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Halim scorreva le immagini sul desk di lavoro, dietro il pannello che proteggeva la sua postazione dalla vista degli altri impiegati. North, il collaboratore che da tempo gli era stato affiancato dall’ufficio risorse umane, lo rimproverava.
“Smettila, sai che le ricerche sono monitorate.”
“Non è ancora finita la pausa”
“Non ho capito cosa stai cercando, è da ieri che sei strano. Mi preoccupo quando fai così.”
Due caratteri opposti, Halim e North. Ma questa era la politica della TIP e Assimilati: combinare personalità diverse e complementari, almeno secondo l’InART, per sfruttare al massimo le potenzialità di ognuno. Con loro aveva funzionato.
Alle parole di North, Halim si staccò dal tavolo, prese il suo personal e si avvicinò al compagno. Poi sfiorò lo schermo con un dito.
“Mettilo via, non si può in orario di lavoro, lo sai.”
“Voglio solo farti vedere un’immagine, dimmi cosa ne pensi.”
North diede un’occhiata rapida poi si guardò intorno, preoccupato di violare in maniera così palese il regolamento.
“Una pecorella, mi pare, e allora? Non credo nemmeno che sia un’immagine reale, così libera, lo sfondo sarà ritoccato.”
Halim richiuse il personal e lo fece aderire di nuovo alla tuta.
“È reale, viene dai nostri sistemi.”
North scosse la testa.
“Una pecora? Senti, Halim, è un’altra delle tue?”
“No. È una cosa seria, North, stammi a sentire!”
Ma un breve suono lo interruppe, due note, e la cornice del desk passò dal blu al verde: pausa terminata. Un istante dopo, arrivò la prima chiamata, North toccò l’icona della risposta automatica e il messaggio di benvenuto comparve nel box della chat.
“Grazie per aver contattato la Trasporti Inter-Planetari e Assimilati. Operatori DE409.”
Se anche voi, come North, vi siete chiesti come, la foto di una pecora, possa essere considerata una cosa seria, abbiate un po’ di pazienza, persino Halim sapeva che, durante l’orario di lavoro, non era permesso parlare di altro.
Tre ore più tardi, i due camminavano lungo il tunnel che portava alla stazione 9. Sulle pareti sfilavano le pubblicità dell’ultima tuta hi tech a propulsione, mentre il tappeto mobile era bloccato, per l’ennesima volta, proprio nella loro direzione. Intorno a loro un via vai di impiegati a fine turno, studenti vocianti e addetti alla manutenzione.
“Insomma, cos’è questa storia della pecora? Vuoi spiegarmi?” Esordì North.
“Allora sei curioso!” disse Halim, sorridendo.
“Più che altro preoccupato per come te la puoi essere procurata, dici che viene dai nostri sistemi.”
“Da un nostro cargo, è di ieri.”
“Spiegati meglio.”
“Seguivo una chiamata da un quadrante che di solito non copriamo. Talmente lontano che, secondo me, nemmeno ci conviene fare spedizioni del genere.”
“Sai qual è il motto della TIP: ti raggiungiamo ovunque!”
“Beh, il sistema di navigazione del cargo era impazzito, è stata una fatica rintracciarlo. Era un 30-40, uno dei piccoli, quando sono riuscito a riprenderne la guida era fuori controllo. Non ho potuto fare nulla.”
“Ed io dov’ero in tutto questo?”
“Ti avevo messo a compilare i report della giornata, sai che odio quel lavoro” disse Halim candidamente.
“Come al solito!”
“E poi, mi sono reso conto di dove stesse precipitando. Non ho dubbi, ho controllato le coordinate e tutto il resto. Quell’affarino si è andato a schiantare dritto sulla Terra.”
North si fermò, una donna, che procedeva spedita, non riuscì a scansarlo e lo urtò da dietro. Proprio in quell’istante il tappeto mobile si rimise in funzione e per poco il giovane non cadde a terra. Halim rise.
North si ricompose poi riprese:
“Ma solo a te capitano queste cose assurde? E va bene, mettiamo che sia vero, ma non capisco ancora cosa c’entri la pecora.”
“Il cargo ha continuato a trasmettere, anche dopo che è arrivato al suolo. Ed è lì che è comparsa.”
“E va bene Halim, se ti diverte tanto dire stupidaggini fai pure. Non capisco che gusto ci provi!”
“North, ho scaricato l’intero filmato sul mio personal.”
“Cosa hai fatto?” North aveva sbarrato gli occhi. “Credevo avessi scattato solo una foto. Sai che rischiamo il licenziamento?”
“Non è finita. Sai cosa succede quando perdiamo un cargo?”
“Certo. Montagne di report, ispezioni…”
“Nulla! Nessuna segnalazione, come se non fosse accaduto. E questa mattina, quando ho cercato di recuperare la sessione di lavoro, per capire qualcosa in più, mi ha negato l’accesso”
Il colorito pallido, più del solito, ma soprattutto il fatto che North aveva smesso di preoccuparsi per l’irregolarità, erano chiari segnali che l’informazione aveva colto nel segno!
“Andiamo a sederci da qualche parte e ti mostro l’intero filmato”
Pensateci bene. Tutti sapete che la Terra è il nostro pianeta di origine, è roba che si studia da piccoli: l’inquinamento, l’inspiegabile tendenza autodistruttiva dei nostri antenati, l’esodo, sono cose da primo anno di scuola.
E sapete anche che il pianeta è tutt’ora classificato come “Esausto” e “Inaccessibile”, quindi la comunità scientifica, le agenzie spaziali, insomma, tutti gli organi ufficiali, non se ne interessano più di tanto.
Ma, se non siete poveri eremiti, magari uno di quei pazzi dediti a coltivare piante nelle serre di qualche asteroide sperduto, saprete anche che non mancano teorie fantasiose.
Fanatici del ritorno alle radici, pazzi visionari, teorici del complotto, credono che le cose stiano diversamente, nonostante le ricognizioni delle sonde trasmettano sempre e solo dati desolanti. Non mi dilungo su questo, saprete che esistono persino sette religiose che profetizzano il cosiddetto “ritorno alla Madre”.
Quindi capirete che l’immagine di una pecorella, per di più immersa in un prato verde, su un pianeta classificato come “esausto” e “inaccessibile”, faccia sorgere qualche domanda.
La stazione 9, nell’ora di punta, somigliava a una di quelle sfere trasparenti che, se le agiti, si riempiono di puntini bianchi. Alcuni dicono che quei puntini rappresentino la neve, ma se, come Halim e North, siete nati su un pianeta industriale come Yuso, dubito possiate apprezzarne la somiglianza.
Otto livelli di monorotaie si intrecciavano fino a metà altezza; oltre le rotaie, di fronte alle bocche che portavano nelle zone di lancio, sostavano decine di aeromobili, e per tutto lo spazio disponibile in aria si muovevano, apparentemente governati dal caos, migliaia di persone. Alcuni provvisti di mezzi di locomozione, per lo più monoposto, altri, i più giovani e facoltosi, fluttuando con le loro tute hi-tech con propulsori, altri ancora comodamente adagiati su mezzi biposto a guida automatizzata.
A livello del suolo, i nastri di trasporto si intersecavano in un disegno complicato. Era il livello di chi non poteva permettersi un mezzo o una tuta a propulsione, il più affollato e caotico, ma anche quello con i punti di ristoro più economici.
Halim e North si fermarono al loro locale preferito e ordinarono da bere.
Ma ora devo chiedervi di seguirmi al decimo piano di un edificio posto nella zona residenziale di Shihon, la maggiore delle città di Yuso. In un ufficio pieno zeppo di oggetti dall’aria antica, posti sui ripiani di una scaffalatura obsoleta e traballante, un uomo parlava con il suo desk, e, più precisamente, con il soldato posto nel riquadro delle videochiamate, nell’angolo in basso a destra. Nell’angolo in alto a sinistra, invece, ruotava lentamente l’immagine identificativa in 3D di un giovane. A fianco, sotto lo stemma governativo, compariva il suo nome: Halim Bishara. A seguire tutti i dati personali.
L’uomo sfiorò con un polpastrello un’icona, e la scheda contenente i dati sensibili, ad accesso limitato, si aprì.
“Non c’è nulla su di lui.” Disse al riquadro. Meglio così, pensò, poi aggiunse: “Fate requisire il filmato e portatemi qui il ragazzo. È un codice 4, nessun pericolo apparente, quindi andateci piano. Ah, e prendete anche l’altro, ovviamente.”
Il riquadro in basso si richiuse e l’uomo tornò a guardare l’immagine identificativa. Capelli lunghi sulle spalle, espressione intelligente, un cerchietto di metallo sul sopracciglio sinistro, tuta pulita ma usurata. Aveva l’aria di un bravo ragazzo.
Perché diamine ti è venuto in mente di scaricare quel filmato, maledizione, pensò. Quindi richiuse tutto, si alzò dalla sedia e tornò a concentrarsi su uno di quegli strani oggetti. Prese il personal, scattò una foto, e la nominò come “pipa per tabacco”. Ma, a questo punto, possiamo tornare a seguire i due ragazzi, ancora ignari di tutto.
Halim, appena mandata l’ordinazione, recuperò il breve filmato e lo avviò.
Erano immagini chiaramente riprese da un corpo che precipitava. Nuvole bianche sfrecciavano su uno sfondo azzurro, macchie di verde e di marrone, comparivano per pochi istanti sullo schermo, intervallate da secondi di nero. Poi la caduta rallentò e infine tutto fu immobile.
In primo piano ondeggiavano i fili d’erba di una distesa verde, immensa, e all’orizzonte un cielo chiaro striato di nuvole quasi trasparenti.
Per qualche istante non accadde nulla poi sul lato sinistro apparve, in lontananza, una sagoma. La camera la inquadrò e l’ingrandì. Eccola lì, la pecora. L’animale, per un secondo parve guardare nella loro direzione, un filo d’erba le spuntava dalla bocca. Poi si allontanò e le immagini si interruppero.
North rimase in silenzio. Non riusciva a credere ai propri occhi.
Halim allora digitò le parole: “pianeta Terra oggi”. Scelse uno dei tanti filmati.
La didascalia diceva che si trattava delle immagini di una sonda di ricognizione e che risalivano a pochi giorni prima. Una voce le commentava riassumendo i dati rilevati su aria irrespirabile e livelli di radiazioni altissimi. Distese di sabbia, terre sgretolate dalla siccità, scheletri mutilati di edifici in città deserte, e un cielo sempre irrimediabilmente violaceo. Halim non guardava filmati sull’argomento da tempo, si sorprese a pensare di come corrispondessero perfettamente all’idea di un pianeta ormai distrutto. Anche troppo, si disse.
Neko conosceva Halim e North. I due si fermavano spesso al suo locale, erano tra i pochi clienti a cui non avrebbe rifilato volentieri una scarica del suo immobilizzatore. Precauzione necessaria per una ragazza, titolare di un Ristoro, nei piani bassi di una stazione. Portò la loro ordinazione al tavolo nell’esatto momento in cui il secondo filmato finì.
“Salve, ragazzi. Ehi, perché queste facce?” Poggiò i due bicchieri sul tavolo senza attendere risposta, poi aggiunse: “sono sette e cinquanta, ma per voi ne bastano cinque” e strizzò l’occhio ad Halim.
Halim sembrò notarla solo in quel momento, guardò North, poi di nuovo lei.
“Neko, devi vedere una cosa e dirci che ne pensi.”
Riguardarono il filmato ignorando le proteste di North, ma la reazione della ragazza non fu quella che i due si aspettavano. Si fece seria, sembrava quasi non fosse sorpresa.
“Devo farvi parlare con una persona, assolutamente!”
“No, aspetta”, disse North, “già questa storia non mi convince per niente, io non credo che dovremmo mostrare questo filmato in giro. Abbiamo già commesso un’infrazione a scaricarlo e non vorrei peggiorare le cose.”
“Non dirmi che non vorresti capirci qualcosa anche tu, se Neko conosce qualcuno che può aiutarci, non vedo cosa ci sia di male. Vedrai che alla fine stiamo ingigantendo la questione.”
“No, Halim, North ha ragione,” intervenne la ragazza. “La persona è mio nonno, e se quello che dice è vero, io credo che la cosa vi darà qualche problema.”
“Ma dai Neko, non ti ci mettere anche tu. Ho solo scaricato un filmato, cosa potrebbe accadere?”
Ma Neko non rispose, era stata la prima a notarli. Non che fosse difficile: non era usuale vedere quattro uomini che indossavano tute blu hi-tech, iper-accessoriate, al loro livello. E venivano proprio verso il suo locale.
“Halim, vieni dentro per pagare, per favore. Ho un problema con il notes. In fretta.”
Halim rimase per un attimo sorpreso, ma poi notò anche lui i quattro uomini in tuta blu e, come obbedendo ad un istinto, la seguì.
Appena furono dentro Neko disse:
“Passami il filmato, presto! Poi cancellalo. E andate via subito.”
Halim obbedì. C’era qualcosa, negli atteggiamenti della ragazza, che non lasciava spazio a discussioni. Riuscì dal locale quasi subito e si avvicinò a North con un finto sorriso stampato sulla faccia.
“Tutto fatto, pagato. Possiamo andare.”
North si alzò in piedi ma non fece in tempo a dire nulla. Le tute blu erano arrivate. Uno di loro mostrò discreto il suo personal per farsi identificare.
“Signor Halim Bishara, signor North Bailey. Sicurezza Confederale. Dovete seguirci, cortesemente.”
Allora seguiamoli anche noi. Fino ad un ufficio che già conoscete.
Il colonnello Patel, alzandosi, congedò l’agente che li aveva condotti lì. Non indossava una tuta ma un paio di pantaloni di tessuto e una specie di casacca, chiusa sul davanti da bottoni. Ad impressionare Halim, però, erano le decine di oggetti, a molti dei quali non avrebbe nemmeno saputo dare un nome, che occupavano ogni angolo della stanza. Le uniche cose che non sembravano venire da qualche altro pianeta, o da qualche altro secolo, erano il desk e gli sgabelli sui quali sedevano.
“Qui ho il suo personal, signor Bishara. Ora, io potrei darlo ai miei uomini, che lo esaminerebbero a fondo, oppure lei può mostrarmi il filmato che ha scaricato ieri dal cargo della TIP. Commettendo, ovviamente, un reato.”
North era paralizzato al suo fianco. Il tipo però non sembrava troppo cattivo. Halim valutò velocemente che negare non sarebbe servito a nulla.
“Mi dispiace. So che non avrei dovuto. Infatti, me ne sono pentito e l’ho subito cancellato. Potete controllare se volete. Non ne ho parlato neanche al mio collega, qui. Lui non c’entra nulla. Il responsabile sono io.”
“È nobile da parte sua, signor Bishara, ma l’espressione del suo amico rende l’affermazione molto poco probabile.”
North deglutì continuando a rimanere in silenzio.
“E le credo quando dice di aver cancellato il filmato. Per sua sfortuna però, la segnalazione è arrivata in colpevole ritardo e lei potrebbe avere avuto il tempo di farci qualsiasi cosa.”
I pensieri di Halim andarono subito a Neko. Non la conosceva da molto ma tra loro c’era stata da subito intesa, metterla nei guai non era certo nei suoi piani.
“Vedete, abbiamo ragione di pensare che il filmato in cui vi siete casualmente imbattuti, sia un falso. Ancora non comprendiamo il motivo per cui sia stato fatto e in che modo siano riusciti a penetrare nel sistema di trasmissione del vostro piccolo cargo. Certo è che, se finisse nelle mani di qualche esaltato, avremmo dei problemi. L’InArt ha classificato l’evento con un grado di dannosità arancione.”
“Dal settantacinque all’ottantacinque percento della scala.” Disse North, la cui specialità erano proprio i numeri e le statistiche, e il cui sogno era sempre stato quello di lavorare come tecnico addetto al funzionamento dell’Intelligenza Artificiale.
“Esatto signor Bailey. Ad ogni modo, ora i vostri personal saranno comunque controllati rapidamente con protocollo privacy, quindi senza violazione dei vostri dati sensibili, e sarete rilasciati con la semplice raccomandazione di non diffondere false informazioni. Spero comprendiate e dimentichiate velocemente questo spiacevole contrattempo.”
North ricominciò a prendere colore, Halim si sforzo di annuire ma si mise a giocherellare con il suo piercing, come gli accadeva quando si concentrava particolarmente su qualcosa.
Probabilmente, penserete, non era poi così convinto da quella versione dei fatti. Ma le cose andarono come promesso. Dopo un paio d’ore i personal vennero restituiti e i due furono riaccompagnati direttamente nelle rispettive abitazioni. I genitori di North non avevano avuto nemmeno il tempo di preoccuparsi, mentre Halim non aveva nessuno ad aspettarlo. In ogni caso nessuno dei due notò gli agenti che li seguivano.
A noi, invece, non resta che andare, insieme a Neko, da suo nonno, tre livelli sotto al suolo, sempre nei pressi della Stazione 9.
Il vecchio aveva riguardato il filmato almeno una decina di volte.
“Allora nonno, cosa ne pensi?”
“Se, come dici, questo filmato non è un falso, vuole dire tante cose. Che il pianeta non è esausto, innanzi tutto. Ci sono piante, c’è vita! Ma tu sai Neko, che la pecora è l’unico animale il cui mantello cresce all’infinito?”
Neko scosse la testa, non lo sapeva.
“Questa pecora è stata tosata. E questo può voler dire una cosa soltanto: sulla terra vivono degli uomini.”
“Ma cosa...! Perché dovrebbero nasconderlo?”
“Quando si parla di Esodo non si racconta mai quello che accadde davvero. La Terra era al limite con le risorse, ma si sarebbe anche potuto restare se non fosse stato per le esplosioni nucleari. Iniziarono con una guerra, e non si fermarono più. La colonizzazione dello spazio era già iniziata e della Terra pareva non importare più a nessuno. Ben presto la situazione fu compromessa, e non bastò più il tempo di prelevare tutti. C’erano intere zone del pianeta che non avevano i mezzi per partire e alla fine si calcola che quasi la metà della popolazione mondiale di allora fu lasciata lì, a morire.”
Il nonno non era mai stato così chiaro con lei, Neko si sentì crescere dentro un senso di rabbia e di angoscia.
“Sono passati centinaia di anni ma i dati delle sonde sono chiari, gli effetti delle radiazioni ancora persistono. Qualcuno, però, ritiene che già da allora fossero rimaste piccole zone non contaminate dove la vita sarebbe stata possibile. La ragione per cui venga tenuta nascosta un’eventuale presenza umana sulla Terra dovremmo chiederla all’InART, e non siamo in grado di farlo.”
E con questo il nonno chiuse la conversazione restituendo il personal a Neko. Le raccomandò di fare attenzione, e le consigliò di non parlare più del filmato. Ma il vecchio conosceva sua nipote e sapeva che avrebbe fatto di testa sua. Lo sapeva il vecchio, e lo sapeva Neko, che pensava già ad Halim e North, e al momento in cui avrebbe raccontato loro tutto quello che aveva appreso. Sempre che li avesse visti di nuovo.
Different Staff- Admin
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
Ok, titolo criptico, ma questo ha poca importanza. Quello che invece importa è che questo è un prologo. Quindi, nonostante il testo mi sia piaciuto, non potrò non tenerne conto quando dovrò scegliere i racconti da votare. Ho notato un po' forzati i passaggi in cui l'autore si rivolge al lettore, poco spontanei e leggermente avulsi dal resto. L'idea su cui ruota il testo ha un suo perché, anche se non è proprio originalissima. Da appassionato del genere ho trovato tanti rimandi a opere famose, come il nome Bailey, che ricorda il Baley di Asimov e sempre ad Asimov e a "Fondazione e Terra" ho pensato quando ho letto del mistero della Terra radioattiva e potrei continuare. Sulla trama e sulla forma racconto devo sospendere giocoforza il giudizio, perché non essendo un racconto completo non ho elementi sufficienti. Buona la scrittura, scorrevole e corretta, anche i dialoghi mi sono parsi gestiti bene. A rileggerci!
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
anche io ho notato svariati rimandi ad Asimov e, al contempo, che la storia è solo all'inizio.
scritto bene, senza errori di sorta ma incompleta, manca un finale.
certo, ognuno si può immaginare quello che vuole, però è un peccato si fermi qui.
come testo direi che è un buon racconto ma, appunto, ancora da concludere.
scritto bene, senza errori di sorta ma incompleta, manca un finale.
certo, ognuno si può immaginare quello che vuole, però è un peccato si fermi qui.
come testo direi che è un buon racconto ma, appunto, ancora da concludere.
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Arunachala- Admin
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
Un racconto corretto nello stile e con un intreccio ben definito nelle sequenze.
Intreccio ben corredato di storia e dialogica anche se al buon esordio iniziale non segue un'esplicazione totale finale.
Si ha il languorino alla bocca nel cercare col pensiero logica e finale.
È un racconto raccontato e solo in parte rivolto con linguaggio diretto al lettore implicito.
La Terra ha ancora un reflusso di vita, non è sprofondata nell'oblio.
Visioni di civiltà ancorate nel rosso nucleare e vite post-nucleari.
Profondo rosso dell'uomo.
Per essere completo il racconto avrebbe avuto bisogno di più "spazio", dà l'idea della sceneggiatura d'una fiction moderna che ti lascia con la lingua appesa apposta e in realtà non ha fine e la trama si perde in miriadi di sequenze e la fabula procede tra analessi e realtà ma nulla termina... tutto è sospeso.
La penna c'è in ogni caso e non era semplice seguire i paletti.
Intreccio ben corredato di storia e dialogica anche se al buon esordio iniziale non segue un'esplicazione totale finale.
Si ha il languorino alla bocca nel cercare col pensiero logica e finale.
È un racconto raccontato e solo in parte rivolto con linguaggio diretto al lettore implicito.
La Terra ha ancora un reflusso di vita, non è sprofondata nell'oblio.
Visioni di civiltà ancorate nel rosso nucleare e vite post-nucleari.
Profondo rosso dell'uomo.
Per essere completo il racconto avrebbe avuto bisogno di più "spazio", dà l'idea della sceneggiatura d'una fiction moderna che ti lascia con la lingua appesa apposta e in realtà non ha fine e la trama si perde in miriadi di sequenze e la fabula procede tra analessi e realtà ma nulla termina... tutto è sospeso.
La penna c'è in ogni caso e non era semplice seguire i paletti.
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Io sono quell'effimero scorcio d'arancio e di giallo che al tramonto appare per un istante e s'allunga in cielo, prima che la terra volti la faccia e il sole si ritrovi dall'altra parte del mondo.
Io sono sempre dall'altra parte del mondo quando gli altri mi leggono, per questo non esisterà mai un mio scritto.
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
Ciao autore, il racconto è scritto bene e l'idea è buona.
C'è però qualche nota stonata. Come già accennato da qualcuno, quando il narratore si rivolge al lettore la sensazione è di forzatura, almeno questa è stata la mia impressione. Apprezzo i cambi di scena, come in un film, ma è preferibile gestirli in modo diverso.
Del finale cosa dire? Manca... o meglio, non lascia il segno. Quando si porta il lettore così dentro alla storia, lasciare terminare il racconto alle considerazioni di un personaggio che compare solo in quel momento (il nonno), è pericoloso.
Mi aspettavo un dolce all'altezza delle lasagne, se mi è permesso. Invece nel piatto ho trovato solo qualche briciola di torta.
Pazienza, autore, avrai reputato giusto terminare così e quindi quello che decidi tu del tuo racconto va bene.
Grazie per il tuo contributo.
C'è però qualche nota stonata. Come già accennato da qualcuno, quando il narratore si rivolge al lettore la sensazione è di forzatura, almeno questa è stata la mia impressione. Apprezzo i cambi di scena, come in un film, ma è preferibile gestirli in modo diverso.
Del finale cosa dire? Manca... o meglio, non lascia il segno. Quando si porta il lettore così dentro alla storia, lasciare terminare il racconto alle considerazioni di un personaggio che compare solo in quel momento (il nonno), è pericoloso.
Mi aspettavo un dolce all'altezza delle lasagne, se mi è permesso. Invece nel piatto ho trovato solo qualche briciola di torta.
Pazienza, autore, avrai reputato giusto terminare così e quindi quello che decidi tu del tuo racconto va bene.
Grazie per il tuo contributo.
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
Ho trotterellato dietro la tua pecorella (idea molto simpatica!) ma alla fine mi sono resa conto che non mi ha condotto da nessuna parte.
Niente da dire sulla correttezza formale della scrittura, solo che la storia non decolla. L’incipit funziona, la parte centrale la trovo dilatata dalla presenza di dialoghi piuttosto statici che non fanno andare avanti la narrazione, la parte conclusiva, demandata a dialoghi “infodump” non mi è piaciuta. L’idea è buona, la scrittura pure, ma la confezione del tutto poteva rendere di più.
Niente da dire sulla correttezza formale della scrittura, solo che la storia non decolla. L’incipit funziona, la parte centrale la trovo dilatata dalla presenza di dialoghi piuttosto statici che non fanno andare avanti la narrazione, la parte conclusiva, demandata a dialoghi “infodump” non mi è piaciuta. L’idea è buona, la scrittura pure, ma la confezione del tutto poteva rendere di più.
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
"E questa mattina, quando ho cercato di recuperare la sessione di lavoro, per capire qualcosa in più, mi ha negato l’accesso".
È questa la frase che dovrebbe spiegare il titolo del racconto, ma è anche la descrizione di come si sente il lettore una volta arrivato alla fine: nel senso che sembra gli venga negato l'accesso a un qualunque finale della storia; nel senso che, più che di un finale aperto, parlerei di un finale mancante.
Il testo scorre molto bene, sostenuto da una scrittura sicura e senza imprecisioni e da dialoghi gestiti in modo quasi sempre corretto e naturale. Le uniche parti in cui si possono notare delle forzature, purtroppo, sono proprio quelle rivolte al lettore. Nonostante lo sforzo, danno l'impressione di non essere state amalgamate bene con l'andamento pulito e lineare della trama. Un po' come se l'autore avesse ripreso un testo esistente e l'avesse adattato al paletto.
Anche in questo caso, risuonano echi di grandi autori di fantascienza, primo fra tutti Asimov e il suo Ciclo della Fondazione, ma il tema viene comunque reso in modo forse non proprio originale ma comunque personale, grazie anche all'idea - davvero simpatica - della pecora (strizzatina d'occhio a P. K. Dick).
In definitiva, un lavoro molto buono, ma che avrebbe bisogno di un respiro più ampio per esprimere tutte le potenzialità. E, soprattutto, di un finale degno di questo nome.
Grazie
M.
È questa la frase che dovrebbe spiegare il titolo del racconto, ma è anche la descrizione di come si sente il lettore una volta arrivato alla fine: nel senso che sembra gli venga negato l'accesso a un qualunque finale della storia; nel senso che, più che di un finale aperto, parlerei di un finale mancante.
Il testo scorre molto bene, sostenuto da una scrittura sicura e senza imprecisioni e da dialoghi gestiti in modo quasi sempre corretto e naturale. Le uniche parti in cui si possono notare delle forzature, purtroppo, sono proprio quelle rivolte al lettore. Nonostante lo sforzo, danno l'impressione di non essere state amalgamate bene con l'andamento pulito e lineare della trama. Un po' come se l'autore avesse ripreso un testo esistente e l'avesse adattato al paletto.
Anche in questo caso, risuonano echi di grandi autori di fantascienza, primo fra tutti Asimov e il suo Ciclo della Fondazione, ma il tema viene comunque reso in modo forse non proprio originale ma comunque personale, grazie anche all'idea - davvero simpatica - della pecora (strizzatina d'occhio a P. K. Dick).
In definitiva, un lavoro molto buono, ma che avrebbe bisogno di un respiro più ampio per esprimere tutte le potenzialità. E, soprattutto, di un finale degno di questo nome.
Grazie
M.
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
Scrittura (sotto il profilo formale: correttezza ortografica e sintattica, punteggiatura sintatticamente corretta…): Discreta, con qualche imprecisione veniale di sintassi e, specialmente, nella punteggiatura:
Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, finale…): bella trama SF con la vecchia Terra dimenticata, un po’ di rimembranze di Asimov… Il problema di questo racconto è che è arrivato al limite delle 18.000 battute consentite, e ha dovuto chiudere in fretta e furia sul più bello. Il finale è davvero povero e credo che l’autore/trice, con 18.000 battute in più avrebbe scritto un magnifico racconto e, con 100.000, un romanzo breve di tutto rispetto. Non è colpa sua, se non nel senso che si è infilat* in una trama insostenibile con i caratteri concessi. Perché non si deve sapere che la Terra è abitabile? Cosa cela l’InArt? Perché il nonno (che sarà pure vecchio ma a occhio e croce è nato sul nuovo pianeta) sa tutte quelle cose? E cosa ne farà di questo filmato? Eccetera. Concludo: questo è un primo capitolo di un romanzo, quello in cui l’Autore/trice mette in tavola tutte le pietanze da somministrare e gustare in capitoli successivi che mancano, e finisce tutto così. Peccato.
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): Buona, tutto ben scritto, ben sviluppato; c’è ritmo, c’è un minimo di pathos, brav*. Fino al finale scarso, come detto. Una cosa però non mi è piaciuta: la voce narrante, che non c’entra nulla, salvo farti rispettare il paletto del concorso:
Queste frasi spezzano il ritmo narrativo. È come se durante Star Wars a un certo punto ci fosse una dissolvenza e George Lucas, sorridente, comparisse per dire: “Ma adesso, andiamo a vedere cosa succede nella base dei ribelli”. Stona. È brutto. Non è necessario (salvo rispettare - di striscio - il paletto di Pachamama).
- Manca qualche punto alla fine delle righe di dialogo;
- “ma soprattutto il fatto che North aveva smesso di preoccuparsi”; non è meglio ‘avesse’?
- “… migliaia di persone. Alcuni provvisti di mezzi di locomozione”; il soggetto è femminile (persone) quindi: ‘Alcune provviste…’ (anche nelle frasi successive);
- “Halim si sforzo di annuire”, porca paletta, l’accento!
- “‘sai che odio quel lavoro’ disse Halim”; un segno di punteggiatura dopo Halim e prima delle virgolette.
- “North si fermò, una donna, che procedeva spedita, non riuscì a scansarlo”; secondo me la prima virgola va sostituita da un punto e virgola.
- “Halim non guardava filmati sull’argomento da tempo, si sorprese a pensare di come corrispondessero perfettamente all’idea…”; le due frasi separate dalla virgola producono un’interruzione confusiva nella lettura; proporrei: “Halim, che non guardava filmati sull’argomento da tempo”, ecc.
Trama (originalità, ritmo, logica degli eventi, spessore personaggi, finale…): bella trama SF con la vecchia Terra dimenticata, un po’ di rimembranze di Asimov… Il problema di questo racconto è che è arrivato al limite delle 18.000 battute consentite, e ha dovuto chiudere in fretta e furia sul più bello. Il finale è davvero povero e credo che l’autore/trice, con 18.000 battute in più avrebbe scritto un magnifico racconto e, con 100.000, un romanzo breve di tutto rispetto. Non è colpa sua, se non nel senso che si è infilat* in una trama insostenibile con i caratteri concessi. Perché non si deve sapere che la Terra è abitabile? Cosa cela l’InArt? Perché il nonno (che sarà pure vecchio ma a occhio e croce è nato sul nuovo pianeta) sa tutte quelle cose? E cosa ne farà di questo filmato? Eccetera. Concludo: questo è un primo capitolo di un romanzo, quello in cui l’Autore/trice mette in tavola tutte le pietanze da somministrare e gustare in capitoli successivi che mancano, e finisce tutto così. Peccato.
Qualità narrativa (scelte lessicali, punteggiatura funzionale, prosodia, poeticità, dialoghi, “morale”…): Buona, tutto ben scritto, ben sviluppato; c’è ritmo, c’è un minimo di pathos, brav*. Fino al finale scarso, come detto. Una cosa però non mi è piaciuta: la voce narrante, che non c’entra nulla, salvo farti rispettare il paletto del concorso:
- “Se anche voi, come North, vi siete chiesti come… abbiate un po’ di pazienza.”
- “Pensateci bene. Tutti sapete che la Terra…” eccetera tutto il paragrafo.
- “Ma ora devo chiedervi di seguirmi al decimo piano… Ma, a questo punto, possiamo tornare a seguire i due ragazzi…”
- “A noi, invece, non resta che andare, insieme a Neko, da suo nonno…”
Queste frasi spezzano il ritmo narrativo. È come se durante Star Wars a un certo punto ci fosse una dissolvenza e George Lucas, sorridente, comparisse per dire: “Ma adesso, andiamo a vedere cosa succede nella base dei ribelli”. Stona. È brutto. Non è necessario (salvo rispettare - di striscio - il paletto di Pachamama).
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Ciao Autore.
Racconto che lascia irrisolto il problema. C’è tanto materiale per una storia molto più ampia.
La curiosità rimane e questo è positivo: se si fossero ancora incontrati, Neko, Halim e North, in che modo si sarebbero impossessati della Terra?
Grande proprietà di linguaggio, scrittura impeccabile per forma e contenuti.
L’unica perplessità l’età del nonno. Il personaggio alla fine spiega l’esistenza della vita sulla terra e il motivo per cui sia avvenuto l’esodo verso altri pianeti. Non mi sembra troppo in là con gli anni per coprire un raggio temporale che a me è sembrato molto più lungo.
Interessante e curioso anche il titolo.
Racconto che lascia irrisolto il problema. C’è tanto materiale per una storia molto più ampia.
La curiosità rimane e questo è positivo: se si fossero ancora incontrati, Neko, Halim e North, in che modo si sarebbero impossessati della Terra?
Grande proprietà di linguaggio, scrittura impeccabile per forma e contenuti.
L’unica perplessità l’età del nonno. Il personaggio alla fine spiega l’esistenza della vita sulla terra e il motivo per cui sia avvenuto l’esodo verso altri pianeti. Non mi sembra troppo in là con gli anni per coprire un raggio temporale che a me è sembrato molto più lungo.
Interessante e curioso anche il titolo.
Resdei- Maestro Jedi
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Non sono ancora arrivato alla lettura di metà dei racconti e ne ho trovati diversi che potrebbero unirsi a formare un unico universo temporale "post terrestre". Questo racconto è uno di quelli. E anche questo ha il pregio di essere credibile. Certo, un futuro distopico e poco rassicurante, però verosimile (se si può utilizzare un termine del genere in un racconto di fantascienza). La lettura è scorrevole e la trama abbastanza interessante. Il vero problmena è che ti porta nel cuore della vicenda e poi... finisce. Lasciando spalancate un sacco di porte. (forse troppe per l'avidità di noi lettori).
Piaciuto. Complimenti.
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Bisogna aspettare un po' perché affiorino novità eclatanti che destano meraviglia anche nel lettore più assonnato, ma poi arrivano. Il manto della pecora tosato è più di un indizio, sulla terra c'è vita e ci sono sopravvissuti.
Invece di generare contentezza genera angoscia e c'è materiale per un paio di racconti fantascientifici e per un nostro applauso. Bravissimo autore.
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Parto come faccio spesso dal titolo: curioso, mette assieme due momenti che ritroveremo nel racconto. Un racconto scritto bene, nulla da eccepire sullo stile e sulla facilità di portare con sé il lettore. Unicamente c’è un po’ di esagerazione nel rivolgersi al lettore, una forzatura per centrare il paletto per cui sarebbero bastate poche “occasioni” perché era già molto chiaro fin dall’inizio e finisce per non essere più un elemento portante o caratteristico.
Per quanto riguarda la trama, la prima parte l’ho ragionata come un modo per incuriosire e non perdere per strada il lettore, rimandando più volte la visione di quel filmato e inserendovi ulteriori elementi (il colonnello Patel, Neko). L’ultima parte, alla fine la ragione per cui il nostro Pianeta è inaccessibile, è demandata al racconto del nonno, piuttosto veloce rispetto al resto, e a poco altro.
Volendo lanciare un messaggio, è stato un po’ riassuntino
Sarà che il genere mi piace, al netto delle osservazioni molto personali, la lettura è stata piacevole, pur mancando i classici colpi di scena che avrebbero dato più vitalità al racconto, mentre anche l’incontro con Patel – ammesso e non concesso che ai protagonisti davvero non accada nulla, vista l’ultima frase un po’ sibillina – assomiglia più a una semplice ramanzina.
(Ehhhh ma non siete mai contenti! Se c’è troppo perché c’è troppo, se c’è meno non basta! Allora scrivetevelo da soli il racconto perfetto!)
Per quanto riguarda la trama, la prima parte l’ho ragionata come un modo per incuriosire e non perdere per strada il lettore, rimandando più volte la visione di quel filmato e inserendovi ulteriori elementi (il colonnello Patel, Neko). L’ultima parte, alla fine la ragione per cui il nostro Pianeta è inaccessibile, è demandata al racconto del nonno, piuttosto veloce rispetto al resto, e a poco altro.
Volendo lanciare un messaggio, è stato un po’ riassuntino
Sarà che il genere mi piace, al netto delle osservazioni molto personali, la lettura è stata piacevole, pur mancando i classici colpi di scena che avrebbero dato più vitalità al racconto, mentre anche l’incontro con Patel – ammesso e non concesso che ai protagonisti davvero non accada nulla, vista l’ultima frase un po’ sibillina – assomiglia più a una semplice ramanzina.
(Ehhhh ma non siete mai contenti! Se c’è troppo perché c’è troppo, se c’è meno non basta! Allora scrivetevelo da soli il racconto perfetto!)
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
In generale mi sembra un buon racconto. Come già sottolineato da altri, somiglia più al primo capitolo di un romanzo, troppa carne al fuoco per essere "portata a cottura" in questo spazio relativamente breve.
Per quello che riguarda il paletto: risulta effettivamente un po' fuori dal contesto. La voce che si rivolge al lettore non è funzionale al racconto stesso, sembra messa lì solo per rispettare il paletto, appunto.
Particolare l'idea della pecorella.
Grazie
Per quello che riguarda il paletto: risulta effettivamente un po' fuori dal contesto. La voce che si rivolge al lettore non è funzionale al racconto stesso, sembra messa lì solo per rispettare il paletto, appunto.
Particolare l'idea della pecorella.
Grazie
AurelianoLaLeggera- Younglings
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
Ciao, Penna.
Mi hai fatto venire in mente Wall-E, il film di animazione, soprattutto per la parte in cui il sistema cerca di mantenere il segreto sulla vita sulla Terra.
Il narratore si rivolge a chi legge in un modo che ricorda certi "libri per ragazzi", come si usa dire, e soprattutto aiuta nei cambi di punto di vista.
La colonia a livelli mi è piaciuta tantissimo, ha un sapore cyberpunk tipo Nirvana, un film che adoro. Anche il finale sospeso lascia intendere che Neko seguirà le orme del nonno, in un modo però diverso, porte aperte alla speranza che vada in un modo diverso.
Grazie e alla prossima.
Mi hai fatto venire in mente Wall-E, il film di animazione, soprattutto per la parte in cui il sistema cerca di mantenere il segreto sulla vita sulla Terra.
Il narratore si rivolge a chi legge in un modo che ricorda certi "libri per ragazzi", come si usa dire, e soprattutto aiuta nei cambi di punto di vista.
La colonia a livelli mi è piaciuta tantissimo, ha un sapore cyberpunk tipo Nirvana, un film che adoro. Anche il finale sospeso lascia intendere che Neko seguirà le orme del nonno, in un modo però diverso, porte aperte alla speranza che vada in un modo diverso.
Grazie e alla prossima.
Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
Una scrittura corretta e tanto da dire, troppo per un racconto. C’è la capacità di tenere alta l’attenzione del lettore mediante una crescente tensione narrativa, ma l’espediente di includere nuovi elementi e personaggi finisce col generare dispersione.
“Allora seguiamoli anche noi. Fino ad un ufficio che già conoscete. Il colonnello Patel, alzandosi, congedò l’agente che li aveva condotti lì.” (Patel? Devo tornare indietro, scusa non ti seguo, mi sono persa.)
Alla fine l’aspettativa rimane delusa: il racconto del nonno non riesce a sciogliere la tensione accumulata e non si può considerare un vero finale: “La ragione per cui venga tenuta nascosta un’eventuale presenza umana sulla Terra dovremmo chiederla all’InART, e non siamo in grado di farlo.”
Mi sembra un racconto incompiuto. Rimango in attesa del sequel.
Insistente e spesso inopportuno il richiamo al lettore.
“Allora seguiamoli anche noi. Fino ad un ufficio che già conoscete. Il colonnello Patel, alzandosi, congedò l’agente che li aveva condotti lì.” (Patel? Devo tornare indietro, scusa non ti seguo, mi sono persa.)
Alla fine l’aspettativa rimane delusa: il racconto del nonno non riesce a sciogliere la tensione accumulata e non si può considerare un vero finale: “La ragione per cui venga tenuta nascosta un’eventuale presenza umana sulla Terra dovremmo chiederla all’InART, e non siamo in grado di farlo.”
Mi sembra un racconto incompiuto. Rimango in attesa del sequel.
Insistente e spesso inopportuno il richiamo al lettore.
mirella- Padawan
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
Racconto ben scritto e che si legge bene. Molto credibili i dialoghi, sembra di vedere i personaggi interagire tra di loro.
Poi, a un certo punto della lettura, mi sono chiesta: dove sta il narratore che si rivolge al lettore? E finalmente l'ho trovato, anzi è stato lui a trovare me, con appelli molto espliciti e - mi spiace dirlo - troppo intrusivi.
Quindi sono arrivata alla conclusione che l'autore/autrice ha avuto "gioco facile" a rendere vivace e interessante la narrazione grazie alla buona scrittura e a una narrazione apparentemente in terza perssona; salvo poi dover ottemperare al paletto del "tu al lettore", con conseguente calo di ritmo e perdita di attenzione da parte di chi legge.
Bella l'idea della pecorella, visivamente in contrasto col suo vello bianco nel campo verde, ma ad un certo punto si ha l'impressione che l'aspettativa costruita nella prima parte resti alla fine disattesa, con un finale che non mantiene quanto promesso.
Interessante il titolo.
Poi, a un certo punto della lettura, mi sono chiesta: dove sta il narratore che si rivolge al lettore? E finalmente l'ho trovato, anzi è stato lui a trovare me, con appelli molto espliciti e - mi spiace dirlo - troppo intrusivi.
Quindi sono arrivata alla conclusione che l'autore/autrice ha avuto "gioco facile" a rendere vivace e interessante la narrazione grazie alla buona scrittura e a una narrazione apparentemente in terza perssona; salvo poi dover ottemperare al paletto del "tu al lettore", con conseguente calo di ritmo e perdita di attenzione da parte di chi legge.
Bella l'idea della pecorella, visivamente in contrasto col suo vello bianco nel campo verde, ma ad un certo punto si ha l'impressione che l'aspettativa costruita nella prima parte resti alla fine disattesa, con un finale che non mantiene quanto promesso.
Interessante il titolo.
Albemasia- Padawan
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
La cosa notevole di questo racconto è il titolo: bello e intrigante.
La storia invece non mi ha appassionato e catturato, il ritmo è lento, la scrittura a volte un po' involuta.
Non mi sconcerta tanto il fatto che il finale della storia venga lasciato al lettore (dire quasi tutta la storia).
La cosa grave, a mio avviso, è che non crei più di tanto né la voglia di saperne di più, né il rimpianto di non poterlo fare.
Buona comunque l'idea, io ci lavorerei ancora. Grazie e alla prossima.
La storia invece non mi ha appassionato e catturato, il ritmo è lento, la scrittura a volte un po' involuta.
Non mi sconcerta tanto il fatto che il finale della storia venga lasciato al lettore (dire quasi tutta la storia).
La cosa grave, a mio avviso, è che non crei più di tanto né la voglia di saperne di più, né il rimpianto di non poterlo fare.
Buona comunque l'idea, io ci lavorerei ancora. Grazie e alla prossima.
gipoviani- Padawan
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
Non me ne voglia l'autore, ma ho avuto l'impressione che questa sia stata un'idea riciclata. Mi spiego meglio: i passaggi in cui l'autore si rivolge al lettore sono forzatissimi, come se si volesse fare di tutto per rispettare il paletto.
Un'altra cosa che mi lascia perplesso è che questo non mi sembra un racconto, ma la trama di un libro. È così ricco di particolari e così lungo da risultare noioso se considerato come racconto.
Tutto questo potrebbe sembrare negativo, ma lo è solo nell'ottica del concorso, perché se l'autore sviluppasse l'idea, questo potrebbe diventare un libro con una trama interessante che leggerei volentieri. Tutti quegli stati d'animo, tutto quel pathos, avrebbero senso se avessero più respiro; così, purtroppo, risultano terribilmente sacrificati
Un'altra cosa che mi lascia perplesso è che questo non mi sembra un racconto, ma la trama di un libro. È così ricco di particolari e così lungo da risultare noioso se considerato come racconto.
Tutto questo potrebbe sembrare negativo, ma lo è solo nell'ottica del concorso, perché se l'autore sviluppasse l'idea, questo potrebbe diventare un libro con una trama interessante che leggerei volentieri. Tutti quegli stati d'animo, tutto quel pathos, avrebbero senso se avessero più respiro; così, purtroppo, risultano terribilmente sacrificati
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
L'idea è originale.
I personaggi sono ben delineati, ognuno con il proprio carattere, che lo accompagna in tutto il racconto.
Le descrizioni sono precise, immergendoti in ambienti alla Blade Runner.
Poco credibile che vengano rilasciati solo con una ramanzina, anche se pedinati.
Attendo il secondo capitolo.
I personaggi sono ben delineati, ognuno con il proprio carattere, che lo accompagna in tutto il racconto.
Le descrizioni sono precise, immergendoti in ambienti alla Blade Runner.
Poco credibile che vengano rilasciati solo con una ramanzina, anche se pedinati.
Attendo il secondo capitolo.
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
La struttura del racconto appare più come un prologo che come una storia completa, mancando di un finale chiaro. Complessivamente la scrittura è corretta e scorrevole. Mi sembra di riscontrare rimandi a Philip K. Dick, il che rende l'idea centrale meno originale anche se l'ho apprezzata. Secondo me i passaggi in cui l'autore si rivolge direttamente al lettore sembrano forzati e poco spontanei. I dialoghi li ho trovati ben gestiti, spontanei e naturali, ma al tempo stesso troppo dilatati. Avrei preferito un finale più incisivo che desse un senso di chiusura alla storia.
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
A me la lettura di questo racconto in alcuni punti mi ha quasi entusiasmato.
Non so, non c'entra niente, ma sarà l'ambientazione, l'atmosfera futurista, ma qualcosa mi ha ricordato uno dei racconti che ricordo con più affetto qui sul forum, Il cercatore di androidi di @Achillu.
E se devo essere sincero non penso che questo sia un racconto di Achillu.
Ci sono dei difetti, è vero: quel rivolgersi al lettore in modo troppo plateale, il sequestro dei ragazzi che finisce a tarallucci e vino.
Ma soprattutto il peccato capitale è aver troncato la storia a metà.
Far concludere il racconto così, senza un finale è un errore pesante e questo sono convinto che lo sappia tu per primo autore.
Poi però mi sono fatto una domanda: quanti racconti che ho letto in questa sessione rileggerei volentieri? Pochi, anzi, pochissimi.
Il tuo racconto invece lo rileggerei con piacere? Assolutamente sì.
Quindi? Quindi per una volta me ne sbatto dell'oggettività e dei tecnicismi, non ne terrò conto e farò prevalere il mio egoistico piacere di lettura.
Con un finale presente credo che questo racconto avrebbe scalato a mani basse la mia classifica, non faticando a raggiungere la vetta. Però un finale non c'è, il racconto è tronco, per cui dovrai accontentarti di un probabile piazzamento nei cinque.
Non so, non c'entra niente, ma sarà l'ambientazione, l'atmosfera futurista, ma qualcosa mi ha ricordato uno dei racconti che ricordo con più affetto qui sul forum, Il cercatore di androidi di @Achillu.
E se devo essere sincero non penso che questo sia un racconto di Achillu.
Ci sono dei difetti, è vero: quel rivolgersi al lettore in modo troppo plateale, il sequestro dei ragazzi che finisce a tarallucci e vino.
Ma soprattutto il peccato capitale è aver troncato la storia a metà.
Far concludere il racconto così, senza un finale è un errore pesante e questo sono convinto che lo sappia tu per primo autore.
Poi però mi sono fatto una domanda: quanti racconti che ho letto in questa sessione rileggerei volentieri? Pochi, anzi, pochissimi.
Il tuo racconto invece lo rileggerei con piacere? Assolutamente sì.
Quindi? Quindi per una volta me ne sbatto dell'oggettività e dei tecnicismi, non ne terrò conto e farò prevalere il mio egoistico piacere di lettura.
Con un finale presente credo che questo racconto avrebbe scalato a mani basse la mia classifica, non faticando a raggiungere la vetta. Però un finale non c'è, il racconto è tronco, per cui dovrai accontentarti di un probabile piazzamento nei cinque.
Byron.RN- Maestro Jedi
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
Il racconto è scritto bene e tiene alta la curiosità del lettore con un procedere di eventi molto stuzzicanti. C'è abbastanza materiale da farci un libro intero e chissà che non ne salti fuori qualcosa di ampio (forse cè troppo materiale per un racconto breve). A mio avviso però non è stato tanto rispettato l'unico paletto, e quando il narratore si rivolge direttamente al lettore è una evidente forzatura. Non mi è dispiaciuto il "finale-non-finale" aperto all'incertezza. Il giudizio globale comunque è più che positivo.
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
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Ti dico subito che questo tuo pezzo di storia mi è piaciuto. Però è solo un inizio di qualcosa di più ampio, non posso considerarlo un racconto vero e proprio, mi sembra davvero l'inizio di qualcosa di molto moltissimo più ampio, e mi piacerebbe che la tua narrazione proseguisse e che questo prologo si trasformasse in un romanzo. Io lo leggerei con piacere, il registro narrativo mi ha convinta, i personaggi che ci proponi sono ben caratterizzati e mi hanno conquistata. La storia è intrigante e vorrei saperne di più. Chissà se davvero sulla terra c'è ancora qualcuno? E chissà perché bisogna tenerlo segreto?
Aspetto di leggere il seguito, quindi.
Ele
Ti dico subito che questo tuo pezzo di storia mi è piaciuto. Però è solo un inizio di qualcosa di più ampio, non posso considerarlo un racconto vero e proprio, mi sembra davvero l'inizio di qualcosa di molto moltissimo più ampio, e mi piacerebbe che la tua narrazione proseguisse e che questo prologo si trasformasse in un romanzo. Io lo leggerei con piacere, il registro narrativo mi ha convinta, i personaggi che ci proponi sono ben caratterizzati e mi hanno conquistata. La storia è intrigante e vorrei saperne di più. Chissà se davvero sulla terra c'è ancora qualcuno? E chissà perché bisogna tenerlo segreto?
Aspetto di leggere il seguito, quindi.
Ele
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
Un racconto che ho letto con piacere nonostante il genere non sia nelle mie corde. Scrittura corretta e testo fluido.
Confesso di non associare il titolo al racconto ma poco importa, ho trovato interessante la ricerca della Terra, delle origini da parte di questi "giovani nuovi uomini" che abitano chissà dove l'universo. Ciò che invece mi suona attuale è il fatto che il "governo" tenga nascosta una sorta di verità circa ciò che è stato del nostro pianeta dopo la guerra nucleare. Una sorta di repressione verso la volontà di sapere, di conoscere la verità. Dunque è vero che i ragazzi (e il nonno) potrebbero ancora vivere sulla Terra?
Finiti i caratteri eh?
Grazie
Confesso di non associare il titolo al racconto ma poco importa, ho trovato interessante la ricerca della Terra, delle origini da parte di questi "giovani nuovi uomini" che abitano chissà dove l'universo. Ciò che invece mi suona attuale è il fatto che il "governo" tenga nascosta una sorta di verità circa ciò che è stato del nostro pianeta dopo la guerra nucleare. Una sorta di repressione verso la volontà di sapere, di conoscere la verità. Dunque è vero che i ragazzi (e il nonno) potrebbero ancora vivere sulla Terra?
Finiti i caratteri eh?
Grazie
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Re: Tracking non riconosciuto - accesso non consentito
Fin dall'inizio ti sembra chiaramente un racconto nato per non doversi rivolgere necessariamente al lettore.
Le incursioni del narratore, che sembra una via di mezzo tra una guida turistica e la voce di un altoparlante alla stazione, quasi distraggono dalla vicenda che sta prendendo forma.
Poi con il passare delle righe la storia è talmente appassionante che ci passi sopra. Anzi, alla fine, diradandosi, sono quasi piacevoli.
Però l'impressione che sia qualcosa di scritto fuori dal contest e poi adattato resta. Niente di male, intendiamoci. Alle volte ci sono racconti che aspettano solo il contesto giusto in cui esprimersi al meglio. Però, visto il finale, si ha anche la percezione che sia parte di qualcosa di più ampio, il che non fa che rafforzare l'idea di trovarsi di fronte a un'opera che esisteva prima dello step.
Che sia così o no, nulla toglie al racconto, che è ottimo, una lettura davvero piacevole, da amanti della fantascienza più pura. A me il finale molto molto sospeso non disturba affatto. Per assurdo lo avrei gestito rivolgendomi al lettore.
Complimenti. Mi piacerebbe leggere l'originale, se esiste, o l'opera nella sua interezza, se esiste anche quella.
Le incursioni del narratore, che sembra una via di mezzo tra una guida turistica e la voce di un altoparlante alla stazione, quasi distraggono dalla vicenda che sta prendendo forma.
Poi con il passare delle righe la storia è talmente appassionante che ci passi sopra. Anzi, alla fine, diradandosi, sono quasi piacevoli.
Però l'impressione che sia qualcosa di scritto fuori dal contest e poi adattato resta. Niente di male, intendiamoci. Alle volte ci sono racconti che aspettano solo il contesto giusto in cui esprimersi al meglio. Però, visto il finale, si ha anche la percezione che sia parte di qualcosa di più ampio, il che non fa che rafforzare l'idea di trovarsi di fronte a un'opera che esisteva prima dello step.
Che sia così o no, nulla toglie al racconto, che è ottimo, una lettura davvero piacevole, da amanti della fantascienza più pura. A me il finale molto molto sospeso non disturba affatto. Per assurdo lo avrei gestito rivolgendomi al lettore.
Complimenti. Mi piacerebbe leggere l'originale, se esiste, o l'opera nella sua interezza, se esiste anche quella.
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Asbottino- Cavaliere Jedi
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