S.H.I.T. - Missione Europa
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S.H.I.T. - Missione Europa
La nostra realtà è una burla. Una caricatura dozzinale dei film con i supereroi.
Non siamo gli Avengers e neanche la Justice League. Noi siamo la S.H.I.T.
Supreme. L’uomo che conosce ogni cosa.
Heater. La donna che quando si arrabbia diventa incandescente.
Ink. L’impetuosa ragazza che tramuta in realtà ciò che disegna.
TransEarth. Che può trasportarsi ovunque.
Ora non immaginatevi Chris Evans o Scarlett Johansson: provate a pensare all’insegnante dei vostri figli o al vicino di casa sfigato. Ecco, noi siamo più così.
Non viaggiamo a bordo di jet supersonici, di un T.A.R.D.I.S o di una bat-mobile. Noi abbiamo viaggiato dentro l’anticamera di uno studio dentistico. L’AntiCam.
Non abbiamo salvato la terra da una razza aliena o da un super criminale. Noi ci siamo limitati a esplorare il satellite Europa, rischiando più volte la vita.
Ora avete una scelta: potete deriderci e lasciar perdere, oppure potete ascoltare la nostra storia e viaggiare con noi.
Quella mattina la tensione era palpabile. Lo studio dentistico era stato chiuso e noi avevamo allestito i nostri angoli pronti alla partenza. Non mi era mai capitato di osservare così tanto un’anticamera. Solitamente queste sono stanze ricavate da corridoi o disimpegni. Delle stanze “non stanze” che si adattano a molteplici utilizzi. Sono non luoghi ricchi di emozioni, ansie e riflessioni.
Io avrei preferito qualcosa di più figo, ma ci siamo dovuti accontentare, anche perché Pet, l’onnipresente assistente del capo, come prima opzione ci aveva offerto un cesso. Pensavano si addicesse alla nostra squadra. Fortunatamente l’idea era stata accantonata perché la latrina viaggiava principalmente nel tempo.
Per alleviare il nervosismo iniziai a raccontare la nostra avventura come se fossimo cartoni anni Ottanta.
«E dai! Provate a immaginare la scena. Ele, perché non mi aiuti provando a buttar giù qualche schizzo?»
«Sì, certo, adesso lo disegno col coso.»
«Col pennino?»
«No. Col cazzo.» Scoppiò a ridere. Poi, guardandomi, aggiunse. «Strano che tu non abbia colto la citazione di Zero Calcare.»
«Avrei molte cose da dire a tal proposito, ma mi modero da solo. Non voglio iniziare con il piede sbagliato.» disse Nicola incrociando le braccia.
«Nic che si modera. Questa è nuova. Aspetta che me la disegno.»
Susanna, dal suo angolo, mi sorrise con affetto, come una mamma guarderebbe il suo “bambino speciale”.
A interrompere le mie divagazioni fu l’ingresso del nostro capo, LaFenice, insieme a Corvo e Pet.
«Buongiorno, squadra. Sarò breve. Non ho tempo da perdere, ho una tavolata da venti tra un’ora e la cucina è ancora ferma. La vostra prima missione si svolgerà su Europa.»
«In Europa.» puntualizzò Nicola.
«No. Su Europa, il satellite di Giove.»
«COSA?» urlammo all’unisono.
«Io sono troppo vecchia per una missione del genere.» protestò Susanna. «Credevo che per iniziare avremmo svolto una missione più terra terra.»
«L’obbiettivo della Missione Europa è semplice. Una volta sul sito dovrete esplorare, documentare e riportare. Poi sarete liberi di tornare sulla Terra da eroi. Siete stati scelti per le vostre abilità speciali. I governi di tutto il mondo, alle prese con pandemia e guerra, non hanno tempo di preparare una missione convenzionale, dunque si sono rivolti a noi. Siete la S.H.I.T, ma da voi non ci si aspetta un lavoro di merda.»
La parola “eroi” si era insinuata nelle nostre menti e, uno dopo l’altro, cedemmo alla gloria. Nicola era già entrato in modalità Supreme. Gli serviva del tempo per elaborare un piano efficace basato sulle nostre abilità. Mentre lui e il capo confabulavano tra di loro, il Corvo ci osservava da lontano. Nessuno conosceva la sua reale abilità, ma io ero venuto a sapere di un suo lato segreto che, se rivelato, avrebbe fatto grande scalpore.
Quando ci lasciarono soli, non resistetti alla voglia di alleggerire l’atmosfera.
«Ce la faranno i nostri eroi a farla…»
Eleonora mi scagliò il blocco che aveva in mano, ma rimase sospeso a mezz’aria e solo quando mi colpì capimmo di essere arrivati.
Mentre Nicola snocciolava la pallosissima lezione su Europa, io mi precipitai alla porta e l’aprii.
Una distesa di ghiaccio con fenditure e voragini che creavano promontori frastagliati si stendeva a perdita d’occhio di fronte a noi. Paragonato a qualcosa di conosciuto, sembrava come il polo di notte, se non fosse che metà del cielo era oscurato dall’imponente Giove le cui inconfondibili striature viste da vicino ondeggiavano come nubi. Sullo sfondo un puntino luminoso, il sole.
Se un geyser non fosse esploso vicino alla porta saremmo rimasti a osservare quel paesaggio in eterno.
Eleonora iniziò a disegnare freneticamente quello che aveva visto. Susanna si buttò su una sedia con gli occhi pieni di lacrime, mentre io rimasi immobile indifferente alle parole di Nicola.
«Siamo nella merda!» urlò per farsi sentire. Era agitato e sudato. «Io credevo fosse un pesce d’aprile.»
Scoppiai a ridere.
«Smettila di ridere.» mi urlò contro. «Nelle attuali condizioni non sopravvivremo a lungo. La temperatura media sulla superficie di Europa è di -170 gradi. Un viaggio all’esterno è escluso.»
«Anche perché non si può uscire.» disse saccente Eleonora.
«Come, scusa?»
«Ma sei scemo? Abbiamo aperto la porta e non siamo congelati. È come se ci fosse una barriera tra noi e l’esterno. E meno male che sei quello che dovrebbe sapere tutto.»
Bastò questo per calmare Nicola. In poco tempo tornò a essere Supreme. La missione non era cambiata, solo non era uno scherzo.
I nostri obiettivi erano: osservare la superficie; perforare il ghiaccio; esplorare il mare sottostante. Infine, se il nucleo del satellite fosse stato di terra, io avrei potuto trasportarci a casa. In caso contrario, saremmo stati dei martiri.
Mi chiamo TransEarth perché per trasportarmi dove voglio devo avere i piedi a terra. La mia abilità non si attiva se galleggio nell’acqua, sul ghiaccio e neanche per aria. E fidatevi: l’ho scoperto rischiando la vita.
È buffo. Quando da bambino mi dicevano di stare con i piedi per terra, ostinatamente pensavo che avrei lasciato il segno solo rimanendo tra le nuvole; e invece, per entrare nella storia, era fondamentale che avessi i piedi ben saldati a terra.
Una volta stabiliti i nostri compiti, passammo in preparativi i successivi due giorni.
Eleonora, alias Ink, con la sua abilità di far diventare reale ciò che disegnava con l’inchiostro blu, passò il tempo a raffigurare tutte le attrezzature che Nicola le descriveva. Non essendo un’ingegnera, però, dovevano essere semplici. Per questo finivano per discutere più del solito. In verità discutevano per qualunque cosa quei due, ma erano i membri della squadra che si conoscevano meglio e, in fondo, si volevano un gran bene.
Loro si arrabbiavano mentre quella che avrebbe dovuto farlo sembrava più serena che mai.
Susanna era fondamentale per la prima parte del piano. L’avevano chiamata Heater per via del calore che riusciva a emettere quando il suo sangue andava in ebollizione.
Ma all’età di sessant’anni, dopo un periodo passato a rivoltarsi come un calzino sulla poltrona di uno psicologo, aveva imparato a raffreddare i suoi bollenti spiriti.
Capite! Io ho una zia che rompe il cazzo dicendo che lei ormai è vecchia e non cambia. E mi trovavo con una donna che non ha paura di mettere in discussione sé stessa. Assurdo!
Iniziammo a insultarla pesantemente in ogni occasione ma nulla sembrava sortire effetto. Quando le diedi della vecchia rise così tanto che per poco non le venne una sincope. Stavamo perdendo tempo.
Mentre lei insisteva che la scuotessimo fisicamente, Nicola pensò a una soluzione alternativa.
Il giorno seguente lo trascorremmo nei nostri angoli in attesa che Eleonora finisse di disegnare un grande trapano manuale in grado di perforare il ghiaccio.
Era stanca e visibilmente abbattuta.
«Sai che io ho sempre odiato l’inchiostro blu? Credo che chi lo usi abbia qualcosa da nascondere.» dissi per stuzzicarla. Pensavo si sarebbe arrabbiata ma, al contrario, mi disse: «Io invece l’ho sempre amato. Ero nel mio periodo blu quando ho scoperto la mia abilità. Il giorno che il salotto si è riempito di fiori blu è stato sconvolgente. Credevo che non avrei potuto più disegnare ma poi, quando ho visto che il potere si limitava al colore blu, sono stata costretta a metterlo via. E, adesso che posso utilizzarlo di nuovo, devo disegnare degli stupidi aggeggi.»
Quella è stata l’unica volta che si è aperta con me. Spero che un giorno torni a farlo di nuovo.
Lavorare con la trivella fu estenuante, dovevamo girare in cerchio affinché il ghiaccio si bucasse. Non mi dilungherò su quella sofferenza. Dico solo che fui l’unico a lamentarsi apertamente, soprattutto quando dopo ore di lavoro avevamo solo scalfito la superficie.
Sentivo un calore opprimente: pensavo fosse la fatica, ma poi vidi Susanna in un angolo fumare dalla rabbia. Il suo corpo era di un rosso brillante e la sedia su cui era seduta si stava sciogliendo.
Successe tutto in fretta. Si lanciò verso la trivella, la spinse via e poi, in una densa nuvola di vapore, la vedemmo sparire nel pavimento ghiacciato.
«Ce l’ho fatta!»
Curiosi guardammo nel cratere e la vedemmo penzolare, a pochi metri da noi, sopra una voragine ghiacciata.
Aveva iniziato a ridere per la felicità, quindi potemmo recuperarla senza ustionarci. Poco dopo ci spiegò che era riuscita ad attivare la sua abilità nel momento in cui ci aveva visto sofferenti a causa sua. Insomma, si era arrabbiata con sé stessa.
La fortuna di essere atterrati sopra una grotta di ghiaccio ci fece recuperare il tempo che avevamo perso con la trivella. Non era più necessario sciogliere il ghiaccio perché dalla voragine sentivamo l’inconfondibile sciabordio dell’acqua. Bastava quindi far scivolare il Nat lungo le pareti della fenditura per raggiungere il mare.
Battezzammo il nostro sommergibile Nat per omaggiare il suo antenato, il “Nautilus”.
A dire il vero era semplicemente un cilindro metallico con grandi oblò, perdipiù senza un sistema di navigazione: una trappola potenzialmente mortale, insomma.
Una volta saliti a bordo e iniziata la discesa, Nicola cominciò a parlare dei calcoli che aveva fatto. Quella discesa era un’incognita: anche se sentivamo distintamente il rumore dell’acqua, questo non significava che il mare era vicino. E infatti quella fu la parte più tediosa di tutte: il ghiaccio era solo ghiaccio. L’unica particolarità era che sembrava brillare di una luce cerulea.
Perdemmo la cognizione del tempo e nessuno ricorda nulla di quei momenti, ma di certo la nostra caduta sull’acqua la ricorderemo per sempre. Eravamo certi di affondare con una notevole facilità, visto il peso che ci portavamo dietro; invece, non appena toccammo il mare di Europa, rimanemmo a galla come un tappo di sughero.
I calcoli di Nicola erano sbagliati.
«I miei calcoli non sono mai sbagliati. Solo non sono a conoscenza di dati fondamentali. Evidentemente questo mare sconosciuto è più ricco di sale del nostro mare. È più denso.»
«Quindi dobbiamo aumentare il nostro peso. Ele potrebbe disegnare delle semplici pietre.» riflettei.
Nicola mi guardò di traverso, poi guardò Eleonora che prima mi lanciò un’occhiataccia, poi annuì.
Prese l’ultima penna blu che aveva a disposizione e fece il primo segno.
Nulla. Il foglio rimase bianco.
«Ecco, è finito l’inchiostro.» dissi.
«Impossibile. Nic me le ha fatte quadrate spiegandomi tutti i calcoli che aveva fatto affinché avessi abbastanza penne. E poi, vedete… L’inchiostro c’è.»
Passò la penna di fronte ai nostri occhi.
«L’inchiostro si è ghiacciato.» sentenziò Nicola.
In effetti, da quando avevamo preso la discesa nel ghiaccio, la temperatura era diminuita. Ci eravamo coperti, a cipolla, senza farci troppo caso.
Meditando a lungo, escludemmo l’intervento di Susanna che avrebbe irrimediabilmente sciolto ogni cosa, dunque passammo alla vecchia tecnica imparata alle elementari. Alitare sulla penna.
Andammo avanti con quell’operazione finché Eleonora non riuscì a disegnare abbastanza pietre da permetterci di affondare.
Iniziò così la nostra discesa nell’inesplorato mare di Europa.
La parola mare però non rende appieno il pensiero per descrivere quell’immensa massa d’acqua. Faccio ancora fatica a descrivere con parole terrestri ciò che vedemmo su quel satellite. Gli schizzi di Eleonora possono darvi un’idea generale, ma mai riusciranno a emozionarvi come lo eravamo noi. Siccome erano sensazioni nuove, dovevo trovare parole nuove, ma per la prima volta nella mia vita la mia fantasia non era in grado di fornirle. Guardavo, pensavo, ammiravo con stupore misto a un certo spavento.
L’acqua non era limpida, ma soprattutto emetteva un bagliore che la illuminava di azzurro.
Quella luce si muoveva come un’aurora boreale marina.
Nicola rovinò ogni magia quando ci disse che quelli, presumibilmente, erano microrganismi bioluminescenti, che emanavano quella luce attraverso processi chimici.
Nel mare di Europa era presente la vita.
Il primo giorno di discesa non successe nulla, la visuale dagli oblò era sempre la solita. Non sembrava esserci nulla all’infuori dell’acqua, ma il secondo giorno, quando l’umore era molto basso, Nicola avvistò qualcosa.
In lontananza, vide una forma tubolare ondeggiare. Il tutto successe dopo l’esplosione di un geyser sotterraneo che, avendo spinto i sedimenti verso l’alto, aveva liberato la visuale.
«Cos’è?» chiese Susanna a Nicola.
«Non lo so.»
«Come non lo sai? Non sei l’uomo che conosce ogni cosa?»
«Io non so un cazzo. Non sono un genio e non conosco tutte le cose. La mia abilità è quella di leggere velocemente e di immagazzinare informazioni. Come chiunque altro, se non leggo non so nulla.»
Nicola sembrava trasfigurato. Quel peso che portava costantemente nel petto era sparito. Disse che fu quello il momento in cui iniziò a fidarsi di noi. Tutti e tre lo abbracciammo e insieme guardammo dall’oblò quel verme dal colore lattiginoso con la parte apicale di un rosso molto scuro. Se riuscivamo a vederlo così bene da quella distanza voleva dire che era enorme.
Nonostante la stanchezza, Eleonora freneticamente riempi molti fogli di schizzi, mentre io e Susanna ci stringemmo in un abbraccio che ricordo ancora con grande emozione.
Passammo gran parte del secondo giorno di discesa a osservare quella forma di vita.
Come al solito volli dargli un nome: lo chiamai Ermete.
Ora mi pento di averlo fatto perché è come se gli avessi donato un’anima che il giorno successivo gli sarebbe stata strappata via.
Eravamo eccitati perché, secondo i calcoli, era l’ultimo giorno di discesa. Io fremevo più degli altri perché stava per arrivare il mio momento.
Ero assorto nei miei pensieri mentre guardavo la visione ormai rassicurante di Ermete. Quel giorno si mostrò in tutta la sua magnificenza, con l’enorme conchiglia bivalve da cui spuntava il suo copro. Quella conchiglia gigantesca aveva delle striature simili a quelle di Giove.
Eravamo intenti a guardarlo quando, da lontano, vedemmo avvicinarsi un’ombra che si posò alla base del verme per poi sparire al suo interno. Poco dopo Ermete si afflosciò.
Nessuno osò parlare, ma eravamo tutti sicuri di una cosa: quell’essere aveva ucciso il verme.
Ero ancora con gli occhi fissi sul corpo di Ermete quindi non mi accorsi che avevamo toccato il fondale.
Gli altri, stremati, iniziarono i preparativi. Prima Susanna avrebbe sciolto il fondo del Nat e poi, mentre l’acqua saliva, avrei dovuto trasportare tutti sulla terra.Sordo a ogni richiamo, mi ammutolii quando vidi l’ombra uscire dal corpo del verme e venire verso di noi.
Non era un singolo essere vivente, bensì un ammasso di creature piccole dai denti aguzzi.
L’immagine di quei mostri è l’ultima cosa che ricordo chiaramente, per il resto è tutto confuso. Gli animali alieni si ammassarono intorno al Nat oscurando ogni luce. Il rumore dei loro denti sul metallo coprì le urla.
L’acqua cominciò a entrare. Sentii Nicola prendermi di peso e poggiare i miei piedi a terra.
Un fremito lungo le gambe mi avvertì che l’abilità era attiva, ma non riuscivo a pensare a nulla.
L’acqua filtrava attraverso le crepe e i mostri iniziavano a bucare lo scafo. Tutti si ammassarono urlandomi addosso.
Io non sapevo dove andare. Mi accorsi in quel momento che non avrei potuto salvare nessuno perché non avevo nulla da cui tornare. Nicola si avvicinò al mio orecchio.
«Io mi fido di te, è giunto il momento che anche tu abbia fiducia in te stesso. Da questo momento in poi non la smetterò di credere in te e spronarti. Se adesso non vuoi farlo per te stesso, fallo per gli altri. Fallo per me che voglio ancora sapere ogni cosa. Fallo per Ele che ha ritrovato la voglia di disegnare o per l’energia di Susanna. Fallo, e ti prometto che una volta tornati saremo noi la tua casa.»
Il posto si fissò nella mia mente. Eravamo tutti abbracciati, nessuno urlava più. Quando l’acqua lambì le mie labbra sapevo dove ci avrei trasferito.
Different Staff- Admin
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Di fronte a un lavoro così non riesco a frenare l’entusiasmo. Caspita autor@ brav brav brav.
Un’avventura fantasiosa e fantastica. I personaggi sono ben caratterizzati e con poche battute.
Le scene sono ben mostrate, la scrittura superfluida e coinvolgente.
L’idea dell’acronimo SHIT è al Top.
Ho apprezzato molto la scelta di raccontare tutto dal punto di vista di TransHeart un eroe col dono di potersi trasportare ovunque purché coi piedi per terra. Un eroe che trova il proprio mentore in Nicola che riesce a riattivare i suoi poteri nientemeno che su Europa e a condurre il fantastico quartetto di nuovo sulla Terra.
Trovo ottimamente centrato ogni paletto e pressoché perfettamente centrato il genere.
La struttura è quella tipica del viaggio dell’eroe. Con la chiamata all’azione, i momenti di difficoltà da superare fino al rischio della morte e la resurrezione finale.
C’è cura nel lessico, nella stesura, nelle informazioni rilasciate che risultano appassionanti e mai noiose.
Il satellite Europa è descritto in modo ineccepibile per le conoscenze che oggi ne abbiamo.
Molto presto partirà proprio una missione specifica per cercare forme di vita nell’oceano di acqua liquida che pare sia sotto la robusta crosta di ghiaccio della superficie.
Insomma questo racconto mi ha pienamente convinta e sarà impossibile scalzarti dalle mie preferenze.
Adoro!
Un’avventura fantasiosa e fantastica. I personaggi sono ben caratterizzati e con poche battute.
Le scene sono ben mostrate, la scrittura superfluida e coinvolgente.
L’idea dell’acronimo SHIT è al Top.
Ho apprezzato molto la scelta di raccontare tutto dal punto di vista di TransHeart un eroe col dono di potersi trasportare ovunque purché coi piedi per terra. Un eroe che trova il proprio mentore in Nicola che riesce a riattivare i suoi poteri nientemeno che su Europa e a condurre il fantastico quartetto di nuovo sulla Terra.
Trovo ottimamente centrato ogni paletto e pressoché perfettamente centrato il genere.
La struttura è quella tipica del viaggio dell’eroe. Con la chiamata all’azione, i momenti di difficoltà da superare fino al rischio della morte e la resurrezione finale.
C’è cura nel lessico, nella stesura, nelle informazioni rilasciate che risultano appassionanti e mai noiose.
Il satellite Europa è descritto in modo ineccepibile per le conoscenze che oggi ne abbiamo.
Molto presto partirà proprio una missione specifica per cercare forme di vita nell’oceano di acqua liquida che pare sia sotto la robusta crosta di ghiaccio della superficie.
Insomma questo racconto mi ha pienamente convinta e sarà impossibile scalzarti dalle mie preferenze.
Adoro!
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
piaciuto parecchio.
scritto bene, senza refusi, con ottime descrizioni scenografiche ed emotive.
oltretutto è divertente anche nella tragica fase finale.
i personaggi sono molto ben caratterizzati e l'ambientazione ben curata.
davvero un bel lavoro, non posso che fare i complimenti sia per l'idea che per la realizzazione.
scritto bene, senza refusi, con ottime descrizioni scenografiche ed emotive.
oltretutto è divertente anche nella tragica fase finale.
i personaggi sono molto ben caratterizzati e l'ambientazione ben curata.
davvero un bel lavoro, non posso che fare i complimenti sia per l'idea che per la realizzazione.
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Inizio le mie letture col botto! Un racconto pieno di energia, inventiva, verve, che unisce ironia e umanità, divertimento ed emozione intima. Insomma, come si può capire, mi è piaciuto molto.
L’incipit è fulminante, energico, acchiappa in un istante, tanto più noi utenti di DT, che colleghiamo immediatamente i personaggi alle persone reali e cogliamo quindi in un istante quanto l’autore sia andato dritto al punto.
Funziona benissimo anche questa sorta di “demitizzazione dell’eroe”, che ha invece la funzione di prendere ancora di più il lettore, acchiappato anche con il rivolgersi direttamente a lui.
Cala un po’ la tensione col passaggio alla narrazione vera e propria.
Io taglierei la frase “Solitamente queste sono stanze ricavate da corridoi o disimpegni. Delle stanze “non stanze” che si adattano a molteplici utilizzi. Sono non luoghi ricchi di emozioni, ansie e riflessioni.” che interrompe molto il ritmo, è troppo didascalica.
Infatti la tensione risale con “avrei preferito qualcosa di più figo”.
Il richiamo alla indelebile e indimenticabile latrina volante di Petunia mi ha fatto scompisciare dal ridere.
Il resto del racconto fila via che è un piacere, con questo alternarsi di surreal-fantascienza, ironia (“passammo alla vecchia tecnica imparata alle elementari. Alitare sulla penna.”), umanità (“Quella è stata l’unica volta che si è aperta con me. Spero che un giorno torni a farlo di nuovo.”,
“«Io non so un cazzo. Non sono un genio e non conosco tutte le cose. La mia abilità è quella di leggere velocemente e di immagazzinare informazioni. Come chiunque altro, se non leggo non so nulla.» Nicola sembrava trasfigurato. Quel peso che portava costantemente nel petto era sparito. Disse che fu quello il momento in cui iniziò a fidarsi di noi. Tutti e tre lo abbracciammo”).
Il finale è bellissimo e davvero commovente.
Sono molto curiosa di sapere chi siano l’autore e TransEarth, che nella mia testa sono la stessa persona, ma non è detto. Ho fatto due o tre ipotesi, ma sinceramente non saprei.
Racconto scritto molto bene, con solo un paio di refusi.
Mi è piaciuto molto, mi è piaciuto leggerlo. È il primo che commento, quindi non posso promettere niente, ma un buon voto te lo metto subito.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Non è che voglia seguire la tendenza di chi ha scritto i commenti che mi precedono ma... sono obbligato. Un racconto veramente ben centrato e che definisce i suoi personaggi con una schietta ironia che non permette altro che amarli. Io non li conosco nella loro vera vita ma così mi sono veramente piaciuti, così come mi è piaciuta la descrizione di Europa, di cui, questo sì, ho potuto leggere molte informazioni tra el quali la possibilità di vita nel mare sotto la calotta ghiacciata. Che poi sia quel vongolone e i suoi nemici daai denti aguzzi, non lo so però son belli anche loro. Bravissim@. PS: io se stesso lo scrivo senza accento.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Vado un po' controcorrente, tanto è quel che faccio più spesso.
Non mi ha entusiasmato.
O meglio, la premessa sì, mi aveva entusiasmato.
Sei partito/a con un entusiasmo travolgente e un paio di idee messe in sequenza che erano fenomenali.
Mi sono caricato a mille aspettandomi una roba demenziale che continuasse a farmi sorridere come avevano fatto i primi due paragrafi, e invece mi sono ritrovato con un viaggio che ha cambiato completamente le premesse dell'inizio.
Voglio dire. Non è che dovessi per forza scrivere una roba nonsense o comica, però quello era il forte imprinting dell'introduzione, del titolo stesso (SHIT è fenomenale, dai).
Invece tutto il viaggio, il cuore della storia stessa, perde completamente la verve umoristica.
E' tutto un susseguirsi di cose che succedono, senza enfasi avventurosa particolare, con tante nozioni inserite, tante sequenze di pensieri, impressioni, fatti di contorno che poco aggiungono alla storia.
Certo, un genere avventura è fatto anche del contorno, dei calcoli, degli stratagemmi, ecc. però qui li ho trovati poco funzionali o comunque troppo preponderanti rispetto al resto.
Persino lo stile ho trovato che sia involuto rispetto alla prima parte.
Da brillante e vivace diventa descrittivo, anche un pelino ripetitivo nella descrizione delle azioni o degli stati d'animo, senza insomma l'energia forte dell'incipit.
La vicenda in sé è carina, non lo discuto, anche se, di nuovo, partiva da premesse che mi sono state disattese.
Mi aspettavo davvero qualcosa di umoristico (perché insomma, spedire 4 supereroi modello "vicino sfigato di casa" su Europa per una ricerca scientifica aveva già alzato di molto la lancetta dell'allarme epic-demenziale).
Invece succede esattamente l'inaspettato, cioè i supereroi smettono di essere demenziali e fanno né più né meno una ricerca scientifica, con annesso finale sentimentale che, okay, ci sta, ma se fosse stato il coronamento di una storia fuori di testa sarebbe stato davvero perfetto.
Per quel che ho letto sono rimasto deluso.
E' una storia carina, ma non come quella che mi sono immaginato dopo i primi due paragrafi.
Avevi impostato una bomba incredibile, io avrei continuato su quella strada!
Non mi ha entusiasmato.
O meglio, la premessa sì, mi aveva entusiasmato.
Sei partito/a con un entusiasmo travolgente e un paio di idee messe in sequenza che erano fenomenali.
Mi sono caricato a mille aspettandomi una roba demenziale che continuasse a farmi sorridere come avevano fatto i primi due paragrafi, e invece mi sono ritrovato con un viaggio che ha cambiato completamente le premesse dell'inizio.
Voglio dire. Non è che dovessi per forza scrivere una roba nonsense o comica, però quello era il forte imprinting dell'introduzione, del titolo stesso (SHIT è fenomenale, dai).
Invece tutto il viaggio, il cuore della storia stessa, perde completamente la verve umoristica.
E' tutto un susseguirsi di cose che succedono, senza enfasi avventurosa particolare, con tante nozioni inserite, tante sequenze di pensieri, impressioni, fatti di contorno che poco aggiungono alla storia.
Certo, un genere avventura è fatto anche del contorno, dei calcoli, degli stratagemmi, ecc. però qui li ho trovati poco funzionali o comunque troppo preponderanti rispetto al resto.
Persino lo stile ho trovato che sia involuto rispetto alla prima parte.
Da brillante e vivace diventa descrittivo, anche un pelino ripetitivo nella descrizione delle azioni o degli stati d'animo, senza insomma l'energia forte dell'incipit.
La vicenda in sé è carina, non lo discuto, anche se, di nuovo, partiva da premesse che mi sono state disattese.
Mi aspettavo davvero qualcosa di umoristico (perché insomma, spedire 4 supereroi modello "vicino sfigato di casa" su Europa per una ricerca scientifica aveva già alzato di molto la lancetta dell'allarme epic-demenziale).
Invece succede esattamente l'inaspettato, cioè i supereroi smettono di essere demenziali e fanno né più né meno una ricerca scientifica, con annesso finale sentimentale che, okay, ci sta, ma se fosse stato il coronamento di una storia fuori di testa sarebbe stato davvero perfetto.
Per quel che ho letto sono rimasto deluso.
E' una storia carina, ma non come quella che mi sono immaginato dopo i primi due paragrafi.
Avevi impostato una bomba incredibile, io avrei continuato su quella strada!
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Data di iscrizione : 08.01.21
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Scrittura molto fluida e priva di errori, il testo è curato e si vede.
Non so se @Arianna 2016 che ha commentato prima di me, si riferisse a quanto segue circa i refusi:
"«L’obbiettivo della Missione Europa è semplice."
"I nostri obiettivi erano:"
Scrivere "obbiettivo" o "obiettivo" è comunque corretto. Io non ho riscontato altro. Concordo con @Antonio Borghesi circa il "se stesso" che anch'io scriverei senza accento.
Domanda già posta, ma credo sarà ricorrente: dunque TransEarth chi è? E, oltre a essere chi è, coincide anche con l'Autore del testo? Lo scopriremo solo alla fine, ma pensò che questo quesito ci tormenterà.
Allora, il racconto mi è piaciuto, ma anch'io ho notato un cambio narrativo tra l'incipit (molto ben costruito, che invoglia il lettore a continuare la lettura) e il primo paragrafo quando LaFenice illustra la missione ai supereroi. Se mi posso spiegare meglio, la tensione creata nella fase iniziale è andata progressivamente spegnendosi. Il finale, che mi ha lasciato non poco perplesso perché immaginavo e ho immaginato una squadra S.H.I.T. molto affiatata fatta di eroi convinti e risoluti, spegne definitivamente la fiamma della tensione narrativa. Inoltre, avrei concluso con l'effettivo ritorno sulla terra, "riconsegnando" ogni eroe al suo ruolo di tutti i giorni.
Ovviamente, quanto sopra è una questione di gusto personale che nulla toglie a questa bella avventura fantascientifica, scritta molto bene in generale, ma più convincente nella prima parte.
Grazie.
Non so se @Arianna 2016 che ha commentato prima di me, si riferisse a quanto segue circa i refusi:
"«L’obbiettivo della Missione Europa è semplice."
"I nostri obiettivi erano:"
Scrivere "obbiettivo" o "obiettivo" è comunque corretto. Io non ho riscontato altro. Concordo con @Antonio Borghesi circa il "se stesso" che anch'io scriverei senza accento.
Domanda già posta, ma credo sarà ricorrente: dunque TransEarth chi è? E, oltre a essere chi è, coincide anche con l'Autore del testo? Lo scopriremo solo alla fine, ma pensò che questo quesito ci tormenterà.
Allora, il racconto mi è piaciuto, ma anch'io ho notato un cambio narrativo tra l'incipit (molto ben costruito, che invoglia il lettore a continuare la lettura) e il primo paragrafo quando LaFenice illustra la missione ai supereroi. Se mi posso spiegare meglio, la tensione creata nella fase iniziale è andata progressivamente spegnendosi. Il finale, che mi ha lasciato non poco perplesso perché immaginavo e ho immaginato una squadra S.H.I.T. molto affiatata fatta di eroi convinti e risoluti, spegne definitivamente la fiamma della tensione narrativa. Inoltre, avrei concluso con l'effettivo ritorno sulla terra, "riconsegnando" ogni eroe al suo ruolo di tutti i giorni.
Ovviamente, quanto sopra è una questione di gusto personale che nulla toglie a questa bella avventura fantascientifica, scritta molto bene in generale, ma più convincente nella prima parte.
Grazie.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
“Da un grande potere derivano grandi responsabilità”, ha detto qualcuno. E mentre è ancora in corso il dibattito se la frase sia farina di Ben Parker (lo sfortunato zio di Spiderman) o un "prestito" da Voltaire, l'affermazione trova un suo particolare riscontro nell'avventura dei quattro scalcinati, umanissimi e simpatici supereroi alle prese con le bellezze e i pericoli di Europa, ma ancor di più con le loro stesse debolezze e piccole fobie.
E rivela anche la "debolezza" del testo.
Il racconto parte benissimo, con una grande verve e una connotazione ironico-umoristica che sembrava portare verso una direzione molto diversa da quella poi effettivamente imboccata: dal momento in cui i quattro prendono coscienza della loro missione ("La parola “eroi” si era insinuata nelle nostre menti"), il tono cambia radicalmente e tradisce le ottime premesse (già insite anche nella trovata - geniale - del titolo).
Diventa sì "avventura", ma perde di brio. E le difficoltà psicologiche - personali e di gruppo - stridono con l'aria scanzonata e quasi goliardica delle prime battute.
Veramente buona la scrittura, ma lo scostamento fra l'inizio e il resto, e il conseguente senso di delusione, me l'ha fatta apprezzare di meno.
M.
E rivela anche la "debolezza" del testo.
Il racconto parte benissimo, con una grande verve e una connotazione ironico-umoristica che sembrava portare verso una direzione molto diversa da quella poi effettivamente imboccata: dal momento in cui i quattro prendono coscienza della loro missione ("La parola “eroi” si era insinuata nelle nostre menti"), il tono cambia radicalmente e tradisce le ottime premesse (già insite anche nella trovata - geniale - del titolo).
Diventa sì "avventura", ma perde di brio. E le difficoltà psicologiche - personali e di gruppo - stridono con l'aria scanzonata e quasi goliardica delle prime battute.
Veramente buona la scrittura, ma lo scostamento fra l'inizio e il resto, e il conseguente senso di delusione, me l'ha fatta apprezzare di meno.
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"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola
M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Racconto più che godibile che dimostra la grande fantasia dell’Autore/Autrice che si accompagna a un notevole senso dell’ironia. La scrittura è veramente eccellente e non ho rilevato imprecisioni. L’avventura mi è sembrata indubbiamente presente, considerato anche che non è facile tenere con il fiato sospeso il lettore quando le gesta rocambolesche si accompagnano a notazioni che suscitano il sorriso. Per quanto riguarda l’ambientazione “spaziale” (aggettivo perfetto in questo caso), il satellite Europa è veramente protagonista nel brano. Un po’ meno in rilievo l’anticamera e l’ambientazione temporale che si manifesta (salvo mia disattenzione) solo in quella citazione del pesce d’aprile. L’acronimo del titolo è geniale.
Giudizio nettamente positivo, che non è poco per uno come me che si ritrae sempre quando sente odore di cronache di viaggi nel tempo e nello spazio, ma in questo caso credo proprio che non potrò evitare di inserirti fra le prime posizioni.
Giudizio nettamente positivo, che non è poco per uno come me che si ritrae sempre quando sente odore di cronache di viaggi nel tempo e nello spazio, ma in questo caso credo proprio che non potrò evitare di inserirti fra le prime posizioni.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Il titolo è davvero super: penso sia l’esclamazione di molti che, dopo aver accettato di essere “personaggi”, hanno letto gli altri paletti. Perfetto.
Grazie per avermi coinvolto nel racconto: potrei anche ragionare sulla Penna e…ci hai preso in pieno. Ci vediamo a fine step.
Lo scrivere in prima persona, sempre complicato come si è detto in varie occasioni nel sesto step, trovo sia stata la scelta giusta e gestita bene, direi la carta vincente per questo racconto, soprattutto per poter parlare dei personaggi, del loro modo di essere, per raccontare l’insieme stando un poco a lato pur partecipando attivamente a quanto accade. Il protagonista narrante riesce a ritagliarsi il tempo di osservare, ascoltare, ragionare sui compagni di viaggio andando oltre le apparenze. Diverso sarebbe stato in terza persona, necessariamente più freddo per evitare di essere narratore onnisciente.
I paletti sono stati inseriti direi con disinvoltura, con una buona dose di ironia e un briciolo di divertissement, con attenzione a quali particolari – tra quelli che traspaiono dai nostri post – utilizzare per delineare i personaggi. Mi è piaciuto il ritrovare tra le righe qualcosa che parla anche del loro intimo, del loro essere umani che per qualche giorno vivono da eroi, anche se poi torneranno alle loro vite ordinarie, dove c’è posto però per la bellissima avventura di scrivere.
Le “loro” avventure, quelle che vivono dentro sé stessi, qualche volta prenderanno vita, ma il più delle volte rimarranno sulla carta, magari non condivise con nessuno, ma lette e rilette come fossero scritte da altri.
Lo so, come mio solito vado a cercare del freddo per il letto, ma se la Penna è quella che penso…
Tra i racconti letti finora è quello che più si avvicina al genere avventura/avventura fantascienza e si fa leggere bene fino alla fine. Certo, visitando Europa, non potevano mancare informazioni e descrizioni del satellite così come abbiamo trovato in rete, ma era quanto meno dovuto per centrare il paletto. La parte descrittiva di un luogo, con certe trame, non può mancare, anzi se vuoi portare con te il lettore, devi proporgliela, col giusto equilibrio perché col troppo, il lettore gira pagina, col poco o troppo poco, anche, ma poi lo si perde.
Come scrittura non c’è nulla da eccepire: in ogni momento, sia il più leggero che quello in cui si sarebbe rischiato di diventare “enciclopedia”, lessico, ritmo, equilibrio vanno a braccetto e non ci si annoia.
Unica piccola pecca; il finale un attimo affrettato. Ma al pari degli incipit, i finali sono tosti da gestire.
Una sola nota: anche se sentivamo distintamente il rumore dell’acqua, questo non significava che il mareera fosse vicino. Mi suon meglio fosse, ma potrebbe essere mia opinione
Il copia e incolla ha colpito ancora e non me n'ero accorta: Belle le parole di Viv, che penso possiamo vederle rivolte a tutti noi, soprattutto a quelli che sentono di avere ancora da imparare, senza arrendersi se qualcosa non piace.
Grazie per avermi coinvolto nel racconto: potrei anche ragionare sulla Penna e…ci hai preso in pieno. Ci vediamo a fine step.
Lo scrivere in prima persona, sempre complicato come si è detto in varie occasioni nel sesto step, trovo sia stata la scelta giusta e gestita bene, direi la carta vincente per questo racconto, soprattutto per poter parlare dei personaggi, del loro modo di essere, per raccontare l’insieme stando un poco a lato pur partecipando attivamente a quanto accade. Il protagonista narrante riesce a ritagliarsi il tempo di osservare, ascoltare, ragionare sui compagni di viaggio andando oltre le apparenze. Diverso sarebbe stato in terza persona, necessariamente più freddo per evitare di essere narratore onnisciente.
I paletti sono stati inseriti direi con disinvoltura, con una buona dose di ironia e un briciolo di divertissement, con attenzione a quali particolari – tra quelli che traspaiono dai nostri post – utilizzare per delineare i personaggi. Mi è piaciuto il ritrovare tra le righe qualcosa che parla anche del loro intimo, del loro essere umani che per qualche giorno vivono da eroi, anche se poi torneranno alle loro vite ordinarie, dove c’è posto però per la bellissima avventura di scrivere.
Le “loro” avventure, quelle che vivono dentro sé stessi, qualche volta prenderanno vita, ma il più delle volte rimarranno sulla carta, magari non condivise con nessuno, ma lette e rilette come fossero scritte da altri.
Lo so, come mio solito vado a cercare del freddo per il letto, ma se la Penna è quella che penso…
Tra i racconti letti finora è quello che più si avvicina al genere avventura/avventura fantascienza e si fa leggere bene fino alla fine. Certo, visitando Europa, non potevano mancare informazioni e descrizioni del satellite così come abbiamo trovato in rete, ma era quanto meno dovuto per centrare il paletto. La parte descrittiva di un luogo, con certe trame, non può mancare, anzi se vuoi portare con te il lettore, devi proporgliela, col giusto equilibrio perché col troppo, il lettore gira pagina, col poco o troppo poco, anche, ma poi lo si perde.
Come scrittura non c’è nulla da eccepire: in ogni momento, sia il più leggero che quello in cui si sarebbe rischiato di diventare “enciclopedia”, lessico, ritmo, equilibrio vanno a braccetto e non ci si annoia.
Unica piccola pecca; il finale un attimo affrettato. Ma al pari degli incipit, i finali sono tosti da gestire.
Una sola nota: anche se sentivamo distintamente il rumore dell’acqua, questo non significava che il mare
Il copia e incolla ha colpito ancora e non me n'ero accorta: Belle le parole di Viv, che penso possiamo vederle rivolte a tutti noi, soprattutto a quelli che sentono di avere ancora da imparare, senza arrendersi se qualcosa non piace.
Ultima modifica di Susanna il Dom Mag 08, 2022 10:25 am - modificato 1 volta.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Scommetterei tutto quello che ho in tasca, anche se sono ancora in pigiama, sul nome dell'autore di questo racconto. Sono d'accordo con chi è rimasto deluso dopo lo scoppiettante inizio e dopo quel titolo più che comico. Ma il racconto è scritto troppo bene e merita comunque l'applauso.
Belle e convincenti le parole di Nicola alla fine del racconto.
Sono abituato a leggere rimproveri, e ascoltare la sua voce in modo diverso ha commosso pure me.
Belle e convincenti le parole di Nicola alla fine del racconto.
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Ultima modifica di tommybe il Dom Mag 08, 2022 2:17 pm - modificato 1 volta.
tommybe- Maestro Jedi
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Una grande avventura come richiedeva il genere quella che ho appena finito di leggere e che nel limite dei caratteri previsti è riuscita in un colpo solo a divertirmi, emozionarmi, commuovere, entusiasmare.
Difficile aggiungere qualcosa d'altro, potrei dirti che sei sul mio podio senza dubbio ma l'esperienza mi insegna ad essere prudente (non più tardi di ieri sera ho scritto lo stesso in un altro racconto).
La storia, pur nella sua fantasia fantascientifica, risulta credibile e coerente nel suo svolgimento e riesce nel poco spazio a disposizione a caratterizzare molto bene i personaggi (forse l'unica a rimanere in parte penalizzata è Susanna). Come tutti sono anch'io molto curioso di conoscere l'autore o autrice del racconto e capire se coincide con TransEarth.
Infine la scrittura, ottima e curata, apparentemente senza refusi, trascinante quanto basta per raccontare l'avventura narrata e mai noiosa nemmeno quando deve necessariamente portare all'attenzione del lettore qualche dato tecnico.
La trovata che più mi è piaciuta è la capacità di Ele di trasformare i disegni in oggetti reali, l'antesignana delle moderne stampanti 3D.
Difficile aggiungere qualcosa d'altro, potrei dirti che sei sul mio podio senza dubbio ma l'esperienza mi insegna ad essere prudente (non più tardi di ieri sera ho scritto lo stesso in un altro racconto).
La storia, pur nella sua fantasia fantascientifica, risulta credibile e coerente nel suo svolgimento e riesce nel poco spazio a disposizione a caratterizzare molto bene i personaggi (forse l'unica a rimanere in parte penalizzata è Susanna). Come tutti sono anch'io molto curioso di conoscere l'autore o autrice del racconto e capire se coincide con TransEarth.
Infine la scrittura, ottima e curata, apparentemente senza refusi, trascinante quanto basta per raccontare l'avventura narrata e mai noiosa nemmeno quando deve necessariamente portare all'attenzione del lettore qualche dato tecnico.
La trovata che più mi è piaciuta è la capacità di Ele di trasformare i disegni in oggetti reali, l'antesignana delle moderne stampanti 3D.
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Ho iniziato la lettura pensando: "ecco un altro racconto ironico autocelebrativo sui personaggi di DT impegnati in una nuova avventura surreale ". E le premesse c'erano tutte. Poi, improvvisamente, quelli che ci erano stati presentati come degli strani supereroi si trasformano in una squadra di esplorazione, e il racconto in una specie di diario di viaggio che ci descrive dettagliatamente questa missione esplorativa su Europa. Perdendo molto della verve iniziale, senza però diventare mai pesante. Trovo molto buono l'utilizzo dei nomi degli utenti, che permette al racconto di risultare più "fruibile". È tutto ben scritto, con il punto di vista di uno dei componenti. Trovata molto interessante.
Nel complesso un buon lavoro.
Complimenti.
Grazie.
Nel complesso un buon lavoro.
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Racconto di avventura surreal-demenziale ben scritto. L’aspetto che mi è piaciuto parecchio sono stati i personaggi, i nostri amici di DT. Molto ben caratterizzati. Forse un po’ troppo anche, quasi delle macchiette, ma in linea con il tono del racconto.
Dopo tanti complimenti spero non ti urteranno un paio di critiche, sorry aut.
Anche io ho trovato la parte iniziale con un tono che è andato via via scemando. Poi come avventura secondo me manca di un elemento quasi essenziale: qual è lo scopo di questa missione? Cioè: ce la faranno i nostri eroi a… A fare cosa? Partono per una missione potenzialmente suicida giusto per esplorare un po’? C’è poca tensione e alla fine non ho neanche capito se sono riusciti o meno nel loro scopo.
Anche il finale, che sembra chiudere l’evoluzione dei personaggi, mi ha lasciato un tantino così, perché nel racconto prima non ho trovato quasi traccia delle insicurezze di TransEarth o della perdita della voglia di disegnare di Ele. Dunque il discorso enfatico finale di Nicola mi è parso un po’ appeso, senza un gran legame con il resto.
Nel complesso molto ben scritto, bei personaggi (ovvio!), gran fantasia, ma con alcuni aspetti che non mi hanno soddisfatto appieno. Mi spiace!
Dopo tanti complimenti spero non ti urteranno un paio di critiche, sorry aut.
Anche io ho trovato la parte iniziale con un tono che è andato via via scemando. Poi come avventura secondo me manca di un elemento quasi essenziale: qual è lo scopo di questa missione? Cioè: ce la faranno i nostri eroi a… A fare cosa? Partono per una missione potenzialmente suicida giusto per esplorare un po’? C’è poca tensione e alla fine non ho neanche capito se sono riusciti o meno nel loro scopo.
Anche il finale, che sembra chiudere l’evoluzione dei personaggi, mi ha lasciato un tantino così, perché nel racconto prima non ho trovato quasi traccia delle insicurezze di TransEarth o della perdita della voglia di disegnare di Ele. Dunque il discorso enfatico finale di Nicola mi è parso un po’ appeso, senza un gran legame con il resto.
Nel complesso molto ben scritto, bei personaggi (ovvio!), gran fantasia, ma con alcuni aspetti che non mi hanno soddisfatto appieno. Mi spiace!
SuperGric- Padawan
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Devo dire che in linea di massima mi trovo d'accordo con Fante.
L'inizio mi ispirava parecchio, l'ho trovato agile, pieno di verve, divertente, la missione su Europa però mi ha lasciato insoddisfatto.
Eppure i paletti ci sono tutti, l'avventura finalmente c'è, è una vera avventura, cosa che latita in tanti racconti.
Ed è proprio qui che si vede il coefficiente di difficoltà elevatissimo di questo step, dove mettere insieme genere, ambientazione temporale e spaziale già era difficile e ancora di più è stato integrare al massimo questi ingredienti per creare una storia indimenticabile.
Non so se era Akimizu o Fante in Tag o in un commento a dire che questo era una sorta di step interlocutorio, di passaggio.
Io la penso un pò così, perché per la prima volta i miei voti non superano il 6.5, non mi era mai successo. E quei racconti tra l'altro sono fuori concorso, come a volere dimostrare che chi involontariamente ha sconfinato, si è preso maggiori libertà, è riuscito probabilmente a creare qualcosa di più coinvolgente.
La cosa migliore del racconto sono certamente i personaggi, ben caratterizzati, soprattutto Vivonic e Hellionor, dove si vede la sensibilità e l'acutezza dell'autore, lo spirito di osservazione se possiamo definirlo così, però la storia, che ripeto è avventurosa come da richiesta, non mi ha conquistato.
L'inizio mi ispirava parecchio, l'ho trovato agile, pieno di verve, divertente, la missione su Europa però mi ha lasciato insoddisfatto.
Eppure i paletti ci sono tutti, l'avventura finalmente c'è, è una vera avventura, cosa che latita in tanti racconti.
Ed è proprio qui che si vede il coefficiente di difficoltà elevatissimo di questo step, dove mettere insieme genere, ambientazione temporale e spaziale già era difficile e ancora di più è stato integrare al massimo questi ingredienti per creare una storia indimenticabile.
Non so se era Akimizu o Fante in Tag o in un commento a dire che questo era una sorta di step interlocutorio, di passaggio.
Io la penso un pò così, perché per la prima volta i miei voti non superano il 6.5, non mi era mai successo. E quei racconti tra l'altro sono fuori concorso, come a volere dimostrare che chi involontariamente ha sconfinato, si è preso maggiori libertà, è riuscito probabilmente a creare qualcosa di più coinvolgente.
La cosa migliore del racconto sono certamente i personaggi, ben caratterizzati, soprattutto Vivonic e Hellionor, dove si vede la sensibilità e l'acutezza dell'autore, lo spirito di osservazione se possiamo definirlo così, però la storia, che ripeto è avventurosa come da richiesta, non mi ha conquistato.
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Un racconto bilanciato, dove divertimento ed emozione si mescolano dando vita a un racconto piacevole e per tutti i gusti.
È il primo racconto in cui il genere avventura è quello più netto e classico. Un viaggio in una terra inesplorato ricco di colpi di scena. Quello che lo penalizza è la scarsità di battute, alcuni punti sembrano scivolare via in fretta ma era dovuto. Alla fine però il risultato è stato raggiunto in modo convincente.
I personaggi sono costruiti bene da risultare credibili sia per noi del forum che per le persone al di fuori, magari a noi strappano un sorriso in più.
Il cambio di tono, al contrario di molti, a me è piaciuto perché fa capire quanto in fondo i protagonisti siano solo persone spedite su Europa per una missione che poteva rivelarsi suicida.
A questo punto mi sono posto una domanda. Chi di noi in quella condizione avrebbe continuato a fare battute?
Credo nessuno, quindi il cambio di ritmo è giustificato e la storia prende una piega più umana e meno supereroica.
Per un appassionato come me di fantasy e film con supereroi si nota immediatamente la piega intimista che stanno prendendo questo genere di storie. I protagonisti non sono più i superuomini invincibili senza macchia e senza paura. Le storie che hanno più successo sono quelle in cui si scandagliano le emozioni e i tormenti del eroe.
P.S. Ho visto proprio ieri sera “Doctor Strange nel Multiverso della Follia” è una parte fondamentale del film è proprio il risulto umano. No spoiler. ma vi consiglio di vederlo per capire meglio cosa intendo.
Tornando al racconto, mi è piaciuto perché riesce a unire cose molte diverse e a volte all’antitesi in un risultato bello e piacevole da leggere.
È il primo racconto in cui il genere avventura è quello più netto e classico. Un viaggio in una terra inesplorato ricco di colpi di scena. Quello che lo penalizza è la scarsità di battute, alcuni punti sembrano scivolare via in fretta ma era dovuto. Alla fine però il risultato è stato raggiunto in modo convincente.
I personaggi sono costruiti bene da risultare credibili sia per noi del forum che per le persone al di fuori, magari a noi strappano un sorriso in più.
Il cambio di tono, al contrario di molti, a me è piaciuto perché fa capire quanto in fondo i protagonisti siano solo persone spedite su Europa per una missione che poteva rivelarsi suicida.
A questo punto mi sono posto una domanda. Chi di noi in quella condizione avrebbe continuato a fare battute?
Credo nessuno, quindi il cambio di ritmo è giustificato e la storia prende una piega più umana e meno supereroica.
Per un appassionato come me di fantasy e film con supereroi si nota immediatamente la piega intimista che stanno prendendo questo genere di storie. I protagonisti non sono più i superuomini invincibili senza macchia e senza paura. Le storie che hanno più successo sono quelle in cui si scandagliano le emozioni e i tormenti del eroe.
P.S. Ho visto proprio ieri sera “Doctor Strange nel Multiverso della Follia” è una parte fondamentale del film è proprio il risulto umano. No spoiler. ma vi consiglio di vederlo per capire meglio cosa intendo.
Tornando al racconto, mi è piaciuto perché riesce a unire cose molte diverse e a volte all’antitesi in un risultato bello e piacevole da leggere.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Per uno come me, obbligato dalla vita matrimoniale a ubbidire a almeno un centinaio di comandi al giorno, la scrittura diventa l'unica via di fuga. Perché ti racconto questo, autore?
Perché la tua via di fuga supera la mia e va premiata:
Mio vincitore.
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tommybe- Maestro Jedi
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Titolo da oscar. Bello, pensato e centrato, complimenti. Molto spesso lo si trascura, io invece trovo che la scelta del titolo giusto sia essenziale per un racconto. E per niente facile.
Andando al racconto, cara penna voglio dirti che anche la premessa è all'altezza del titolo. Mi ha letteralmente acceso le sinapsi e preparato alla lettura.
La storia, iniziata con queste premesse, ha faticato un po'. Ha perso mano a mano la verve leggermente comica, per lasciare spazio a spiegazioni che hanno un po' afflosciato il racconto.
Scorrevole, anche se ho trovato i dialoghi un po' forzati in alcuni punti, scritto correttamente con pochi refusi che ti hanno già segnalato.
Un bel lavoro di caratterizzazione dei personaggi, e una grande fantasia.
Nel complesso un buon lavoro
Andando al racconto, cara penna voglio dirti che anche la premessa è all'altezza del titolo. Mi ha letteralmente acceso le sinapsi e preparato alla lettura.
La storia, iniziata con queste premesse, ha faticato un po'. Ha perso mano a mano la verve leggermente comica, per lasciare spazio a spiegazioni che hanno un po' afflosciato il racconto.
Scorrevole, anche se ho trovato i dialoghi un po' forzati in alcuni punti, scritto correttamente con pochi refusi che ti hanno già segnalato.
Un bel lavoro di caratterizzazione dei personaggi, e una grande fantasia.
Nel complesso un buon lavoro
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Ciao Penna. Sono perplesso. Leggo gli altri commenti e riconosco di non essere in grado di risponderti convenientemente. Non penso che il tuo racconto sia straniante, perché i paletti hanno obbligato i più a scegliere un certo tipo di "storia". Storie che a me, per scelte letterarie, (per questo ti chiedo scusa) mi sono ostiche. L'introduzione, per i miei trascorsi "comics", è veramente spettacolare. Una sorta di S. H. I. E. L. D. sfigata, antitetica all'eroismo di Nick Fury e della Contessa Valentina, vicina a una parodia dei Fantastici Quattro, e questo mi è piaciuto molto, anche se nel proseguo ho sentito la mancanza del "nemico" Hydra che nel mondo Marvel è fondamentale per dare un "nervo", una tensione. Ma poi ho trovato (sono solamente a metà racconti, e questa "serietà" procedurale mi preoccupa) uno svolgimento ruffiano nei confronti dei nick (che almeno stavolta, te ne rendo merito, sono stati indicati per nome) e a un racconto surreale che comincia a essermi difficile da capire. Ho letto alcuni racconti fuori concorso che mi sono sembrati i migliori, forse perché slegati dalle pastoie, e spero di stare nel "tempo" per commentarli stante che presto non potrò più commentare perché impegnato in altre vicende. I paletti, per quanto riguarda il mio personale e discutibile piacere nella lettura, hanno portato a una "caduta" generale (non tua, ma generale e generalista) del livello. In ogni precedente step c'è stato un tentativo di "impegno diverso", di un intento volto a messaggi importanti, di una bellezza del testo. Il tuo è un racconto corretto dal punto di vista della forma, ma i paletti ti hanno costretto a non esprimere il tuo potenziale. Hai tirato fuori, col verme, Dune, ci vedo altre suggestioni, ma alla fine premieró chi, in uno step così difficile, ha provato a non "leccare" gli utenti e si è sforzato di scrivere una storia di vera sostanza. In ogni caso, ti ringrazio di averci provato. Un abbraccio.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
digitoergosum ha scritto:Ciao Penna. Sono perplesso. Leggo gli altri commenti e riconosco di non essere in grado di risponderti convenientemente. Non penso che il tuo racconto sia straniante, perché i paletti hanno obbligato i più a scegliere un certo tipo di "storia". Storie che a me, per scelte letterarie, (per questo ti chiedo scusa) mi sono ostiche. L'introduzione, per i miei trascorsi "comics", è veramente spettacolare. Una sorta di S. H. I. E. L. D. sfigata, antitetica all'eroismo di Nick Fury e della Contessa Valentina, vicina a una parodia dei Fantastici Quattro, e questo mi è piaciuto molto, anche se nel proseguo ho sentito la mancanza del "nemico" Hydra che nel mondo Marvel è fondamentale per dare un "nervo", una tensione. Ma poi ho trovato (sono solamente a metà racconti, e questa "serietà" procedurale mi preoccupa) uno svolgimento ruffiano nei confronti dei nick (che almeno stavolta, te ne rendo merito, sono stati indicati per nome) e a un racconto surreale che comincia a essermi difficile da capire. Ho letto alcuni racconti fuori concorso che mi sono sembrati i migliori, forse perché slegati dalle pastoie, e spero di stare nel "tempo" per commentarli stante che presto non potrò più commentare perché impegnato in altre vicende. I paletti, per quanto riguarda il mio personale e discutibile piacere nella lettura, hanno portato a una "caduta" generale (non tua, ma generale e generalista) del livello. In ogni precedente step c'è stato un tentativo di "impegno diverso", di un intento volto a messaggi importanti, di una bellezza del testo. Il tuo è un racconto corretto dal punto di vista della forma, ma i paletti ti hanno costretto a non esprimere il tuo potenziale. Hai tirato fuori, col verme, Dune, ci vedo altre suggestioni, ma alla fine premieró chi, in uno step così difficile, ha provato a non "leccare" gli utenti e si è sforzato di scrivere una storia di vera sostanza. In ogni caso, ti ringrazio di averci provato. Un abbraccio.
INTERVENTO DI MODERAZIONE
Dire a un Autore, o meglio a diversi Autori a quanto pare, che hanno leccato gli utenti (e andiamo oltre sullo sforzarsi a scrivere storie "di sostanza") non è elegante e, anzi, è decisamente fuori luogo.
Se ti è uscita male, capita. Ma dovresti sapere bene che non permettiamo offese gratuite nei confronti degli Autori, tantomeno di commentare l'autore piuttosto che il racconto.
Limitiamoci a commentare i racconti, come sempre...
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Ciao Penna. Rileggendomi, mi rendo conto che posso essere sembrato critico nei tuoi confronti. Non era la mia intenzione, ma non mi è riuscito il commento, per colpa mia, e pertanto ti chiedo scusa. Quando ci ritroveremo a quell'incontro di premiazione di Natale Bifronte, hai uno spritz pagato. Ciao Penna.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Titolo e incipit da urlo.
Livello di fantasia altissimo, sia nella trama che nella costruzione della stessa.
Presentazione dei personaggi chiara e dettagliata.
La parte del viaggio, l'avventura, mi ha un po' annoiato, ma forse perché non è un genere a me molto congeniale.
Complimenti, anche per la scrittura, precisa e pulita.
Livello di fantasia altissimo, sia nella trama che nella costruzione della stessa.
Presentazione dei personaggi chiara e dettagliata.
La parte del viaggio, l'avventura, mi ha un po' annoiato, ma forse perché non è un genere a me molto congeniale.
Complimenti, anche per la scrittura, precisa e pulita.
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Mi tocca iniziare i commenti da questo racconto perché altrimenti poi mi si sfasano "i pallini", visto che ho già scritto qui...
Non che la cosa mi dispiaccia, ma in realtà è forse il racconto che più mi ricordo di tutto lo step, quindi potevo anche lasciarlo in fondo
Veniamo a noi. Quando l'ho letto la prima volta mi sono commosso. Il finale mi ha proprio devastato. Ora, questo è probabilmente anche frutto del fatto di essere un protagonista del racconto, ma ciò nulla toglie alla forza espositiva di quell'ultimo dialogo.
Io devo essere sincero come al solito: ho pensato dall'apertura dello step che il mio "personaggio" sarebbe uscito devastato da questo contest, perché se ho una certezza riguardo a DT è che agli Autori della captatio benevolentiae non frega proprio nulla. Certo, questo non va confuso con il fatto di scrivere affinché ciò che si scrive piaccia, ma è decisamente un altro discorso, condivisibile o meno che sia.
Questo racconto, invece, è quello che più mi ha sorpreso perché i personaggi sembrano davvero loro. Il concorso è anonimo e non sarò di certo io a svelare, neanche indirettamente, chi è l'Autore, quindi non dirò frasi "Però ci conosci..." o "Ma come hai fatto, visto che non ci conosci?" che darebbero comunque indizi. Dico solo che è bellissimo quanto un Autore possa raccogliere in mille modi diversi informazioni sui propri personaggi e, proprio come una ricerca quando si usano determinati avvenimenti o persone realmente esistite, anche tu qui hai fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione.
Se a questo si aggiunge il perfetto utilizzo dei paletti, l'ottima scrittura e l'avventura più degna del nome di tutto lo step, si può capire perché a mio parere questo è uno dei racconti più riusciti dello step.
Arrivando in fondo ai commenti è ovvio che l'utilità degli stessi inizi a vacillare, quindi a me non resta che farti i complimenti e ringraziarti di questa bellissima pagina di DT che hai voluto condividere con tutti noi.
Non che la cosa mi dispiaccia, ma in realtà è forse il racconto che più mi ricordo di tutto lo step, quindi potevo anche lasciarlo in fondo
Veniamo a noi. Quando l'ho letto la prima volta mi sono commosso. Il finale mi ha proprio devastato. Ora, questo è probabilmente anche frutto del fatto di essere un protagonista del racconto, ma ciò nulla toglie alla forza espositiva di quell'ultimo dialogo.
Io devo essere sincero come al solito: ho pensato dall'apertura dello step che il mio "personaggio" sarebbe uscito devastato da questo contest, perché se ho una certezza riguardo a DT è che agli Autori della captatio benevolentiae non frega proprio nulla. Certo, questo non va confuso con il fatto di scrivere affinché ciò che si scrive piaccia, ma è decisamente un altro discorso, condivisibile o meno che sia.
Questo racconto, invece, è quello che più mi ha sorpreso perché i personaggi sembrano davvero loro. Il concorso è anonimo e non sarò di certo io a svelare, neanche indirettamente, chi è l'Autore, quindi non dirò frasi "Però ci conosci..." o "Ma come hai fatto, visto che non ci conosci?" che darebbero comunque indizi. Dico solo che è bellissimo quanto un Autore possa raccogliere in mille modi diversi informazioni sui propri personaggi e, proprio come una ricerca quando si usano determinati avvenimenti o persone realmente esistite, anche tu qui hai fatto un ottimo lavoro di caratterizzazione.
Se a questo si aggiunge il perfetto utilizzo dei paletti, l'ottima scrittura e l'avventura più degna del nome di tutto lo step, si può capire perché a mio parere questo è uno dei racconti più riusciti dello step.
Arrivando in fondo ai commenti è ovvio che l'utilità degli stessi inizi a vacillare, quindi a me non resta che farti i complimenti e ringraziarti di questa bellissima pagina di DT che hai voluto condividere con tutti noi.
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Riletto. O meglio la parte finale riletta più volte. Non ho trovato l'energia del finisseur, quel ' fallo' ripetuto ha disturbato la mia volata. E sono rimasto sui pedali. Il mio e il tuo scatto prolungato si sono afflosciati. Che a perdere la verve siano lo scrittore e il lettore contemporaneamente è molto contemporaneo.
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Re: S.H.I.T. - Missione Europa
Ciao autor@
Racconto che non sono riuscita ad apprezzare fino in fondo
Come altri ho trovato titolo e incipit molto accattivanti e ben fatti.
Mi hai fatto pensare ai fantagenitori…
Andando avanti nella lettura non sono riuscita a “visualizzare” le immagini, sebbene la scrittura sia ottima e la fantasia non ti manchi.
complimenti
Fosse stata la sceneggiatura di un cartone o di un fumetto credo che sarei entrata maggiormente nell’avventura.
Riconosco che i protagonisti DT per come li hai caratterizzati sono, rispetto ad altri racconti, quelli che si avvicinano di più all’idea che ho di loro (ironia e autoironia compresi!).
A rileggerci presto
Racconto che non sono riuscita ad apprezzare fino in fondo
Come altri ho trovato titolo e incipit molto accattivanti e ben fatti.
Mi hai fatto pensare ai fantagenitori…
Andando avanti nella lettura non sono riuscita a “visualizzare” le immagini, sebbene la scrittura sia ottima e la fantasia non ti manchi.
complimenti
Fosse stata la sceneggiatura di un cartone o di un fumetto credo che sarei entrata maggiormente nell’avventura.
Riconosco che i protagonisti DT per come li hai caratterizzati sono, rispetto ad altri racconti, quelli che si avvicinano di più all’idea che ho di loro (ironia e autoironia compresi!).
A rileggerci presto
Resdei- Maestro Jedi
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