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Messaggio Da gabriele59 Mer Giu 23, 2021 6:43 pm

https://www.differentales.org/t636-devo-trovare-una-porta#8919:

L’AUTOSTOPPISTA
Giovanni aveva appena lasciato i bambini a scuola, quella mattina. Riprese la macchina, accanto alla pozzanghera storica di quel quartiere dell’estrema periferia romana (tanto grande, la pozza, che soltanto d’estate si asciugava completamente), e come ogni giorno si avviò verso il centro della città. Notò la donna non appena ebbe imboccato il controviale della lunga strada che doveva percorrere: di spalle, lei camminava in fretta nella sua stessa direzione, cento metri più avanti, al margine dell’asfalto senza marciapiede. Al rumore dell’auto che sopraggiungeva, voltando appena la testa indietro, alzò il pollice nel gesto inconfondibile di chi chiede un passaggio.
Un’autostoppista. Era da tanto che Giovanni non ne vedeva, di autostoppisti, ed era strano incontrarne lì, fu la sua prima sensazione, lungo una strada dove andavano a piedi solo quelli che facevano footing il sabato o la domenica, contendendo il bordo dell’asfalto ai ciclisti, che a loro volta lo contendevano alle auto. E quel giorno non era sabato. Però, perché meravigliarsi? Sarà qualcuna che abita in zona, pensò sùbito dopo, che per qualche ragione oggi non ha la macchina e certamente va di fretta. Come me, pensava. La guardò meglio, ancora di spalle: vestita normalmente - giubbotto, jeans e scarpe da ginnastica - un sacchetto di plastica in mano, camminata veloce e quasi convulsa, la donna avrebbe potuto essere la mamma di un compagno dei suoi figli. Lo avrà accompagnato a scuola, continuava a pensare Giovanni, proprio come ho appena fatto io coi miei, e adesso ha fretta di andare per i fatti suoi, in questo quartiere senza autobus. Nell’attimo che la macchina impiegò a raggiungerla in Giovanni prevalse un senso d’identificazione, di solidarietà di categoria: all’altezza della donna si fermò, aprì il finestrino e le chiese dove doveva andare.
Però la donna, vista in faccia e da vicino, non sembrava come sono in genere quelli che chiedono un passaggio: Giovanni ne aveva visti tanti, da ragazzo, che appena una macchina accennava a fermarsi (quelle che si fermavano erano poche, anche trent’anni prima) si precipitavano a dire la loro destinazione e a farsi ben guardare in faccia, prima che il conducente ci ripensasse. Lei invece era perplessa, un po’ accigliata, in atteggiamento quasi d’attesa, sembrava chiedersi cosa Giovanni volesse da lei e come mai si fosse fermato, invece di confermare la richiesta che aveva fatto, alzando il pollice in maniera evidentissima. Forse mi sta studiando, pensò lui, chiunque lo farebbe prima di salire in macchina con uno sconosciuto. Ma qualcosa d’impercettibile nell’atteggiamento della donna, tanto vago che lo avrebbe colto soltanto ripensandoci dopo, sembrava suggerire che ci fosse dell’altro. “Vado verso l’EUR, lei dove deve andare?” le disse per chiarire le sue intenzioni, e già si pentiva d’essersi fermato. Lei esitò ancora per un attimo, poi fece un cenno d’assenso: salì in macchina e Giovanni ripartì.
Vista da vicino era molto giovane, quasi certamente sotto la trentina, e di certo non era brutta, ma neppure Giovanni avrebbe saputo dire se era bella o se potesse esserlo: un’espressione non preoccupante, tantomeno cattiva, ma indecifrabile. Non pareva attraente e neppure sembrava volerlo essere: e anche questo è perfettamente logico, pensava Giovanni, sempre per la ragione che era salita nella macchina di uno sconosciuto. Però anche qui qualcosa non quadrava. Giovanni si sarebbe aspettato che lei iniziasse a parlare, ad esempio per ringraziarlo d’essersi fermato, o per spiegare come mai faceva l’autostop, o per chiedere se davvero lui aveva dei figli nella scuola vicino alla quale l’aveva raccolta. Insomma, che si mettesse a dire qualcosa: dopotutto l’abitudine, il codice non scritto che regola (regolava?) i rapporti tra gli automobilisti e gli autostoppisti prevede che i due si mettano a parlare, presupponendo che chi offre un passaggio è contento di conversare, se no se ne starebbe da solo…. Nulla di tutto questo. La ragazza taceva, un atteggiamento indefinibile, sospeso tra quello di chi sta sulle sue e quello di chi aspetta di vedere come evolverà una certa situazione: ma, anche in quest’ultimo caso, senza un particolare interesse. Quasi come se quel vaghissimo senso d’attesa per quel che poteva accadere non riguardasse lei: o meglio, come se la riguardasse, ma non potesse comunque coinvolgerla emotivamente, come se una parte di lei volesse o dovesse comunque restarne estranea.
La strada scorreva. Giovanni le chiese se aveva freddo: prima che salisse aveva puntato le bocchette dell’aria condizionata verso il sedile del passeggero. Lei rispose di star bene e sembrava quasi stupita che lui glielo avesse chiesto. Poi le chiese se le dava fastidio la radio. Lei rispose con la stessa parola – bene – ma questa volta sembrava meno stupita e persino vagamente contenta, della domanda più che della musica che comunque lui teneva a volume basso. Anche perché si era incuriosito e voleva tentare di far parlare la sconosciuta: questa volta gli era sembrato di cogliere una vaga inflessione straniera nei monosillabi di lei. Allora le chiese se abitava in zona, ed era un modo per arrivare meno direttamente alla domanda successiva, che era quella vera, cioè chi fosse la ragazza, da dove venisse. Lei disse che no, non abitava lì, e nominò un Paese dell’ex Unione Sovietica: era chiaro che avrebbe fatto volentieri a meno di rispondere e nello stesso tempo sembrava quasi rassicurata dal contesto, da quella parvenza di dialogo, o comunque d’interesse, che non sembrava aspettarsi.
Cosa ci fa qui una ragazza dell’Est, si chiedeva intanto Giovanni, e voleva scacciare il pensiero che gli venne sùbito in mente, non voleva cedere a un luogo comune. Tentava di sbirciare, senza parere, cosa ci fosse nel sacchetto che lei si portava appresso. A un semaforo rosso riuscì a intravedere un paio di stivali col tacco alto e un altro indumento, tanto piccolo che solo a fatica riconobbe una minigonna. Abiti da lavoro, era evidente. Il luogo comune che Giovanni voleva respingere si faceva avanti e un attimo dopo si confermò, quando lei disse improvvisamente di essere arrivata. Molto prima di quel che pensava lui e molto prima dell’EUR, nel punto meno indicato per scendere dalla macchina: in aperta campagna, dove la via Cristoforo Colombo è un’autostrada sulla quale è persino rischioso fermarsi, gli svincoli del Raccordo Anulare a poche decine di metri. “Ma qui, sei sicura?” Giovanni era contrariato con sé stesso per non averlo voluto capire prima e, un po’ per questo e un po’ per la ragazza, aveva ancora la speranza che potesse sbagliarsi. “Sì, qui”.
Non posso fare altro, pensò Giovanni in un attimo, e dovette anche riconoscere che era bene togliersi in fretta da quella situazione: era lui che accompagnava la ragazza e nel caso di un controllo, per quanto improbabile, la polizia avrebbe potuto indagarlo per favoreggiamento. Si fermò coi lampeggianti accesi, lei scese con il suo sacchetto, sembrava di nuovo prigioniera della fretta e della sua condizione d’inquietante estraniamento. Scavalcò agilmente il guardrail, attraversò il controviale: mentre ripartiva Giovanni la vide andar dritta verso una stradina in fondo alla quale si intravedevano altre sagome di donne.
E gli sembrò che in un soffio lei gli avesse lanciato un grazie, scendendo, e forse un vaghissimo sorriso; e che scendesse malvolentieri dalla macchina nella quale per qualche chilometro, per qualche minuto, era stata una persona e non una puttana. Ma Giovanni era un ottimista, un po’ retorico e persino un po’ romantico: forse questo pensiero era soltanto il frutto della sua fantasia.

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Messaggio Da Petunia Mer Giu 23, 2021 8:37 pm

Ciao  @gabriele59. Una storia Introspettiva. Direi più un incipit che un racconto vero e proprio.
Mi è piaciuto leggerlo. 
La lettura non è particolarmente fluida suppongo per la presenza abbondante di punteggiatura. Tanti incisi costringono a fare delle pause e rallentano il ritmo.
C’è poi l’assoluta mancanza di dialoghi e anche questo toglie un po’ di freschezza (per mio gusto). 
Anche la formattazione del testo non agevola la lettura. Ci sono blocchi compatti che visivamente creano una specie di muro che tende ad affaticare.
Quindi, ricapitolando, mi è piaciuto il taglio che hai dato e la apparente semplicità della narrazione e trovo che affinando alcuni degli aspetti che ti ho evidenziato puoi renderlo ancora più godibile.

Giovanni aveva appena lasciato i bambini a scuola, quella mattina. Riprese la macchina, accanto alla pozzanghera storica di quel quartiere dell’estrema periferia romana (tanto grande, la pozza, che soltanto d’estate si asciugava completamente), 



quelli che facevano footing il sabato o la domenica, contendendo il bordo dell’asfalto ai ciclisti, che a loro volta lo contendevano alle auto. E quel ...



ragazza taceva, un atteggiamento indefinibile, sospeso tra quello di chi sta sulle sue e quello di chi aspetta di vedere come evolverà una certa situazione: ma, anche in quest’ultimo caso, senza un particolare interesse. Quasi come se quel v



C’è un uso sovrabbondante di aggettivi dimostrativi (questo, quello...) te ne ho evidenziato alcuni ma ce ne sono molti altri. 
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Messaggio Da Arunachala Mer Giu 23, 2021 9:18 pm

ciao, @gabriele59 
intanto ti faccio i complimenti per aver recepito, a differenza di altri, le regole del forum.
evidentemente il regolamento lo hai letto e non può che fare piacere.
passiamo al racconto.
come scrive Petunia, da l'impressione di essere un incipit, l'avvio di una storia più lunga e complessa, sebbene sia autoconcludente.
la storia in sé è semplice e lineare, storia d'ogni giorno, si potrebbe dire, visto che pure a me è capitata una cosa simile.
buone le descrizioni, discreta la caratterizzazione del personaggio.
ti faccio alcuni appunti, se nn ti spiace.
intanto cerca di andare a capo più spesso, aiuta la lettura, in special modo quando c'è un dialogo.
limita il più possibile l'uso dei due punti; piuttosto fai punto e vai a capo.
non sempre, ovviamente, ci sono situazioni in cui servono.
qualche dialogo in più non guasta, te lo garantisco.
in ogni caso la prova è buona, soprattutto se consideriamo che è il primo racconto che pubblichi.
a rileggerti presto.

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Messaggio Da Susanna Mer Giu 23, 2021 9:48 pm

Leggo sempre volenteri i racconti dei nuovi arrivati, che mi auguro sempre siano buoni compagni di viaggio nelle avventure in DT.
Questo racconto, molto sinceramente, "visivamente" non mi aveva attratto: niente dialoghi (a me piacciono molto e mi aiutano a immaginare i personaggi) e soprattutto i blocchi di scrittura.
Per poter godere della scrittura comunque fluida e piacevole, l'ho copiato e messo un buon numero di "a capo", per meglio dare enfasi alle varie azioni.
E il racconto prendeva un altro ritmo e mi è piaciuto di più.
A volte mi immagino le scene come riprese cinematografiche - cui questo racconto si presterebbe bene - e gli a capo mi rendono meglio lo svolgersi della vicenda narrata.
Per il resto, faccio mie le note di @Arunachala e di @Petunia .
Alla prossima

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Messaggio Da gabriele59 Mer Giu 23, 2021 11:27 pm

Grazie a tutti! Che dire? La formattazione l'ho sbagliata decisamente, i capoversi sono diventati dei "blocchi" decisamente indigeribili. Ero convinto che il sistema avrebbe conservato la diversa formattazione del file word originario, per esempio con il rientro del capoverso e il doppio interlinea. Avrei dovuto usare "anteprima" e la prossima volta non me ne dimenticherò. 
Ma gli "a capo" e la punteggiatura, quelli sì, sono miei senza attenuanti. E' una questione di gusti: capisco di essere un po' arcaicizzante ma mi sembra che il periodo abbia un suo ritmo e un suo respiro, dato anche dall'articolazione tra coordinate e subordinate (e parentesi, ove occorre), che denota le priorità dei vari argomenti. Altrettanto avviene con la graduazione virgola (o congiunzione) - punto e virgola (o due punti) - punto fermo - punto e a capo. Il punto e virgola, poi, lo adoro! Mi pare anche che tutto ciò riproduca le sfumature del parlato; e che invece l'uso eccessivo del punto e a capo possa dare monotonia all'insieme della narrazione, a volte mi dà la sensazione di ascoltare un metronomo al posto della musica.
Ma questo è ovviamente un mio sentire personalissimo, e voi avete ragione, perché il primo dovere di chi scrive è quello di farsi leggere. Quindi (prima il dovere e poi il piacere) cercherò una mediazione tra il mio gusto e quello dei lettori, che siete voi.
Un po' diverso è il discorso dei dialoghi. Qui la scelta personale è ancora più evidente, ma dicendolo faccio di necessità virtù, perché esprimere con il discorso diretto le stesse sfumature di quello indiretto è difficilissimo. Almeno per me. A ciò si aggiunge che avevo fatto la scelta di scrivere solo ciò che era realmente accaduto: il fatto è rigorosamente vero, come avete capito, e non c'è un solo dettaglio inventato, compresa la pozzanghera storica e i vestiti della ragazza. E siccome lei stava zitta, le poche parole riportate sono le sole che furono dette. 
Grazie ancora, a tutti, e buonanotte. G

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Messaggio Da gabriele59 Mer Giu 23, 2021 11:44 pm

POST SCRIPTUM: Un grazie speciale a Susanna che si è presa la briga di ricopiare il testo e dargli un altro editing. Senti, io sono nuovo del forum e non so se quel che ti chiedo sia giusto, opportuno, cortese (mi scuso se non lo fosse) o anche solo tecnicamente possibile. Ma se tu potessi rimandarmi il testo con le tue variazioni, mi sarebbe molto utile come esempio. Ancora buonanotte a tutti. G

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Messaggio Da Susanna Gio Giu 24, 2021 10:03 am

gabriele59 ha scritto:POST SCRIPTUM: Un grazie speciale a Susanna che si è presa la briga di ricopiare il testo e dargli un altro editing. Senti, io sono nuovo del forum e non so se quel che ti chiedo sia giusto, opportuno, cortese (mi scuso se non lo fosse) o anche solo tecnicamente possibile. Ma se tu potessi rimandarmi il testo con le tue variazioni, mi sarebbe molto utile come esempio. Ancora buonanotte a tutti. G
Lo recupero (per fortuna non ho svuotato il cestino) in giornata e te lo invio come messaggio privato.
Grazie per la considerazione.

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Messaggio Da Susanna Gio Giu 24, 2021 10:41 am

Susanna ha scritto:
gabriele59 ha scritto:POST SCRIPTUM: Un grazie speciale a Susanna che si è presa la briga di ricopiare il testo e dargli un altro editing. Senti, io sono nuovo del forum e non so se quel che ti chiedo sia giusto, opportuno, cortese (mi scuso se non lo fosse) o anche solo tecnicamente possibile. Ma se tu potessi rimandarmi il testo con le tue variazioni, mi sarebbe molto utile come esempio. Ancora buonanotte a tutti. G
Lo recupero (per fortuna non ho svuotato il cestino) in giornata e te lo invio come messaggio privato.
Grazie per la considerazione.
Inviato tra i messaggi privati.

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Messaggio Da Susanna Ven Giu 25, 2021 8:38 am

Susanna ha scritto:
Susanna ha scritto:
gabriele59 ha scritto:POST SCRIPTUM: Un grazie speciale a Susanna che si è presa la briga di ricopiare il testo e dargli un altro editing. Senti, io sono nuovo del forum e non so se quel che ti chiedo sia giusto, opportuno, cortese (mi scuso se non lo fosse) o anche solo tecnicamente possibile. Ma se tu potessi rimandarmi il testo con le tue variazioni, mi sarebbe molto utile come esempio. Ancora buonanotte a tutti. G
Lo recupero (per fortuna non ho svuotato il cestino) in giornata e te lo invio come messaggio privato.
Grazie per la considerazione.
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gabriele, il messaggio privato penso sia troppo pesante e non si sposta dalla posta in uscita. Se, con un messaggio privato, mi fornisci una mail, provvedo. Potrei caricarlo anche qui, ma il racconto è tuo quindi...

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