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Figli
Eterni e immensi, gli universi e il tempo si aprivano attorno a Juan.
Gli spiriti e gli antenati scintillavano nell’oscurità.
Là, in basso, Juan contemplò il mondo e nel mondo la foresta, circondati dal male che sembrava inarrestabile.
Stese le mani. La cortina del tempo si dissolse nel punto in cui veniva toccata. Juan gettò lo sguardo oltre, lungo gli infiniti fili di luce che si stendevano e si incrociavano, ai nodi che si creavano e disfacevano.
Guardò lontano, senza spostare nulla. Era vietato. Vietato e pericoloso.
Vide la luce e le tenebre, e il crinale tra la luce e le tenebre.
Gli spiriti e gli antenati danzavano.
Era andato per chiedere il loro aiuto e il loro consiglio.
Quello che vide fu un’attesa e una scelta. Una scelta che sarebbe stata solo sua.
Juan riemerse dal sogno, dal viaggio nella dimensione degli spiriti.
Non aveva una risposta. Aveva una decisione da prendere. E un peso da portare per tutta la vita, qualunque la sua scelta fosse stata.
Lucas era sempre sorvegliato, protetto come nemmeno un capo di stato lo era.
Così aveva creduto Mathias. Invece no.
Qualche falla c’era stata. Doveva esserci stata, perché si erano portati via suo figlio. Chi aveva sbagliato aveva già pagato, ma alla fine, lo sapeva, la colpa era sua.
Sua la colpa, sua la superficialità di crederlo al sicuro, quando al sicuro non avrebbe mai dovuto pensarlo.
Amministratore delegato di una delle maggiori multinazionali mondiali, pagava per Lucas il più costoso corpo di sicurezza, ma nemmeno quello era stato sufficiente.
Da settimane dormiva solo qualche ora al giorno, si uccideva di sigarette e viveva di caffè, attaccato al cellulare e alle notizie che arrivavano.
Il rapimento, le trattative. L’alternarsi di terrore e speranza.
E la rabbia.
L’odio. Freddo, questo, controllato. Tutto, avrebbe fatto bruciare tutto. Anche dove non era necessario. Un motivo si trovava senza problemi. E nemmeno era necessario, in realtà. La foresta amazzonica non aveva ancora visto niente, in confronto a quello che sarebbe venuto.
Appena Lucas fosse stato in salvo, avrebbe fatto distruggere tutto.
Quella foresta maledetta che aveva inghiottito il suo bambino.
La poltrona della camera dell’ospedale era comoda. La stanza era ampia, arredata in modo da sembrare quasi una cameretta da bambino, se non si teneva conto dei macchinari a cui Lucas era attaccato.
Mathias aveva ottenuto di poterselo tenere in braccio, seduto in poltrona.
Da tre giorni, da quando l’aveva riavuto, tutto il tempo che poteva lo abbracciava e lo cullava. Lucas aveva otto anni. Se ne avesse avuto le forze si sarebbe forse ribellato, a quell’essere trattato un po’ da piccolo, ma le forze non le aveva.
Sembrava stare abbastanza bene, appena recuperato. Stanco, spaventato, un po’ affamato e disidratato, ma niente di grave.
Poi era crollato.
Ora, solo dei tubi infilati ovunque lo trattenevano nel suo scivolare via dalla vita.
Un bussare lieve precedette l’ingresso del medico.
Mathias sollevò rapido gli occhi.
‒ Sono arrivati gli ultimi risultati delle analisi…
Mathias sapeva leggere gli uomini. Ascoltava, ma non ne avrebbe avuto bisogno.
‒ Abbiamo capito qual è il problema…
‒ Allora potete cercare una soluzione.
Il medico rimase immobile, rigido: ‒ Lo hanno avvelenato. Un veleno con una formulazione complessa, di cui capiamo molto poco.
‒ Un veleno ha un antidoto.
‒ Non questo.
I due uomini si fissarono in silenzio.
Il medico ripeté: ‒ Non c’è antidoto.
Juan si incamminò lungo il sentiero. L’uomo lo fermò afferrandolo per il braccio: ‒ Suo figlio morirà, come muoiono i nostri. Come lui uccide i nostri.
Juan si liberò dalla stretta: ‒ Non uccideremo il bambino, lo faremo vivere.
‒ Qualunque cosa faremo, lui ci distruggerà comunque.
Juan richiamò in sé la visione della dimensione del sogno: ‒ I nostri figli avranno lo stesso destino.
Mathias afferrò per i capelli Juan e ne sollevò il volto tumefatto: ‒ Perché sta di nuovo male?
Non lo aveva fatto picchiare abbastanza da provocargli danni gravi. Doveva restare vivo, almeno per tutto il tempo che sarebbe servito. Il suo potere gli aveva reso facile avere una stanza nello scantinato dell’ospedale per fare quello che gli serviva.
Quando lo sciamano era arrivato offrendo la cura per Lucas, Mathias l’aveva presa e aveva rimandato la richiesta di spiegazioni alla fase nello scantinato.
Per ora non erano arrivate risposte. Non che a Mathias importassero più di tanto. L’importante era che Lucas guarisse.
Ma ora sì. Ora erano necessarie. Perché Lucas stava di nuovo morendo.
‒ I popoli della foresta conoscono da millenni quel veleno. Non c’è una cura…
‒ Non è vero. Lucas era guarito.
‒ Non c’è una cura… c’è il modo di tenere lontana la morte ogni giorno. Un po’ ogni giorno. Per tutta la vita.
‒ Tutta la vita?
‒ Una lunga vita. Lucas dovrà rimanere con noi. Finché resterà con noi, vivrà. La nostra è una sapienza tramandata di padre in figlio. Se noi moriremo, morirà questa conoscenza. Morirà un mondo di cui prima non ti importava nulla. Ma tuo figlio è tutto il tuo mondo quindi ora il nostro è anche il tuo mondo. E la cura è nella foresta. La foresta deve rimanere viva e intatta. Tuo figlio sarà abbastanza importante? Il tuo amore per lui sarà sufficiente per proteggere anche noi?
‒ Io vi odierò fino al mio ultimo respiro. Avete ucciso mio figlio.
‒ Lo stiamo salvando. Stiamo salvando i figli di tutti. Anche il tuo. Come fai a non capire? Da quanto esiste la nostra terra? Cambia, si trasforma, ma sopravvive. Siamo noi a morire. Siamo noi a soffrire. Sono i nostri figli a soffrire. Oggi tu puoi diventare una speranza. Per noi, per tutti.
‒ E dopo?
‒ Non lo so. Non lo posso sapere, ma abbiamo sempre speranza. Che qualcuno arrivi, che capiate.
‒ E Lucas?
‒ Lucas vivrà. Lucas viaggerà per tutta la vita con la morte accanto. Potrà anche lui diventare uno sciamano, se vorrà. E forse un giorno sarà una nuova speranza.
Different Staff- Admin
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Re: Figli
A volte, forse più volte di quanto si possa pensare, diventa necessario toccare, attraversare il male per arrivare al bene. E questo racconto ne è una chiara dimostrazione: lo sciamano, l'abitante della foresta amazzonica, deve macchiarsi di una colpa terribile (rapire e avvelenare il figlio dello spietato speculatore) per cercare di salvare la foresta stessa dalla distruzione voluta e auspicata dalle "maggiori multinazionali mondiali".
Pur nella sua relativa brevità, il testo è molto intenso e scritto con discreta padronanza: si legge d'un fiato, grazie anche all'assenza totale di errori e/o refusi e una punteggiatura sempre precisa.
Molto ben strutturato nelle varie parti, forse ha nell'incipit uno dei maggiori punti di forza perché riesce a far entrare immediatamente il lettore in un'atmosfera sospesa a metà fra sogno e veglia, per poi riservargli un brusco ritorno alla realtà solo poche righe dopo.
Un ottimo lavoro, in definitiva, ben al di sopra delle favole che mi è capitato di leggere finora.
Complimenti!
M.
Pur nella sua relativa brevità, il testo è molto intenso e scritto con discreta padronanza: si legge d'un fiato, grazie anche all'assenza totale di errori e/o refusi e una punteggiatura sempre precisa.
Molto ben strutturato nelle varie parti, forse ha nell'incipit uno dei maggiori punti di forza perché riesce a far entrare immediatamente il lettore in un'atmosfera sospesa a metà fra sogno e veglia, per poi riservargli un brusco ritorno alla realtà solo poche righe dopo.
Un ottimo lavoro, in definitiva, ben al di sopra delle favole che mi è capitato di leggere finora.
Complimenti!
M.
Ultima modifica di M. Mark o'Knee il Dom Mar 03, 2024 7:53 pm - modificato 1 volta.
M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Re: Figli
L'intensità dell'incipit mi ha portato a chiedermi più volte chi fosse il protagonista. Un essere superiore? Un sognatore? Chi può guardare dall'alto la foresta? Chi può dissolvere la cortina del tempo? Nello svolgimento del racconto si capisce che Juan è uno sciamano, ecco la spiegazione.
Ho faticato con i cambi repentini di scenario e con i nomi racchiusi al loro esordio in poche battute. Da Juan, a Lucas, a Mathias. Della povertà interiore di quest'ultimo si è capito bene, forse meritavano qualche cenno in più Juan e Lucas.
Il racconto è scritto bene e nel complesso è un buon lavoro. A essere pignoli, L'avrei concluso con una "zoomata" sul protagonista cattivo o con un colpo di scena inaspettato.
Ho faticato con i cambi repentini di scenario e con i nomi racchiusi al loro esordio in poche battute. Da Juan, a Lucas, a Mathias. Della povertà interiore di quest'ultimo si è capito bene, forse meritavano qualche cenno in più Juan e Lucas.
Il racconto è scritto bene e nel complesso è un buon lavoro. A essere pignoli, L'avrei concluso con una "zoomata" sul protagonista cattivo o con un colpo di scena inaspettato.
Giammy- Younglings
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Re: Figli
Sono già due i racconti che leggo, rileggo e non commento.
Incapacità mia, sia ben chiaro, che nessuno si offenda.
Questo è uno dei racconti più abbordabili, più comprensibili, mi rimane solo aspettare qualche altro commento per collezionare materiale che mi aiuti a districarmi nella foresta descritta. Che poi, lo dico sorridendo, il tema imposto è il "bosco", ben diverso dalla foresta amazzonica con spiriti e antenati danzanti.
Il mio viaggio di ritorno dalle tre letture si sta complicando non mi va di ripetere la storia che tanto bene Mark ha descritto, voglio mantenere intatte le energie per dire, anzi urlare che questo è il migliore racconto letto, pure se abita una superficie incolta Lucas mi ha conquistato.
Incapacità mia, sia ben chiaro, che nessuno si offenda.
Questo è uno dei racconti più abbordabili, più comprensibili, mi rimane solo aspettare qualche altro commento per collezionare materiale che mi aiuti a districarmi nella foresta descritta. Che poi, lo dico sorridendo, il tema imposto è il "bosco", ben diverso dalla foresta amazzonica con spiriti e antenati danzanti.
Il mio viaggio di ritorno dalle tre letture si sta complicando non mi va di ripetere la storia che tanto bene Mark ha descritto, voglio mantenere intatte le energie per dire, anzi urlare che questo è il migliore racconto letto, pure se abita una superficie incolta Lucas mi ha conquistato.
tommybe- Maestro Jedi
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Re: Figli
Il racconto mi è piaciuto e molto. Probabilmente è il migliore fra quelli che ho letto.
Ho dovuto rileggerlo un paio di volte, perchè soprattutto la prima parte l'ho compresa e apprezzata meglio al secondo passaggio. Al di là di qualche difficoltà (mia) nella comprensione iniziale, anche per via dei repentini passaggi da una scena all'altra, ho trovato molto originale l'idea e mi è piaciuto tanto anche il finale per niente scontato.
Scrittura fluida e piacevole, corretta la forma e credibili le parti con i dialoghi.
Molto apprezzato.
Ho dovuto rileggerlo un paio di volte, perchè soprattutto la prima parte l'ho compresa e apprezzata meglio al secondo passaggio. Al di là di qualche difficoltà (mia) nella comprensione iniziale, anche per via dei repentini passaggi da una scena all'altra, ho trovato molto originale l'idea e mi è piaciuto tanto anche il finale per niente scontato.
Scrittura fluida e piacevole, corretta la forma e credibili le parti con i dialoghi.
Molto apprezzato.
Albemasia- Younglings
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Re: Figli
Mi scuso con l'autore. Uno dei temi, oltre al "bosco", è la "foresta".
tommybe- Maestro Jedi
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Re: Figli
Solo una penna esperta può riuscire a congegnare e condensare una storia così in poche battute. L'ottima scrittura agevola moltissimo la comprensione delle varie parti del racconto che pur nella brevità riescono a sembrare molto più lunghe proprio perché lasciano al lettore la fantasia dell'interpretazione e della visione che di volta in volta scaturisce dalle parole.
Emerge pian piano una storia corposa, la figura dello sciamano in grado di dialogare con le forze della natura, aprire la cortina del tempo (quei fili mi hanno fatto pensare alle moire, a una entità superiore magari la natura che tesse i fili del fato in questo caso, forse, della Terra stessa) suggestiva la visione del crinale tra luce e tenebra.
Il tema dei figli come istinto e bene supremo che governa le azioni di ogni specie vivente che, conscia della propria caducità, vuole perpetrare l'esistenza nel tempo. La mano cattiva dell'uomo, essere cieco e sordo al bene supremo della natura, che necessita di una punizione grave, quasi biblica. Mi ha ricordato l'ultima piaga inflitta al faraone dall'angelo della morte.
Una morte come rinascita, una seconda possibilità. Anche in questo racconto c'è sapore di Borges, di natura viva che riprende il controllo e offre una ulteriore possibilità di redenzione a chi la sa ascoltare. Molto molto bello.
Emerge pian piano una storia corposa, la figura dello sciamano in grado di dialogare con le forze della natura, aprire la cortina del tempo (quei fili mi hanno fatto pensare alle moire, a una entità superiore magari la natura che tesse i fili del fato in questo caso, forse, della Terra stessa) suggestiva la visione del crinale tra luce e tenebra.
Il tema dei figli come istinto e bene supremo che governa le azioni di ogni specie vivente che, conscia della propria caducità, vuole perpetrare l'esistenza nel tempo. La mano cattiva dell'uomo, essere cieco e sordo al bene supremo della natura, che necessita di una punizione grave, quasi biblica. Mi ha ricordato l'ultima piaga inflitta al faraone dall'angelo della morte.
Una morte come rinascita, una seconda possibilità. Anche in questo racconto c'è sapore di Borges, di natura viva che riprende il controllo e offre una ulteriore possibilità di redenzione a chi la sa ascoltare. Molto molto bello.
Petunia- Moderatore
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Re: Figli
Ciao, Autore. Non mi fraintenderai se ti dirò che mi è sembrato un racconto un po' sotto tono. Se l'atmosfera mi ha indubbiamente catturato, resta invece molto lontana dal mio gusto personale la gestione della trama (che vola via senza nessun pathos - cosa che invece il tuo racconto pretende per poter essere apprezzato), che mortifica perfino il tema imposto dal concorso stesso, tanto che a prima lettura questo testo mi era addirittura sembrato non ammissibile.
Resta (come testimoniato già da altri commenti) un incipit onirico, capace di catturare il lettore. Purtroppo, è tutto il resto che non mi colpisce.
Resta (come testimoniato già da altri commenti) un incipit onirico, capace di catturare il lettore. Purtroppo, è tutto il resto che non mi colpisce.
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: Figli
Primo racconto che commento.
Racconto molto breve, poco sopra il limite minimo di battute, e credo che questa brevità sia la chiave di lettura di alcune imperfezioni.
Non mi fraintendere, il racconto non è male, l’idea e la trama sono buone, corretta, buona e scorrevole la scrittura.
La sensazione però è che manchi qualcosa, che anche troppo sia stato lasciato alla capacità del lettore di collegare e comprendere. Come se tu avessi in mente delle “boe” ferme attorno a cui si doveva svolgere, sviluppare il racconto, ma poi alla fine le boe siano rimaste tutto il racconto. Mi danno questa impressione sia la struttura a paragrafi concisi, sia la combinazione di un incipit ampio e suggestivo con un dialogo finale che invece sembra un po’ affrettato, sia il numero limitato di battute.
Anche solo con altre due o tremila, avresti potuto chiarire alcuni punti che rimangono troppo nella zona dell’ambiguità (uno soprattutto, il ruolo di Juan in tutta la vicenda) e creare una maggiore scorrevolezza, un maggiore raccordo tra le diverse parti, pur lasciando la struttura a paragrafi.
Forse come tanti di noi (io sono una ritardataria cronica, con le consegne), hai sofferto di una corsa dell’ultimo minuto.
Comunque, niente di male. Il racconto è buono e potrai rimetterlo un po’ a posto.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Re: Figli
Viaggiare tutta la vita con la morte accanto.
Questa frase mi ha colpito particolarmente; fa riflettere perché, al di là del ragazzino avvelenato, vale per tutti noi.
La storia mi è sembrata troppo concisa, mancando di trasmettere emozioni. Di caratteri ne avevi per caratterizzare più in profondità i personaggi.
Una buona idea, originale, ma migliorabile.
Questa frase mi ha colpito particolarmente; fa riflettere perché, al di là del ragazzino avvelenato, vale per tutti noi.
La storia mi è sembrata troppo concisa, mancando di trasmettere emozioni. Di caratteri ne avevi per caratterizzare più in profondità i personaggi.
Una buona idea, originale, ma migliorabile.
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: Figli
Ho sensazioni variabili sul racconto, anche se nel complesso la valutazione è positiva. Ammiro l'intensità dell'incipit, la padronanza nella scrittura, e la struttura ben organizzata. Tuttavia mi restano delle perplessità nella gestione della trama, sia per la brevità del racconto che per la necessità di approfondire alcuni punti poco chiari. Nonostante ciò, ci tengo a evidenziare la bellezza dell'idea, la fluidità della scrittura e l'originalità del racconto.
Gimbo- Younglings
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Re: Figli
Storia che parla di quanto la salvezza di ognuno è legata a quella degli altri.
Mai come oggi sembra che la cosa non venga capita e allora hai fatto bene a ricordarlo.
I figli sono il denominatore comune, la loro salvezza è la priorità di tutti i popoli, la loro sopravvivenza necessaria a che la specie umana non si estingua.
Da quanto esiste la nostra terra? Cambia, si trasforma, ma sopravvive. Siamo noi a morire.
Mi è piaciuto molto l’incipit, scarno, sembra il singhiozzo disperato di un padre, di tutti i padri.
La fine è arrivata repentina, forse troppo, la speranza ha l’ultima parola, anche se mi suona strano che Lucas potrà diventare uno sciamano.
Nel complesso ho apprezzato il tuo racconto e lo un ritengo un ottimo lavoro.
Mai come oggi sembra che la cosa non venga capita e allora hai fatto bene a ricordarlo.
I figli sono il denominatore comune, la loro salvezza è la priorità di tutti i popoli, la loro sopravvivenza necessaria a che la specie umana non si estingua.
Da quanto esiste la nostra terra? Cambia, si trasforma, ma sopravvive. Siamo noi a morire.
Mi è piaciuto molto l’incipit, scarno, sembra il singhiozzo disperato di un padre, di tutti i padri.
La fine è arrivata repentina, forse troppo, la speranza ha l’ultima parola, anche se mi suona strano che Lucas potrà diventare uno sciamano.
Nel complesso ho apprezzato il tuo racconto e lo un ritengo un ottimo lavoro.
Resdei- Cavaliere Jedi
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Re: Figli
Ecco, forse lo hai asciugato troppo, alla ricerca di una prosa evocativa e densissima.
Non ci sono parole fuori posto, ma forse ce ne sono fin poche.
Si segue bene, ma ogni tanto leggendo si ha l'impressione che manchi qualcosa o anche solo che non sarebbe stato fuori luogo elaborare di più, dare più respiro, renderlo un racconto più classico e meno mistico.
L'incipit cattura, ma nell'economia del racconto è fin superfluo, secondo me. Contribuisce all'atmosfera, ma narrativamente non aggiunge molto.
Il tema c'è, ma poteva essere, come il racconto stesso, sviluppato di più, perché di nuovo si intuisce chiaramente ma ti resta la sensazione che una prosa più ampia e rilassata lo avrebbero reso più solido.
Comunque sulla qualità della scrittura non c'è molto da dire. Se lo ha scritto all'ultimo, lo hai scritto davvero bene. Se ci ha lavorato tanto per renderlo così asciutto, di nuovo hai fatto un ottimo lavoro. Non lo condivido al 100%, ma funziona.
Brav.
Non ci sono parole fuori posto, ma forse ce ne sono fin poche.
Si segue bene, ma ogni tanto leggendo si ha l'impressione che manchi qualcosa o anche solo che non sarebbe stato fuori luogo elaborare di più, dare più respiro, renderlo un racconto più classico e meno mistico.
L'incipit cattura, ma nell'economia del racconto è fin superfluo, secondo me. Contribuisce all'atmosfera, ma narrativamente non aggiunge molto.
Il tema c'è, ma poteva essere, come il racconto stesso, sviluppato di più, perché di nuovo si intuisce chiaramente ma ti resta la sensazione che una prosa più ampia e rilassata lo avrebbero reso più solido.
Comunque sulla qualità della scrittura non c'è molto da dire. Se lo ha scritto all'ultimo, lo hai scritto davvero bene. Se ci ha lavorato tanto per renderlo così asciutto, di nuovo hai fatto un ottimo lavoro. Non lo condivido al 100%, ma funziona.
Brav.
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Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: Figli
Tutti viaggiamo con la morte accanto. Quando si è giovani è nell'altro vagone, distante a sufficienza da noi. Poi arriva nel nostro stesso scompartimento ma la vediamo solo di sfuggita. Quando si siede accanto a noi, ci sembra sempre troppo presto. Però poi scendiamo sempre alla sua stessa fermata.
Sarà stato il tema, o il periodo storico nel quale viviamo, ma, per ora, la maggior parte dei racconti che ho letto sono apologhi naturalistici, favole allegoriche a volte per adulti, a volte per bambini.
Il tuo, mia cara/o autrice/ore, ha sicuramente il pregio di essere sufficientemente pulp e horror per essere per adulti. In più è veramente ben scritta.
Ma non ti dispiacerai, spero, se ti dico che violenza a parte, il tema mi sembra trattato comunque in modo un po' infantile.
Forse è l'eccessiva personificazione del male che mi disturba, o la divisione troppo netta fra buoni e cattivi, non so dirti bene.
Alla prossima
Sarà stato il tema, o il periodo storico nel quale viviamo, ma, per ora, la maggior parte dei racconti che ho letto sono apologhi naturalistici, favole allegoriche a volte per adulti, a volte per bambini.
Il tuo, mia cara/o autrice/ore, ha sicuramente il pregio di essere sufficientemente pulp e horror per essere per adulti. In più è veramente ben scritta.
Ma non ti dispiacerai, spero, se ti dico che violenza a parte, il tema mi sembra trattato comunque in modo un po' infantile.
Forse è l'eccessiva personificazione del male che mi disturba, o la divisione troppo netta fra buoni e cattivi, non so dirti bene.
Alla prossima
gipoviani- Padawan
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Re: Figli
Figli è davvero un titolo indovinato: semplice ed emblematico, come semplice e significativo è il messaggio che arriva da questo racconto.
Il mondo non è nostro, non possiamo possederlo eppure ci comportiamo come se lo fosse.
Non è nostro, è stato “vissuto” da chi c’è stato prima di noi, noi lo viviamo per il nostro tempo e poi altri si sostituiranno, ma non è di nessuno. Esistono le nazioni, i confini spartiscono terre e oceani, l’uomo le ricchezze che donano un potere che non sarà mai duraturo quanto la vita stessa.
Ogni generazione riceve quello che ci ha preceduto ha lasciato, e ogni generazione tanto viene sprecato, distrutto, inesorabilmente perduto.
Un bel messaggio questo racconto, su questo non c’è dubbio.
Sulla struttura del racconto ho però una mia nota: la partenza è buona, forse si poteva spendere qualche spazio in più per raccontarci del ritrovamento del ragazzino, di quanto lui ricordi su ciò che è accaduto, e visto che stiamo parlando di foresta, come potrebbe essere stato il suo rapporto con quell'ambiente nei giorni della prigionia...
Il finale, quello davvero importante, è piuttosto affrettato, demandato alle ultime battute, che sembrano spese con l’ansia di far “capire” al lettore un messaggio comunque chiaro e questo penalizza un lavoro discreto.
Il mondo non è nostro, non possiamo possederlo eppure ci comportiamo come se lo fosse.
Non è nostro, è stato “vissuto” da chi c’è stato prima di noi, noi lo viviamo per il nostro tempo e poi altri si sostituiranno, ma non è di nessuno. Esistono le nazioni, i confini spartiscono terre e oceani, l’uomo le ricchezze che donano un potere che non sarà mai duraturo quanto la vita stessa.
Ogni generazione riceve quello che ci ha preceduto ha lasciato, e ogni generazione tanto viene sprecato, distrutto, inesorabilmente perduto.
Un bel messaggio questo racconto, su questo non c’è dubbio.
Sulla struttura del racconto ho però una mia nota: la partenza è buona, forse si poteva spendere qualche spazio in più per raccontarci del ritrovamento del ragazzino, di quanto lui ricordi su ciò che è accaduto, e visto che stiamo parlando di foresta, come potrebbe essere stato il suo rapporto con quell'ambiente nei giorni della prigionia...
Il finale, quello davvero importante, è piuttosto affrettato, demandato alle ultime battute, che sembrano spese con l’ansia di far “capire” al lettore un messaggio comunque chiaro e questo penalizza un lavoro discreto.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Figli
Questo bel racconto mi ha lasciata un po' perplessa: tra le righe traspare una fretta esasperata, una corsa a perdifiato verso il finale e non capisco il perchè di questa urgenza perchè di caratteri ce n'erano ancora in abbondanza.
L'incipit, elaborato e curato crea delle immagini molto suggestive, ma che si staccano in modo netto con il resto del testo dove, francamente, ho avuto bisogno di una rilettura per comprendere bene le dinamiche della storia.
In questo passaggio addirittura non sono riuscita a capire con chi dialoghi Juan...
L'incipit, elaborato e curato crea delle immagini molto suggestive, ma che si staccano in modo netto con il resto del testo dove, francamente, ho avuto bisogno di una rilettura per comprendere bene le dinamiche della storia.
In questo passaggio addirittura non sono riuscita a capire con chi dialoghi Juan...
Juan si incamminò lungo il sentiero. L’uomo lo fermò afferrandolo per il braccio: ‒ Suo figlio morirà, come muoiono i nostri. Come lui uccide i nostri.
Juan si liberò dalla stretta: ‒ Non uccideremo il bambino, lo faremo vivere.
‒ Qualunque cosa faremo, lui ci distruggerà comunque.
Juan richiamò in sé la visione della dimensione del sogno: ‒ I nostri figli avranno lo stesso destino.
Il finale poi ha un sottile tono epico che non mi ha molto convinta, sembra voler introdurre una sorta di morale o un consiglio su come procedere verso il futuro: a mio personalissimo gusto preferisco che le morali, quando ci sono, emergano dal racconto stesso senza essere messe nero su bianco.
Mi da la sensazione che in questo modo l'autore tolga un briciolo di soddisfazione al lettore, perchè non lo ritiene in grado di comprendere fino in fondo la profondità del proprio scritto.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Data di iscrizione : 07.01.21
Re: Figli
Il racconto mi ha suscitato reazioni contrastanti.
Da una parte, ho apprezzato molto la linearità della trama e la chiarezza del messaggio. Tutto va dritto al punto senza divagazioni inutili. Dall'altra parte, sento che manca quel qualcosa in più che avrebbe potuto amplificare il messaggio. Avrei gradito uno sguardo più approfondito sulla foresta. Una rappresentazione più dettagliata dell'ambiente avrebbe reso il racconto più coinvolgente.
La "pancia" c'è, ma a tratti. Alla fine, ciò che ho letto mi ha coinvolto e trasmesso, ma temo che possa svanire col tempo. Immagini più vivide e incisive avrebbero reso il ricordo più indelebile.
In conclusione, un lavoro solido, ma con spazio per miglioramenti
Da una parte, ho apprezzato molto la linearità della trama e la chiarezza del messaggio. Tutto va dritto al punto senza divagazioni inutili. Dall'altra parte, sento che manca quel qualcosa in più che avrebbe potuto amplificare il messaggio. Avrei gradito uno sguardo più approfondito sulla foresta. Una rappresentazione più dettagliata dell'ambiente avrebbe reso il racconto più coinvolgente.
La "pancia" c'è, ma a tratti. Alla fine, ciò che ho letto mi ha coinvolto e trasmesso, ma temo che possa svanire col tempo. Immagini più vivide e incisive avrebbero reso il ricordo più indelebile.
In conclusione, un lavoro solido, ma con spazio per miglioramenti
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Figli
Autore, il tuo racconto aveva tutti i requisiti per volare altissimo, almeno con me, ma hai fatto 30 senza fare 31.
L'idea mi è piaciuta un casino, meno la realizzazione.
Il fatto di condensare tutto in un racconto così breve e intenso può funzionare, ma gli manca quella dose di pathos extra che sarebbe stata fondamentale; per contro, qualcosa, come l'affrettarsi verso la conclusione, sembra suggerire un'intuizione dell'ultimo minuto che, col poco tempo disponibile, ha condizionato la resa finale.
A prescindere, il racconto funziona, ma ci sono due cose che secondo me stonano.
La prima è la dimensione onirica dell'incipit. Sarà che lo step sta tirando fuori tantissimo questa componente, ma la trovo superflua. Anche se Juan è uno sciamano, non necessariamente c'è bisogno di entrare in quella struttura metafisica.
Hai scritto un racconto crudo, diretto, anche cinico: secondo me spingere il pedale del cinismo lo avrebbe fatto balzare come una Corvette Stingray dopo una cunetta. I nativi che avvelenano il figlio del manager e gli dicono: se distruggi la foresta, tuo figlio muore con essa e l'antidoto.
BAM.
E' un pugno nello stomaco. Era perfetto così. La dimensione onirica sembra quasi giustificare con arcani messaggi l'operato di Juan: non ce n'è bisogno. E' un uomo che lotta per salvare la sua gente, i suoi figli, e lo fa con l'unica arma che ha a disposizione.
BAM. Non servono giustificazioni.
Mi è piaciuto anche molto che Mathias non sia il classico uomo senza scrupoli disposto a sacrificare il figlio per i suoi interessi personali. Certo, è funzionale alla trama, ma mi è garbato come schema del personaggio.
Idem il fatto che non compaia alcuna figura femminile, come la madre di Lucas: è una cosa personale tra due padri e le rispettive generazioni. Perfetto.
Il secondo è la morale troppo esplicita del finale. Qui forse serviva una scelta di termini meno poetica, non so, c'è qualcosa di troppo retorico nelle parole di Juan, al di là di certe frasi che suonano benissimo e hanno un forte impatto emotivo.
Il titolo è ni. Funziona ma forse si poteva osare di più.
Ottima la scrittura, che sento vicina al mio modo di scrivere, e quindi per me facile da assimilare e sentire.
In definitiva, è un lavoro che mi lascia combattuto, tra idea magnifica e realizzazione che ha delle falle, delle quali mi dispiaccio parecchio perché, appunto, mi avevi colpito a fondo e non è così facile.
Valuterò.
L'idea mi è piaciuta un casino, meno la realizzazione.
Il fatto di condensare tutto in un racconto così breve e intenso può funzionare, ma gli manca quella dose di pathos extra che sarebbe stata fondamentale; per contro, qualcosa, come l'affrettarsi verso la conclusione, sembra suggerire un'intuizione dell'ultimo minuto che, col poco tempo disponibile, ha condizionato la resa finale.
A prescindere, il racconto funziona, ma ci sono due cose che secondo me stonano.
La prima è la dimensione onirica dell'incipit. Sarà che lo step sta tirando fuori tantissimo questa componente, ma la trovo superflua. Anche se Juan è uno sciamano, non necessariamente c'è bisogno di entrare in quella struttura metafisica.
Hai scritto un racconto crudo, diretto, anche cinico: secondo me spingere il pedale del cinismo lo avrebbe fatto balzare come una Corvette Stingray dopo una cunetta. I nativi che avvelenano il figlio del manager e gli dicono: se distruggi la foresta, tuo figlio muore con essa e l'antidoto.
BAM.
E' un pugno nello stomaco. Era perfetto così. La dimensione onirica sembra quasi giustificare con arcani messaggi l'operato di Juan: non ce n'è bisogno. E' un uomo che lotta per salvare la sua gente, i suoi figli, e lo fa con l'unica arma che ha a disposizione.
BAM. Non servono giustificazioni.
Mi è piaciuto anche molto che Mathias non sia il classico uomo senza scrupoli disposto a sacrificare il figlio per i suoi interessi personali. Certo, è funzionale alla trama, ma mi è garbato come schema del personaggio.
Idem il fatto che non compaia alcuna figura femminile, come la madre di Lucas: è una cosa personale tra due padri e le rispettive generazioni. Perfetto.
Il secondo è la morale troppo esplicita del finale. Qui forse serviva una scelta di termini meno poetica, non so, c'è qualcosa di troppo retorico nelle parole di Juan, al di là di certe frasi che suonano benissimo e hanno un forte impatto emotivo.
Il titolo è ni. Funziona ma forse si poteva osare di più.
Ottima la scrittura, che sento vicina al mio modo di scrivere, e quindi per me facile da assimilare e sentire.
In definitiva, è un lavoro che mi lascia combattuto, tra idea magnifica e realizzazione che ha delle falle, delle quali mi dispiaccio parecchio perché, appunto, mi avevi colpito a fondo e non è così facile.
Valuterò.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Figli
per quanto la storia sia bella e rechi un messaggio molto chiaro e significativo, non posso dire che mi sia piaciuta.
la colpa non è della trama ma della stesura, a mio parere.
francamente avrei preferito una storia un poco più lineare, senza quei cambi improvvisi e a volte inspiegabili del punto di vista.
non dici nulla, per esempio, di come il piccolo viene rilasciato, lo fai vedere direttamente in ospedale.
credo si possa migliorare parecchio il racconto aggiungendo alcune parti e inserendo un poco di pathos, visto che risulta piuttosto piatto.
la colpa non è della trama ma della stesura, a mio parere.
francamente avrei preferito una storia un poco più lineare, senza quei cambi improvvisi e a volte inspiegabili del punto di vista.
non dici nulla, per esempio, di come il piccolo viene rilasciato, lo fai vedere direttamente in ospedale.
credo si possa migliorare parecchio il racconto aggiungendo alcune parti e inserendo un poco di pathos, visto che risulta piuttosto piatto.
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Arunachala- Admin
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Re: Figli
Sotto un profilo meramente grammaticale, la punteggiatura etc., va tutto bene. La storia comunque non emoziona molto e per diversi aspetti non si presenta credibile. Vorrei aggiungere che la morale del racconto urta la mia personale sensibilità con un messaggio che reputo sbagliato: avvelenare il figlio del cattivone per raggiungere un fine giudicato superiore; questo tipo di etica (il fine giustifica i mezzi) non mi appartiene, e poiché il giudizio su un racconto riguarda, almeno in parte, i sentimenti che suscita, mi devo dichiarare poco in sintonia col testo; mi spiace.
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I racconti non si abbandonano come cani in autostrada. Si riprendono, si tolgono le pulci e li si rimette in sesto (rubata a Susanna)
A Arunachala garba questo messaggio
Re: Figli
E' un buon racconto, ma è come se ogni scena e ogni dialogo fosse sfuocato. Manca l'affondo, tutto rimane in superficie anche se la padronanza del lessico è ottima.
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Re: Figli
L’incipit crea un’atmosfera mistica che si perde nel prosieguo della trama.
In alcuni dialoghi, la scrittura - lineare nelle prime due sequenze - sembra viziata dalla fretta, dal non dire e dalla formattazione, che crea ambiguità di senso come nel dialogo tra un uomo e Juan (Chi parla a chi?) o in quello tra Juan e Mathias che si svolge nella stanza dell’ospedale.
Nella scena dell’ospedale, l’ambiguità consegue a un salto narrativo. Mathias ha massacrato Yuan, ma a questo episodio si accenna appena, per cui il tono quasi colloquiale del dialogo tra i due stona un poco; o si elimina il passaggio nello scantinato o – meglio- lo si descrive.
Lucas sembra sulla strada della guarigione, ma poi si aggrava di nuovo e sembra sul punto di morire. Invece “vivrà con la morte accanto” e forse diventerà uno sciamano. Questa fase finale del racconto avrebbe avuto bisogno di un’esposizione più ampia per suscitare emozioni, invece il NO si limita a riferire la conclusione della storia in modo asettico.
mirella- Padawan
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Re: Figli
Ciao, Penna.
Il racconto mi ha catturato fin dalla prima lettura. La mia mente rifiuta la trama, ma la pancia ha gradito molto sia la storia sia il modo di raccontarla. Non ho molto da aggiungere a questo mio commento, perché non ho trovato problemi durante la lettura né inciampi dovuti a punteggiatura e formattazioni. Non ho suggerimenti da darti per migliorare il racconto perché per me va già bene così. L'unica virgola, ma è proprio una virgola, non te la sto nemmeno a dire perché non vale nemmeno la pena sistemarla: la perfezione non esiste e quella virgola può essere l'imperfezione che rende bellissimo il racconto.
Grazie e alla prossima.
Il racconto mi ha catturato fin dalla prima lettura. La mia mente rifiuta la trama, ma la pancia ha gradito molto sia la storia sia il modo di raccontarla. Non ho molto da aggiungere a questo mio commento, perché non ho trovato problemi durante la lettura né inciampi dovuti a punteggiatura e formattazioni. Non ho suggerimenti da darti per migliorare il racconto perché per me va già bene così. L'unica virgola, ma è proprio una virgola, non te la sto nemmeno a dire perché non vale nemmeno la pena sistemarla: la perfezione non esiste e quella virgola può essere l'imperfezione che rende bellissimo il racconto.
Grazie e alla prossima.
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Re: Figli
Racconto fin troppo scarno, scheletrico e spigoloso che graffia la pelle ma che non affonda fino in fondo nella carne. Piaciuto mi è piaciuto, senza dubbio, ma non lascia un segno indelebile se non una serie di immagini, forti ma fugaci.
Due cose ho particolarmente apprezzato: l’idea del veleno senza un antidoto definitivo, soluzione che permette un ricatto continuo a Mathias, e l’amore paterno fortissimo di Mathias verso Lucas, che si sente.
Ho un dubbio sulla trama: visto la spregiudicata violenza di cui è capace Mathias, non ho capito perché non possa poi rapire e torturare gli abitanti del villaggio (o i loro figli) per farsi spiegare le tecniche per mantenere in vita Lucas senza doverlo lasciare a loro. Comunque piaciuto.
Due cose ho particolarmente apprezzato: l’idea del veleno senza un antidoto definitivo, soluzione che permette un ricatto continuo a Mathias, e l’amore paterno fortissimo di Mathias verso Lucas, che si sente.
Ho un dubbio sulla trama: visto la spregiudicata violenza di cui è capace Mathias, non ho capito perché non possa poi rapire e torturare gli abitanti del villaggio (o i loro figli) per farsi spiegare le tecniche per mantenere in vita Lucas senza doverlo lasciare a loro. Comunque piaciuto.
SuperGric- Padawan
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Re: Figli
Lo dico subito, giudizio positivo, ma rimane il rammarico per una storia che poteva essere davvero molto buona.
La scrittura mi piace, è di spessore.
Interessante anche la tematica sui figli, bene supremo per la prosecuzione della specie. Io nella storia ci ho visto anche l'esemplificazione del detto sulle colpe dei padri che ricadono sui figli, in effetti qui Lucas rimane vittima delle azioni del padre, senza che ne abbia colpa.
Per adesso ho detto solo cose positive e il racconto per me rimane positivo.
Però come hanno già detto tutti la lunghezza lo penalizza alquanto.
Non che uno debba sempre sfruttare tutti i caratteri a disposizione, però secondo me qui si poteva scrivere qualcosa in più, armonizzare un pò il tutto e togliere quella sensazione di fretta, di rapidità degli eventi, che rimane addosso al lettore alla conclusione della lettura.
Anche così la storia può funzionare, però appare meno solida di quanto poteva risultare.
La scrittura mi piace, è di spessore.
Interessante anche la tematica sui figli, bene supremo per la prosecuzione della specie. Io nella storia ci ho visto anche l'esemplificazione del detto sulle colpe dei padri che ricadono sui figli, in effetti qui Lucas rimane vittima delle azioni del padre, senza che ne abbia colpa.
Per adesso ho detto solo cose positive e il racconto per me rimane positivo.
Però come hanno già detto tutti la lunghezza lo penalizza alquanto.
Non che uno debba sempre sfruttare tutti i caratteri a disposizione, però secondo me qui si poteva scrivere qualcosa in più, armonizzare un pò il tutto e togliere quella sensazione di fretta, di rapidità degli eventi, che rimane addosso al lettore alla conclusione della lettura.
Anche così la storia può funzionare, però appare meno solida di quanto poteva risultare.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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