L'intenditore

Questo aneddoto viene da mio padre che, nel dopo guerra ha fatto mille lavori tra cui gestore di un bar. Ai tempi le bottiglie avevano il fondo e ogni volta che si stappavano ne veniva buttato un pochino perché "era stato a contatto con il tappo". Lui buttava tutto in un bottiglione e lo serviva (si, lo serviva) agli avventori ubriachi che non sapevano né quanto né cosa stavano bevendo. E' stato lui a raccontarmi che alcuni venivano nel suo bar apposta, chiedendo "la riserva della casa". Un altro mondo, un altro pianeta. Nulla di cui essere orgogliosi al giorno d'oggi ma nel primo dopo guerra toccava arrangiarsi per sopravvivere. Il racconto non ha reso come avrei voluto; forse avrebbe avuto bisogno di più cura, e invece l'ho scritto e spedito in un boccone. Il termine "rubizzo", vecchio come me, l'ho sempre abbinato agli avvinazzati. Alla prossima. Grazie per gli spunti di riflessione.

Stefi, a bocce fermo posso dirtelo: questo è uno di quei 100 che restano negli anni. E, forse, è anche merito del tuo rubizzo.
Comunque è sempre un piacere leggerti.

vivonic ha scritto:Stefi, a bocce fermo posso dirtelo: questo è uno di quei 100 che restano negli anni. E, forse, è anche merito del tuo rubizzo.
Comunque è sempre un piacere leggerti.

E adesso un bicchiere di vino sfuso lo prendiamo ancora   o stappiamo la bottiglia rigorosamente a tavola?

Un cento che nasce da esperienze personali, da storie di vita, vale il doppio. Grazie per aver condiviso.

Grazie per l'apprezzamento, ragazzi...
Consiglio un prosecchino con bottiglia al tavolo... tanto per andare sul sicuro!