SESSANT'ANNI FA, LA SIGNORA JOLE
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tommybe
AlbertOne
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SESSANT'ANNI FA, LA SIGNORA JOLE
Ero troppo piccolo per rendermene conto, ma i suoi capelli azzurrini di signora attempata mi impressionavano sempre; seduta su quella specie di trono chiuso in una sorta di cilindro, alto rispetto al pavimento, mi sembrava una regina misteriosa e mi faceva un po’ paura.
Tutte le volte che entravamo nel locale, mi stupiva la famigliarità con cui mia nonna e la signora Jole chiacchieravano tanto a lungo e mi chiedevo di cosa parlassero; cercavo di ascoltare ma poi, annoiato, lasciavo perdere.
Ogni poco, qualcuno si avvicinava e parlava con la signora Jole, obbligandola ad interrompere la fitta conversazione con la nonna per premere dei misteriosi bottoni e consegnare un bigliettino di carta che poi, il cliente, dava al cameriere al bancone ricevendone in cambio un caffè o una bevanda.
Entrare nel bar Frontini, all’angolo fra via Plinio e via Eustachi, era sempre una festa; mentre la nonna in piedi nei pressi della cassa chiacchierava con la signora Jole, io potevo andarmene a zonzo nel bar, entrando nella sala da tè e provando ogni sedia, accedendo alla sala bigliardi con qui bellissimi tappeti verdi pieni di palline, fingendo di conversare utilizzando il telefono pubblico a gettoni.
E ogni volta, il signor Raffaele al banco apriva dei misteriosi coperchi rotondi e mi consegnava un piccolo cono gelato; prima di accettare il regalo, gettavo un rapido sguardo alla nonna che, sempre, assentiva.
All’incrocio fra via Plinio e via Eustachi non c’era solo il bar Frontini: il fornaio Pastori aveva il forno nel retrobottega che dava sul cortile interno del palazzo dove abitavo con la mia famiglia; la mattina il nostro appartamento era invaso dal profumo del pane in cottura.
Sull’angolo opposto, le tende delle numerose vetrine del droghiere De Ponti aggettavano sul marciapiede; all’interno, una meraviglia di bancone in vetro con dei divisori interni, sempre in vetro, consentiva di ammirare gli articoli di maggior consumo, fra i quali i “ginevrini” ed i “ginevroni”, sorta di pastiglie piatte di zucchero colorato che mi piacevano tanto.
Percorrendo via Eustachi in direzione sud, si incrociava sulla destra via Redi, a metà della quale c’era l’oratorio San Giuseppe; a causa della curiosa forma costruttiva dell’intero isolato, il cortile interno dell’oratorio, con il suo spoglio campetto da calcio, risultava immediatamente alle spalle del forno in cui il sig. Pastori cuoceva il pane e, di fatto, quasi sotto il balcone del nostro appartamento; quando mia madre voleva che tornassi a casa, semplicemente mi chiamava dal balcone della cucina.
La direzione nord di via Eustachi conduceva invece in piazzale Bacone, all’epoca sede di semplici giardinetti ricavati al centro, fra i binari dei tram posti lungo la periferia della piazza; i primi approcci con le ragazzine ci vedevano muti e vergognosi seduti sulle panchine in attesa di chissà quale bacio o toccamento.
Percorrendo invece via Plinio in direzione sud-est si arrivava all’incrocio con viale Abruzzi; oggi l’incrocio è stato trasformato in una rotonda ma, esattamente come allora, il bar Basso, costituisce ancora oggi meta di VIP alla ricerca di emozioni alcoliche; naturalmente il locale, per noi ragazzini, era assolutamente off-limits.
Con il passare degli anni, il nostro raggio d’azione di bambini si allargò sempre di più fino a sconfinare in via Noè, dove un grissinificio artigianale invadeva la via con profumi di cottura, in via Petrella, dove una sede della GBC mi vedeva accanito, ma purtroppo squattrinato, compratore di componenti elettronici, in corso Buenos Aires dove la libreria Puccini vendeva libri remainders al 50%, in via Vitruvio, dove numerose signorine dallo sguardo intenso, e per noi un po’ misteriose, stazionavano tutto il giorno sui marciapiedi, in corso XXII marzo dove l’enorme, per allora, negozio Marcucci esponeva in vetrina apparecchiature radio e strumentazione da laboratorio meta di nostri pellegrinaggi quasi giornalieri.
Link al mio commento al racconto "Due barboni" di @Andrea Bernardi: https://www.differentales.org/t2347-due-barboni#32973
AlbertOne- Viandante
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Re: SESSANT'ANNI FA, LA SIGNORA JOLE
L'infanzia e l'adolescenza raccontate attraverso gli odori e i sapori del bar. Un'analisi attenta e rispettosa di ricordi mai forti.
Uno scrittore commosso e garbato.
Uno scrittore commosso e garbato.
tommybe- Maestro Jedi
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Re: SESSANT'ANNI FA, LA SIGNORA JOLE
Un angolo di Milano che conosco piuttosto bene. I tuoi ricordi gli regalano la profondità del tempo e resuscitano ciò che ormai è svanito.
Re: SESSANT'ANNI FA, LA SIGNORA JOLE
Ciao @Andrea Bernardi
Un racconto delizioso il tuo. Mi hai fatto fare un doppio salto nel passato sia per le descrizioni dell’ambiente e dei personaggi, sia perché il tutto viene filtrato dallo sguardo del bambino e sono tornata un po' bambina anch’io leggendo.
Il racconto funziona fino a quando non fai crescere il bambino. Dopo, il tutto appare affrettato e un po’ didascalico. Oltretutto si perde per strada la signora Jole coi suoi capelli azzurri. Dal punto di vista della struttura non è bene perdere quel personaggio sul quale, peraltro, il lettore si concentra in particolare modo visto che se lo trova anche nel titolo.
Quindi, nello spirito che anima il forum, che è quello di aiutarci a vicenda per individuare punti di forza e debolezze dei nostri scritti, ti suggerirei di recuperare la signora Jole e non far crescere troppo in fretta quel bambino.
Grazie per questa bella lettura
Un racconto delizioso il tuo. Mi hai fatto fare un doppio salto nel passato sia per le descrizioni dell’ambiente e dei personaggi, sia perché il tutto viene filtrato dallo sguardo del bambino e sono tornata un po' bambina anch’io leggendo.
Il racconto funziona fino a quando non fai crescere il bambino. Dopo, il tutto appare affrettato e un po’ didascalico. Oltretutto si perde per strada la signora Jole coi suoi capelli azzurri. Dal punto di vista della struttura non è bene perdere quel personaggio sul quale, peraltro, il lettore si concentra in particolare modo visto che se lo trova anche nel titolo.
Quindi, nello spirito che anima il forum, che è quello di aiutarci a vicenda per individuare punti di forza e debolezze dei nostri scritti, ti suggerirei di recuperare la signora Jole e non far crescere troppo in fretta quel bambino.
Grazie per questa bella lettura
Petunia- Moderatore
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Re: SESSANT'ANNI FA, LA SIGNORA JOLE
Petunia ha scritto:Ciao @Andrea Bernardi
Un racconto delizioso il tuo. Mi hai fatto fare un doppio salto nel passato sia per le descrizioni dell’ambiente e dei personaggi, sia perché il tutto viene filtrato dallo sguardo del bambino e sono tornata un po' bambina anch’io leggendo.
Il racconto funziona fino a quando non fai crescere il bambino. Dopo, il tutto appare affrettato e un po’ didascalico. Oltretutto si perde per strada la signora Jole coi suoi capelli azzurri. Dal punto di vista della struttura non è bene perdere quel personaggio sul quale, peraltro, il lettore si concentra in particolare modo visto che se lo trova anche nel titolo.
Quindi, nello spirito che anima il forum, che è quello di aiutarci a vicenda per individuare punti di forza e debolezze dei nostri scritti, ti suggerirei di recuperare la signora Jole e non far crescere troppo in fretta quel bambino.
Grazie per questa bella lettura
Ciao @Petunia.
Veramente non sono Andrea Bernardi ma @AlbertOne.
Ti ringrazio per la tua critica che trovo davvero costruttiva. Grazie perchè mi hai fatto vedere il mio raccontino con occhi diversi.
In realtà il mio intento iniziale era quello di dare voce ai miei ricordi di bambino e, successivamente, di adolescente; ora penso che rivedrò il testo per tener conto di ciò che hai scritto. Grazie ancora.
AlbertOne- Viandante
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Re: SESSANT'ANNI FA, LA SIGNORA JOLE
Grazie e scusami per aver sbagliato il tag @AlbertOne
Petunia- Moderatore
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Re: SESSANT'ANNI FA, LA SIGNORA JOLE
Grazie per aver riportato in vita gli zuccherini piatti colorati di cui andavo ghiotta da bambina.
Erano rimasti relegati nel fondo della mia memoria, ma grazie al tuo racconto sono tornati a galla coi loro delicati colori pastello.
Bel racconto, molto evocativo anche dal punto di vista sensoriale.
Erano rimasti relegati nel fondo della mia memoria, ma grazie al tuo racconto sono tornati a galla coi loro delicati colori pastello.
Bel racconto, molto evocativo anche dal punto di vista sensoriale.
Albemasia- Padawan
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Re: SESSANT'ANNI FA, LA SIGNORA JOLE
Scritto bene, il profumo dei ricordi... Ma il racconto dov'è? Questa pagina autobiografica (?) è carina, piena di sentimenti, e potrebbe essere l'incipit di un racconto lungo, o romanzo. Ma così, cosa mi dovrebbe trasmettere? E' una pagina dei tuoi ricordi, penso, che tu vuoi condividere con me. Bene. Ho letto e sono rimasto un pochino estraneo al tutto.
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