Essere padri è un mestiere per pochi
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Resdei
Susanna
Hellionor
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Essere padri è un mestiere per pochi
- Spoiler:
Lena se ne sta ferma, immobile.
«Facciamo finta che io non sia qui» dice. «Facciamo finta che io non ci sia mai stata, qui. Pensi che sarebbe andata diversamente?»
L’odore della pioggia mi riempie i polmoni, mentre guardo il suo respiro cristallizzarsi, l’aria ghiacciata che le colora il viso di rosso. È bellissima. Mi fissa, tesa.
«No» rispondo. «No.»
Non è vero, ma non posso di certo dirglielo. Ormai è troppo tardi. È troppo tardi già da un bel pezzo.
I suoi capelli hanno lo stesso biondo di sua madre.
Si agitano gelidi nella pioggia a ogni suo movimento.
«Sei sempre stato un pessimo bugiardo, papà. Fai quel traballio con l’occhio» sfila una mano dalla tasca e se la agita davanti all’occhio per mimare il mio tic. Ottima imitatrice, la mia ragazza.
Un tempo mi sarei arrabbiato, mi sarei sentito preso in giro.
Un tempo sarebbero partiti ceffoni.
La mia risata ci rilassa.
«Sei proprio brava, piccola. Che dici, entriamo in casa? Mi sto gelando le palle, qui fuori.»
Una casa piccola per un’esistenza piccola. Ma è pulita, come me. Pulita fino in fondo.
Sanpei miagola al nostro ingresso, e con l’acume che ne fa il mio compagno ideale, si struscia sulle gambe di Lena come se la conoscesse da sempre.
«Siediti, mettiti comoda, preparo un po’ di qualcosa. Cosa preferisci?»
«Io non bevo» il suo tono è secco, ferito. Ancora troppo ferito.
«Io pensavo a un bel caffè, o magari un tè, ma se preferisci nulla, io preferisco il caffè.»
Non posso essere brusco con Lena. Lei ha tutte le ragioni del mondo. Il passato non si cancella con una risata.
Si schiarisce la voce, e poi chiede un caffè anche lei.
I suoi capelli biondi mi ricordano anni che sono andati. Sono andati e io ero lì, anche se non c’ero.
Porto i caffè e mi siedo in poltrona, di fronte a lei.
«Non lo so, se sarebbe andata diversamente. Ma non è questa la domanda che mi vuoi fare, lo sappiamo entrambi. Ma se non me la fai, non posso risponderti.»
I passi che facciamo alle volte ci portano altrove. Io ho imparato solo questo, nella mia vita. Ho imparato che quando bevevo, andavo altrove. Ho smesso di bere, e mi ritrovo comunque altrove. Sto imparando a sentirmi a mio agio in qualunque altrove, per non sbagliare più.
«La mamma dice che dobbiamo parlare, che ora stai bene, che io devo parlarti, che non posso più tenermi dentro le cose, ecco, ma io non lo so che cosa voglio dirti, penso solo che ho paura. E la paura non la controlli, non la fermi. Va, e io vorrei domandarti, vorrei dirti, ma rimango qui, a chiedermi solo quando tutto questo finirà di nuovo. Perché se una cosa è troppo bella per essere vera, allora non è vera.» le sue parole sono un fiume, e io non sono mai stato un argine.
Essere padre è un mestiere per pochi, questa è la realtà.
Glielo dico, glielo dico piano, perché questo nuovo me non la spaventi.
Trattiene il fiato, e mi guarda.
Con quello sguardo da sotto in su, come quando era piccola. Come quando ancora si fidava di me.
«Questa sarebbe la tua giustificazione» non la conoscevo dura. Ora sì.
«No. Oh, no, per nulla. È solo una constatazione. Non sono stato un buon padre, ma non ci ho provato. Come per altre mille cose della mia vita, ho rinunciato perché mi faceva fatica farlo, mi toglieva energie doverci pensare. Non cerco giustificazioni, Lena. Non ce ne sono.»
Mi chiede se può fumare, vado a prenderle un posacenere.
Sorride, mi ringrazia. Mentre accende la sigaretta le mani le tremano.
Fuma in silenzio, e quando finisce si liscia la gonna sulle gambe prima di parlare.
«Lo so, che non è stata colpa mia. Lo so che se io non ci fossi stata, se io non fossi mai stata qui, le cose sarebbero andate allo stesso modo. Lo so da molto tempo. Ma tu, papà, lo sai?»
Sta per piangere, lo vedo da come le trema il mento.
Aveva quattro anni, accidenti, quando la litigata con sua madre mi tirò fuori dalla bocca quelle parole: “vorrei che questa bambina non fosse mai nata. Se non fosse per lei, le cose non andrebbero così male”
Che coglione figlio di puttana. Ora lo so.
«Sì.» mi sembra la risposta migliore. La più sincera. Lo so.
«E ora te lo richiedo, e vediamo se riesci a rispondermi con sincerità, papà.»
Si alza e si siede vicino a me, mi prende la mano.
Chiudo gli occhi per un istante, godendomi questo contatto al quale ho rinunciato da troppo tempo.
«Facciamo finta che io non sia qui» dice. «Facciamo finta che io non ci sia mai stata, qui. Pensi che sarebbe andata diversamente?»
Chiudo ancora gli occhi, e immagino. Posso farlo, adesso io riesco a vedere tutto molto più chiaramente.
«Probabilmente non avrei mai smesso»
Mi stringe la mano ancora un minuto. Si alza. Muove l’aria e all’improvviso tutto sembra più leggero.
«Mi fai vedere la casa?»
I suoi capelli biondi in controluce diventano anni che devono arrivare. Dove posso esserci. Posso esserci, nel suo altrove.
Chissà se cinquant’anni sono troppi, per imparare a fare l’argine. Per diventare un padre.
Ultima modifica di Hellionor il Dom Ott 31, 2021 10:27 am - modificato 1 volta.
Hellionor- Admin
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A digitoergosum garba questo messaggio
Re: Essere padri è un mestiere per pochi
Cavoli Hellionor, che pugno nello stomaco questo racconto.
La figura della figlia è molto potente, o almeno per me lo è e con "Mi fai vedere la casa" hai preso a cazzotti tutta la storia, tutto il malessere di due vite vissute sospese in attesa che questa frase fosse detta, che questo momento fosse vissuto.
Mi hai commosso e ti dico grazie.
La figura della figlia è molto potente, o almeno per me lo è e con "Mi fai vedere la casa" hai preso a cazzotti tutta la storia, tutto il malessere di due vite vissute sospese in attesa che questa frase fosse detta, che questo momento fosse vissuto.
Mi hai commosso e ti dico grazie.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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A Hellionor garba questo messaggio
Re: Essere padri è un mestiere per pochi
Potente ed emozionante.
Bel pezzo Ele, bello davvero
Brava
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Resdei- Maestro Jedi
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A Hellionor garba questo messaggio
Re: Essere padri è un mestiere per pochi
Ok. Mi hai fatto piangere. Sarà che piango facilmente. Sarà che sono padre, sono da un anno nonno, che mi sono adoperato per essere un buon padre divorziato dalla madre, e nonostante che mio figlio abbia totale fiducia in me, ciò nonostante conosciamo bene tutti le nostre mancanze. E...niente. Mi hai fatto piangere.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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A Hellionor garba questo messaggio
Re: Essere padri è un mestiere per pochi
Che bel racconto Hellionor, davvero potente e denso di emozioni. Oltretutto ha una circolarità praticamente perfetta, si apre e si chiude con quella domanda che, in chiusura, trova risposta. Brava!
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"Stirpe miserabile ed effimera, figlio del caso e della pena, perché mi costringi a dirti ciò che per te è vantaggiosissimo non sentire?
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Re: Essere padri è un mestiere per pochi
Grazie ragazzi, bello essere riuscita a raggiungervi.
Questo racconto breve fa parte di quelli dove ci metto del mio. Sono pezzi che scrivo pescando frammenti della mia vita: gli do una sistemata, cambio i personaggi, riformulo dolori e passato e li trasformo in qualcosa che mi piace guardare.
Quindi grazie per i vostri commenti
Questo racconto breve fa parte di quelli dove ci metto del mio. Sono pezzi che scrivo pescando frammenti della mia vita: gli do una sistemata, cambio i personaggi, riformulo dolori e passato e li trasformo in qualcosa che mi piace guardare.
Quindi grazie per i vostri commenti
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A Resdei e digitoergosum garba questo messaggio
Re: Essere padri è un mestiere per pochi
Purtroppo, gli strumenti per diventare buoni genitori o buoni figli ( le ferite possono essere inferte anche al contrario) non ci sono a priori. La teoria in questo campo non è sempre traducibile in pratica. Forse, si impara insieme, dagli errori, a crescere e a trovare un compresso che limiti i danni.
Brava, hai affrontato, con una scrittura adeguata, un argomento che va a toccare in modo incisivo certe corde.
Brava, hai affrontato, con una scrittura adeguata, un argomento che va a toccare in modo incisivo certe corde.
Ultima modifica di FraFree il Lun Nov 01, 2021 7:15 pm - modificato 1 volta.
Ospite- Ospite
Re: Essere padri è un mestiere per pochi
Un racconto che scava in profondità. Come genitori non abbiamo insegnanti. Mi ha colpita tanto il fatto che una frase ascoltata da una bambina di soli quattro anni possa avere effetti così devastanti.
Tanto dolore, senso di inadeguatezza, solitudine. Essere genitori è complicato anche quando si ama. Perché l’amore da solo non basta. Ci vorrebbero le istruzioni per l’uso, ma così non è.
E allora non resta che cercare di camminare insieme, rispettare, mettersi sempre in ascolto.
Mi ha leggermente sollevata il finale che si apre alla speranza con quei capelli biondi ariosi.
Tanto dolore, senso di inadeguatezza, solitudine. Essere genitori è complicato anche quando si ama. Perché l’amore da solo non basta. Ci vorrebbero le istruzioni per l’uso, ma così non è.
E allora non resta che cercare di camminare insieme, rispettare, mettersi sempre in ascolto.
Mi ha leggermente sollevata il finale che si apre alla speranza con quei capelli biondi ariosi.
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Re: Essere padri è un mestiere per pochi
Grazie a frafree e petunia per i commenti
@Petunia
È una sola frase che comunque definisce una manciata di anni in cui la frase è stata realtà concreta. Io ho due ricordi di mio padre prima dei tre anni che sono assolutamente deprimenti eppure li ricordo chiaramente, anche perché non sono stati sostituiti da cose belle.
Quella frase è rimasta impressa come un solco perché è una ferita. Il non sentirsi voluti resta impresso eccome.
@Petunia
È una sola frase che comunque definisce una manciata di anni in cui la frase è stata realtà concreta. Io ho due ricordi di mio padre prima dei tre anni che sono assolutamente deprimenti eppure li ricordo chiaramente, anche perché non sono stati sostituiti da cose belle.
Quella frase è rimasta impressa come un solco perché è una ferita. Il non sentirsi voluti resta impresso eccome.
Hellionor- Admin
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A Petunia garba questo messaggio
Re: Essere padri è un mestiere per pochi
Non solo rimane impresso, ma non passa mai, neanche quando - per età, per esperienza e per consapevolezza, per ragionamenti adulti - avresti le risorse per lasciarti alle spalle queste sensazioni ma anche, più semplicemente, chiudendole in un cassetto di cui scordarsi la chiave.Hellionor ha scritto:Il non sentirsi voluti resta impresso eccome.
Un abbraccio da chi ti capisce fino all'ultima riga.
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Re: Essere padri è un mestiere per pochi
Cara @Petunia penso sia più semplice fare l'astronauta che non i genitori: dei bei manuali corposi con le soluzioni a ogni inghippo, esercitazioni, istruttori, supervisori... Quando ti consegnano il bimbo in maternità, qualche pannolino, la cremina per gli arrossamenti e tanti saluti. Però è una professione fantasticaPetunia ha scritto:. Essere genitori è complicato anche quando si ama. Perché l’amore da solo non basta. Ci vorrebbero le istruzioni per l’uso, ma così non è.
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A Petunia garba questo messaggio
Re: Essere padri è un mestiere per pochi
Eh... fare i genitori... io sono stata una prima figlia femmina adorante e adorata dal padre trentenne... ho ricordi di mio papà da quando avevo due anni, e quando è morto a 66 anni e io ne avevo 36, ho faticato a farmene una ragione. Anche ora, vent'anni dopo, mi pare una ingiustizia. Posso capire per contrasto quale dolore sia non avere quel che ho avuto io. Un abbraccio Ele...
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Re: Essere padri è un mestiere per pochi
Colpisce la timidezza di questo padre, incapace di "fare da argine" nel tentativo di recuperare il rapporto con la figlia. Sa che i torti subiti da bambini non si dimenticano; sa di avere commesso errori, ma ora che la bimba è una donna può capire. La tenerezza trabocca e convince.
Una vicenda credibile, narrata con parole semplici, i dialoghi caratterizzano i personaggi: padre e figlia hanno in comune il pudore dei propri sentimenti.
L'emozione del momento richiede riserbo, ci sarà tempo per raccontarsi, quando si calmeranno i batiti del cuore.
Una vicenda credibile, narrata con parole semplici, i dialoghi caratterizzano i personaggi: padre e figlia hanno in comune il pudore dei propri sentimenti.
L'emozione del momento richiede riserbo, ci sarà tempo per raccontarsi, quando si calmeranno i batiti del cuore.
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