Il comando

Un bel racconto, semplice e lineare, che esplora l'umanità di un figlio di Dio.
In poche parole hai raccontato molto di entrambi i personaggi.
La scrittura è fluida e il testo si legge bene senza inciampi.
Forse non è molto originale l'idea, dato che il tema erano i morti, ma è originale il taglio che hai voluto dare.

Ciao Aut-

Il tema è "I morti" ma qui di morti ce n'è uno solo, e lo dico con gran dispiacere perché il tuo 100 mi è piaciuto davvero tanto. Forse sarò clemente e, per il fatto di aver nominato il "mondo dei vivi", ti concederò di aver inserito il "mondo dei morti".
Nei vangeli è scritto che Gesù pianse davanti alla tomba di Lazzaro e la gente commentava "lo amava tanto". C'è anche scritto che Gesù non si affrettò quando venne raggiunto dalla notizia della malattia dell'amico, però questo ce lo teniamo tra noi due. C'è una cosa però che secondo me andrebbe corretta: Gesù nei vangeli si rivolge a Dio chiamandolo Padre.
Invece è perfetto il richiamo all'umanità di Gesù, quella descritta soprattutto nella passione ("allontana da me questo calice") ma poco sviluppata altrove; hai trovato un buon punto dove inserire il tuo racconto, storico al cento per cento.

Grazie e alla prossima.

Ciao Penna. Sono un credente, tiepido per le funzioni, ma sincero. Riesco però, e spesso lo faccio anche io, a distaccarmi dal "credo" quando si tratta di letteratura. E a me, questo tuo Cristo umanizzato, mi è piaciuto molto. Mi ha ricordato molto, fin dall'inizio, lo splendido Dialoghi con Leucò, con dei "sdeizzati" che parlano con miti e umani facendo emergere le problematiche dell'uomo. Te lo dico già, non so in che posizione ma entrerai nei miei cinque. Grazie.

Piccola riflessione: i dialoghi nei racconti rendono i personaggi più umani e qui, caro autore, vediamo Gesù in tutta la sua umanità.
Buona la forma.

Originale il tentativo di vedere la resurrezione di Lazzaro con occhi diversi. I suoi (perché li lasci bendati fino alla fine?) e quelli di un Gesù che oltre ad essere umanizzato, sembra testare se funzionano i suoi poteri, tramite il Padre. Qualcosa mi piace e qualcosa mi convince meno, comunque interessante e coraggioso, grazie.

Il tema scelto non è tra i miei preferiti, non è il genere di storie che mi piace leggere, ma questo è mero gusto personale ed esula dal mio giudizio sul racconto.
Hai deciso di trattare un episodio arcinoto in modo molto particolare, delicato ed efficace. Hai reso umane figure che (nella mia concezione) sono molto distanti da quello che è umano e in questo sei stato molto bravo. L’abbracci ofraterno finale è carico di pathos, bello.
Non capisco perché il sudario debba essere tolto solo a fine dialogo ma credo che non sia poi così importante.

Ciao autore.

Bel racconto, ci fa vedere un parallelo di quel miracolo di Gesù.
Più che parallelo, lo fa vedere con occhi diversi. Forse più intimi, riprendendo il rapporto forte già narrato dalle scritture.
Ti posso dire che non è la mia bevanda preferita, ma me l'hai fatta piacere.

Grazie e a rileggerci.

L'aspetto interessante del cento è senz'altro l'umanità che trapela da Gesù, quel non accettare la morte dell'amico, quel mettere alla prova i "poteri" del Padre.
Lazzaro inizialmente sembra quasi scocciato, ma nell'abbraccio finale sembra quasi perdonare l'amico per averlo riportato in vita.
Un cento davvero particolare, incentrato su alcuni aspetti importanti della vicenda che non vengono di solito presi in considerazione (uno su tutti: Lazzaro voleva davvero risorgere? Lo aveva chiesto?)