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La miseria colorata

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Messaggio Da Susanna Mar Ago 17, 2021 5:32 pm

https:

https://www.differentales.org/t440-il-mistero-di-notturnia


La miseria colorata


Lo chiamano tutti Lolo, solo Lolo.
Vive, o meglio sopravvive, nella più sporca e lurida periferia di New York, o forse Lima, Brasilia, Città del Capo, Honk Kong. La città non è importante: potrebbe appartenere a qualsiasi parte del mondo, come la povertà che lo ha avvolto in una fredda coperta fin dalle prime ore della sua vita invisibile.Dovrebbe avere sette, otto anni, ma non ne è sicuro, così come non sa se quella donna triste e macilenta, che gli dicono essere sua madre, lo sia davvero.A dire il vero non ha neanche idea di come dovrebbe essere una madre. Quella che chiama madre è sempre stanca, così come le sue carezze, la sua lotta per sopravvivere, la sua fame.
La stanchezza ha preso il sopravvento anche sul potente senso di protezione verso i figli.Quella che chiama madre gli ripete che se avrà denti sani potrà mangiare qualsiasi cosa gli capiterà di trovare nei bidoni della spazzatura o tra gli scarti dei supermercati.
Nient'altro. Ora che è grande deve arrangiarsi da solo.
Lolo però è diverso da quella miriade di altri cuccioli d’uomo abbandonati a sé stessi, con cui gioca e lotta nelle strade di quella crudele città: Lolo ha i denti bianchissimi e vede la vita a colori, nonostante tutto.
I pochi centesimi che riesce a tenere per sé li spende per comprare dentifricio, spazzolini e sapone: si lava nei bagni delle stazioni o degli ospizi per poveri dove ogni tanto trova rifugio.

Oggi Lolo è partito presto, è arrivato in centro viaggiando su un mezzo della nettezza urbana. L’autista è uno che ce l’ha fatta ad uscire dalla miseria e, anche se non potrebbe, carica sempre tre o quattro ragazzini nella cabina del camion: un lusso iniziare la giornata con un po’ di caldo e un pezzo di pane.
Le feste di Natale sono finite, Lolo e gli altri si contenderanno i cartoni dei negozi e dei grandi magazzini non ancora fagocitati dai mezzi di raccolta: li venderanno per pochi centesimi a una piccola cartiera poco distante dal loro quartiere... accampamento... come chiamare un insieme di baracche il cui destino è spesso in balia della pioggia e del vento?
Le confezioni più belle e colorate Lolo però le nasconde in un vecchio scantinato abbandonato: l’anno prossimo le venderà agli angoli delle strade del quartiere appena meno povero del suo, per contenere regali da poco ma che faranno un figurone dentro ad una scatola rossa e oro, anche se un po’ ammaccata.
Ma oggi Lolo vuole tentare la sorte nel quartiere dei ricchi, dove i poliziotti tengono lontani gli straccioni come lui. Riesce ad arrivare fino al vicolo dietro a una biblioteca e qui trova un vero e proprio tesoro.
Scatoloni praticamente nuovi, non si sono dati neanche la briga di ripiegarli.
Ma non sono vuoti! Sono pieni di vecchi libri per bambini e ragazzi: lo intuisce dai disegni sulle copertine rovinate e da qualche parola che riesce faticosamente a leggere.
Lolo sa cosa sono i libri: li vede in mano a chi si ferma nei parchi a leggere, li immagina nelle cartelle dei bambini che vanno a scuola, li vede sfogliare da persone dall’aria importante e autorevole. Immagina che dentro ci sia qualche cosa di strano, una magia che “fa cambiare le persone”: ha visto una ragazza dai capelli rossi leggere un libro e piangere, ma anche dei ragazzi leggerne un altro e ridere fino alle lacrime. Lacrime, parole e risate.
Dalle finestre illuminate della biblioteca intravede uomini e donne sfogliare lentamente e con serietà libroni enormi, scrivere fitto fitto su grandi blocchi di carta giallina. Deve essere per via di tutte quelle parole…
Lolo si sente ricchissimo: carica il tesoro sul suo carrettino, e percorrendo vicoli e stradine maleodoranti e deserte, arriva al suo rifugio. Ha impiegato quasi tutto il giorno però è felice. Ha deciso che i libri non li venderà ai negozietti dell’usato o alla cartiera, se li terrà e magari andrà dal vecchio Giko per imparare le lettere dell’alfabeto che non conosce bene. Giko è amico di tutti: nella sua cantina umida e ammuffita insegna qualche rudimento di scrittura e lettura a quei bambini di nessuno, aiuta i grandi a districarsi in pratiche di poco conto, distribuisce libriccini che regalano qualche momento di gioia colorata a chi vive nel grigio.
Lolo vuole scoprire la magia delle parole, vuole scoprire, se esiste, il segreto per crescere diverso, per non essere l’ultimo dei dimenticati, vuole trovare le parole giuste per dire “ci sono anch’io”, ma senza urlare.
Lolo si addormenta, sotto ad una coperta di cartone, ma questa sera gli pare di dormire in un letto di piume.
Domani sarà un giorno colorato, come la copertina del libro che tiene ben stretto.



Ultima modifica di Susanna il Dom Ago 29, 2021 5:25 pm - modificato 2 volte. (Motivazione : accolti i suggerimenti)

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Messaggio Da Ospite Mar Ago 17, 2021 6:27 pm

Una stretta al cuore. Lolo e la sua miseria colorata mi sono entrati dentro, nella tasca della tenerezza.


Ultima modifica di FraFree il Mar Ago 17, 2021 10:45 pm - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Petunia Mar Ago 17, 2021 9:11 pm

Ciao  @Susanna


un racconto materno e delicato, crudo e triste, con un finale aperto alla speranza.
Sono tanti, troppi i “Loli” ed è bello che tu abbia dedicato loro questa storia. Mi è piaciuto particolarmente il messaggio e il potere che hai riservato alla scrittura. Anche scrivere storie come questa può contribuire a smuovere le coscienze e riflettere. 
Ti segnalo che ci sono due frasi che necessitano dello spazio dopo il punto. 


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Messaggio Da Susanna Mar Ago 17, 2021 9:21 pm

Petunia ha scritto:Ciao  @Susanna


un racconto materno e delicato, crudo e triste, con un finale aperto alla speranza.
Sono tanti, troppi i “Loli” ed è bello che tu abbia dedicato loro questa storia. Mi è piaciuto particolarmente il messaggio e il potere che hai riservato alla scrittura. Anche scrivere storie come questa può contribuire a smuovere le coscienze e riflettere. 
Ti segnalo che ci sono due frasi che necessitano dello spazio dopo il punto. 


urbana.L’autista 
bene.Giko è 
grazie Petunia per la segnalazione. Stranamente il correttore di word, inflessibile, non me le ha segnalate.
Questo racconto mi è molto caro, deriva anche da quanto ci ha raccontato la sorella di una collega, suora missionaria in una favela a Lima, che ci inviava anche le foto di queste minuscole scuole, dove un quaderno e qualche pastello erano un ricchezza, un libro illustrato una magia. Quando vedo con quale noncuranza spesso i bambini buttano matite troppo corte, penso ad altri bambini che spalancano gli occhi per un temperino.

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Messaggio Da Ospite Dom Ago 29, 2021 10:08 am


Elle a / Ce tout petit supplément d'âme / Cet indéfinissable charme / Cette petite flamme

Buongiorno Susanna, perdonami se ho citato i versi di un vecchio successo francese. Volevo che fossero la premessa a questo mio commento. Tanta gente scrive, e anche bene. Ma pochi hanno quello che leggo nelle tue righe: la poesia.

Provo a darti qualche consiglio, con la massima umiltà ovviamente. Qui non possiamo limitarci a
fare le fusa ma dobbiamo darci una mano a vicenda. Ti chiedo di fare lo stesso con me.

Nelle prime righe c'è un passo in cui ripeti la parola "stanca"aggiungendo anche "stanchezza". Comprendo come sia una scelta, ma forse il termine è troppo insistito.

Le virgole, Susanna. Sapessi quante a volte me lo hanno rimproverato, e avevano ragione. Ti consiglio di usarne di più e spezzare alcuni periodi troppo lunghi, per una maggiore eleganza di scrittura. Ti faccio un solo esempio ma ce ne sarebbero differenti da segnalare: "Lolo però è diverso da quella miriade di altri cuccioli d’uomo abbandonati a sé stessi con cui gioca e lotta nelle strade di quella crudele città" avrei messo una virgola dopo 'se stessi'.

C'è un aggettivo in corsivo: grande. Ovviamente vuoi enfatizzare il paradosso ma sconsiglio di renderlo in questo modo. Il lettore sa riconoscere.

In un passo parli della baraccopoli "di cui la pioggia fa scempio" Il di cui toglie eleganza pur non essendo scorretto. Avrei rimodulato la frase.

Compilare: verbo correttissimo in un contesto che però reclama semplicità. A stento leggeva: molto più visivo.

Infine, e so che qui mi attirerò le antipatie di molti, quindi smorzo subito i toni dichiarando che quanto sto per dire è una questione di gusto personale: ma dovevi scegliere proprio Il piccolo principe? Hai rischiato di scivolare nel patetico. Attenzione Non dico che non ci sta, ma il racconto è così bello da meritare una tensione costante fino alla fine. Però ripeto qui è questione di sensibilità personale: c'è già molta dolcezza e sentimento in tutto il testo, avrei bilanciato con un tocco di realistica crudezza. Infine, una menzione di merito per il titolo molto bello. A rileggerti.

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Messaggio Da Susanna Dom Ago 29, 2021 11:30 am

@Rasalgethi Grazie per la lettura, e ancora di più per la lettura critica.
Come ho detto in altri post, a volte non ci accorgiamo dei "difetti" dei nostri racconti, leggiamo e rileggiamo e ci sembrano non dico perfetti, ma buoni.
Quanto alla virgole, hai ragione. Questo è uno dei primi racconti scritti, non ho voluto rivederlo più di tanto e qualche difetto è rimasto. Pensa che a volte mi sembra di metterne troppe, di virgole. Le frasi lunghe non mi piacciono, preferisco spezzarle, anche se in qualche occasione è difficile scegliere il punto e quindi vado di punti.
Ho ripetuto il termine stanza, stanchezza: una mia collega ha una sorella suora, che per tanti anni è stata a Lima, in una di quelle erormi baraccopoli. Anche lei si era presa un mese sabbatico per andare là a dare una mano a montare alcune attrezzature mediche fatte giungere il quel luogo dimenticato con enormi fatiche "burocratiche" e ci aveva portato un bellissimo documentario, molto domestico, ma toccante su come fosse vivere laggiù. Ci raccontò di quanto, in prima persona, avesse toccato con mano la speranza di tante madri per un futuro appena migliore per i figli, ma anche la loro stanchezza nell'affronatare momenti che noi non riusciamo ad immaginare: non avere la legna per un piccolo focolare, non avere parole per evitare che i figli entrassero in qualche banda di balordi, la stanchezza di figli nati uno di seguito all'altro, con il timore di non avere cibo per tutti, ogni giorno. La stanchezzza di accudire a case di lamiera e cartone che una pioggia o uno smottamento avrebbero portato via... lei ci aveva visto questo "sentirsi" e io l'ho riproposto, in questo racconto che le avevo dedicato.

Quando al Piccolo Principe, confesso che all'epoca avevo cercato, anche nella memoria delle favole raccontate a mia figlia, un altro titolo, poi - come spesso succede - era arrivato questo, e non ho più pensato o ragionato di modificarlo. Leggendo il tuo commento, forse l'ultima frase la toglierò o sostituirò il titolo con qualcosa di "generico".
Ecco il bello di DT: lodi ma anche osservazioni (non mi piace il termine critiche, chi sono io per criticare, magari metto a disposizione l'esperienza di lettrice, più che di scrittrice - e scrittrice è una parola grossa) che aiutano.
Grazie mille.

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Messaggio Da Ospite Dom Ago 29, 2021 11:55 am

Concordo, è sempre così: se leggiamo i nostri racconti 100 volte, cento volte li correggeremo. A proposito c'è un errore, il verbo a cui mi riferivo era "compitare". Concordo anche sulla parola " critiche ": io uso sempre il termine suggerimenti o consigli.
Il miglior ringraziamento che puoi farmi è quello di restituirmi una lettura altrettanto attenta (non 'critica') ricca di consigli utili.
Non resto indifferente a questo tuo racconto: non parlo solo di quello postato ma dell'altro, di vita vera. Una sensibilità che vibra.

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Messaggio Da Susanna Dom Ago 29, 2021 5:31 pm

Rasalgethi ha scritto:Concordo, è sempre così: se leggiamo i nostri racconti 100 volte, cento volte li correggeremo. A proposito c'è un errore, il verbo a cui mi riferivo era "compitare". Concordo anche sulla parola " critiche ": io uso sempre il termine suggerimenti o consigli.
Il miglior ringraziamento che puoi farmi è quello di restituirmi una lettura altrettanto attenta (non 'critica') ricca di consigli utili.
Non resto indifferente a questo tuo racconto: non parlo solo di quello postato ma dell'altro, di vita vera.  Una sensibilità che vibra.
Sistemato con i suggerimenti molto preziosi.
Ora mi dedico ad uno dei tuoi racconti, sperando di poterti essere altrettanto utile, ma non è detto che non mi faccia bastare la lettura. Grazie e alla prossima.

A proposito del tuo nik: mi aveva incuriosito a suo tempo e avevo fatto qualche ricerca. Una doppia stella, non chiedermi perchè, l'avrei associata più ad una donna. Forse perchè in me, come donna, stanno convivendo più "anime" in questo periodo. Scelta interessante.

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