1956
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1956
I due fratellini si svegliarono presto quel giorno e incominciarono a rovistare per tutta la casa in cerca di qualcosa che sapevano doveva esserci.
Nulla… Nessuna nzudda, nessuna rama di Napoli, nessun totò e neanche qualche ossa di morto. Ma quel che più li angustiava era non aver trovato neanche un giocattolo che facesse loro compagnia mentre i “grandi” erano al cimitero a trovare i parenti defunti.
Piansero! I grandi tornarono e li trovarono così, abbracciati e piangenti.
«Avrete i giocattoli in regalo per Natale e mangerete un dolce buonissimo che fanno da queste parti: il panettone!
Ormai viviamo a Milano!»
Nulla… Nessuna nzudda, nessuna rama di Napoli, nessun totò e neanche qualche ossa di morto. Ma quel che più li angustiava era non aver trovato neanche un giocattolo che facesse loro compagnia mentre i “grandi” erano al cimitero a trovare i parenti defunti.
Piansero! I grandi tornarono e li trovarono così, abbracciati e piangenti.
«Avrete i giocattoli in regalo per Natale e mangerete un dolce buonissimo che fanno da queste parti: il panettone!
Ormai viviamo a Milano!»
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A paluca66 e tommybe garba questo messaggio
Re: 1956
Milan l'è semper Milan! Mi smentiscano i milanesi se mi sbaglio. Io c'andrei domani.
Non fu certamente così per i protagonisti fanciulli di questo bel cento che ci riporta indietro nel tempo, quando l'immigrazione "domestica" era molto forte, come forti devono essere state le sofferenze dei bimbi "costretti" dai genitori a cambiare vita per ragioni di lavoro. Io penso che la sofferenza non c'è stata solo per i minori, ma anche per gli adulti. E forse pure di più.
Volevo aspettare ma non ce la faccio: domani mi compro il panettone!
Grazie
Non fu certamente così per i protagonisti fanciulli di questo bel cento che ci riporta indietro nel tempo, quando l'immigrazione "domestica" era molto forte, come forti devono essere state le sofferenze dei bimbi "costretti" dai genitori a cambiare vita per ragioni di lavoro. Io penso che la sofferenza non c'è stata solo per i minori, ma anche per gli adulti. E forse pure di più.
Volevo aspettare ma non ce la faccio: domani mi compro il panettone!
Grazie
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"Già credo che in qualunque punto dell'universo ci si stabilisca si finisce coll'inquinarsi. Bisogna moversi. La vita ha dei veleni, ma anche degli altri veleni che servono di contravveleni. Solo correndo si può sottrarsi ai primi e giovarsi degli altri."
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Re: 1956
Caro/a Autore/trice,
un racconto che tiene la suspance fino alla fine.
Porta ad essere tristi per le lacrime dei bambini e poi quasi a sorridere per le motivazioni conclusive.
Ben scritto.
Grazie.
un racconto che tiene la suspance fino alla fine.
Porta ad essere tristi per le lacrime dei bambini e poi quasi a sorridere per le motivazioni conclusive.
Ben scritto.
Grazie.
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SCM- Younglings
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Re: 1956
Ma i "grandi" vanno a trovare i parenti morti... a Milano?
Non dovrebbero essere a Napoli?
Comunque carino.
Non dovrebbero essere a Napoli?
Comunque carino.
FedericoChiesa- Padawan
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A Arunachala garba questo messaggio
Re: 1956
I piccoli piangono per non aver potuto giocare, nel 56 erano pochi i giocattoli, i bimbi si divertivano sotto casa, a Milano un pò difficoltoso senza sorveglianza degli adulti.
avranno parenti defunti anche a Milano i genitori?
avranno parenti defunti anche a Milano i genitori?
GENOVEFFA FRAU- Younglings
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Re: 1956
Quando emigrare voleva dire anche sradicarsi da riti e tradizioni della propria terra.
La maggior parte degli emigrati, almeno i primi che arrivarono al nord, cercarono comunque di mantenerli vivi, sia pure adottando altre usanze: dolci tradizionali per la festa di Ognissanti e per i Defunti sono di fatto presenti in tutte le regioni, talvolta preparati solo in queste giornate, in tempi in cui anche un piccolo dolce era un lusso.
La maggior parte degli emigrati, almeno i primi che arrivarono al nord, cercarono comunque di mantenerli vivi, sia pure adottando altre usanze: dolci tradizionali per la festa di Ognissanti e per i Defunti sono di fatto presenti in tutte le regioni, talvolta preparati solo in queste giornate, in tempi in cui anche un piccolo dolce era un lusso.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: 1956
Il 1956 è il mio anno di nascita, e già questo ti metterebbe in buona posizione.
Un po' meno il testo, che ho trovato poco accattivante e per niente logico. Se si parla di una famiglia di emigranti, da Napoli a Milano, come possono aver lì i defunti? Non credo che i genitori avrebbero lasciato i figli soli per il tempo di un viaggio a Napoli e ritorno.
M.
Un po' meno il testo, che ho trovato poco accattivante e per niente logico. Se si parla di una famiglia di emigranti, da Napoli a Milano, come possono aver lì i defunti? Non credo che i genitori avrebbero lasciato i figli soli per il tempo di un viaggio a Napoli e ritorno.
M.
M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Re: 1956
Santo internet. Non sapevo che la ‘nzudda’ fosse un dolce siciliano e neppure conoscevo le “rame di Napoli” (sicule pure quelle?). Dolcetti nel giorno dei morti. In fondo una sorta di halloween nostrano di cui non conoscevo la tradizione.
Questa è la frase che mi ę piaciuta di meno:
“ Piansero! I grandi tornarono e li trovarono così, abbracciati e piangenti.”
Ci sono incoerenze già segnalate, ma trovo che il soggetto scelto sia uno dei più interessanti.
Questa è la frase che mi ę piaciuta di meno:
“ Piansero! I grandi tornarono e li trovarono così, abbracciati e piangenti.”
Ci sono incoerenze già segnalate, ma trovo che il soggetto scelto sia uno dei più interessanti.
Petunia- Moderatore
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Re: 1956
Bello... bello il senso del trasbordare la vita propria e quello della famiglia in un luogo lontano dalle origini e si sente tutta l'angoscia del dover dire d'essere parte d'un luogo che non è parte e alla fine ce magnamm o panettone 'n copp o Vesuvio in foto. Mi ha preso molto e molto racconta in un cento parole che dipinge un'epoca in cui il nostro paese cambiava dopo la guerra... Apprezzatissimo.
Ospite- Ospite
Re: 1956
C'è qualche contraddizione, ma il racconto è reale e bello.
L'emigrazione interna procurava sofferenze allo stesso modo di quella dei grandi viaggi.
In modo delicato e velato tu ce la racconti.
I dolci delle origini servono a stemperare l'amaro di quel presente.
Molto bravo.
L'emigrazione interna procurava sofferenze allo stesso modo di quella dei grandi viaggi.
In modo delicato e velato tu ce la racconti.
I dolci delle origini servono a stemperare l'amaro di quel presente.
Molto bravo.
tommybe- Cavaliere Jedi
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Re: 1956
Subito attratto dall'anno. Nel 1955 furono invece i miei a emigrare e ad adattarsi alle usanze locali.
Qualche inconguenza ma, vabbè, capita. Quel che mi è piaciuto di più, e scommetto che l'hai fatto apposta, è la golosissima lista di dolci che conoscevo solo in minima parte. Bella pure la parte iniziale con i bambini che frugano la casa da cima in fondo in cerca di quei dolci di cui si è parlato. Chissà quante volte l'avrò fatto pure io!
Qualche inconguenza ma, vabbè, capita. Quel che mi è piaciuto di più, e scommetto che l'hai fatto apposta, è la golosissima lista di dolci che conoscevo solo in minima parte. Bella pure la parte iniziale con i bambini che frugano la casa da cima in fondo in cerca di quei dolci di cui si è parlato. Chissà quante volte l'avrò fatto pure io!
tontonlino- Younglings
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Re: 1956
Chiedo scusa per la mia ignoranza, ma il giorno dei morti in Sicilia si regalo giochi?
Anche io mi sono chiesta dove fossero andati i genitori visto che a Milano probabilmente non avevano nessuno nei cimiteri.
Ci sono delle incongruenze, bella la parte dei dolci che richiama la Sicilia senza nominarla, però non mi ha convinta.
Mi dispiace
Anche io mi sono chiesta dove fossero andati i genitori visto che a Milano probabilmente non avevano nessuno nei cimiteri.
Ci sono delle incongruenze, bella la parte dei dolci che richiama la Sicilia senza nominarla, però non mi ha convinta.
Mi dispiace
Mac- Padawan
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Re: 1956
Racconto di emigrazione intenso ma che andrebbe forse gestito meglio. Ci sono incongruneze, come ti hanno già segnalato gli altri amici prima di me. E anche questo taglio con le tradizioni del passato mi sembra troppo netto.
Migliorabile ma interessante.
Grazie.
Migliorabile ma interessante.
Grazie.
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I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Cavaliere Jedi
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Re: 1956
Se fossi razzista ti direi: torna al tuo paese ma son di Milano e quindi ti accolgo a braccia aperte ma ti privo di panettone a Natale. Vabbè la prendo come una barzelletta e ti dico che mi è piaciuta.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: 1956
Molto carino questo cento visto con gli occhi dei bambini.
Da milanese sorrido con amarezza, mi vengono in mente tanti meridionali che dopo anni vissuti a Milano arrivano a parlare male e disprezzare la loro terra natìa chissà poi perché...
Ti segnalo quella che mi sembra una piccola incongruenza, i "grandi" sono al cimitero e se hanno lasciato a casa i bambini viene da pensare che il cimitero sia quello di Milano: molto strano che i parenti siano sepolti lì, soprattutto in quanto si intuisce che l'arrivo a Milano sia molto recente.
Da milanese sorrido con amarezza, mi vengono in mente tanti meridionali che dopo anni vissuti a Milano arrivano a parlare male e disprezzare la loro terra natìa chissà poi perché...
Ti segnalo quella che mi sembra una piccola incongruenza, i "grandi" sono al cimitero e se hanno lasciato a casa i bambini viene da pensare che il cimitero sia quello di Milano: molto strano che i parenti siano sepolti lì, soprattutto in quanto si intuisce che l'arrivo a Milano sia molto recente.
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paluca66- Maestro Jedi
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Re: 1956
Il dramma di essere sradicati dalle proprie origini vissuto dai due fratellini è stato condiviso nel tempo da adulti e anziani. Toccante. Non si comprende bene quali defunti vadano a trovare i grandi.
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Menico- Younglings
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Re: 1956
Un racconto piacevole ma nulla di più. Il messaggio è chiaro. limpido ma non così d'impatto. Ottimo il punto di vista dei bambini ma purtroppo qualcosa manca e non so manco io dire cosa.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: 1956
Piacevole. Non apprezzo tuttavia il finale: troppo descrittivo e didascalico.
Apprezzo invece molto la scelta del tema: i costi psicologici della migrazione (interna in questo caso)
Da emigrato (seppur senza valigia di cartone) lo trovo però irrealistico. Su cento famiglie meridionali solo una magari si sarebbe immediatamente adattata alle usanze locali. I grandi in fondo tengono alle radici ancora più dei bambini.
Apprezzo invece molto la scelta del tema: i costi psicologici della migrazione (interna in questo caso)
Da emigrato (seppur senza valigia di cartone) lo trovo però irrealistico. Su cento famiglie meridionali solo una magari si sarebbe immediatamente adattata alle usanze locali. I grandi in fondo tengono alle radici ancora più dei bambini.
gipoviani- Padawan
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Re: 1956
Che strano 100. Innanzitutto perché conosco esattamente tutti i quattro tipi di dolci nominati, tipici dei morti (i morti, non Ognissanto o altro), e anche l'usanza dei doni. Non pensavo più ai morti che portano i regali da almeno due decenni, forse tre; eppure mi è venuto in mente mio nonno e un cavalluccio a dondolo, e anche un sacchetto pieno di quei dolci lì (c'era pure un "pesce" di composta di mele cotogne, ma forse erano troppe parole per includere anche la "cotognata").
Mi ricordo anche che lo dovetti cercare, quel cavalluccio a dondolo... Andai in giro per tutta la casa finché non lo trovai, e accanto il sacchetto pieno di dolci, appunto. Solo anni più tardi avrei capito che era stato il nonno in quel lontano giorno dei morti del 1988...
Ora: è difficile provocare certe emozioni in chi non le ha vissute: più che emozioni, infatti, legate al testo, in questo caso esse sono legate ai ricordi.
Io ho il babbo di Catania e la mamma di Milano, quindi non ho avuto nessun problema a immaginare dove fossero andati i grandi; solo che, nella mia idea, i grandi sono la mamma e i nonni materni, che vanno a trovare i bisnonni e altri; il babbo no, lui è alla Falck a Sesto.
Per questo non capisco perché ci si chieda quali morti vadano a trovare: ma chi se ne frega, santo cielo??? Ma perché non possiamo mai leggere quello che ci viene offerto e dobbiamo sempre metterci il nostro punto di vista in mezzo?
Oltretutto è anche assolutamente credibile la storia dell'adattamento al nuovo stile di vita: i "grandi" non possono perpetrare una tradizione che ridicolizzerebbe i bambini a scuola (ve li immaginate a raccontare a maestri e compagni dei regali dei morti?), e poi è abbastanza ostico procurarsi i dolci dei morti a Milano
Meglio, quindi, spiegar loro che adesso tutto è diverso. I bambini soffrono, ma poi accettano e si integrano; ai "grandi", ancora una volta, sta agevolare questo passaggio, perché prima si integrano i loro figli e meglio staranno.
Autore, a fine lettura non avevo neanche preso in considerazione il fatto di votarti; ora, dopo questo commento in cui ho capito mentre scrivevo tutto quello che sei riuscito a dirci, non ne sono più così sicuro.
Complimenti!
Mi ricordo anche che lo dovetti cercare, quel cavalluccio a dondolo... Andai in giro per tutta la casa finché non lo trovai, e accanto il sacchetto pieno di dolci, appunto. Solo anni più tardi avrei capito che era stato il nonno in quel lontano giorno dei morti del 1988...
Ora: è difficile provocare certe emozioni in chi non le ha vissute: più che emozioni, infatti, legate al testo, in questo caso esse sono legate ai ricordi.
Io ho il babbo di Catania e la mamma di Milano, quindi non ho avuto nessun problema a immaginare dove fossero andati i grandi; solo che, nella mia idea, i grandi sono la mamma e i nonni materni, che vanno a trovare i bisnonni e altri; il babbo no, lui è alla Falck a Sesto.
Per questo non capisco perché ci si chieda quali morti vadano a trovare: ma chi se ne frega, santo cielo??? Ma perché non possiamo mai leggere quello che ci viene offerto e dobbiamo sempre metterci il nostro punto di vista in mezzo?
Oltretutto è anche assolutamente credibile la storia dell'adattamento al nuovo stile di vita: i "grandi" non possono perpetrare una tradizione che ridicolizzerebbe i bambini a scuola (ve li immaginate a raccontare a maestri e compagni dei regali dei morti?), e poi è abbastanza ostico procurarsi i dolci dei morti a Milano

Meglio, quindi, spiegar loro che adesso tutto è diverso. I bambini soffrono, ma poi accettano e si integrano; ai "grandi", ancora una volta, sta agevolare questo passaggio, perché prima si integrano i loro figli e meglio staranno.
Autore, a fine lettura non avevo neanche preso in considerazione il fatto di votarti; ora, dopo questo commento in cui ho capito mentre scrivevo tutto quello che sei riuscito a dirci, non ne sono più così sicuro.
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: 1956
L'anno del titolo ci fa ricordare quel periodo storico in cui si verificò l'esodo di massa dal sud al nord Italia. Il brano è semplice ma ben scritto. L'episodio o meglio il ricordo è solo apparentemente banale, perché penso che, per quei bambini, il trauma dello sradicamento dai luoghi natali e dalle loro abitudini consolidate, sia rimasto vivo e indelebile nel tempo nelle loro menti di adulti.
Ripeto, racconto semplice ma molto piacevole.
Ripeto, racconto semplice ma molto piacevole.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: 1956
Come ho scritto altrove, idea interessante, realizzazione che non mi ha convinto.
Non sono riuscito a entrare nell'atmosfera del "dramma" dell'emigrazione, dei suoi risvolti pratici, complice sicuramente una scarsa conoscenza della materia.
Lì per lì non avevo notato il discorso dei defunti che ha poco senso si trovino a Milano se la famiglia è originaria della Sicilia, ma leggendo i commenti effettivamente il problema c'è.
A meno che uno dei due genitori sia milanese.
Ma allora non mi torna molto il Ora viviamo a Milano. Quindi prima il genitore milanese si era trasferito a vivere in Sicilia con il/la consorte e poi è riemigrato con tutta la famiglia al nord.
Un po' cervellotico e, forse, anche poco coerente col tema dell'emigrazione dal sud che il titolo suggerisce.
Non so, forse sto fantasticando troppo io.
A rileggerci!
Non sono riuscito a entrare nell'atmosfera del "dramma" dell'emigrazione, dei suoi risvolti pratici, complice sicuramente una scarsa conoscenza della materia.
Lì per lì non avevo notato il discorso dei defunti che ha poco senso si trovino a Milano se la famiglia è originaria della Sicilia, ma leggendo i commenti effettivamente il problema c'è.
A meno che uno dei due genitori sia milanese.
Ma allora non mi torna molto il Ora viviamo a Milano. Quindi prima il genitore milanese si era trasferito a vivere in Sicilia con il/la consorte e poi è riemigrato con tutta la famiglia al nord.
Un po' cervellotico e, forse, anche poco coerente col tema dell'emigrazione dal sud che il titolo suggerisce.
Non so, forse sto fantasticando troppo io.
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Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: 1956
Ciao autore, il tuo 100 mi è proprio piaciuto, ho trovato la voglia di regalarci un po' di vissuto tuo, ho letto della nostalgia di un episodio forse realmente vissuto o comunque rielaborato. Ho avuto questa idea per la data, penso, così precisa, un riferimento così puntuale vorrà pur dire qualcosa. Se poi non è così non importa, a me interessa soprattutto cosa ho provato io lettore e qua ho provato delle emozioni positive. Che poi, questa storia dei defunti a Milano, i genitori possono benissimo essere usciti per fare altro e i bambini, come si sono immaginati ci fossero i dolci e i doni, si sono inventati anche la gita al cimitero. A rileggerci!
Akimizu- Cavaliere Jedi
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A vivonic garba questo messaggio
Re: 1956
Mi piace più il contenuto che per la realizzazione in sé. Non conoscevo i dolci, nè la tradizione, ma dal contesto si capisce tutto anche senza ricorrere a una ricerca. Forse non alla prima lettura, ma alla seconda sì. E funziona. La scrittura forse potrebbe essere più curata o più moderna, ma il 100 è comunque bello.
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Asbottino- Padawan
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Re: 1956
Ciao Penna. Quante volte sono "emigrato"! Il tuo racconto è delicato, "addolcito", nostalgico e a mio avviso coglie nel segno. Mi piace quel sentimento di perdita subito seguito da nuovi stimoli e avventure, con nuove dolcezze da cui spiluccare mandorle e canditi. Grazie.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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A vivonic garba questo messaggio
Re: 1956
ciao, autore.
100 che sa di ricordi personali, l'anno lo spiega.
purtroppo non conosco i dolci ma immagino siano buoni a giudicare dal pianto dei bambini.
cambia la città dove si vive, cambiano le usanze.
un mini ben riuscito.
100 che sa di ricordi personali, l'anno lo spiega.
purtroppo non conosco i dolci ma immagino siano buoni a giudicare dal pianto dei bambini.
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Resdei- Cavaliere Jedi
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