Greta

L’animale pendeva dalla tasca dei jeans, divincolandosi per cercare di risalirle lungo la schiena e usarla come trampolino per tuffarsi in uno dei buchi che si aprivano nella parete alla loro destra.
Alla fine per levarglielo di dosso fu costretto a toccarglielo comunque, il culo, ma, anche se di luce ce n’era poca nella vecchia tavola calda in cui si erano rifugiati, a Luca sembrò che l’unico a restarci davvero male fosse il topo.
Cadde a terra con un tonfo molliccio, puntò gli artigli sul pavimento di linoleum a scacchi e gli ringhiò contro prima di filarsela lungo la parete e scomparire alla ricerca di un'altra via d'uscita.
«Bel colpo», disse Greta e poi gli sfiorò piano il braccio, ignorando per un istante gli squittii che provenivano da dietro le porte della cucina. Stavano aumentando di intensità, tanto da far pensare che quello di cui si erano liberati fosse solo un soldato di un piccolo esercito.
Alla luce della luna, la sola che illuminasse la stanza dal soffitto che non c’era più, si soffermò una volta di più a osservarle il viso.
Non era bella. Non come certe ragazze che vedevi su quello che restava dei cartelloni pubblicitari agli angoli delle strade o sulle pagine delle riviste gonfie di umidità abbandonate sulle rastrelliere dei supermercati. Non quel tipo di bellezza.
Ma c’era qualcosa in lei, una specie di vibrazione nascosta sotto la superficie. Luca riusciva a percepirla. Quando si sistemava una ciocca di capelli o si strofinava il lobo dell’orecchio. Era sexy, Greta. Con quegli occhi vagamente strabici, le labbra carnose, il neo all’angolo della bocca e la cicatrice che le teneva l’occhio destro perennemente socchiuso.
No, non era affatto il momento per pensare a certe cose. Quella sera, in quella tavola calda con le pareti costellate di buchi e il soffitto sventrato, con un esercito di topi che spingeva dietro le porte della cucina. Ma lo sarebbe stato. Forse la sera dopo. O quella dopo ancora. Era solo questione di tempo.

Un'altra storia che prende forma!
Bravo Asbo!

uno scenario inquietante che rimane in zona (forse) "giorni nostri" per quei jeans alle cui tasche si è aggrappato il topo. 
C'è un clima strano la storia parte un po' scollata rispetto all'incipit. Un primo appuntamento e un luogo che parla di distruzione... naturalmente il tutto è scritto così bene che le immagini ti prendono per mano e ti portano dentro al mondo che hai descritto. Sono proprio curiosa di vedere come si svilupperà il racconto.
Una patata bollente sotto tutti i punti di vista "raccogliere il tuo testimone" @Asbottino  Complimenti

Anche questa corsia si sviluppa in modo molto interessante. Scene vivide, da film. In perfetto stile Asbo. Il prossimo staffettista avrà l'onore e l'onere di mantenere questo livello altissimo. Molto bello.

Grande Asbo, è un piacere partire in gara con te.
A me i topi piacciono, da quando ho visto Ratatouille.
Vedremo cosa verrà fuori.

Qui potremmo virare senza problemi sul distopico, o sull'horror o sul thriller, o anche sul comico
Insomma, ho l'impressione che il continuatore (adoro questa parola!) avrà la responsabilità di far prendere una direzione a questo racconto, direzione che Asbo ha preferito non definire del tutto.

Beh, ragazzi, che atmosfera!
Non è che ami particolarmente i topi, anzi, ma mi piacerebbe trovarmi in quella tavola calda con le pareti costellate di buchi e il soffitto sventrato, pur di conoscere il seguito.
Complimenti @Asbottino!

Ciao, Asbottino.

Concordo con Petunia sull'impressione che la partenza sia scollata dall'incipit. A parte ciò, concordo anche con The Raven ossia che ancora non è possibile identificare un genere, cosa che probabilmente toccherà scegliere al prossimo staffettista.

Grazie e alla prossima.

Pur non sbilanciandosi troppo Asbo ha inserito un paio di elementi che mi hanno accesso l’immaginazione. Uno non lo dico ma l’altro si. Quei buchi insieme ai topi non promettono nulla di buono

In corsia 2 si parte all'insegna dell'inquietudine, cosa che apprezzo sempre!
Con la solita maestria Asbottino ci presenta un personaggio davvero interessante, descritto in appena due righe, ma vivido e che rimane impresso. L'atmosfera vira dal post apocalittico, a un qualsiasi dopoguerra al degrado tipico delle grandi città o a una scena quotidiana di un prossimo futuro: mille possibilità a chi dovrà continuare il racconto!
Per me ci sono un paio di parole chiave: la prima è che loro si sono rifugiati in quel luogo, la seconda è la cicatrice che sfigura Greta.
E poi, insomma, tutti quei topi...
Molto intrigante il racconto che si sta delineando in questa corsia...

Uh, mi piace assai, non vorrei portarmi male, ma mi piacerebbe provare a proseguire questo genere di storia, è proprio nelle mie corde. Post-apocalittico? Distopico? Bravo Asbo!

The Raven ha scritto:Qui potremmo virare senza problemi sul distopico, o sull'horror o sul thriller, o anche sul comico
Insomma, ho l'impressione che il continuatore (adoro questa parola!) avrà la responsabilità di far prendere una direzione a questo racconto, direzione che Asbo ha preferito non definire del tutto.

Perché non sull'erotico? Lo dico così...stanza illuminata dalla luna, rifugio, topi tutt'intorno. Greta che non è bella ma proprio per questo ha il suo perché. Scusate, magari sto involontariamente dando un suggerimento a chi verrà dopo. Quanto all'Autore, che dire, anche qui ha mantenuto il suo stile. Però mi manca la sua consueta ambientazione americana che pensavo avesse fissato nel suo spezzone. Voglio essere sincero.

Certamente lo scenario possibile resta molto aperto come è giusto che sia. Chi seguirà deve avere la possibilità di metterci del suo, cercando un giusto equilibrio fra un apporto costruttivo alla storia ed evitare di inserire vincoli troppo pesanti, imbrigliando la fantasia dei futuri staffettisti.
La difficoltà maggiore, almeno per me, potrebbe essere quella di seguire la qualità della scrittura di @Asbottino per evitare eccessive disomogeneità stilistiche.
Intanto... veramente un bel pezzo!

Grande Asbo, ho appena scoperto che devo continuare io dopo te e Stefy, spero di non rovinare l'eccellente lavoro. 

@Molli Redigano l'ambientazione non sarà fisicamente americana con Greta e Luca, ma mentalmente lo è. Siamo in una tavola calda, mica in una trattoria    

Si diciamo che ho dovuto mordermi la lingua per non usare la parola “diner”. Tavola calda mi sembrava un buon compromesso

Confesso che mi sarebbe piaciuto molto continuare questo racconto (sempre col terrore di fare danni irreparabili)

La luna che illumina la stanza dal soffitto che non c'è più  sembra quasi un'immagine romantica.
E poi c'è Greta che con tutti i suoi difetti è bellissima.
Menomale che non partecipo, mi sarei subito innamorato di lei
Sorrido.

Scritto come sempre molto bene. Gli elementi post-apocalittici si armonizzano in modo fluido e naturale con quelli lirici e romantici.
Da una parte si inizia a prendere una direzione narrativa abbastanza decisa, dall'altra vengono inseriti diversi dettagli che "lanciano" verso aperture differenti.