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Messaggio Da almarc Mer Nov 23, 2022 2:15 pm

https://www.differentales.org/t1851-il-piacere-di-chiamarsi-jamal#24062

È venerdì pomeriggio. Nel suo piccolo appartamento, Elena sta stirando la divisa da infermiera e come sempre c’è un gran baccano. Elena ha tre figlie. Martina, di otto anni, disegna. Giulia di quattro guarda i cartoni animati alla televisione, mentre Elisa, la più grande, cerca di studiare la lezione di storia.
Elena è già stanca prima ancora di prepararsi per il turno di notte. Questo fine settimana tocca al suo ex marito occuparsi delle figlie e devono finire prima i compiti, perché con papà non si fanno mai. In fondo passano poco tempo con lui, ed è normale che cerchino di fare qualcosa di più divertente invece di scrivere e studiare.
 
Suona il telefono. È Giorgio, il suo ex. A causa di uno sciopero non è riuscito a tornare a casa e si trova a seicento chilometri di distanza. Elena non sa come fare, si trova veramente in difficoltà. Sua madre è a letto con l’influenza, sua sorella, insegnante, è in gita con la scolaresca. Sa di non poter chiedere un ennesimo cambio di turno alla caposala perché sono sotto di personale e due colleghe sono in malattia. Da quando suo padre è mancato all’improvviso, tocca a lei aiutare la mamma quando non sta bene.
Elena cerca disperatamente una soluzione, scorre la rubrica telefonica, pensa e ripensa, poi chiede alle bambine di fare silenzio e spiega cosa ha intenzione di fare.
- Bambine, papà non può venire a prendervi, nonna e zia non ci sono, e ho deciso di chiedere ospitalità per stanotte alla zia Matilde.
Si alza un gran coro di proteste.
- Oh no, zia Matilde no! È noiosa! È antipatica! È vecchia! È musona! La sua casa è tutta lucida e guai a sporcare! Ha tutto che non si tocca, si rompe e non si può usare per giocare! Mangia solo minestra e verdura bollita! Fa le prediche!
Elisa propone di restare a casa da sole, penserà a tutto lei. Elena la abbraccia, ma le spiega che non si può fare, ci sono mille pericoli per le bambine, niente da fare, ora telefona a zia Matilde.
- Pronto, zia? Sono Elena. Avrei bisogno di un immenso favore da te. Potrei lasciarti le bambine per stanotte? Porto qualcosa per cena… Oh no, non voglio offenderti, so benissimo che sei ancora in grado di preparare da mangiare, non volevo solo creare tanto disturbo… Sì, hanno già finito i compiti, staranno buone, certo, si portano il pigiama e lo spazzolino da denti, e anche le ciabattine per stare in casa…  Grazie, grazie infinite, arriviamo verso le sette.
 
Giulia scoppia in singhiozzi.
- Non voglio andare dalla vecchia zia, voglio maaaaaaamma!
Martina grida con toni acutissimi, quasi isterici.
- Lo sai che non ha la televisione? L’ha detto nonna, per zia Matilde alla televisione ci sono solo cose brutte e allora l’ha regalata.  E non ha neanche internet! Mamma, ti prego, non voglio andarci.
Elisa, come sempre, è la più ragionevole.
- Anche a me non piace per niente andare da zia Matilde. Pazienza! È solo per una volta. Mettiamoci qualche giocattolo e qualche libro nello zaino.
 
La strada per arrivare da zia Matilde non è lunga, quindici minuti appena. La casa è signorile e nel centro storico. Elena suona il campanello, la zia, rigida e impettita, fa entrare le bambine, Elena ringrazia ripetutamente.
- Vengo a prenderle domani mattina verso le otto.
La zia disapprova.
- Domani è sabato e le bambine non vanno a scuola. Vieni pure alle undici. È meglio se vai a dormire qualche ora dopo il turno di notte, altrimenti rischi di addormentarti alla guida.
 
Le bambine provano una grande soggezione entrando in quella casa così ampia. Grandi mobili scuri, la padrona con il viso scuro, come pure il vestito. Zia Matilde le accompagna in quella che sarà la loro camera. Tutto è pulito e ordinato.
- Posate qui la vostra roba, il bagno è qui accanto, andate a lavarvi le mani, la cena è pronta.
 
Le bambine si siedono a tavola in silenzio, la zia posa due vassoi in centro tavola. Non è minestra, non sono verdure bollite, ci sono patate con un delizioso profumo di rosmarino, e delle palline di carne morbide e dorate. Durante la cena nessuno parla. Elisa ha molta fame, si fa coraggio e chiede timidamente se può servirsi ancora, è tutto così buono. Allora anche le altre due chiedono il bis, alla fine della cena i vassoi sono vuoti.
 La zia Matilde si alza per sparecchiare, Elisa si offre di aiutare ma la zia ha paura che rompa qualcosa. Elisa non si perde d’animo.
- Sono abituata a sparecchiare, a casa aiuto sempre mamma.
Dopo un po’ la zia si convince e smette di opporsi. Rincuorata dalla piccola vittoria, Elisa chiede il permesso di poter mettere qualche giocattolo sul tavolo. Martina e Giulia giocano con le loro bambole, Elisa legge l’ultimo libro regalatole dalla mamma. Zia Matilde si siede sul sofà e prende il cestino da lavoro. Sta sferruzzando una sciarpa, è molto bella, peccato che sia di colore grigio. Elisa posa il libro e guarda affascinata il movimento della lana sui ferri: i fili si incrociano e formano una trama regolare di punti tutti uguali, tutti in fila. La zia è concentrata sul suo lavoro, c’è un gran silenzio, Elisa ha paura di interromperlo, però quel gioco di fili è troppo bello. 
- È difficile lavorare a maglia? Mi piacerebbe tanto imparare.
 
Zia Matilde prende un gomitolo e due ferri dal suo cestino e spiega a Elisa come si fa. Elisa comincia piano piano a intrecciare le maglie sul ferro, una, due, tre, quattro, capisce il meccanismo e vede crescere dal nulla una minuscola sciarpa. Va proprio bene per la bambola, è della misura giusta.
La zia sorveglia il lavoro della nipote, aiuta a risolvere qualche piccolo intoppo, le maglie corrono sui ferri, e con le maglie, come d’incanto, le parole.
Zia Matilde, dopo tanto tanto tempo, ritrova il piacere di raccontare qualche episodio sul suo passato, lasciato dietro le spalle. Faceva la fotografa. Con il suo compagno, unico amore della sua vita, giravano il mondo, immortalava attori, re e principesse. 
Ha fotografato il matrimonio di un principe e una principessa che lasciava la chiesa a bordo di una carrozza tirata da sei cavalli bianchi. Martina e Giulia smettono di giocare, si avvicinano, tutte e tre ascoltano la zia a bocca aperta.
- Una principessa vera? Una carrozza vera? Dei cavalli veri? 
Zia Matilde descrive il vestito della sposa con il lunghissimo strascico, e la chiesa piena di fiori bianchi.
Poi racconta di curiosi episodi sulla scena di un film in un castello a due passi dal fiume Danubio.
 
La piccola Giulia ora sbadiglia e zia Matilde manda le bambine a dormire. Elisa chiede di restare ancora un attimo per finire la sciarpa per la bambola, ma non sa come chiudere il lavoro sfilando i ferri. La zia le insegna come si fa, ora la sciarpa è finita. Elisa la prova sulla bambola, sta molto bene.  Peccato per quel colore grigio.
Elisa si alza per andare a letto, vorrebbe chiedere una cosa alla zia, ma non osa.
Zia Matilde senza alzare gli occhi dal suo lavoro a maglia le confida.
- Mi ha lasciata, se n’è andato con un’altra donna, come ha fatto tuo padre.
Elisa fa qualche passo verso la camera, poi torna indietro e butta le braccia al collo della zia. Con le lacrime agli occhi sussurra.
- Mi manca tanto.
Zia Matilde bisbiglia.
- Come ti capisco!
Al mattino Elena arriva puntuale a riprendersi le bambine, sa cosa aspettarsi: lamentele, capricci, pianti a non finire.
Zia Matilde apre la porta, le bambine sono già pronte, vispe e allegre, ognuna con lo zaino sulle spalle, ognuna impaziente di raccontare alla mamma le storie della zia. Elisa ha una bambola in mano, avvolta in una sciarpa di lana grigia.
- Guarda mamma, l’ho fatta io, mi ha insegnato zia Matilde.
 
Elena guarda la zia, poi le bambine, sono tutte sorridenti. Elena comincia con i ringraziamenti. La zia la interrompe.
- Se ti capita di aver bisogno di aiuto con le bambine, portale pure quando vuoi.
Le bambine salgono in macchina, zia Matilde rimane sulla porta e agita la mano in segno di saluto.
Indugia pensosa guardando il cielo, poi si avvia verso la merceria per comprare dei gomitoli nuovi: servono colori più vivaci, basta con le tonalità di grigio.
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Zia Matilde Empty Re: Zia Matilde

Messaggio Da Petunia Mer Nov 23, 2022 4:15 pm

Giulia di quattro - Giulia, di quattro, 
Ha tutto che non si tocca (lo trovo poco scorrevole - potresti dire: non si può toccare niente ecc.)



Il racconto è una piccola fiaba di formazione. Una storia che “sa di buono” e parla di valori troppo spesso dimenticati.  
A parte le piccole cose che ti ho segnalato, il testo si legge volentieri ed è scorrevole. Forse ancora un po’ “ingessati” i dialoghi. Puoi lavorarci per renderli ancora più naturali. 
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Zia Matilde Empty Re: Zia Matilde

Messaggio Da Arunachala Mer Nov 23, 2022 4:34 pm

leggero e simpatico, pur toccando un tema delicato come la separazione.
piaciute alcune descrizioni e l'atmsfera creata, per il resto concordo con Petunia

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Zia Matilde Empty Re: Zia Matilde

Messaggio Da Lorenzo Gabriel Paoletti Sab Mar 02, 2024 7:47 pm

Tocca "corde" molto forti come la separazione ma nonostante tutto hai mantenuto un tono leggero e lineare

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