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La sacra impudicizia - terza parte

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La sacra impudicizia - terza parte Empty La sacra impudicizia - terza parte

Messaggio Da digitoergosum Ven Apr 30, 2021 11:19 pm

Mi chiamo Anna e un giorno sono passata di qua:




CLAUSURA




Sua madre stessa non poteva scorgerla quando andava a trovarla al monastero. Tra lei e la figlia c’era una grata fisica e una severa scelta di vita. Era una madre, ne soffriva, non capiva perché dopo averla concepita, nutrita, allevata non potesse più guardarla in volto, indagarne lo sguardo, nemmeno più ne ricordava chiaramente le sembianze. Si era rassegnata, la pensava come ristretta, imprigionata, non comprendeva la necessità di una vita di clausura. Non potevano esserci parole per convincerla del contrario, che in quel monastero era libera e quieta. Ormai da anni ci aveva rinunciato a persuadere mamma, limitandosi ad accarezzarla di parole. Nel convento stava bene, era protetta, le religiose erano la sua famiglia, un formicaio organizzato sul lavoro, la preghiera e il mutuo soccorso. Sempre che in cinque si potesse parlare di formicaio. C’era crisi di vocazioni, di valori, erano quattro anni che non entravano novizie in convento.



- Ave Maria, piena di grazia il Signore è con te, tu sei…-



Non riusciva a pregare, non era concentrata, era distratta. Dopo la disgrazia, riassettando la cella della defunta Madre Superiora, trovò quella cassetta che ogni Suora tiene e non dovrebbe tenere. Conteneva un rosario, alcune fotografie di un mondo alieno, articoli di giornale risalenti a cinquant’anni prima riguardanti il ritrovamento di piccoli resti umani rinvenuti in un pozzo, un antico fermaglio in osso e una sorta di preghiera – testamento che prontamente distrusse, di scandali ce n’erano già a sufficienza e quanto vi era scritto non spostava di una virgola l’essenziale, vale a dire che la Madre Superiora era una santa. Che fosse stata anche una donna erano affari suoi. Trovò anche alcuni effetti appartenuti alle consorelle in fase di ammissione nell’ordine monastico e il documento d’identità di Sorella Maria. Ricordò quando, poco più che una bambina, venne presentata alla comunità da Suor Celestina. Il nome laico di Sorella Maria le era sconosciuto fino a quel momento, quei nomi secolari in convento si dimenticavano e poi si perdevano. Per tutti Silvia Bacigalupo fu Sorella Maria, tutti le vollero bene da subito. Anche Mela abbaiava felice quando lei s’indaffarava con la  serra diventata il suo orgoglio. Da quella scura e grassa terra cavava splendidi fiori, saporiti ortaggi arrivavano nella tavola delle consorelle. Mela le era sempre attorno, scodinzolando di felicità, facendo suonare quel discreto campanellino che Suor Caterina gli aveva messo sul collarino. Si pensò all’imperscrutabile disegno del Signore quando sparì e non si sentì più quel garbato tintinnio, quel festoso abbaiare. Fu Sorella Maria in refettorio, durante la colazione e dopo che ebbe letto un passo del Vangelo, che pianse a dirotto la scomparsa di Mela, ricordando la parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro, e di quel cane che per pietà leccava le piaghe dell’indigente.



- Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta tra le donne e benedetto…-



La preghiera si perdeva, non capiva le parole della sua orazione preferita. Una stretta al cuore, un dolore mai così provato non potevano aiutare la concentrazione. Cosa poteva essere accaduto di così grave da far entrare il demonio dentro il loro convento? E da quando era entrato, nascosto sotto le vesti delle monache a guardarle l’anima e il sesso, ormai un tutt’uno destinato al Santo Sposo? Rabbrividì. Il suo organo senza il peso dell’anima era un fastidio, un imbarazzo, qualcosa d’impuro in un corpo asciutto di 48 chili. Il sesso, la più facile rinuncia della sua vita. Sapeva che semmai non fosse diventata suora non sarebbe mai stata vista in compagnia di un uomo. Conosceva la sua inclinazione, per questo il sesso era un imbarazzo, la più facile rinuncia della sua vita.



- Ave Maria, piena di grazia, il Signore…-



Non era più clausura, anche il Vescovo venne a spiegarlo alle tre suore superstiti. Dopo anni la cui unica presenza maschile era il confessore, lui come tutti rigorosamente dietro una grata, di colpo tutta quella confusione. Giornalisti sudati, nervosi, morbosi con videocamere e fallici microfoni stettero come avvoltoi davanti al convento. I Carabinieri calpestarono i luoghi sacri, insozzarono la cappella monastica del 1600 con polverine per cercare impronte digitali, fecero domande e domande e domande, la toccarono e toccarono e toccarono, la guardarono dritto negli occhi che nemmeno a sua madre era stato permesso, le era stato vietato, la guardarono dritto negli occhi. Che confusione. La trovò lei, fu uno spettacolo orribile. Era stata denudata e composta come una toccante Pietà senza braccia a sostenerla, sotto l’enorme crocefisso della cappella del convento. Le erano stati cavati gli occhi, li avrebbe ritrovati dove non avrebbe mai pensato. Si vergognò del suo pensiero, non l’aveva mai vista coi capelli sciolti, Suor Celestina era bellissima con quel suo carnato diafano, era bellissima nuda.



- Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta tra le donne e benedetto è il nome del figlio Tuo Gesù. Santa Maria, Madre…-



Non ci riusciva, lo voleva fortemente ma i pensieri erano magli pesanti, la preghiera perdeva consistenza. Non si era accorta, quando ritrovò Suor Celestina, del piccolo foro rosso all’altezza del cuore, come poteva accorgersene quando il volto della sua madre superiore la indagava dalle orbite vuote, senza occhi la redarguiva per il turbamento nel vederla nuda? L’aveva saputo da quel magistrato, almeno quella era una donna e non la toccava. L’aveva interrogata, non si riusciva a ricostruire tutto di quello strano omicidio, chiedeva a lei risposte come, ad esempio, in quale luogo il corpo potesse essere stato lavato dal sangue o se sapesse con quale tipo di arma così sottile e piccola avesse potuto Sorella Maria trapassarle il cuore, quell’oggetto non era mai stato trovato. Armi, sangue, il demonio sotto la veste monacale, troppo dopo una quiete di 38 anni nel monastero, uscita dal convento solo in occasione del voto referendario sul divorzio e sull’aborto, così esposta solo per obbedienza al Vescovo, che il divorzio e l’aborto mai l’avrebbero riguardata.



- Signore, aiutami, soccorrimi, sto crollando. Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome…-



Fu un disastro anche quando decise di ridistribuire i compiti alle consorelle, era lei la superstite più anziana, toccava a lei l’onere e il titolo di Madre Superiora, non l’aveva chiesto, lo subiva. I compiti più duri sarebbero col tempo stati meglio ridistribuiti, ma nell’immediato incaricò per quelli la più giovane Sorella, la quarantasettenne Suor Caterina. Quando questa, nel mentre che si occupava di zappare l’orto lasciato orfano da Sorella Maria, proruppe in un urlo angoscioso, stava recitando il rosario nel chiostro vicino, corse subito a soccorrerla. La trovò svenuta, la vanga a terra, vicino alle gardenie e alle peonie la terra smossa aveva liberato ossa di una quantità imprecisata di uccellini e roditori, delle ostie, dei fiocchi in tessuto rosso, un crocefisso a cui mancava la testa di Gesù, due occhi umani, azzurri e opachi, che cominciavano a decomporsi, la carcassa di un cane con ancora il collare col campanellino.
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Messaggio Da SisypheMalheureux Mer Mag 05, 2021 9:25 am

Un frate che sta per essere ordinato sacerdote ma prova dei sentimenti tutt'altro che spirituali, una novizia, un assassinio perpetrato in un convento di clausura, il sospetto di rituali satanici... Ce n'è abbastanza per rispolverare il mio innato gusto per il macabro e l'horror.
Ti segnalo alcuni refusi: semmai invece di se mai, carnato invece di incarnato. Inoltre attento ai monosillabi perché a volte dimentichi di accentarli (l'ho notato anche negli altri due capitoli). Detto ciò la storia è molto intrigante e non vedo l'ora di leggere il seguito.

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Messaggio Da Petunia Mer Mag 05, 2021 9:51 am

Questa storia mette i brividi. Hai creato un’atmosfera molto intrigante e ora spuntano riti satanici (forse)
Continuerò a leggerla (di mattina, però!) Bravissimo. Ora ti faccio alcune pulci nell’ottica di esserti utile.


Sua madre stessa non poteva scorgerla

sostituirei scorgerla. In effetti, la madre la può solo scorgere dalla grata anche se non può vederne il volto. Quindi scorgerla mi pare che non renda bene.

campanellino che Suor Caterina gli aveva messo sul collarino
Due diminutivi vicini non sono belli da leggere. Collare andrebbe benissimo.

Fu Sorella Maria in refettorio, durante la colazione e dopo che ebbe letto un passo del Vangelo, 
La costruzione di questa frase non è scorrevole: troppe informazioni. 

che pianse a dirotto la scomparsa di Mela, ricordando la parabola dell’uomo ricco e del povero Lazzaro, e di quel cane che per pietà leccava le piaghe dell’indigente.
Anche in questa frase racconti troppo. Chi non conosce questa pagina del Vangelo, si perde.



Dopo anni la cui unica presenza maschile era il confessore, lui come tutti rigorosamente dietro una grata, di colpo tutta quella confusione.


Qui manca qualcosa.
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Messaggio Da digitoergosum Mer Mag 05, 2021 10:43 am

Grazie di avermi letto Sisy e Petunia. Prima di lunedi non potrò accedere al mio PC per procedere col racconto progressivo. Co sono ancora tre capitoli scritti e da aggiustare e poi, eventualmente, ancora altro ancora da scrivere. Ma un po' di attesa / suspence ci sta anche. In ritardo (mio malgrado) ma arriverò col seguito.
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