Canone
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Susanna
Arunachala
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M. Mark o'Knee
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Canone
Commento a Cristalli e orchidee
Esci dal bosco e la luce ti accoglie.
Un passo.
Uno spazio senza più confini.
Un orizzonte distante ti accoglie, ti invita.
Accetti.
Un altro passo.
Ogni sensazione è nuova.
Adesso che i piedi nudi calpestano incerti la sabbia percepisci
calore
formicolio
timore.
Ma devi farti coraggio e proseguire: un piede, poi l’altro. Un piede, poi l’altro.
Vai avanti.
Passo dopo passo, lentamente, ogni paura si stempera e ti godi il fioco tepore che emanano i granelli sottili sotto le piante dei piedi. È uno strano pizzicore: ricorda le dita di papà che ti fanno il solletico di sabato mattina.
È mutevole però, la sabbia. Ingannevole. Prima il piede affonda, il passo reso quasi incerto dalla sua cedevolezza. Poi, camminando, diventa più dura. Si fa umida, bagnata: e ti trovi di fronte a un moto incessante, a un ondeggiare intenso.
Il mare.
Non hai ancora finito di assorbire la quantità di sensazioni incontrate durante il cammino che subito un’altra ti assale.
E guardi smarrito l’immensità che ti sta di fronte, incapace di capire come i tuoi occhi, così piccoli, riescano a contenere l’azzurro, il verde, il bianco che poi si fa ancora azzurro, che si fa ancora verde e poi bianco e poi azzurro e verde...
Sopraffatto, ti lasci cadere; ti siedi. Là, sulla riva, con l’acqua che appena ti lambisce. Mentre un sole pallido ti avvolge, ti rassicura, osservi il moto delle onde: ricorrente, incessante.
Con la mano afferri un pugno di sabbia, che rapida ti sfugge fra le dita.
Clessidra.
Un’onda arriva sulla spiaggia, si frange, fluisce. E subito un’altra la rimpiazza, si frange, fluisce. E subito un’altra.
Il mare.
Il tempo.
Seduto sulla riva del tempo, dove ogni secondo, ogni minuto, ogni attimo si frange e fluisce, si frange e fluisce.
I mesi, le stagioni, gli anni, trascorrono, si frangono, fluiscono.
E ogni onda, e ogni attimo, ti lascia qualcosa: un fiocco di spuma, un granello di sabbia, un legno annerito, un sacchetto sfrangiato; brevi esperienze felici, dolori che paiono infiniti.
E quando infine ti alzi, camminare è fatica.
Ma non per la sabbia.
Esci dal bosco e la luce ti accoglie.
Un passo.
Uno spazio senza più confini.
Un orizzonte distante ti accoglie, ti invita.
Accetti.
Un altro passo.
Ogni sensazione è nuova.
Adesso che i piedi nudi calpestano incerti la sabbia percepisci
calore
formicolio
timore.
Ma devi farti coraggio e proseguire: un piede, poi l’altro. Un piede, poi l’altro.
Vai avanti.
Passo dopo passo, lentamente, ogni paura si stempera e ti godi il fioco tepore che emanano i granelli sottili sotto le piante dei piedi. È uno strano pizzicore: ricorda le dita di papà che ti fanno il solletico di sabato mattina.
È mutevole però, la sabbia. Ingannevole. Prima il piede affonda, il passo reso quasi incerto dalla sua cedevolezza. Poi, camminando, diventa più dura. Si fa umida, bagnata: e ti trovi di fronte a un moto incessante, a un ondeggiare intenso.
Il mare.
Non hai ancora finito di assorbire la quantità di sensazioni incontrate durante il cammino che subito un’altra ti assale.
E guardi smarrito l’immensità che ti sta di fronte, incapace di capire come i tuoi occhi, così piccoli, riescano a contenere l’azzurro, il verde, il bianco che poi si fa ancora azzurro, che si fa ancora verde e poi bianco e poi azzurro e verde...
Sopraffatto, ti lasci cadere; ti siedi. Là, sulla riva, con l’acqua che appena ti lambisce. Mentre un sole pallido ti avvolge, ti rassicura, osservi il moto delle onde: ricorrente, incessante.
Con la mano afferri un pugno di sabbia, che rapida ti sfugge fra le dita.
Clessidra.
Un’onda arriva sulla spiaggia, si frange, fluisce. E subito un’altra la rimpiazza, si frange, fluisce. E subito un’altra.
Il mare.
Il tempo.
Seduto sulla riva del tempo, dove ogni secondo, ogni minuto, ogni attimo si frange e fluisce, si frange e fluisce.
I mesi, le stagioni, gli anni, trascorrono, si frangono, fluiscono.
E ogni onda, e ogni attimo, ti lascia qualcosa: un fiocco di spuma, un granello di sabbia, un legno annerito, un sacchetto sfrangiato; brevi esperienze felici, dolori che paiono infiniti.
E quando infine ti alzi, camminare è fatica.
Ma non per la sabbia.
M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Re: Canone
Ciao @M. Mark o'Knee ho letto il racconto più volte. L’ultima con una musica di sottofondo, di quelle musiche senza una particolare melodia in modo da lasciarmi gustare le parole e cullare da qualche nota.
Le descrizioni sono vivide, le sensazioni che scatenano sono palpabili. Un po’ come una “voce guida” in una seduta di reiki o di altra attività olistica. Sai usare molto bene la seconda persona e la trovo particolarmente azzeccata in un testo così. Mi è piaciuto molto.
Ps. Scusa la domanda da ignorante: perché questo titolo?
Le descrizioni sono vivide, le sensazioni che scatenano sono palpabili. Un po’ come una “voce guida” in una seduta di reiki o di altra attività olistica. Sai usare molto bene la seconda persona e la trovo particolarmente azzeccata in un testo così. Mi è piaciuto molto.
Ps. Scusa la domanda da ignorante: perché questo titolo?
Petunia- Moderatore
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Re: Canone
racconto che può entrare nel profondo e smuovere parecchie cose, ben scritto.
ottime le descrizioni, talmente nitide da poterle vedere mentre si legge.
anche le emozioni e le sensazioni del protagonista colpiscono, arrivando dritte el lettore.
molto bello.
però nemmeno io ho capito il titolo
ottime le descrizioni, talmente nitide da poterle vedere mentre si legge.
anche le emozioni e le sensazioni del protagonista colpiscono, arrivando dritte el lettore.
molto bello.
però nemmeno io ho capito il titolo
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L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.
Kahlil Gibran
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Arunachala- Admin
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Re: Canone
Grazie @Petunia, grazie @Arunachala. Grazie del passaggio e del commento.
Il titolo è un po' criptico, in effetti, ma la risposta sta proprio in una frase di Pet, che ha letto il testo "con una musica di sottofondo".
Il breve racconto è nato come esercizio di un laboratorio di scrittura, cioè ascoltare un brano musicale e cercare di rendere per iscritto le sensazioni che il brano suscitava.
La mia scelta cadde sul Canone in re maggiore di Pachelbel, ed ecco spiegato il titolo.
Eccone qui una versione: https://www.youtube.com/watch?v=cNTZPboyWNM
Il titolo è un po' criptico, in effetti, ma la risposta sta proprio in una frase di Pet, che ha letto il testo "con una musica di sottofondo".
Il breve racconto è nato come esercizio di un laboratorio di scrittura, cioè ascoltare un brano musicale e cercare di rendere per iscritto le sensazioni che il brano suscitava.
La mia scelta cadde sul Canone in re maggiore di Pachelbel, ed ecco spiegato il titolo.
Eccone qui una versione: https://www.youtube.com/watch?v=cNTZPboyWNM
M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Re: Canone
Bel racconto, dal ritmo quasi ipnotico.
In effetti il titolo mi aveva incuriosito con l'aspettattiva di qualcosa di diverso, cosa non saprei dirtelo. Ho ascoltato anche il brano, anch'esso dal ritmo ipnotico sia pure con le differenze di "forza" nelle viarie parti. In un breve racchiudere tante azioni può finire per essere un mero elenco, ma qui hai saputo stemperare l'elenco con bravura. Anche la scelta di declinarlo in seconda persona, inusuale, è stata vincente.
Devo dire che più che la scena della spiaggia mi è piaciuta l'uscita dal bosco, i primi passi: un mondo nuovo da scoprire o uno già vissuto da riscoprire mi attrae sempre. Bravo.
In effetti il titolo mi aveva incuriosito con l'aspettattiva di qualcosa di diverso, cosa non saprei dirtelo. Ho ascoltato anche il brano, anch'esso dal ritmo ipnotico sia pure con le differenze di "forza" nelle viarie parti. In un breve racchiudere tante azioni può finire per essere un mero elenco, ma qui hai saputo stemperare l'elenco con bravura. Anche la scelta di declinarlo in seconda persona, inusuale, è stata vincente.
Devo dire che più che la scena della spiaggia mi è piaciuta l'uscita dal bosco, i primi passi: un mondo nuovo da scoprire o uno già vissuto da riscoprire mi attrae sempre. Bravo.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Canone
Tutto è scandito.
Tutto è annerito.
Quanta tristezza, quanta meravigliosa tristezza.
Tutto è annerito.
Quanta tristezza, quanta meravigliosa tristezza.
tommybe- Maestro Jedi
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Località : Roma
Re: Canone
Ehilà.
Evito di ripetere quanto detto già da altri e mi permetto solo un'osservazione che farei da editor. Di norma, rispetto ai brani lunghi, in quelli brevi come questo si può sfruttare di più la frammentazione senza rischiare un ritmo sincopato. In questo caso però, alla frammentazione delle frasi hai aggiunto pure quella dei paragrafi, che è un po' più "problematica". Forse era voluto per dare più enfasi, ma il testo diventa troppo dispersivo, almeno a parer mio.
Per parafrasare Bilbo Baggins, è "come il burro spalmato su troppo pane".
A rileggerci!
Evito di ripetere quanto detto già da altri e mi permetto solo un'osservazione che farei da editor. Di norma, rispetto ai brani lunghi, in quelli brevi come questo si può sfruttare di più la frammentazione senza rischiare un ritmo sincopato. In questo caso però, alla frammentazione delle frasi hai aggiunto pure quella dei paragrafi, che è un po' più "problematica". Forse era voluto per dare più enfasi, ma il testo diventa troppo dispersivo, almeno a parer mio.
Per parafrasare Bilbo Baggins, è "come il burro spalmato su troppo pane".
A rileggerci!
Re: Canone
Grazie mille @Askar per la lettura e l’osservazione, che trovo davvero centrata. Ogni critica, portata con spirito e intelligenza, serve da stimolo. Piaciuta anche la citazione (o quasi) da Tolkien.
A rileggerci.
M.
A rileggerci.
M.
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"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola
M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Re: Canone
Proprio un bel pezzo, ove prosa e poesia si fondono senza inciampi, con grande naturalezza che non è semplicità ma profondità. Non percorro mai questa strada perché la reputo fuori dalle mie corde e quindi piuttosto complicata, ma tu ci sei riuscito benissimo. Complimenti!
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Località : Barberino di Mugello (FI)
Re: Canone
Grazie mille Danilo. Un commento che penso incornicerò. “Naturalezza che non è semplicità ma profondità”: che vuoi di più dalla vita?
M.
M.
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M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Data di iscrizione : 27.01.22
Età : 68
Località : Prato
Re: Canone
Oh, il canone di Pachelbel è una delle musiche che prediligo per rilassarmi, per riprendere il centro della vita, lo ascolto da quando ero piccina e resta una confort music che mi aiuta in tanti momenti. Quindi ovviamente la tua scelta la apprezzo. E trovo il tuo racconto molto molto a ritmo.
Ti segnalo solo la ripetizione di accoglie nelle frasi iniziali, personalmente mi disturba un po', ma oltre a questo non ho altri appunti da fare.
Hai creato un testo che si aggancia con armonia al suo sottofondo musicale.
Bravo!
Ele
Ti segnalo solo la ripetizione di accoglie nelle frasi iniziali, personalmente mi disturba un po', ma oltre a questo non ho altri appunti da fare.
Hai creato un testo che si aggancia con armonia al suo sottofondo musicale.
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Hellionor- Admin
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Età : 44
Località : torino
Re: Canone
Grazie @Hellionor. Davvero lusingato dal tuo commento. "Hai creato un testo che si aggancia con armonia al suo sottofondo musicale": una frase che mi conferma che ho centrato il bersaglio.
Grazie ancora e a rileggerci.
M.
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M.
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