1956
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Re: 1956
Ciao Aut@
Le ossa dei morti si usano anche dalle mie parti, a 100 km a sud di Milano, ma non i regali
e la cosa peggiore è che non venivo lasciata a casa con i dolci ma dovevo seguire i miei genitori nella peregrinazione da un cimitero all'altro.
Ok, basta divagare.
Come vedi il tuo racconto mi ha portato alla mente il tuo vissuto e lo hai fatto parlando di una storia di emigrazione "interna". Strano che i genitori non abbiano comunque mantenuto viva la tradizione con un dolcetto o un regalino, ma va bene così. L'unica nota stonata (a pare mio) è quel "Piansero!" : piazzato lì in mezzo a due frasi ha creato una interruzione inutile.
Le ossa dei morti si usano anche dalle mie parti, a 100 km a sud di Milano, ma non i regali
e la cosa peggiore è che non venivo lasciata a casa con i dolci ma dovevo seguire i miei genitori nella peregrinazione da un cimitero all'altro.
Ok, basta divagare.
Come vedi il tuo racconto mi ha portato alla mente il tuo vissuto e lo hai fatto parlando di una storia di emigrazione "interna". Strano che i genitori non abbiano comunque mantenuto viva la tradizione con un dolcetto o un regalino, ma va bene così. L'unica nota stonata (a pare mio) è quel "Piansero!" : piazzato lì in mezzo a due frasi ha creato una interruzione inutile.
Stefy- Padawan
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Re: 1956
mi spiace ma non riesco ad apprezzarlo.
ci sono cose che non quadrano, come già ti hanno fatto notare.
innegabile che l'idea sia buona e originale, ma la composizione lascia il tempo che trova, ossia non mi porta alcuna emozione.
ci sono cose che non quadrano, come già ti hanno fatto notare.
innegabile che l'idea sia buona e originale, ma la composizione lascia il tempo che trova, ossia non mi porta alcuna emozione.
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Arunachala- Admin
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Re: 1956
Molto bella l’idea di fondo, forse vissuta realmente dall’aut*. Passato nostalgico che porta bei ricordi, nonostante i pianti dei bambini. Bel 100. Grazie.
Marcog- Padawan
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Re: 1956
I dolci mi piacciono, ma non ne conosco nessuno di quelli da te citati.
Dopo questo commento andrò subito a documentarmi.
Il racconto è molto interessante, descrive una tradizione regionale legata alla commemorazione dei defunti di cui non ero a conoscenza e alla quale mai avrei pensato. Fare regali in quel giorno particolare fa strano.
Per me il racconto è positivo, però manca qualcosa, un guizzo, una descrizione, una trovata che lo faccia salire ai primi posti della classifica.
Dopo questo commento andrò subito a documentarmi.
Il racconto è molto interessante, descrive una tradizione regionale legata alla commemorazione dei defunti di cui non ero a conoscenza e alla quale mai avrei pensato. Fare regali in quel giorno particolare fa strano.
Per me il racconto è positivo, però manca qualcosa, un guizzo, una descrizione, una trovata che lo faccia salire ai primi posti della classifica.
Byron.RN- Cavaliere Jedi
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Re: 1956
Ho beccato, uno dietro l’altro, due racconti che mi riportano a casa (mi riferisco a C’era una chiesa). Qui viene preso in esame il punto di vista dei bambini che tante volte non comprendono quanto radicale possa essere un cambiamento e quanto forte possa rimanere l’attaccamento alle radici. Da emigrato, posso dire che sradicare le proprie radici è un processo lungo (probabilmente non si completerà nell’arco di una vita) e tante volte anche le piccole cose come un dolcetto, sono necessarie per trovare un appiglio che ci faccia sentire ancora legati a quello che eravamo. Quindi complimenti per la scelta del tema e per come lo hai trattato.
Qualche appunto sullo stile di scrittura, che trovo a volte troppo scolastico e didascalico (quel “Piansero!” sembra davvero troppo da romanzo dell’Ottocento).
Qualche appunto sullo stile di scrittura, che trovo a volte troppo scolastico e didascalico (quel “Piansero!” sembra davvero troppo da romanzo dell’Ottocento).
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IN GRAN SILENZIO OGNI PARTIGIANO GUARDAVA QUEL BASTONE SU IN COLLINA.
REACH OUT AND TOUCH FAITH! Sembrano di sognante demoni gli occhi, e i rai
del lume ognor disegnano l’ombra sul pavimento,
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Re: 1956
Ciao Aut-
La trama traballa un po'. I bambini si svegliano presto e sono in casa da soli. Ci sta che pensino che i grandi (che io avrei scritto senza virgolette) sono al cimitero, però ovviamente i grandi non sono andati al cimitero perché stanno a Milano e non in Sicilia. Dove sono stati? Resta il mistero. Ho immaginato che fossero a messa, ma allora perché non portare anche i bambini?
Al di là di questo mistero non svelato, direi che il 100 ci sta. Il tema è "I morti" nel senso delle festività legate al due novembre. Sarebbe da scoprire se davvero le famiglie appena trapiantate a Milano nel 1956 avessero rinunciato alle proprie tradizioni in modo così improvviso.
Grazie e alla prossima.
La trama traballa un po'. I bambini si svegliano presto e sono in casa da soli. Ci sta che pensino che i grandi (che io avrei scritto senza virgolette) sono al cimitero, però ovviamente i grandi non sono andati al cimitero perché stanno a Milano e non in Sicilia. Dove sono stati? Resta il mistero. Ho immaginato che fossero a messa, ma allora perché non portare anche i bambini?
Al di là di questo mistero non svelato, direi che il 100 ci sta. Il tema è "I morti" nel senso delle festività legate al due novembre. Sarebbe da scoprire se davvero le famiglie appena trapiantate a Milano nel 1956 avessero rinunciato alle proprie tradizioni in modo così improvviso.
Grazie e alla prossima.
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Re: 1956
Ciao autore.
Bello spaccato di vita, probabilmente ci siamo stati tutti in una situazione simile, non magari da emigrati ecco.
Hai reso bene l'idea e i personaggi sono ben delineati con le loro emozioni.
Grazie e a rileggerci.
Bello spaccato di vita, probabilmente ci siamo stati tutti in una situazione simile, non magari da emigrati ecco.
Hai reso bene l'idea e i personaggi sono ben delineati con le loro emozioni.
Grazie e a rileggerci.
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Midgardsormr- Padawan
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Re: 1956
Un bel cento, carico di quei bei ricordi che immagazziniamo dall'infanzia e che alla fine siamo noi.
Le radici sono ciò che ci ancora al passato, che ci sostiene e ci dà un senso: sradicarle è sempre un operazione delicata e complicata. Molto tenero e profondo questo spaccato di vita ricco di emozioni, crudele nella sua realtà.
Le radici sono ciò che ci ancora al passato, che ci sostiene e ci dà un senso: sradicarle è sempre un operazione delicata e complicata. Molto tenero e profondo questo spaccato di vita ricco di emozioni, crudele nella sua realtà.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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