, nulla da dire, per un bambino vedrei qualcosa di più spensierato e allegro, più gioioso.
Anche perché Madre Gherda scompare nel nulla e un bambino appena arrivato al punto in questione chiederebbe: babbo, mamma, dov'è finita Madre Gherda?
Un ragazzo leggendo si porrebbe la stessa domanda, ma sarebbe in grado di darsi una risposta da solo.
Comunque, detto questo, un racconto decisamente buono.
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Messaggio Da gipoviani Dom Dic 26, 2021 9:05 am

Bella favoletta. Dove il diminutivo è in realtà un accrescitivo. 
Le favolette sono favole rimaste bambine, che non hanno raggiunto quella maturità che spesso significa perdita dell’innocenza.
Brav*, veramente brav*. Concordo con chi sostiene che questo racconto debba essere presente in antologia.


Ultima modifica di gipoviani il Mer Dic 29, 2021 7:17 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Resdei Dom Dic 26, 2021 10:07 pm

Ciao.
Bella favola, c’è tutto, lo stupore, la luce, l’incanto e la meraviglia.
Scritto molto bene, ambientazione precisa, come i dialoghi.
Forse qualche bambino vorrebbe davvero sapere che fine ha fatto madre Gherda,
ma il lieto fine lascia ugualmente appagati.
Una gran bella storia di Natale che merita molto, a mio parere.
complimenti
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Messaggio Da SuperGric Mar Dic 28, 2021 7:41 pm

Favola magica, notturna e malinconica.
Scritta bene ma attenzione alle ripetizioni, ce ne sono un po’ e appesantiscono il racconto. Soprattutto nell’incipit: C’era una volta, là dove d’inverno il sole non fa capolino, una donna conosciuta in tutto il mondo come “La madre degli alberi di Natale”. Madre Gherda viveva in una capanna circondata dagli abeti e ogni anno, per Natale, confezionava decorazioni luminose che appendeva agli alberi della foresta per rischiarare il buio delle lunghe notti del nord. Quando le notti sulla Terra divennero sempre più tenebrose, i suoi abeti brillarono così tanto da essere notati dagli abitanti delle città vicine, i quali presero l’abitudine di richiedere a Madre Gherda sempre nuovi alberi decorati.
Come favola mi è piaciuta, ma quello che mi è mancato è l’ostacolo da superare, la prova da passare. I due gatti arrivano come deus ex machina a spiegare tutto e Poika, senza una motivazione precisa, incomincia a piangere lacrime luminose. Poika non ha meriti particolari né un ruolo attivo, succede tutto un po’ per caso. O forse ho capito male io…
Comunque l’idea è ottima, il messaggio condivisible e la realizzazione apprezzabile.


Ultima modifica di SuperGric il Mer Dic 29, 2021 8:06 am - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Valentina Mer Dic 29, 2021 6:38 am

Ciao Autore, l'idea del tuo racconto è molto buona, così come la scrittura utilizzata.
Un racconto molto natalizio, che anche se con note malinconiche fa sorridere in molti punti, specialmente alla fine, trovando una conclusione che ci sta bene, ma che secondo me avrebbe bisogno di qualche miglioria e spiegazione in più: esiste qualche motivo per cui i gatti conoscono la storia di Madre Gherta? Magari qualche collegamento tra loro. E qualche indizio in più sulla sua scomparsa.
Mi sarebbero servite queste aggiunte per non sentire la conclusione frettolosa, come l'ho avvertita.
Ma in generale il tutto funziona e la storia di Madre Gherta mi piace veramente molto.
I racconti che trasmettino un po' di malinconia ma che alla fine lasciano il sorriso sanno proprio di clima Natalizio
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Messaggio Da Arianna 2016 Mer Dic 29, 2021 4:55 pm

Bella storia, molto natalizia, centrata in modo corretto sul target giovane, sia come linguaggio che come tematica e trama.
Si parla di famiglia, affetti, generosità e avidità.
Una storia al tempo stesso natalizia e non tradizionale (io, almeno, della “madre degli alberi di Natale” non avevo mai sentito parlare).
Scritta molto bene. A tratti il linguaggio è un po’ enfatico, ma non stona con il tipo di racconto, che ha qualcosa di mitico.
Ti segnalo solo:
- Quando le notti sulla Terra divennero sempre più tenebrose, i suoi abeti brillarono= userei l’imperfetto (diventavano, brillavano) perché è un evento che si ripete ogni anno
- nel circondario= userei un’espressione diversa, questa non mi suona bene
- Chi è la?= là
 
Bravo, bel lavoro.
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Messaggio Da Arunachala Gio Dic 30, 2021 6:47 pm

bello, davvero molto bello, il migliore finora letto.
bella la storia in se, ma anche il messaggio che lancia e arriva come un fulmine addosso al lettore.
scritto alla perfezione, scorrevole, con dialoghi ottimi e descrizioni splendide.
non so cosa altro aggiungere.
applausi continui.

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Messaggio Da tommybe Ven Dic 31, 2021 4:02 pm

La tristezza trasformata in luce, se davvero fosse così per sempre, il mondo sarebbe un palcoscenico abbagliante.
Non so dire se è il racconto più bello, prima voglio rileggerli tutti, senza fretta. Sicuramente è una storia che colpisce. Gli affetti semplici, il ricordo di chi manca e tutta l'ambientazione sono da podio. E la storia è talmente bella da infischiarsene del premio e brillare di luce propria
Sono d'accordo con Arianna sull'uso dell'imperfetto nella parte iniziale. Chapeau!
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Messaggio Da Fante Scelto Mar Gen 04, 2022 4:01 pm

Autore, spero non te la prenderai se vado decisamente controcorrente.
La tua è una bella storia, forse più una fiaba in effetti, è scritta molto bene, ma... non la trovo molto adatta a un pubblico giovanile.
Okay lo stile, ma davvero... è una storia senza speranza né redenzione.
E' segnata costantemente dal lutto. Il lutto domina tutta la vicenda, non solo quella di Poika ma anche, scopriamo alla fine, quella di Gherda stessa.
Il lutto è l'elemento portante dell'intera narrazione.
La morte compare nelle fiabe, siamo tutti d'accordo, ma ha di solito due funzioni: educativa (una morale da passare) o un punto di partenza per giungere a un riscatto.

Qui forse ricadiamo nel secondo aspetto, ma molto alla lontana. Non ci vedo alcun riscatto dei protagonisti, solo un mettere assieme i pezzi e salvare il salvabile, diciamo così. Un lenire il dolore con le decorazioni natalizie.
La stessa scomparsa di Gherda rimane irrisolta, oscura, fin inquietante, al punto da sembrare un "fallimento" della stessa e della sua tradizione di speranza.

L'avidità delle altre persone, della ragazza che vuole l'albero fatto così e cosà, sono la pietra tombale sulla bontà del Natale e delle persone. Non c'è redenzione del genere umano, non c'è speranza.
Poika e suo padre, uniti nel dolore, sono tutto ciò che di buono rimane sullo schermo, chiusi tra le quattro mura della loro casa.
Il resto dell'umanità è perduto nel consumismo, nell'indifferenza sulle sorti di madre Gherda.

Infine i gatti. Che parlano solo la notte di Natale. Sinceramente non ne ho capito la funzione.
Non risolvono l'impasse, servono solo a spiegare la storia di Gherda che, forse, poteva essere spiegata in altro modo.
Reintroducendo il tema del lutto anche nel finale.

Insomma, mi ritrovo a fine lettura con due occhi così, una malinconia addosso terribile e zero voglia di sentir parlare di Natale per i prossimi 5 anni.
E sono un adulto.
Io, ma magari sbaglio, non credo che un ragazzino possa veramente sentirsi ispirato o pervaso dallo spirito natalizio da una storia che è, dall'inizio alla fine, pregna di malinconia e, ribadisco, senza alcuna redenzione. Senza speranza.
Che sono esattamente ciò che lo spirito natalizio dovrebbe portare, per me.

Sia chiaro. Scrivi bene e, rivisitata e liberata da alcuni elementi troppo fiabeschi (i gatti in primis), questa storia sarebbe stata perfetta per la sezione adulti.
Così com'è, con il carico profondo di dolore senza uscita che porta con sé, non riesco assolutamente a vedercela in una antologia per ragazzi.
E lo dico con amarezza!
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Messaggio Da Danilo Nucci Mer Gen 05, 2022 11:57 am

Bella favola di Natale che ho trovato perfetta per ragazzi attorno agli 8-10 anni ma anche per un’età inferiore o leggermente superiore con minimi aggiustamenti. Lo stile è quello giusto per una lettura preadolescenziale, con un uso di parole semplici, facilmente comprensibili a quell’età.
Piccole notazioni:
“… con gran passione”.   Avrei detto “con grande passione”
“… il primo di Dicembre”  = il primo di dicembre
“… pruficavano la sua anima” = purificavano la sua anima
Fra i racconti per ragazzi letti fino a ora è quello che ho trovato più equilibrato quanto a idee, svolgimento, definizione dei personaggi e lessico. Quanto al Natale: c’è in pieno. Complimenti! 
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Messaggio Da Akimizu Sab Gen 08, 2022 11:37 am

Ripeterò cose che già prima hanno scritto, ma mi trovo d'accordo con chi mi ha preceduto. La fiaba infatti è molto ben confezionata, scritta col registro giusto, con le giuste pause, con una bellissima e malinconica morale. Detto questo non ho però apprezzato due cose, la prima è l'espediente gatto parlante, che per carità, in un contesto magico ci sta, ma si vede che è un po' tirato per i capelli, un elemento utilitaristico e basta. La seconda è non sapere che fine abbia fatto madre Gherda. Io ho un'ipotesi, che abbia esaurito il suo compito nel momento in cui sente Poika che la ringrazia, quando le cade tutto dalle mani. Ma io sono un adulto, e probabilmente mi sbaglio pure, un bambino, il target di riferimento, non si accontenta di fare un'ipotesi, vuole sapere. A parer mio dovresti assolutamente colmare questo vuoto.
A rileggerci!
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Messaggio Da FedericoChiesa Sab Gen 08, 2022 5:59 pm

Devo dire che non mi ha convinto troppo.
Avrei tenuto la fiaba in una dimensione “locale”, senza dovere coinvolgere le Nazioni o le genti di tutto il mondo.
La morale sull’egoismo delle persone e sul consumismo, messa così, mi è sembrata forzata, appiccicata.
I gatti che iniziano a parlare non mi hanno convinto; capisco sia un escamotage per spiegare la storia della vecchietta, ma penso si sarebbe potuta inserire in modo più in sintonia con il resto del racconto.
Un paio di piccole note tecniche:
-          nel secondo paragrafo, avrei lasciato tutto all’imperfetto, il passato remoto mi ha disturbato.
-          “Soltanto durante il periodo di Natale… ma per il resto dell’anno nessuno si faceva domande.”: domande su che?
Spero non te ne abbia a male… tanto vedo con piacere che hai ricevuto moltissimi commenti di apprezzamento.
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Messaggio Da Mac Dom Gen 09, 2022 1:36 am

Caro Autore, premetto che non sono mai stata neanche da piccola un’amante delle favole e per questo sto faticando molto ad essere obiettiva nei giudizi in questa sezione.
Detto questo la favola è ben scritta, curata nella scrittura,  e il linguaggio è consono. Ci sono però un paio di punti che mi lasciano perplessa:
- perché Madre Gherda non risponde quanto il bambino bussa?
- perché non crea più alberi decorati? È morta?
- cosa c’entrano i gatti che parlano? Questa  è la parte che mi piace meno, la trovo un po’ attaccata con lo scotch. Potevi trovare un altro appiglio per raccontare l’origine della storia.
Comunque nell’insieme è un buon lavoro.


Ultima modifica di Mac il Mar Gen 11, 2022 4:07 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Isabella Dom Gen 09, 2022 8:55 am

La trama di questo racconto ha il sapore di una leggenda natalizia nordica. E’ originale e coerente. Il personaggio di Madre Gherda è ben costruito e descritto, un po’ meno quella del ragazzo/bambino e del padre.
La scrittura è scorrevole ma troppo semplicistica, avrei usato termini un po’ più ricercati per valorizzare il testo, tuttavia corretta e gradevole. Punto forza dell’autore è la capacità descrittiva.
Il tema natalizio c’è nell'ambientazione, mentre nei personaggi prevale la tristezza e il dolore, che non sono i sentimenti che dovrebbe infondere il Natale, ma è un parere personale.

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Messaggio Da Nellone Mar Gen 11, 2022 3:44 pm

Ho avuto come l’impressione di leggere un racconto al contrario: si spiega alla fine perché Madre Gherda si sia dedicata anima e corpo alle decorazioni natalizie, ma… poi dov’è finita? Forse l’autore riterrà che non è il punto focale della narrazione, che la vera gioia sia vedere finalmente in pace il piccolo Poika felice con il padre ma… il dubbio resta! Per il resto il testo è ben scritto, con una seria riflessione sull’egoismo degli “altri”, più preoccupati di non avere un bell’albero di Natale, piuttosto che interrogarsi sulla fina della vecchietta, riflessione che è tuttavia perfettamente inserita nella narrazione senza mai scadere nella predica. Scrittura adeguata e discreta, nel senso positivo del termine, adatta ad un pubblico di ragazzi.

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Messaggio Da miichiiiiiiiiiii Mar Gen 11, 2022 7:53 pm

Sai? Il finale un po' mi ha delusa...
A che il gatto ha spiegato la storia triste ed emozionante di Madre Gherda a che loro diventano improvvisamente "magici", capisco il sentimento e il bisogno di trovare la luce, ma forse avresti dovuto raccontare quel finale più lentamente.
L'intreccio tra la signora e i due è stupendo, la trama è originale e ricca comunque di emozioni.
Mi piace anche molto quando lui fa le domande alla ragazzina e lei è completamente il suo opposto e lui inizia a preoccuparsi di Madre Gherda, anche se non si sa dove sia finita, io immagino che guardando dalla finestra scenda dal cielo della neve così brillante e luminosa da schiarire tutta la notte di quel magico e lucente Natale.
Complimenti!
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Messaggio Da caipiroska Lun Gen 17, 2022 12:13 am

Ciao Autore,
molto bella questa favola, ma quanta tristezza!
Un bambino quando legge s'immedesima un pò nella storia e, credo, tutte queste morti sono destabilizzanti.
Certo, anche a Bamby muore la mamma, ma dopo arriva la primavera e con essa il riscatto della vita sulla morte, dando speranza ai piccoli lettori.
In questa favola invece accade qualcosa di opposto e diverso: le lacrime che si trasformano in luce sembrano suggerire che ci si salva da soli dalla tristezza di un lutto (ma lo capiranno i bambini?) e soprattutto la scomparsa della protagonista lascia il lettore nel panico creando una sorta di ansia per il destino della cara vecchietta.
Lasciando da parte la parentesi ecologista (che comunque ci sta sempre bene), credo che in questa favola manchi un pò il percorso di crescita del protagonista che, attraverso le avversità, si eleva da una situazione sfavorevole iniziale. Poika riceve il testimone da Madre Gherda per continuare a creare meravigliose decorazioni natalizie nate dalle lacrime versate per i propri morti (leggermente macabra e inquietante questa cosa...), ma la scintilla tramite cui questo avviene non è chiarissima.
Questa favola è molto intensa e interessante, di quelle che rimangono un pò aperte suscitando tante domande alla fine: ottimo per la curiosità dei bambini, un pò meno per chi la legge e deve inventare risposte a tutti quei perchè...
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