Different Tales
Vuoi reagire a questo messaggio? Crea un account in pochi click o accedi per continuare.
Ultimi argomenti attivi
» Il segno rosso del coraggio
Incipit Corsia 2 EmptyOggi alle 5:53 pm Da ImaGiraffe

» Fianco a fianco
Incipit Corsia 2 EmptyOggi alle 5:47 pm Da ImaGiraffe

» Copie conformi
Incipit Corsia 2 EmptyOggi alle 5:38 pm Da ImaGiraffe

» Finale
Incipit Corsia 2 EmptyOggi alle 5:31 pm Da ImaGiraffe

» Buon compleanno Antonio Borghesi!
Incipit Corsia 2 EmptyOggi alle 2:00 pm Da Antonio Borghesi

» Facciamo gli auguri alla Giraffa?
Incipit Corsia 2 EmptyOggi alle 12:24 pm Da Petunia

» Il nastro blu - parte 4 -
Incipit Corsia 2 EmptyIeri alle 11:03 pm Da Achillu

» Estrazione Different Relay
Incipit Corsia 2 EmptyLun Ott 02, 2023 6:16 pm Da Hellionor

» E PER ANTONIO...
Incipit Corsia 2 EmptyLun Ott 02, 2023 6:01 pm Da Hellionor

EVENTI DT
DIFFERENT ROOMS 12 - LA SOFFITTA



Incipit Corsia 2

Andare in basso

Incipit Corsia 2 Empty Incipit Corsia 2

Messaggio Da Different Staff Dom Set 03, 2023 10:33 am

«I topi stanno arrivando, Greta. Sbrigati». Non era così che Luca si era immaginato la prima uscita con Greta.  



«Sì, mi allaccio le scarpe. Oh Cristo, Luca, non toccarmi il culo, almeno. Non è il momento».



«Ma io non ti sto toccando il culo».



Si voltarono, rischiando di sbattere le teste una contro l’altra. Il topo era aggrappato alle chiappe di Greta.



GRETA - ASBOTTINO










L’animale pendeva dalla tasca dei jeans, divincolandosi per cercare di risalirle lungo la schiena e usarla come trampolino per tuffarsi in uno dei buchi che si aprivano nella parete alla loro destra.
Alla fine per levarglielo di dosso fu costretto a toccarglielo comunque, il culo, ma, anche se di luce ce n’era poca nella vecchia tavola calda in cui si erano rifugiati, a Luca sembrò che l’unico a restarci davvero male fosse il topo.
Cadde a terra con un tonfo molliccio, puntò gli artigli sul pavimento di linoleum a scacchi e gli ringhiò contro prima di filarsela lungo la parete e scomparire alla ricerca di un'altra via d'uscita.
«Bel colpo», disse Greta e poi gli sfiorò piano il braccio, ignorando per un istante gli squittii che provenivano da dietro le porte della cucina. Stavano aumentando di intensità, tanto da far pensare che quello di cui si erano liberati fosse solo un soldato di un piccolo esercito.
Alla luce della luna, la sola che illuminasse la stanza dal soffitto che non c’era più, si soffermò una volta di più a osservarle il viso.
Non era bella. Non come certe ragazze che vedevi su quello che restava dei cartelloni pubblicitari agli angoli delle strade o sulle pagine delle riviste gonfie di umidità abbandonate sulle rastrelliere dei supermercati. Non quel tipo di bellezza.
Ma c’era qualcosa in lei, una specie di vibrazione nascosta sotto la superficie. Luca riusciva a percepirla. Quando si sistemava una ciocca di capelli o si strofinava il lobo dell’orecchio. Era sexy, Greta. Con quegli occhi vagamente strabici, le labbra carnose, il neo all’angolo della bocca e la cicatrice che le teneva l’occhio destro perennemente socchiuso.
No, non era affatto il momento per pensare a certe cose. Quella sera, in quella tavola calda con le pareti costellate di buchi e il soffitto sventrato, con un esercito di topi che spingeva dietro le porte della cucina. Ma lo sarebbe stato. Forse la sera dopo. O quella dopo ancora. Era solo questione di tempo.









LUCA - STEFY



-Dai, andiamocene prima che sia troppo tardi.
Luca spinse la porta facendola cadere dai cardini, prese Greta per mano e uscirono dal locale. Le macerie rendevano la corsa difficile ma, alla fine, raggiunsero indenni il riparo provvisorio di un’auto ribaltata.
Del primo piano del palazzo della tavola calda rimaneva solo parte di una camera da letto sventrata.
Greta osservò quei ruderi con un certo imbarazzo: le stanze appartenevano alla sfera intima di chi le abitava e si chiese se quella persona avrebbe voluto che lei vedesse la tappezzeria consunta o la foto appesa alla parete.
Si chiese anche se quella persona fosse ancora viva.
Nel mondo in bianco e nero disegnato dalla luce spettrale della Luna, il profilo di Luca risaltava sulle ombre e, complice l’oscurità, Greta si soffermò a contemplarlo mordicchiandosi il labbro inferiore.
Quel ragazzo, a differenza sua, era una prima scelta del “Settore 3” e Greta non si capacitava del fatto che avesse invitato proprio lei per quella ricognizione diventata, rapidamente, qualcosa di molto diverso.
Sospirò ricordando la scossa che l’aveva percorsa quando si erano dati il primo bacio, ma poi crollò la testa: non era quello il momento per pensare a certe cose.  Sperò di avere altre occasioni in futuro.
 -Eccoli che arrivano... ma dove stanno andando?-
Un fiume di piccoli corpi pelosi si stava riversando fuori dalla tavola calda sparendo rapidamente alla vista.
Luca si guardò intorno e indicò lo scheletro di un palazzo alle loro spalle.
-Dal tetto avremo la visuale libera.- lei annuì e insieme lo raggiunsero correndo, riparati delle carcasse di auto che intasavano la strada.
Una volta nell’atrio affrontarono le scale facendo i gradini due alla volta e Luca, con quelle lunghe falcate, era quasi un piano avanti a lei.
Greta sentì la porta del tetto aprirsi sbattendo e quando, senza fiato, finalmente lo raggiunse, davanti ai loro occhi, per un attimo, si dispiegò una scena incredibile, poi una nuvola coprì la Luna.






L'INCANTATRICE - BYRON.RN




«L’hai vista anche tu?» chiese Luca.
«Credo di sì» sussurrò Greta.
Avvolti nell’oscurità si tenevano per mano, come se fosse stato sufficiente quello per infondersi coraggio.
Quando le nubi passarono oltre, la bambina era ancora là, seduta a gambe incrociate sul cofano di un Suv semidistrutto, la marea nera di roditori stretta attorno a lei. Stringeva fra le mani due bottigliette di vetro che faceva cozzare tra loro, producendo un tintinnio cadenzato che sembrava incantare i topi.
«Perché fa così?» domandò Greta. La sua voce era tremolante, insicura.
«Non ne ho la minima idea» rispose lui.
Cercò di mostrarsi risoluto, sicuro di sé, ma ciò che stava osservando lo inquietava. Dopo la fine del conflitto i sopravvissuti, perlopiù donne e giovani, si erano riorganizzati nel quartiere est della città, quello che su ogni mappa era stato contrassegnato con la dicitura Settore 3. Le perlustrazioni eseguite negli altri settori della città avevano dato sempre gli stessi esiti: macerie, rottami, cani rabbiosi, topi, talvolta dei lupi. Mai era stata accertata la presenza di altri esseri umani.
Chi era quella bambina? Cosa ci faceva da sola? Perché i topi erano così attratti da lei?
Il ritmo prodotto dal contatto delle bottigliette nel frattempo era aumentato d’intensità.
Luca osservò Greta: si stava tormentando il lobo sinistro in modo ossessivo.
«E ora che sta facendo?»
Luca tornò a guardare la bambina. Adesso era in piedi sul cofano e girava in tondo, producendosi in una sorta di danza tribale. Anche i topi a terra facevano lo stesso, formando cerchi, uno dentro l’altro, vorticando assieme in un delirio ipnotico.
«Non mi piace questa cosa» disse Luca. Si sentiva la bocca arida.
La bambina si bloccò all’istante, come se lo avesse sentito. I ratti si fermarono con lei.
Guardò in alto, sul tetto del palazzo, e li salutò con la manina.
Luca si voltò, prese Greta per mano e corsero alle scale. Mentre scendevano, uno squittio sinistro li accompagnò a ogni gradino.



COPIE CONFORMI - PALUCA66


Giunti in strada guardarono verso la bambina e nuovamente dovettero stropicciarsi gli occhi per essere sicuri di quello che gli occhi mostravano loro.
I bambini ora erano due, accanto a quella che avevano già visto c’era un maschietto; anche lui aveva in mano due bottigliette di vetro e anche lui le stava battendo ritmicamente.
I topi si erano divisi in due gruppi ognuno dei quali seguiva il ritmo del rispettivo bambino.
Quasi come un automa Greta cominciò a muovere verso di loro mentre Luca allungava inutilmente un braccio nel tentativo di fermarla.
Quando raggiunsero i due bambini lo stupore fu ancora maggiore: per un attimo credettero di trovarsi davanti a uno specchio. Di fronte a loro c’erano una piccola Greta e un piccolo Luca.
«Tutto questo non ha senso, io… non capisco» disse Luca; il suo era poco più di un sussurro, lo scoramento gli stava portando via le ultime energie.
«Chi siete voi?» chiese rivolto ai due bambini.
Per tutta risposta gli sorrisero senza smettere il loro battere ipnotico.
Luca guardò Greta e vide che sul suo volto era dipinto lo stesso identico sorriso.
In quel momento Luca si accorse che la piccola Greta differiva dalla sua copia adulta per la mancanza della cicatrice.
«Non ha la cicatrice sull’occhio» disse a Greta.
«Ancora non capisci?» gli disse lei e poi stringendolo a sé lo baciò con l’intensa passione dovuta al desiderio tenuto a freno da troppo tempo.
Persi in quel bacio non si accorsero che attorno a loro gli squittii erano improvvisamente cessati così come il battito ritmico delle bottigliette.

Different Staff
Different Staff
Admin
Admin

Messaggi : 600
Punti : 1737
Infamia o lode : 5
Data di iscrizione : 26.02.21

Torna in alto Andare in basso

Torna in alto

- Argomenti simili

 
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.