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Il vecchio dell’isola Comacina

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Il vecchio dell’isola Comacina Empty Il vecchio dell’isola Comacina

Messaggio Da almarc Gio Set 29, 2022 5:14 pm

Stefano è nato in un paesino in riva al lago di Como. Nei pomeriggi d’estate, quando il sole è alto nel cielo e la calura rende l’aria irrespirabile, è il primo a tuffarsi in acqua davanti al porticciolo, seguito dal gruppo di ragazzini con i quali gioca a basket nel campetto fronte lago. Sono tutti nuotatori provetti, grazie alla guida di papà, campione di pallanuoto.
Oggi Stefano compie dieci anni. Ricorda a papà la sua promessa: – Quando avrai dieci anni, potrai nuotare fino all’isolotto. Io ti seguirò in barca da lontano. –
La sua pilotina è ancorata lì vicino e papà gli fa cenno di partire.
Sa che il suo stile è buono, ma per nuotare fino all’isola ci vorrà almeno un quarto d’ora.
 
Stefano lotta contro la corrente d’acqua fredda che scende dall’alto lago, ma non si perde d’animo e raggiunge la riva affaticato, ma soddisfatto. Il sole del pomeriggio accende la vegetazione di un verde brillante. Riprende fiato, poi decide di curiosare intorno al vecchio casolare che spunta sulla collinetta al centro dell’isola.
Percorre un sentiero erboso, attraverso robusti filari di vite. A metà salita lo sguardo si allarga e abbraccia tutta l’isola. Una leggera brezza sale dal lago. Nel silenzio ode il brusio degli insetti e da lontano arriva il frinire incessante delle cicale.
Raggiunta la piccola radura, scopre un vecchio seduto dietro un ruvido tavolo in pietra, all’ombra di un acero gigante.
Si ferma timoroso a pochi passi e lui, con ampi gesti, lo incoraggia ad avvicinarsi.   Poi, sorridendo, gli chiede:
 
– Ciao, quanti anni hai?
– Dieci, – risponde, – oggi è il mio compleanno!
– Ci vuole un brindisi, dunque! Vuoi assaggiare del vino dolce?
– Veramente non saprei, ma posso provare. Ormai sono grande.
 
Il vecchio afferra una delle bottiglie sul tavolo e gli versa due dita di spumante. Stefano lo beve in un fiato.
 
– Buono?
– Si, anche se mi brucia un po’ la gola.
– Come trovi le tue compagne?
– Mah. Sono così strane.
– E gli amici?
– Ho un amico in particolare, io e lui ci divertiamo un sacco.
– Beato te che sei giovane, e hai tutta una vita davanti. Ora puoi andare, vediamoci ancora qui fra dieci anni, così mi potrai raccontare gli sviluppi.
 
Il giorno del suo ventesimo compleanno, ripercorre a nuoto la distanza fino all’isola, e si avvia di buon passo attraverso il vigneto fino al casolare semi diroccato.
Lo stesso vecchio lo sta aspettando.
È un giovanotto, ormai, e teme di non essere riconosciuto, ma lui non ha dubbi. Impaziente di rivederlo, lo saluta con ampi gesti e gli porge un bicchiere colmo di vino rosso.
Lui lo afferra senza esitare.
 
– Buono, – esclama, – è vino merlot, giusto?
– Già. Meglio brindare con un vino vero, non sei d’accordo?
– Certo. Cosa c’è nell’altra bottiglia?
– Vino bonarda leggermente frizzante, – risponde, – e gli riempie un altro bicchiere.
– Un bicchiere basta, grazie. Devo ritornare nuotando.
– Capisco, la prossima volta ti farò gustare anche il rosato delle vigne che hai attraversato per arrivare fin quassù. Ma dimmi, piuttosto, come hai vissuto questi dieci anni?
– Bene.
– E le ragazze?
– Sono un incanto. Mi innamoro di una nuova ogni tre mesi.
– Amici?
– Tantissimi. Suono la chitarra in un complessino e spesso ci invitano a fare musica nelle loro feste. Di ragazzi e ragazze ne incontro un casino.
 
Il vecchio sorride. Il suo sguardo vaga per l’orizzonte per un lungo momento, poi lo incalza:
 
– E gli studi? Sarai all’Università ormai.
– Non ho ancora scelto. Vorrei fare troppe cose e decidere non è semplice. Il mio sogno è diventare biologo marino.
– Non ascoltare nessuno, segui il cuore. Rivediamoci qui fra vent’anni, e mi dirai.
 
Puntuale, il giorno del suo quarantesimo compleanno, Stefano attraversa il lago a nuoto e, raggiunta l’isoletta, si avvia di buon passo verso il casolare. Il caldo, negli ultimi anni, è sempre più insopportabile. Unico refrigerio la leggera brezza che sale dal lago.
Arriva in cima grondando sudore. Vede il vecchio, sempre uguale, seduto al suo posto dietro al tavolone.
Gli indica una brocca di acqua fresca, riempie un bicchiere di vino rosso e lo spinge verso di lui.
 
– Ciao, ben tornato. Sei un biologo marino, allora?
– Magari. Il sogno è durato poco.
– Ti sei sposato, vedo.
– Basta ragazze ogni tre mesi. Ne ho scelta una o, forse, mi ha scelto lei, e mi sono sposato.
– Hai figli?
– Uno.
– Scommetto che tuo figlio sogna di diventare biologo marino.
– Esatto.
– Come vedi il futuro?
– Incerto, specie per i nostri figli.
– Già. L’umanità è a un bivio e deve scegliere.
– Lo so, – risponde, – basta combustibili fossili, distruzione di foreste, nessuna attenzione per la vita del pianeta e molto altro. La lezione la conosciamo tutti ma nessuno vuole iniziare.
 
Il vecchio ascolta ammutolito: le lacrime rigano le sue guance.
 
La visita è finita. Stefano promette di ritornare quassù fra trent’anni, saluta e si allontana silenzioso.
 
Oggi compie settant’anni. Ha una promessa da mantenere, ma non ci può andare a nuoto. Userà la pilotina che papà gli ha lasciato e che ha conservato intatta come una reliquia.
Il caldo è ancora più soffocante. Arriva boccheggiando davanti al casolare.
Si accosta alla grande tavola in pietra. Bottiglie e bicchieri ci sono, ma del vecchio nessuna traccia. Si siede al suo posto e ripete a sé stesso le risposte alle domande che lui gli avrebbe sicuramente fatto.
Gran parte della vita l’ha vissuta, ormai. La sua Adelina lo ha lasciato un anno fa, e suo figlio, biologo marino, vive a Miami con moglie e figli. Gli chiede spesso di trasferirsi laggiù, ma ancora non si è deciso. Abbandonare per sempre il suo lago non è facile.
Come vede il suo futuro? Incerto più che mai. Si fa un gran parlare, questo sì, ma non bastano i timidi tentativi di cambiamento verso un’economia sostenibile.
Piogge torrenziali, mai viste in Belgio e Germania, settimane di caldo a cinquanta gradi, addirittura in Canada. Deserti che avanzano e morti a milioni in tutto il pianeta.
Una cosa è sicura: Stefano non si arrenderà mai.
Lo conforta una certezza: il destino della terra non è, per fortuna, nelle mani degli uomini. Non sa quanto si dovrà affondare, ma in Alto c’è chi vede e provvede.
All’improvviso ode un fruscio rapido di passi. Un ragazzino appare al limitare della radura. Stefano lo incoraggia ad avvicinarsi.
La sua mano afferra la bottiglia di spumante e ne versa due dita in un bicchiere.
– Ciao, quanti anni hai?


Ultima modifica di almarc il Gio Set 29, 2022 8:02 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Petunia Gio Set 29, 2022 5:45 pm

il sole è altro nel cielo  - refuso
con i quali giocava a basket  - perché passi dal presente all’imperfetto?



Stefano lotta contro la solita corrente d’acqua fredda che scende dall’alto lago, e finalmente raggiunge quest’angolo di paradiso.



antica promessa: Parlare di antica per un bambino di dieci anni mi pare
 eccessivo.


Perché solita corrente? Nuota sempre nel fiume?
Perché “Quest’angolo di paradiso?” Non ne hai ancora parlato. 


ma per nuotare la distanza





Direi: per raggiungere a nuoto la riva ecc.


Questo passaggio non l’ho capito.

– Buono?
– Sì, mi brucia un po’ la gola.
Ti piaceranno di più le tue compagne, allora.

Ciao  @almarc. Prima di tutto scusa per le “pulci” ma la prima parte del racconto penso abbia proprio bisogno di una revisione. 
La storia si legge volentieri, ė una specie di novella con più di una morale. Mi piace l’aspetto esoterico che strizza l’occhio a certi racconti del realismo magico
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Messaggio Da almarc Gio Set 29, 2022 7:53 pm

Petunia ha scritto:
Ciao  @almarc. Prima di tutto scusa per le “pulci” ma la prima parte del racconto penso abbia proprio bisogno di una revisione. 
La storia si legge volentieri, ė una specie di novella con più di una morale. Mi piace l’aspetto esoterico che strizza l’occhio a certi racconti del realismo magico
Grazie prima di tutto. Il racconto è fresco fresco e contavo sulle tue "pulci", mi ero un po' avvitato su me stesso e dopo tante riletture capivo che servivano delle sistemazioni, ma mi ero un po' perso.  Spero di riuscire a rendere il favore a qualche altro autore.
Vado a correggere.
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