La leggenda delle fate violino
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La leggenda delle fate violino
Una volta, tanto tempo fa, ai piedi delle alte montagne rocciose, vicino a limpidi ruscelli, esisteva un villaggio circondato da un bosco con grandi alberi e fiori, che emanavano nell’ aria un gradevole profumo, nel quale si narrava, di una strana leggenda, “la leggenda delle fate Violino”. Guardiane dei boschi, creature magiche, dolci e delicate, vivevano in armonia con la natura che le circondava.
Le fate si potevano incontrare solo in alcune ore del giorno, al mattino presto, quando le gocce di rugiada fresca bagnavano i fiori del bosco, oppure la sera al crepuscolo, quando il sole non era ancora calato del tutto. Vivevano in graziose abitazioni decorate con foglie e petali di fiori, sparse un pò ovunque nel bosco, vicino a ruscelli, a piccole cascate, in qualche rovo di mirtillo o cespuglio di biancospino.
Durante il giorno, le fate erano sempre molto indaffarate, il loro compito principale era quello di mantenere intatto l’equilibrio naturale del bosco, per questo erano molto operose, raccoglievano bacche, funghi, more selvatiche curavano gli animali feriti, mostrandosi gentili ed altruiste, accorrevano subito se qualche qualcuno aveva bisogno di loro e si assicuravano che nel bosco tutti vivessero in pace. Spesso facevano visita alle famiglie di volpi portando doni ai loro piccoli, oppure si fermavano a leggere un libro sopra un albero in compagnia di qualche scoiattolo. Altre volte seguivano in volo, farfalle, coccinelle ed api che svolazzavano libere nel bosco, appoggiandosi sui fiori o su delle foglie rese più belle dai raggi del sole. Un giorno bussarono alla loro porta degli gnomi, avevano camminato molto per la foresta erano stanchi ed affamati e le fate li accolsero con gioia preparando per loro ciotole con sciroppo di miele e fiori di malva e trascorsero il pomeriggio in loro compagnia cantando, saltando e ballando quà e là in allegria.
Spesso a tarda notte nel bosco, mentre il gufo il ghiro insieme al tasso e ad altri animali notturni, si svegliavano e andavano in cerca di qualche cosa da mangiare o semplicemente si divertivano a giocare fra loro, si sentivano bisticciare delle puzzole, si azzuffavano continuamente e litigavano per delle ghiande o anche solo per chi riusciava ad avere una tana tutta per sè, si creava un gran trambusto sotto i piccoli cespugli di felci, e solo le fate erano in grado di far tornare la serenità nel bosco.
Tutto sembrava scorrere in perfetta armonia nella foresta, ma un pomeriggio, al crepuscolo, accadde che mentre le fate stavano aiutando un cucciolo di camoscio che si era perso a ritrovare la strada di casa, sentirono dei lamenti proveniere da dietro un grande sasso, ed incuriosite, bisbigliando fra loro dissero “andiamo a vedere cosa succede”, e si nascosero dietro un cespuglio di more ad osservare. Un rumore confuso e dei lamenti di dolore provenivano dall’interno di una vecchia grotta, le fate s’inoltrarono nel buio della grotta, dove il terreno era ripido e pieno di buchi, scorgendo appena il sentiero da seguire illuminato da un debole raggio di sole. I lamenti che si udivano in lontananza non erano di un animale, come pensavano le fate, ma bensì di un uomo che si era avventurato nel bosco in cerca di funghi e si era ferito con un pesante masso roccioso. Le fate volarono verso di lui, gli si avvicinarono, e videro che era a terra dolorante, così la più grande delle fate esclamò “perchè non lo portiamo a casa con noi così lo possiamo curare con le nostre erbe magiche”, e così’ fecero. Volarono e volarono ancora quella notte, fino a giungere alla loro dimora dietro la cascata cristallina. L’uomo rimase in compagnia delle fate per tre giorni e tre notti, fino alla sua completa guarigione. Poi un mattino, riprese le forze, l’uomo volle fare un dono ad esse per essersi prese cura di lui e per la loro gentilezza ed ospitalità, ed intagliò nel legno di faggio, per ognuna delle fate un violino, e disse “ le corde del violino sono fatte con con fili d’oro, fili d’amore e fili di speranza”. Se suonerete questo violino con il cuore sarà in grado di portare armonia a qualsiasi creatura. Poi l’uomo scomparve dietro una distesa di abeti rossi, dileguandosi tra le montagne e nel bosco nessuno lo vide più. Alcune fate pensarono che l’uomo in realtà, fosse un potente mago, uno stregone buono che vagava nella foresta in cerca di luoghi dove poter esercitare la sua magia buona, ma non lo seppero mai con certezza.
Da quel giorno in poi, le fate suonando i loro violini, diffondevano una musica soave in grado di portare pace, e di rassenerare ogni animale dal più piccolo al più grande, rendendo il bosco un luogo incantato e pieno di pace. Spesso si avvicinavano anche ai villaggi, senza farsi vedere, volavano di famiglia in famiglia pronte a portare armonia tra gli uomini dove c’erano litigi e battibecchi.
La magia del violino, e la voce dolce ed incantevole delle fate, risuonò e si propagò nella foresta e nei luoghi vicino ad essa, per moltissimi anni, tuttavia però con il trascorrere del tempo nei villaggi gli uomini, per la loro smania di costruire, diventarono sempre più insensibili e poco rispettosi nei confronti della natura ed iniziarono a devastarla. Spesso succedeva che quando si recavano nel bosco per fare delle passeggiate o dei pic- nic, gli uomini lasciavano cartacce e plastica sparpagliati in ogni angolo della foresta, alcuni invece si recavano nel bosco per abbattere gli alberi per ricavarne del legname, altri si divertivano a deturpare i bellissimi paesaggi della natura, solo per divertimento. La natura stava scomparendo, soffrendo ed urlando silenziosamente di essere aiutata. Con il trascorrere del tempo, visto i comportamenti degli uomini, le fate violino, diventavano sempre più tristi, il loro pianto riecheggiava in ogni angolo del fitto bosco, non riuscivano più a sopportare che gli uomini avessero così poco rispetto dell’ambiente attorno a loro, e soprattutto si sentivano in pericolo anche loro. Infatti nel bosco stava scomparendo un fiore molto speciale per le fate, il fiore di tarasacco. Ogni fata ne portava sempre con sè alcuni boccioli, in un piccolo sacchetto legato alla fine delle ali, perchè soffiando la sua lanuggine, le fate ritrovavano sempre la via di casa grazie ai piumini che si spargevano in aria, mossi dalla leggera brezza del vento in qualsiasi stagione dell’anno. Così se si fossero allontanate da casa, non si sarebbero mai perse. Fu così che con l’arrivo dell’autunno le fate decisero di rifugiarsi nel cuore del bosco, dove la vegetazione era più fitta ed incontaminata, e si poteva ancora sentire il dolce cinguettio degli uccellini.
Ma le fate violino non sono scomparse del tutto.
Oggi se decidiamo di addentrarci in una foresta, in qualsiasi stagione in estate quando fa caldissimo o in autunno per vedere le foglie colorarsi di vari colori, o in primavera per vedere gli animali risvegliarsi dal letargo, o in inverno quando tutto è ricoperto da una soffice neve, ed imbocchiamo uno dei tanti sentieri silenziosi ed un pò nascosti, abbiamo come la sensazione di entrare in un luogo meraviglioso, dove l’aria è più pulita, ed osservando con attenzione, possiamo scorgere dietro i cespugli di qualche biancospino, o di ginepro, o sotto il cappello di un funghetto, tanti piccoli occhi che ci fissano, eccole sono loro, le fate violino, che continuano a suonare la loro dolce melodia per proteggere la natura ed infondere armonia a tutte le creature nel bosco, celebrando il rispetto della natura. Chiunque abbia una certa apertuta di cuore o uno stretto rapporto con la natura, non ha il minimo dubbio che le fate violino esistano tutt’ora, che siano intorno a noi per proteggerci e ricordarci di non sfruttare troppo la natura perchè anche noi, siamo parte di essa.
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Re: La leggenda delle fate violino
Una favola carina, anche se piuttosto scontata.
Purtroppo è costellata da un gran numero di errori che ne rendono la lettura tutt'altro che agevole.
In primo luogo, c'è da rivedere quasi tutta la punteggiatura. È molto caotica e a volte interrompe le frasi che non dovrebbe; altre volte unisce periodi che dovrebbero invece essere staccati.
Le "d eufoniche" vengono usate in modo indiscriminato, davanti a qualunque vocale, mentre si devono utilizzare solo in presenza di vocali uguali (p. es. "ed ecco", non "ed altruiste").
Il termine "po'" è un troncamento della parola "poco" e va quindi scritto con l'apostrofo e non con l'accento ("sparse un pò ovunque" - "un pò nascosti").
"Qua" si scrive senza accento ("quà e là in allegria").
Il pronome "sé", in mancanza di "stesso", si scrive con l'accento acuto, non grave ("con sè").
Ancora a proposito di apostrofo e accento, a volte prevale l'indecisione e vengono usati entrambi ("e così’ fecero").
La storia in sé appare un po' fuori dal tempo, anche troppo naïf per certi versi, e non la ritengo veramente apprezzabile né da un pubblico infantile né da lettori più adulti.
Grazie
M.
Purtroppo è costellata da un gran numero di errori che ne rendono la lettura tutt'altro che agevole.
In primo luogo, c'è da rivedere quasi tutta la punteggiatura. È molto caotica e a volte interrompe le frasi che non dovrebbe; altre volte unisce periodi che dovrebbero invece essere staccati.
Le "d eufoniche" vengono usate in modo indiscriminato, davanti a qualunque vocale, mentre si devono utilizzare solo in presenza di vocali uguali (p. es. "ed ecco", non "ed altruiste").
Il termine "po'" è un troncamento della parola "poco" e va quindi scritto con l'apostrofo e non con l'accento ("sparse un pò ovunque" - "un pò nascosti").
"Qua" si scrive senza accento ("quà e là in allegria").
Il pronome "sé", in mancanza di "stesso", si scrive con l'accento acuto, non grave ("con sè").
Ancora a proposito di apostrofo e accento, a volte prevale l'indecisione e vengono usati entrambi ("e così’ fecero").
La storia in sé appare un po' fuori dal tempo, anche troppo naïf per certi versi, e non la ritengo veramente apprezzabile né da un pubblico infantile né da lettori più adulti.
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M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Re: La leggenda delle fate violino
Bella favola, anche se, a tratti, già sentita.
Non me la sento di demolirla del tutto: ha molti bei spunti, con un bel messaggio finale. Certo, sono un po' morta dentro con quel "tuttavia però" (che è come "ma però" che, essendo sinonimi, non stanno bene uno dietro l'altro), ma, come già detto, non me la sento di demolire l'autore sotto il punto di vista della grammatica: solo sbagliando si migliora!
Consiglierei, in caso di dubbi, l'aiuto di un dizionario, così da migliorare ancora di più!
Non me la sento di demolirla del tutto: ha molti bei spunti, con un bel messaggio finale. Certo, sono un po' morta dentro con quel "tuttavia però" (che è come "ma però" che, essendo sinonimi, non stanno bene uno dietro l'altro), ma, come già detto, non me la sento di demolire l'autore sotto il punto di vista della grammatica: solo sbagliando si migliora!
Consiglierei, in caso di dubbi, l'aiuto di un dizionario, così da migliorare ancora di più!
Micaela- Viandante
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Re: La leggenda delle fate violino
Mi è piaciuta abbastanza l'atmosfera che richiama la mitologia nordica grazie alla presenza delle fate dei boschi e degli gnomi.
L'incipit però è un po' appesantito dalla presenza di molti aggettivi e anch'io ho faticato a trovare il giusto ritmo della lettura a causa di una punteggiatura utilizzata in modo non appropriato e a diversi errori nel testo.
Nella parte centrale del racconto mi aspettavo un evento che rompesse l'equilibrio iniziale in maniera più incisiva e nella parte finale la morale emerge in maniera semplice e un poco scontata.
L'incipit però è un po' appesantito dalla presenza di molti aggettivi e anch'io ho faticato a trovare il giusto ritmo della lettura a causa di una punteggiatura utilizzata in modo non appropriato e a diversi errori nel testo.
Nella parte centrale del racconto mi aspettavo un evento che rompesse l'equilibrio iniziale in maniera più incisiva e nella parte finale la morale emerge in maniera semplice e un poco scontata.
Albemasia- Younglings
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Re: La leggenda delle fate violino
Un viaggio leggero sulle ali del tarassaco che anche io ho sempre considerato un fiore magico. I suoi semi che svolazzano al soffio del vento mi hanno sempre fatto immaginare delle piccole fate e questo tuffo nei miei ricordi infantili l’ho apprezzato tanto.
Leggendo mi sono trovata a mangiare un bastoncino ricolmo di zucchero filato. Una fiaba forse un po’ troppo edulcorata e poco originale.
A parte l’uso non sempre corretto della punteggiatura, quello che mi ha fatto storcere di più il naso è la struttura.
L’incontro col “mago” doveva stare all’inizio della storia. Le fate vengono presentate come fate violino, ma il violino lo hanno ricevuto dal mago e l’episodio viene raccontato dopo, come una successione dei fatti anziché come un flashback dal quale si comprenda l’origine del potere delle fatine.
Lavorerei sull’incipit: un periodo troppo lungo e con una punteggiatura non del tutto appropriata.
Una volta,tanto tempo fa, ai piedi delle alte montagne rocciose, vicino a limpidi ruscelli, esisteva un villaggio circondato da un bosco con grandi alberi e fiori, che emanavano nell’ aria un gradevole profumo, nel quale si narrava, di una strana leggenda, “la leggenda delle fate Violino”.
Leggendo mi sono trovata a mangiare un bastoncino ricolmo di zucchero filato. Una fiaba forse un po’ troppo edulcorata e poco originale.
A parte l’uso non sempre corretto della punteggiatura, quello che mi ha fatto storcere di più il naso è la struttura.
L’incontro col “mago” doveva stare all’inizio della storia. Le fate vengono presentate come fate violino, ma il violino lo hanno ricevuto dal mago e l’episodio viene raccontato dopo, come una successione dei fatti anziché come un flashback dal quale si comprenda l’origine del potere delle fatine.
Lavorerei sull’incipit: un periodo troppo lungo e con una punteggiatura non del tutto appropriata.
Una volta,
Via la virgola dopo narrava
Fiaba carina, leggera come le ali delle fatine.
Petunia- Moderatore
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Re: La leggenda delle fate violino
Anche io sono stato spesso disorientato dalla punteggiatura, che h interrotto la lettura quando non doveva o mancato di separare quanto necessario.
Lascio alcune note tecniche, sulle quali normalmente non mi soffermo.
Nell’incipit, perché Violino è maiuscolo?
Da una parte dici che le abitazioni sono sparse ovunque nel bosco, poi gli gnomi bussano alla loro porta, come se le fate vivessero in un loro villaggio.
Dalla prima descrizione sembrano abitazioni molto piccole, idonee a ospitare fatine tipo Trilly, poi accolgono un uomo
La cosa che ho apprezzato è l’atmosfera bucolico fiabesca, quella meno è che è troppo stereotipata: fate, gnomi, animaletti del bosco.
Lascio alcune note tecniche, sulle quali normalmente non mi soffermo.
Nell’incipit, perché Violino è maiuscolo?
Da una parte dici che le abitazioni sono sparse ovunque nel bosco, poi gli gnomi bussano alla loro porta, come se le fate vivessero in un loro villaggio.
Dalla prima descrizione sembrano abitazioni molto piccole, idonee a ospitare fatine tipo Trilly, poi accolgono un uomo
La cosa che ho apprezzato è l’atmosfera bucolico fiabesca, quella meno è che è troppo stereotipata: fate, gnomi, animaletti del bosco.
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: La leggenda delle fate violino
Il bosco è da sempre l'ambientazioni di tante fiabe. Un luogo pieno di chiaroscuri, dove dominano le ombre e il raggio di sole è spesso una piacevole sorpresa, è l'ambientazione di elezione per il fantastico.
Vi sono diverse imprecisioni, dovute probabilmente alla fretta. Ti faccio presente questa:
"mentre il gufo il ghiro insieme al tasso" o manca la virgola o c'è un animale di troppo.
Nel complesso una piacevole lettura e te lo dice uno che non ama le ambientazioni fantastiche e, a dir il vero, neanche le favole.
Grazie e alla prossima.
Vi sono diverse imprecisioni, dovute probabilmente alla fretta. Ti faccio presente questa:
"mentre il gufo il ghiro insieme al tasso" o manca la virgola o c'è un animale di troppo.
Nel complesso una piacevole lettura e te lo dice uno che non ama le ambientazioni fantastiche e, a dir il vero, neanche le favole.
Grazie e alla prossima.
gipoviani- Padawan
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Re: La leggenda delle fate violino
La trama del racconto manca di originalità, e questo è un problema. Il messaggio potrebbe essere trasmesso in un modo più originale anziché dare l'impressione di qualcosa di già sentito. Tuttavia, il vero problema risiede nella forma poco curata e negli errori che sono stati evidenziati dagli altri lettori. Inoltre, il testo sembra essere rivolto a un pubblico di bambini molto piccoli, il che suggerisce che dovrebbe essere più snello e leggero, ma invece risulta essere quasi un muro di parole difficilmente affrontabile.
La prima parte è eccessivamente lunga e, quando finalmente il racconto sembra entrare nel vivo, finisce bruscamente. Ci sarebbe stato spazio per esplorare come le fate violino abbiano affrontato il cambiamento della foresta, dato che l'ambientazione principale era proprio la foresta. Come reagiscono di fronte a questo cambiamento? Cosa fanno per contrastarlo?
Per concludere, vorrei dare il mio "giudizio di pancia" (lo farò per ogni racconto in gara e consiste nelle impressioni emotive più profonde, ossia ciò che mi ha colpito visceralmente, come un pugno nello stomaco).
In questo caso purtroppo il racconto non mi ha colpito. Chi mi conosce sa che la mia specialità solo le favole e le fiabe, quindi mi aspetto sempre tantissimo da questo genere, mi spiace.
La prima parte è eccessivamente lunga e, quando finalmente il racconto sembra entrare nel vivo, finisce bruscamente. Ci sarebbe stato spazio per esplorare come le fate violino abbiano affrontato il cambiamento della foresta, dato che l'ambientazione principale era proprio la foresta. Come reagiscono di fronte a questo cambiamento? Cosa fanno per contrastarlo?
Per concludere, vorrei dare il mio "giudizio di pancia" (lo farò per ogni racconto in gara e consiste nelle impressioni emotive più profonde, ossia ciò che mi ha colpito visceralmente, come un pugno nello stomaco).
In questo caso purtroppo il racconto non mi ha colpito. Chi mi conosce sa che la mia specialità solo le favole e le fiabe, quindi mi aspetto sempre tantissimo da questo genere, mi spiace.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: La leggenda delle fate violino
Tanti errori, autore, davvero tanti, dalle virgole spesso sbagliate a veri e propri errori di battitura (tarasacco, ad esempio).
Tanti aggettivi, spesso ridondanti e simili tra loro, appesantiscono la lettura.
Ma il problema principale non è la forma, è più il contenuto. Purtroppo trovo che la fiaba, al di là della poca originalità, non stia granché in piedi e abbia tante piccole incongruenze.
Le fate si occupano di tenere la concordia nel bosco, in un modo un poco cartoonesco, e l'incontro con il cercatore di funghi, che si è ferito con un masso "roccioso" (?) e si è rintanato in una grotta (?), fornisce loro la ricompensa di un violino ciascuna.
Il potere del violino è generare concordia, che è di fatto ciò che le fate facevano già con altri mezzi, secondo me pure più dignitosi. Voglio dire, se fai ragionare due puzzole che litigano, e le riappacifichi, mi sembra più "bello" che non suonare una melodia che le fa diventare amiche di colpo.
E' come se ti piacesse il punto croce e ti regalassero una cucitrice automatica: per carità, più comoda, ma si perde la poesia, ecco.
Poi non mi è chiaro quanto sono grandi ste fatine. Se si nascondono sotto il cappello di un fungo devono essere poca cosa, eppure trasportano l'uomo ferito, immagino in volo, fino alla loro casa e ce lo ospitano. Quando è grande questa casa?
Al proposito, viene prima detto che le abitazioni delle fate sono sparse ovunque, poi che gli gnomi bussano alla loro porta, come fosse un villaggio.
Allo stesso modo, le fate Violino sono presentate come tali già prima che ricevano i violini in dono dal cercatore di funghi. Che tra l'altro escluderei sia un potente mago buono, dato che m'immagino la magia curativa sia il minimo requisito per essere considerati un potente mago buono. E se hai la magia curativa è presumibile che non serva l'aiuto delle fate per guarirsi le ferite.
Fate Violino io lo avrei scritto sempre maiuscolo, sia Fate che Violino, per dare maggior importanza al nome.
Altro discorso per il tarassaco, una cosa così importante per le fate da essere menzionata solo alla fine: non ce n'è traccia nel resto della narrazione.
Infine il finale, che non mi convince. Da un lato gli uomini del villaggio che col tempo iniziano a sporcare e devastare la natura, causando il pianto e la disperazione delle fate, dall'altro il fatto che nulla cambi negli equilibri del bosco: le fate sono solo più nascoste ma continuano a fare quello che hanno sempre fatto.
Mi aspettavo un finale più amaro, viste le premesse, che però magari avrebbe vivacizzato l'insieme e tolto un po' di quella patina di glassa extra-dolce che avvolge la fiaba.
Ti chiedo scusa se suono puntiglioso, autore, ma la coerenza interna è la base fondamentale di qualsiasi scritto, anche di una fiaba per bambini minuscoli, e spero che i miei appunti possano servirti in questo senso.
Ti faccio comunque i complimenti per la buona base di scrittura che, previa maggior cura della punteggiatura, ti permetterà di farti apprezzare dal pubblico.
Tanti aggettivi, spesso ridondanti e simili tra loro, appesantiscono la lettura.
Ma il problema principale non è la forma, è più il contenuto. Purtroppo trovo che la fiaba, al di là della poca originalità, non stia granché in piedi e abbia tante piccole incongruenze.
Le fate si occupano di tenere la concordia nel bosco, in un modo un poco cartoonesco, e l'incontro con il cercatore di funghi, che si è ferito con un masso "roccioso" (?) e si è rintanato in una grotta (?), fornisce loro la ricompensa di un violino ciascuna.
Il potere del violino è generare concordia, che è di fatto ciò che le fate facevano già con altri mezzi, secondo me pure più dignitosi. Voglio dire, se fai ragionare due puzzole che litigano, e le riappacifichi, mi sembra più "bello" che non suonare una melodia che le fa diventare amiche di colpo.
E' come se ti piacesse il punto croce e ti regalassero una cucitrice automatica: per carità, più comoda, ma si perde la poesia, ecco.
Poi non mi è chiaro quanto sono grandi ste fatine. Se si nascondono sotto il cappello di un fungo devono essere poca cosa, eppure trasportano l'uomo ferito, immagino in volo, fino alla loro casa e ce lo ospitano. Quando è grande questa casa?
Al proposito, viene prima detto che le abitazioni delle fate sono sparse ovunque, poi che gli gnomi bussano alla loro porta, come fosse un villaggio.
Allo stesso modo, le fate Violino sono presentate come tali già prima che ricevano i violini in dono dal cercatore di funghi. Che tra l'altro escluderei sia un potente mago buono, dato che m'immagino la magia curativa sia il minimo requisito per essere considerati un potente mago buono. E se hai la magia curativa è presumibile che non serva l'aiuto delle fate per guarirsi le ferite.
Fate Violino io lo avrei scritto sempre maiuscolo, sia Fate che Violino, per dare maggior importanza al nome.
Altro discorso per il tarassaco, una cosa così importante per le fate da essere menzionata solo alla fine: non ce n'è traccia nel resto della narrazione.
Infine il finale, che non mi convince. Da un lato gli uomini del villaggio che col tempo iniziano a sporcare e devastare la natura, causando il pianto e la disperazione delle fate, dall'altro il fatto che nulla cambi negli equilibri del bosco: le fate sono solo più nascoste ma continuano a fare quello che hanno sempre fatto.
Mi aspettavo un finale più amaro, viste le premesse, che però magari avrebbe vivacizzato l'insieme e tolto un po' di quella patina di glassa extra-dolce che avvolge la fiaba.
Ti chiedo scusa se suono puntiglioso, autore, ma la coerenza interna è la base fondamentale di qualsiasi scritto, anche di una fiaba per bambini minuscoli, e spero che i miei appunti possano servirti in questo senso.
Ti faccio comunque i complimenti per la buona base di scrittura che, previa maggior cura della punteggiatura, ti permetterà di farti apprezzare dal pubblico.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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A Petunia garba questo messaggio
Re: La leggenda delle fate violino
Concordo con l'amica Petunia. Credo che il difetto maggiore dei questo racconto sia la struttura. Le fate violino devo essere tali già dall'inizio del racconto, e il dono del mago sarebbe stato più incisivo se inserito come sorta di flashback e il resto del racconto incentrato sulla lotta delle fate contro chi vuole distruggere il bosco.
Gli errori sparsi lungo la strada mi fanno pensare a una new entry. Questa è una buona palestra. Con un po' di lavoro può diventare un fiaba interessante.
Grazie.
Gli errori sparsi lungo la strada mi fanno pensare a una new entry. Questa è una buona palestra. Con un po' di lavoro può diventare un fiaba interessante.
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CharAznable- Cavaliere Jedi
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Re: La leggenda delle fate violino
Ho un mix di apprezzamento e critiche per il racconto.
Il testo è costellato da numerosi errori, sia grammaticali che di punteggiatura, che ne compromettono la leggibilità. Inoltre, la struttura della storia è poco coerente e confusa. Ti suggerisco di revisionare attentamente il testo per correggere gli errori e di lavorare sulla struttura narrativa per rendere la storia più coerente e coinvolgente.
Trovo la trama poco originale e scontata, il messaggio potrebbe essere trasmesso in modo più innovativo e coinvolgente. Ciononostante, apprezzo l'atmosfera fiabesca evocata dalla narrazione e l'ambientazione nel bosco, sebbene si riscontrino anche delle incongruenze nella descrizione degli ambienti e degli eventi.
Apprezzo il messaggio finale della storia, anche se lo trovo troppo semplice e poco incisivo. Riconosco il potenziale della trama, ma sottolineo la necessità di un maggiore impegno nella cura del testo e nella sua presentazione.
Il testo è costellato da numerosi errori, sia grammaticali che di punteggiatura, che ne compromettono la leggibilità. Inoltre, la struttura della storia è poco coerente e confusa. Ti suggerisco di revisionare attentamente il testo per correggere gli errori e di lavorare sulla struttura narrativa per rendere la storia più coerente e coinvolgente.
Trovo la trama poco originale e scontata, il messaggio potrebbe essere trasmesso in modo più innovativo e coinvolgente. Ciononostante, apprezzo l'atmosfera fiabesca evocata dalla narrazione e l'ambientazione nel bosco, sebbene si riscontrino anche delle incongruenze nella descrizione degli ambienti e degli eventi.
Apprezzo il messaggio finale della storia, anche se lo trovo troppo semplice e poco incisivo. Riconosco il potenziale della trama, ma sottolineo la necessità di un maggiore impegno nella cura del testo e nella sua presentazione.
Gimbo- Younglings
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Re: La leggenda delle fate violino
Questo racconto ha il pregio di essere una favola semplice, proprio come deve essere una favola.
Non ci sono particolari guizzi o colpi di scena. È una storia tranquillizzante, forse non spicca per originalità, è vero, ma fa il suo lavoro:
crea una bella atmosfera, inventa un’altra leggenda, grazie alla quale Natura e Uomo guardano al soprannaturale.
Come tutte le fiabe avrebbe bisogno di essere raffigurata, per rendere visibili le immagini che suscita.
Non ci sono particolari guizzi o colpi di scena. È una storia tranquillizzante, forse non spicca per originalità, è vero, ma fa il suo lavoro:
crea una bella atmosfera, inventa un’altra leggenda, grazie alla quale Natura e Uomo guardano al soprannaturale.
Come tutte le fiabe avrebbe bisogno di essere raffigurata, per rendere visibili le immagini che suscita.
Resdei- Cavaliere Jedi
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Re: La leggenda delle fate violino
Il punto di forza di questa fiaba è una coerente sensazione di dolcezza che la pervade dall’inizio alla fine.
A tratti, in particolar modo all’inizio, questo “sapore dolce” è però anche troppo marcato.
La struttura appare sbilanciata: la parte iniziale, fino al ritrovamento dell’uomo ferito, ha un peso e una lunghezza eccessivi, può essere tranquillamente molto sintetizzata.
Ci sono diversi errori di forma (punteggiatura, l’ortografia di alcune parole).
Rimane apprezzabile l’intento ecologista.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Re: La leggenda delle fate violino
Scritto da un'anima buona, onesta e generosa si fa perdonare errori e ridondanze e ci fa recuperare l'amore per le storie semplici che scaldano il cuore.
Starei le ore in mezzo alle fate violino, senza dire una parola, solo per il piacere di stare insieme alla loro ingenuità.
Spero che la mia commozione sia pure quella degli altri e ti faccia ottenere una buona votazione.
Starei le ore in mezzo alle fate violino, senza dire una parola, solo per il piacere di stare insieme alla loro ingenuità.
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tommybe- Maestro Jedi
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Re: La leggenda delle fate violino
Una fiaba semplice e ingenua che fa della dolcezza il suo punto di forza. Cosa che non mi entusiasma particolarmente, ma risulterà gradita ai bambini ai quali sembra destinata.
La scrittura è poco curata, come evidenziano i commenti precedenti, perciò non mi soffermo se non per sottolineare che all’aggettivazione, fin troppo abbondante, si aggiunge l’uso scolastico di far precedere il nome dall’aggettivo. Sono presenti incongruenze di senso già segnalate, ma su questo punto, trattandosi di una fiaba, sono disposta a chiudere un occhio.
Apprezzabile il messaggio.
mirella- Padawan
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Re: La leggenda delle fate violino
Ciao, Penna.
Al racconto manca una revisione formale che riguardi in particolare la punteggiatura, ma anche le ripetizioni e la formattazione del corsivo. C'è però una ripetizione che mi ha fatto sorridere: "qualche qualcuno", anche se è sbagliata rende però l'idea e in un racconto fiabesco ci sta.
La trama ha un piccolo punto poco chiaro: per tutta la prima parte, molto lunga ma bella, le fate senza violino si prendono cura del bosco e dei suoi abitanti; dopo, quando arrivano i violini... si prendono cura del bosco e dei suoi abitanti. Non è un twist. L'unica differenza, che secondo me andrebbe evidenziata, è che con i violini le fate riescono a prendersi cura non solo degli abitanti del bosco ma anche di chi abita nei pressi, c'è infatti un accenno alle case e ai litigi tra umani. Questa "avversativa" con la situazione precedente alla visita del mago andrebbe evidenziata perché in questo modo si vedrebbe l'evoluzione del mondo delle fate. Una cosa simile potrebbe essere fatta anche con la visita degli gnomi, per esempio potrebbero insegnare alle fate qualche cura che ancora conoscevano.
Fino a questo momento c'è poco contrasto, praticamente nullo, ma comunque c'è un'evoluzione oppure potrebbe essere introdotta.
Il contrasto arriva con l'introduzione dell'avidità umana, ma il contrasto non ha una risoluzione e il finale resta aperto; questa è una parte secondo me molto potente e soprattutto richiama la struttura delle favole antiche che, per l'appunto, non avevano come fine il "vissero tutti felici e contenti" ma avevano un fine educativo anche se molte avevano un finale drammatico o triste come per questo tuo racconto.
Grazie e alla prossima.
Al racconto manca una revisione formale che riguardi in particolare la punteggiatura, ma anche le ripetizioni e la formattazione del corsivo. C'è però una ripetizione che mi ha fatto sorridere: "qualche qualcuno", anche se è sbagliata rende però l'idea e in un racconto fiabesco ci sta.
La trama ha un piccolo punto poco chiaro: per tutta la prima parte, molto lunga ma bella, le fate senza violino si prendono cura del bosco e dei suoi abitanti; dopo, quando arrivano i violini... si prendono cura del bosco e dei suoi abitanti. Non è un twist. L'unica differenza, che secondo me andrebbe evidenziata, è che con i violini le fate riescono a prendersi cura non solo degli abitanti del bosco ma anche di chi abita nei pressi, c'è infatti un accenno alle case e ai litigi tra umani. Questa "avversativa" con la situazione precedente alla visita del mago andrebbe evidenziata perché in questo modo si vedrebbe l'evoluzione del mondo delle fate. Una cosa simile potrebbe essere fatta anche con la visita degli gnomi, per esempio potrebbero insegnare alle fate qualche cura che ancora conoscevano.
Fino a questo momento c'è poco contrasto, praticamente nullo, ma comunque c'è un'evoluzione oppure potrebbe essere introdotta.
Il contrasto arriva con l'introduzione dell'avidità umana, ma il contrasto non ha una risoluzione e il finale resta aperto; questa è una parte secondo me molto potente e soprattutto richiama la struttura delle favole antiche che, per l'appunto, non avevano come fine il "vissero tutti felici e contenti" ma avevano un fine educativo anche se molte avevano un finale drammatico o triste come per questo tuo racconto.
Grazie e alla prossima.
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Re: La leggenda delle fate violino
A me le favole piacciono davvero tanto: con una scrittura semplice e diretta gli autori mettono in scena drammi e sconvolgimenti, tutto condito da prove, scelte importanti e cambiamenti, ci sono il male e il bene dentro, con finali a volte tragici e altre volte rasserenanti.
Le favole, quelle belle, mettono in scena la vita, insomma, e lo fanno in modo diretto, senza tanti fronzoli.
In questo racconto però non ho trovato niente dei canoni e della struttura classica della favola in quanto, a mio avviso, per la realizzazione di un buon testo appartenete a questo genere letterario non è tanto la cura dell'ambientazione (in questo forse un pochino eccessiva e prolissa...), ma proprio la gestione di una morale o di un insegnamento nascosto negli atti dei protagonisti.
Ma in generale, al di là del genere narrativo, ho trovato il testo debole e poco accattivante.
Le favole, quelle belle, mettono in scena la vita, insomma, e lo fanno in modo diretto, senza tanti fronzoli.
In questo racconto però non ho trovato niente dei canoni e della struttura classica della favola in quanto, a mio avviso, per la realizzazione di un buon testo appartenete a questo genere letterario non è tanto la cura dell'ambientazione (in questo forse un pochino eccessiva e prolissa...), ma proprio la gestione di una morale o di un insegnamento nascosto negli atti dei protagonisti.
Ma in generale, al di là del genere narrativo, ho trovato il testo debole e poco accattivante.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: La leggenda delle fate violino
Ho letto il racconto con attenzione e ho cercato di godere dell'atmosfera del bosco (o della foresta?). Ho immaginato di ascoltare una voce femminile, delicata e armoniosa, impegnata a descrivere la vita nascosta del sottobosco, degli animali, delle fate e degli gnomi. Nonostante la diverse mancanze evidenziate dai commenti precedenti, mi sono sentito coinvolto, come in una favola. Ammetto di non avere capito tutto e forse non tutto torna, eppure il messaggio del suo creatore mi è arrivato. Qualcuno lo ha definito banale e ha ragione. Ma una morale ha sempre una sua forza e in un tempo in cui il rispetto è "merce rara", va apprezzata solo per il fatto di essere stata nominata e ricordata. Caro autore o autrice, come me hai molto da migliorare nella scrittura, ma ti faccio i complimenti per la sensibilità. Il "fanciullino" che è in me ha apprezzato.
Giammy- Viandante
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Re: La leggenda delle fate violino
Una bella favola nella quale aleggia un senso di leggerezza.
A parte gli errori che già sono stati sottolineati negli altri commenti, direi che poteva spiccare il volo se fosse stata lasciata in balia della fantasia.
Purtroppo invece è parzialmente imbevuta di elementi e avvicendamenti dettati dalla razionalità.
A parte gli errori che già sono stati sottolineati negli altri commenti, direi che poteva spiccare il volo se fosse stata lasciata in balia della fantasia.
Purtroppo invece è parzialmente imbevuta di elementi e avvicendamenti dettati dalla razionalità.
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CARLA EBLI- Younglings
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Re: La leggenda delle fate violino
Le fiabe hanno dei canoni stilistici dove la lotta del protagonista con l’antagonista, le prove da superare, etc. costituiscono dei paletti imprescindibili che qui non si danno. Tutto scorre tranquillo, narrativamente parlando, e succede poco fino al finale ambientalista un po’ scontato. Molti errori e problemi di punteggiatura.
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Re: La leggenda delle fate violino
in primis mi permetto di consigliare una bella revisione, soprattutto per quanto riguarda la punteggiatura.
poi dico che la storia, o fiaba, come pare essere, con me non raggiunge lo scopo prefissato.
storia piatta e abbastanza scontata, senza scatti o colpi di scena che la possano ravvivare.
mi spiace, non mi è piaciuta.
poi dico che la storia, o fiaba, come pare essere, con me non raggiunge lo scopo prefissato.
storia piatta e abbastanza scontata, senza scatti o colpi di scena che la possano ravvivare.
mi spiace, non mi è piaciuta.
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Re: La leggenda delle fate violino
Ciao Autore.
Anche di questo racconto bisogna sottolineare il gran caos di errori sintattici e di punteggiatura che complicano oltremodo la lettura e, di conseguenza, il gusto che se ne ricava.
Una trama semplice e con un messaggio abbastanza esplicito ma poco originale non basta a farmi apprezzare il tuo lavoro, mi spiace.
Anche di questo racconto bisogna sottolineare il gran caos di errori sintattici e di punteggiatura che complicano oltremodo la lettura e, di conseguenza, il gusto che se ne ricava.
Una trama semplice e con un messaggio abbastanza esplicito ma poco originale non basta a farmi apprezzare il tuo lavoro, mi spiace.
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Re: La leggenda delle fate violino
Sia per il modo in cui è scritto sia per l’eccessivo numero di refusi ed errori il racconto sembra appartenere a una mano molto giovane, considerata anche l’ingenuità che pervade l’intera storia.
È tutto veramente troppo “semplice” questo racconto per essere vero e allora il sospetto è che sia stato volutamente scritto in questo modo per essere indirizzato a un pubblico estremamente giovane, da primissime classi delle elementari al massimo.
In quest’ottica il racconto assume un aspetto abbastanza diverso in quanto veicola un messaggio tanto semplice quanto chiaro senza pretendere di raggiungere chissà quali profondità che un bambino non sarebbe in grado di comprendere.
Al netto dei troppi errori (rinuncio a riportarli perché sono davvero numerosissimi) in quest’ottica non ho potuto fare a meno di apprezzare questa favola e le fate violino.
È tutto veramente troppo “semplice” questo racconto per essere vero e allora il sospetto è che sia stato volutamente scritto in questo modo per essere indirizzato a un pubblico estremamente giovane, da primissime classi delle elementari al massimo.
In quest’ottica il racconto assume un aspetto abbastanza diverso in quanto veicola un messaggio tanto semplice quanto chiaro senza pretendere di raggiungere chissà quali profondità che un bambino non sarebbe in grado di comprendere.
Al netto dei troppi errori (rinuncio a riportarli perché sono davvero numerosissimi) in quest’ottica non ho potuto fare a meno di apprezzare questa favola e le fate violino.
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paluca66- Maestro Jedi
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Re: La leggenda delle fate violino
Divido il mio commento in due parti: per quanto attiene la storia di per sé stessa, è una favola non originalissima ma adatta ai bambini, sia pure scontata: le fate buone, un personaggio misterioso, atmosfera magica e idilliaca che viene messa in pericolo, morale finale per l’uomo distruttore della natura. Non c’è molto pathos, le fate sfuggono al pericolo dello scempio del bosco in poche righe, nascondendosi, ma senza combattere, accettando il tutto.
Il che rende la trama piuttosto piatta, con uno stile è un po’ infantile, acerbo, non so se per dare un tono di “favola” al racconto o se perché la Penna sia giovane e si stia facendo le ossa. In questo caso dui su DT i consigli arrivano e sono utilissimi.
Il racconto è piuttosto ridondante nelle descrizioni, spesso ripetitive e che pure presentano degli errori: i mirtilli non sono rovi spinosi, il tarassaco in bocciolo non ha i piumini, che si formano al termine del periodo di fioritura (che non è in ogni stagione)… insomma un po’ di ricerca per essere credibili ci vuole.
La seconda parte riguarda la scrittura: purtroppo ci sono troppi errori che a una rilettura attenta sarebbero saltati all’occhio.
Chi riusciava – proveniere – tarasacco – apertuta; d eufoniche; quà con l’accento (il correttore automatico di word me lo corregge in automatico); pò: non viene più segnalato come errore inteso come poco, ma io sono all’antica e considero più corretto po’.
E poi punteggiatura ballerina, mancano davvero troppe virgole; i dialoghi inseriti nelle frasi senza una corretta struttura. Di sicuro sei anche lettore, e avrai ben visto come vengono gestiti di norma i dialoghi, per esempio e disse “ le corde… e disse:”Le corde--- Anche se molti autori preferiscono associare le “ al pensiero di un personaggio e altro segno « oppure – al parlato
Un racconto merita sempre di essere presentato bene anche nei dettagli, perché una lettura con tanti inciampi diventa faticosa e si finisce per vanificare la fatica di averlo portato a termine.
Fai buon uso dei suggerimenti e se sei una new entry, non avertene a male per le note ma… mettile in cascina.
Il che rende la trama piuttosto piatta, con uno stile è un po’ infantile, acerbo, non so se per dare un tono di “favola” al racconto o se perché la Penna sia giovane e si stia facendo le ossa. In questo caso dui su DT i consigli arrivano e sono utilissimi.
Il racconto è piuttosto ridondante nelle descrizioni, spesso ripetitive e che pure presentano degli errori: i mirtilli non sono rovi spinosi, il tarassaco in bocciolo non ha i piumini, che si formano al termine del periodo di fioritura (che non è in ogni stagione)… insomma un po’ di ricerca per essere credibili ci vuole.
La seconda parte riguarda la scrittura: purtroppo ci sono troppi errori che a una rilettura attenta sarebbero saltati all’occhio.
Chi riusciava – proveniere – tarasacco – apertuta; d eufoniche; quà con l’accento (il correttore automatico di word me lo corregge in automatico); pò: non viene più segnalato come errore inteso come poco, ma io sono all’antica e considero più corretto po’.
E poi punteggiatura ballerina, mancano davvero troppe virgole; i dialoghi inseriti nelle frasi senza una corretta struttura. Di sicuro sei anche lettore, e avrai ben visto come vengono gestiti di norma i dialoghi, per esempio e disse “ le corde… e disse:”Le corde--- Anche se molti autori preferiscono associare le “ al pensiero di un personaggio e altro segno « oppure – al parlato
Un racconto merita sempre di essere presentato bene anche nei dettagli, perché una lettura con tanti inciampi diventa faticosa e si finisce per vanificare la fatica di averlo portato a termine.
Fai buon uso dei suggerimenti e se sei una new entry, non avertene a male per le note ma… mettile in cascina.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
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Re: La leggenda delle fate violino
Nella muraglia di parole, come già notato fino alla nausea, la punteggiatura è terribile e ho fatto una gran fatica ad arrivare alla fine. Perché poi, e se volete smentirmi fatelo pure, noi siamo lettori cacciatori, per cui in buona fede cerchiamo il pelo nell'uovo (in questo caso non è quello di Pasqua).
Detto questo, e anche qui mi ripeto, la favola regge anche se non brilla per originalità. Tuttavia la struttura classica della favola tout court ci sta e se l'Autore vorrà metterci mano potrà cavarne sicuramente qualcosa di buono e, onestamente, migliore.
Grazie
Detto questo, e anche qui mi ripeto, la favola regge anche se non brilla per originalità. Tuttavia la struttura classica della favola tout court ci sta e se l'Autore vorrà metterci mano potrà cavarne sicuramente qualcosa di buono e, onestamente, migliore.
Grazie
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"Omne tulit punctum qui miscuit utile dulci lectorem delectando pariterque monendo."
"Ottiene il risultato migliore chi - nell'opera letteraria - ha saputo unire l'utile col piacevole, divertendo e ammaestrando nello stesso momento il lettore."
Orazio, Ars Poetica, vv. 343-344
Avei l'amel su i laver e 'l cutel an sacòcia.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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