I giochi di Nneke

Ciao  @M. Mark o'Knee

È davvero potente l’uso della seconda persona e lo si apprezza ancora di più in un testo breve e ficcante come questo. Mi piace perché lascia molto all’immaginazione del lettore, le immagini si formano chiare nella mente, colpiscono e ognuno si può “girare” la scena in base alla propria sensibilità.
Certo in testi più lunghi potrebbe risultare stancante e l’assenza di discorsi diretti si farebbe sentire di più. Ma, tornando ai giochi di Nneke non mi resta che farti i complimenti. Un testo che fa pensare e commuovere. Bravissimo.

In breve si racchiude il meglio del detto non detto, quelle parole che son capaci di andare a fondo sino alle radici della nostra essenza e spiegare cosa sia la vita di ognuno di noi. La protagonista potrebbe divenire la finestra da cui osservare un intero mondo di quotidiani soprusi e quella finestra così dolce e sognante diviene ossimero di ciò che l'uomo diviene quando la parte peggiore prende il sopravvento. Vi sono talmente tante implicazioni in questo racconto che esso diviene come per incanto molto più lungo di quello che è in realtà. Piaciuto moltissimo. Ciao e alla prossima.

storia breve ma intensa e che lascia il segno.
orribile il comportamento del salvatore che diviene sfruttatore, ma sappiamo bene che è così che funziona, purtroppo.
e lei è troppo bella per eliminarla, meglio utilizzarla fino a che è possibile.

riesci a far vedere la scena anche senza descrivere i particolari, tanto si intuiscono.
bravo

Un bel mini che descrive con molto tatto un argomento orribile.
La seconda persona definisce una narrazione incalzante e serrata, ma qui riesci a renderla più distaccata perchè la "voce" della protagonista non si sente mai.
Nneke risulta forse troppo arrendevole, manca il suo modo di vedere i fatti, mancano la sua ribellione e il suo sdegno. Senz'altro non ha via d'uscita, ma credo che "l'amore" per l'uomo roccia non basti a giustificare quello che lascia accadere.
Togliendo la voce a Nneke però rendi tutto ancora più squallido.
Forse usi troppi puntini: delle volte il punto fermo è più drammatico.

I testi in seconda persona mi hanno sempre affascinata. Ho provato a scriverne anche io, ma ormai devo fare i conti con il fatto che la prima persona è il mio elemento.
Mi piace come hai descritto le vicende e come la seconda persona riesca a dare un tono distaccato e insieme partecipativo a tutta la narrazione. Efficace, senza fronzoli, duro.
Il tuo pezzo mi piace, potrebbe essere l'anticamera (eheheheheh) di una storia più lunga, più articolata, un thriller del quale questo potrebbe essere incipit , dove la storia thriller comincia quando invece Nneke smette di essere così bella e il suo protettore decide di liberarsi di lei.
La fuga di Nneke.
Sto divagando, chiedo scusa. Ma davvero queste poche righe sono stimolanti e riesco a vedere oltre.
Bravo!

Ele

Potrebbe essere il testo di una canzone d'autore questo tuo breve racconto in cui l'uso della seconda persona (secondo me molto azzeccato) accentua questa sensazione.
Un racconto crudo, duro da leggere, forse anche perché (o soprattutto perché) purtroppo sappiamo che non è solo "fiction" ma rispecchia una realtà molto più diffusa di quanto ognuno di noi vorrebbe.
Nessun appunto da fare sulla scrittura, occhio solo all'uso dei tre puntini di sospensione: io, da quando sono su DT, ho imparato a limitarli al massimo.