L'oro di Mac
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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 7 - L'anticamera
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L'oro di Mac
Mac la incontro nel centro parrocchiale, i suoi occhi somigliano alle fessure della cassetta delle elemosine, sono sottili e tristi.
L’ anticamera della sagrestia ha un’entrata indipendente, imbiancata da poco odora di vernice fresca e di gente seduta.
Cerco di essere più veloce possibile nel risolvere la richieste di ognuno. Una elegante signora mi si avvicina.
- E’ un pesce d’aprile o sei veramente tu?
- Sono un po’ cambiata don Antonio, ma ti dico la verità, guardando in giro per la stanza mi sento meno in difficoltà. Tu hai sempre avuto un talento naturale per i rapporti umani, talento che da prete hai pure affinato, tutta questa gente seduta ne è la dimostrazione.
- Grazie, Mac, e tu riesci a far smettere a questa anticamera di essere un’anticamera. Sorrido e le metto un braccio intorno alla vita sottile, un gesto confidenziale che Mac gradisce e che io mi posso permettere conoscendola fin dall’adolescenza.
- Non pensavo di provocare tutto questo trambusto con la mia presenza.
Appoggia il viso sulla tonaca e accoppia la sua tenerezza a una specie di lamento:
- Devi aiutarmi a andare in Ucraina, don Antonio.
Si guarda intorno come se quell’aiuto non potesse essere in un altro posto e anima con il calore della sua profondità espressiva la stanza scoppiando in un pianto incontrollato.
Di lei ricordo le forti qualità artistiche, la grande intelligenza e umanità. Difficile ora vederla così vulnerabile.
Le accarezzo la fronte e per sdrammatizzare dico: Hai un abito molto bello, ti è mancato qualche centimetro di stoffa sulle gambe?
- Tu accogli la gente per poi criticarla?
Sorride, finalmente
- Dai dimmi cosa ti occorre concretamente, Mac.
- Compagnia, mi occorre la tua compagnia.
- In che senso?
- Voglio andare in Ucraina a portare un piccolo contributo, ma da sola non me la sento.
- Stanno tutti fuggendo e tu ci vuoi andare? Sono duemila chilometri, cara mia, e io ho una vecchia Punto scassata.
- Come fai a essere così certo della distanza?
- Essere colto è come essere forte, te ne accorgi solo il giorno che hai bisogno, e sono pure di più di duemila , a essere precisi. Per l’equipaggio hai fatto il mio nome, come mai? Mica ho bisogno di pubblicità.
Mac non risponde, lo conosco a memoria quel broncio e conosco a memoria pure come andrà a finire.
- Metti la sveglia alle quattro e porta un thermos di caffè. Viva l’avventura.
- Antonio, ho mai detto che ti adoro?
- Parecchi anni fa qualcosa di simile devi aver detto, o forse l’ho detto solo io?
Sorride, ha risucchiato i lineamenti del padre e ogni volta che sorride affiorano, lui da quando è in pensione è il sagrestano della parrocchia, mi aiuta in ogni cosa. Il viaggio sarà lungo e difficile, ma non posso dirle di no.
Mac fruga nervosamente nella sua borsa di cuoio.
- Ti ho sempre sostenuto nelle tue scelte anche parecchio difficili, ora sei tu che devi sostenere me, vuoi una sigaretta?
- Ma sei matta, qui non si fuma.
- Mi hai insegnato tu a fumare.
- Considerando che per una febbriciattola ho scritto tre volte il mio testamento, devo volerti molto bene per fare questo difficile viaggio. Ti avverto, sono un prete vigliacco e la notte non ci vedo, toccherà a te guidare.
- Accetto, ho tre mesi meno di te e la vista migliore. E non sei vigliacco, sei sempre stato eroico, anche nelle scelte.
Da adolescenti ci volevamo molto bene, nella periferia romana l’unico scudo era quello: volersi bene. Poi le cose improvvisamente presero una piega particolare e entrai in seminario.
Alle quattro del mattino il paesaggio urbano è nudo e desolato come un quadro di Sironi.
Cerco di ostentare sicurezza, Mac ha il suo finestrino per guardare, io ho il mio Gesù per pregare.
Il sedile posteriore è denso di scatole e borsoni gonfi.
Sorrido per i chilometri passati in fretta, a Gorizia propongo l’ultimo buon caffè italiano.
- Io sono a posto, grazie, al massimo posso fare l’ultima pipì, dice Mac.
- Ricordi il chiosco? Nemmeno lì bevevi caffè, avevi sempre timore che non ti facesse dormire.
- Ricordo il perenne pacchetto da dieci delle sigarette in tasca, anche se non fumavo, erano solo per te.
- Dopo tanti anni ora me lo dici?
- Perché non ti saresti fatto prete a saperlo?
- Bè è stato un bel gesto d’affetto, per come lo racconti tu.
- E io ne vado ancora fiera, per te mi sarei fatta uccidere e pure impagliare.
- Smettila
- Va bene
Le accarezzo la mano. Mac mi sta facendo cascare le orecchie, sono dieci ore che parla emozionata dalla impresa.
- Hai il palato di un’adolescente, mandi giù un sacco di schifezze ancora.
- Sono solo nervosa ed è liquirizia, mi aiuta a digerire e stare sveglia.
- Bé ora smettila di mangiucchiarla.
- E se non ubbidisco?
- Finisci in pentola.
- Fatti venire un’idea migliore.
- Tipo?
- Tipo quel bar.
- Non mi sembra un bar e non ci possiamo allontanare dall’automobile con il suo carico, è troppo prezioso.
- Ci rubano le simmenthal, il tonno e le barrette di Ciocorì?
- Se ci rubano quelle cose che tu ridicolizzi la nostra avventura ha poco senso.
- D’accordo vado io, tu fai la guardia.
- Mac, per favore, è pericoloso per una donna.
- E’ pericoloso pure per un prete, e poi io ho questa.
Apre la borsa e mi mostra una pistola.
- Carnevale è già passato, posa quel giocattolo.
- Lo poso, ma non è un giocattolo. La rimette nella borsa.
- Mi chiudo dentro l’auto con lo sguardo fisso verso di lei che si avvicina alla luce fioca.
Ritorna con due panini in mano e una birra.
- C’era la fila per fare pipì, e l’ho fatta dietro a un camion.
- Mac, sei rimasta folle come una volta.
- Ti sembra follia fare la pipì?
- Tuo marito l’ho conosciuto poco e niente, ma se ti vedesse così spregiudicata?
- Che parolone, ‘spregiudicata’. Mi fai sorridere, e poi sono separata da un paio di anni, mangia il panino, ha un buon profumo.
- Non ho fame.
- Mangia il panino, Antonio, o per quanto è vero Dio me ne ritorno a casa a piedi, anzi ti ingozzo come un tacchino. Questo viaggio servirà a conoscere quello che abbiamo smesso di conoscere di noi, non sono più un’ingenua fanciulla.
- Vero, non hai più l’aria spenta e distratta che avevi nell’anticamera della sagrestia, come mi giro trovo prove che sei diversa.
- Non è quello che intendevo, e tu piantala di farmi apparire come la tua spina nel fianco o una sgargiante rompipalle.
- Mac, c’era proprio bisogno di un prete per portare a buon fine questo incarico che ti sei data?
- Non è un incarico, quella è la mia terra e la mia gente, e tu sei l’unica persona al mondo della quale io mi possa fidare.
- Ora guida tu, non voglio far somigliare questo viaggio a un sanguinoso pesce d’aprile, è ancora notte.
- Vero, oggi è il primo Aprile, Antonio quello che stai facendo per me è grande.
- Aspettavo da una vita di poter fare qualcosa per te, Mac.
- Stai fumando troppo Antonio, ma non me la sento di rimproverarti, sono ancora un medico tirocinante.
- Non stai scherzando vero? Sei diventata un medico?
- Non so se potrà deprimerti o farti felice, ebbene sì, ci ho messo un bel po’, ma sono un medico.
- Era il tuo sogno, Mac, e ci sei riuscita.
- Ne avevo anche altri di sogni, ma non si può avere tutto.
Mi sorride. Mi spolvera la cenere dalla tonaca, in modo devoto e delicato, come se fossi improvvisamente santo. Mi allenta il collarino con fare quasi materno.
Dopo veloci attraversamenti burocratici entriamo in Ucraina.
Il paesaggio desertificato ha molto da raccontare. Carcasse di automobili bruciate, di biciclette, di alberi spogli. Enormi palazzi condominiali scomparsi, restano solo sassi e polvere.
Mac è in loop. Piange, sospira, piange, sospira, sottovoce.
Mi sento un ospite incredibilmente ficcanaso a mettere le mani nel suo dolore.
- Aiutami don Antonio, - dice improvvisamente con voce roca di fumo.
E questo mi fa sentire meno estraneo. Sono un prete, ma mi costa comunque parecchio tenere un piede in quella situazione che mi artiglia il cuore a ogni immagine. Non c’è un passero, una cornacchia, un cane, il mondo è finito, il mondo qui non esiste più.
Mac butta giù un appunto, scarta un cioccolatino. Non so che fare, dovrei bendarle gli occhi, siamo troppo distanti dalla pietà di Dio in questo posto.
- Da dove sbuca il cioccolatino? Hai sempre mille risorse.
- Me lo hai regalato tu a San Valentino venti anni fa.
Continuo a guidare con finta indifferenza, sembriamo gemelli di sesso opposto, abbiamo la stessa emozione, la stessa paura.
Manca poco a Leopoli. Le sigarette hanno ingiallito il mio indice sinistro. Lo specchietto laterale riflette la nostra immagine sempre più accostata, Mac scuote la cenere caduta dappertutto.
- Stai fumando troppo, Antonio, ma non me la sento di rimproverarti.
- Davvero quel cioccolatino è di venti anni fa?
- Sei rimasto tonto, questo sì, ti bevi tutto quello che dico, come allora.
Inconsapevolmente ho ristabilito un minimo di serenità.
Siamo folli a essere qui, ci vuole qualcuno più in gamba per sopportare tutto questo.
Qualche rara immagine di donna anziana osserva il nostro passaggio presa da finte e impossibili faccende domestiche. La gente rimasta non ha più nulla da raccontare, da scrivere sui muri, non ha i muri.
Per una sorta di ingenuità geografica provo a immaginare dove era il centro storico.
- Torniamo indietro, mio padre mi ha riempito le tasche di denaro, ma qui non serve a nessuno perché non c’è nessuno. Ho raccolto tutto quello che avevo, pure due collier d’oro che mi aveva regalato il mio ex marito. Spero solo che non siano falsi come lui.
- Sei sempre stata una brava ragazza, Mac, ti sono riconoscente per avermi permesso di esserti a fianco.
- A cosa pensi?
- Ho tolto la ruota di scorta per far entrare tre taniche di benzina, speriamo di non bucare su questi rottami arrugginiti.
- Ho un sacco a pelo, se vuoi ci riposiamo un po’al caldo.
- Qui?
- Io non ho paura del posto dove sono nata.
- Mac, io mi sento responsabile, ma se vuoi farlo lo faremo.
- Ho portato un sacco di tubetti del dentifricio, ma senza acqua non potremo usarli.
- Se ti accontenti di un buon alito provvisorio nel cruscotto ci sono delle gomme da masticare.
Dopo un’ora passata a scrutare con paura il cielo e ad ascoltare le tante esplosioni, ripartiamo.
Al centro di raccolta della Caritas lasciamo tutto lo scatolame, i soldi, i tubetti di dentifricio e l’oro di Mac.
Il prete del centro di raccolta sembra conoscerci, ci abbraccia, ringrazia a lungo e ci offre una Pepsi in lattina.
Dopo un saluto collettivo ai ragazzi della Caritas frenetici, sciroccati, e freak, ci allontaniamo da Leopoli.
L’acqua nelle pozze smossa dal passaggio delle auto gela così velocemente che la possiamo vedere imbiancare. Isolotti di carcasse di auto e di cingolati ci rallentano, per compassione non cedo la guida a Mac, la vedo abbastanza fuori di testa.
- Antò alla prima chiesa dopo il confine fermati, ho voglia di pregare con te e voglio farlo in una chiesa, le preghiere ce l’ho tutte incastrate in gola, mi stanno scoppiando dentro.
Ci facciamo adottare da una lunghissima fila di automobili., comincio a pensare che la benzina nelle taniche di riserva non sia stata una cattiva idea.
Troviamo una bella Cattedrale. Non può avere tutte le risposte la Cattedrale, ma ci entriamo dentro lo stesso.
- Noi ci mettiamo la miseria, tu mettici la misericordia, Signore,- dico a dei fedeli invisibili.
Mac, di fianco, mi ascolta con rispettoso silenzio.
- Antonio, come appari diverso, qui.
- Gesù cammina con noi, e con il martirio di questo popolo, forse per questo.
- Pure con i Russi cammina?
- Pure con i Russi, Mac.
Il viaggio di ritorno ci da poche preoccupazioni, l’ansia che ci metteva spavento è scomparsa.
Pure i cestini bianchi per la carta straccia degli Autogrill ci sembrano interessanti.
Facciamo colazione a ripetizione.
Mac ha messo sulla fronte una bandana gialla e celeste.
Mac si sente lo stesso stanca.
Io compro una scatola di cioccolatini. Per lei.
Different Staff- Admin
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Re: L'oro di Mac
Sono onorata di essere coprotagonista di un racconto così bello.
Mi ritrovo in alcune cose che hai scritto caro autor*, ma devo dirtelo, la mia vita non è per niente sottile, combatto con i chili in eccesso da sempre .
Faccio fatica ad analizzare con spirito critico questo racconto, non so se ci sono refusi, se la punteggiatura è sbagliata o se i paletti sono stati rispettati.
È una bella storia, e mi emoziona farne parte.
Grazie, davvero
Ps: il vizio del fumo purtroppo è un’altra costante della mia vita.
Mi ritrovo in alcune cose che hai scritto caro autor*, ma devo dirtelo, la mia vita non è per niente sottile, combatto con i chili in eccesso da sempre .
Faccio fatica ad analizzare con spirito critico questo racconto, non so se ci sono refusi, se la punteggiatura è sbagliata o se i paletti sono stati rispettati.
È una bella storia, e mi emoziona farne parte.
Grazie, davvero
Ps: il vizio del fumo purtroppo è un’altra costante della mia vita.
Mac- Padawan
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Re: L'oro di Mac
Autor@ perché piegarsi alle esigenze del contest quando c’è l’urgenza di gridare al mondo il proprio dolore per la guerra in corso? Un’avventura a fin di bene, le immagini della sofferenza del popolo ucraino trapassano il foglio. C’è commozione e desiderio di urlare a tutti “fermiamo questa follia.”
Una storia che tocca con garbo e sensibilità un tema che riguarda tutti.
Una storia che tocca con garbo e sensibilità un tema che riguarda tutti.
Petunia- Moderatore
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Località : Prato
Re: L'oro di Mac
Una bella storia ambientata nel terribile oggi. Non sono però riuscito a emozionarmi. Forse ho (abbiamo) visto talmente troppe immagini della disastrosa incredibile guerra che sta avvenendo alle nostre porte che quello che tu scrivi non è riuscito a far vibrare le corde della pietà che invece avrebbero dovuto. Uno strano dettaglio mi ha colpito: scrivi che non ci sono cani in giro. Invece ne abbiamo visti molti nei servizi televisivi, anche mutilati che si aggiravano tra le macerie o sostavano in attesa di un padrone che non sarebbe mai più venuto a giocare con loro. Un refuso: la richieste.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Data di iscrizione : 08.01.21
Età : 84
Località : Firenze
Re: L'oro di Mac
La storia è bellissima.
C'è dietro un'intensità notevole, solo di tanto in tanto spezzata da qualche considerazione di troppo della voce narrante che, forse in un impeto di puntigliosità, precisa cose che in realtà non serve precisare.
La profondità dei due personaggi è quasi tangibile: sono veri, reali, poco importa se aderenti o meno alle loro controparti in carne e ossa (ammesso che don Antonio non sia solo un personaggio cartaceo: da come è tratteggiato, direi quasi di no).
Davvero Mac ha origini ucraine?
Interessante, visto il momento.
Forse mancano le peripezie vere e proprie, perché il viaggio avventuroso deve averle, e questo penso sia la ragione del fuori concorso. Anche l'anticamera, a esser pignoli, non ha un grande ruolo. Ma era ben difficile amalgamare una stanza, quale che fosse, con un viaggio avventuroso.
Voto alto, se fosse stato votabile.
C'è dietro un'intensità notevole, solo di tanto in tanto spezzata da qualche considerazione di troppo della voce narrante che, forse in un impeto di puntigliosità, precisa cose che in realtà non serve precisare.
La profondità dei due personaggi è quasi tangibile: sono veri, reali, poco importa se aderenti o meno alle loro controparti in carne e ossa (ammesso che don Antonio non sia solo un personaggio cartaceo: da come è tratteggiato, direi quasi di no).
Davvero Mac ha origini ucraine?
Interessante, visto il momento.
Forse mancano le peripezie vere e proprie, perché il viaggio avventuroso deve averle, e questo penso sia la ragione del fuori concorso. Anche l'anticamera, a esser pignoli, non ha un grande ruolo. Ma era ben difficile amalgamare una stanza, quale che fosse, con un viaggio avventuroso.
Voto alto, se fosse stato votabile.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Località : Torino
Re: L'oro di Mac
ciao autor@
leggendo il tuo racconto mi sono chiesta: può una macchina essere l'"anticamera" della strada?
in un viaggio può diventare una stanza a tutti gli effetti, dove si mangia, si beve, si dorme (si fa anche altro...quando si è giovani)?
non ci avevo mai pensato e il tuo bellissimo racconto mi ha dato questa opportunità, grazie!
penserai: fantasie, ma la tua storia, così attuale e delicatamente descritta, mi è piaciuta tanto!
per cui complimenti, davvero!
molte frasi sono bellissime, vera poesie, tra cui
La gente rimasta non ha più nulla da raccontare, da scrivere sui muri, non ha i muri.
a rileggerci presto
leggendo il tuo racconto mi sono chiesta: può una macchina essere l'"anticamera" della strada?
in un viaggio può diventare una stanza a tutti gli effetti, dove si mangia, si beve, si dorme (si fa anche altro...quando si è giovani)?
non ci avevo mai pensato e il tuo bellissimo racconto mi ha dato questa opportunità, grazie!
penserai: fantasie, ma la tua storia, così attuale e delicatamente descritta, mi è piaciuta tanto!
per cui complimenti, davvero!
molte frasi sono bellissime, vera poesie, tra cui
La gente rimasta non ha più nulla da raccontare, da scrivere sui muri, non ha i muri.
a rileggerci presto
Resdei- Maestro Jedi
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Re: L'oro di Mac
mi sto chiedendo il motivo per cui questo sia fuori concorso.
a meno che sia una richiesta dell'aut@, poteva benissimo stare in gara.
ce ne sono alcuni che rispettano i paletti meno di questo eppure lo sono.
mah...
a parte questo, la storia è molto bella e delicata, con espressioni a tratti splendide.
ottima la caratterizzazione dei personaggi, scorrevole il testo.
ci sono parecchi refusi, questo sì, ma sono tutti dovuti a disattenzione o errata formattazione.
peccato non sia in gara, davvero.
a meno che sia una richiesta dell'aut@, poteva benissimo stare in gara.
ce ne sono alcuni che rispettano i paletti meno di questo eppure lo sono.
mah...
a parte questo, la storia è molto bella e delicata, con espressioni a tratti splendide.
ottima la caratterizzazione dei personaggi, scorrevole il testo.
ci sono parecchi refusi, questo sì, ma sono tutti dovuti a disattenzione o errata formattazione.
peccato non sia in gara, davvero.
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Arunachala- Admin
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Re: L'oro di Mac
Arunachala ha scritto:mi sto chiedendo il motivo per cui questo sia fuori concorso.
a meno che sia una richiesta dell'aut@, poteva benissimo stare in gara.
ce ne sono alcuni che rispettano i paletti meno di questo eppure lo sono.
mah...
a parte questo, la storia è molto bella e delicata, con espressioni a tratti splendide.
ottima la caratterizzazione dei personaggi, scorrevole il testo.
ci sono parecchi refusi, questo sì, ma sono tutti dovuti a disattenzione o errata formattazione.
peccato non sia in gara, davvero.
INTERVENTO DI MODERAZIONE
Il racconto è fuori concorso in quanto, ovviamente, non rispetta i requisiti dello step, così come tutti gli altri racconti fuori concorso e a differenza di tutti i racconti in concorso.
Chiedo a tutti di evitare polemiche sulle ammissioni. Vi è stato spiegato tutto sui canali privati e ci sarà la fine dello step per il pubblico.
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Re: L'oro di Mac
Questo racconto è stato aggiunto in ritardo rispetto all'apertura dello step.
Forse dico un'imprecisione, ma non credo di ricordare male.
Magari l'autore aveva deciso di non partecipare come fuori concorso, poi ha cambiato idea.
Per fortuna dico io, perché altrimenti non avremmo potuto leggere questo bel racconto.
Oltre alla frase citata da Resdei mi ha colpito molto questa: Non c’è un passero, una cornacchia, un cane, il mondo è finito, il mondo qui non esiste più.
C'è qualcosa di rassicurante in questo tipo di scrittura, di consolatorio, nonostante il tema trattato.
Forse dico un'imprecisione, ma non credo di ricordare male.
Magari l'autore aveva deciso di non partecipare come fuori concorso, poi ha cambiato idea.
Per fortuna dico io, perché altrimenti non avremmo potuto leggere questo bel racconto.
Oltre alla frase citata da Resdei mi ha colpito molto questa: Non c’è un passero, una cornacchia, un cane, il mondo è finito, il mondo qui non esiste più.
C'è qualcosa di rassicurante in questo tipo di scrittura, di consolatorio, nonostante il tema trattato.
A leggere queste righe provi a convincerti che le persone siano come i tuoi personaggi, delle persone per bene, che vale la pena conoscere.
L'illusione dura solo pochi minuti, il tempo di leggere il racconto, poi la ragione torna a gridare che non c'è da fidarsi, che l'umanità non ha futuro. E non solo per la guerra da telegiornale, ma anche per le piccole guerre che ognuno di noi ogni giorni è costretto ad affrontare, circondati da nemici implacabili, pieni d'arroganza e senza empatia.
In quei minuti però ci ho creduto ed è stato bello crederci.
Byron.RN- Maestro Jedi
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Re: L'oro di Mac
Non mi piace pescare tra le frasi celebri, ma questa è troppo appropriata al tuo racconto per evitarla: La meta è partire.
Brilla tanto Mac, non solo per il suo oro, da far passare in secondo piano il timido pretino che pende dalle sue labbra come nel passato adolescenziale.
La guerra c'è, ma non si vede, e preferisco immaginare i due protagonisti fare colazione all'Autogrill, lontano da quell'orribile scempio.
Brilla tanto Mac, non solo per il suo oro, da far passare in secondo piano il timido pretino che pende dalle sue labbra come nel passato adolescenziale.
La guerra c'è, ma non si vede, e preferisco immaginare i due protagonisti fare colazione all'Autogrill, lontano da quell'orribile scempio.
tommybe- Maestro Jedi
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Re: L'oro di Mac
Autor@, scusami se vado un poco controcorrente, cercando di uscire dal dolore e dagli orrori di questa guerra.
A parte la punteggiatura ed altri piccoli refusi, i dialoghi li trovo piuttosto costruiti, con frasi belle (Essere colto è come essere forte, te ne accorgi solo il giorno che hai bisogno) ma forzate.
Anche la storia è a tratti poco credibile: organizzare il viaggio dalla sera alla mattina (per inciso mi sembra ci siano due primo aprile), il fatto che non sappia che lei è medico, trovarsi in un ambiente tipo Mariupol appena attraversato il confine.
Rimangono alcune descrizioni poetiche che comunque faranno ricordare il racconto.
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: L'oro di Mac
Il dramma ucraino, la vecchia intesa malinconica tra i due che ancora sono attratti tra loro ma che non osano o non vogliono avvicinarsi troppo, il viaggio, i ricordi, Gesù che è anche con i Russi, il ciocorì. Tutto splendido.
Grazie mille autore!
Grazie mille autore!
SuperGric- Padawan
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Re: L'oro di Mac
Peccato, davvero peccato, che questo racconto sia fuori concorso: penso che sarebbe stato in alto, nella classifica.
D’accordo che alcuni paletti non sono presenti, se non come “parole”, ma l’avventura, per me, c’è tutta.
Abbiamo letto tutti un Salgari, un Dumas, Wilbur Smith… ognuno ci metta i suoi di autori da avventura, ma partire per portare aiuti a un popolo in guerra, cos’è, se non un'avventura? E non parlo solo di imprevisti, ostacoli, rischi: è un’avventura prima di tutto mentale: il decidere, “il partire”, il fare il primo passo, il primo chilometro, superare la prima frontiera, vedere la prima carcassa di automobile, la prima casa sventrata, la prima persona stramita, choccata, che da un minuto all’altro ha vissuto l’inimmaginabile momento in cui non ha più niente. NIENTE. E tu hai ancora “tutto” che ti aspetta a casa, quando rivedrai le stesse scene dallo specchietto retrovisore. Devi combattere con tutto questo, da solo con le tue paure, le tue mancanze, anche le tue vigliaccherie, scoprendo che hai avuto coraggio.
Questo racconto è di una delicatezza stravolgente: due personaggi così “struggenti”, consapevoli del loro passato che viene calato nel loro presente, come fosse stato solo ieri, con una intensità che mi ha emozionato.
Anche adesso, mentre compongo il commento, ho un bel magone.
E per questa riunione “spirituale” la Penna ha scelto uno scenario, purtroppo, perfetto.
Durante la lettura per un momento la guerra l’ho messa da parte, immaginandomi in viaggio con loro, con la loro intimità, le loro confessioni, il loro raccontarsi in poche battute gli anni della lontananza. Ma è come si fossero lasciati ieri.
Sull’autore non ho dubbi: i dialoghi sono inconfondibili con la loro profonda semplicità che ti porgono i protagonisti su un vassoio d’argento, con quei pensieri profondi che dissemina qua e là e che obbligano per un attimo a fermare la lettura e riflettere.
Ci sono refusi, qualche punto in cui la punteggiatura latita, e i dialoghi non si chiudono correttamente, un paio di d eufoniche. Niente di grave, certe cose sfuggono anche a un ultima lettura, non c’è niente da fare. Ma non hanno inficiato la bella lettura.
D’accordo che alcuni paletti non sono presenti, se non come “parole”, ma l’avventura, per me, c’è tutta.
Abbiamo letto tutti un Salgari, un Dumas, Wilbur Smith… ognuno ci metta i suoi di autori da avventura, ma partire per portare aiuti a un popolo in guerra, cos’è, se non un'avventura? E non parlo solo di imprevisti, ostacoli, rischi: è un’avventura prima di tutto mentale: il decidere, “il partire”, il fare il primo passo, il primo chilometro, superare la prima frontiera, vedere la prima carcassa di automobile, la prima casa sventrata, la prima persona stramita, choccata, che da un minuto all’altro ha vissuto l’inimmaginabile momento in cui non ha più niente. NIENTE. E tu hai ancora “tutto” che ti aspetta a casa, quando rivedrai le stesse scene dallo specchietto retrovisore. Devi combattere con tutto questo, da solo con le tue paure, le tue mancanze, anche le tue vigliaccherie, scoprendo che hai avuto coraggio.
Questo racconto è di una delicatezza stravolgente: due personaggi così “struggenti”, consapevoli del loro passato che viene calato nel loro presente, come fosse stato solo ieri, con una intensità che mi ha emozionato.
Anche adesso, mentre compongo il commento, ho un bel magone.
E per questa riunione “spirituale” la Penna ha scelto uno scenario, purtroppo, perfetto.
Durante la lettura per un momento la guerra l’ho messa da parte, immaginandomi in viaggio con loro, con la loro intimità, le loro confessioni, il loro raccontarsi in poche battute gli anni della lontananza. Ma è come si fossero lasciati ieri.
Sull’autore non ho dubbi: i dialoghi sono inconfondibili con la loro profonda semplicità che ti porgono i protagonisti su un vassoio d’argento, con quei pensieri profondi che dissemina qua e là e che obbligano per un attimo a fermare la lettura e riflettere.
Ci sono refusi, qualche punto in cui la punteggiatura latita, e i dialoghi non si chiudono correttamente, un paio di d eufoniche. Niente di grave, certe cose sfuggono anche a un ultima lettura, non c’è niente da fare. Ma non hanno inficiato la bella lettura.
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Susanna- Maestro Jedi
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Re: L'oro di Mac
Invidio l'autore, un commento così vale più del suo racconto.
Un abbraccio.
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tommybe- Maestro Jedi
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Re: L'oro di Mac
@Susanna sa rispondere. Sa rispondere perché affronta i testi con serietà. Non è la sola, sono in pochi. Ha imparato molto, dai primi commenti chilometrici che faceva. Ora è snella, completa, profonda, sensibile e se dovessi essere nella giuria dei migliori commentatori...ma non ci sono. Hai ragione, @Tommybe.
Ultima modifica di digitoergosum il Lun Mag 16, 2022 10:03 pm - modificato 1 volta.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: L'oro di Mac
Ma chi se ne frega se questo racconto è fuori concorso, ma chi se ne frega se c'è qualche refuso di troppo, ma chi se ne frega se questo commento, forse, non è proprio del tutto consono.
Hai scritto un racconto bellissimo, che viene da dentro, che mi ha emozionato.
Ci hai raccontato due personaggi bellissimi, apparentemente lontani, eppure così simili da far pensare che siano la stessa persona, la parte maschile e la parte femminile dello stesso io.
forse sono andato troppo in là con l'interpretazione del tuo racconto ma questo è quello che ho provato nel leggerlo.
In ogni caso grazie per avercelo regalato.
Ho letto il commento di @Susanna e un po' mi vergogno per l'apparente banalità del mio; volevo dire proprio le cose che ha scritto lei, ci sono riuscito molto meno bene.
Hai scritto un racconto bellissimo, che viene da dentro, che mi ha emozionato.
Ci hai raccontato due personaggi bellissimi, apparentemente lontani, eppure così simili da far pensare che siano la stessa persona, la parte maschile e la parte femminile dello stesso io.
forse sono andato troppo in là con l'interpretazione del tuo racconto ma questo è quello che ho provato nel leggerlo.
In ogni caso grazie per avercelo regalato.
Ho letto il commento di @Susanna e un po' mi vergogno per l'apparente banalità del mio; volevo dire proprio le cose che ha scritto lei, ci sono riuscito molto meno bene.
paluca66- Maestro Jedi
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Re: L'oro di Mac
Un racconto personale che aveva l'esigenza di uscire dalla testa dell'autore. Sembra frutto di mille pensieri e mille considerazioni su questo periodo storico. C'è l'azione ma non l'avventura e in questo caso l'azione vale più di mille parole.
Sicuramente il testo è stato in grado di aiutare l'autore e molti degli utenti si sono sentiti coinvolti. Io non mi sono sentito così trasportato ma come dice giustamente Paluca. Chi se ne frega...
Sicuramente il testo è stato in grado di aiutare l'autore e molti degli utenti si sono sentiti coinvolti. Io non mi sono sentito così trasportato ma come dice giustamente Paluca. Chi se ne frega...
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: L'oro di Mac
Ci sono alcuni refusi e diverse imperfezioni formali nel racconto, ma non riescono a minare la bellezza e la delicatezza di questa storia, dell'incontro di due vecchi amici (e non solo) e del loro viaggio verso un Paese stravolto da una guerra che sembra ancora più insensata di ogni guerra.
I dialoghi ben ritmati, le onde dei ricordi che vanno e vengono (e mi hanno fatto pensare a L'incontro di Guccini), i pensieri profondi sparsi nel testo come fossero semplici constatazioni: tutto fa pensare a qualcosa che covava dentro all'animo dell'autore e che aveva bisogno di uscire, di manifestarsi.
Be', che dire, felicissimo che si sia manifestato; che, nonostante l'esclusione dal contest, il racconto sia rimasto in lettura, una lettura piacevole e struggente della quale ti ringrazio davvero.
M.
I dialoghi ben ritmati, le onde dei ricordi che vanno e vengono (e mi hanno fatto pensare a L'incontro di Guccini), i pensieri profondi sparsi nel testo come fossero semplici constatazioni: tutto fa pensare a qualcosa che covava dentro all'animo dell'autore e che aveva bisogno di uscire, di manifestarsi.
Be', che dire, felicissimo che si sia manifestato; che, nonostante l'esclusione dal contest, il racconto sia rimasto in lettura, una lettura piacevole e struggente della quale ti ringrazio davvero.
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M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Re: L'oro di Mac
Se fosse per me terrei sempre fuori concorso uno/una che scrive così. Con una motivazione semplice: manifesta superiorità.
Appena due righe e sei già incollato alla storia:
“i suoi occhi somigliano alle fessure della cassetta delle elemosine, sono sottili e tristi.”
“… imbiancata da poco odora di vernice fresca e di gente seduta.”
“Essere colto è come essere forte, te ne accorgi solo il giorno che hai bisogno”
“il paesaggio urbano è nudo e desolato come un quadro di Sironi.”
“Mi spolvera la cenere dalla tonaca, in modo devoto e delicato, come se fossi improvvisamente santo.”
“Mi sento un ospite incredibilmente ficcanaso a mettere le mani nel suo dolore.”
“Lo specchietto laterale riflette la nostra immagine sempre più accostata”
“L’acqua nelle pozze smossa dal passaggio delle auto gela così velocemente che la possiamo vedere imbiancare”.
“le preghiere ce l’ho tutte incastrate in gola, mi stanno scoppiando dentro.”
Sono tutti tocchi leggeri di poesia, buttati lì con naturalezza, senza ostentazione.
Appena due righe e sei già incollato alla storia:
“i suoi occhi somigliano alle fessure della cassetta delle elemosine, sono sottili e tristi.”
“… imbiancata da poco odora di vernice fresca e di gente seduta.”
“Essere colto è come essere forte, te ne accorgi solo il giorno che hai bisogno”
“il paesaggio urbano è nudo e desolato come un quadro di Sironi.”
“Mi spolvera la cenere dalla tonaca, in modo devoto e delicato, come se fossi improvvisamente santo.”
“Mi sento un ospite incredibilmente ficcanaso a mettere le mani nel suo dolore.”
“Lo specchietto laterale riflette la nostra immagine sempre più accostata”
“L’acqua nelle pozze smossa dal passaggio delle auto gela così velocemente che la possiamo vedere imbiancare”.
“le preghiere ce l’ho tutte incastrate in gola, mi stanno scoppiando dentro.”
Sono tutti tocchi leggeri di poesia, buttati lì con naturalezza, senza ostentazione.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: L'oro di Mac
Il racconto in prima persona contribuisce parecchio a trascinarti nel pieno della vicenda. Delicata e triste, ma senza mai essere mielosa. La piacevolezza della lettura cancella le piccole incongruenze e i refusi che si incontrano lungo la strada. Alcuni dialoghi risultano un po' costruiti e poco reali, ma capisco che spesso sono struttura portante della storia, una doppia chiave narrativa che funziona.
Grazie per averlo condiviso con noi.
Complimenti.
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CharAznable- Maestro Jedi
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Re: L'oro di Mac
Da adolescenti ci volevamo molto bene, nella periferia romana lo scudo era quello: volersi bene.
Questo vale ancora, in ogni posto e più di prima.
Grazie, autore
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tommybe- Maestro Jedi
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Re: L'oro di Mac
Un racconto che vive di rapporti personali, dettagli, dialoghi. Anzi, quasi un solo lungo dialogo. Il mondo esterno esiste, ma è uno sfondo che scorre dietro le due figure in primo piano.
Anche se ambientato nel presente, si nutre di nostalgia.
Ci sono delle battute belle e poetiche, vere e proprie pennellate (i suoi occhi somigliano alle fessure della cassetta delle elemosine, nella periferia romana l’unico scudo era quello: volersi bene, il paesaggio urbano è nudo e desolato come un quadro di Sironi, una sgargiante rompipalle). Altri passaggi invece risultano a tratti un po’ rigidi e forzati.
Giuro che non capisco perché tu abbia rinunciato a revisionare il racconto, prima di inviarlo: certo, il lettore lo apprezza lo stesso, ma lo costringi a fermarsi continuamente per mettere al posto giusto le pause. Sistemare subito la punteggiatura, invece, permetterebbe di gustarselo meglio.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Re: L'oro di Mac
Davvero un bel racconto, denso e intenso.
La scrittura accompagna le emozioni lungo tutto il brano: delle volte pare eccessiva, troppo costruita, altre scivola via con estrema delicatezza e tanta poesia. Forse da questo punto di vista ho percepito poco verosimili alcuni dialoghi e, forse, tutto l'impianto del racconto, ma credo che questo testo vada letto nella lingua che ha scelto l'autore, poiché dialoga meglio con i sentimenti che con la razionalità. C'è veramente poco da dire ad un testo mosso da così nobili intenti, dove il bisogno di capire e aiutare il prossimo è così presente.
Peccato che l'autore non sia riuscito ad amalgamare la sua penna con i requisiti del contest, perchè sarebbe stato interessante avere questa sensibilità in antologia.
Peccato anche per una certa trascuratezza nel proporre il testo, perchè in un contest di scrittura ha un peso notevole: è giusto sentirsi artisti e non voler catene addosso, ma alcune libertà non mi entusiasmano.
Una lettura davvero preziosa.
La scrittura accompagna le emozioni lungo tutto il brano: delle volte pare eccessiva, troppo costruita, altre scivola via con estrema delicatezza e tanta poesia. Forse da questo punto di vista ho percepito poco verosimili alcuni dialoghi e, forse, tutto l'impianto del racconto, ma credo che questo testo vada letto nella lingua che ha scelto l'autore, poiché dialoga meglio con i sentimenti che con la razionalità. C'è veramente poco da dire ad un testo mosso da così nobili intenti, dove il bisogno di capire e aiutare il prossimo è così presente.
Peccato che l'autore non sia riuscito ad amalgamare la sua penna con i requisiti del contest, perchè sarebbe stato interessante avere questa sensibilità in antologia.
Peccato anche per una certa trascuratezza nel proporre il testo, perchè in un contest di scrittura ha un peso notevole: è giusto sentirsi artisti e non voler catene addosso, ma alcune libertà non mi entusiasmano.
Una lettura davvero preziosa.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: L'oro di Mac
Un racconto pieno di pietà e di dolcezza, di rimpianto e nostalgia. Insomma, emozioni davvero tante. Sfiora i vari paletti, gli danza attorno accendandoli, cerca la sua storia, in un dialogo fitto. Forse rispetto ad altri racconti di questo fantastico autore gli manca un po' di distacco, di osservazione del mondo fuori dai suoi personaggi, ma resta un altro esempio di uno stile unico e inimitabile, di una poetica che racconto dopo racconto costruisce un universo.
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Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: L'oro di Mac
Ringrazio per le belle parole.
Ringrazio tutti.
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tommybe- Maestro Jedi
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