L'ultimo bagno
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L'ultimo bagno
https://www.differentales.org/t535-j-o-stentone#6545
È un sapore strano, secco, polveroso, impasta la bocca, che però è asciutta.
Forse è un sapore amaro, ma potrebbe anche essere acido: è un sapore grigio, che non le lascia aprire la bocca, non lascia entrare aria. La soffoca ma non arriva alla gola.
La stanza ha tremato e Lea, immobile, ha paura.
Si guarda in giro ma tutto è tranquillo: forse si è solo addormentata.
Aver accettato di leggere quei racconti per un’amica, free reader - come si è definita - per una piccola casa editrice e che si è presa una bella congiuntivite proprio pochi giorni prima di una scadenza improrogabile, le porta via le ore migliori della notte, ma leggere le piace così tanto...
Certo i racconti sono tanti, il tempo poco ma la prima lettura della sua amica aveva già evidenziato quanto da sistemare: la lettura di Lea una lettura “di scorta”, come l’avevano battezzata scherzando sull'argomento della raccolta.
Torna ad accoccolarsi sul divano, con quel corposo manoscritto: il titolo sembra lampeggiare.
“The last bath” AA.VV.
Strano: ne ha già lette alcune pagine ma non ne ricorda una sola parola.
Le parole! Le parole diventano fosforescenti, un giallo acido bollente, e dalle pagine, strisciando, passano alle mani, entrano nel suo corpo, seguono la rete di vene e capillari: artigliano le mani, le braccia… due respiri affannosi e il terrore arriva al cuore, lo sente pulsare, enorme!
Lea non riesce neanche a urlare, corre in bagno, vomita quel colore giallo, o forse è solo il panino di poco prima…
Apre l’acqua nella doccia, tiepida e invitante!
Viscida e verde, odore di stagni puzzolenti, vermi e alghe marce la ricoprono, la pelle si stacca, a brandelli, e finisce nello scarico assieme a capelli e insetti mostruosi, sangue…
Esce dalla doccia, sconvolta. Occhi terrorizzati la fissano dallo specchio: sono i suoi!
Ancora una volta intorno a lei è tutto a posto.
Tempo due minuti e, ancora umidiccia e frastornata, torna al manoscritto, attratta come da una calamita.
Lo apre con un misto di terrore e di curiosità, attenta a non leggerne una sola parola e arriva velocemente all’ultima pagina.
Un logo strano: una bimba dal sorriso simpatico, due codini e, in mano, una grande biro.
Poche righe, una calligrafia infantile, innocua e allo stesso tempo minacciosa.
“Ricorda: i racconti vanno letti per intero... altrimenti si vendicano."Ultima modifica di Susanna il Dom Ago 14, 2022 9:29 pm - modificato 1 volta.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: L'ultimo bagno
Molto efficace la sinestesia di questo racconto.
Le emozioni veicolate attraverso odori, sapori, colori, trasmettono quella inquietudine che vive la protagonista. Brava
Le emozioni veicolate attraverso odori, sapori, colori, trasmettono quella inquietudine che vive la protagonista. Brava
Ospite- Ospite
Re: L'ultimo bagno
Grazie per la lettura, carissima.FraFree ha scritto:Molto efficace la sinestesia di questo racconto.
Le emozioni veicolate attraverso odori, sapori, colori, trasmettono quella inquietudine che vive la protagonista. Brava
Questo mini deriva da un "compito" di un corso di scrittura creativa che avevo seguito con la compianta Antonella Canobbia. Mi aveva insegnato molto, e ogni tanto vado a curiosare nei file delle sue lezioni.
Con lo step del bagno appena finito... un invito a nozze rielaborarlo un po'.
p.s. ho imparato qualcosa di nuovo dal tuo commento: sinestesia. Quando è bello incontrare persone che (meno male), sanno. Grazie anche per questo.
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Susanna- Maestro Jedi
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Buon lavoro.
-- neanche ad urlare – la 'd' eufonica non ci vuole
Buon lavoro. Un “corto” riuscito. Avrei anche potuto riconoscermi, ma ti sei spinta troppo in là, accidenti! Sotto la doccia per il momento non mi sono ancora successe quelle cose terribili e meno male! Altrimenti povero me. Con tutti i romanzi che ho “segato” dopo l’incipit, sarei già morto e stecchito.
Buon lavoro. Un “corto” riuscito. Avrei anche potuto riconoscermi, ma ti sei spinta troppo in là, accidenti! Sotto la doccia per il momento non mi sono ancora successe quelle cose terribili e meno male! Altrimenti povero me. Con tutti i romanzi che ho “segato” dopo l’incipit, sarei già morto e stecchito.
almarc- Younglings
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Re: L'ultimo bagno
almarc ha scritto:-- neanche ad urlare – la 'd' eufonica non ci vuole
Buon lavoro. Un “corto” riuscito. Avrei anche potuto riconoscermi, ma ti sei spinta troppo in là, accidenti! Sotto la doccia per il momento non mi sono ancora successe quelle cose terribili e meno male! Altrimenti povero me. Con tutti i romanzi che ho “segato” dopo l’incipit, sarei già morto e stecchito.
Grazie per il passaggio. Romanzi abbandonati del tutto non ne ho. Tengo quelli che subito mi hanno detto poco per di momenti di magra. Mi è capitato talvolta di rivalutarne, nel proseguo della lettura. Un paio proprio no sono stati smontati e le pagine, con un paziente lavoro di piegature, sono diventati cestini porta tutto. Per lo meno non sono andati sprecati.
Grazie per la d eufonica!
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Susanna- Maestro Jedi
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Re: L'ultimo bagno
Toglierei E' (scusa se lo scrivo così, ma non riesco a trovare il segno grafico giusto...) dalla prima riga: Un sapore strano ecc... così ti risparmi i tre è un sapore consecutivi.
In un testo così breve hai usato molti aggettivi: non so, dire che il sapore è strano, secco, polveroso, amaro e grigio mi sembra un pò eccessivo, anche perchè ho letto tanto impegno nel descrivere questo sapore mentre rimane troppo in ombra la sua provenienza e il suo perchè (i veri motivi che dovrebbero inquietare...).
Per come è costruita la frase non si capisce benissimo chi si sia presa la congiuntivite: quel che messo così farebbe sembrare addirittura che il soggetto fosse la casa editrice (...).
La lettura di Lea è una lettura di scorta...
Non mi convince il cambio di scena con l'acqua tiepida e invitante che diventa viscida e verde nella riga successiva: ho capito che volevi rendere un cambiamento repentino dell'elemento acqua, ma sembra quasi che parli di un'altra cosa.
A mio parere i tre punti esclamativi non servono nel contesto della storia: danno un'enfasi eccessiva al periodo, quasi da discorso diretto (io li uso solo lì e mai nella narrazione onnisciente: trovo che sminuiscano l'effetto che dovrebbe avere la frase).
Trovo molto colloquiale Tempo due minuti e molto abusato e poco effervescente attratta come da una calamita.
Molto carina la chiusura che strizza l'occhio al popolo di DT.
In un testo così breve hai usato molti aggettivi: non so, dire che il sapore è strano, secco, polveroso, amaro e grigio mi sembra un pò eccessivo, anche perchè ho letto tanto impegno nel descrivere questo sapore mentre rimane troppo in ombra la sua provenienza e il suo perchè (i veri motivi che dovrebbero inquietare...).
Per come è costruita la frase non si capisce benissimo chi si sia presa la congiuntivite: quel che messo così farebbe sembrare addirittura che il soggetto fosse la casa editrice (...).
La lettura di Lea è una lettura di scorta...
Non mi convince il cambio di scena con l'acqua tiepida e invitante che diventa viscida e verde nella riga successiva: ho capito che volevi rendere un cambiamento repentino dell'elemento acqua, ma sembra quasi che parli di un'altra cosa.
A mio parere i tre punti esclamativi non servono nel contesto della storia: danno un'enfasi eccessiva al periodo, quasi da discorso diretto (io li uso solo lì e mai nella narrazione onnisciente: trovo che sminuiscano l'effetto che dovrebbe avere la frase).
Trovo molto colloquiale Tempo due minuti e molto abusato e poco effervescente attratta come da una calamita.
Molto carina la chiusura che strizza l'occhio al popolo di DT.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: L'ultimo bagno
ciao Susanna è sempre bello leggerti.Susanna ha scritto:https://www.differentales.org/t535-j-o-stentone#6545È un sapore strano, secco, polveroso, impasta la bocca, che però è asciutta.Forse è un sapore amaro, ma potrebbe anche essere acido: è un sapore grigio, che non le lascia aprire la bocca, non lascia entrare aria. La soffoca ma non arriva alla gola.La stanza ha tremato e Lea, immobile, ha paura.Si guarda in giro ma tutto è tranquillo: forse si è solo addormentata.Aver accettato di leggere quei racconti per un’amica, free reader - come si è definita - per una piccola casa editrice e che si è presa una bella congiuntivite proprio pochi giorni prima di una scadenza improrogabile, le porta via le ore migliori della notte, ma leggere le piace così tanto...Certo i racconti sono tanti, il tempo poco ma la prima lettura della sua amica aveva già evidenziato quanto da sistemare: la lettura di Lea una lettura “di scorta”, come l’avevano battezzata scherzando sull'argomento della raccolta.Torna ad accoccolarsi sul divano, con quel corposo manoscritto: il titolo sembra lampeggiare.“The last bath” AA.VV.Strano: ne ha già lette alcune pagine ma non ne ricorda una sola parola.Le parole! Le parole diventano fosforescenti, un giallo acido bollente, e dalle pagine, strisciando, passano alle mani, entrano nel suo corpo, seguono la rete di vene e capillari: artigliano le mani, le braccia… due respiri affannosi e il terrore arriva al cuore, lo sente pulsare, enorme!Lea non riesce neanche a urlare, corre in bagno, vomita quel colore giallo, o forse è solo il panino di poco prima…Apre l’acqua nella doccia, tiepida e invitante!Viscida e verde, odore di stagni puzzolenti, vermi e alghe marce la ricoprono, la pelle si stacca, a brandelli, e finisce nello scarico assieme a capelli e insetti mostruosi, sangue…Esce dalla doccia, sconvolta. Occhi terrorizzati la fissano dallo specchio: sono i suoi!Ancora una volta intorno a lei è tutto a posto.Tempo due minuti e, ancora umidiccia e frastornata, torna al manoscritto, attratta come da una calamita.Lo apre con un misto di terrore e di curiosità, attenta a non leggerne una sola parola e arriva velocemente all’ultima pagina.Un logo strano: una bimba dal sorriso simpatico, due codini e, in mano, una grande biro.Poche righe, una calligrafia infantile, innocua e allo stesso tempo minacciosa.“Ricorda: i racconti vanno letti per intero... altrimenti si vendicano."
L'ansia si percepisce, anche il ritmo forsennato di quello che succede in pochissimi minuti, forse secondi.
Ora le pulci:
toglierei nella prima riga l'aggettivo"strano". Strano non definisce il soggetto, ne usi già altri più efficaci.
toglierei anche il "che però" lasciando solo "asciutta".
Nella riga sotto toglierei "sapore" si capisce comunque che il soggetto è quello, lo ripeti già dopo poche parole.
Concordo con Caipiroska, anche io ho dovuto rileggere la frase per capire chi era il soggetto (free reader).
Perchè inizi la frase con "Le parole!" e poi ripeti "Le parole ..."?
"Apre l’acqua nella doccia, tiepida e invitante!
Viscida e verde, odore di stagni puzzolenti, " manca un elemento che congiunga le due frasi e che suggerisca il cambio dell'acqua.
Ovviamente sono solo suggerimenti opinionabili.
Buona giornata
Mac
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