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Messaggio Da almarc Gio Set 15, 2022 2:40 pm



 
    I fine settimana che trascorrevamo in montagna, nella baita ereditata da nonno Edgardo, erano sempre frenetici. A poco servivano gli sforzi di mia moglie Giuliana per contenere l’esuberanza dei nostri figli, Luca, Alberto e Andrea, e permettermi di recuperare le energie spese nel mio lavoro di giornalista.
Ricordo le camminate mattutine nella fitta boscaglia, tra rincorse e grida di richiamo, su fino all’ampia radura, dove, al termine di un veloce pranzo al sacco, avrei voluto rilassarmi almeno per un’oretta all’ombra di un pino, con un buon libro in mano, se i miei ragazzi me l’avessero permesso. La lettura, infatti, era uno dei piaceri che speravo di soddisfare quassù, e di libri ancora da leggere ne avevo in abbondanza, custoditi sugli scaffali della libreria, appoggiata alla parete della nostra camera. Non vi era un solo francobollo di muro che non fosse occupato da una copertina messa in orizzontale o verticale. Volumi d’ogni forma, genere ed epoca. Mattoni di parole scritte, imprigionate in pagine patinate, ricche di illustrazioni a colori, o in ruvidi fogli ingialliti dal tempo, spesso stampati e pubblicati con tanto amore e fatica da minuscole case editrici. Prosa e poesia, saggi e romanzi, racconti lunghi e brevi... tutto riposava in buon ordine, nell’attesa d’essere letto, prima o poi.
 
Quando finalmente calava la notte, e l’eccitazione di quelle giornate cedeva il passo al fruscio dei respiri, mi accostavo nella penombra a quei ripiani stracolmi, affascinato dalla loro geometrica divisione. Poi, attento a non provocare il minimo rumore, facevo scivolare dallo scaffale il predestinato di turno.
Quella sera la scelta cadde su un romanzo avuto in dono dall’autore. Era uno degli ultimi arrivi, e già l’avevo investigato nelle note di copertina e curiosato qua e là, per poi rimetterlo a riposo, fino al momento in cui sarebbe ricomparso tra le mie mani.
Reggendolo con cura, andai verso il letto. Giuliana dormiva e credo non si sarebbe svegliata nemmeno se fossi stato un marito distratto e mai avrei voluto esserlo. Con un gesto felpato m’infilai sotto le coperte, aprii il volume e ne fiutai il profumo di carta stampata di fresco. Ammirando l’immagine della prima di copertina e la foto dell’autore, rivalutai la scheda autobiografica, forse un po’ troppo sintetica per i miei gusti. Chissà come l’avrei scritta io, fantasticai, se un giorno fossi riuscito a pubblicare un mio romanzo.
Finalmente giunse il momento d’abbandonarmi alla lettura, e in quel mare mi lanciai come un capitano coraggioso, scrutando le onde dalla tolda del mio vascello di carta. La stanchezza era svanita, come d’incanto, e avrei potuto veleggiare leggero fino all’alba. Certamente la maestria dello scrittore era una parte importante di quell’incantesimo, che per me era la lettura, anche se in verità erano proprio i libri il mio grande amore, non questo o quel libro, ma tutti i libri, concepiti nella loro essenza più profonda.
Per un istante, lo sguardo tornò alla libreria, addossata nella penombra alla parete. Quant’era emozionante intravederne i suoi abitanti. Come un pastore con il suo gregge, li riconoscevo senza fatica, e tra questi i prediletti, pur amandoli tutti allo stesso modo, senza antipatiche distinzioni.
Riaprii il romanzo nel punto dove avevo infilato l’indice come segnalibro, divorai un nuovo capitolo e guardai la sveglia posata sul comodino: mezzanotte passata. A malincuore decisi d’interrompere: una nuova giornata mi attendeva, e non potevo rischiare di deludere i miei cari.
 
Aspirai nuovamente la fragranza di quel miscuglio di fogli, inchiostro e parole, e spensi la luce. Un brivido di freddo mi spinse a rifugiarmi sotto le coperte, e vagavo da qualche minuto in quella terra di nessuno che precede l’ingresso nel mondo dei sogni, quando il “tic” prodotto dallo scatto di un interruttore mi trascinò in uno stato d’involontaria allerta. Uno dei miei figli si era destato, ma chi?
Solitamente era Andrea, il più piccolo, che nel cuore della notte si svegliava di soprassalto, spaventato da qualche incubo oscuro, ma non udivo la solita richiesta di aiuto. Non mi rimaneva che indugiare in silenzio e attendere, con l’orecchio concentrato nella camera accanto. Percepivo distintamente il rigirarsi di un corpicino e poi ecco il tonfo smorzato di due piedi scalzi. Questo è sicuramente Luca, il maggiore. Deve fare pipì, indovinai. Meglio che mi decida a dormire.
Un attimo dopo, quel lodevole proposito fu annullato da un evento inatteso. Luca non si era diretto verso il bagno, alla fine opposta del corridoio, ma, con la cautela di un ladruncolo, aveva scostato la porta della nostra camera.
Strano, pensai, non lo faceva da almeno una decina d’anni.
 
Mi finsi assopito e lui, rinfrancato dal nostro silenzio, si avvicinò con fare furtivo alla libreria. Alla flebile luce che proveniva dalla camera accanto, allungò la mano.
Nel tentativo di sfilare uno spicchio dal fondo di un'enorme pila, ingannato dal buio, mi accorsi che stava per provocare la caduta rovinosa dell'intera catasta.
«Attento!» Sussurrai ad alta voce.
«Scusa!»                        
«Scusa un accidente!»
Con corpo e braccia protese a trattenere i libri in bilico sullo scaffale, Luca tentò una spiegazione:
«Non avevo sonno.»
«Ma non hai già i tuoi da leggere?» Esclamai, mentre scendevo dal letto, e mi accovacciavo nel tentativo di rimediare al disastro.
«La notte è fatta per dormire!» Aggiunsi. «Tieni. Questo ti dovrebbe piacere.» Proseguii, allungandogli una copia del “Piccolo Principe”.
«Già letto. A scuola.»
«Prendi quest’altro, allora!»
«Davvero bello. Ma in verità, di questo intero scaffale me ne mancano solo un paio, e li stavo per l’appunto cercando, purtroppo col buio... Eccone qua uno!»
“L’isola del tesoro” di Robert Louis Stevenson.
«Ma sei sicuro Luca...»
«Sicurissimo!»
 
Per almeno un’ora, mentre il resto della famiglia proseguiva il sonno beatamente, si udì il fruscio delle pagine che si spostavano da destra a sinistra, dopo aver rovesciato il loro carico d’emozioni, finché entrambi ci addormentammo con le luci accese.
 
Al mattino Giuliana mi sorprese con il libro ancora aperto sul petto, a mo’ di scudo contro l’angoscia del vivere quotidiano, e Luca? 
“L’isola del tesoro” era scivolata sotto le sue coperte, e lui, nell’attesa di scoprire veramente il suo tesoro, ci aveva dormito proprio sopra. 


Ultima modifica di almarc il Ven Set 30, 2022 2:20 pm - modificato 3 volte.
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Messaggio Da Molli Redigano Lun Set 26, 2022 3:27 pm

"Solitamente era Andrea, il più piccolo, che nel cuore della notte si svegliava di soprassalto, spaventato da qualche incubo oscuro; ma non udivo nessun particolare trambusto, né la solita lamentosa richiesta di aiuto."



Non metterei un ; dopo "oscuro" ma una ,.




"Strano, pensai, non lo faceva da almeno una decina d’anni. Mi finsi assopito e lui, rinfrancato dal nostro silenzio, si avvicinò con fare furtivo alla libreria, allungando una mano, guidato dalla flebile luce che proveniva dalla camera accanto. Ma ingannato dal buio, nel tentativo di sfilare uno spicchio sottile dal fondo di un’enorme pila, mi accorsi che stava per provocare la caduta rovinosa dell’intera catasta."


Questo periodo lo rielaborerei così, per renderlo, a mio parere, più fluido: 

"Strano, pensai, non lo faceva da almeno una decina d'anni. Mi finsi assopito e lui, rinfrancato dal silenzio, s'avvicinò furtivo alla libreria. Guidato dalla flebile luce proveniente dalla camera accanto, allungò la mano. Nel tentativo di sfilare uno spicchio sottile dal fondo di un'enorme pila, ingannato dal buio, mi accorsi che stava per provocare la caduta rovinosa dell'intera catasta."


Se qui sopra mi sono permesso di darti un consiglio in due passaggi che mi sono sembrati chiave nel racconto, allo stesso modo ti dico che ciò che ho letto mi è molto piaciuto perché mi ci sono riconosciuto, soprattutto nella versione notturna. Il fatto di scoprire un figlio avido lettore, per un padre appassionato (e scrittore, anche se giornalista), penso non abbia prezzo. Sono emozioni che pur restando nascoste, o meglio, pur essendo meno esplicite, arrivano dritte al lettore. Almeno, a un lettore come me.

So che credevi in questo testo. Lo hai anche scritto nell'occhiello. E posso immaginare la tua delusione se non ha raggiunto il risultato che aspettavi. Non voglio fare sviolinate, ma da quando frequento questo posto a certe cose non penso neanche più. 

Grazie.

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Messaggio Da almarc Lun Set 26, 2022 8:50 pm

Molli Redigano ha scritto:
Se qui sopra mi sono permesso di darti un consiglio in due passaggi che mi sono sembrati chiave nel racconto, allo stesso modo ti dico che ciò che ho letto mi è molto piaciuto perché mi ci sono riconosciuto, soprattutto nella versione notturna. Il fatto di scoprire un figlio avido lettore, per un padre appassionato (e scrittore, anche se giornalista), penso non abbia prezzo. Sono emozioni che pur restando nascoste, o meglio, pur essendo meno esplicite, arrivano dritte al lettore. Almeno, a un lettore come me.

So che credevi in questo testo. Lo hai anche scritto nell'occhiello. E posso immaginare la tua delusione se non ha raggiunto il risultato che aspettavi. Non voglio fare sviolinate, ma da quando frequento questo posto a certe cose non penso neanche più. 

Grazie.
Già mi ero rassegnato a zero commenti e invece ne è arrivato uno nientedimeno che da un Cavaliere Jedi. Grazie.
La mia idea è stata quella di inviare il testo identico a quello con il quale ho partecipato al premio, ormai parecchi anni fa.
Sarà mai possibile che questo racconto sia stato ignorato perché la giuria ha riscontrato le stesse tue segnalazioni? Mah! Tutto è possibile ma io non lo credo. A te il racconto è piaciuto perché in esso ti sei riconosciuto, e questo era esattamente lo scopo che volevo raggiungere, come pure avrebbe dovuto coinvolgere chi ha organizzato quel premio stabilendo come tema: la lettura. 

Oggi l'avrei scritto con uno stile molto più immediato e spigliato (i professori dicono paratattico, ma io non lo sono e quindi non lo dico)
Concordo con le tue graditissime osservazioni e prometto di metterci mano non appena mi "gira".
Grazie ancora
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Messaggio Da Molli Redigano Lun Set 26, 2022 10:22 pm

almarc ha scritto:
Molli Redigano ha scritto:
Se qui sopra mi sono permesso di darti un consiglio in due passaggi che mi sono sembrati chiave nel racconto, allo stesso modo ti dico che ciò che ho letto mi è molto piaciuto perché mi ci sono riconosciuto, soprattutto nella versione notturna. Il fatto di scoprire un figlio avido lettore, per un padre appassionato (e scrittore, anche se giornalista), penso non abbia prezzo. Sono emozioni che pur restando nascoste, o meglio, pur essendo meno esplicite, arrivano dritte al lettore. Almeno, a un lettore come me.

So che credevi in questo testo. Lo hai anche scritto nell'occhiello. E posso immaginare la tua delusione se non ha raggiunto il risultato che aspettavi. Non voglio fare sviolinate, ma da quando frequento questo posto a certe cose non penso neanche più. 

Grazie.
Già mi ero rassegnato a zero commenti e invece ne è arrivato uno nientedimeno che da un Cavaliere Jedi. Grazie.
La mia idea è stata quella di inviare il testo identico a quello con il quale ho partecipato al premio, ormai parecchi anni fa.
Sarà mai possibile che questo racconto sia stato ignorato perché la giuria ha riscontrato le stesse tue segnalazioni? Mah! Tutto è possibile ma io non lo credo. A te il racconto è piaciuto perché in esso ti sei riconosciuto, e questo era esattamente lo scopo che volevo raggiungere, come pure avrebbe dovuto coinvolgere chi ha organizzato quel premio stabilendo come tema: la lettura. 

Oggi l'avrei scritto con uno stile molto più immediato e spigliato (i professori dicono paratattico, ma io non lo sono e quindi non lo dico)
Concordo con le tue graditissime osservazioni e prometto di metterci mano non appena mi "gira".
Grazie ancora
No, nemmeno io credo che la giuria abbia scartato il tuo testo per le mie stesse segnalazioni, ma per una questione di gusti. La tecnica non è tutto. Tuttavia, forse avresti dovuto riscrivere il racconto con il tuo stile attuale, ti avrebbe aiutato ad esorcizzare la delusione che di certo è riaffiorata quando hai postato il racconto. 

Se non lo hai già fatto, cimentati nei concorsi del forum. All'inizio (e anche dopo) t'incazzi, ma gli schiaffi sono così genuini e (veramente) professionali, che ti divertiresti un sacco. Non temere: gli schiaffi sono la cosa più divertente, ma nessuno ti nasconderebbe i propri elogi, se i tuoi scritti dovessero meritarli. Ascolta un Cavaliere Jedi.

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Messaggio Da Petunia Mar Set 27, 2022 12:19 pm

Ciao  @almarc

ho letto con interesse il tuo racconto. Se posso, ti dico la mia.

La scrittura è pulita, non ci sono errori e si legge facilmente. Quindi, se la storia non ha incontrato il favore della giuria i motivi non sono da cercare in un lavoro sciatto (sono in giuria in vari concorsi letterari) o sgrammaticato. Come ti ha detto  @Molli Redigano è, con ogni probabilità, una questione di gusto.
La storia di per sé non ha un contenuto così appassionante. È tenero e profondo, per certi aspetti, ma bisogna  vedere se c’era un “tema” da centrare. Ho visto ora che si chiedeva di parlare di lettura. Quindi anche da quel punto di vista il racconto è in tema. 
Tutto è descritto in modo opulento, un po’ “ampolloso” C’è un uso eccessivo, a mio parere, di aggettivi. È un testo che necessita  di un lavoro di “asciugatura”. 
Le emozioni troppo raccontate non funzionano. Non sono per lo show dont’tell esasperato, ma se racconti tutto senza far vedere… l’emozione dove va? Come può il lettore immedesimarsi appieno in quello che descrivi? 
Ne resta spettatore e se la storia non coinvolge, non succede nulla di particolare, non mi fai saltare dalla sedia o provare commozione o ridere il testo rischia di risultare piatto e non colpire nel segno.
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Messaggio Da tommybe Mar Set 27, 2022 4:07 pm

Non so, ma io avrei scelto un altro libro da rubacchiare.
Primo Levi è un gigante, ma non c'è lo vedo un ragazzo che azzarda il furto di quel libro, che amo tantissimo.
Hai solo sbagliato l'autore.
Troppo triste e duro con se stesso.
Quanti anni ha Luca non lo dici.
Io gli avrei fatto rubare un libro di Irvine Welsh, di Bukowski o di qualche altro pazzoide che adesso non mi viene in mente.
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Messaggio Da almarc Ven Set 30, 2022 12:01 pm

tommybe ha scritto:Non so, ma io avrei scelto un altro libro da rubacchiare.
Primo Levi è un gigante, ma non c'è lo vedo un ragazzo che azzarda il furto di quel libro, che amo tantissimo.
Hai solo sbagliato l'autore.
Troppo triste e duro con se stesso.
Quanti anni ha Luca non lo dici.
Io gli avrei fatto rubare un libro di Irvine Welsh, di Bukowski o di qualche altro pazzoide che adesso non mi viene in mente.
Luca ha più di dieci anni, lo si capisce quando il papà commenta il suo arrivo in camera.
Ho cambiato il libro. L'isola del tesoro mi sembra più adatto alla lettura di un ragazzino.
Grazie per i suggerimenti.  Spero di riuscire a ricambiare.
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Messaggio Da almarc Ven Set 30, 2022 12:18 pm

Petunia ha scritto:Ciao  @almarc

ho letto con interesse il tuo racconto. Se posso, ti dico la mia.

La scrittura è pulita, non ci sono errori e si legge facilmente. Quindi, se la storia non ha incontrato il favore della giuria i motivi non sono da cercare in un lavoro sciatto (sono in giuria in vari concorsi letterari) o sgrammaticato. Come ti ha detto  @Molli Redigano è, con ogni probabilità, una questione di gusto.
La storia di per sé non ha un contenuto così appassionante. È tenero e profondo, per certi aspetti, ma bisogna  vedere se c’era un “tema” da centrare. Ho visto ora che si chiedeva di parlare di lettura. Quindi anche da quel punto di vista il racconto è in tema. 
Tutto è descritto in modo opulento, un po’ “ampolloso” C’è un uso eccessivo, a mio parere, di aggettivi. È un testo che necessita  di un lavoro di “asciugatura”. 
Le emozioni troppo raccontate non funzionano. Non sono per lo show dont’tell esasperato, ma se racconti tutto senza far vedere… l’emozione dove va? Come può il lettore immedesimarsi appieno in quello che descrivi? 
Ne resta spettatore e se la storia non coinvolge, non succede nulla di particolare, non mi fai saltare dalla sedia o provare commozione o ridere il testo rischia di risultare piatto e non colpire nel segno.
Grazie mille per i preziosi suggerimenti. Ho cercato di limare il testo con la nuova versione. Non credo però di essere caduto nel cosiddetto "infodump", almeno spero. L'emozione è quella di scoprire che il figlio maggiore ama la lettura come il padre. Probabile che già conoscesse la passione di Luca per la lettura, ma vederlo così affascinato è stata la vera emozione. Non l'ho raccontata in termini espliciti, come regola vuole, ma mi sembra abbastanza chiaro che il succo del racconto è questo.
Non ti chiedo in quali concorsi fai parte della giuria, per ovvi motivi di riservatezza, ma se tu volessi...
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Messaggio Da paluca66 Sab Ott 29, 2022 3:39 pm

A me questo racconto è piaciuto molto per il semplice, ma niente affatto banale, motivo che mi ci sono immedesimato totalmente.
A partire dall'ambientazione in montagna, mi sono immaginato una casetta in legno con le camere da letto al piano superiore, il silenzio in cui è immersa e il desiderio del protagonista di trovare uno spazio per la "sua" lettura: che bello appoggiarsi a un albero, aprire il libro e lasciarsi travolgere dalle sue parole!
ma se ciò non è possibile, allora va bene la sera a letto (anche se a me cala rapidamente la palpebra).
E poi, il tocco in più alla fine, quale genitore appassionato di lettura non amerebbe vedere la stessa passione nei propri figli.
Non avendo trovato errori o refusi evidenti il mio giudizio complessivo non può che essere positivo: complimenti!

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