Millesimi

Racconto grottesco che fa sorridere anche se lascia più di una domanda senza risposta: ma d'altra parte se così non fosse non sarebbe grottesco!
A livello di dialoghi io avrei evitato il "già" nella frase Commissario, già ci sono problemi coi costi del teleriscaldamento
A fine contest mi spieghi la storia dei centimetri? Sarò tonto ma non l'ho capita...

Un'assemblea condominiale decisamente fuori dagli schemi, anche soltanto per il fatto che si svolga in un'osteria. E infatti è degenerata a causa di alcuni fattori, chiamiamoli così, esterni. Io penso che si saranno tutti divertiti anziché litigare come capita spesso (sempre) alle assemblee. 

Provo a interpretare i centimetri: qualcosa che non ha a che fare, direttamente, con la riunione. Qualcosa di più intimo, probabilmente.

Grazie

Rivolgersi al commissario o all'autorità (spesso è un giudice o un avvocato) è un must dei cento tutto dialoghi. Così il lettore già sa che siamo belli che inguaiati. Qua però non ho capito bene in che guai si sono ficcati i condomini. Uso di marijuana? Boh. Comunque il racconto mi ha lasciato poco freddino, devo essere sincero. Anche la battuta finale, quella sui centimetri, devo averla equivocata, perché Cruz in sardo vuol dire corto (cruzzu per essere precisi). A rileggerci!

L'idea mi è piaciuta, e idialoghi serrati e surreali rendono l'idea del magico mondo delle riunioni condominiali dove la follia regna sovrana. Però non avrei esagerato: da Penelope Cruz in poi il surreale tende al confuso.

Un cento che un po’ si discosta dal resto dei racconti per l’atmosfera ai limiti dell’assurdo che hai costruito miscelando i due temi, assemblea condominiale e osteria. Un caos fatto ad arte ma nel caos un po’ mi sono persa.

Femo spritz signor presidente dell'assemblea e metta a verbale co mi vogio l'Aperol e il prosecco. Dunque Il signor Leopardo porta il domatore al guinzaglio e il nonno di Moira Orfei il preventivo di spesa per riparare la gabbia della signora Cecilia che dentro ci tiene il cobra che non è un serpente ma un pensiero stupendo e alla fine dell'assemblea canterà Patti Pravo con Vasco Rossi. 
«Signor presidente voglio che si metta a verbale che il campanello del signor Rossi fa dron invece che drin»
Nun ce sto a capi più 'na mazza ferrata ma il tuo cento m'ha fatto sbellicà. Compliments assaje auctor...

Questo 100 è un caos, esattamente come il tutto deve essere apparso al povero commissario.
Non ho capito se l'affermazione della vedova è stata la causa per la quale è stata indetta l'assemblea, oppure se la stessa sia degenerata a seguita di questa grave preferenza della stessa (probabilmente quello che inganna il lettore è quel "capisco" del commissario).
Sicuramente è un 100 originale e che riesce, in maniera naturale, a fondere i due temi del contest. Credo che il racconto resti un po' sospeso in questo onirico caos non meglio definito, e questo un po' mi dispiace.

Un 100 che tenta di mischiare condominio e osteria, ma riesce solo a partorire una sensazione di caos piuttosto che di surreale o grottesco (che forse erano negli intenti dell'autore). E il senso di confusione aumenta con il cocktail di vino ed erba, fino a sfociare nel presidente "drag queen" e nella "questione di centimetri", che più che ciliegine sulla torta danno l'idea dei cavoli a merenda.
M.

Simpatico e divertente questo cento, solo alla fine non ho capito chi fosse il fantomatico presidente dell'assemblea e se l'intento  dell'autore fosse proprio quello di confondere  le acque. Comunque lettura gradevole.

Mi sono fatto un'idea personale su quei centimetri ma non la voglio svelare. Il racconto è volutamente caotico quasi da ubriachi e sembra che sia successo qualcosa che ha portato lì in osteria un commissario. Non c'ho capito nulla.

Un cento grottesco, questo.
Mi piace il genere, mi piace arrovellarmi nel trovarci un senso anche quando apparentemente non c’è.
Spesso questo genere nasconde in sé critiche alla società, alla politica, al politicamente (s)corretto o ai personaggi in voga.
Sto provando a cercarli, quindi magari ci torno su, se ne trovo!
Di solito però le drag hanno nomi altisonanti, non Antonio!

Nella mia esperienza avevo avuto il sospetto che in qualche assemblea condominiale fossero circolati troppo fumo o troppo alcool e questo brano ne è la conferma.
Il pezzo è molto divertente. Avrei eventualmente alternato, spazio permettendo, i dialoghi a parti descrittive, in quanto sotto questa forma sembra più il copione di uno sketch comico.

Divertente, folle e surreale.
Dai dialoghi si capisce sia l'accaduto che il caos che ne è seguito.
Sei riuscito nell'intendo di far sorridere il lettore (per quanto mi riguarda) e avrei tanto voluto saperne di più.

Le riunioni condominiali come a un rave party. Mi piace l'idea. 
Io di solito non partecipo proprio per non vedere trasformare tranquilli padri di famiglia in potenziali picchiatori.
Meglio l' erba, meglio il fumo e il nonsense di questo bel 'cento'.  Piaciuto.

Un 100 leggero, forse un pò caotico, ma quando mischi alcol ed erba non puoi aspettarti che le cose filino lisce.
Oltre al caos c'è un tocco di surreale che non mi dispiace.
Una bella prova, ma secondo me manca qualcosa che possa lasciare il segno.
Il fatto è che non so cos'è.

Troppo caos, per il mio personale gusto. Più o meno ho capito il senso della storia, ma il grottesco non mi affascina più di tanto e quindi mi sento un po' respinto, così come da erbe, alcolici e quant'altro.
Certamente il dialogo funziona, a parte la battuta finale che, sì, capisco il doppiosenso, ma non il senso primario, cioè perché quella battuta in risposta.

Infine, penso che questo contest sia quello con il maggior numero di Antonio chiamati in causa!

Divertente, irriverente, si differenzia parecchio dagli altri racconti.
Ci si capisce poco, ma va bene così.
Però mi ha fatto venire in mente cosa era successo a Roma alla riunione condominiale al bar (non all'osteria), e mi è venuta un po' di tristezza.

Questo 100 sarebbe da mettere in scena a teatro, pittoresco.
Mi piace anche che persone molto diverse fra loro si trovano improvvisamente unite. Condividono un momento di follia con erba e alcolici come farebbero un gruppo di amici.
Molto divertente.

Nelle riunioni condominiali del mio palazzo ci si scanna, vengono fuori i lati peggiori, tra insulti e recriminazioni. Voglio anche io gli universitari con l’erba e il signor Antonio Palumbo! Gli do la mia delega.
Un bel cento allegro e surreale. Piaciuto!

Mi spiace ma no. Non ci siamo. Io adoro l'assurdo, il grottesco e il caos ma comunque una storia si deve potere seguire. Qualcosa me lo deve lasciare. Quello che mi lascia è l'irritazione per quell'ultima frase che trovo brutta, ma soprattutto cosa vuoi dire con quell'ultima frase autore? Perché se è quello che penso io, non ci siamo proprio.
In ogni caso come detto prima il racconto non mi è piaciuto.

Cento dialogato con retrogusto di Stefano Benni.
Surreale e divertente.
Il dialogo è ben strutturato e funziona.
Davvero piacevole.
Complimenti.
Grazie.

Un testo molto originale, che parla di non so bene cosa in un luogo che non si sa dove sia con personaggi improbabili ma che rimangono impressi.
Un'insalata di personaggi colorati e insoliti, anche se credo che sia un filino eccessivo: mi è rimasta una sensazione d'incompiuto, che poi, forse è proprio il suo bello.