Ti manca

Tutto è comprensibile e resto quasi male perché ho poco da ragionarci sopra.Si capisce pure quanto durerà l'attesa.
Si capisce pure l'età grazie a quella sigaretta accesa.
Non ci sono altri indizi su questo pendolare dell'amore.

Ciao Penna. Amo spesso associare ciò che leggo alla musica. Ciò che hai scritto mi ricorda la parte finale de "L'ultimo spettacolo" di Vecchioni, un capolavoro letterario e musicale, anche storico - letterario (ma in quella si descrive un abbandono). La tua è una poesia assolutamente chiara, senza alcuna necessità d'interpretazione. Si legge anche lo stato romantico che vivi o hai vissuto. Pur apprezzando la chiarezza, forse (forse) avrei gradito di più qualche "liricità", qualche passaggio meno "liscio" e più intenso nel senso del "poetico geniale". Per concludere, poesia che racconta il sofferto "privato " ma che non coinvolge pienamente perché scevra di passaggi tipicamente poetici. Appunto, riprendendo il mio incipit, manca qualcosa alla Vecchioni de "L'ultimo spettacolo", lui, e tanti altri anche migliori, "docet". Ma insisti, cara Penna. Sento stoffa nel tuo scrivere.

Marco se n’è andato e non ritorna più e il treno delle sette e trenta senza lui… ecc. (cit. la Solitudine L. Pausini)

Leggendo questo testo, mi è venuto in mente che potesse essere adatto più come canzone che come poesia. Mi sembra singolare che l’autore in questo caso sia voluto entrare nei sentimenti di qualcun altro. Non parla di se stesso, vede una persona e ne traduce per il lettore le emozioni.
A meno che non siamo di fronte a uno sdoppiamento di personalità per cui l’io lirico si veda allo specchio. Come quando capita (e a me succede) di darsi da soli dei consigli (tipo te l’avevo detto, Monica che così bla bla… oppure:  guarda come sei ridotta, svegliati!) scusa sto divagando. 
Il testo è un racconto dolce, la seconda persona una stranezza in poesia.
Le immagini delicate e plausibili. Grazie e scusa il mio divagare.

L'amore crea spire di luce e di spine, e l'anima si dibatte fra gentili rose e rovi.

Oggi ho venduto la casa dove sono nato.
Mio fratello sulla sedia a rotelle non ha retto
l'emozione e si è commosso davanti al notaio.
Perché racconto questo?
Non lo so veramente.
O forse sì. Ti ho raccontato un avvenimento doloroso.
Tu gli avvenimenti dolorosi li fai vivere agli altri.
Tutto diventa più leggibile, ma meno efficace.

Thea Matera ha scritto:L'amore crea spire di luce e di spine, e l'anima si dibatte fra gentili rose e rovi.

    
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Il gropsso problema di questo testo credo che sia la seconda persona singolare che se va bene in prosa, a mio mdoesto parere funziona poco in poesia.
Qui mi trovo di fronte a un bellissimo testo, con sentimenti descritti in maniera chi9ara e lineare, senza sussulti ma che arrivano dritti al cuore di chi ha vissuto storie a distanza (mia moglie prima di diventare mia molgie e prima di trafserirsi a Milano viveva a Lecce, abbiamo perso il conto delle stazioni e degli aereeoporti in cui ci siamo salutati).
Domanda: perché non scriverla in prima persona singolare?

Non mi convince.

per i miei gusti troppo descrittiva e scontata. Non mi trasmette alcun sentimento degno di nota. mi spiace.

Ciao,
una semplice poesia d'amore molto cristallina
ma che per te sicuramente rappresenta qualcosa di più.
Versi liberi e diretti.

Non colgo, se non in maniera frammentaria, ritmo. A mio avviso c'è troppa cronaca che spinge a leggere come fosse un racconto. Lavorerei di più sul fattore emotivo, sulla reazione, sul dolore.

Dell'amore quando se ne va, il tutto manca. Incisiva

Poesia molto chiara, questo stile un po' discorsivo è lontano dai miei gusti, però riconosco che ha un suo perché. Mi chiedo se potessi essere più specifico/a in alcuni punti, per togliere un po' un alone di retorica che potrebbe intravedersi. Per il resto, complimenti.

Una poesia in seconda persona singolare poteva essere un colpo di genio: esser capace di staccarsi da sé e di esaminare i propri sentimenti e le proprie sensazioni con l’occhio di un attento osservatore esterno poteva davvero dimostrarsi vincente.
Ma così non è stato.
C’è un osservatore esterno, sì, ma si dimostra fin da subito ben poco attento. I versi si succedono elencando via via sensazioni già viste e sentite, piuttosto superficiali (la stazione squallida; il profumo rimasto fra le lenzuola; ecc…), senza un minimo guizzo di originalità che renda il testo davvero poetico.
Non c’è un briciolo di mistero, di atmosfera, di sguardi complici fra amanti… sappiamo perfino che tempo tre giorni e sarà di nuovo a casa.
Ok, “ti manca”, e poi?
M.

Ciao.
Versi teneri, delicati, quasi adolescenziali. 
Le tematiche, da che si scrivono poesie, sono sempre le stesse, in fondo. La separazione è super gettonata perché nostalgica e, se non è definitiva, porta in sé l’attesa dell'incontro.
Semplicità la tua poesia, che comunque ripaga e timidamente arriva.

Ciao, Penna.

Analisi metrica: versi sciolti e liberi di lunghezza variabile tra il quinario e l'endecasillabo, raccolti in cinque strofe di lunghezza variabile. Nessuna rima evidente. Punteggiatura presente. Ritmicamente la trovo scorrevole e soddisfacente.

La voce narrante è focalizzata sulla seconda persona singolare che è la protagonista femminile. Le prima strofa e quasi tutta la seconda raccontano la scena in cui c'è "lui" in terza persona singolare che è partito con il treno. Nel momento in cui scompare anche la luce della sigaretta, l'ultimo barlume della sua presenza, ecco che al termine della seconda strofa iniziano a essere descritte le sensazioni che questa scena lascia nella protagonista. L'accento della narrazione è sulla solitudine provata dalla protagonista in alcune scene: la stazione, il ritorno a casa e il ricordo della notte passata una volta rientrata.
Mi sembra di capire che si tratti di un amore a distanza, con un treno che avvicina e porta via e poi "lui" che tornerà; nonostante la consapevolezza del rientro sembra nella protagonista sembra prevalere la nostalgia dell'assenza.

Grazie e alla prossima.

le parole sono dolci, sanno davvero d'amore.
però non riesco a percepirla come poesia, scusami. potrebbe davvero essere il testo di una canzone, come ha scritto qualcuno, o semplicemente rendere pubblico un pensiero tutto tuo.
perdonami se sono critico ma, ripeto, non sa di poesia.

Leggendo questa poesia mi sono prefigurata le scende di un film in bianco e nero, con un lui molto simile a Bogart, cappello ed impermeabile e tutti gli annessi e connessi. Sapore di storia di amanti, più che di innamorati. Lascia poco alla fantasia ed alle sue suggestioni, dettagliando tutto, anche i tempi dell'attesa.

Curiosa la scelta della seconda persona, che va di pari passo con il taglio molto più prosaico dello scritto, che non da poesia.
In effetti, leggendola, si ha proprio l'impressione che sia un breve testo spezzettato in versi distinti.
Per me non è un male, non ho preconcetti sulla forma, però è anche vero che questo toglie musicalità e ritmo al componimento.

Sul tema non so bene che dire. A volte mi stupisco che le persone provino davvero emozioni e sentimenti, sarà colpa del mondo moderno, dove tutto è talmente recitato e spettacolarizzato che niente sembra più veritiero. Almeno a me.
In questa poesia le emozioni sono descritte in maniera molto cinematografica, le sento più che altro perché le "vedo", e questo a suo modo è un pregio. Però mi trasmettono poco, anche per il punto di vista esterno, in seconda persona, che racconta troppo e lascia poco all'immaginazione.

Non so, non è male ma non mi ha preso del tutto.

Ciao autore, gli amori a distanza sono dure prove, lo posso immaginare, la passione ha bisogno di fisicità, e infatti le reazioni forse eccessive della protagonista lo dimostrano (cavoli, tre giorni e lo rivede, mica tre mesi). A me dà l'idea, nonostante lo struggimento, che questa storia sia destinata a non durare. Dal punto di vista della scorrevolezza e della facilità di lettura voto alto, complimenti, meno per il contenuto, che ho trovato invece poco coinvolgente, il che è strano, visto l'argomento. Sarà forse che tutto è avvolto da una patina retrò, in bianco e nero, o quello che ti dicevo all'inizio del commento, ovvero una tendenza a enfatizzare che lascia perplessi. A rileggerci!

Penso che l'episodio faccia parte delle reali esperienze dell'aut. 
È un ricordo tenero, pieno di nostalgia, rievocato con affetto.
I limiti sono quelli già evidenziati da chi mi ha preceduto, ovvero una forma poco poetica, senza musicalità, che è sostanzialmente prosa.
E poi la mancanza di originalità, con descrizioni classiche, senza slanci particolari.
Comunque vada penso che tu, nel tuo privato, abbia già vinto, con la rivisitazione di questa pagina personale a te cara.

Ciao
Un bel momento d'amore che forse lo abbiamo vissuto in tanti descritto con passione poetica. I due versi finali non c'entrano per niente.