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Messaggio Da Mac Mer Gen 12, 2022 2:11 pm

https://www.differentales.org/t1372-dighe-e-panchine#15810


Ogni mattina apro la finestra e me lo ritrovo davanti. Il proprietario se n’era guardato bene dal mostrarmelo, stronzo, come se avessi avuto scelta. L’appartamento che mi ha affittato è un cubo con quattro finestre proiettate sul grigio degli edifici vicini. Tutti tranne uno. Sulla facciata di quest’ultimo una mente malata ci ha disegnato un’enorme ferita grondante sangue e materia giallastra.
È lì, come un monito, a ricordarmi che questa è la mia vita. 
I miei figli hanno accettato il trasferimento in questo quartiere dimenticato da Dio senza drammi. Sono bravi bambini e per loro avrei voluto il meglio, ma la vita è una roulette, avevo puntato tutto sul rouge ed è uscito il noir
L’unica nota positiva è Teresa, una vecchia che abita sullo stesso nostro pianerottolo. Si è offerta di badare lei ai miei figli, lo fa per compagnia, non certo per quello che le passo. Faccio la commessa in un centro commerciale e lavoro su tre turni per cui lei è stata una manna dal cielo.
Sono esausta, anche oggi mi è toccato lo straordinario. Mi butto a letto e come sempre mi manca il respiro. Qualcosa permea le pareti della mia camera, sono come spugne, si impregnano e si gonfiano fino a inghiottirmi. È inquietante, ma sono troppo stanca e crollo.
 
“Mamma, mamma, svegliati!” Apro gli occhi e vedo Giorgio in piedi, rigido e pallido, lo sguardo vitreo e le mani tese verso di me. Cerco di liberarmi dalle coperte e nella foga cado sul pavimento battendo un ginocchio. Allungo le braccia per afferrarlo, ma la sua immagine si dissolve tra le mie dita. Il cuore mi batte furiosamente, riesco a vederlo mentre lotta contro la mia cassa toracica. 
Corro verso la stanza dei bambini.
Dormono tranquilli, il sangue nelle vene rallenta, accarezzo al buio la testa del più piccolo e il sangue mi diventa ghiaccio.
Il cranio è completamente aperto, ma non c’è sangue, nessuna ferita.
Ho i sensi obnubilati, devo reagire. 
Lo prendo con delicatezza e lo avvolgo in una coperta. 
Mi attacco al campanello di Teresa, le dico di dare un’occhiata a Giorgio, non ho tempo per le spiegazioni e chiamo un taxi. Ci metto un po’ a convincere il tassista, non vuole venire in questo quartiere di merda in piena notte. Riesco ad essere persuasiva e scendo in strada ad aspettarlo. 
La notte qui non dorme nessuno, occhi indiscreti mi scrutano e sento la paura penetrarmi. Il tragitto fino in ospedale è veloce e silenzioso, il tassista, arrivati davanti al pronto soccorso, mi scarica e fila via. 
Nella luce caliginosa delle lampade notturne, le poche persone presenti sembrano spettri d’uomo. L'odore che aleggia mi intasa prepotentemente le narici. Un medico mi viene incontro. È molto alto e magro, ha dita lunghe e nodose e il cranio lucido, così trasparente da lasciar intravedere un reticolo di vene bluastre e capillari rossi.
“La stavamo aspettando, mi segua”.
Continuo a stringere il piccolo Luca ancora addormentato, guardo verso l’uscita, non so cosa fare. Non mi fido ma non ho scelta.
Appoggio con cura mio figlio sul lettino, con la luce fredda dei neon lo osservo bene. 
É terrificante, un conato mi sale in gola, riesco a ricacciarlo indietro ma mi rimane in bocca un sapore rancido. Mi vergogno, che razza di madre sono diventata?
“Si accomodi in sala d’attesa che procedo con gli esami” e mi fa cenno di uscire. Un silenzio tombale copre l’intero edificio, niente bip di macchinari, niente voci concitate, nulla, solo tanto freddo, e ombre silenziose che si muovono rasenti i muri.
Seduta su una panca di metallo aspetto, la paura accovacciata sul mio petto come unica compagnia. Il medico esce spingendo la lettiga, senza degnarmi di uno sguardo. 
Le mie sinapsi si risvegliano e lo noto.
Nel piegarsi per alzare le sponde del letto, le maniche del camice dell’uomo si sollevano scoprendo un tatuaggio identico al murale.
Inizio a rincorrerlo urlando, ma le mie grida sono inutili, nessuno mi ascolta e intanto il medico continua a camminare veloce, sempre più veloce.
Corro, corro con tutto il fiato, corro anche se i muscoli mi bruciano per lo sforzo e il respiro fatica ad uscire, corro con la sensazione di essere sempre nello stesso punto. Le pareti si restringono, mi graffiano, arranco con fatica, sgomito senza curarmi del dolore. 
In fondo al corridoio intravedo una porta diversa dalle altre, scura e scrostata. La raggiungo e cerco di aprirla, batto i pugni forte, fino a quando rivoli di sangue mi scivolano sui polsi. 
Istintivamente prendo le chiavi di casa dalla tasca sinistra dei pantaloni e apro. 
Sono nel mio appartamento.
Corro nella cameretta dei bambini. Il medico è lì, curvo su di loro, nel buio della stanza i suoi contorni sono indefiniti, linee grigiastre e sfocate che riempiono lo spazio inghiottendolo.
Lo spingo da parte furiosa, il respiro mi rimane in gola, non riesco a farlo uscire. Ora anche Giorgio ha il cranio aperto, mi fissa con gli occhi vuoti e la bocca spalancata. 
Luca si avvicina al fratello, gli accarezza la testa deforme e gli sposta delicatamente la pelle. All’interno una massa giallastra ribolle e sembra vivere di vita propria.
“Ci stiamo sviluppando, i tuoi figli sono stati ricettori fantastici”. A parlare è Teresa. 
Guardo i miei bambini, cercando di reprimere il disgusto.
Non riesco a respirare. 
Vomito.
Soffoco.
 
“Mamma, mamma!” urla spaventato mio figlio.
Tremo, gli strascichi di quel sogno angosciante sono ancora vividi sul mio corpo sudato. 
Guardo Giorgio, corro in camera e guardo Luca. Esamino la loro testa con minuzia.
É stato un incubo, solamente un brutto incubo, mi ripeto.
Nel silenzio della mattina, il suono del campanello mi spaventa.
“Buongiorno Margherita vi ho preparato la colazione stamattina”. Così dicendo la signora Teresa entra con un vassoio in mano.
Mette il tutto sul tavolo, poi si allunga per prendere lo zucchero nel ripiano in alto e l’ampio scollo della vestaglia le scopre una spalla mostrando un tatuaggio.
Sono scossa da violenti tremiti mentre vengo investita da un miasma di carne putrida.
Les jeux sont faits, rien ne va plus. Noir.
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Messaggio Da Petunia Mer Gen 12, 2022 7:07 pm

Ciao  @Mac.
Un racconto dal retrogusto horror che non mi ha pienamente convinta.
Dopo poco si capisce che stai avendo un incubo e tutto perde di pathos nonostante il ritmo serrato (dentro avevo sempre una vocina che mi diceva che era tutto un sogno) L’atmosfera si recupera un po’ alla fine con la comparsa del tatuaggio e soprattutto con l’odore di carne putrida.
L’incipit, a livello di scrittura, non lo trovo scorrevole. 
Ogni mattina apro la finestra e me lo ritrovo davanti.  Il proprietario se n’era guardato bene dal mostrarmelo, stronzo, come se avessi avuto scelta.

1- non si capisce a cosa ti riferisci (che ė il murale si legge molto dopo.)
2- non è troppo credibile che rendendo in affitto un appartamento per viverci coi figli la protagonista non lo abbia visionato prima.
3 - quando dici “come se avessi avuto scelta” lasci il lettore con un sacco di dubbi. Perché non hai avuto scelta? 
Gli altri costavano troppo? Ti è stato assegnato dopo una separazione? (Vado random, ma sarebbe utile che La frase non fosse data in pasto così senza alcuna spiegazione).


I miei figli hanno accettato il trasferimento in questo quartiere dimenticato da Dio senza drammi. 

I miei figli hanno accettato senza drammi il trasferimento etc…


Allungo le braccia per afferrarlo, ma la sua immagine si dissolve tra le mie dita. Il cuore mi batte furiosamente, riesco a vederlo mentre lotta contro la mia cassa toracica. 

Questa è la frase in cui ho cominciato a pensare che si trattava di un sogno e mi sono rilassata. Avrei potuto leggere le peggiori nefandezze senza alcun tipo di tensione. 


Ho i sensi obnubilati, devo reagire. (Perché me lo racconti? Fammelo vedere con le azioni)



Mi attacco al campanello di Teresa, le dico di dare un’occhiata a Giorgio, non ho tempo per le spiegazioni e chiamo un taxi. 

Anche questo va nella direzione di confermare il sogno è di non essere credibile. Chi avrebbe chiamato un taxi in quella situazione?


occhi indiscreti mi scrutano e sento la paura penetrarmi. (Perché mi racconti che hai paura? Come lettore vorrei provarla la sensazione, se tu me la descrivi perdi tutta l’efficacia) per me sarebbero stati sufficienti gli occhi che scrutano. Toglierei del tutto la frase.


Ci stiamo sviluppando, i tuoi figli sono stati ricettori fantastici”. A parlare è Teresa. 

Questa frase getta una luce aliena sulla narrazione. Chi è Teresa? È un vampiro? È un extra terrestre? Ricettori di che? 
Oppure siamo di fronte a un remake di The others?
Il dubbio al lettore rimane e non si risolve neppure col finale che vuol essere a effetto ma mi ha lasciata un po’ insoddisfatta.
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Messaggio Da Mac Mer Gen 12, 2022 8:23 pm

Ciao @Petunia
Sinceramente non concordo con alcune delle tue spiegazioni. L’incipit introduce il murale che viene numerato 3 righe e poco più dopo (non molto dopo). Ma giustamente si tratta di opinioni personali.
Il fatto che la protagonista prenda un appartamento senza pensarci troppo indica fretta e disagio questo volevo dire, ma forse non è così chiaro. Non era sul motivo per cui si trovava lì il punto su cui volevo focalizzare il racconto.
Ho i sensi obnubilati. Devo reagire. Mi dici che te lo devo raccontare, dalla riga dopo lo faccio.
Forse dovevo anche contestualizzare che questo era un racconto che doveva rimanere nelle 6000 battute.
Mi dispiace che non ti abbia lasciato insoddisfatta, spero di colpirti con il prossimo.


La cosa che forse dovevo scrivere è che il racconto era stato scritto per un contest di 6000 battute.
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Messaggio Da Petunia Mer Gen 12, 2022 8:27 pm

Mac ha scritto:Ciao @Petunia
Sinceramente non concordo con alcune delle tue spiegazioni. L’incipit introduce il murale che viene numerato 3 righe e poco più dopo (non molto dopo). Ma giustamente si tratta di opinioni personali.
Il fatto che la protagonista prenda un appartamento senza pensarci troppo indica fretta e disagio questo volevo dire, ma forse non è così chiaro. Non era sul motivo per cui si trovava lì il punto su cui volevo focalizzare il racconto.
Ho i sensi obnubilati. Devo reagire. Mi dici che te lo devo raccontare, dalla riga dopo lo faccio.
Forse dovevo anche contestualizzare che questo era un racconto che doveva rimanere nelle 6000 battute.
Mi dispiace che non ti abbia lasciato insoddisfatta, spero di colpirti con il prossimo.


La cosa che forse dovevo scrivere è che il racconto era stato scritto per un contest di 6000 battute.
@Mac  tutto si spiega allora! 6000 battute sono una vera sfida!
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Messaggio Da Mac Gio Gen 13, 2022 8:23 am

Non è stato facile, però sto pensando al tuo appunto sul far sentire e non dire la paura. Purtroppo se voglio accettare la sfida delle 6000 battute non è semplice. Spiegare ha bisogno di spazio. (Il racconto è di 5987 battute 😱)
Buona giornata
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Messaggio Da Petunia Gio Gen 13, 2022 8:56 am

Ciao  @Mac
sì, senza dubbio scrivere u n racconto in poche battute è un bel esercizio sopratutto se si è di “penna facile” e se, in genere, si te de a scrivere racconti più lunghi.
Il fatto è che si devono operare delle scelte per condensare ciò che si vuole esprimere in così poco spazio. C’è poi un altro aspetto da considerare ed è quello del tempo per la consegna. 
Se hai abbastanza tempo a disposizione, dopo una prima stesura di getto, conviene lasciare sedimentare il testo e rileggerlo qualche giorno dopo. Ci sono parti che puoi omettere? La storia regge? Quali emozioni vuoi suscitare nel lettore? Hai in mente un genere o no? Le emozioni sono raccontate o mostrate? 
Io non sono nessuno, ma gli appunti che ti ho lasciato sono il frutto delle sensazioni che ho ricevuto come lettore. Sono del tutto personali e pertanto può essere che ciò che a me ha creato delle perplessità, per altri funzioni alla perfezione.
È un po’ La ricchezza di questo forum avere dei “beta reader” , persone che leggono e ti dicono con franchezza cosa pensano del testo. Non so per te, ma per me è sempre difficile trovare lettori delle mie cose che mi diano un parere sincero (che per me è, ripeto, ricchezza).  
Un abbraccio.
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Messaggio Da Byron.RN Sab Gen 15, 2022 2:55 pm

A me sinceramente il racconto è piaciuto.
Lo possiamo forse inserire nel genere weird, termine che oggi va tanto di moda, un racconto del fantastico con derive horror.
L'atmosfera che hai creato sin dall'inizio mi ha convinto, angosciosa e surreale al punto giusto, mi ha fatto ricordare per certi versi le atmosfere kafkiane del Processo, dove la realtà si traveste da incubo.
Ti dirò, se tutto si fosse fermato al sogno non avrei avuto un giudizio molto positivo, poiché l'escamotage è oramai abusato e lascia nel lettore un senso di forte insoddisfazione.
L'aggancio finale invece, quella spalla che si scopre a mostrare il tatuaggio rimette le cose a posto.
Certo, sarebbe stato interessante leggere qualcosa di più, vedere dove sarebbe andata a parare la storia, comunque nell'ottica delle battute imposte io trovo la realizzazione davvero positiva e soddisfacente. A fine lettura, mettendo insieme i pezzi, si è portati comunque a fare delle ipotesi. Il lato inconscio della protagonista, il suo istinto, pare avere notato qualcosa di strano in quel luogo, un posto colonizzato da forze negative o da una congrega di persone dedite a culti indicibili. Queste paure avvertite sotto pelle si concretizzano in un messaggio generato in forma di incubi, in modo da mettere la protagonista sul chi va là. A livello della storia non è importante sapere perché la donna sia capitata in quell'appartamento, visto il genere lo reputo un dettaglio irrilevante, l'unica colpa che un pò ti addosso è che lasci il lettore con una certa curiosità.


Ultima modifica di Byron.RN il Sab Gen 15, 2022 11:59 pm - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Resdei Sab Gen 15, 2022 11:50 pm

Ciao Mac
Piaciuto molto
Letto d'un fiato, mi ha molto coinvolta.
Scritto bene, crei una tensione incredibile e, come spesso capita, in non troppe battute.
Per cui complimenti!
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Messaggio Da Mac Mar Gen 18, 2022 2:42 pm

Resdei ha scritto:Ciao Mac
Piaciuto molto
Letto d'un fiato, mi ha molto coinvolta.
Scritto bene, crei una tensione incredibile e, come spesso capita, in non troppe battute.
Per cui complimenti!
grazie  Embarassed
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Messaggio Da Mac Mar Gen 18, 2022 2:43 pm

Byron.RN ha scritto:A me sinceramente il racconto è piaciuto.
Lo possiamo forse inserire nel genere weird, termine che oggi va tanto di moda, un racconto del fantastico con derive horror.
L'atmosfera che hai creato sin dall'inizio mi ha convinto, angosciosa e surreale al punto giusto, mi ha fatto ricordare per certi versi le atmosfere kafkiane del Processo, dove la realtà si traveste da incubo.
Ti dirò, se tutto si fosse fermato al sogno non avrei avuto un giudizio molto positivo, poiché l'escamotage è oramai abusato e lascia nel lettore un senso di forte insoddisfazione.
L'aggancio finale invece, quella spalla che si scopre a mostrare il tatuaggio rimette le cose a posto.
Certo, sarebbe stato interessante leggere qualcosa di più, vedere dove sarebbe andata a parare la storia, comunque nell'ottica delle battute imposte io trovo la realizzazione davvero positiva e soddisfacente. A fine lettura, mettendo insieme i pezzi, si è portati comunque a fare delle ipotesi. Il lato inconscio della protagonista, il suo istinto, pare avere notato qualcosa di strano in quel luogo, un posto colonizzato da forze negative o da una congrega di persone dedite a culti indicibili. Queste paure avvertite sotto pelle si concretizzano in un messaggio generato in forma di incubi, in modo da mettere la protagonista sul chi va là. A livello della storia non è importante sapere perché la donna sia capitata in quell'appartamento, visto il genere lo reputo un dettaglio irrilevante, l'unica colpa che un pò ti addosso è che lasci il lettore con una certa curiosità.
grazie mille  Surprised
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